Buongiorno. Ho bisogno di un vostro aiuto. Mio padre, etá 73 anni, dice ormai quotidianamente parole
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Buongiorno. Ho bisogno di un vostro aiuto. Mio padre, etá 73 anni, dice ormai quotidianamente parole a sfondo sessuale. In generale ragiona bene ma poi all' improvviso arrivano questi tic oserei dire e non si riesce a fermare e dice queste parole. Mia madre minimizza ma io sto soffrendo molto credo sia il caso di portare mio padre da un dottore, ma non riesco a convincere mia madre. Grazie mille aspetto un vostro riscontro
Gentile utente,
quello che descrive è comprensibilmente faticoso e merita attenzione, senza allarmismi ma neppure minimizzazioni. Cambiamenti del linguaggio a contenuto sessuale in età avanzata possono comparire per motivi diversi (abitudini “cristallizzate”, difficoltà di autocontrollo, effetti collaterali di farmaci, stanchezza, stress), e vanno valutati da vicino.
Cosa può fare subito
Annoti quando accade: momento della giornata, contesto, durata, eventuali farmaci/alcool, sonno, stress. Un piccolo diario aiuta lo specialista.
Gestione comunicativa:
risposte brevi e ferme (“Questo linguaggio mi mette a disagio, parliamo d’altro”),
reindirizzi subito l’attenzione (cambiare attività/argomento),
eviti scontri o sarcasmo (spesso peggiorano la perseverazione).
Concordi con sua madre una stessa linea: una frase condivisa e neutra da usare ogni volta, per dare coerenza.
Valutazioni utili (senza etichettare nulla)
Medico di base come primo passo: può rivedere terapia in corso ed escludere cause “reversibili” (effetti di farmaci, dolore, infezioni, cali di sonno).
Se il medico lo ritiene, geriatra/neurologo per un inquadramento più ampio e psicologo per strategie comportamentali a casa.
Se sua madre non è convinta
Proponga un “controllo di routine” complessivo (più accettabile) portando con sé il diario degli episodi.
In alternativa, parli lei stessa col medico di base per un consiglio su come coinvolgerli; spesso il medico può invitare entrambi a una visita senza “puntare il dito” sul problema.
Non è “colpa” di suo padre: trattiamolo come un segnale da comprendere e gestire. Con una valutazione mirata e alcune regole di comunicazione in casa, spesso la situazione migliora sensibilmente.
Dott.ssa Sara Petroni
quello che descrive è comprensibilmente faticoso e merita attenzione, senza allarmismi ma neppure minimizzazioni. Cambiamenti del linguaggio a contenuto sessuale in età avanzata possono comparire per motivi diversi (abitudini “cristallizzate”, difficoltà di autocontrollo, effetti collaterali di farmaci, stanchezza, stress), e vanno valutati da vicino.
Cosa può fare subito
Annoti quando accade: momento della giornata, contesto, durata, eventuali farmaci/alcool, sonno, stress. Un piccolo diario aiuta lo specialista.
Gestione comunicativa:
risposte brevi e ferme (“Questo linguaggio mi mette a disagio, parliamo d’altro”),
reindirizzi subito l’attenzione (cambiare attività/argomento),
eviti scontri o sarcasmo (spesso peggiorano la perseverazione).
Concordi con sua madre una stessa linea: una frase condivisa e neutra da usare ogni volta, per dare coerenza.
Valutazioni utili (senza etichettare nulla)
Medico di base come primo passo: può rivedere terapia in corso ed escludere cause “reversibili” (effetti di farmaci, dolore, infezioni, cali di sonno).
Se il medico lo ritiene, geriatra/neurologo per un inquadramento più ampio e psicologo per strategie comportamentali a casa.
Se sua madre non è convinta
Proponga un “controllo di routine” complessivo (più accettabile) portando con sé il diario degli episodi.
In alternativa, parli lei stessa col medico di base per un consiglio su come coinvolgerli; spesso il medico può invitare entrambi a una visita senza “puntare il dito” sul problema.
Non è “colpa” di suo padre: trattiamolo come un segnale da comprendere e gestire. Con una valutazione mirata e alcune regole di comunicazione in casa, spesso la situazione migliora sensibilmente.
Dott.ssa Sara Petroni
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Buongiorno,
Sarebbe opportuno consultare un neurologo o uno psichiatra, le diagnosticheranno quasi certamente la sindrome di Tourette. È importante un'alimentazione antiossidante e neuroprotettiva, ma anche per quello si affidi ad un buon nutrizionista che affianchi la cura farmacologica. Con l'avanzare dell'età, può succedere che emerga questa problematica.
È normalissimo che dica parole dell'area semantica della sessualità, non dev'essere niente di imbarazzante perché chiunque lo farebbe, con la Tourette - se si rivelerà tale.
Rassicuri tutti in famiglia.
In bocca al lupo per suo papà,
Distinti saluti,
Dott. Maccarri
Sarebbe opportuno consultare un neurologo o uno psichiatra, le diagnosticheranno quasi certamente la sindrome di Tourette. È importante un'alimentazione antiossidante e neuroprotettiva, ma anche per quello si affidi ad un buon nutrizionista che affianchi la cura farmacologica. Con l'avanzare dell'età, può succedere che emerga questa problematica.
È normalissimo che dica parole dell'area semantica della sessualità, non dev'essere niente di imbarazzante perché chiunque lo farebbe, con la Tourette - se si rivelerà tale.
Rassicuri tutti in famiglia.
In bocca al lupo per suo papà,
Distinti saluti,
Dott. Maccarri
Gentile utente,
capisco bene il suo disagio, situazioni come quella che descrive possono essere difficili da gestire, soprattutto in famiglia. Le manifestazioni verbali a contenuto sessuale, specie se nuove e non coerenti con il modo di comportarsi abituale di suo padre, meritano una valutazione medica, perché possono talvolta essere legate a disturbi neurologici o cognitivi che modificano il controllo degli impulsi e il comportamento.
Le suggerirei di consultare il medico di base, spiegando con calma quanto sta accadendo: potrà valutare se sia opportuno un approfondimento, ad esempio con una visita neurologica o geriatrica.
Sta facendo bene a non ignorare la situazione: affrontarla presto può essere utile sia per suo padre, sia per la serenità di tutta la famiglia. Un caro saluto
capisco bene il suo disagio, situazioni come quella che descrive possono essere difficili da gestire, soprattutto in famiglia. Le manifestazioni verbali a contenuto sessuale, specie se nuove e non coerenti con il modo di comportarsi abituale di suo padre, meritano una valutazione medica, perché possono talvolta essere legate a disturbi neurologici o cognitivi che modificano il controllo degli impulsi e il comportamento.
Le suggerirei di consultare il medico di base, spiegando con calma quanto sta accadendo: potrà valutare se sia opportuno un approfondimento, ad esempio con una visita neurologica o geriatrica.
Sta facendo bene a non ignorare la situazione: affrontarla presto può essere utile sia per suo padre, sia per la serenità di tutta la famiglia. Un caro saluto
Gen.ma utente,
è importante verificare diversi fattori: quando sono comparsi questi comportamenti, se sono del tutto nuovi rispetto al passato, se lui se ne rende conto e come reagisce emotivamente (se per esempio è dispiaciuto o arrabbiato). Il sintomo da lei descritto nelle persone di una certa età può avere diverse origini e cause, che devono essere comprese con l'ausilio di un professionista, neurologo, neuropsicologo e/o psichiatra.
Sua madre, probabilmente, minimizza perché teme per la salute di suo padre, o teme che questo comportamento così poco tollerabile vada a minare la loro rispettabilità. Però è importante cercare di aiutarla a capire che chiedere un consulto non vuol dire automaticamente una diagnosi negativa, ma consente di escludere cause altrimenti invisibili dall'esterno.
Vi auguro di superare questa difficoltà. Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
è importante verificare diversi fattori: quando sono comparsi questi comportamenti, se sono del tutto nuovi rispetto al passato, se lui se ne rende conto e come reagisce emotivamente (se per esempio è dispiaciuto o arrabbiato). Il sintomo da lei descritto nelle persone di una certa età può avere diverse origini e cause, che devono essere comprese con l'ausilio di un professionista, neurologo, neuropsicologo e/o psichiatra.
Sua madre, probabilmente, minimizza perché teme per la salute di suo padre, o teme che questo comportamento così poco tollerabile vada a minare la loro rispettabilità. Però è importante cercare di aiutarla a capire che chiedere un consulto non vuol dire automaticamente una diagnosi negativa, ma consente di escludere cause altrimenti invisibili dall'esterno.
Vi auguro di superare questa difficoltà. Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
Buonasera,
la situazione necessita sicuramente di una consulenza medica. Potrebbe portare lei suo padre da uno specialista.
la situazione necessita sicuramente di una consulenza medica. Potrebbe portare lei suo padre da uno specialista.
Potrebbe trattarsi di un sintomo di perdita dei freni inibitori, tipico delle demenze.
In questo caso potrebbe essere utile una visita dal neurologo, poiché le demenze comportano più sintomi e soprattutto sono degenerative.
In questo caso potrebbe essere utile una visita dal neurologo, poiché le demenze comportano più sintomi e soprattutto sono degenerative.
Gentile,
quello che descrive merita sicuramente attenzione. In alcuni casi, la comparsa di parole o comportamenti a sfondo sessuale in età avanzata può essere associata a modificazioni neurologiche o a difficoltà nel controllo degli impulsi, ma anche a fattori emotivi o relazionali. È importante non giudicare, bensì comprendere cosa stia accadendo e valutare insieme quale percorso possa essere più adatto, anche per sostenere lei e sua madre nel gestire la situazione.
Una valutazione psicologica o neuropsicologica rappresenta spesso il primo passo utile per chiarire le cause e orientare gli interventi.
Resto a disposizione, anche online, per un confronto più approfondito o per accompagnarvi nella scelta del percorso più indicato.
Un cordiale saluto,
Dott. Ivan De Lucia
quello che descrive merita sicuramente attenzione. In alcuni casi, la comparsa di parole o comportamenti a sfondo sessuale in età avanzata può essere associata a modificazioni neurologiche o a difficoltà nel controllo degli impulsi, ma anche a fattori emotivi o relazionali. È importante non giudicare, bensì comprendere cosa stia accadendo e valutare insieme quale percorso possa essere più adatto, anche per sostenere lei e sua madre nel gestire la situazione.
Una valutazione psicologica o neuropsicologica rappresenta spesso il primo passo utile per chiarire le cause e orientare gli interventi.
Resto a disposizione, anche online, per un confronto più approfondito o per accompagnarvi nella scelta del percorso più indicato.
Un cordiale saluto,
Dott. Ivan De Lucia
Ciao, sono la dott.ssa Maria Cristina Giuliani, psicologa e sessuologa. Parole a sfondo sessuale ripetute, nuove rispetto al carattere di tuo padre e non modulabili, non sono “tic” da minimizzare ma un segnale che merita verifica clinica, perché in età avanzata possono dipendere da disinibizione legata a condizioni neurologiche o cognitive, da effetti collaterali di farmaci, da stati confusionali o da oscillazioni dell’umore; non significa etichettarlo, significa cercare le cause. Il punto critico non è discutere se “lo fa apposta”, ma riconoscere che si tratta di un cambiamento del comportamento e che il modo più amorevole di prendersene cura è una valutazione medica ordinata: medico di base per primo inquadramento e revisione dei farmaci, quindi se necessario invio a geriatria o neurologia con eventuale valutazione neuropsicologica. Con tua madre sposta la conversazione dal giudizio al dato: “non è questione di vergogna, è che questo è un cambiamento rispetto a com’era papà e vorrei escludere cause mediche trattabili”; porta esempi concreti con date, proponi un semplice controllo “per stare tranquilli” e offriti di accompagnarli e gestire tu la parte organizzativa, perché spesso la resistenza nasce dalla paura di ciò che si potrebbe scoprire. Nel frattempo proteggetevi: quando accade, nomina il limite con calma e brevità (“questi commenti mi mettono a disagio, preferisco cambiare argomento”) senza ingaggiare discussioni morali che lo eccitano o lo irrigidiscono. Se tua madre rifiuta ancora e i comportamenti aumentano o diventano inappropriati in pubblico, contatta comunque il medico di base per un confronto su come procedere rispettando l’autonomia di tuo padre ma mettendo al centro la sua salute e la sicurezza familiare.
Salve.
Sono spiacente per la situazione .
Potrebbe trattarsi di un segnale di disagio psicologico o di un possibile disturbo neurocognitivo.
Occorrerebbe approfondire con una valutazione specialistica psicologica e neuropsicologica: aiuta a comprendere se il comportamento è legato a stress, decadimento cognitivo o altre difficoltà emotive.
Provi a parlarne con calma con sua madre, spiegando che è solo preoccupato per suo padre e serve solo per tutelare il suo benessere.
Magari un breve percorso o qualche incontro di sostegno psicologico familiare può offrirle strumenti per gestire l’impatto emotivo di questa situazione.
Sono spiacente per la situazione .
Potrebbe trattarsi di un segnale di disagio psicologico o di un possibile disturbo neurocognitivo.
Occorrerebbe approfondire con una valutazione specialistica psicologica e neuropsicologica: aiuta a comprendere se il comportamento è legato a stress, decadimento cognitivo o altre difficoltà emotive.
Provi a parlarne con calma con sua madre, spiegando che è solo preoccupato per suo padre e serve solo per tutelare il suo benessere.
Magari un breve percorso o qualche incontro di sostegno psicologico familiare può offrirle strumenti per gestire l’impatto emotivo di questa situazione.
salve, parli con il suo medico di base perchè potrebbe esserci un principio di demenza grazie
Buonasera.
La disinibizione potrebbe essere indicatore di molteplici condizioni cliniche, sia di natura neurologica che psichiatrica. Mi sento di consigliare una visita specialistica, così da poter dar vita a una corretta diagnosi differenziale e giungere a un inquadramento diagnostico, da cui deriverà certamente una terapia mirata.
Rispetto alla reticenza di sua madre, potrebbe chiedere aiuto al medico di famiglia: avrebbe il giusto titolo per poter sottolineare che - com'è vero, del resto - un comportamento apparentemente 'inoffensivo' potrebbe essere indicatore di qualcosa di più, su cui vale la pena indagare.
Spero di esserle stata d'aiuto e rimango a disposizione per ulteriori domande.
Cordialmente,
Dott.ssa Sofia Mezzasalma
La disinibizione potrebbe essere indicatore di molteplici condizioni cliniche, sia di natura neurologica che psichiatrica. Mi sento di consigliare una visita specialistica, così da poter dar vita a una corretta diagnosi differenziale e giungere a un inquadramento diagnostico, da cui deriverà certamente una terapia mirata.
Rispetto alla reticenza di sua madre, potrebbe chiedere aiuto al medico di famiglia: avrebbe il giusto titolo per poter sottolineare che - com'è vero, del resto - un comportamento apparentemente 'inoffensivo' potrebbe essere indicatore di qualcosa di più, su cui vale la pena indagare.
Spero di esserle stata d'aiuto e rimango a disposizione per ulteriori domande.
Cordialmente,
Dott.ssa Sofia Mezzasalma
Buonasera, capisco bene quanto questa situazione la stia turbando. Sentire il proprio padre pronunciare spesso frasi a sfondo sessuale deve essere molto difficile e imbarazzante, soprattutto se in passato non si è mai comportato così. È comprensibile che lei si senta preoccupata e disorientata, mentre sua madre tende forse a minimizzare per paura o per non affrontare la cosa. Quello che descrive, però, non va ignorato. Quando una persona anziana inizia a dire o fare cose inusuali, è importante capire se alla base ci sia un problema fisico o psicologico. A volte questi cambiamenti possono essere legati a piccoli disturbi del cervello, a reazioni a dei farmaci, a periodi di confusione o anche a condizioni di stanchezza o stress. Per questo la cosa più utile sarebbe che suo padre venisse visitato dal medico di base, che potrà poi indirizzarlo verso eventuali controlli più specifici. Capisco che non sia semplice convincere sua madre, ma forse potrebbe parlarle con calma, spiegandole che una visita non serve per “accusare” suo padre, ma per capire se c’è qualcosa che si può migliorare o trattare. Dire qualcosa come “mi preoccupo perché non l’ho mai sentito parlare così, vorrei solo escludere che ci sia qualche problema di salute” può aiutare a farle capire che si tratta di un gesto di cura. Nel frattempo, quando suo padre fa questi commenti, può cercare di non reagire con rabbia o vergogna, ma di cambiare argomento o di allontanarsi un momento se sente che la situazione la mette troppo a disagio. È un modo per proteggersi e non alimentare tensioni inutili. Ha fatto bene a chiedere un parere: cercare di affrontare con lucidità e sensibilità una situazione come questa è il primo passo per aiutare davvero chi si ama. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero.
Gentilissima, capisco la sua preoccupazione legittima per il cambiamento di suo padre e anche la difficoltà di trovarsi in una situazione in cui altri familiari, come sua madre, tendono forse a minimizzare o non voler intervenire. È comprensibile: a volte chi vive accanto ogni giorno alla persona può faticare a riconoscere che certi cambiamenti abbiano una base medica o psicologica, e può sentirsi spaventato o in colpa all’idea di “medicalizzare” ciò che vede. Quando un uomo in età avanzata comincia a usare parole o espressioni a sfondo sessuale in modo nuovo o frequente, è comunque importante considerare che questi comportamenti possono essere segnali di alterazioni del controllo inibitorio legate a cambiamenti neurologici o cognitivi (come alcune forme di demenza o altre patologie), ma anche a effetti collaterali di farmaci, squilibri metabolici, stati confusionali o disagi emotivi. Le suggerirei di parlarne con il medico di base, che potrà proporre una valutazione neurologica e geriatrica e, se opportuno, un approfondimento neuropsicologico. Questi passaggi aiutano non solo a chiarire le cause, ma anche a fornire strumenti di gestione e supporto familiare, che possono essere utili anche a sua madre per sentirsi più accompagnata nel comprendere cosa sta accadendo. È importante che non si senta sola in questo: raccogliere informazioni e cercare aiuto è un modo per prendersi cura di entrambi i genitori, con rispetto e sensibilità. Le auguro il meglio e resto a disposizione. Dott.ssa Arianna Savastio
Buongiorno, una apprezzabile variazione nella forma e nei contenuti dell'eloquio, come da lei descritta, può essere sintomo di diverse problematiche, da disturbi psicologici a disturbi più fisiologici di natura medica.
Suggerisco un primo passaggio dal medico di base che suppongo prescriverà alcune visite specialistiche per escludere precise patologie; conseguentemente, nel caso non venisse riscontrato nulla di organico, suggerisco la visita ed eventualmente un percorso psicologico con uno Psicologo Clinico o uno Psicoterapeuta.
Saluti.
Dr. Francesco Rossi.
Suggerisco un primo passaggio dal medico di base che suppongo prescriverà alcune visite specialistiche per escludere precise patologie; conseguentemente, nel caso non venisse riscontrato nulla di organico, suggerisco la visita ed eventualmente un percorso psicologico con uno Psicologo Clinico o uno Psicoterapeuta.
Saluti.
Dr. Francesco Rossi.
Gentile utente, posso solo immaginare la preoccupazione ed il disagio che sente. Credo che potrebbe prima parlane con il suo medico di famiglia e capire insieme a lui come potervi muovere e magari mediare insieme a lui. Suo padre cosa pensa di questi episodi? Sua madre minimizza ma suo padre secondo lei si rende consapevole? Che idea ha lui di tutto ciò? Rimango a disposizione Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Salve, comprendo profondamente quanto questa situazione possa farla soffrire. Osservare un cambiamento improvviso nel comportamento di un genitore, soprattutto su aspetti così delicati, può essere molto doloroso e difficile da gestire, ancor più quando chi Le è vicino tende a minimizzare.
Ciò che descrive (l’emergere quotidiano di parole o frasi a sfondo sessuale, pronunciate in modo impulsivo o incontrollato, pur in presenza di un apparente mantenimento della lucidità mentale) merita senza dubbio una valutazione medica accurata.
Questo tipo di comportamento, in età avanzata, può avere origini neurologiche, psichiatriche o organiche, tra cui:
- Disturbi neurocognitivi (come alcune forme iniziali di demenza frontotemporale o vascolare), che possono ridurre i freni inibitori o modificare la personalità;
- Effetti collaterali di farmaci o di alcune sostanze (ad esempio psicofarmaci, dopaminergici, alcol, ecc.);
- Disturbi dell’umore o psichiatrici che si manifestano in età senile;
- Cause organiche o metaboliche (microictus, infezioni, squilibri ormonali o elettrolitici).
Naturalmente non è possibile trarre conclusioni senza una valutazione clinica, ma è importante sapere che un cambiamento del comportamento sessuale in un anziano non va mai sottovalutato.
Cosa può fare concretamente
1. Contattare il medico di base. È il primo passo fondamentale. Può riferire ciò che accade, anche inizialmente senza la presenza di suo padre, se teme che si senta ferito o contrariato. Il medico potrà disporre una valutazione neurologica, geriatrica o psichiatrica, e suggerire eventuali esami.
2. Annotare gli episodi. Tenga un piccolo diario con le circostanze in cui suo padre pronuncia quelle parole, la frequenza, la durata, le eventuali reazioni emotive. Queste informazioni saranno utili ai professionisti per orientare la diagnosi.
3. Coinvolgere con delicatezza sua madre. È naturale che una moglie, dopo tanti anni di convivenza, faccia fatica ad accettare che il marito possa avere un problema di salute. Potrebbe dirle, con tono rassicurante: “Forse sarebbe utile far controllare papà, anche solo per stare più tranquilli e capire se si tratta di qualcosa di passeggero.” Presentare la visita come una forma di tutela, non di accusa, può aiutarla ad accettare l’idea.
4. Mantenere un atteggiamento calmo e rispettoso verso suo padre. Se questi comportamenti derivano da una condizione neurologica, lui potrebbe non avere piena consapevolezza delle proprie parole. È quindi preferibile non rimproverarlo, ma cambiare argomento o allontanarsi con calma.
In sintesi, ha perfettamente ragione nel pensare che sia opportuno portare suo padre da un medico: è un gesto di amore, non di giudizio. La invito a partire dal medico di base, raccogliendo osservazioni concrete e coinvolgendo sua madre con tatto e rispetto. Una valutazione tempestiva può fare davvero la differenza.
Un caro saluto.
Dott.ssa Gaia Evangelisti, Psicologa.
Ciò che descrive (l’emergere quotidiano di parole o frasi a sfondo sessuale, pronunciate in modo impulsivo o incontrollato, pur in presenza di un apparente mantenimento della lucidità mentale) merita senza dubbio una valutazione medica accurata.
Questo tipo di comportamento, in età avanzata, può avere origini neurologiche, psichiatriche o organiche, tra cui:
- Disturbi neurocognitivi (come alcune forme iniziali di demenza frontotemporale o vascolare), che possono ridurre i freni inibitori o modificare la personalità;
- Effetti collaterali di farmaci o di alcune sostanze (ad esempio psicofarmaci, dopaminergici, alcol, ecc.);
- Disturbi dell’umore o psichiatrici che si manifestano in età senile;
- Cause organiche o metaboliche (microictus, infezioni, squilibri ormonali o elettrolitici).
Naturalmente non è possibile trarre conclusioni senza una valutazione clinica, ma è importante sapere che un cambiamento del comportamento sessuale in un anziano non va mai sottovalutato.
Cosa può fare concretamente
1. Contattare il medico di base. È il primo passo fondamentale. Può riferire ciò che accade, anche inizialmente senza la presenza di suo padre, se teme che si senta ferito o contrariato. Il medico potrà disporre una valutazione neurologica, geriatrica o psichiatrica, e suggerire eventuali esami.
2. Annotare gli episodi. Tenga un piccolo diario con le circostanze in cui suo padre pronuncia quelle parole, la frequenza, la durata, le eventuali reazioni emotive. Queste informazioni saranno utili ai professionisti per orientare la diagnosi.
3. Coinvolgere con delicatezza sua madre. È naturale che una moglie, dopo tanti anni di convivenza, faccia fatica ad accettare che il marito possa avere un problema di salute. Potrebbe dirle, con tono rassicurante: “Forse sarebbe utile far controllare papà, anche solo per stare più tranquilli e capire se si tratta di qualcosa di passeggero.” Presentare la visita come una forma di tutela, non di accusa, può aiutarla ad accettare l’idea.
4. Mantenere un atteggiamento calmo e rispettoso verso suo padre. Se questi comportamenti derivano da una condizione neurologica, lui potrebbe non avere piena consapevolezza delle proprie parole. È quindi preferibile non rimproverarlo, ma cambiare argomento o allontanarsi con calma.
In sintesi, ha perfettamente ragione nel pensare che sia opportuno portare suo padre da un medico: è un gesto di amore, non di giudizio. La invito a partire dal medico di base, raccogliendo osservazioni concrete e coinvolgendo sua madre con tatto e rispetto. Una valutazione tempestiva può fare davvero la differenza.
Un caro saluto.
Dott.ssa Gaia Evangelisti, Psicologa.
Grazie per aver condiviso una situazione così delicata e complessa. Rispondo con rispetto e profondità, secondo i princìpi della Psicologia del Secondo Cervello (SBP).Nel metodo SBP, ogni comportamento, anche apparentemente “strano” o fuori luogo, è un linguaggio del secondo cervello, spesso legato a vissuti emotivi non digeriti o a un sistema in sovraccarico.
Nel caso di tuo padre, queste parole a sfondo sessuale, dette in modo improvviso e “ticcoso”, non vanno ridotte a semplici manie o abitudini senili, ma possono essere lette come un’espressione simbolica della sua Matrix Emotiva.
cosa può indicare questo comportamento?
Sbilanciamento tra i due cervelli: la mente logica (cervello della testa) e quella emotiva (secondo cervello) non comunicano più in modo fluido. Questo può causare comportamenti disinibiti, ripetitivi, a volte regressivi.
Memoria Emotiva piena: come spiegato nei materiali SBP, esperienze emotive non elaborate si “accumulano” e possono riemergere attraverso il linguaggio, i gesti, i tic, le ossessioni, la sessualizzazione improvvisa del linguaggio.
Possibile conflitto simbolico: le parole sessuali possono essere un modo per richiamare attenzione, per esprimere una frustrazione relazionale (ad esempio con tua madre), o per evocare un senso di vitalità che il corpo sente scemare.
Spesso chi è a stretto contatto con la persona tende a normalizzare o negare i segnali, come forma di protezione emotiva. Secondo il metodo SBP, questo è un meccanismo di autodifesa legato alla paura di affrontare un possibile declino o verità dolorose. In questi casi, l’alleanza familiare si spezza: tu sei nel ruolo di “sentinella” emotiva, mentre tua madre potrebbe essere nel ruolo di “evitante”.
Cosa puoi fare concretamente:
Non forzare il confronto, ma crea uno spazio dialogico “non giudicante”, condividendo il tuo disagio con calma, magari chiedendo:
"Mamma, posso raccontarti come mi sento quando papà dice quelle parole? Non per giudicarlo, ma perché ho bisogno di capire come aiutarlo."
Considera di coinvolgere una figura professionale SBP o terapeutica, almeno inizialmente solo per te, per sostenerti nel gestire questo carico emotivo e nel trovare la strategia più rispettosa per l’intera famiglia.
Il metodo SBP non esclude il confronto con specialisti medici. Anzi, in presenza di comportamenti nuovi o ripetitivi a sfondo sessuale, è opportuno anche valutare un parere medico, per escludere o affrontare:
Declino cognitivo lieve (MCI)
Disinibizione frontale (area cerebrale), frequente in alcune forme di demenza
Effetti di farmaci, sostanze o squilibri neurologici
La SBP non fa diagnosi cliniche, ma aiuta a interpretare simbolicamente anche questi comportamenti: ciò che oggi è disordine, può contenere un messaggio, se ascoltato nel modo giusto.
Dr Armando Ingegnieri, Psicologo e Fondatore della Second Brain Psychology
Nel caso di tuo padre, queste parole a sfondo sessuale, dette in modo improvviso e “ticcoso”, non vanno ridotte a semplici manie o abitudini senili, ma possono essere lette come un’espressione simbolica della sua Matrix Emotiva.
cosa può indicare questo comportamento?
Sbilanciamento tra i due cervelli: la mente logica (cervello della testa) e quella emotiva (secondo cervello) non comunicano più in modo fluido. Questo può causare comportamenti disinibiti, ripetitivi, a volte regressivi.
Memoria Emotiva piena: come spiegato nei materiali SBP, esperienze emotive non elaborate si “accumulano” e possono riemergere attraverso il linguaggio, i gesti, i tic, le ossessioni, la sessualizzazione improvvisa del linguaggio.
Possibile conflitto simbolico: le parole sessuali possono essere un modo per richiamare attenzione, per esprimere una frustrazione relazionale (ad esempio con tua madre), o per evocare un senso di vitalità che il corpo sente scemare.
Spesso chi è a stretto contatto con la persona tende a normalizzare o negare i segnali, come forma di protezione emotiva. Secondo il metodo SBP, questo è un meccanismo di autodifesa legato alla paura di affrontare un possibile declino o verità dolorose. In questi casi, l’alleanza familiare si spezza: tu sei nel ruolo di “sentinella” emotiva, mentre tua madre potrebbe essere nel ruolo di “evitante”.
Cosa puoi fare concretamente:
Non forzare il confronto, ma crea uno spazio dialogico “non giudicante”, condividendo il tuo disagio con calma, magari chiedendo:
"Mamma, posso raccontarti come mi sento quando papà dice quelle parole? Non per giudicarlo, ma perché ho bisogno di capire come aiutarlo."
Considera di coinvolgere una figura professionale SBP o terapeutica, almeno inizialmente solo per te, per sostenerti nel gestire questo carico emotivo e nel trovare la strategia più rispettosa per l’intera famiglia.
Il metodo SBP non esclude il confronto con specialisti medici. Anzi, in presenza di comportamenti nuovi o ripetitivi a sfondo sessuale, è opportuno anche valutare un parere medico, per escludere o affrontare:
Declino cognitivo lieve (MCI)
Disinibizione frontale (area cerebrale), frequente in alcune forme di demenza
Effetti di farmaci, sostanze o squilibri neurologici
La SBP non fa diagnosi cliniche, ma aiuta a interpretare simbolicamente anche questi comportamenti: ciò che oggi è disordine, può contenere un messaggio, se ascoltato nel modo giusto.
Dr Armando Ingegnieri, Psicologo e Fondatore della Second Brain Psychology
Buongiorno, è bene andare a fare una visita specialistica da uno psichiatra/neurologo.
Caro/a utente,
nelle tue parole si sente molto chiaramente quanto questa situazione ti stia toccando in profondità. Non è solo il contenuto delle frasi di tuo padre a fare male, ma anche il fatto che sembrino comparire “all’improvviso”, senza controllo, in un uomo che per il resto ti appare ancora lucido. E accanto a questo c’è la sensazione di non essere davvero vista nella tua sofferenza, perché tua madre minimizza, come se quello che provi fosse esagerato o non così rilevante.
Questi comportamenti, soprattutto se sono una novità rispetto al carattere che tuo padre ha avuto per la maggior parte della sua vita, possono essere vissuti come qualcosa di estraneo, quasi “non suo”, e proprio per questo disturbanti. È come se si fosse aperta una crepa tra l’immagine che avevi di lui e quello che accade ora, e tu ti trovassi in mezzo, a cercare di dare un senso a ciò che vedi e senti.
Da un punto di vista psicologico, a volte espressioni a sfondo sessuale, fuori contesto o ripetute, possono essere il modo in cui qualcosa si disinibisce, come se venissero meno alcuni freni interni che prima funzionavano automaticamente. In certe fasi della vita, soprattutto in età avanzata, questo può avere a che fare con cambiamenti organici, neurologici o psichici, ma può anche intrecciarsi con aspetti di personalità, con vissuti antichi che trovano un varco, con modi goffi e disturbanti di esprimere tensioni interne. Non c’è una sola spiegazione possibile, e da qui, a distanza, non sarebbe onesto trasformare ipotesi in certezze.
Il tuo desiderio di farlo vedere da un medico sembra nascere non solo da una preoccupazione razionale, ma anche dal bisogno di non restare sola a reggere qualcosa che ti mette in difficoltà e ti imbarazza. Il fatto che tua madre minimizzi può essere, a sua volta, un modo per difendersi da qualcosa che per lei sarebbe troppo angosciante da guardare in faccia. Negare, alleggerire, fare finta che “non sia niente” a volte è una difesa, non una mancanza di amore.
Forse il primo passo, più che convincere tua madre, potrebbe essere riconoscere che ciò che senti tu ha valore, anche se gli altri lo trattano come un dettaglio. Il disagio che provi è un segnale che qualcosa, per te, ha superato una soglia. E questo può diventare un punto da cui partire: parlarne con qualcuno che possa ascoltarti, magari anche in uno spazio psicologico per te, potrebbe aiutarti a dare forma a questa esperienza, a capire meglio quale posto vuoi occupare dentro questa dinamica familiare, quali confini senti di avere diritto a mettere, che tipo di aiuto senti davvero di desiderare per tuo padre e per te stessa.
Il fatto che tu stia cercando un confronto esterno mostra che dentro di te c’è una parte vigile, preoccupata in senso buono, che non vuole semplicemente subire ciò che accade. È una forma di cura, già adesso, anche se la situazione attorno a te appare confusa.
Con cura,
dott.ssa Raffaella Pia Testa
nelle tue parole si sente molto chiaramente quanto questa situazione ti stia toccando in profondità. Non è solo il contenuto delle frasi di tuo padre a fare male, ma anche il fatto che sembrino comparire “all’improvviso”, senza controllo, in un uomo che per il resto ti appare ancora lucido. E accanto a questo c’è la sensazione di non essere davvero vista nella tua sofferenza, perché tua madre minimizza, come se quello che provi fosse esagerato o non così rilevante.
Questi comportamenti, soprattutto se sono una novità rispetto al carattere che tuo padre ha avuto per la maggior parte della sua vita, possono essere vissuti come qualcosa di estraneo, quasi “non suo”, e proprio per questo disturbanti. È come se si fosse aperta una crepa tra l’immagine che avevi di lui e quello che accade ora, e tu ti trovassi in mezzo, a cercare di dare un senso a ciò che vedi e senti.
Da un punto di vista psicologico, a volte espressioni a sfondo sessuale, fuori contesto o ripetute, possono essere il modo in cui qualcosa si disinibisce, come se venissero meno alcuni freni interni che prima funzionavano automaticamente. In certe fasi della vita, soprattutto in età avanzata, questo può avere a che fare con cambiamenti organici, neurologici o psichici, ma può anche intrecciarsi con aspetti di personalità, con vissuti antichi che trovano un varco, con modi goffi e disturbanti di esprimere tensioni interne. Non c’è una sola spiegazione possibile, e da qui, a distanza, non sarebbe onesto trasformare ipotesi in certezze.
Il tuo desiderio di farlo vedere da un medico sembra nascere non solo da una preoccupazione razionale, ma anche dal bisogno di non restare sola a reggere qualcosa che ti mette in difficoltà e ti imbarazza. Il fatto che tua madre minimizzi può essere, a sua volta, un modo per difendersi da qualcosa che per lei sarebbe troppo angosciante da guardare in faccia. Negare, alleggerire, fare finta che “non sia niente” a volte è una difesa, non una mancanza di amore.
Forse il primo passo, più che convincere tua madre, potrebbe essere riconoscere che ciò che senti tu ha valore, anche se gli altri lo trattano come un dettaglio. Il disagio che provi è un segnale che qualcosa, per te, ha superato una soglia. E questo può diventare un punto da cui partire: parlarne con qualcuno che possa ascoltarti, magari anche in uno spazio psicologico per te, potrebbe aiutarti a dare forma a questa esperienza, a capire meglio quale posto vuoi occupare dentro questa dinamica familiare, quali confini senti di avere diritto a mettere, che tipo di aiuto senti davvero di desiderare per tuo padre e per te stessa.
Il fatto che tu stia cercando un confronto esterno mostra che dentro di te c’è una parte vigile, preoccupata in senso buono, che non vuole semplicemente subire ciò che accade. È una forma di cura, già adesso, anche se la situazione attorno a te appare confusa.
Con cura,
dott.ssa Raffaella Pia Testa
Buongiorno — capisco quanto questa situazione possa essere angosciante per lei; grazie per averla descritta in modo chiaro.
Brevemente, quello che descrive (frasi a contenuto sessuale che compaiono “all’improvviso” in una persona anziana che per il resto ragiona bene) può dipendere da più cause: disturbi neurologici che provocano disinibizione (in particolare alcune forme di demenza come la variante comportamentale della demenza frontotemporale), reazioni a farmaci, stati di confusione acuta (delirium), o meno frequentemente problemi psichiatrici.
Cosa suggerisco di fare subito (in modo pratico e concreto)
Primo passo medico: portare il signor padre dal medico di famiglia per un controllo e per ottenere eventuale invio a uno specialista (neurologo o geriatra). È importante che il medico valuti stato cognitivo, eventuali farmaci in corso e segni neurologici. Test rapidi come MMSE o MoCA possono essere utili come primo screening.
Annotare gli episodi: tenete un breve diario (data, orario, che cosa ha detto, durata, cosa stava facendo subito prima). Questo aiuta il medico a capire frequenza, contesto e gravità.
Revisione farmacologica: portate la lista completa dei farmaci (inclusi integratori) perché alcuni farmaci o interazioni possono indurre comportamenti anomali. NCBI
Gestione familiare: quando succede, cercate di mantenere calma e non punire o umiliare il padre — la maggior parte delle volte chi manifesta disinibizione non è consapevole o non può controllarsi. Parlate con vostra madre in un momento di calma: proporre un controllo medico come “accertamento di routine” spesso è meno conflittuale che insistere su un problema emotivo.
Supporto e limiti: se lei si sente molto sofferente, è importante tutelare il proprio benessere (evitare di affrontare da sola la discussione in momenti di crisi, chiedere supporto di un parente/AMICO/medico). Anche un colloquio con uno psicologo per voi può aiutare a gestire stress e confusione.
Cosa lo specialista potrà proporre
Valutazione neurologica e/o geriatra completa, con possibile esame neuropsicologico e, se indicato, esami di neuroimmagine (TC o RM).
Interventi non farmacologici (strategie ambientali e comportamentali) e, se necessario, valutazione di terapie farmacologiche/aggiustamento di terapie in corso, sempre con attenzione ai rischi/benefici.
In sintesi: quello che descrive vale la pena di approfondirlo con un medico (medico di famiglia e, se indicato, neurologo/geriatra/psichiatra). Portate la documentazione degli episodi e la lista dei farmaci; il primo contatto può essere proprio dal medico di base che valuterà i passi successivi.
Se desidera, posso aiutarla a formulare una breve nota da mostrare a sua madre per proporre insieme un controllo medico (oppure un messaggio al medico di famiglia).
È comunque consigliabile approfondire con uno specialista.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Brevemente, quello che descrive (frasi a contenuto sessuale che compaiono “all’improvviso” in una persona anziana che per il resto ragiona bene) può dipendere da più cause: disturbi neurologici che provocano disinibizione (in particolare alcune forme di demenza come la variante comportamentale della demenza frontotemporale), reazioni a farmaci, stati di confusione acuta (delirium), o meno frequentemente problemi psichiatrici.
Cosa suggerisco di fare subito (in modo pratico e concreto)
Primo passo medico: portare il signor padre dal medico di famiglia per un controllo e per ottenere eventuale invio a uno specialista (neurologo o geriatra). È importante che il medico valuti stato cognitivo, eventuali farmaci in corso e segni neurologici. Test rapidi come MMSE o MoCA possono essere utili come primo screening.
Annotare gli episodi: tenete un breve diario (data, orario, che cosa ha detto, durata, cosa stava facendo subito prima). Questo aiuta il medico a capire frequenza, contesto e gravità.
Revisione farmacologica: portate la lista completa dei farmaci (inclusi integratori) perché alcuni farmaci o interazioni possono indurre comportamenti anomali. NCBI
Gestione familiare: quando succede, cercate di mantenere calma e non punire o umiliare il padre — la maggior parte delle volte chi manifesta disinibizione non è consapevole o non può controllarsi. Parlate con vostra madre in un momento di calma: proporre un controllo medico come “accertamento di routine” spesso è meno conflittuale che insistere su un problema emotivo.
Supporto e limiti: se lei si sente molto sofferente, è importante tutelare il proprio benessere (evitare di affrontare da sola la discussione in momenti di crisi, chiedere supporto di un parente/AMICO/medico). Anche un colloquio con uno psicologo per voi può aiutare a gestire stress e confusione.
Cosa lo specialista potrà proporre
Valutazione neurologica e/o geriatra completa, con possibile esame neuropsicologico e, se indicato, esami di neuroimmagine (TC o RM).
Interventi non farmacologici (strategie ambientali e comportamentali) e, se necessario, valutazione di terapie farmacologiche/aggiustamento di terapie in corso, sempre con attenzione ai rischi/benefici.
In sintesi: quello che descrive vale la pena di approfondirlo con un medico (medico di famiglia e, se indicato, neurologo/geriatra/psichiatra). Portate la documentazione degli episodi e la lista dei farmaci; il primo contatto può essere proprio dal medico di base che valuterà i passi successivi.
Se desidera, posso aiutarla a formulare una breve nota da mostrare a sua madre per proporre insieme un controllo medico (oppure un messaggio al medico di famiglia).
È comunque consigliabile approfondire con uno specialista.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Gentile Signora,
la ringrazio per aver condiviso con chiarezza e sensibilità una situazione che comprensibilmente genera preoccupazione e disagio. I comportamenti verbali che descrive, caratterizzati da espressioni a sfondo sessuale non contestualizzate e apparentemente involontarie, meritano attenzione clinica, soprattutto in considerazione dell’età di suo padre e della frequenza con cui si manifestano.
suggerirei di procedere per step: Il primo passo consigliabile, concreto e accessibile, è rivolgersi al medico di medicina generale. Il medico di base conosce la storia clinica del paziente e può effettuare un primo inquadramento, valutando se questi episodi rientrano in un quadro transitorio, legato a fattori ambientali, farmacologici o metabolici, oppure se è opportuno approfondire con una valutazione specialistica. In molti casi, il medico può anche facilitare il coinvolgimento dei familiari più reticenti, come sua madre, offrendo un punto di vista professionale e rassicurante.
Solo successivamente, qualora il medico lo ritenesse opportuno, si potrebbe procedere con una consulenza specialistica — ad esempio geriatrica, neurologica o neuropsicologica — per escludere o confermare l’eventuale presenza di disturbi neurocognitivi. È importante sottolineare che condizioni come la demenza frontotemporale, alcune forme di disinibizione comportamentale o disturbi del controllo degli impulsi sono solo ipotesi cliniche, e non possono essere formulate in assenza di una valutazione diretta.
Comprendo il suo vissuto di sofferenza e la difficoltà nel gestire la minimizzazione da parte di sua madre. È frequente che, per protezione o per timore, alcuni familiari tendano a sottovalutare segnali di cambiamento. Tuttavia, il suo sguardo attento e la volontà di intervenire sono fondamentali per garantire a suo padre un percorso di cura adeguato e tempestivo.
un saluto,
la ringrazio per aver condiviso con chiarezza e sensibilità una situazione che comprensibilmente genera preoccupazione e disagio. I comportamenti verbali che descrive, caratterizzati da espressioni a sfondo sessuale non contestualizzate e apparentemente involontarie, meritano attenzione clinica, soprattutto in considerazione dell’età di suo padre e della frequenza con cui si manifestano.
suggerirei di procedere per step: Il primo passo consigliabile, concreto e accessibile, è rivolgersi al medico di medicina generale. Il medico di base conosce la storia clinica del paziente e può effettuare un primo inquadramento, valutando se questi episodi rientrano in un quadro transitorio, legato a fattori ambientali, farmacologici o metabolici, oppure se è opportuno approfondire con una valutazione specialistica. In molti casi, il medico può anche facilitare il coinvolgimento dei familiari più reticenti, come sua madre, offrendo un punto di vista professionale e rassicurante.
Solo successivamente, qualora il medico lo ritenesse opportuno, si potrebbe procedere con una consulenza specialistica — ad esempio geriatrica, neurologica o neuropsicologica — per escludere o confermare l’eventuale presenza di disturbi neurocognitivi. È importante sottolineare che condizioni come la demenza frontotemporale, alcune forme di disinibizione comportamentale o disturbi del controllo degli impulsi sono solo ipotesi cliniche, e non possono essere formulate in assenza di una valutazione diretta.
Comprendo il suo vissuto di sofferenza e la difficoltà nel gestire la minimizzazione da parte di sua madre. È frequente che, per protezione o per timore, alcuni familiari tendano a sottovalutare segnali di cambiamento. Tuttavia, il suo sguardo attento e la volontà di intervenire sono fondamentali per garantire a suo padre un percorso di cura adeguato e tempestivo.
un saluto,
Buongiorno,
comprendo la sua preoccupazione per il papà e la ritengo legittima. Con l’età alcune aree del cervello possono funzionare meno bene, tra queste c'è la corteccia prefrontale che è l'area che regola impulsi e comportamento sociale: quando si indebolisce, pensieri normalmente filtrati emergono senza controllo. È come se i freni del sistema nervoso diventassero meno reattivi.
La manifestazione quotidiana di questo comportamento merita attenzione, soprattutto nel momento in cui rappresenta un cambiamento rispetto al suo carattere. Non significa necessariamente una patologia, ma è un segnale da valutare perché potrebbe anche essere precursore di varianti di demenza frontotemporale o altre alterazioni neurologiche.
Le consiglio di coinvolgere il medico di base che immagino la indirizzerà verso un neurologo e/o un neuropsicologo. Il neurologo è il medico che tratta la parte anatomica del problema. Il neuropsicologo invece farà una valutazione cognitiva della situazione di suo padre tramite domande e test. Come detto prima potrebbe non esserci nulla, ma in ogni caso la valutazione è utile come quadro di riferimento iniziale nel momento in cui si verificassero alterazioni dovute all'età, questa ultima informazione potrebbe aiutarla nel presentare la necessità di una visita a sua mamma.
Spero di esserle stata in qualche modo d'aiuto e le faccio il migliore in bocca al lupo.
Cari saluti
comprendo la sua preoccupazione per il papà e la ritengo legittima. Con l’età alcune aree del cervello possono funzionare meno bene, tra queste c'è la corteccia prefrontale che è l'area che regola impulsi e comportamento sociale: quando si indebolisce, pensieri normalmente filtrati emergono senza controllo. È come se i freni del sistema nervoso diventassero meno reattivi.
La manifestazione quotidiana di questo comportamento merita attenzione, soprattutto nel momento in cui rappresenta un cambiamento rispetto al suo carattere. Non significa necessariamente una patologia, ma è un segnale da valutare perché potrebbe anche essere precursore di varianti di demenza frontotemporale o altre alterazioni neurologiche.
Le consiglio di coinvolgere il medico di base che immagino la indirizzerà verso un neurologo e/o un neuropsicologo. Il neurologo è il medico che tratta la parte anatomica del problema. Il neuropsicologo invece farà una valutazione cognitiva della situazione di suo padre tramite domande e test. Come detto prima potrebbe non esserci nulla, ma in ogni caso la valutazione è utile come quadro di riferimento iniziale nel momento in cui si verificassero alterazioni dovute all'età, questa ultima informazione potrebbe aiutarla nel presentare la necessità di una visita a sua mamma.
Spero di esserle stata in qualche modo d'aiuto e le faccio il migliore in bocca al lupo.
Cari saluti
Gentile paziente, comprendo quanto possa essere doloroso e disturbante vivere questa situazione, soprattutto se senti di essere l’unica a percepirne la gravità mentre tua madre minimizza.Quello che descrivi può avere diverse spiegazioni,in alcuni casi si tratta di un tratto caratteriale che invecchiando si accentua, in altri può essere un segnale di disagio psicologico, ma può anche rientrare in quadri medici/neurologici in cui compaiono perdita del freno inibitorio o comportamenti inappropriati. Non significa automaticamente “demenza” o qualcosa di molto grave, ma è comunque un campanello d’allarme che merita attenzione.Hai ragione a pensare che sia opportuno un approfondimento, perché il criterio importante non è solo ciò che dice, ma il cambiamento rispetto a come è sempre stato e la sofferenza che questo crea nell’ambiente familiare.
Ti suggerisco alcuni passi concreti:
intanto, prendi sul serio il tuo malessere: non sei esagerata.
Prova a parlare con tua madre in un momento tranquillo, non subito dopo un episodio, usando frasi del tipo: “Io mi sto preoccupando, non tanto per le parole in sé, ma perché mi sembra un cambiamento rispetto a prima. Vorrei che un medico lo vedesse per stare più tranquilli tutti”.Se lei continua a minimizzare, puoi comunque rivolgerti tu stessa a un medico (medico di base, geriatra, neurologo o psichiatra) per raccontare ciò che osservi e chiedere come muoverti: spesso i professionisti possono suggerire strategie per convincere il familiare a farsi visitare, o proporre una prima valutazione indiretta.
Può esserti utile anche un breve supporto psicologico per te, per gestire l’impatto emotivo di queste scene e il senso di solitudine che stai vivendo.
Il fatto che tu ti ponga il problema e chieda aiuto è già una forma importante di cura verso tuo padre e verso di te. Non devi portare tutto il peso da sola: coinvolgere un professionista non è “esagerare”, ma proteggere la vostra famiglia.
Dott.ssa Alina Mustatea
Ti suggerisco alcuni passi concreti:
intanto, prendi sul serio il tuo malessere: non sei esagerata.
Prova a parlare con tua madre in un momento tranquillo, non subito dopo un episodio, usando frasi del tipo: “Io mi sto preoccupando, non tanto per le parole in sé, ma perché mi sembra un cambiamento rispetto a prima. Vorrei che un medico lo vedesse per stare più tranquilli tutti”.Se lei continua a minimizzare, puoi comunque rivolgerti tu stessa a un medico (medico di base, geriatra, neurologo o psichiatra) per raccontare ciò che osservi e chiedere come muoverti: spesso i professionisti possono suggerire strategie per convincere il familiare a farsi visitare, o proporre una prima valutazione indiretta.
Può esserti utile anche un breve supporto psicologico per te, per gestire l’impatto emotivo di queste scene e il senso di solitudine che stai vivendo.
Il fatto che tu ti ponga il problema e chieda aiuto è già una forma importante di cura verso tuo padre e verso di te. Non devi portare tutto il peso da sola: coinvolgere un professionista non è “esagerare”, ma proteggere la vostra famiglia.
Dott.ssa Alina Mustatea
Buongiorno, comprendo che la situazione sia complicata. Cosa dice il suo medico di base? E' a conoscenza della situazione?
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