Buongiorno a tutti. Sono una ragazza autistica di 23 anni. La diagnosi di autismo è arrivata dopo u

26 risposte
Buongiorno a tutti.
Sono una ragazza autistica di 23 anni. La diagnosi di autismo è arrivata dopo un brutto crollo depressivo, nel quale ho sofferto di insonnia per circa 3 giorni, dormendo talvolta meno di un’ora a notte.
Dopo una lunga terapia psicologica e farmacologica con Efexor e gocce di En (in corso di riduzione) oggi sto molto meglio. Ho fatto un lungo percorso anche emotivo e profondo, tuttavia a volte mi capita di dormire poco o male. Il che, di per sé, non è nulla di particolarmente strano. Il problema è che ogni volta il pensiero va a quell’episodio di insonnia grave, e il terrore che si ripresenti mi paralizza e mi getta nell’ansia per giorni. Al che mi trovo a dover ricontattare il medico di base o la psichiatra per capire come superare il momento e se prendere di nuovo farmaci. Di conseguenza, convivere con questa sorta di fobia dell’insonnia è veramente difficile.
Come posso risolvere questo problema?
Grazie
Dott.ssa Manuela Zampieri
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Verona
Buongiorno, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana.
Visto l'effetto positivo che ha avuto la terapia psicologica, ha pensato di poter riprendere il percorso? O di intraprenderne uno nuovo?

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Dott. Giulio Ciccia
Psicologo, Psicoterapeuta
Bergamo
Buongiorno
probabilmente la psicoterapia la avrà aiutata a comprendere le ragioni della sua depressione, tuttavia può accadere che la nostra mente vaghi in dimensioni temporali che ci allontanano dalla serenità, condizione che possiamo sperimentare se impariamo a concentrarci sul presente.
Cosi, anche se le ragioni del nostro dolore sono state abbondantemente analizzate, accade che un piccolo richiamo a quelle ragioni possa disturbare il nostro sonno, rimettendoci in una situazione di allerta. Questo accade perchè nella nostra cultura il controllo eccessivo sugli eventi ci mantiene in uno stato di perenne attenzione, anche di fronte a cose passate o future, che, a pensarci bene, sono dimensioni temporali in cui nessun genere di controllo può essere utile.
Forse la pratica della meditazione consapevole può esserle d'aiuto, con la mindfullness ad esempio, impariamo a lasciare andare i pensieri fastidiosi del passato, imparando a vederli come oggetti che possiamo accantonare, anche solo momentaneamente. Allo stesso tempo accettiamo quello che ci accade, sospendendo il giudizio sui pensieri e gli eventi. Si tratta di uno stile di pensiero più che di una terapia, una pratica che giorno per giorno ci disabitua alla rigidità del controllo, permettendoci di distenderci.
Forse tutto ciò non sarà risolutivo per i suoi problemi, ma credo potrà ridurne l'entità.
Cordialmente
Dott. Giuseppe Christian Fiore
Psicologo, Chinesiologo
Pozzuoli
Buon pomeriggio, dal tuo racconto e per quanto mi compete si possono dedurre alcune cose. E' possibile che tu abbia convissuto con l'autismo da sempre ma non ne sia mai venuta a conoscenza; in assenza di una tale diagnosi, e del relativo intervento, molte difficoltà che hai incontrato (soprattutto lungo l'adolescenza) hanno sicuramente avuto una ricaduta amplificata. Probabilmente questo ha causato il crollo emotivo di cui parli. In questi casi vanno pensati trattamenti sinergici con diversi specialisti, ma la cosa essenziale è porre attenzione alla dimensione relazionale.
I sintomi di cui parli alla fine, compresa la paura di una ricaduta, hanno sicuramente delle radici in tutto ciò e non è possibile trattarli efficacemente in modo separato.

Un caro saluto e buona fortuna.
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buonasera, quello che sta vivendo è una reazione molto comprensibile, soprattutto considerando il significato emotivo che l’insonnia ha assunto nella sua storia personale. Il nostro cervello tende a creare delle associazioni tra eventi passati e il nostro stato attuale, e quando un’esperienza è stata particolarmente difficile (come lo è stata per lei quel periodo di insonnia grave) può diventare una sorta di “campanello d’allarme” che si attiva ogni volta che si presentano anche solo segnali simili. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, ciò che sta sperimentando potrebbe essere il risultato di un circolo vizioso tra pensieri, emozioni e comportamenti. Il fatto che dorma poco in alcune notti, per quanto sia un evento comune e fisiologico, scatena in lei un ricordo molto negativo e, di conseguenza, un’intensa ansia. Questo stato di allerta, a sua volta, può interferire ulteriormente con il sonno, perché più si ha paura di non dormire, più diventa difficile rilassarsi e addormentarsi. Il problema principale, quindi, non è tanto il dormire poco in sé, ma il significato che la mente attribuisce a quell’esperienza e la paura delle sue conseguenze. Una delle strategie più utili in questi casi è lavorare sulla ristrutturazione cognitiva, ovvero imparare a riconoscere i pensieri catastrofici legati al sonno e sostituirli con pensieri più realistici e funzionali. Per esempio, quando si accorge di iniziare a pensare: “Ecco, sto dormendo poco, potrebbe tornare l’insonnia grave, andrà tutto male”, può provare a fermarsi e chiedersi: “Questa è una certezza o solo una possibilità? Ci sono altre spiegazioni per questa difficoltà a dormire? Anche in passato ho avuto notti di sonno leggero senza che si ripresentasse il crollo?” L’obiettivo è ridurre il potere che questi pensieri hanno su di lei, rendendoli meno assoluti e spaventosi. Allo stesso tempo, può essere utile esporsi gradualmente alla paura dell’insonnia senza evitarla. Ogni volta che ci si protegge troppo (ad esempio cercando rassicurazioni continue o modificando eccessivamente le proprie abitudini per scongiurare il rischio di non dormire), si rinforza il messaggio che l’insonnia è un pericolo da cui scappare. Un approccio efficace può essere quello di accettare che alcune notti siano migliori di altre e permettersi di vivere anche qualche difficoltà nel sonno senza vederla come una condanna. Infine, può essere utile lavorare su strategie di gestione dell’ansia legata al sonno, come la mindfulness o tecniche di rilassamento, per ridurre il livello di attivazione fisiologica. Il suo percorso di miglioramento è già stato molto significativo, e questo problema, per quanto fastidioso, può essere affrontato e superato gradualmente. Il fatto che sia consapevole del meccanismo che la blocca è già un grande passo avanti, e con il giusto lavoro su questi pensieri e abitudini, può riprendere maggiore serenità nel suo rapporto con il sonno. Cari saluti, Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
La tua esperienza è comprensibilmente molto difficile e il timore di rivivere un episodio di insonnia così intenso può generare ansia, alimentando un circolo vizioso che rende ancora più difficile il sonno. Questo tipo di paura è comune in chi ha vissuto esperienze traumatiche legate al sonno e può essere affrontata con strategie mirate.

Un primo passo utile è lavorare sulla gestione dell'ansia anticipatoria: tecniche di rilassamento, consapevolezza e ristrutturazione cognitiva possono aiutarti a ridurre il peso del timore che l'insonnia si ripresenti. Inoltre, il consolidamento di una routine del sonno stabile e il mantenimento di buone abitudini di igiene del sonno possono consigliare maggiore sicurezza e controllo sulla situazione.

Dal momento che hai già intrapreso un percorso terapeutico e farmacologico, potrebbe essere utile integrare strategie specifiche, come la terapia cognitivo-comportamentale per l'insonnia (CBT-I) o l'uso di tecniche come l'EMDR per trattare la paura legata all'episodio passato.

Ti consiglio di approfondire questa tematica con uno specialista, che potrà guidarti nella gestione di questa fobia e proporre strumenti su misura per affrontarla in modo efficace.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott.ssa Eleonora Errante
Psicoterapeuta, Psicologo, Terapeuta
San matteo della Decima
Buonasera,
grazie per la sua condivisione. Potrebbe affiancare a quello che sta già facendo un percorso psicologico in modo da avere un sostegno emotivo in questo momento delicato della sua vita e affrontare questa sua fobia attuale del sonno.
In bocca al lupo!
Dott. Giacomo Cresta
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Grazie per aver condiviso la sua esperienza. È comprensibile che il ricordo dell’insonnia passata le crei ansia, rendendo difficile gestire anche episodi lievi. Potrebbe essere utile lavorare su tecniche di rilassamento e ristrutturazione cognitiva per ridurre la paura che si ripresenti. Ha mai provato strategie come la mindfulness o esercizi di respirazione prima di dormire? Identificare eventuali fattori scatenanti potrebbe aiutarla a sentirsi più in controllo. Inoltre, se il bisogno di rassicurazione è frequente, potrebbe esplorare con la sua terapeuta modi per affrontarlo senza che diventi un circolo vizioso. Ha già discusso queste difficoltà in terapia?
Dr. Domenico Pianelli
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
risolvere questo problema in un commento è un pò complesso, forse è il caso di affrontare un percorso con un professionista, però ti lascio uno spunto se può esserti d'aiuto nel tuo percorso.
Hai paura dell'insonnia o hai paura di rivivere e affrontare quel periodo doloroso che è stato il crollo depressivo con tutto quello che ne è seguito?
Dott. Stefano Recchia
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Roma
Gentile utente buongiorno e grazie per aver condiviso la sua situazione. Il pensiero ricorrente di quell'episodio di insonnia grave "la terrorizza, la paralizza e la getta nell'ansia". E' evidente quanto sia pesante e forte questa paura in lei. Mi sembra anche che abbia seguito, correttamente, un percorso psicologico e psichiatrico. Mi sento di suggerirle di riprendere un percorso di psicoterapia che la porti a desensibilizzare la sua fobia e la riporti ad una situazione di normalità. Può superare questo momento e tornare a vivere senza "la fobia dell'insonnia". Spero di esserle stato di aiuto. La ringrazio. Un caro saluto.
Dott. Stefano Recchia
Dott.ssa Marina Bonadeni
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Salve, i suoi sintomi legali all'ansia sono tipici delle persone nello Spettro Autistico. Una psicoterapia potrebbe aiutare a ridimensionare le quote d'ansia libere. Per l'insonnia, ha provato con i rumori cosiddetti "bianchi"? Di solito favoriscono il sonno. Rimango a disposizione. Un cordiale saluto.
Dott.ssa Marina Bonadeni
Dott.ssa Lavinia Stefanini
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno, immagino che per lei sia una situazione particolarmente faticosa e che ha un impatto sulla sua vita di ogni giorno. Credo che la soluzione potrebbe essere intraprendere un percorso di sostegno psicologico o psicoterapia, centrato proprio su questa difficoltà e che la possa aiutare a superare questa fobia che ora come ora la affatica nel quotidiano.
Dott.ssa Caterina Testa
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Salve, se il suo psichiatra non è anche psicoterapeuta le consiglio allora di affrontare la questione con un professionista specifico. In generale le fobie specifiche rispondono bene al trattamento e potrebbe trovare sollievio da questa sua condizione
Dott.ssa Alessandra Arena
Psicologo clinico, Psicologo
Grottaferrata
Buongiorno,
Innanzitutto complimenti per il percorso che ha fatto e sta facendo su sé stessa e il suo benessere.
Comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa paura legata all’insonnia. È importante ricordare che episodi occasionali di sonno disturbato sono normali e non necessariamente preludono a una ricaduta. Tuttavia, l’ansia anticipatoria che sperimenta può effettivamente contribuire a mantenere il problema.
Le consiglio di intraprendere un percorso psicologico che possa aiutarla a gestire l’ansia legata al sonno e a ridurre il timore di una ricaduta. Lavorare su strategie di gestione dell’ansia, come tecniche di rilassamento, respirazione consapevole e buone pratiche per l’igiene del sonno, potrebbe essere di grande supporto.
Continui a mantenere un dialogo aperto con la sua psichiatra per monitorare la situazione e valutare eventuali aggiustamenti nella terapia. Sta già facendo un grande lavoro su di sé: con il supporto adeguato, può gestire efficacemente questa difficoltà.
Coraggio! Dottssa Alessandra Arena
Dott. Matteo Mossini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Parma
Buongiorno, sembrerebbe una "fissazione" di tipo traumatico. Potresti provare con un trattamento EMDR
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, capisco quanto possa essere difficile convivere con il timore di rivivere un’esperienza così intensa e debilitante. È naturale che, avendo attraversato un periodo di insonnia grave, il solo pensiero di poterla sperimentare di nuovo generi ansia e preoccupazione. Il nostro cervello tende a collegare eventi passati a paure presenti, creando un circolo vizioso in cui l’ansia stessa può interferire con il sonno, alimentando proprio ciò che si teme.

Lei ha già fatto un percorso importante, sia psicologico che farmacologico, e questo dimostra una grande capacità di affrontare le difficoltà. Ora la sfida sembra essere quella di spezzare l’associazione automatica tra difficoltà a dormire e il rischio di una ricaduta grave. Un primo passo potrebbe essere lavorare sull’accettazione di qualche notte disturbata, senza vederla come un segnale allarmante ma come una variazione fisiologica che capita a tutti. Riconoscere che qualche episodio di insonnia non significa necessariamente un ritorno al passato potrebbe aiutarla a ridurre l’ansia anticipatoria.

Potrebbe anche essere utile introdurre tecniche di rilassamento prima di dormire, come la respirazione profonda, il rilassamento muscolare progressivo o la mindfulness, che possono aiutarla a ridurre l’attivazione emotiva. Inoltre, il supporto della sua terapeuta o psichiatra potrebbe essere prezioso per lavorare su strategie cognitive che le permettano di gestire il pensiero intrusivo dell’insonnia in modo più funzionale.

Il fatto che lei stia cercando soluzioni e non si stia chiudendo nella paura è già un segnale di grande consapevolezza e forza interiore. Con il tempo e il giusto supporto, può arrivare a vivere il sonno in modo più sereno, senza sentirsi intrappolata nel timore di rivivere esperienze passate.

Dott. Luca Vocino
Dott.ssa Francesca Romana Casinghini
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
E' probabile che non abbia esplorato fino in fondo la conoscenza di sè. Sarebbe interessante attraverso i sogni quali siano i messaggi che il suo profondo vuole mandare. se vuole mi contatti e vediamo di risolvere questo problema
Dott.ssa Anna Asia Forino
Psicologo, Psicologo clinico
Trapani
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso su questa piattaforma la sua paura. Dalle sue parole mi sembra che lei abbia creato una rete di professionisti che la seguono da un punto di vista medico e che questo abbia funzionato fino ad ora. Non mi è chiaro se abbia intrapreso un percorso psicologico, che a questo punto potrebbe esserle molto utile per affrontare questa fobia. I sintomi (episodi depressivi o insonnia) spesso possono ripresentarsi, dobbiamo comprendere però che ogni volta abbiamo sempre qualche strumento nuovo per poterli affrontare e superare in maniera differente e più funzionale rispetto alla volta precedente.
Dott.ssa Anna Asia Forino
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott. Luca Rochdi
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente, è importante che intraprenda un percorso di supporto psicologico per vedere meglio le problematiche raccontate.
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Dott.ssa Nicole Crivaro
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
gentilissima, la cosa migliore che può fare è iniziare un percorso di psicoterapia in presenza nella città in cui vive, affiancato da uno psichiatra che gestisca la parte farmacologica da monitorare. un caro saluto!
Ciao, grazie per aver condiviso la tua esperienza. Prima di tutto, voglio dirti che il fatto che tu stia affrontando la tua situazione con tanta consapevolezza è un segno di grande forza. L'autismo, insieme agli episodi di depressione e insonnia che hai vissuto, può davvero mettere alla prova il nostro benessere emotivo, e affrontare il ritorno di una condizione che ci ha causato tanto disagio può portare paura e ansia.
Quello che descrivi, ovvero la paura che l'insonnia grave possa ripresentarsi, è qualcosa di comprensibile. Quando viviamo un’esperienza così traumatica, il nostro cervello tende a "tenere traccia" della paura di quella situazione, e può innescare una sorta di ciclo di anticipazione ansiosa. Quindi, anche solo dormire poco o avere una notte di sonno disturbato può riattivare quella paura, creando un circolo vizioso di preoccupazione e ansia che peggiora la qualità del sonno.
Una delle cose che potresti provare è lavorare sul tuo rapporto con il sonno e con i pensieri legati all’insonnia. Ecco alcune riflessioni che potrebbero aiutarti a gestire meglio questo timore:
-Riconoscere la paura senza giudicarla: La paura di rivivere l’insonnia grave è normale, ma è importante non giudicare te stessa per questo. Può essere utile riconoscere la paura come una reazione naturale del corpo, piuttosto che qualcosa da evitare o combattere. Accettare che questa paura possa esserci senza reagire eccessivamente, cercando di osservarla con un atteggiamento di curiosità piuttosto che di giudizio, può ridurre parte del suo potere su di te.
-Tecniche di rilassamento: Potresti provare a integrare nella tua routine quotidiana delle tecniche di rilassamento, come la respirazione profonda, la meditazione o il training autogeno, per ridurre i livelli di ansia. Questi esercizi possono aiutarti a ridurre la tensione e ad affrontare meglio quei momenti in cui senti che la paura dell’insonnia sta salendo. La rilassamento muscolare progressivo o pratiche come lo yoga possono essere molto utili per calmare la mente.
-Ristrutturazione cognitiva: Potresti esplorare con il tuo terapeuta come ristrutturare i pensieri legati all’insonnia. A volte, le preoccupazioni sono alimentate da pensieri catastrofici, come l’idea che l'insonnia possa ripetersi e peggiorare. Riconoscere questi pensieri e sostituirli con affermazioni più equilibrate potrebbe aiutarti a diminuire la paura di un nuovo episodio.
-Monitoraggio del sonno: Potresti tenere un diario del sonno, in cui annoti non solo le ore in cui dormi, ma anche come ti senti emotivamente rispetto al sonno, i tuoi pensieri e le tue preoccupazioni. Questo ti aiuterà a prendere consapevolezza di quando i tuoi pensieri si attivano e ti permette di osservare la tua routine e gli eventuali fattori scatenanti del sonno poco riposante.
-Parlare con il medico o psichiatra: Come hai fatto in passato, mantenere una comunicazione aperta con il tuo medico o psichiatra è molto importante. Condividere la tua preoccupazione per l’insonnia e per l’ansia che ne deriva può essere utile per trovare strategie mirate, che potrebbero includere tecniche psicologiche , per l’insonnia, oltre alla gestione farmaceutica.
Essere gentile con te stessa: È importante ricordare che guarire da un episodio di insonnia grave e dalle sue conseguenze emotive non è un processo lineare. Ogni giorno è un passo, e va bene che alcuni giorni possano essere più difficili di altri. Concediti compassione e pazienza durante il percorso.
Infine, tenere sempre a mente che l'insonnia non è una condizione permanente può aiutarti a non farti travolgere dalla paura. Sebbene tu abbia sperimentato una situazione di insonnia grave, non significa che si ripeterà. A volte la nostra mente ha bisogno di un po' di tempo per rassicurarsi e per comprendere che il corpo può riprendersi anche da queste esperienze.
Spero che queste riflessioni possano esserti utili. Se desideri esplorare ulteriormente come affrontare l'ansia legata al sonno, potrebbe essere utile continuare il percorso con il tuo terapeuta, che potrà guidarti attraverso altre tecniche specifiche. Grazie.
Dott.ssa Laura Messina
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno, grazie per aver condiviso la sua esperienza con tanta sincerità. È comprensibile che, dopo aver vissuto un episodio di insonnia grave in un momento delicato della sua vita, il pensiero di rivivere quella situazione possa generare ansia e preoccupazione. Questo tipo di ansia anticipatoria può alimentare un circolo vizioso in cui la paura stessa ostacola il sonno, aumentando il disagio emotivo.
È importante ricordare che avere qualche episodio di sonno disturbato è del tutto normale e non rappresenta necessariamente il ritorno di quel periodo difficile. Il lavoro che ha già svolto è prezioso, e potrebbe essere utile integrarlo con alcune tecniche mirate alla gestione dell'ansia legata al sonno, che possono aiutarla a ridurre l'attivazione fisiologica prima di dormire, oppure terapie specifiche per lavorare sulla paura del non dormire.
Rivolgersi a uno specialista del sonno o a uno psicoterapeuta esperto in disturbi d'ansia potrebbe aiutarla a comprendere meglio le radici di questa paura ea sviluppare strategie pratiche per affrontarla in modo più sereno.
Continui a prendersi cura di sé, senza esitare a cercare il supporto di un professionista per questa nuova sfida. Ha già dimostrato di avere una grande capacità di affrontare e superare le difficoltà. Un caro saluto.
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Gentile utente, ha mai valutato di riprendere il percorso psicologico per elaborare i vissuti correlati al suo passato. Lei ha risolto la sintomatologia che l'ha portata al primo intervento psichiatrico e psicoterapico. Oggi però mi sembra di capire che quell'episodio di malessere rimanga molto spaventoso per lei. Forse quei vissuti andrebbero meglio indagati. Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Buongiorno,

parli apertamente di questi aspetti con gli specialisti da cui è stata seguita, potrebbero darle importanti feedback in merito alla gestione della problematica.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott. Mauro Simonetti
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Torino
Gentile Utente, la deprivazione di sonno é un'esperienza molto pesante perció trovo umanamente comprensibile il timore di riviverlo. Visto che ha giá funzionato in passato il consiglio é di valutare il ricominciare un percorso psicologico, ansia e terrore sono assolutamente esplorabili in seduta e questo potrebbe dare maggiori informazioni su come poterli affrontare. Il fatto che abbia giá lavorato a lungo su sé stessa é senza dubbio un elemento prezioso al servizio dell'esplorazione.
Spero di essere stato chiaro, avesse altre domande mi scriva pure.

Dottor Mauro Simonetti
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buonasera, perché non prova a contattare la psicoterapeuta che l'ha seguita? Analizzare cosa c'è dietro questa "fobia", come da lei definita, è importante per risolverla.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi

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