Buongiorno,
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Buongiorno, volevo chiedere un consiglio a voi esperti. Due mesi fa ho conosciuto per caso un ragazzo, ci siamo trovati sin dal primo istante, come se ci conoscessimo da sempre. Mi ha raccontato di essere in crisi reale con la compagna per la mancanza di complicità. Stesso motivo per il quale ho lasciato il mio ex dopo 6 anni di relazione. Mi dice di aver capito di non essere mai stato innamorato di lei, ma piuttosto che per lui ha rappresentato un grande sostegno e che aveva deciso di lasciarla per essere single e ritrovare i suoi spazi. Il giorno dopo mi contatta sui social per il forte impatto mentale che ho avuto su di lui e nonostante le mie iniziali resistenze, cedo alla conoscenza in qualità di "amici" (o finti amici..) perchè l'interesse era da entrambe le parti. Dopo pochissimi giorni lui si lascia ed iniziamo a sentirci e a vederci in maniera costante. Lui mi cercava in continuazione per telefono, voleva vedermi sempre, non esistevano impegni nè stanchezza, parlavamo di tutto.. E' stato molto sincero, dicendo di non volere una relazione, ma solo di conoscermi per l'intesa mentale che era nata cosi all'improvviso. All'inizio questa dinamica mi generava un po' di timore per il poco tempo che ci conoscevamo, ma mi faceva stare bene. Mi sono sentita desiderata. Passano due settimane e ci ritroviamo un giorno a comportarci come due fidanzati. Ciò scatena in lui una forma di ansia, perchè capisce di aver messo me come priorità, quando sa che non è pronto ad una relazione seria e che vuole occuparsi prima di tutto di sè stesso. Inizia ad allontanarsi un pochino, ma era sempre presente. Nel mentre iniziamo ad avere rapporti e scopriamo di avere un'intesa sessuale molto forte, tanto che finisce per essere il centro della nostra conoscenza. Per me lui è stato il 2 ragazzo e da lui ho avuto tutto quello che non ho mai avuto prima, mentre io una delle tante; ma più volte ha detto di non voler fare gli errori del passato e di non volermi trasformare nel chiodo schiaccia chiodo, come è stata la sua ultima ex. Da soli siamo stati perennemente a casa, mentre in gruppo un paio di volte ci siamo fatti vedere insieme. Da soli preferivamo evitare, per paura che qualcuno potesse vederci e raccontarlo alla ex, visto il poco tempo.. I giorni passano ed io gli dico che mi sarebbe piaciuto coltivare di più anche l'intesa mentale, quindi fare qualcosa di diverso, e lui alla fine si infastidisce, perchè dice che è una cosa che deve venire in maniera naturale e che non si può dire "nonostante abbiamo voglia, stasera non possiamo avere rapporti, perchè..". Io capisco di aver sbagliato e chiedo scusa. Dopo 1 mesetto dall'inizio della conoscenza, lui inizia a distaccarsi, sparendo per msg. Mi mandava msg sporadici durante la giornata e dopo qualche giorno, durante una sua chiamata, gli faccio presente che non mi piace essere ignorata, ma che preferisco ricevere un "oggi non ti cerco/non ti ho cercata, perchè non avevo voglia di sentirti". La sera stessa ci vediamo ad una festa. Lui era ubriaco. Era felice di vedermi, diceva a tutti che ero la sua sposa, e mi presenta ad una persona per lui importante. Quella sera torniamo a casa sua a dormire, perchè non volevo che guidasse in quelle condizioni. Parliamo e lui mi dice che penso troppo e che mi faccio problemi lì dove non esistono. Nella settimana successiva, lui era impegnato ed io ho mantenuto il mio distacco, rispettando i suoi tempi. Quindi ci sentivamo quando voleva lui. (Se devo fare un paragone con il primo periodo, devo dire che era poco, visto che prima mi scriveva/chiamava sempre.) Il giorno di ferragosto, mi raggiunge per "salutarmi" (o forse, a questo punto, per avere altro) dopo una mia provocazione inviata per messaggio. Mi dice che il giorno dopo ci saremmo potuti sentire di più perchè era libero ed io gli rispondo che ero un po' impegnata, ma per messaggio sarei potuta essere presente. Invece lui sparisce. Nonostante non mi stesse rispondendo, la sera gli mando un video del concerto dove stavo e la mattina dopo mi manda il buongiorno, dandomi una scusa molto banale sul perchè fosse sparito. Scusa, a cui faccio finta di non aver dato importanza. Poi mi fa capire implicitamente che non ci saremmo visti, perchè aveva voglia di riposare. Io gli dico che ci stava ed aggiungo che se avesse voluto, avrebbe potuto chiamarmi per scambiarci due chiacchiere. Lui non mi chiama, ma non risponde neanche al mio msg. Mi stava ignorando di nuovo... Cosi, piuttosto che rimanere a casa a logorarmi sul perchè lo stesse facendo, decido di fargli una sorpresa e mi presento sotto casa. Lui mi ha sempre detto che lo avrei dovuto stupire, in più lui me ne ha fatte diverse, quindi pensavo che gli avrebbe fatto piacere. Invece non è stato cosi. Mi dice che era al mare con delle "persone" e che non poteva tornare perchè le aveva invitate lui. Gli dico che non c'erano problemi e che se avesse voluto vedermi più tardi, sarei stata disponibile, ma lui mi risponde dicendo che non aveva preso in considerazione di vedermi durante quella giornata.. A distanza di tante ore, mi manda un audio in cui mi dice di averlo destabilizzato ed io decido di chiudere la conoscenza. Lui, apparentemente dispiaciuto, accetta senza chiedere un confronto. Dopo qualche giorno, però, lo ricontatto dicendogli di aver voglia di vederlo, volevo parlarci, mi dispiaceva che non aveva cercato un confronto. Lui risponde dicendo di avere la stessa voglia e rimaniamo d'accordo che ci saremmo visti la sera, dopo esserci liberati dai nostri impegni, invece lui si presenta dove stavo. A me ha fatto piacere. Dopo di che parliamo e lui mi dice che sapeva che sarei tornata, perchè ho fatto la tipica scazzata da donna.. Due giorni dopo, voleva uscire con me, ma io gli dico che mi ero già organizzata. Lui prova ad insistere ed io mi limito a dirgli che, siccome saremmo voluti andare nello stesso locale, ci saremmo potuti incontrare e salutare direttamente lì, facendogli capire che volevo però stare con le mie amiche. Invece lui aveva dato per scontato che avrei passato la serata con lui o comunque che lo avrei incluso con noi e si offende quando non rispondo ai suoi messaggi (che non avevo letto, perchè stavo guidando).. Il giorno dopo gli chiedo scusa e ci vediamo. Serata incentrata principalmente sull'aspetto fisico, ma parliamo anche un po' di quello che stava accadendo e lui mi dice che l'interesse nei miei confronti c'era, ma che andava compreso se potesse andare verso qualcosa di più dell'amicizia o se si limitasse a questa. Mi dice che non è il tipo che dà attenzioni, ma che sa che io le voglio. Mi racconta un po' del modo in cui si comportava con le ex e dei motivi per cui discutevano. Passa una settimana, nella quale mi chiama quasi tutti i giorni per una decina di minuti, ed arrivati al weekend sparisce di nuovo, ma il sabato a pranzo mi avvisa dicendo che avrebbe avuto due giorni impegnativi. La domenica pomeriggio, gli invio un msg di sostegno "vista la giornata impegnativa, buon lavoro", mentre lui mi risponde dicendomi di aver compreso che non vuole impegnarsi, per cui baserebbe il rapporto con me solo sull'aspetto fisico. Dice che l'intesa mentale gli è scesa totalmente perchè non vuole avere vincoli e che da quando gli ho fatto quella sorpresa, gli è scesa la voglia di scrivermi o di mandarmi il buongiorno. Inoltre dice che non gli piace di me che sono logorroica. Io lo ringrazio e chiudiamo. Tuttavia la comunicazione continua con delle domande, dalla quale emerge ancora di più il nostro alto feeling sessuale. Tanto che lui arriva a propormi di avere esclusivamente rapporti fisici e di essere entrambi liberi di conoscere nel mentre altre persone. Da quando è successo, sono passati 10 giorni e ci siamo visti già due volte, ma su mia richiesta perchè volevo capire se fosse una cosa che mi potesse andare bene. Lui mi ha scritto una notte "ti penso, non riesco a dormire" e quando l'ho letto la mattina successiva sono rimasta scioccata perchè lo avevo sognato. Io alterno momenti in cui mi rendo conto che non rientra nella mia personalità, che rischio di perdere la dignità, soprattutto ai suoi occhi, e altri in cui voglio farlo. Non so cosa fare!! So che la cosa giusta sarebbe non vederlo più. Ma il mio istinto, mi porta a volerlo vedere. Poi mi chiedo: ma se continuassimo, qualcosa in lui potrebbe far riaccendere l'intesa mentale? come mi devo comportare? E se andasse ad annullare anche la forte intesa fisica? voglio che lui mi continui a desiderare. Può cambiare qualcosa? Grazie per le vostre risposte.
Buongiorno, ha descritto molto bene tutte le fasi del vostro rapporto. Mi sembra di capire che lui sia proprio refrattario a prendersi un impegno serio e totalizzante che sia affettivo e sessuale assieme. A questo punto come lei intuisce la decisione è sua. Non c'è nulla di male a vivere un rapporto solo fisico, l'importante è sentire quanto questo aspetto sia così importante in questo momento della sua vita e anche capire (lei indipendentemente dal suo partner) quanto desideri anche altro, forse ad un certo punto non le basterà più. Se ha bisogno di un confronto di consulenza psicologica sono disponibile, anche online. Buona serata Dario Martelli
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Gentile utente,
grazie per la sua condivisione.
La sua descrizione è stata ricca di dettagli; una lunga narrazione caratterizzata da un alternarsi di avvicinamenti ed allontanamenti. Mi sorge una domanda, lei cosa desidera? cosa desidera da questa relazione? Nessuno può dirle come comportarsi e penso non esistano comportamenti giusti o sbagliati. Possono esserci situazioni più socialmente condivise ed altre meno, ma quello che penso sia importante per lei è capire quale sia la sua intenzionalità rispetto a questa relazione.
Rimango a disposizione, anche online.
Dott.ssa Baratto
grazie per la sua condivisione.
La sua descrizione è stata ricca di dettagli; una lunga narrazione caratterizzata da un alternarsi di avvicinamenti ed allontanamenti. Mi sorge una domanda, lei cosa desidera? cosa desidera da questa relazione? Nessuno può dirle come comportarsi e penso non esistano comportamenti giusti o sbagliati. Possono esserci situazioni più socialmente condivise ed altre meno, ma quello che penso sia importante per lei è capire quale sia la sua intenzionalità rispetto a questa relazione.
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Dott.ssa Baratto
Buongiorno,
dalla sua condivisione emerge una forte intensità emotiva e fisica che l’ha coinvolta profondamente, ma anche tanta confusione e sofferenza. Quello che descrive è un rapporto caratterizzato da momenti di grande vicinanza alternati a fasi di distacco, in cui prevale l’incertezza sulle reali intenzioni e possibilità di costruire qualcosa di stabile.
È importante riconoscere che lei stessa ha già individuato una parte di sé che sente che questa situazione non le corrisponde pienamente, soprattutto quando avverte il rischio di compromettere la propria dignità e i propri bisogni emotivi. Spesso in questi legami, il desiderio di sentirsi desiderati e la paura di perdere l’altro possono prendere il sopravvento, offuscando la capacità di ascoltare davvero ciò che ci fa stare bene e ciò che vogliamo a lungo termine.
Le domande che si pone sono molto profonde: se l’intesa fisica possa restare viva, se possa rinascere un’intesa mentale, se la relazione possa trasformarsi. Tuttavia, la chiarezza che lui ha espresso sul non volere un impegno va tenuta in considerazione: cercare di costruire su presupposti così differenti rischia di generare frustrazione.
Per aiutarla a comprendere meglio i suoi bisogni, le sue aspettative e le dinamiche che si stanno attivando dentro di lei, sarebbe utile e consigliato rivolgersi ad uno specialista, così da avere uno spazio protetto in cui elaborare i suoi vissuti ed evitare di restare intrappolata in un ciclo che rischia di farla soffrire.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
dalla sua condivisione emerge una forte intensità emotiva e fisica che l’ha coinvolta profondamente, ma anche tanta confusione e sofferenza. Quello che descrive è un rapporto caratterizzato da momenti di grande vicinanza alternati a fasi di distacco, in cui prevale l’incertezza sulle reali intenzioni e possibilità di costruire qualcosa di stabile.
È importante riconoscere che lei stessa ha già individuato una parte di sé che sente che questa situazione non le corrisponde pienamente, soprattutto quando avverte il rischio di compromettere la propria dignità e i propri bisogni emotivi. Spesso in questi legami, il desiderio di sentirsi desiderati e la paura di perdere l’altro possono prendere il sopravvento, offuscando la capacità di ascoltare davvero ciò che ci fa stare bene e ciò che vogliamo a lungo termine.
Le domande che si pone sono molto profonde: se l’intesa fisica possa restare viva, se possa rinascere un’intesa mentale, se la relazione possa trasformarsi. Tuttavia, la chiarezza che lui ha espresso sul non volere un impegno va tenuta in considerazione: cercare di costruire su presupposti così differenti rischia di generare frustrazione.
Per aiutarla a comprendere meglio i suoi bisogni, le sue aspettative e le dinamiche che si stanno attivando dentro di lei, sarebbe utile e consigliato rivolgersi ad uno specialista, così da avere uno spazio protetto in cui elaborare i suoi vissuti ed evitare di restare intrappolata in un ciclo che rischia di farla soffrire.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Salve, è comprensibile che, dopo un legame così coinvolgente, l’idea di rinunciare a tutto questo risulti difficile. Tuttavia, ciò che emerge chiaramente è una profonda differenza tra i vostri bisogni affettivi: lei cerca un legame che abbia spessore, anche mentale ed emotivo, mentre lui ha dichiarato più volte di non volersi impegnare. Restare in un rapporto che non corrisponde ai suoi valori, nella speranza che l’altro cambi, rischia di logorarla interiormente, e nel tempo può minare la sua autostima. Approcci come la psicoterapia umanistica o l’EMDR possono aiutarla a comprendere perché questa dinamica la tenga così legata, a contattare i suoi bisogni autentici e a ritrovare la forza per scegliere ciò che le fa bene davvero. Il desiderio fisico può sopravvivere anche quando l’intesa mentale si spegne, ma se ciò va contro ciò che sente profondamente, finirà per pesare. La domanda più importante oggi è: cosa desidera davvero per sé? Quando inizia a rispondere con oggettività, la strada diventa più chiara. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Quello che hai scritto racconta molto bene una dinamica che, da fuori, appare piuttosto chiara: da parte sua c’è stato fin dall’inizio un coinvolgimento rapido, poi un’altrettanta rapida frenata. Il suo comportamento è oscillante: momenti di entusiasmo, attenzioni e dichiarazioni affettuose, seguiti da allontanamenti, sparizioni, ridimensionamenti (“non voglio una relazione”, “solo sesso”). Questo schema non è casuale: dice che lui non vuole, o non può, impegnarsi davvero sul piano emotivo.
Tu sei stata sincera: desideri anche intesa mentale, attenzioni, un riconoscimento che vada oltre il fisico. Lui invece è stato esplicito: “non sono il tipo che dà attenzioni”, “non voglio vincoli”, “possiamo vederci solo per il sesso”. Ogni volta che hai provato a spostare l’asse sul piano affettivo, lui si è irritato o si è distaccato.
La domanda che poni — può cambiare qualcosa? — è comprensibile, ma la risposta realistica è: difficilmente. Non perché tu non valga abbastanza, ma perché lui ha già dichiarato cosa può e cosa non può dare. Aspettarti che cambi significa restare agganciata a una speranza che probabilmente ti farà soffrire di più, soprattutto perché rischi di sacrificare la tua dignità per trattenerlo.
Un altro punto: l’intesa sessuale forte che senti non è solo “merito suo”: è anche una parte di te, una scoperta che hai fatto attraverso questa relazione. Quello che hai provato con lui, potrai viverlo di nuovo, e forse in futuro con qualcuno che saprà offrirti anche stabilità e rispetto emotivo. Non sei condannata a scegliere tra sesso intenso e connessione mentale: puoi avere entrambi, con la persona giusta.
Cosa puoi fare adesso:
– chiederti con sincerità se un rapporto esclusivamente fisico, senza attenzioni e senza prospettive, è davvero compatibile con la tua personalità e i tuoi bisogni;
– se la risposta è no (come sembra dalle tue stesse parole), darti il permesso di chiudere del tutto, anche se una parte di te vorrebbe restare;
– se la risposta fosse sì, accettare però che non ci saranno vincoli né riconoscimenti, senza illuderti che un domani diventi altro.
La verità è che dentro di te sai già cosa sarebbe più giusto per te (“so che la cosa giusta sarebbe non vederlo più”), ma l’istinto ti porta ancora verso di lui perché il desiderio e l’intensità ti fanno sentire viva. È normale. Ma a lungo andare, se resti in una dinamica che non ti rispetta, rischi di logorare proprio quella parte di te che oggi desidera essere amata e scelta, non solo desiderata.
Dott.ssa De Pretto
Tu sei stata sincera: desideri anche intesa mentale, attenzioni, un riconoscimento che vada oltre il fisico. Lui invece è stato esplicito: “non sono il tipo che dà attenzioni”, “non voglio vincoli”, “possiamo vederci solo per il sesso”. Ogni volta che hai provato a spostare l’asse sul piano affettivo, lui si è irritato o si è distaccato.
La domanda che poni — può cambiare qualcosa? — è comprensibile, ma la risposta realistica è: difficilmente. Non perché tu non valga abbastanza, ma perché lui ha già dichiarato cosa può e cosa non può dare. Aspettarti che cambi significa restare agganciata a una speranza che probabilmente ti farà soffrire di più, soprattutto perché rischi di sacrificare la tua dignità per trattenerlo.
Un altro punto: l’intesa sessuale forte che senti non è solo “merito suo”: è anche una parte di te, una scoperta che hai fatto attraverso questa relazione. Quello che hai provato con lui, potrai viverlo di nuovo, e forse in futuro con qualcuno che saprà offrirti anche stabilità e rispetto emotivo. Non sei condannata a scegliere tra sesso intenso e connessione mentale: puoi avere entrambi, con la persona giusta.
Cosa puoi fare adesso:
– chiederti con sincerità se un rapporto esclusivamente fisico, senza attenzioni e senza prospettive, è davvero compatibile con la tua personalità e i tuoi bisogni;
– se la risposta è no (come sembra dalle tue stesse parole), darti il permesso di chiudere del tutto, anche se una parte di te vorrebbe restare;
– se la risposta fosse sì, accettare però che non ci saranno vincoli né riconoscimenti, senza illuderti che un domani diventi altro.
La verità è che dentro di te sai già cosa sarebbe più giusto per te (“so che la cosa giusta sarebbe non vederlo più”), ma l’istinto ti porta ancora verso di lui perché il desiderio e l’intensità ti fanno sentire viva. È normale. Ma a lungo andare, se resti in una dinamica che non ti rispetta, rischi di logorare proprio quella parte di te che oggi desidera essere amata e scelta, non solo desiderata.
Dott.ssa De Pretto
Buongiorno la storia che mi descrive sembra molto oscillante, ma da quello che scrive sento che anche lei è in bilico tra due bisogni: da un lato quello di sentirsi desiderata e dall’altro quello di chiudere. Rifletta dunque su quale dei due prevale e quale sente più caldo al momento. Il fatto di sentirsi desiderata da cosa deriva? È un qualcosa che ha sempre ricercato nella sua vita e che puó avere solo dall’altro? E se decidesse di chiudere invece, come si sentirebbe? Capisco che sia difficile, ma provi a stare a contatto con i suoi bisogni cercando di capire da dove arrivano e capendo anche se puó soddisfarli solo l’altro o se da sola posso bastarmi e soddisfarli in altro modo.
Buongiorno cara ragazza, comprendo la confusione che sta vivendo e ci sono alcuni momenti di vita che sembra che non abbiamo risposte. Penso che forse in questo momento dovrebbe dedicare più tempo a se stessa per comprendere meglio come lei vive questa relazione e le altre sue relazioni e quanta sofferenza per lei ne deriva. Capisco il suo desiderio che lui continui a desiderarla ma quello che è a mio avviso primario è capire cosa lei realmente vuole per se. Se desidera possiamo approfondire. Cordialità Dott.ssa Alessandra Domigno
Ciao, grazie per aver condiviso con tanta sincerità una parte così intima e delicata della tua vita. Dalle tue parole emerge quanto tu ti sia sentita coinvolta, sorpresa e anche destabilizzata da questa conoscenza. Non dev’essere facile stare in questa altalena di emozioni, tra momenti in cui ti senti desiderata e viva e altri in cui ti senti messa da parte e in dubbio.
Leggendo la tua storia, ciò che colpisce è la danza che si è creata tra voi: quando lui si avvicina con intensità, tu ti senti accolta e ti apri; quando si allontana, senti il bisogno di rincorrerlo per non perdere quel legame. È comprensibile che questo ti lasci confusa e ti faccia chiedere se la relazione possa evolvere.
In un’ottica sistemica, può essere utile spostare per un momento lo sguardo da lui a te. Più che chiederti se cambierà qualcosa in lui, potresti chiederti: cosa significa per me questa relazione? quali miei bisogni viene a toccare? Ad esempio, il bisogno di essere vista, scelta, confermata? E ancora: questa modalità di rincorrere e attendere risposte la riconosco anche in altre esperienze della mia vita?
Non c’è una risposta giusta o sbagliata sul “continuare o meno”. Quello che può fare la differenza è la consapevolezza con cui deciderai: vuoi vivere questa storia accettando i suoi limiti dichiarati, senza aspettarti che diventi altro? Oppure senti che per proteggere i tuoi desideri e il tuo valore è meglio prendere distanza?
Qualunque sia la tua scelta, l’importante è che tu ti senta protagonista, non spettatrice, della tua vita affettiva. E già il fatto che tu ti stia ponendo queste domande è un segno di forza e di ricerca di autenticità.
Leggendo la tua storia, ciò che colpisce è la danza che si è creata tra voi: quando lui si avvicina con intensità, tu ti senti accolta e ti apri; quando si allontana, senti il bisogno di rincorrerlo per non perdere quel legame. È comprensibile che questo ti lasci confusa e ti faccia chiedere se la relazione possa evolvere.
In un’ottica sistemica, può essere utile spostare per un momento lo sguardo da lui a te. Più che chiederti se cambierà qualcosa in lui, potresti chiederti: cosa significa per me questa relazione? quali miei bisogni viene a toccare? Ad esempio, il bisogno di essere vista, scelta, confermata? E ancora: questa modalità di rincorrere e attendere risposte la riconosco anche in altre esperienze della mia vita?
Non c’è una risposta giusta o sbagliata sul “continuare o meno”. Quello che può fare la differenza è la consapevolezza con cui deciderai: vuoi vivere questa storia accettando i suoi limiti dichiarati, senza aspettarti che diventi altro? Oppure senti che per proteggere i tuoi desideri e il tuo valore è meglio prendere distanza?
Qualunque sia la tua scelta, l’importante è che tu ti senta protagonista, non spettatrice, della tua vita affettiva. E già il fatto che tu ti stia ponendo queste domande è un segno di forza e di ricerca di autenticità.
Ciao, grazie per la condivisione!
capisco il tuo dubbio: all’inizio c’era un’intesa mentale che poi si è affievolita, lasciando spazio quasi solo alla parte fisica. È normale chiedersi se possa tornare e se, nel tentativo di riaccenderla, si rischi di perdere anche ciò che c’è ora.
La verità è che l’intesa mentale non si forza: può riaccendersi se entrambi avete ancora curiosità e voglia di condividere, ma può anche essere che la vostra relazione, in questo momento, trovi espressione soprattutto nella dimensione fisica.
Quello che conta è chiederti cosa desideri davvero. Non c’è perdita di dignità se scegli di vivere un rapporto che ha oggi questa forma: non significa “accontentarsi”, ma decidere consapevolmente il livello di relazione che vuoi. L’importante è avere chiare le tue aspettative e non lasciarti trascinare da queste montagne russe, così da capire se quello che c’è ti basta o se senti il bisogno di altro. Spero di averti aiutato! Buona serata!
capisco il tuo dubbio: all’inizio c’era un’intesa mentale che poi si è affievolita, lasciando spazio quasi solo alla parte fisica. È normale chiedersi se possa tornare e se, nel tentativo di riaccenderla, si rischi di perdere anche ciò che c’è ora.
La verità è che l’intesa mentale non si forza: può riaccendersi se entrambi avete ancora curiosità e voglia di condividere, ma può anche essere che la vostra relazione, in questo momento, trovi espressione soprattutto nella dimensione fisica.
Quello che conta è chiederti cosa desideri davvero. Non c’è perdita di dignità se scegli di vivere un rapporto che ha oggi questa forma: non significa “accontentarsi”, ma decidere consapevolmente il livello di relazione che vuoi. L’importante è avere chiare le tue aspettative e non lasciarti trascinare da queste montagne russe, così da capire se quello che c’è ti basta o se senti il bisogno di altro. Spero di averti aiutato! Buona serata!
Buongiorno, innanzitutto desidero dirle che comprendo la complessità e l’intensità emotiva della situazione che sta vivendo. Non è facile trovarsi in un intreccio di emozioni forti, desideri contrastanti e aspettative che si scontrano con la realtà. Da ciò che racconta, emerge chiaramente quanto questa conoscenza abbia risvegliato in lei parti profonde, legate al sentirsi desiderata, vista e coinvolta, e allo stesso tempo quanta fatica le stia costando tenere insieme il bisogno di proteggere se stessa e la spinta a non rinunciare a ciò che prova con lui. Dal punto di vista cognitivo comportamentale, può essere utile osservare i pensieri che le attraversano in questi momenti. Da un lato c’è la convinzione che la scelta più giusta sia interrompere la relazione, perché rischia di minare la sua dignità e di farla soffrire; dall’altro lato c’è l’idea che se continuerà, forse qualcosa potrebbe cambiare e il legame potrebbe diventare più stabile ed equilibrato. Questi pensieri attivano emozioni diverse, a volte di speranza e desiderio, a volte di dolore e delusione, e questo la porta a oscillare tra due poli opposti. È un meccanismo comprensibile, ma che rischia di logorarla se rimane bloccata in questa alternanza. Un altro punto importante riguarda la chiarezza con cui lui le ha espresso di non voler impegnarsi. Anche se in alcuni momenti ha mostrato segnali di vicinanza, ciò non sembra coincidere con una reale disponibilità a costruire una relazione affettiva e mentale più profonda. La sua posizione, almeno per ora, è orientata principalmente sull’aspetto fisico. Di fronte a questa realtà, il lavoro più utile per lei non è chiedersi se lui cambierà, ma piuttosto cosa vuole lei davvero e quali sono i valori che desidera onorare in una relazione. Dal punto di vista comportamentale, potrebbe aiutarla distinguere tra azioni dettate dall’istinto del momento e scelte consapevoli coerenti con i suoi obiettivi a lungo termine. Quando decide di rivederlo per il forte richiamo fisico, ottiene un beneficio immediato, ma rischia di alimentare pensieri come “sto perdendo dignità” o “non avrò mai quello che desidero davvero”. Questo circolo vizioso mantiene vivo il conflitto interno. Un piccolo esercizio pratico può essere quello di tenere un diario delle situazioni in cui lo vede o ci interagisce: annoti cosa prova prima, durante e dopo. In questo modo potrà raccogliere dati concreti su come si sente realmente, senza affidarsi solo alle sensazioni immediate, e valutare se questa esperienza le porta più benessere o più malessere. Vorrei anche sottolineare che desiderare di essere scelta e amata nella totalità non è un difetto, ma un bisogno umano autentico. Quando lui la definisce logorroica o la fa sentire come se chiedesse troppo, rischia di svalutare un suo bisogno legittimo di comunicazione e di connessione mentale. È importante che lei non trasformi la ricerca di attenzioni e di intimità emotiva in una colpa. La domanda che può porsi è: voglio davvero investire energie in una persona che mi dice esplicitamente di non poter offrire ciò che per me è importante? Non è facile accettare che una persona con cui sentiamo un’intesa forte non possa corrispondere anche sul piano che per noi conta di più. Spesso la mente crea scenari in cui immaginiamo che col tempo le cose possano cambiare, ma il rischio è restare bloccati nell’attesa, rimandando la possibilità di incontrare una relazione più sana e più vicina ai nostri valori. Qui il lavoro consiste nel rafforzare la consapevolezza che lei ha già le risorse per scegliere cosa è meglio per sé e che la dignità non si perde nel desiderio, ma nel continuare a ignorare i propri bisogni profondi. La invito a non pensare in termini di tutto o niente, ma a osservare gradualmente quale direzione le dà più serenità. A volte serve tempo per distaccarsi da un legame che ci attrae molto, ma iniziare a dire a se stessa con chiarezza “io desidero una relazione che includa anche l’intesa mentale ed emotiva” può già rappresentare un passo importante verso scelte più in linea con ciò che vuole davvero. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Buongiorno — grazie per il racconto chiaro. Quello che descrivi è una dinamica ambigua e disfunzionale in cui il desiderio fisico e l’affinità iniziale vengono usati in modo intermittente da lui, mentre tu rischi di perdere rispetto di te stessa e serenità. L'importante per te in questo momento è ottenere chiarezza, imponi confini e non scambiare l’intensità fisica per garanzia di cambiamento emotivo. Se dopo la richiesta di chiarezza lui continua a essere incoerente, la scelta più rispettosa per te è allontanarti. Se ti va posso accompagnarti in questo percorso.
Buongiorno,
mi sembra fondamentale ragionare su cosa merita lei in una relazione d'amore. Cosa vorrebbe dall'altro e cosa la fa sentire amata, desiderata e cercata. In tutta la descrizione di questa conoscenza (o frequentazione?) non ho trovato una frase in cui emerga il suo bisogno e il suo desiderio, o quantomeno non ritrovo in che modo lo ha esplicitato all'interno di questa storia. Dalle sue parole sembra che sia lui a dirle quando e come vedersi e in che modo impostare la frequentazione. La sua frase finale "voglio che lui mi continui a desiderare". E invece per sè cosa vuole? La invito quindi ad una riflessione su come si sente lei e cosa desidera lei, come vorrebbe impostarla? Tutto questo potrebbe aiutarla nella gestione delle relazioni.
mi sembra fondamentale ragionare su cosa merita lei in una relazione d'amore. Cosa vorrebbe dall'altro e cosa la fa sentire amata, desiderata e cercata. In tutta la descrizione di questa conoscenza (o frequentazione?) non ho trovato una frase in cui emerga il suo bisogno e il suo desiderio, o quantomeno non ritrovo in che modo lo ha esplicitato all'interno di questa storia. Dalle sue parole sembra che sia lui a dirle quando e come vedersi e in che modo impostare la frequentazione. La sua frase finale "voglio che lui mi continui a desiderare". E invece per sè cosa vuole? La invito quindi ad una riflessione su come si sente lei e cosa desidera lei, come vorrebbe impostarla? Tutto questo potrebbe aiutarla nella gestione delle relazioni.
Buongiorno, ho letto attentamente tutto il tuo oscillare in un intreccio di emozioni, attrazione e aspettative che ti portano dalla lucidità alla speranza. Da una parte sei consapevole che questa relazione non ti offre stabilità né un riconoscimento autentico, dall’altra la forte intesa fisica e il desiderio di sentirti voluta ti spingono a rimanere dentro un legame che ti lascia confusa e divisa.
Il comportamento di questo ragazzo è chiaro: ti ha detto più volte che non vuole una relazione e che per lui il legame può esistere solo sul piano sessuale. È coerente in questo, anche se talvolta i suoi messaggi ambigui (“ti penso, non riesco a dormire”) riattivano in te la speranza che possa esserci qualcosa di più. In realtà queste aperture non sono seguite da un reale investimento affettivo, e finiscono per destabilizzarti ulteriormente.
Il tuo desiderio che “l’intesa mentale possa riaccendersi” nasce dalla tua parte che spera di trasformare questa conoscenza in qualcosa di più profondo, ma se osservi i fatti vedi che lui non sta andando in quella direzione. Continuare a coltivare questa aspettativa rischia di portarti a un dolore maggiore e a una riduzione della tua autostima, perché ti trovi a dare molto in cambio di attenzioni sporadiche.
Il rischio più grande, per te, è quello di accettare una relazione che non rispetta i tuoi bisogni pur di non perdere l’intesa fisica. Questo compromesso potrebbe farti sentire sempre più “una delle tante”, proprio come tu stessa temi. La dignità che dici di voler preservare passa dal riconoscere quanto vali e dal non accontentarti di un legame che non ti nutre anche sul piano emotivo.
Io ti consiglio di iniziare subito un percorso di sostegno terapeutico che ti aiuti ad esplorare cosa ti porta a rimanere in rapporti che non ti danno nulla e in cui non c'è reciprocità: c’è forse un bisogno di conferma, di sentirti scelta, che diventa più forte della tua parte razionale?
Sarebbe importante lavorare sul tuo senso di valore personale, distinguendo ciò che desideri davvero in una relazione da ciò che invece accetti solo per paura di perdere qualcuno. Portare consapevolezza a questa dinamica ti permetterebbe di scegliere con più libertà, senza farti guidare dall’impulso del momento. Pensaci seriamente e muoviti nella direzione di un tuo reale benessere. Sono a disposizione anche online.
Un cordiale saluto
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologa clinica - Voice Dialogue - Mindfulness - Dreamwork
Il comportamento di questo ragazzo è chiaro: ti ha detto più volte che non vuole una relazione e che per lui il legame può esistere solo sul piano sessuale. È coerente in questo, anche se talvolta i suoi messaggi ambigui (“ti penso, non riesco a dormire”) riattivano in te la speranza che possa esserci qualcosa di più. In realtà queste aperture non sono seguite da un reale investimento affettivo, e finiscono per destabilizzarti ulteriormente.
Il tuo desiderio che “l’intesa mentale possa riaccendersi” nasce dalla tua parte che spera di trasformare questa conoscenza in qualcosa di più profondo, ma se osservi i fatti vedi che lui non sta andando in quella direzione. Continuare a coltivare questa aspettativa rischia di portarti a un dolore maggiore e a una riduzione della tua autostima, perché ti trovi a dare molto in cambio di attenzioni sporadiche.
Il rischio più grande, per te, è quello di accettare una relazione che non rispetta i tuoi bisogni pur di non perdere l’intesa fisica. Questo compromesso potrebbe farti sentire sempre più “una delle tante”, proprio come tu stessa temi. La dignità che dici di voler preservare passa dal riconoscere quanto vali e dal non accontentarti di un legame che non ti nutre anche sul piano emotivo.
Io ti consiglio di iniziare subito un percorso di sostegno terapeutico che ti aiuti ad esplorare cosa ti porta a rimanere in rapporti che non ti danno nulla e in cui non c'è reciprocità: c’è forse un bisogno di conferma, di sentirti scelta, che diventa più forte della tua parte razionale?
Sarebbe importante lavorare sul tuo senso di valore personale, distinguendo ciò che desideri davvero in una relazione da ciò che invece accetti solo per paura di perdere qualcuno. Portare consapevolezza a questa dinamica ti permetterebbe di scegliere con più libertà, senza farti guidare dall’impulso del momento. Pensaci seriamente e muoviti nella direzione di un tuo reale benessere. Sono a disposizione anche online.
Un cordiale saluto
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologa clinica - Voice Dialogue - Mindfulness - Dreamwork
Da quello che racconti, emerge chiaramente un conflitto tra ciò che provi e ciò che lui può offrirti. Da un lato c’è l’intensità dell’attrazione fisica e la complicità momentanea, dall’altro il suo rifiuto di impegnarsi in una relazione più completa, che includa anche intesa mentale e continuità emotiva. Questo crea una dinamica instabile, fatta di vicinanza e distanza, attenzioni e silenzi, che inevitabilmente genera confusione e frustrazione.
Emotivamente, sembri divisa: desideri avvicinarti, seguire l’istinto e il piacere che provi con lui, ma allo stesso tempo percepisci che continuare potrebbe portarti a compromettere la tua dignità e i tuoi bisogni più profondi. La sua proposta di un legame esclusivamente fisico, pur mantenendo la libertà di conoscere altre persone, conferma che non c’è disponibilità da parte sua a soddisfare il tipo di relazione che tu cerchi, e non ci sono segnali concreti che questa dinamica possa cambiare.
In queste situazioni, è importante riconoscere che non si tratta di colpa o sbaglio da parte tua: semplicemente le vostre aspettative non coincidono. Proteggere i propri bisogni emotivi significa avere il coraggio di fermarsi, anche se l’attrazione fisica spinge in un’altra direzione. Continuare questo tipo di relazione rischia di rafforzare il legame fisico, ma aumentare la frustrazione emotiva, creando una spirale di insoddisfazione e confusione. Non è un fallimento desiderare qualcuno: è naturale e umano. Ascoltare i tuoi bisogni e agire per tutelare il tuo benessere è un atto di rispetto verso te stessa e apre la strada a relazioni in cui corpo e cuore possano stare davvero insieme.
Emotivamente, sembri divisa: desideri avvicinarti, seguire l’istinto e il piacere che provi con lui, ma allo stesso tempo percepisci che continuare potrebbe portarti a compromettere la tua dignità e i tuoi bisogni più profondi. La sua proposta di un legame esclusivamente fisico, pur mantenendo la libertà di conoscere altre persone, conferma che non c’è disponibilità da parte sua a soddisfare il tipo di relazione che tu cerchi, e non ci sono segnali concreti che questa dinamica possa cambiare.
In queste situazioni, è importante riconoscere che non si tratta di colpa o sbaglio da parte tua: semplicemente le vostre aspettative non coincidono. Proteggere i propri bisogni emotivi significa avere il coraggio di fermarsi, anche se l’attrazione fisica spinge in un’altra direzione. Continuare questo tipo di relazione rischia di rafforzare il legame fisico, ma aumentare la frustrazione emotiva, creando una spirale di insoddisfazione e confusione. Non è un fallimento desiderare qualcuno: è naturale e umano. Ascoltare i tuoi bisogni e agire per tutelare il tuo benessere è un atto di rispetto verso te stessa e apre la strada a relazioni in cui corpo e cuore possano stare davvero insieme.
Grazie per aver condiviso con tanta sincerità una situazione così complessa e coinvolgente. Dalle sue parole emerge quanto questo rapporto l’abbia colpita profondamente, al punto da alternare momenti di chiarezza, in cui riconosce che non corrisponde ai suoi bisogni più autentici, a momenti in cui prevale il desiderio di rivederlo e la paura di perdere ciò che di bello ha trovato.
Ciò che descrive mostra una dinamica ambivalente: da un lato la forte intesa fisica e l’attrazione, dall’altro un atteggiamento dell’altra persona che appare contraddittorio, con avvicinamenti e allontanamenti improvvisi, e la chiara dichiarazione di non volersi impegnare in una relazione stabile. È comprensibile che questo le crei confusione, perché da una parte si sente desiderata, dall’altra rischia di non sentirsi riconosciuta nella sua interezza, nei suoi bisogni emotivi e di fiducia.
Le domande che si pone sono importanti: se accettare un rapporto solo fisico è davvero in linea con ciò che desidera, se questo le permetterebbe di sentirsi rispettata e vista per quello che è, oppure se alla lunga rischierebbe di aumentare il senso di vuoto o di ferita. Non esistono risposte assolute, ma è fondamentale che lei possa chiedersi: cosa fa bene a me? cosa rispetta i miei valori e la mia dignità?
Coltivare la speranza che l’altro cambi può essere naturale, ma al momento lui ha espresso chiaramente i suoi limiti. Non può esserci certezza che l’intesa mentale si riaccenda o che nasca qualcosa di diverso. Quello che può fare, invece, è ascoltare se stessa, capire se l’attrazione fisica è sufficiente a reggere un legame, oppure se sente il bisogno di una relazione che comprenda anche presenza, stabilità e progettualità.
La invito a non giudicarsi per l’ambivalenza che prova: significa che riconosce dentro di sé parti diverse, una che vorrebbe proteggersi e un’altra che desidera lasciarsi andare. Dare voce a entrambe è già un passo importante. Potrebbe esserle utile parlarne in un percorso terapeutico, per chiarire meglio cosa desidera davvero e come tutelare il suo benessere emotivo.
Ciò che descrive mostra una dinamica ambivalente: da un lato la forte intesa fisica e l’attrazione, dall’altro un atteggiamento dell’altra persona che appare contraddittorio, con avvicinamenti e allontanamenti improvvisi, e la chiara dichiarazione di non volersi impegnare in una relazione stabile. È comprensibile che questo le crei confusione, perché da una parte si sente desiderata, dall’altra rischia di non sentirsi riconosciuta nella sua interezza, nei suoi bisogni emotivi e di fiducia.
Le domande che si pone sono importanti: se accettare un rapporto solo fisico è davvero in linea con ciò che desidera, se questo le permetterebbe di sentirsi rispettata e vista per quello che è, oppure se alla lunga rischierebbe di aumentare il senso di vuoto o di ferita. Non esistono risposte assolute, ma è fondamentale che lei possa chiedersi: cosa fa bene a me? cosa rispetta i miei valori e la mia dignità?
Coltivare la speranza che l’altro cambi può essere naturale, ma al momento lui ha espresso chiaramente i suoi limiti. Non può esserci certezza che l’intesa mentale si riaccenda o che nasca qualcosa di diverso. Quello che può fare, invece, è ascoltare se stessa, capire se l’attrazione fisica è sufficiente a reggere un legame, oppure se sente il bisogno di una relazione che comprenda anche presenza, stabilità e progettualità.
La invito a non giudicarsi per l’ambivalenza che prova: significa che riconosce dentro di sé parti diverse, una che vorrebbe proteggersi e un’altra che desidera lasciarsi andare. Dare voce a entrambe è già un passo importante. Potrebbe esserle utile parlarne in un percorso terapeutico, per chiarire meglio cosa desidera davvero e come tutelare il suo benessere emotivo.
Gentilissima,
Dalle sue parole emerge tutta la complessità di questa conoscenza: da un lato l’intensità e il desiderio, dall’altro il bisogno di sentirsi riconosciuta e valorizzata in qualcosa che vada oltre l’aspetto fisico. È normale che si senta combattuta: una parte di lei sa che questa situazione non corrisponde pienamente a ciò che desidera in una relazione, mentre un’altra parte è attratta dall’intesa e dalla novità.
Il punto centrale non riguarda tanto ciò che lui “potrebbe o non potrebbe” cambiare, quanto piuttosto ciò che lei sente di volere davvero e di poter sostenere senza perdere dignità e benessere. Una relazione fondata principalmente sulla dimensione fisica può funzionare solo se entrambi la vivono con chiarezza e senza aspettative diverse; se invece da parte sua c’è il bisogno di vicinanza, di attenzione e di condivisione più profonda, è importante ascoltare questo bisogno e non metterlo da parte nella speranza che in futuro l’altro cambi.
Potrebbe esserle utile fermarsi e chiedersi: Che tipo di rapporto desidero per me? Ci sono le basi per quel tipo di rapporto con quel ragazzo? Dare una risposta sincera a queste domande può aiutarla a capire se proseguire o se, invece, tutelarsi prendendo le distanze. In ogni caso, ricordi che il desiderio di sentirsi rispettata e considerata è legittimo, e non è “troppo” chiedere un rapporto che rispecchi i propri valori.
Se sente che da sola è difficile uscire dal circolo di dubbi e attrazione, uno spazio psicologico potrebbe darle supporto per chiarire i suoi bisogni affettivi e rafforzare la fiducia nelle sue scelte.
Un caro saluto,
Nardi Massimiliano
Dalle sue parole emerge tutta la complessità di questa conoscenza: da un lato l’intensità e il desiderio, dall’altro il bisogno di sentirsi riconosciuta e valorizzata in qualcosa che vada oltre l’aspetto fisico. È normale che si senta combattuta: una parte di lei sa che questa situazione non corrisponde pienamente a ciò che desidera in una relazione, mentre un’altra parte è attratta dall’intesa e dalla novità.
Il punto centrale non riguarda tanto ciò che lui “potrebbe o non potrebbe” cambiare, quanto piuttosto ciò che lei sente di volere davvero e di poter sostenere senza perdere dignità e benessere. Una relazione fondata principalmente sulla dimensione fisica può funzionare solo se entrambi la vivono con chiarezza e senza aspettative diverse; se invece da parte sua c’è il bisogno di vicinanza, di attenzione e di condivisione più profonda, è importante ascoltare questo bisogno e non metterlo da parte nella speranza che in futuro l’altro cambi.
Potrebbe esserle utile fermarsi e chiedersi: Che tipo di rapporto desidero per me? Ci sono le basi per quel tipo di rapporto con quel ragazzo? Dare una risposta sincera a queste domande può aiutarla a capire se proseguire o se, invece, tutelarsi prendendo le distanze. In ogni caso, ricordi che il desiderio di sentirsi rispettata e considerata è legittimo, e non è “troppo” chiedere un rapporto che rispecchi i propri valori.
Se sente che da sola è difficile uscire dal circolo di dubbi e attrazione, uno spazio psicologico potrebbe darle supporto per chiarire i suoi bisogni affettivi e rafforzare la fiducia nelle sue scelte.
Un caro saluto,
Nardi Massimiliano
Buongiorno, ho letto la sua lunga storia. Mi dispiace deluderla, ma io credo che lei non possa ritenere le parole di questo ragazzo completamente affidabili. Lei dà per scontato che ci sia intesa tra voi, che lui provi le stesse sensazioni che prova lei. Ma non è detto che sia così, e che le sue parole siano sincere. A mio avviso, sembra che lui si sia in qualche modo "aggrappato disperatamente" a lei per affrontare la separazione dalla sua ex fidanzata. Forse è stato questo il vero motivo per cui la cercava in continuazione i primi tempi. Ora il tempo sta passando, la ferita sta guarendo, e lui appare e scompare. Non è una presenza affidabile. Lei, purtroppo, è molto dentro a questa relazione che avete creato, e non riesce a vedere con lucidità i fatti. Spesso si ritiene che il ragazzo di turno "provi qualcosa di forte per me, per lui sono speciale, ma non vuole impegnarsi con me perché è appena uscito da una relazione eccetera eccetera". Ma questa è solo una sua illusione, così come lo è il fatto che tra voi esista una sorta di "intesa speciale". In realtà questi ragazzi, a mio avviso, hanno solo bisogno di qualcuno che faccia loro da cuscinetto per affrontare la fine di una relazione, hanno bisogno di un tappo per non sentire il buco del vuoto della solitudine. Mi dispiace essere così dura e diretta, ma solo se lei riuscirà a svegliarsi da questo bel sogno e vedere la realtà, potrà andare avanti.
In ogni caso, se avesse bisogno di supporto psicologico e di capire meglio se stessa, io sono qui.
In ogni caso, se avesse bisogno di supporto psicologico e di capire meglio se stessa, io sono qui.
Buon pomeriggio, innanzi tutto grazie per la sua condivisione così dettagliata, che permette di entrare a pieno nella questione che racconta. Sicuramente ci sarebbero tante cose da approfondire e tante associazioni utili da fare, al fine di comprendere le emozioni sottostanti ed i significati che potrebbero aver favorito queste dinamiche relazionali tra Lei e quest'uomo.
Quello che, di pancia, mi sento di dirle (quindi basandomi sul sensazioni, emozioni ed esperienze con cui ho risuonato leggendo) che quest'uomo non è - almeno in questo momento - quello giusto per Lei. C'è un'intesa mentale e sessuale, che però lui non è pronto a concretizzare in una relazione (per i suoi motivi, che possono essere più o meno legittimi). Quando nel racconto dice che, in qualche modo, lui prova a "scaricare la colpa" su di lei (quando lui Le riferisce che ha perso interesse dopo la sua sorpresa), non posso che pensare che stia provando a manipolarla. "Se tu non l'avessi fatto, io non avrei perso l'interesse"... Ma è davvero così? O l'interesse era già vacillante, da parte sua? E lei cosa avrebbe fatto di male, se non seguire le sue emozioni e sentimenti? A volte semplicemente non si è negli stessi "tempi" e bisogna semplicemente accettarlo, senza provare a convincere l'altro di qualcosa che non prova o di una verità che è solo propria... Quello che un po' mi preoccupa, dunque, è il suo desiderio di continuare a portare avanti qualcosa che Lei sa non la fa stare bene... E, ancor di più, rischia di prendersi carico di quella "responsabilità" che lui - appunto - le scarica: Lei si chiede "come si deve comportare", "come si potrebbe riaccendere l'intesa"... ma se in una relazione non è sufficiente essere autentici (anzi, quasi sembra che non vada bene esserlo - come per la sorpresa) e piuttosto bisogna "trovare strategie", allora è già indice di una relazione che non va.
Quello che Le chiederei, se fossimo in colloquio (ma su cui Le posso chiedere in generale di riflettere), è quali parti di lei si sono attivate e si attivano in questa relazione. Forse cerca di colmare un vuoto ("voglio che lui mi continui a desiderare"), forse cerca di uscire fuori dalla sua zona di comfort e fare esperienze diverse e nuove, forse c'è una sua personalissima difficoltà a lasciar andare le persone (e allora potrebbe lavorarci), forse tende ad idealizzare l'altro a sfavore dei suoi veri ed autentici bisogni...
Volersi sperimentare è un movimento sano, ma solo se fatto in un contesto di consapevolezza e di riconoscimento dei propri limiti e delle proprie necessità più profonde... diventa meno sano se, invece, nel tentativo di provare cose nuove, ci si spinge "nella tana dei lupi" o si lascia che sia l'altro a "indicarci" (o, spesso, imporci) come si deve stare in relazione con lui/lei.
La invito dunque a riflettere su tutte queste questioni, su sé stessa, sull'amor proprio, sui limiti e confini della "comfort zone" e quelli, invece, della "zona di crescita".
Queste sono tematiche fondamentali che, se affrontate, La aiuteranno a vedere con maggiore chiarezza ed a non perdersi nel bisogno di essere desiderata, vista, riconosciuta, voluta... tematiche che, se vorrà, sarebbero utili ed interessanti da approfondire in un percorso psicologico e/o psicoterapeutico. Se vorrà valutare questa possibilità, e/o approfondire la questione, resto a Sua disposizione e può contattarmi qui o sugli altri miei contatti!
A presto,
Chiara Visalli - Psicologa Clinico Dinamica
Quello che, di pancia, mi sento di dirle (quindi basandomi sul sensazioni, emozioni ed esperienze con cui ho risuonato leggendo) che quest'uomo non è - almeno in questo momento - quello giusto per Lei. C'è un'intesa mentale e sessuale, che però lui non è pronto a concretizzare in una relazione (per i suoi motivi, che possono essere più o meno legittimi). Quando nel racconto dice che, in qualche modo, lui prova a "scaricare la colpa" su di lei (quando lui Le riferisce che ha perso interesse dopo la sua sorpresa), non posso che pensare che stia provando a manipolarla. "Se tu non l'avessi fatto, io non avrei perso l'interesse"... Ma è davvero così? O l'interesse era già vacillante, da parte sua? E lei cosa avrebbe fatto di male, se non seguire le sue emozioni e sentimenti? A volte semplicemente non si è negli stessi "tempi" e bisogna semplicemente accettarlo, senza provare a convincere l'altro di qualcosa che non prova o di una verità che è solo propria... Quello che un po' mi preoccupa, dunque, è il suo desiderio di continuare a portare avanti qualcosa che Lei sa non la fa stare bene... E, ancor di più, rischia di prendersi carico di quella "responsabilità" che lui - appunto - le scarica: Lei si chiede "come si deve comportare", "come si potrebbe riaccendere l'intesa"... ma se in una relazione non è sufficiente essere autentici (anzi, quasi sembra che non vada bene esserlo - come per la sorpresa) e piuttosto bisogna "trovare strategie", allora è già indice di una relazione che non va.
Quello che Le chiederei, se fossimo in colloquio (ma su cui Le posso chiedere in generale di riflettere), è quali parti di lei si sono attivate e si attivano in questa relazione. Forse cerca di colmare un vuoto ("voglio che lui mi continui a desiderare"), forse cerca di uscire fuori dalla sua zona di comfort e fare esperienze diverse e nuove, forse c'è una sua personalissima difficoltà a lasciar andare le persone (e allora potrebbe lavorarci), forse tende ad idealizzare l'altro a sfavore dei suoi veri ed autentici bisogni...
Volersi sperimentare è un movimento sano, ma solo se fatto in un contesto di consapevolezza e di riconoscimento dei propri limiti e delle proprie necessità più profonde... diventa meno sano se, invece, nel tentativo di provare cose nuove, ci si spinge "nella tana dei lupi" o si lascia che sia l'altro a "indicarci" (o, spesso, imporci) come si deve stare in relazione con lui/lei.
La invito dunque a riflettere su tutte queste questioni, su sé stessa, sull'amor proprio, sui limiti e confini della "comfort zone" e quelli, invece, della "zona di crescita".
Queste sono tematiche fondamentali che, se affrontate, La aiuteranno a vedere con maggiore chiarezza ed a non perdersi nel bisogno di essere desiderata, vista, riconosciuta, voluta... tematiche che, se vorrà, sarebbero utili ed interessanti da approfondire in un percorso psicologico e/o psicoterapeutico. Se vorrà valutare questa possibilità, e/o approfondire la questione, resto a Sua disposizione e può contattarmi qui o sugli altri miei contatti!
A presto,
Chiara Visalli - Psicologa Clinico Dinamica
Buongiorno! non mi sembra che ci sia scritta la sua età, ma questo poco importa. Ascoltando la sua storia, a livello umano mi verrebbe da dirle che lei è molto carina nei confronti di questo ragazzo e si vede che ci sta del sentimento da parte sua ma come psicologa mi verrebbe in mente da chiederle cosa cerca lei? Quali sono i suoi bisogni e cosa mette da parte per poter essere vicino a questo ragazzo. Credo sia molto importante capire lei come si sente, e cosa lei vuole. Quando capirà cosa vuole veramente sarà più facile capire se continuare o salutare questa persona. Se continuare a frequentarsi possa aiutare lui a rendersi conto di cosa prova per lei o come dice lei riaccendere l'intesa mentale? non saprei, però penso che lei debba puntare sulle sue sensazioni e emozioni e dare valore a se stessa.
Spero di esserle stato un pò d'aiuto.
Spero di esserle stato un pò d'aiuto.
Gentile utente,
quello che descrive è un intreccio molto intenso di emozioni, aspettative e delusioni, e capisco quanto possa essere confuso e doloroso. Dal suo racconto emerge quanto lei abbia investito emotivamente, vivendo momenti di forte complicità ma anche di instabilità e incertezza. È naturale che, dopo un legame così coinvolgente, il desiderio e la speranza di “riaccendere” ciò che vi ha uniti possano coesistere con la paura di sentirsi svalutata o ferita.
Tuttavia, il comportamento che lui ha mostrato — alternando entusiasmo e distacco, dichiarando di non volersi impegnare e proponendo un rapporto esclusivamente fisico — indica con chiarezza che non è disposto ora a condividere con lei un legame stabile o reciproco sul piano emotivo. Sperare che un cambiamento possa avvenire solo restando disponibili rischia di prolungare la sofferenza e di minare ulteriormente la sua autostima.
Questa situazione tocca anche un punto importante: il suo bisogno di sentirsi vista, scelta e rispettata. Continuare una relazione “a metà” potrebbe temporaneamente soddisfare il desiderio fisico o il timore di perdere il contatto, ma difficilmente potrà restituirle la sicurezza e il valore che merita in un rapporto.
Può essere molto utile, in momenti come questo, fermarsi a riflettere su ciò che desidera davvero per sé: una connessione che la faccia sentire rispettata, protetta e considerata, o un legame che la mantiene in uno stato di incertezza e dolore. Se trova difficile gestire queste emozioni da sola, parlare con uno psicologo o uno psicoterapeuta può aiutarla a fare chiarezza sui suoi bisogni, sui suoi limiti e su come proteggere il suo benessere emotivo.
In definitiva, non possiamo cambiare l’altro se lui stesso non è pronto o motivato a farlo. Ma possiamo scegliere come prenderci cura di noi stessi, anche quando questo significa allontanarsi da qualcosa che, pur avendo avuto momenti belli, oggi non corrisponde più ai nostri bisogni più profondi.
Un caro saluto,
Dott. Michele Scalese – Psicologo
Buongiorno,
la sua storia mostra bene il conflitto tra ciò che desidera e ciò che riceve: da un lato vuole una relazione che unisca intesa mentale e affettiva, dall’altro si accontenta di un legame centrato solo sul fisico, rischiando di ferirsi. Quando l’istinto porta a inseguire chi non offre la stessa direzione, il rischio è trasformare il piacere in dipendenza. Un percorso psicologico può aiutarla a riconoscere i suoi veri bisogni e a non svendersi per paura di perdere l’altro, ma a scegliere chi sa darle il valore che merita.
Un caro saluto,
Dott.ssa Alessandra Motta – Psicologa Strategica
la sua storia mostra bene il conflitto tra ciò che desidera e ciò che riceve: da un lato vuole una relazione che unisca intesa mentale e affettiva, dall’altro si accontenta di un legame centrato solo sul fisico, rischiando di ferirsi. Quando l’istinto porta a inseguire chi non offre la stessa direzione, il rischio è trasformare il piacere in dipendenza. Un percorso psicologico può aiutarla a riconoscere i suoi veri bisogni e a non svendersi per paura di perdere l’altro, ma a scegliere chi sa darle il valore che merita.
Un caro saluto,
Dott.ssa Alessandra Motta – Psicologa Strategica
Salve, quello che descrive – attrazione intensa, intesa sessuale forte ma difficoltà a costruire un’intesa emotiva stabile – è una dinamica che può generare confusione, dubbi e tensione emotiva.
In situazioni come questa è utile fare un passo indietro e riflettere sui propri bisogni e limiti: chiedersi cosa davvero desidera da una relazione, quale equilibrio tra attrazione fisica e legame emotivo è sostenibile per sé, e quali comportamenti o modalità di comunicazione rispettano la propria dignità e benessere.
È importante ricordare che l’altro non può “cambiare da solo” per soddisfare le nostre aspettative: la costruzione di intesa mentale e sentimentale richiede reciprocità, tempo e disponibilità emotiva da entrambe le parti. La forte attrazione fisica, pur significativa, non garantisce che emerga un legame più profondo se uno dei due non è pronto.
Spesso, in questi casi, può essere utile prendersi dei momenti di distanza per osservare le proprie emozioni, comprendere cosa si desidera davvero e stabilire dei limiti chiari prima di lasciarsi guidare solo dall’istinto o dal piacere immediato. Riflettere prima di agire permette di tutelare se stessi e il proprio equilibrio emotivo.
In situazioni come questa è utile fare un passo indietro e riflettere sui propri bisogni e limiti: chiedersi cosa davvero desidera da una relazione, quale equilibrio tra attrazione fisica e legame emotivo è sostenibile per sé, e quali comportamenti o modalità di comunicazione rispettano la propria dignità e benessere.
È importante ricordare che l’altro non può “cambiare da solo” per soddisfare le nostre aspettative: la costruzione di intesa mentale e sentimentale richiede reciprocità, tempo e disponibilità emotiva da entrambe le parti. La forte attrazione fisica, pur significativa, non garantisce che emerga un legame più profondo se uno dei due non è pronto.
Spesso, in questi casi, può essere utile prendersi dei momenti di distanza per osservare le proprie emozioni, comprendere cosa si desidera davvero e stabilire dei limiti chiari prima di lasciarsi guidare solo dall’istinto o dal piacere immediato. Riflettere prima di agire permette di tutelare se stessi e il proprio equilibrio emotivo.
Buongiorno,
dalla sua descrizione emerge con chiarezza quanto questa conoscenza sia stata intensa ma anche molto altalenante, con momenti di grande vicinanza seguiti da improvvisi distacchi. Questo può generare confusione e un forte senso di incertezza, soprattutto se da parte sua c’è un desiderio di stabilità, di progettualità o di un’intesa che vada oltre l’aspetto fisico.
È importante distinguere tra ciò che l’altra persona dice di volere e ciò che dimostra nei fatti. Fin dall’inizio questo ragazzo ha espresso la sua difficoltà a vivere una relazione stabile e il bisogno di pensare prima a sé stesso. I suoi comportamenti – alternanza di presenza e assenza, ricerca di rapporti prevalentemente fisici, mancanza di costanza – sembrano confermare questo quadro.
Lei invece esprime il desiderio di una connessione mentale ed emotiva più profonda. Questa discrepanza porta a domandarsi se i vostri bisogni e i vostri tempi siano davvero compatibili. Spesso, quando la parte fisica è molto coinvolgente, si rischia di sperare che da lì possa nascere altro, ma non sempre questo accade: la stabilità e la complicità emotiva richiedono motivazioni e disponibilità da entrambe le parti.
Un suggerimento che può esserle utile è quello di chiedersi:
Quali sono i miei bisogni reali in questo momento?
Questa persona li può soddisfare, oppure sto rinunciando a parti di me pur di non perderla?
Ascoltarsi con sincerità la aiuterà a capire se proseguire su questa strada la fa crescere o se rischia invece di minare la sua autostima. A volte il coraggio non sta nel trattenere qualcuno, ma nel riconoscere che meritiamo un rapporto in cui ciò che desideriamo venga ricambiato.
Un caro saluto,
Dott.ssa Elena Frosini.
dalla sua descrizione emerge con chiarezza quanto questa conoscenza sia stata intensa ma anche molto altalenante, con momenti di grande vicinanza seguiti da improvvisi distacchi. Questo può generare confusione e un forte senso di incertezza, soprattutto se da parte sua c’è un desiderio di stabilità, di progettualità o di un’intesa che vada oltre l’aspetto fisico.
È importante distinguere tra ciò che l’altra persona dice di volere e ciò che dimostra nei fatti. Fin dall’inizio questo ragazzo ha espresso la sua difficoltà a vivere una relazione stabile e il bisogno di pensare prima a sé stesso. I suoi comportamenti – alternanza di presenza e assenza, ricerca di rapporti prevalentemente fisici, mancanza di costanza – sembrano confermare questo quadro.
Lei invece esprime il desiderio di una connessione mentale ed emotiva più profonda. Questa discrepanza porta a domandarsi se i vostri bisogni e i vostri tempi siano davvero compatibili. Spesso, quando la parte fisica è molto coinvolgente, si rischia di sperare che da lì possa nascere altro, ma non sempre questo accade: la stabilità e la complicità emotiva richiedono motivazioni e disponibilità da entrambe le parti.
Un suggerimento che può esserle utile è quello di chiedersi:
Quali sono i miei bisogni reali in questo momento?
Questa persona li può soddisfare, oppure sto rinunciando a parti di me pur di non perderla?
Ascoltarsi con sincerità la aiuterà a capire se proseguire su questa strada la fa crescere o se rischia invece di minare la sua autostima. A volte il coraggio non sta nel trattenere qualcuno, ma nel riconoscere che meritiamo un rapporto in cui ciò che desideriamo venga ricambiato.
Un caro saluto,
Dott.ssa Elena Frosini.
Gentile utente,
dal suo racconto si percepisce un forte coinvolgimento emotivo, unito alla confusione e al bisogno di capire come collocare questa storia che le ha dato, insieme, intensità e dolore. La sua lucidità nel descrivere ciò che è accaduto è notevole: ha colto con chiarezza i passaggi in cui lui si è avvicinato e poi distanziato, così come i momenti in cui lei ha cercato di capire cosa stesse realmente costruendo.
Il punto centrale è che questo rapporto, fin dall’inizio, è stato sbilanciato nei bisogni e nelle intenzioni.
Lei ha cercato vicinanza, condivisione, la possibilità di conoscersi davvero; lui ha dichiarato fin da subito di non voler una relazione, ma poi ha alternato momenti di grande intensità (contatti costanti, attenzioni, gesti affettuosi) a improvvisi distacchi. Questo alternarsi crea nel tempo una forte attivazione emotiva, quasi dipendente, che può far credere di vivere qualcosa di speciale, quando in realtà si tratta di un ciclo di attesa, delusione e speranza.
La proposta che ora le fa — un rapporto solo fisico, senza vincoli — è coerente con la sua difficoltà ad esporsi affettivamente, ma profondamente in contrasto con il suo bisogno di essere vista, rispettata e amata come persona. È per questo che si sente combattuta: una parte di lei sa che accettare questa modalità la ferisce, ma l’altra parte continua a sperare che, restando, lui possa cambiare o “ritrovare” quell’intesa mentale che vi univa all’inizio.
È importante dirlo con chiarezza: non c’è nulla che lei possa fare per farlo cambiare, se la sua scelta è quella di restare su un piano puramente fisico. Le persone cambiano solo quando sentono di volerlo fare, non per il comportamento dell’altro. Continuare in questa direzione rischia di logorare la sua autostima e di ridurre il valore che sente di avere ai suoi occhi, proprio come lei stessa teme.
Se vuole mantenere la propria dignità e proteggersi, la strada più sana è interrompere il contatto e prendersi tempo per sé, per elaborare ciò che questa relazione ha toccato dentro di lei: il bisogno di essere scelta, la paura di perdere il desiderio dell’altro, la difficoltà a staccarsi anche quando razionalmente sa che non è la strada giusta.
Un percorso psicologico l’aiuterebbe molto a comprendere queste dinamiche e a trasformare la ferita in consapevolezza, così da riconoscere, in futuro, relazioni più stabili e reciproche. L’intensità che ha vissuto con quest’uomo non è “sbagliata”, ma può diventare un segnale di quanto lei sia capace di sentire: il passo successivo sarà scegliere qualcuno che sappia incontrarla con la stessa profondità.
Dott.ssa Sara Petroni
dal suo racconto si percepisce un forte coinvolgimento emotivo, unito alla confusione e al bisogno di capire come collocare questa storia che le ha dato, insieme, intensità e dolore. La sua lucidità nel descrivere ciò che è accaduto è notevole: ha colto con chiarezza i passaggi in cui lui si è avvicinato e poi distanziato, così come i momenti in cui lei ha cercato di capire cosa stesse realmente costruendo.
Il punto centrale è che questo rapporto, fin dall’inizio, è stato sbilanciato nei bisogni e nelle intenzioni.
Lei ha cercato vicinanza, condivisione, la possibilità di conoscersi davvero; lui ha dichiarato fin da subito di non voler una relazione, ma poi ha alternato momenti di grande intensità (contatti costanti, attenzioni, gesti affettuosi) a improvvisi distacchi. Questo alternarsi crea nel tempo una forte attivazione emotiva, quasi dipendente, che può far credere di vivere qualcosa di speciale, quando in realtà si tratta di un ciclo di attesa, delusione e speranza.
La proposta che ora le fa — un rapporto solo fisico, senza vincoli — è coerente con la sua difficoltà ad esporsi affettivamente, ma profondamente in contrasto con il suo bisogno di essere vista, rispettata e amata come persona. È per questo che si sente combattuta: una parte di lei sa che accettare questa modalità la ferisce, ma l’altra parte continua a sperare che, restando, lui possa cambiare o “ritrovare” quell’intesa mentale che vi univa all’inizio.
È importante dirlo con chiarezza: non c’è nulla che lei possa fare per farlo cambiare, se la sua scelta è quella di restare su un piano puramente fisico. Le persone cambiano solo quando sentono di volerlo fare, non per il comportamento dell’altro. Continuare in questa direzione rischia di logorare la sua autostima e di ridurre il valore che sente di avere ai suoi occhi, proprio come lei stessa teme.
Se vuole mantenere la propria dignità e proteggersi, la strada più sana è interrompere il contatto e prendersi tempo per sé, per elaborare ciò che questa relazione ha toccato dentro di lei: il bisogno di essere scelta, la paura di perdere il desiderio dell’altro, la difficoltà a staccarsi anche quando razionalmente sa che non è la strada giusta.
Un percorso psicologico l’aiuterebbe molto a comprendere queste dinamiche e a trasformare la ferita in consapevolezza, così da riconoscere, in futuro, relazioni più stabili e reciproche. L’intensità che ha vissuto con quest’uomo non è “sbagliata”, ma può diventare un segnale di quanto lei sia capace di sentire: il passo successivo sarà scegliere qualcuno che sappia incontrarla con la stessa profondità.
Dott.ssa Sara Petroni
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