Buongiorno da circa 1 mesetto mi sento come disconesso dal mio corpo nel senso mi guardo attorno e q

20 risposte
Buongiorno da circa 1 mesetto mi sento come disconesso dal mio corpo nel senso mi guardo attorno e quello che vedo lo vedo diverso o come se non riesco a vederlo come lo vedevo prima una sensazione strana tipo guardo il cellulare e lo vedo come diverso, guardo un video che ho sempre visto e sembra come se non lo mai visto, oppure guardo un film e non mi riesco a concentrare, in più nelle cose che mi piacevano fare non trovo più piacere come prima cioè li faccio ma non provo quella gioia come dire non vedo l'ora di farla... in più a tutto questo si e unito una sensazione strana anche se mi era successo in passato tipo; se non tocco quella cosa per 3 volte mi succede qualcosa a me oppure hai miei genitori quindi lo tocco per 3 volte e sto tranquillo, oppure pensieri di fare del male a me oppure a chi ho vicino... tutto questo non e la prima volta che mi succede mi era successo ad ottobre 2024, marzo 2024, e altri periodi che non ricordo... adesso mi chiedo come mai questi periodi che mi sento cos' sarà cambio stagione oppure cosa? in più sono in cura con il daparox da 12 anni quindi non vorrei che quando sto bene non prendo tutti i giorni il farmaco quindi non vorrei che la causa sia quella? un'ultima cosa può essere un inizio di schizofrenia anche se lo avute altre volte questi sintomi? grazie
Dott.ssa Chiara Campagnano
Psicologo, Psicoterapeuta
Modena
Salve, ritengo possa essere utile una consulenza presso uno psicoterapeuta al fine di approfondire i suoi sintomi. Un saluto

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Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buongiorno,

Quello che descrive sembra coinvolgere sintomi di derealizzazione e depersonalizzazione, spesso associati ad ansia, stress prolungato o disturbi ossessivo-compulsivi. La sensazione di vedere il mondo in modo diverso, di non provare piacere nelle attività che un tempo appassionavano e la presenza di pensieri intrusivi legati a rituali compulsivi possono indicare una componente ansiosa o ossessiva che merita un approfondimento.

Il fatto che questi episodi si siano verificati più volte nel tempo potrebbe essere legato a vari fattori, tra cui cambi di stagione, stress emotivo o variazioni nell’assunzione del farmaco. È importante seguire la terapia farmacologica come indicato dal medico curante, poiché assunzioni irregolari potrebbero influenzare l’equilibrio neurochimico e amplificare sintomi di questo tipo.

Per quanto riguarda il timore della schizofrenia, va detto che i sintomi che riporta non necessariamente rientrano in questa diagnosi. Tuttavia, per una valutazione accurata e per comprendere meglio la natura dei suoi sintomi, sarebbe utile e consigliato rivolgersi ad uno specialista, che potrà aiutarla a individuare le cause del suo malessere e valutare l’eventuale necessità di modificare la terapia o integrare un percorso psicoterapeutico.

Cordiali saluti,
DOTTORESSA SILVIA PARISI
PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA SESSUOLOGA
Dr. Gianpietro Rossi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Concesio
Buona sera. Questa mancanza di consapevolezza del sé corporeo può essere recuperato con pratiche di Mindfulness psicosomatica e di radicamento a terra invece di andare in testa di non sessioni varie come quelle che ha elencato aggravata da compulsioni di controllo inutilmente rassicuranti. A disposizione con interventi d'elezione per le ossessioni come la terapia cognitivo comportamentale e tecniche di Mindfulness per riportarsi al senso del presente. Dr Gianpietro Rossi.
Dott. Fabrizio Capra
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Padova
Gentile utente, buongiorno, lei descrive una condizione di disagio con elementi sintomatici che vanno presi in considerazione. Non penso sia dovuto al Daparox ma piuttosto ad una situazione che in questo momento la mette in difficoltà. C'è qualcosa in questa fase della sua vita o nel corso degli ultimi mesi che le crea particolare stress e disagio? Magari sul lavoro oppure nelle relazioni con persone care? Il fatto che questi sintomi siano ricorrenti può voler dire che le situazioni stressanti si stanno ripresentando oppure che lei si sente più fragile e in difficoltà rispetto al passato. Le suggerisco di approfondire questi aspetti.
Mi trova online o in studio a Padova.
Le auguro serrenità
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Gentile utente, non è possibile fare un diagnosi senza un accurata valutazione. Tuttavia credo però che i sintomi che lei descrivi siano degni di attenzione e osservazione clinica. Una terapia farmacologica andrebbe seguita come da prescrizione, se non assume con regolarità il farmaco sarebbe importnate che lei comunichi tale questione sl suo medico curante. Non so dirle se la non assunzione regolare del farmaco le possa portatre effetti collaterali, ma credo che il suo medico curmante le potrà dare tutte risposte di cui ha bisogno. La ciclicità che lei riconosce potrebbe essere degna di approfodimeto clinico. In alcuni soggetto i cambi di stagione ma maggior quanità di luce o assenza di luce crea dei cambiamenti. Ma ogni valutazione clinica è possibile solo con un attenza anamnesi. Pertanto le suggerisco di rivolgersi ad un professionista psicologo o direttamente ad un medico psichiatra che farà la valutazione clinica migliore per lei. Cordialmente dott.ssa Alessia D'Angelo
Dott.ssa Liza Bottacin
Psicologo, Psicoterapeuta, Professional counselor
Padova
Gentilissimo,
si confronti con il curante, ma Sto arrivando! che la terapia farmacologica ha bisogno di continuità ed è fortemente sconsigliato interromperla a proprio piacimento; i sintomi che riportano potrebbero essere indicativi di un riacutizzazione del suo disturbo
Cordialità
Dott. Maria Celestino
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Mazara del Vallo
Capisco che tu stia vivendo un momento davvero difficile e confuso. Quello che descrivi sembra essere una combinazione di sintomi che potrebbero derivare da diverse cause, come la depersonalizzazione (sentirsi distaccato dal proprio corpo e dalla realtà), la perdita di piacere nelle cose che ti piacevano fare, e pensieri ossessivi. Questi ultimi, come il bisogno di toccare qualcosa per un numero specifico di volte, possono essere legati a un disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), che può essere molto debilitante.
Il fatto che tu sia in cura con il Daparox da tanto tempo è importante. I farmaci antidepressivi, come il Daparox, sono efficaci ma vanno presi con costanza, e interromperli o ridurli senza il parere del medico può avere effetti negativi, che potrebbero anche spiegare alcuni dei sintomi che stai vivendo. La schizofrenia, che temi, di solito porta a sintomi più gravi, come allucinazioni e deliri, che non sembrano far parte della tua esperienza.
Questi periodi di difficoltà possono essere legati anche a fattori come il cambio di stagione, che a volte incide sull'umore e sull'energia. Il consiglio che ti darei è di parlare con il tuo psichiatra, soprattutto per valutare se è necessario un aggiustamento della terapia o un supporto psicoterapico mirato. È fondamentale che tu non interrompa autonomamente il trattamento, perché solo un professionista può guidarti in questa fase.
Le cose potrebbero sembrare confuse, ma con il giusto supporto e monitoraggio, puoi lavorare per trovare un equilibrio e un miglioramento.
Dott.ssa Giada Santi
Psicologo, Psicoterapeuta
Pistoia
Buonasera, quello che descrive rientra probabilmente in una sintomatologia da depersonalizzazione, una sensazione che fa sentire fuori dal proprio corpo. E' un sintomo su base ansiosa che prevede una dissociazione (divisone della personalità in due parti, come una spaccatura su base emotiva). La invito a notare cosa succede prima, durante e dopo che si manifesta questo sintomo per capire da dove deriva. Senta poi il suo psichiatra o medico curante ( non so chi le ha prescritto il farmaco) perchè la terapia farmacologica andrebbe presa in una maniera costante senza troppe oscillazioni. Saluti
Dott.ssa Elena Gianotti
Psicologo, Psicoterapeuta
Milano
Buongiorno, grazie per la sua condivisione. Credo che i sintomi che ha elencato, quindi la dissociazione corporea e la ritualizzazione (mi riferisco al bisogno di toccare una certa cosa per tre volte), andrebbero sicuramente approfonditi e contestualizzati all'interno della sua storia di vita, ma sicuramente prima di far pensare alla schizofrenia possono richiamare altre diagnosi meno gravi. Credo che sia importante leggere questi sintomi e darvi un significato all'interno delle sue relazioni e della sua storia di vita, e che solo allora, dando a questi sintomi un contesto e un significato, si possa valutare l'utilità o meno di una diagnosi. Se volesse esplorare i suoi sintomi con l'accompagnamento e la guida di un professionista mi trova a disposizione, eventualmente anche online. Un caro saluto, Dott.ssa Elena Gianotti
Dott. Cosimo Russo
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Angri
Ciao, Da quello che riferisci vedo tre indicazioni chiare: un sintomo depressivo, un sintomo ossessivo, un disturbo dissociativo evidenziato dal percepire durante la tua vita quotidiana cose diverse da prima: il cellulare, un film, la realtà. Dici inoltre che spesso interrompi la cura con il Deparox a tuo piacimento. Ti ricordo che è prassi medica concordare con il medico che ti segue: psichiatra, neurologo, medico di base, lo scalaggio o le interruzioni di un farmaco, mai prendere decisioni da solo. Nella tua lettera non specifichi se vieni seguito da uno psicoterapeuta, nè fai riferimento al tuo stile di vita familiare, lavorativo ed affettivo. La cosa più utile che io possa consigliarti è quella di rivolgerti ad uno Psicoterapeuta per una corretta diagnosi,
perchè tu possa avere tutte le risposte necessarie del caso, nonchè prenderti cura del tuo benessere in maniera profonda e definitiva.

Psicoterapeuta Cosimo Russo Angri (SA)
Dott.ssa Silvia De Roni
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Verona
Buongiorno,
quello che descrive sembra indicare la presenza di sintomi dissociativi (come la sensazione di irrealtà o di distacco da sé e dall’ambiente, detta anche derealizzazione e depersonalizzazione), uniti a sintomi ossessivi-compulsivi (come l’urgenza di compiere gesti ripetitivi per placare l’ansia, o pensieri intrusivi e disturbanti), e a elementi depressivi (perdita di piacere nelle attività).

È importante sapere che questi sintomi, anche se molto disturbanti, non indicano necessariamente l’inizio di una schizofrenia, soprattutto se si ripresentano ciclicamente da tempo, come lei racconta, e se si mantiene consapevolezza critica rispetto a ciò che sta vivendo (ad esempio: “so che è una sensazione strana”, “mi rendo conto che non è reale, ma mi spaventa comunque”).

L’andamento ciclico che descrive potrebbe essere legato a vari fattori:

Cambiamenti stagionali, che in alcune persone predisposte possono influenzare il tono dell’umore o i livelli di ansia;

Discontinuità nell’assunzione del farmaco: il Daparox (paroxetina) è un SSRI e la sua efficacia dipende da un’assunzione regolare e continuativa. Interromperlo o prenderlo in modo irregolare può portare a ricadute, anche dopo molti anni di stabilità.

Dato che questi episodi si ripresentano, potrebbe essere utile valutare con il suo psichiatra un eventuale adeguamento del piano terapeutico e, se non già attivato, un percorso psicoterapeutico strutturato, per lavorare sui vissuti di fondo che alimentano ansia, ossessioni e distacco emotivo.

La invito, infine, a non affrontare da sola queste sensazioni, ma a parlarne con il suo specialista di riferimento. Riconoscere e chiedere aiuto è già un passo importante verso il benessere.

Un caro saluto.
Dott.ssa De Roni SIlvia
Dott.ssa Melania Filograna
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Lequile
Gentile paziente, capisco che avere dei pensieri intrusivi e ripetitivi non sia piacevole. Quello che lei descrive potrebbe fare riferimento alla presenza di pensieri definiti ossessioni che creano uno stato d'ansia al quale si risponde mettendo in atto dei comportamenti specifici volti a scongiurare l'avverarsi del pensiero ossessivo. Se ritiene che questi pensieri stiano diventando sempre più frequenti potrebbe esserle d'aiuto affiancare alla terapia farmacologica una psicoterapia. Personalmente utilizzo una terapia cognitivo-comportamentale (CBT). E' una terapia pratica per il paziente che permette l'acquisizione di tecniche per la gestione e soppressione dei sintomi spiacevoli.
Spero di averle dato uno spunto di riflessione, per dubbi mi può contattare anche online.
Le auguro una buna serata
Dott.ssa Melania Filograna
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buonasera, i sintomi che descrive possono appartenere a diagnosi diverse e non necessariamente ad una schizofrenia. Deve rivolgersi ad uno psichiatra sia per il farmaco che per una diagnosi. Può consultare anche uno psicoterapeuta per valutare un percorso di psicoterapia.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore,
i significati del suo malessere andrebbero ricercati in uno spazio di ascolto più ampio che solo una psicoterapia potrebbe fornirle. Affianchi alla terapia farmacologia un percorso psicologico, vedrà che con il tempo troverà le risposte che cerca.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott. Stefano Ventura
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Gentile Utente,
capisco bene che sta vivendo qualcosa di strano e quasi inquietante. non deve essere facile fare "la solita vita" e sentire che in qualche modo ci è estranea! Può creare ansia, e logorare.
Non so perché sia in cura con il daparox da così tanto tempo, ma le voglio consigliare di consultare uno psichiatra, che prenda in carico la gestione dei suoi farmaci. Inoltre, può esserle molto utile iniziare una psicoterapia, in cui possa elaborare questo senso di estraniamento e i pensieri intrusivi e penosi che le vengono alla mente.

con i migliori auguri,
dr. Ventura
Dott.ssa Giorgia Vacchini
Psicologo, Psicoterapeuta
Locate di Triulzi
Valuterei un percorso psicologico. Da come lo descrive sembrano dei sintomi ossessivi. Dietro a ogni sintomo c'è un significato che va ricercato con l'aiuto di un percorso psicoterapeutico.
Dott. Matteo De Nicolò
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buonasera, la ringrazio sinceramente per aver condiviso con tanta sincerità ciò che sta vivendo. Comprendere cosa ci accade, soprattutto quando ci si sente confusi, distaccati da sé stessi o sopraffatti da pensieri intrusivi, può essere molto difficile. È del tutto comprensibile che lei stia cercando delle risposte e un po’ di sollievo.
Le sensazioni di “disconnessione” che descrive – come percepire il mondo in modo alterato, non riconoscere ciò che prima le dava piacere, o faticare a concentrarsi – possono essere segnali legati a momenti di forte stress emotivo, a stati ansiosi o depressivi, oppure a una possibile derealizzazione o depersonalizzazione, condizioni che, sebbene molto spiacevoli, non sono rare e possono essere trattate.
Anche i pensieri ossessivi, come la necessità di ripetere certi gesti per evitare che accada qualcosa di brutto, o l’intrusione di pensieri che non corrispondono alla propria volontà, sono esperienze che molte persone attraversano nei periodi di maggiore vulnerabilità psicologica. So che può fare paura, ma ciò non significa che stia “impazzendo” o che stia sviluppando una patologia grave come la schizofrenia – soprattutto se questi episodi si sono già verificati in passato e si sono poi risolti.
Il fatto che lei sia in cura da tempo con il Daparox è un elemento importante da tenere in considerazione. L’interruzione o l’assunzione non regolare del farmaco potrebbe contribuire a questi sbalzi e a questi stati emotivi instabili. Sarebbe utile parlarne con il suo medico curante o con lo specialista che la segue, per valutare insieme eventuali aggiustamenti della terapia o ulteriori approfondimenti.
Un percorso psicologico, accanto alla terapia farmacologica, potrebbe offrirle uno spazio di ascolto e comprensione dove affrontare ciò che sta vivendo, recuperando un senso di continuità, equilibrio e benessere. A volte il nostro corpo e la nostra mente ci parlano attraverso segnali confusi, ma con il giusto supporto è possibile ritrovare stabilità e fiducia. Si tratterebbe di uno spazio tutto per lei, dove poter dare voce ai suoi vissuti, alle sue paure e alle sue domande, con rispetto e senza giudizio.
Se lo desidera, resto a completa disposizione, sia per incontri in presenza che online.
Un caro saluto,
Dott. Matteo De Nicolò
Dott.ssa Tiziana Vecchiarini
Psicologo, Psicoterapeuta
Pozzuoli
Grazie per aver condiviso quello che sta vivendo. Capisco quanto queste sensazioni possano essere difficili da gestire, ma, considerando che è già in cura farmacologica con Daparox da molti anni, il consiglio più corretto e sicuro è di parlarne direttamente con il suo psichiatra o con il medico che la segue.

Sono loro le persone più indicate per valutare eventuali modifiche nei sintomi o nella terapia, soprattutto perché conoscono la sua storia clinica in modo approfondito.

Un caro saluto
Dott. Tiziana Vecchiarini
Dott.ssa Federica Gigli
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente,
da quanto descrive, è possibile che una delle cause del malessere che sta vivendo sia legata all’assunzione discontinua del Daparox. Questo farmaco, ha bisogno di una certa regolarità per mantenere la sua efficacia: sospensioni o assunzioni irregolari possono portare alla ricomparsa di sintomi o a un peggioramento del quadro. Sarebbe importante confrontarsi con il suo psichiatra per valutare insieme se il dosaggio è ancora adeguato o se occorrono aggiustamenti.
Riguardo alle sensazioni che descrive — vedere le cose in modo “diverso”, sentire il mondo attutito o percepirsi come distaccato da sé stessi — si tratta di esperienze riconducibili alla derealizzazione e alla depersonalizzazione. Sono sintomi frequenti e, per quanto destabilizzanti, non indicano necessariamente una malattia grave come la schizofrenia, soprattutto se lei mantiene consapevolezza che si tratta di sensazioni “strane” e transitorie. Anche i pensieri intrusivi e la necessità di compiere gesti ripetitivi (come toccare oggetti più volte per sentirsi al sicuro) possono rientrare in un quadro ansioso con tratti ossessivo-compulsivi. Il fatto che questi episodi si siano già ripetuti in passato e che lei riesca a riconoscerli come eccessivi è un buon segno in termini di consapevolezza e possibilità di intervenire.
Le consiglio di non gestire tutto da solo e di aggiornare i professionisti che la seguono: un supporto psicoterapeutico, affiancato da un controllo più accurato della terapia farmacologica, può fare la differenza.

Un caro saluto,
Dott.ssa Federica Gigli
Dott. Dimitri Abate
Psicologo, Psicoterapeuta
Bologna
Gent.mo,

la ringrazio per aver condiviso con tanta chiarezza e coraggio la sua esperienza.

È del tutto comprensibile sentirsi spaventato di fronte a sensazioni di irrealtà, pensieri intrusivi e perdita di piacere. Questi vissuti sono umani e possono manifestarsi in periodi di stress, cambiamenti o variazioni nella terapia farmacologica.

Dal punto di vista psicologico, i sintomi che descrive — come la derealizzazione, il distacco emotivo e i pensieri ossessivi — sono comuni nei disturbi d’ansia e ossessivo-compulsivi, e non indicano necessariamente un disturbo psicotico come la schizofrenia. Le oscillazioni nei sintomi potrebbero essere collegate anche all’assunzione irregolare del farmaco.

Un piccolo spunto: monitorare l’aderenza alla terapia e osservare come variano i sintomi può offrire indicazioni utili da approfondire con uno specialista.

Le consiglio di rivolgersi quanto prima a uno psicoterapeuta e al suo medico curante per valutare insieme i prossimi passi.

Cordiali saluti,
dott. Abate

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