Buongiorno dottori, mi rivolgo a voi perché sento il bisogno di raccontarvi meglio cosa mi sta succ
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Buongiorno dottori,
mi rivolgo a voi perché sento il bisogno di raccontarvi meglio cosa mi sta succedendo in questi mesi, alla luce della mia storia di disturbo ossessivo.
soffro di disturbo ossessivo (DOC), che mi è stato diagnosticato, e negli anni ho avuto diversi ricoveri e percorsi terapeutici proprio per gestire l’ansia, i pensieri intrusivi e le ossessioni che mi bloccano nella vita quotidiana.
Di recente è accaduto un episodio che ha riacceso in modo molto forte le mie ossessioni, soprattutto quelle legate alla paura di rimanere incinta.
Vi riassumo l’episodio: ho avuto un incontro con un ragazzo a casa mia. Non c’è stata penetrazione, non c’è stato un rapporto completo. Ci siamo solo masturbati. Lui, ad un certo punto, si è spogliato ed è venuto sopra di me, ma io avevo sempre i pantaloni addosso, quindi non c’è stato contatto diretto tra il suo sperma e la mia vagina.
Razionalmente so che, da un punto di vista medico, non c’erano le condizioni per una gravidanza. Tuttavia il mio disturbo ossessivo si è agganciato a questo episodio: da allora vivo con una paura costante e ossessiva di essere incinta.
Continuo a rimuginare su quella scena, la ripeto nella mente mille volte, cerco rassicurazioni, controllo il mio corpo, faccio calcoli. So che non ha senso, ma la paura torna sempre, e più provo a calmarmi, più il pensiero si rafforza.
Questa paura si inserisce chiaramente nel quadro del mio DOC: non è un dubbio “normale”, è un’ossessione che mi esaurisce, mi fa sentire in colpa e “sbagliata”, e sta condizionando pesantemente le mie giornate.
Vi chiedo quindi di aiutarmi a inquadrare meglio questo episodio dentro la mia storia di disturbo ossessivo e a capire come lavorarci insieme, perché da sola non riesco a staccarmi da questo pensiero e ho paura che mi travolga, come è già successo altre volte in passato.
Vi ringrazio per l’attenzione.
mi rivolgo a voi perché sento il bisogno di raccontarvi meglio cosa mi sta succedendo in questi mesi, alla luce della mia storia di disturbo ossessivo.
soffro di disturbo ossessivo (DOC), che mi è stato diagnosticato, e negli anni ho avuto diversi ricoveri e percorsi terapeutici proprio per gestire l’ansia, i pensieri intrusivi e le ossessioni che mi bloccano nella vita quotidiana.
Di recente è accaduto un episodio che ha riacceso in modo molto forte le mie ossessioni, soprattutto quelle legate alla paura di rimanere incinta.
Vi riassumo l’episodio: ho avuto un incontro con un ragazzo a casa mia. Non c’è stata penetrazione, non c’è stato un rapporto completo. Ci siamo solo masturbati. Lui, ad un certo punto, si è spogliato ed è venuto sopra di me, ma io avevo sempre i pantaloni addosso, quindi non c’è stato contatto diretto tra il suo sperma e la mia vagina.
Razionalmente so che, da un punto di vista medico, non c’erano le condizioni per una gravidanza. Tuttavia il mio disturbo ossessivo si è agganciato a questo episodio: da allora vivo con una paura costante e ossessiva di essere incinta.
Continuo a rimuginare su quella scena, la ripeto nella mente mille volte, cerco rassicurazioni, controllo il mio corpo, faccio calcoli. So che non ha senso, ma la paura torna sempre, e più provo a calmarmi, più il pensiero si rafforza.
Questa paura si inserisce chiaramente nel quadro del mio DOC: non è un dubbio “normale”, è un’ossessione che mi esaurisce, mi fa sentire in colpa e “sbagliata”, e sta condizionando pesantemente le mie giornate.
Vi chiedo quindi di aiutarmi a inquadrare meglio questo episodio dentro la mia storia di disturbo ossessivo e a capire come lavorarci insieme, perché da sola non riesco a staccarmi da questo pensiero e ho paura che mi travolga, come è già successo altre volte in passato.
Vi ringrazio per l’attenzione.
Ne parli con lo psichiatra che la sta seguendo farmacologicamente al fine di trovare la cura adatta a questo disturbo ossessivo. Poi potrebbe anche essere utile farsi seguire da uno/a psicologo/a al fine di vivere bene anche la sessualità. La saluto. Lina Isardi
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Gentile utente,
Dev'essere molto faticoso convivere con pensieri così ingombranti. Non esiste una lettura univoca della situazione, sicuramente le ossessioni stanno a sostituire e segnalare qualcosa di più profondo. Sarebbe importante se lei inizi, riprenda o prosegua una psicoterapia che la aiuti a fare luce sulle fonti di malessere. Qualora volesse farlo con me mi contatti per un colloquio conoscitivo e capiremo se potrò esserle d'aiuto. Un caro saluto
Dev'essere molto faticoso convivere con pensieri così ingombranti. Non esiste una lettura univoca della situazione, sicuramente le ossessioni stanno a sostituire e segnalare qualcosa di più profondo. Sarebbe importante se lei inizi, riprenda o prosegua una psicoterapia che la aiuti a fare luce sulle fonti di malessere. Qualora volesse farlo con me mi contatti per un colloquio conoscitivo e capiremo se potrò esserle d'aiuto. Un caro saluto
Buongiorno, ti ringrazio per la tua condivisione. L’episodio descritto non presenta alcun rischio reale, ma nel DOC osserviamo spesso un disallineamento tra i tre sistemi che regolano l’esperienza:
• Il sistema cognitivo riconosce correttamente l’assenza di condizioni per una gravidanza.
• Il sistema emotivo, però, continua ad attivarsi come se il pericolo fosse concreto, generando ansia e immagini intrusive.
• Il sistema di allarme (attenzione, monitoraggio corporeo, ricerca di rassicurazioni) amplifica il segnale e mantiene il dubbio vivo.
In questi casi non è l’evento a essere problematico, ma la riattivazione circolare di questi sistemi, che porta la mente a sovrastimare una minaccia inesistente.
Il lavoro terapeutico consiste nel ricalibrare questi tre livelli, riducendo l’allerta, interrompendo i controlli e ristabilendo coerenza tra ciò che si sa e ciò che si sente.
Resto a disposizione per approfondire insieme anche in videochiamata.
Mariella Bellotto
• Il sistema cognitivo riconosce correttamente l’assenza di condizioni per una gravidanza.
• Il sistema emotivo, però, continua ad attivarsi come se il pericolo fosse concreto, generando ansia e immagini intrusive.
• Il sistema di allarme (attenzione, monitoraggio corporeo, ricerca di rassicurazioni) amplifica il segnale e mantiene il dubbio vivo.
In questi casi non è l’evento a essere problematico, ma la riattivazione circolare di questi sistemi, che porta la mente a sovrastimare una minaccia inesistente.
Il lavoro terapeutico consiste nel ricalibrare questi tre livelli, riducendo l’allerta, interrompendo i controlli e ristabilendo coerenza tra ciò che si sa e ciò che si sente.
Resto a disposizione per approfondire insieme anche in videochiamata.
Mariella Bellotto
Buongiorno — grazie per aver raccontato con chiarezza quello che le sta succedendo. Quello che descrive è molto coerente con il quadro del disturbo ossessivo: un episodio sessuale che razionalmente non comporta rischio medico di gravidanza può comunque “accendere” un’ossessione perché il DOC si alimenta di incertezza, attenzione selettiva, rimuginio e comportamenti di controllo (controlli del corpo, calcoli, ricerca di rassicurazioni). Questo genera circoli viziosi: più si cerca di neutralizzare il pensiero (verifiche, calcoli, chiedere conferme), più l’ansia e l’ossessione si rafforzano.
Dal punto di vista medico, la possibilità di gravidanza nelle circostanze che descrive è estremamente bassa: il contatto tramite vestiti e la masturbazione senza contatto diretto con il canale vaginale rende improbabile che spermatozoi vivi abbiano raggiunto l’ovulo. Le fonti sanitarie specializzate indicano che la probabilità è molto bassa e che, se si volesse escludere definitivamente una gravidanza, il modo più semplice è fare un test di gravidanza nelle condizioni consigliate (di norma dal giorno del ritardo mestruale o circa 21 giorni dopo il rapporto non protetto; test sensibili possono funzionare prima ma con minore affidabilità).
Detto questo, sapere razionalmente che il rischio è basso non basta quasi mai ad interrompere un’ossessione: il DOC non rispetta la logica. Per questo il trattamento più efficace è di tipo comportamentale-cognitivo, in particolare la CBT con Exposure and Response Prevention (ERP): si impara, con un/una terapeuta esperto/a, ad esporsi gradualmente ai pensieri/alle situazioni che scatenano l’ansia senza mettere in atto le compulsioni o le verifiche che la mantengono — questo, nel tempo, riduce l’intensità delle ossessioni e la necessità di controllare. In alcuni casi si associa o si valuta anche un trattamento farmacologico (SSRI).
Quali strategie pratiche può provare subito (ma come complemento, non sostituto di terapia specialistica):
interrompere la ricerca di rassicurazioni e limitare i controlli (anche se è difficile: l’obiettivo è rallentare il circuito che mantiene il DOC).
usare tecniche di grounding/mindfulness per ridurre l’ansia nel momento in cui il pensiero riemerge (osservare il pensiero come “evento mentale” senza ingaggiare).
mettere in atto la regola del “ritardo” quando sente il bisogno di controllare: rimandare il controllo di un’ora, poi di più; questo aiuta a spezzare l’abitudine.
annotare (brevemente) quando e quanto dura il rimuginio: vedere i miglioramenti concreti aiuta a motivarsi.
evitare conversazioni ripetute sull’episodio con amici o in chat che alimentano il rimuginio; condividere una sola volta con una persona di fiducia può essere sufficiente.
Se la sua paura è molto intensa e persistente, può anche considerare di eseguire un test di gravidanza per chiarezza e per spezzare l’incertezza praticabile (seguendo le indicazioni sulle tempistiche che ho citato). Ricordi però che il risultato del test non risolve l’origine ossessiva del problema: anche con un esito negativo il DOC potrebbe continuare a generare dubbi — per questo la risposta efficace è terapeutica.
Se vuole lavorare su questo insieme a uno specialista, il percorso più indicato è una valutazione clinica con proposta di CBT/ERP (e, se appropriato, valutazione psichiatrica per eventuale terapia farmacologica). Posso aiutarla a pianificare i primi passi o a suggerire tecniche da usare immediatamente, ma la soluzione più efficace è un percorso strutturato con un/una terapeuta esperta.
È comprensibile sentirsi esauriti e spaventati: lei ha già fatto un passo importante scrivendo e cercando aiuto. Le consiglio di approfondire con uno specialista per definire un piano mirato e pratico.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dal punto di vista medico, la possibilità di gravidanza nelle circostanze che descrive è estremamente bassa: il contatto tramite vestiti e la masturbazione senza contatto diretto con il canale vaginale rende improbabile che spermatozoi vivi abbiano raggiunto l’ovulo. Le fonti sanitarie specializzate indicano che la probabilità è molto bassa e che, se si volesse escludere definitivamente una gravidanza, il modo più semplice è fare un test di gravidanza nelle condizioni consigliate (di norma dal giorno del ritardo mestruale o circa 21 giorni dopo il rapporto non protetto; test sensibili possono funzionare prima ma con minore affidabilità).
Detto questo, sapere razionalmente che il rischio è basso non basta quasi mai ad interrompere un’ossessione: il DOC non rispetta la logica. Per questo il trattamento più efficace è di tipo comportamentale-cognitivo, in particolare la CBT con Exposure and Response Prevention (ERP): si impara, con un/una terapeuta esperto/a, ad esporsi gradualmente ai pensieri/alle situazioni che scatenano l’ansia senza mettere in atto le compulsioni o le verifiche che la mantengono — questo, nel tempo, riduce l’intensità delle ossessioni e la necessità di controllare. In alcuni casi si associa o si valuta anche un trattamento farmacologico (SSRI).
Quali strategie pratiche può provare subito (ma come complemento, non sostituto di terapia specialistica):
interrompere la ricerca di rassicurazioni e limitare i controlli (anche se è difficile: l’obiettivo è rallentare il circuito che mantiene il DOC).
usare tecniche di grounding/mindfulness per ridurre l’ansia nel momento in cui il pensiero riemerge (osservare il pensiero come “evento mentale” senza ingaggiare).
mettere in atto la regola del “ritardo” quando sente il bisogno di controllare: rimandare il controllo di un’ora, poi di più; questo aiuta a spezzare l’abitudine.
annotare (brevemente) quando e quanto dura il rimuginio: vedere i miglioramenti concreti aiuta a motivarsi.
evitare conversazioni ripetute sull’episodio con amici o in chat che alimentano il rimuginio; condividere una sola volta con una persona di fiducia può essere sufficiente.
Se la sua paura è molto intensa e persistente, può anche considerare di eseguire un test di gravidanza per chiarezza e per spezzare l’incertezza praticabile (seguendo le indicazioni sulle tempistiche che ho citato). Ricordi però che il risultato del test non risolve l’origine ossessiva del problema: anche con un esito negativo il DOC potrebbe continuare a generare dubbi — per questo la risposta efficace è terapeutica.
Se vuole lavorare su questo insieme a uno specialista, il percorso più indicato è una valutazione clinica con proposta di CBT/ERP (e, se appropriato, valutazione psichiatrica per eventuale terapia farmacologica). Posso aiutarla a pianificare i primi passi o a suggerire tecniche da usare immediatamente, ma la soluzione più efficace è un percorso strutturato con un/una terapeuta esperta.
È comprensibile sentirsi esauriti e spaventati: lei ha già fatto un passo importante scrivendo e cercando aiuto. Le consiglio di approfondire con uno specialista per definire un piano mirato e pratico.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Buongiorno,
mi dispiace molto per la situazione.
La cosa più utile è parlarne con la sua/suo terapeuta, e se al momento non è seguita, parlarne in seduta contattando un/una professionista di fiducia.
Le faccio tanti auguri.
Dott. Giovanni Iacoviello
mi dispiace molto per la situazione.
La cosa più utile è parlarne con la sua/suo terapeuta, e se al momento non è seguita, parlarne in seduta contattando un/una professionista di fiducia.
Le faccio tanti auguri.
Dott. Giovanni Iacoviello
Gentile Amica,
le ossessioni sono un sintomo tra i più invalidanti, capisco bene come può sentirsi. Le suggerisco di intraprendere una terapia cognitivo-comportamentale, per chiarire i meccanismi che la incatenano a questo disturbo, e come uscirne.
Abbia fiducia! dal DOC si può guarire.
con i migliori auguri,
dr. Ventura
le ossessioni sono un sintomo tra i più invalidanti, capisco bene come può sentirsi. Le suggerisco di intraprendere una terapia cognitivo-comportamentale, per chiarire i meccanismi che la incatenano a questo disturbo, e come uscirne.
Abbia fiducia! dal DOC si può guarire.
con i migliori auguri,
dr. Ventura
Buonasera, per i disturbi ossessivi la terapia di elezione è quella cognitivo comportamentale in cui sono specializzato. Nelle terapie di terza generazione rientrano le pratiche di Mindfulness per prendere distanze dai pensieri e gestirli in modo non giudicante. Nelle sedute le inserisco e consegno audio per praticare ogni giorno in vista della seduta successiva. A disposizione, Dr. Gianpietro Rossi 335.84.95.891
Gentile Signora, esistono delle tecniche con cui questo tipo di disturbi, ansia generalizzata, attacchi di panico e altri affini, si possono ridurre e perfino azzerare in tempi rapidi e con la massima efficienza, senza infiniti e controproducenti viaggi nell'inconscio. Spero che mi scriverà in modo di parlarne insieme.
Buon giorno, potrebbe ritornare a fare psicoterapia per lavorare sul sentirsi sbagliata e sul senso di colpa, alla base delle ossessioni. L'episodio ha riattivato l'ansia legata a vissuti ancora presenti su cui poter lavorare, per ridurre i sintomi del DOC.
Un saluto, dottoressa Teresita Forlano
Un saluto, dottoressa Teresita Forlano
deve conmtattare unopscicoterpeuta
Buongiorno, capisco il dolore profondo e l'esaurimento che prova nel rivivere questa intensa paura, soprattutto perché sa razionalmente che non è fondata. Il punto chiave è che il suo non è un fallimento, ma è il suo disturbo che si è riacceso con violenza, usando la paura della gravidanza come "grimaldello" per generare ansia. Lei non è sbagliata, ma è affetta da un sintomo potente. Il rimuginio ed il controllo sono meccanismi che, pur cercando di darle sollievo, stanno alimentando un ciclo ossessivo. Riprendere un percorso terapeutico le potrebbe essere utile per uscire da questa trappola mentale, inoltre la invito a lavorare sulla tolleranza dell'incertezza piuttosto che sulla ricerca di certezza.
Gentile....( non so il suo nome), lei ha già seguito più di un percorso di psicoterapia, e quindi avrà già una certa conoscenza della sua storia personale,e di come vi si può inserire il disturbo ossessivo. Spero che le cose che le scrivo possano collegarsi bene a quello che lei già sa. Nella mia esperienza clinica constato che i pensieri ossessivi si concentrano in un'area della propria vita dove c''è un forte coflitto tra una norma, un obbligo,e un desiderio. Il desiderio realizza qualcosa che va contro la legge ( o anche solo lo immagina), e poi scatta il senso di colpa, l'autorimprovero, ( e quindi anche i pensieri catastrofici su quello che succederà). Il modo in cui lei cerca di interrompere queste fantasie, insistendo sugli elementi di realtà che le rendono, appunto, irrealistiche, va senz'altro bene, ma occorre andare oltre. Occorre riflettere sul come mai lei fa proprio quelle fantasie, come mai questo conflitto così profondo sul tema del restare incinta, cioè sulla maternità. Qual'è la legge che le dice che non deve restare incinta? Certo, c'è il pensiero realistico di che cosa vuol dire avere un figlio, della rivoluzione che comporterebbe nella sua vita; ma forse c'è qualcosa di più profondo. Sicuramente non posso saperlo io, ma forse lei ha provato a entrare in contatto con questo tema. Sul piano della realtà,le prossime mestruazioni le testimonieranno che non è incinta ; ma sicuramente occorre andare oltre,e comprendere il senso di questa paura ripetitiva, per poter vivere senza quest'ospite così sgradita.
Buongiorno,
grazie per aver descritto così chiaramente ciò che sta vivendo: nel DOC è molto comune che un episodio del tutto innocuo dal punto di vista medico diventi il “punto di aggancio” di un’ossessione. Non è l’episodio in sé a generare il panico, ma il modo in cui il disturbo interpreta quell’esperienza.
Lei stessa lo coglie bene: la paura non nasce da un rischio reale, ma da un meccanismo ossessivo che trasforma un ricordo in un allarme continuo. In questi casi, cercare rassicurazioni, ripetere mentalmente la scena o controllare il corpo non fa che rinforzare il circuito del DOC.
Quello che sta sperimentando è quindi perfettamente coerente con la sua storia clinica, e non è un segnale che “sta peggiorando” o che non ha più risorse: è una riattivazione di un circuito che possiamo trattare.
Nella pratica clinica il lavoro più efficace è quello che interviene sia sui sintomi attuali, sia sul modo in cui il cervello ha registrato quel ricordo come minaccioso.
In questo senso, l’EMDR può essere molto utile:
• aiuta a desensibilizzare la memoria dell’episodio che oggi scatena l’ossessione,
• riduce l’intensità dell’allarme interno,
• favorisce un maggiore distacco dal pensiero intrusivo,
• e permette di recuperare una percezione più equilibrata di sé e della situazione.
Il DOC non si “cura” con la razionalizzazione – che lei infatti possiede già – ma lavorando sul circuito emotivo e corporeo che mantiene vivo il dubbio patologico.
Non è sola, e quello che sta vivendo ha una spiegazione chiara e un percorso terapeutico possibile. Approfondire insieme questo episodio alla luce della sua storia, con un lavoro mirato sul ricordo e sulle strategie ossessive, può davvero aiutarla a spezzare il ciclo paura–controllo–rassicurazione.
Resto a disposizione se desidera un confronto più approfondito.
grazie per aver descritto così chiaramente ciò che sta vivendo: nel DOC è molto comune che un episodio del tutto innocuo dal punto di vista medico diventi il “punto di aggancio” di un’ossessione. Non è l’episodio in sé a generare il panico, ma il modo in cui il disturbo interpreta quell’esperienza.
Lei stessa lo coglie bene: la paura non nasce da un rischio reale, ma da un meccanismo ossessivo che trasforma un ricordo in un allarme continuo. In questi casi, cercare rassicurazioni, ripetere mentalmente la scena o controllare il corpo non fa che rinforzare il circuito del DOC.
Quello che sta sperimentando è quindi perfettamente coerente con la sua storia clinica, e non è un segnale che “sta peggiorando” o che non ha più risorse: è una riattivazione di un circuito che possiamo trattare.
Nella pratica clinica il lavoro più efficace è quello che interviene sia sui sintomi attuali, sia sul modo in cui il cervello ha registrato quel ricordo come minaccioso.
In questo senso, l’EMDR può essere molto utile:
• aiuta a desensibilizzare la memoria dell’episodio che oggi scatena l’ossessione,
• riduce l’intensità dell’allarme interno,
• favorisce un maggiore distacco dal pensiero intrusivo,
• e permette di recuperare una percezione più equilibrata di sé e della situazione.
Il DOC non si “cura” con la razionalizzazione – che lei infatti possiede già – ma lavorando sul circuito emotivo e corporeo che mantiene vivo il dubbio patologico.
Non è sola, e quello che sta vivendo ha una spiegazione chiara e un percorso terapeutico possibile. Approfondire insieme questo episodio alla luce della sua storia, con un lavoro mirato sul ricordo e sulle strategie ossessive, può davvero aiutarla a spezzare il ciclo paura–controllo–rassicurazione.
Resto a disposizione se desidera un confronto più approfondito.
Buongiorno, nei percorsi psicoterapeutici per il DOC trovo molto utile la pratica della Mindfulness, che insegna a non lottare contro i pensieri ossessivi (rendendoli più forti), ma a vederli in modo sempre più distaccato, in modo che non impattino sulla vita quotidiana. Se nel suo percorso terapeutico non ha provato questa strada, potrebbe prenderla in considerazione. Buona giornata!
Buongiorno,
dal disturbo ossessivo compulsivo è possibile guarire al pari di altri disturbi d' ansia attraverso l' ausilio integrato di farmacoterapia e psicoterapia. Il fatto che questa problematica sia ancora presente nella sua vita fa pensare che qualcosa sia andato storto nelle cure sin qui ricevute. Intraprenda quanto prima un percorso di psicoterapia, vedrà che insieme ad un leggero affiancamento farmacologico potrà uscire dalla morsa dei suoi sintomi.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
dal disturbo ossessivo compulsivo è possibile guarire al pari di altri disturbi d' ansia attraverso l' ausilio integrato di farmacoterapia e psicoterapia. Il fatto che questa problematica sia ancora presente nella sua vita fa pensare che qualcosa sia andato storto nelle cure sin qui ricevute. Intraprenda quanto prima un percorso di psicoterapia, vedrà che insieme ad un leggero affiancamento farmacologico potrà uscire dalla morsa dei suoi sintomi.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
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