Buongiorno dottori da circa 4 mesi soffro di una sensazione di confusione come se sono disconnesso d
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Buongiorno dottori da circa 4 mesi soffro di una sensazione di confusione come se sono disconnesso dal mondo, certe volte e leggero che non ci faccio nenache caso in certe volte e proprio intenso tipo come 2 giorni fa che entro in attacchi di panico, che mi sento di diventare pazzo, vampate di calore e paura di finire in ospedale da 1 momento a l'altro, solo che oltre questo senso di distacco ho altri sintomi come vuoti di memoria come se mi focalizzo nel ricordare cosa ho fatto durante la giornata oppure il giorno prima, in più le voci li sento come diverse non so se e una mia ossessione oppure li sento veramente diverse... volevo chiedere tutto questo da cosa può essere causato? certe volte non sempre ho anche pensieri di fare del male a me stesso oppure a chi ho vicino? La mia domanda sarà inizio di demenza precoce che ho 33 anni oppure psicosi anche se non ho deliri o allucinazioni... kmq sono in cura tramite il mio medico di famiglia con daparox goccie a sera...
Gentile utente,
la ringrazio per aver condiviso ciò che sta vivendo. I sintomi che descrive (la sensazione di disconnessione dal mondo, i vuoti di memoria, i pensieri disturbanti e le crisi di panico) possono essere estremamente spaventosi, soprattutto quando si manifestano in modo improvviso o con intensità variabile.
È importante dirle che molte delle esperienze che riferisce possono essere riconducibili a una condizione ansiosa acuta, eventualmente associata a stati dissociativi e pensieri intrusivi. Anche i sintomi che descrive a carico della memoria e della percezione (come la sensazione che le voci siano “diverse”) sono compatibili con uno stato di iperattivazione del sistema nervoso e non necessariamente con qualcosa di degenerativo o psicotico.
La sua domanda sulla demenza precoce o la psicosi è comprensibile, tuttavia da ciò che scrive non emergono elementi che facciano pensare a queste condizioni in modo diretto.
La sua età (33 anni), l’assenza di allucinazioni o deliri strutturati, la consapevolezza critica che mostra e il fatto che questi episodi siano fluttuanti e accompagnati da attacchi di panico, suggeriscono una sofferenza emotiva importante, non necessariamente un disturbo grave o irreversibile.
Il fatto che sia già in cura con Daparox (paroxetina) è un primo passo positivo, ma le consiglierei di affiancare quanto prima un supporto psicologico o psicoterapeutico: per comprendere meglio ciò che le sta accadendo e per imparare a gestire i momenti critici, i pensieri disturbanti e il senso di smarrimento.
Questi vissuti, per quanto intensi, sono affrontabili con il giusto accompagnamento. Non è solo e non deve affrontare tutto da sé.
Un caro saluto,
Gabriele
la ringrazio per aver condiviso ciò che sta vivendo. I sintomi che descrive (la sensazione di disconnessione dal mondo, i vuoti di memoria, i pensieri disturbanti e le crisi di panico) possono essere estremamente spaventosi, soprattutto quando si manifestano in modo improvviso o con intensità variabile.
È importante dirle che molte delle esperienze che riferisce possono essere riconducibili a una condizione ansiosa acuta, eventualmente associata a stati dissociativi e pensieri intrusivi. Anche i sintomi che descrive a carico della memoria e della percezione (come la sensazione che le voci siano “diverse”) sono compatibili con uno stato di iperattivazione del sistema nervoso e non necessariamente con qualcosa di degenerativo o psicotico.
La sua domanda sulla demenza precoce o la psicosi è comprensibile, tuttavia da ciò che scrive non emergono elementi che facciano pensare a queste condizioni in modo diretto.
La sua età (33 anni), l’assenza di allucinazioni o deliri strutturati, la consapevolezza critica che mostra e il fatto che questi episodi siano fluttuanti e accompagnati da attacchi di panico, suggeriscono una sofferenza emotiva importante, non necessariamente un disturbo grave o irreversibile.
Il fatto che sia già in cura con Daparox (paroxetina) è un primo passo positivo, ma le consiglierei di affiancare quanto prima un supporto psicologico o psicoterapeutico: per comprendere meglio ciò che le sta accadendo e per imparare a gestire i momenti critici, i pensieri disturbanti e il senso di smarrimento.
Questi vissuti, per quanto intensi, sono affrontabili con il giusto accompagnamento. Non è solo e non deve affrontare tutto da sé.
Un caro saluto,
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Buongiorno,
i sintomi che descrive — la sensazione di confusione, il senso di disconnessione dalla realtà, i vuoti di memoria, gli attacchi di panico, la paura di impazzire, le vampate di calore, i pensieri disturbanti e le percezioni alterate delle voci — possono essere molto destabilizzanti e spaventosi. Comprendo la sua preoccupazione.
Va detto che questi sintomi non indicano necessariamente una demenza precoce, che è una condizione molto rara a 33 anni, né sono automaticamente riconducibili a una psicosi in assenza di deliri strutturati o allucinazioni persistenti. Tuttavia, possono rientrare in un quadro di forte ansia, di depersonalizzazione/derealizzazione o anche in un disturbo dell'umore con componenti ossessive, soprattutto se associati a pensieri intrusivi o disturbanti come quelli che ha descritto. Anche gli attacchi di panico, se non adeguatamente trattati, possono amplificare queste sensazioni.
Il fatto che sia già in cura con un farmaco come il Daparox (Paroxetina), prescritto solitamente per depressione e disturbi d’ansia, è un primo passo importante. Tuttavia, i sintomi che riporta suggeriscono la necessità di un approfondimento più specifico con uno specialista della salute mentale, come uno psicoterapeuta o uno psichiatra. Questo permetterebbe di valutare meglio il quadro clinico, distinguere tra le possibili cause psicologiche o neurologiche, e impostare un percorso terapeutico mirato, eventualmente integrando il trattamento farmacologico con un supporto psicoterapeutico.
In conclusione, sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
i sintomi che descrive — la sensazione di confusione, il senso di disconnessione dalla realtà, i vuoti di memoria, gli attacchi di panico, la paura di impazzire, le vampate di calore, i pensieri disturbanti e le percezioni alterate delle voci — possono essere molto destabilizzanti e spaventosi. Comprendo la sua preoccupazione.
Va detto che questi sintomi non indicano necessariamente una demenza precoce, che è una condizione molto rara a 33 anni, né sono automaticamente riconducibili a una psicosi in assenza di deliri strutturati o allucinazioni persistenti. Tuttavia, possono rientrare in un quadro di forte ansia, di depersonalizzazione/derealizzazione o anche in un disturbo dell'umore con componenti ossessive, soprattutto se associati a pensieri intrusivi o disturbanti come quelli che ha descritto. Anche gli attacchi di panico, se non adeguatamente trattati, possono amplificare queste sensazioni.
Il fatto che sia già in cura con un farmaco come il Daparox (Paroxetina), prescritto solitamente per depressione e disturbi d’ansia, è un primo passo importante. Tuttavia, i sintomi che riporta suggeriscono la necessità di un approfondimento più specifico con uno specialista della salute mentale, come uno psicoterapeuta o uno psichiatra. Questo permetterebbe di valutare meglio il quadro clinico, distinguere tra le possibili cause psicologiche o neurologiche, e impostare un percorso terapeutico mirato, eventualmente integrando il trattamento farmacologico con un supporto psicoterapeutico.
In conclusione, sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Gentile utente le sensazioni che lei descrive possono essere quelle che fanno capo a sintomi quali la depersonalizzazione. Tale sintomo si sostanzia assieme ad altri sintomi di tipo ansioso, come ad esempio le ossessioni. Le dimenticanze più che un quadro di demenza, che escluderei certamente, considerata la sua giovane età, potrebbe derivare da una forte ansia. Il fare male a se stesso e agli altri potrebbe essere la manifestazione di una rabbia che lei fa fatica sia a riconoscere che a manifestare. Se non ha mai esplorato questi sintomi ed eventualmente i traumi che potrebbero celare, le suggerirei di intraprendere un percorso psicoterapeutico. I sintomi sono sempre dei messaggeri di un disagio più profondo che avrebbe la necessità di trovare un luogo dove potersi esprimere ed essere accolto. Resto a disposizione per ulteriori informazioni. Un caro saluto. Rosalba Aiazzi
Buongiorno, posso capire le sue perplessità di fronte a sintomi così forti e disorientanti. Da quello che descrive sembrano essere presenti aspetti legati all'ansia e al panico, alla dissociazione e pensieri intrusivi come quello di fare del male a sè o agli altri. Tutto questo capisco che possa spaventare e ha fatto bene a chiedere un supporto. Mi sento di escludere cause neurologiche come la demenza precoce che ipotizzava, piuttosto questi sintomi sono espressione di un forte stress e probabilmente di una fatica che si porta avanti da tempo. Non per questo vanno banalizzati, anzi! è fondamentale affrontare il problema con l'aiuto di un/una psicoterapeuta, in quanto questi sintomi possono compromettere significativamente la qualità di vita e il timore stesso di questi compaiano, può contribuire a mantenerli. Rimando a disposizione per altri dubbi. Dott.ssa Anna Tosi
grazie per aver condiviso in modo così aperto quello che stai vivendo. Quello che descrivi — la sensazione di essere disconnesso dalla realtà, i momenti di forte ansia, i pensieri intrusivi, i dubbi sulla tua percezione, e la paura di perdere il controllo — è molto angosciante e comprensibilmente ti spaventa.
Da quanto scrivi, è possibile che tu stia attraversando un momento di forte stress emotivo e psicologico, con sintomi che rientrano nel quadro dei disturbi dissociativi e d’ansia, accompagnati da attacchi di panico e pensieri ossessivi. Il senso di “disconnessione” che descrivi può essere un fenomeno noto come depersonalizzazione o derealizzazione, che capita non di rado in persone che vivono ansia intensa e continuativa. Non significa che stai "impazzendo", ma che la tua mente si sta difendendo da un carico di stress che forse dura da tempo. noltre, il fatto che in certi momenti percepisci le voci "diverse", non indica necessariamente una psicosi. A volte, nei periodi di forte ansia o stanchezza mentale, la percezione sensoriale può alterarsi leggermente. I pensieri aggressivi o autodistruttivi che riferisci sono un campanello d’allarme importante, non perché indicano che tu voglia realmente fare del male a qualcuno, ma perché segnalano che hai un livello di sofferenza che merita attenzione professionale diretta e continua. A volte questi pensieri sono ossessioni intrusive, che non rispecchiano il tuo reale desiderio, ma che ti spaventano proprio perché sono contrari a ciò che sei. Stai già assumendo un farmaco (Daparox – paroxetina), che può essere molto utile per i disturbi d’ansia e dell’umore, ma è importante essere seguiti da uno psichiatra per valutare correttamente il dosaggio e l’efficacia del trattamento. Sarebbe inoltre molto utile affiancare una psicoterapia, possibilmente con un professionista esperto in disturbi d’ansia o disturbi ossessivo-compulsivi, per aiutarti a comprendere meglio quello che ti succede e a sviluppare strategie per affrontarlo.
Da quanto scrivi, è possibile che tu stia attraversando un momento di forte stress emotivo e psicologico, con sintomi che rientrano nel quadro dei disturbi dissociativi e d’ansia, accompagnati da attacchi di panico e pensieri ossessivi. Il senso di “disconnessione” che descrivi può essere un fenomeno noto come depersonalizzazione o derealizzazione, che capita non di rado in persone che vivono ansia intensa e continuativa. Non significa che stai "impazzendo", ma che la tua mente si sta difendendo da un carico di stress che forse dura da tempo. noltre, il fatto che in certi momenti percepisci le voci "diverse", non indica necessariamente una psicosi. A volte, nei periodi di forte ansia o stanchezza mentale, la percezione sensoriale può alterarsi leggermente. I pensieri aggressivi o autodistruttivi che riferisci sono un campanello d’allarme importante, non perché indicano che tu voglia realmente fare del male a qualcuno, ma perché segnalano che hai un livello di sofferenza che merita attenzione professionale diretta e continua. A volte questi pensieri sono ossessioni intrusive, che non rispecchiano il tuo reale desiderio, ma che ti spaventano proprio perché sono contrari a ciò che sei. Stai già assumendo un farmaco (Daparox – paroxetina), che può essere molto utile per i disturbi d’ansia e dell’umore, ma è importante essere seguiti da uno psichiatra per valutare correttamente il dosaggio e l’efficacia del trattamento. Sarebbe inoltre molto utile affiancare una psicoterapia, possibilmente con un professionista esperto in disturbi d’ansia o disturbi ossessivo-compulsivi, per aiutarti a comprendere meglio quello che ti succede e a sviluppare strategie per affrontarlo.
Buon giorno.
Cosa è successo circa 4 mesi fa, in concomitanza con la sensazione di confusione e derealizzazione? Non è semplice ipotizzare una causa se non parla meglio di sé e della sua storia. Le goccie e il medico curante potranno essere utili per i sintomi per cui le sono state prescritte, ma per ciò di cui parla sarebbe più opportuna una cura psicoterapeutica. Potrebbe aiutarla a comprendere meglio cosa sente e a farla star meglio in questo periodo così delicato e difficile.
Resto a disposizione per un incontro online.
Cosa è successo circa 4 mesi fa, in concomitanza con la sensazione di confusione e derealizzazione? Non è semplice ipotizzare una causa se non parla meglio di sé e della sua storia. Le goccie e il medico curante potranno essere utili per i sintomi per cui le sono state prescritte, ma per ciò di cui parla sarebbe più opportuna una cura psicoterapeutica. Potrebbe aiutarla a comprendere meglio cosa sente e a farla star meglio in questo periodo così delicato e difficile.
Resto a disposizione per un incontro online.
Buonasera,
quello che descrive – la sensazione di essere disconnesso dal mondo, la confusione, i vuoti di memoria, gli attacchi di panico e i pensieri intrusivi – sono vissuti sicuramente molto intensi e faticosi, e merita attenzione il fatto che si protraggano da diversi mesi.
La cosa più importante è che lei sta già facendo un primo passo prendendo in carico il proprio malessere. Le consiglio di riferire tutti questi sintomi al suo medico curante, che potrà valutare insieme a lei se è opportuno rivolgersi a uno specialista, come uno psichiatra o uno psicologo, per un approfondimento mirato.
Capisco la sua preoccupazione rispetto a diagnosi come la demenza precoce o la psicosi, ma è importante sapere che sintomi come quelli che descrive possono anche essere legati a disturbi d’ansia o a periodi di forte stress. Solo una valutazione approfondita, fatta di persona, può chiarire di cosa si tratta.
Resto a disposizione, Saluti, dott.ssa Elena Dati
quello che descrive – la sensazione di essere disconnesso dal mondo, la confusione, i vuoti di memoria, gli attacchi di panico e i pensieri intrusivi – sono vissuti sicuramente molto intensi e faticosi, e merita attenzione il fatto che si protraggano da diversi mesi.
La cosa più importante è che lei sta già facendo un primo passo prendendo in carico il proprio malessere. Le consiglio di riferire tutti questi sintomi al suo medico curante, che potrà valutare insieme a lei se è opportuno rivolgersi a uno specialista, come uno psichiatra o uno psicologo, per un approfondimento mirato.
Capisco la sua preoccupazione rispetto a diagnosi come la demenza precoce o la psicosi, ma è importante sapere che sintomi come quelli che descrive possono anche essere legati a disturbi d’ansia o a periodi di forte stress. Solo una valutazione approfondita, fatta di persona, può chiarire di cosa si tratta.
Resto a disposizione, Saluti, dott.ssa Elena Dati
La ringrazio per aver condiviso con così tanta sincerità e coraggio quello che sta vivendo. Mi rendo conto, dalle sue parole, che si trova in un momento difficile, dove le sensazioni che prova e i pensieri che la attraversano stanno generando molta paura e confusione. Quello che descrive, questo senso di distacco dalla realtà, come se fosse “disconnesso” dal mondo, accompagnato da episodi di ansia intensa, attacchi di panico, paura di impazzire o di perdere il controllo, è una condizione che molte persone sperimentano e che spesso rientra nel quadro dei disturbi d’ansia. Il termine tecnico che potrebbe descrivere bene alcune delle sue sensazioni è “derealizzazione” o “depersonalizzazione”, fenomeni che si verificano in risposta a uno stato di forte ansia o stress prolungato. È come se la mente, sopraffatta dall’intensità dell’ansia, attivasse un meccanismo di difesa che la fa sentire distante da sé stesso o da ciò che lo circonda. Questo può aumentare la paura, perché la sensazione è davvero spiacevole e difficile da spiegare. I vuoti di memoria e la difficoltà a focalizzarsi sugli eventi della giornata sono spesso un effetto collaterale dell’ansia cronica: la mente è talmente occupata a monitorare costantemente lo stato interno, i sintomi, le paure, che fa più fatica a concentrarsi e a registrare in modo efficace ciò che accade intorno. Lo stesso vale per la percezione delle voci degli altri: l’ansia può alterare la nostra capacità di percepire le cose come familiari o normali, e questo contribuisce a quella sensazione di stranezza che tanto la spaventa. Riguardo ai pensieri di fare del male a sé stesso o agli altri, capisco quanto possano allarmarla, ma mi permetta di rassicurarla su un punto importante: molto spesso questi pensieri sono il frutto dell’ansia stessa e non indicano che lei voglia davvero compiere tali azioni. Sono pensieri intrusivi, che la mente genera proprio perché lei sta vivendo uno stato di forte allerta e paura di perdere il controllo. Il fatto che lei li riconosca come fastidiosi e li tema è un segnale importante: non sono il segno che sta “impazzendo”, ma il segno che l’ansia sta prendendo molto spazio nella sua vita. Capisco bene la sua paura riguardo a demenza precoce o psicosi. Tuttavia, da quanto lei descrive, non emergono elementi tipici di queste condizioni. Nella demenza, ad esempio, i deficit di memoria sono costanti, progressivi e non legati all’ansia o allo stato emotivo. Nella psicosi ci sono invece convinzioni false, deliri o vere e proprie allucinazioni che la persona vive come reali, mentre nel suo caso mi sembra che lei stia mettendo in discussione i suoi pensieri e stia cercando spiegazioni con grande lucidità. È un segnale che la sua capacità critica e di contatto con la realtà è preservata. Il consiglio che mi sento di darle è di parlarne anche con uno specialista della salute mentale, come uno psicoterapeuta o uno psichiatra, per approfondire meglio la situazione e ricevere un aiuto mirato. Il fatto che lei sia già in cura con il suo medico di famiglia e stia assumendo Daparox è un buon inizio, ma forse sarebbe utile valutare insieme a un professionista se sia necessario un aggiustamento della terapia o un supporto psicologico specifico. La terapia cognitivo-comportamentale, ad esempio, lavora proprio per interrompere questi circoli viziosi di ansia e pensieri intrusivi, aiutando la persona a riconoscere i meccanismi che alimentano il malessere e a sviluppare strategie concrete per gestirli. Lei sta facendo la cosa più giusta: sta cercando di capire e di affrontare ciò che prova. Questo è il primo passo verso un miglioramento reale. La invito a non rimanere solo con questi dubbi e paure, ma a condividerli con chi può aiutarla. Con il giusto supporto, è possibile ritrovare un senso di stabilità e tranquillità. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Gentile utente, grazie per aver condiviso apertamente quello che stai vivendo.
Capisco quanto possa essere spaventante e confuso trovarsi in una condizione del genere, soprattutto quando i sintomi sembrano coinvolgere sia il corpo che la mente.
Quello che descrivi — senso di distacco dalla realtà (derealizzazione), confusione mentale, vuoti di memoria, attacchi di panico, pensieri intrusivi e, talvolta, pensieri autolesivi o aggressivi — non sono segnali di demenza precoce (che alla tua età è rarissima e ha caratteristiche molto diverse), ma possono rientrare in un quadro ansioso importante.
I pensieri che hai descritto, soprattutto quelli autolesivi o aggressivi, meritano ascolto professionale e non giudicante. Parlane apertamente con uno specialista ed insieme a lui definite un percorso.
Hai già fatto un primo passo importante cercando aiuto. Ora è il momento di proseguire con un supporto più mirato, e con la giusta cura puoi tornare a sentirti te stesso.
Spero di esserti stato d'aiuto. Resto a disposizione. Un caro saluto.
Dott. Stefano Recchia
Capisco quanto possa essere spaventante e confuso trovarsi in una condizione del genere, soprattutto quando i sintomi sembrano coinvolgere sia il corpo che la mente.
Quello che descrivi — senso di distacco dalla realtà (derealizzazione), confusione mentale, vuoti di memoria, attacchi di panico, pensieri intrusivi e, talvolta, pensieri autolesivi o aggressivi — non sono segnali di demenza precoce (che alla tua età è rarissima e ha caratteristiche molto diverse), ma possono rientrare in un quadro ansioso importante.
I pensieri che hai descritto, soprattutto quelli autolesivi o aggressivi, meritano ascolto professionale e non giudicante. Parlane apertamente con uno specialista ed insieme a lui definite un percorso.
Hai già fatto un primo passo importante cercando aiuto. Ora è il momento di proseguire con un supporto più mirato, e con la giusta cura puoi tornare a sentirti te stesso.
Spero di esserti stato d'aiuto. Resto a disposizione. Un caro saluto.
Dott. Stefano Recchia
Buongiorno, le consiglio un consulto psichiatrico e un percorso psicologico. Cordiali saluti.
Gentilissimo,
sarebbe ottimale poter discutere meglio di queste sensazioni ed emozioni per contestualizzarle e comprenderne la natura, l'intensità, la causa della comparsa.
Parli innanzitutto con il suo medico di famiglia per poter avere accertamenti biologici e provi a consultare uno specialista psicologo-psicoterapeuta che la possa aiutare a comprendere queste sensazioni e queste situazioni.
Spero di averle dato un po' più di chiarezza, per qualsiasi cosa non esiti a contattarmi. Dott.ssa Tommasini
sarebbe ottimale poter discutere meglio di queste sensazioni ed emozioni per contestualizzarle e comprenderne la natura, l'intensità, la causa della comparsa.
Parli innanzitutto con il suo medico di famiglia per poter avere accertamenti biologici e provi a consultare uno specialista psicologo-psicoterapeuta che la possa aiutare a comprendere queste sensazioni e queste situazioni.
Spero di averle dato un po' più di chiarezza, per qualsiasi cosa non esiti a contattarmi. Dott.ssa Tommasini
Buongiorno,
capisco quanto possano essere spaventanti i sintomi che sta vivendo, soprattutto quando si accompagnano a confusione, distacco dalla realtà e attacchi di panico. Tuttavia, da come descrive la situazione, non sembrano esserci segnali di demenza precoce o psicosi: la sua consapevolezza e lucidità sono elementi molto rassicuranti.
Questi vissuti possono essere legati a stati d’ansia intensi, che spesso si manifestano anche con pensieri disturbanti o sensazioni di irrealtà.
Oltre alla cura farmacologica, un percorso psicoterapeutico può aiutarla a gestire meglio queste sensazioni e a ritrovare stabilità e sicurezza interiore.
Un caro saluto,
Dott.ssa Sonia Zangarini
Psicologa / Counselor
capisco quanto possano essere spaventanti i sintomi che sta vivendo, soprattutto quando si accompagnano a confusione, distacco dalla realtà e attacchi di panico. Tuttavia, da come descrive la situazione, non sembrano esserci segnali di demenza precoce o psicosi: la sua consapevolezza e lucidità sono elementi molto rassicuranti.
Questi vissuti possono essere legati a stati d’ansia intensi, che spesso si manifestano anche con pensieri disturbanti o sensazioni di irrealtà.
Oltre alla cura farmacologica, un percorso psicoterapeutico può aiutarla a gestire meglio queste sensazioni e a ritrovare stabilità e sicurezza interiore.
Un caro saluto,
Dott.ssa Sonia Zangarini
Psicologa / Counselor
Buongiorno! Capisco le sue preoccupazioni, data anche la sua giovane età. I sintomi che descrive sono comuni a più problematiche. Le consiglio dunque, escluse insieme al suo medico curante altre cause, di affidarsi con fiducia ad uno psicologo/psichiatra che saprà aiutarla. Resto a disposizione, dott.ssa Valentina Costanza
Caro utente, i sintomi che descrive – come la sensazione di confusione, il distacco dalla realtà, gli attacchi di panico, i vuoti di memoria e i pensieri intrusivi – possono essere molto destabilizzanti, ma non indicano necessariamente una demenza precoce o una psicosi. Potrebbero invece rientrare in un quadro di disturbo d’ansia, con possibili componenti dissociative e ossessive, che merita attenzione e un adeguato percorso di cura.
Sta già seguendo un trattamento con il medico di base, e questo è un buon inizio. Tuttavia, le suggerisco di rivolgersi anche a uno specialista in psichiatria e di considerare un supporto psicologico, che possa aiutarla a comprendere meglio ciò che sta vivendo e ad affrontarlo in modo efficace.
Resto a sua disposizione per qualsiasi chiarimento o necessità sentisse di avere.
Sta già seguendo un trattamento con il medico di base, e questo è un buon inizio. Tuttavia, le suggerisco di rivolgersi anche a uno specialista in psichiatria e di considerare un supporto psicologico, che possa aiutarla a comprendere meglio ciò che sta vivendo e ad affrontarlo in modo efficace.
Resto a sua disposizione per qualsiasi chiarimento o necessità sentisse di avere.
Ciao, grazie per aver condiviso con tanta sincerità quello che stai vivendo. È un passo importante e non sempre facile, capisco che quello che stai vivendo sia molto difficile. Da come lo descrivi, stai attraversando un periodo di forte confusione interiore, dove ti senti “disconnesso” dal mondo, a tratti spaventato, con momenti di panico, vuoti di memoria e pensieri che ti turbano molto. È come se non riuscissi più a riconoscerti del tutto, come se qualcosa dentro di te si fosse rotto o stesse cambiando.
Questa sensazione di distacco dalla realtà, come se tutto fosse ovattato, irreale, è qualcosa che in psicologia chiamiamo derealizzazione o depersonalizzazione. Spesso compare quando una persona vive un forte stress, ansia o una fatica emotiva da troppo tempo. Non vuol dire che stai impazzendo, ma che il tuo corpo e la tua mente si stanno difendendo: è come se si staccassero un attimo dalla realtà per proteggerti da qualcosa che senti troppo.
Anche gli attacchi di panico, con la paura di perdere il controllo, di diventare pazzo o di morire, sono un segnale che dentro di te c’è qualcosa che non riesce più a essere tenuto dentro in silenzio. È come se il tuo corpo urlasse: “Fermati, guarda cosa sto vivendo.”
I pensieri disturbanti, come quelli legati al farti del male o far male agli altri, sono molto spaventosi. Ma il fatto che ti facciano paura, che tu li riconosca come estranei a te, è un segno importante: non sei tu quei pensieri, sono espressioni di una sofferenza profonda, magari di una parte di te che si sente schiacciata, incompresa o sola.
Tutti questi sintomi messi insieme, la confusione, il senso di distacco, i pensieri intrusivi, i vuoti di memoria, non indicano necessariamente una psicosi o una demenza. Più probabilmente, si tratta di un disturbo d’ansia con componenti dissociative, o di una crisi emotiva importante. Crisi non significa fine, ma passaggio: qualcosa dentro di te sta chiedendo attenzione, forse da molto tempo.
Il fatto che tu stia già prendendo Daparox è un inizio. Ma la sola medicina può non bastare: quello che serve davvero è che qualcuno ti accompagni a capire cosa sta accadendo dentro di te. Un terapeuta può aiutarti a ricostruire il senso, a ritrovarti, a dare voce a tutto ciò che ora si esprime in modo confuso.
Non sei solo e non sei rotto. Sei in un momento fragile, ma da questa fragilità può nascere qualcosa di nuovo. Ti invito a non restare in silenzio: parla con un professionista, chiedi aiuto, e prenditi sul serio, perché quello che senti è vero, e merita attenzione.
Questa sensazione di distacco dalla realtà, come se tutto fosse ovattato, irreale, è qualcosa che in psicologia chiamiamo derealizzazione o depersonalizzazione. Spesso compare quando una persona vive un forte stress, ansia o una fatica emotiva da troppo tempo. Non vuol dire che stai impazzendo, ma che il tuo corpo e la tua mente si stanno difendendo: è come se si staccassero un attimo dalla realtà per proteggerti da qualcosa che senti troppo.
Anche gli attacchi di panico, con la paura di perdere il controllo, di diventare pazzo o di morire, sono un segnale che dentro di te c’è qualcosa che non riesce più a essere tenuto dentro in silenzio. È come se il tuo corpo urlasse: “Fermati, guarda cosa sto vivendo.”
I pensieri disturbanti, come quelli legati al farti del male o far male agli altri, sono molto spaventosi. Ma il fatto che ti facciano paura, che tu li riconosca come estranei a te, è un segno importante: non sei tu quei pensieri, sono espressioni di una sofferenza profonda, magari di una parte di te che si sente schiacciata, incompresa o sola.
Tutti questi sintomi messi insieme, la confusione, il senso di distacco, i pensieri intrusivi, i vuoti di memoria, non indicano necessariamente una psicosi o una demenza. Più probabilmente, si tratta di un disturbo d’ansia con componenti dissociative, o di una crisi emotiva importante. Crisi non significa fine, ma passaggio: qualcosa dentro di te sta chiedendo attenzione, forse da molto tempo.
Il fatto che tu stia già prendendo Daparox è un inizio. Ma la sola medicina può non bastare: quello che serve davvero è che qualcuno ti accompagni a capire cosa sta accadendo dentro di te. Un terapeuta può aiutarti a ricostruire il senso, a ritrovarti, a dare voce a tutto ciò che ora si esprime in modo confuso.
Non sei solo e non sei rotto. Sei in un momento fragile, ma da questa fragilità può nascere qualcosa di nuovo. Ti invito a non restare in silenzio: parla con un professionista, chiedi aiuto, e prenditi sul serio, perché quello che senti è vero, e merita attenzione.
Ciao, grazie per aver condiviso quello che stai vivendo.
Quello che descrivi – la sensazione di confusione, il sentirti “disconnesso” dalla realtà, gli attacchi di panico con paura di impazzire, i momenti di vuoto mentale o di difficoltà nel ricordare, e anche i pensieri disturbanti – può essere molto spaventoso, ma è qualcosa che si può affrontare e comprendere meglio.
Molti dei sintomi che racconti possono essere legati a un forte stato d’ansia o a uno stress prolungato, magari anche a una sofferenza emotiva che non si è ancora potuta esprimere del tutto. Il senso di distacco dalla realtà (che a volte si chiama derealizzazione o depersonalizzazione) è una reazione abbastanza comune del nostro sistema nervoso quando ci sente “sotto pressione”.
Capisco che certi pensieri ti spaventino, soprattutto quelli legati alla paura di fare del male a te stesso o agli altri. Ma il fatto che ti facciano paura e che tu ne parli apertamente è già un segnale molto importante: significa che sei consapevole, e questa consapevolezza è diversa da quello che accade in situazioni di psicosi vera e propria.
Riguardo alla paura di una demenza precoce, ti rassicuro: alla tua età è davvero molto improbabile, e i sintomi che hai descritto non sono quelli tipici. Questi “vuoti” o difficoltà di concentrazione spesso sono conseguenze dell’ansia e della fatica mentale.
Stai già seguendo una cura con il tuo medico, ed è un buon inizio. Quello che potresti fare adesso è considerare un supporto psicologico o una valutazione più approfondita, per aiutarti a dare un senso a tutto quello che stai vivendo e iniziare a sentirti meglio, in modo più stabile.
Un caro saluto,
Dott.ssa Monica Cecconi
Quello che descrivi – la sensazione di confusione, il sentirti “disconnesso” dalla realtà, gli attacchi di panico con paura di impazzire, i momenti di vuoto mentale o di difficoltà nel ricordare, e anche i pensieri disturbanti – può essere molto spaventoso, ma è qualcosa che si può affrontare e comprendere meglio.
Molti dei sintomi che racconti possono essere legati a un forte stato d’ansia o a uno stress prolungato, magari anche a una sofferenza emotiva che non si è ancora potuta esprimere del tutto. Il senso di distacco dalla realtà (che a volte si chiama derealizzazione o depersonalizzazione) è una reazione abbastanza comune del nostro sistema nervoso quando ci sente “sotto pressione”.
Capisco che certi pensieri ti spaventino, soprattutto quelli legati alla paura di fare del male a te stesso o agli altri. Ma il fatto che ti facciano paura e che tu ne parli apertamente è già un segnale molto importante: significa che sei consapevole, e questa consapevolezza è diversa da quello che accade in situazioni di psicosi vera e propria.
Riguardo alla paura di una demenza precoce, ti rassicuro: alla tua età è davvero molto improbabile, e i sintomi che hai descritto non sono quelli tipici. Questi “vuoti” o difficoltà di concentrazione spesso sono conseguenze dell’ansia e della fatica mentale.
Stai già seguendo una cura con il tuo medico, ed è un buon inizio. Quello che potresti fare adesso è considerare un supporto psicologico o una valutazione più approfondita, per aiutarti a dare un senso a tutto quello che stai vivendo e iniziare a sentirti meglio, in modo più stabile.
Un caro saluto,
Dott.ssa Monica Cecconi
Buongiorno caro utente, quello che descrivi è molto intenso e comprensibilmente spaventoso. La sensazione di distacco, i vuoti di memoria e i pensieri intrusivi possono essere legati a uno stato di forte ansia o a un'esperienza dissociativa, più che a qualcosa di “grave” come una demenza. È importante non restare solo con queste paure: il fatto che tu stia già seguendo una cura è un primo passo importante. Ti consiglio di intraprendere un percorso di psicoterapia per un ascolto più approfondito e un inquadramento chiaro del tuo vissuto. Per qualsiasi informazione o per prenotare un primo incontro non esitare a contattarmi. Sono disponibile anche online. Un caro saluto, d.ssa Cristina Sinno
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buonasera,
difficile avere una possibile diagnosi dalle poche righe che ha scritto, per questo, le consiglio di iniziare un percorso con un professionista della salute mentale in maniera da avere un quadro chiaro e capire quale possa essere la soluzione più adeguata.
Tengo a precisare che il mio consiglio è dovuto dalle diverse tematiche che lei ha menzionato o lasciato intendere: attacchi di panico. ossessioni, demenza, psicosi. Fondamentale capire il quadro di malessere da lei riportato anche per capire se il farmaco da lei assunto possa essere adeguato.
difficile avere una possibile diagnosi dalle poche righe che ha scritto, per questo, le consiglio di iniziare un percorso con un professionista della salute mentale in maniera da avere un quadro chiaro e capire quale possa essere la soluzione più adeguata.
Tengo a precisare che il mio consiglio è dovuto dalle diverse tematiche che lei ha menzionato o lasciato intendere: attacchi di panico. ossessioni, demenza, psicosi. Fondamentale capire il quadro di malessere da lei riportato anche per capire se il farmaco da lei assunto possa essere adeguato.
Buongiorno,
sintomi come senso di distacco, confusione, vuoti di memoria potrebbero essere segni di dissociazione. Ne parli con un/a psicoterapeuta per approfondire e capire insieme col tempo come poter stare meglio. Un saluto
sintomi come senso di distacco, confusione, vuoti di memoria potrebbero essere segni di dissociazione. Ne parli con un/a psicoterapeuta per approfondire e capire insieme col tempo come poter stare meglio. Un saluto
Buongiorno, la ringrazio per aver condiviso con sincerità quello che sta vivendo, deve essere faticoso. I sintomi che descrive sono comuni in alcune condizioni psicologiche che, pur essendo intense, non significano necessariamente demenza o psicosi. L'antidepressivo che sta assumendo sotto prescrizione del suo medico è utile per l'ansia e gli attacchi di panico che descrive, ma l'effetto si nota dopo alcune settimane. Potrebbe essere necessario affiancare una psicoterapia per indagare meglio la sensazione di confusione e la causa dei pensieri etero/autolesivi a cui ha accennato. Al momento è difficile identificare le possibili cause dei sintomi descritti, ma lo stress prolungato associato a problemi relazionali o lavorativi potrebbero esserne fattori influenti. Parlarne con un o una professionista della salute mentale, oltre che con il medico di base, potrebbe aiutarla.
salve, io le consiglio più che le gocce una visita sia psichiatra sia psicoterapeutica grazie
Buongiorno,
capisco quanto possa essere spaventante vivere questa sensazione di confusione, distacco dalla realtà, vuoti di memoria e pensieri angoscianti. Quello che sta descrivendo – in particolare la sensazione di essere “disconnesso dal mondo”, le vampate, la paura improvvisa di impazzire o di stare male fisicamente – rientra spesso in un quadro di ansia acuta o disturbo da attacchi di panico, soprattutto se si alternano momenti più leggeri ad altri molto intensi.
La derealizzazione (sentirsi come in una bolla, come se il mondo fosse distante o irreale) e la depersonalizzazione (come se non si fosse pienamente presenti nel proprio corpo o nella propria mente) sono sintomi che possono comparire in periodi di forte stress o ansia, e non sono necessariamente segnali di malattia grave o degenerativa.
Anche i pensieri disturbanti che cita – come il timore di far del male a sé o agli altri – possono essere legati a un’intensa ansia o a uno stato emotivo alterato. Se questi pensieri non sono accompagnati da una reale intenzione o desiderio di agire, e se lei li riconosce come spaventosi e indesiderati, è possibile che si tratti di pensieri intrusivi, molto comuni nei disturbi d’ansia o ossessivo-compulsivi. Non indicano necessariamente un rischio reale.
Riguardo ai dubbi su una psicosi o una demenza precoce, va detto che entrambe queste condizioni si presentano in modo molto diverso da quanto lei descrive. Nella psicosi, ad esempio, sono spesso presenti deliri (credenze false non condivise con la realtà) o allucinazioni vere e proprie, che lei esclude. La consapevolezza che sta mostrando dei suoi sintomi è un elemento molto importante: è un segno che non ha perso contatto con la realtà, come avverrebbe in un disturbo psicotico.
Allo stesso modo, la demenza precoce a 33 anni è estremamente rara, e comporta un declino cognitivo progressivo, stabile e non legato a fasi, come invece accade nel suo caso.
Il fatto che sia già in cura con Daparox (paroxetina) è positivo: è un farmaco spesso usato per trattare i disturbi d’ansia. Tuttavia, è molto importante che non sia l’unica forma di supporto. I sintomi che sta vivendo richiedono un’attenzione più specialistica, in particolare da parte di uno psicologo o psichiatra, che possa valutare con più precisione il quadro generale e affiancare, se necessario, un percorso psicoterapeutico.
In sintesi: quello che sta vivendo può avere una spiegazione ansiosa o stressogena, e il fatto che lei lo riconosca e chieda aiuto è già un passo fondamentale verso la comprensione e la cura. Non è solo, e merita di ricevere un sostegno adeguato, senza paura né vergogna.
Un caro saluto.
capisco quanto possa essere spaventante vivere questa sensazione di confusione, distacco dalla realtà, vuoti di memoria e pensieri angoscianti. Quello che sta descrivendo – in particolare la sensazione di essere “disconnesso dal mondo”, le vampate, la paura improvvisa di impazzire o di stare male fisicamente – rientra spesso in un quadro di ansia acuta o disturbo da attacchi di panico, soprattutto se si alternano momenti più leggeri ad altri molto intensi.
La derealizzazione (sentirsi come in una bolla, come se il mondo fosse distante o irreale) e la depersonalizzazione (come se non si fosse pienamente presenti nel proprio corpo o nella propria mente) sono sintomi che possono comparire in periodi di forte stress o ansia, e non sono necessariamente segnali di malattia grave o degenerativa.
Anche i pensieri disturbanti che cita – come il timore di far del male a sé o agli altri – possono essere legati a un’intensa ansia o a uno stato emotivo alterato. Se questi pensieri non sono accompagnati da una reale intenzione o desiderio di agire, e se lei li riconosce come spaventosi e indesiderati, è possibile che si tratti di pensieri intrusivi, molto comuni nei disturbi d’ansia o ossessivo-compulsivi. Non indicano necessariamente un rischio reale.
Riguardo ai dubbi su una psicosi o una demenza precoce, va detto che entrambe queste condizioni si presentano in modo molto diverso da quanto lei descrive. Nella psicosi, ad esempio, sono spesso presenti deliri (credenze false non condivise con la realtà) o allucinazioni vere e proprie, che lei esclude. La consapevolezza che sta mostrando dei suoi sintomi è un elemento molto importante: è un segno che non ha perso contatto con la realtà, come avverrebbe in un disturbo psicotico.
Allo stesso modo, la demenza precoce a 33 anni è estremamente rara, e comporta un declino cognitivo progressivo, stabile e non legato a fasi, come invece accade nel suo caso.
Il fatto che sia già in cura con Daparox (paroxetina) è positivo: è un farmaco spesso usato per trattare i disturbi d’ansia. Tuttavia, è molto importante che non sia l’unica forma di supporto. I sintomi che sta vivendo richiedono un’attenzione più specialistica, in particolare da parte di uno psicologo o psichiatra, che possa valutare con più precisione il quadro generale e affiancare, se necessario, un percorso psicoterapeutico.
In sintesi: quello che sta vivendo può avere una spiegazione ansiosa o stressogena, e il fatto che lei lo riconosca e chieda aiuto è già un passo fondamentale verso la comprensione e la cura. Non è solo, e merita di ricevere un sostegno adeguato, senza paura né vergogna.
Un caro saluto.
Ciao, sono la dott.ssa Maria Cristina Giuliani, psicologa clinica e sessuologa.
Quello che descrivi (distacco dalla realtà, confusione a ondate, attacchi di panico, paura di “impazzire”, voci che “suonano diverse”, difficoltà a ricordare) è molto compatibile con ansia elevata con episodi di derealizzazione/depersonalizzazione e panico. A 33 anni la demenza è estremamente improbabile; e in assenza di deliri/allucinazioni persistenti non criticate, non è detto che si tratti di psicosi. I “vuoti” e le percezioni alterate sono spesso effetto dell’iperattivazione ansiosa, non di un danno cognitivo.
Stai assumendo paroxetina: serve una revisione specialistica di diagnosi e terapia (dose, tempi, eventuali effetti) con psichiatria e l’avvio di colloqui psicologici mirati per panico/ansia. Utile anche uno screening medico di base per escludere fattori che peggiorano i sintomi.
Punto sicurezza: se i pensieri di farti del male o farlo ad altri diventano frequenti, urgenti o con impulso/idea di come farlo, chiama subito il 112 o recati al PS/CSM e non restare solo. Prendere in carico presto il quadro è la via più rapida per stare meglio.
Quello che descrivi (distacco dalla realtà, confusione a ondate, attacchi di panico, paura di “impazzire”, voci che “suonano diverse”, difficoltà a ricordare) è molto compatibile con ansia elevata con episodi di derealizzazione/depersonalizzazione e panico. A 33 anni la demenza è estremamente improbabile; e in assenza di deliri/allucinazioni persistenti non criticate, non è detto che si tratti di psicosi. I “vuoti” e le percezioni alterate sono spesso effetto dell’iperattivazione ansiosa, non di un danno cognitivo.
Stai assumendo paroxetina: serve una revisione specialistica di diagnosi e terapia (dose, tempi, eventuali effetti) con psichiatria e l’avvio di colloqui psicologici mirati per panico/ansia. Utile anche uno screening medico di base per escludere fattori che peggiorano i sintomi.
Punto sicurezza: se i pensieri di farti del male o farlo ad altri diventano frequenti, urgenti o con impulso/idea di come farlo, chiama subito il 112 o recati al PS/CSM e non restare solo. Prendere in carico presto il quadro è la via più rapida per stare meglio.
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