Buonasera, volevo chiedere un parere a voi dottori. Soffro di disturbo ossessivo compulsivo e ho pro

25 risposte
Buonasera, volevo chiedere un parere a voi dottori. Soffro di disturbo ossessivo compulsivo e ho problemi legati all'ansia. So che per il trattamento del DOC l'ideale sarebbe una terapia di tipo cognitivo-comportamentale, ma purtroppo nella mia zona di Napoli non trovo professionisti di questo tipo, ma trovo soprattutto esperti dell'approccio sistemico-relazionale oppure gestalt. Secondo voi sarebbe del tutto sbagliato affidarsi a questi professionisti? Non sarebbe utile per affrontare le mie problematiche? Pensate che non mi sarebbero di aiuto oppure magari possono aiutarmi lo stesso? So bene che ad oggi è possibile fare delle sedute online entrando in contatto anche con psicologi lontani, però mi trovo meglio con la modalità "in presenza" perché mi sento più libera di esprimermi, mentre da casa online non riuscirei ad aprirmi bene temendo di essere ascoltata. Diciamo che online non riuscirei a fare quell'esperienza di spazio protetto che invece di solito una seduta face to face può garantire. Quindi chiedo a voi se sia fattibile rivolgermi a dei professionisti che trattano il DOC senza però seguire l'approccio più consigliato cognitivo-comportamentale. Oppure spero possano rispondermi anche degli psicologi di Napoli che sappiano trattare il DOC, con situazioni legate anche all'ansia, che possano essermi di aiuto. Grazie mille!
Dott.ssa Franca Vocaturi
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Torino
Buongiorno, le assicuro che anche con altri approcci è possibile ottenere buoni risultati nell'affrontare i suoi disturbi. Ogni approccio segue proprie modalità ma anche seguendo strade diverse si può arrivare alla meta! L'aspetto più importante è la relazione terapeutica, il clima di fiducia che si riesce ad instaurare tra terapeuta e paziente. Si affidi dunque senza timore al terapeuta che sceglierà e al di là dell'approccio valuti come si sente nella relazione. Le auguro buona scelta. Dott.ssa Franca Vocaturi

Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online

Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.

Mostra risultati Come funziona?
Dott.ssa Gessica Turiello
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Salerno
Buongiorno,
l'approccio cognitivo comportamentale è un tipo di approccio, non fa in sè una psicoterapia, ne determina in sè il successo di una psicoterapia, che invece è multi fattoriale e legato anche alla persona del terapeuta, e alla specifica relazione terapeutica che si va ad instaurare, che è diversa per ogni utente-paziente. Il fatto che ci siano dei trattamenti considerati elettivi per il trattamento di determinati disturbi, non significa in automatico che siano gli unici possibili. Tenga conto della formazione continua, olistica e multi settoriale, non frammentaria, alla quale qualsiasi bravo terapeuta cerca di attenersi. L'obiettivo di un terapeuta, a prescindere dall'orientamento, è avere in mente il benessere della PERSONA. Spero di avere fatto un pò di chiarezza. In bocca a lupo per tutto!
Dott.ssa G.T.
Dott.ssa Veronica De Iuliis
Psicologo, Psicologo clinico
Cogliate
Gentile utente,
capisco bene il suo dubbio. È molto diffusa l’idea che per il disturbo ossessivo-compulsivo l’unica strada valida sia la terapia cognitivo-comportamentale. In realtà non è così: non esiste un approccio “migliore in assoluto” valido per tutti, perché la riuscita di una psicoterapia dipende da diversi fattori, tra cui la qualità della relazione terapeutica, la motivazione personale e il tipo di percorso che più si adatta alla sua storia.

Ogni orientamento psicoterapeutico – cognitivo-comportamentale, sistemico-relazionale, gestaltico o altri – ha strumenti efficaci per lavorare sull’ansia, sulle ossessioni e sui comportamenti ripetitivi. Per esempio:

nella Gestalt si lavora molto sull’esperienza nel “qui e ora”, sul riconoscere e gestire le emozioni, sul ridurre il bisogno di controllo;

nell’approccio sistemico-relazionale si esplorano i legami e i contesti relazionali che possono alimentare il sintomo, favorendo un cambiamento a livello personale e interpersonale.

Il punto centrale non è tanto l’etichetta dell’approccio, quanto il sentirsi accolti da un professionista con cui costruire fiducia e alleanza terapeutica: questo è ciò che fa realmente la differenza nel trattamento del DOC e di altre forme di sofferenza psicologica.

Se lei sente che la modalità in presenza è quella che le permette di aprirsi meglio, è già un’informazione preziosa per orientare la scelta. Inizi un percorso con il professionista che le ispira più fiducia: potrà rendersi conto, passo dopo passo, se quel lavoro le sta portando beneficio.

Un caro saluto,
Veronica De Iuliis – Psicologa
Buongiorno, comprendo molto bene i suoi dubbi e la sua esigenza di trovare un percorso che le dia fiducia e che le faccia sentire accolta nel modo più adatto.
È vero che la terapia cognitivo-comportamentale è considerata l’approccio più efficace e raccomandato dalle linee guida internazionali per il trattamento del DOC. Tuttavia, questo non significa che altri approcci, tuttavia, anche con questi gli altri modelli che lei nomina è possibile lavorare in modo significativo, soprattutto sulla gestione dell’ansia, sulle relazioni, sulla consapevolezza emotiva e sul senso di sé. Molte persone traggono beneficio e migliorano la loro qualità di vita anche in percorsi diversi dal cognitivo-comportamentale.
Il punto chiave non è solo l’approccio teorico, ma anche la qualità della relazione terapeutica, sentirsi ascoltati, compresi e supportati può rappresentare di per sé un fattore terapeutico molto potente.
Se sente che online non riuscirebbe a vivere la stessa sensazione di protezione che in presenza, è importante rispettare questo bisogno.
Detto ciò, se desidera lavorare in maniera specifica sul DOC, potrebbe valutare due strade parallele, in presenza, iniziare con un professionista disponibile nella sua zona (anche se non cognitivo-comportamentale), per non rimanere senza supporto.
In futuro, eventualmente affiancare, se lo riterrà opportuno, un percorso mirato online con uno psicologo CBT.
In altre parole, affidarsi a uno psicologo con un approccio diverso non è sbagliato e può comunque aiutarla. Non deve pensare che senza CBT non ci sia speranza, ci sono più modi per stare meglio, e già il fatto che lei stia cercando attivamente aiuto è un passo molto importante. Un caro saluto
Dott.ssa Elena Gianotti
Psicologo, Psicoterapeuta
Milano
Buongiorno, grazie per la sua condivisione. Assolutamente, il DOC può essere trattato anche con altri approcci, perchè più ancora dell'approccio conta la relazione, e come il terapeuta sceglie di applicare il proprio approccio. Sull'efficacia di una terapia, l'80% lo fa la relazione che si instaura tra quello specifico terapeuta e quello specifico paziente, e l'elemento della relazione è assolutamente unico e non prevedibile dall'approccio. L'approccio da delle linee guida, che non sono però rigide. Credo che la cosa più importante sia trovare un terapeuta o una terapeuta con cui si trovi bene, da cui si senta accolta e ascoltata senza giudizio. Il resto lo fa la relazione terapeutica. Aggiungo anche che un terapeuta che abbia adottato un certo approccio spesso e volentieri integra le proprie conoscenze anche con quelle provenienti da altri approcci. Se avesse altre domande mi trova a disposizione. Un caro saluto, dott.ssa Elena Gianotti
Dott.ssa Giorgia Ferrucci
Psicologo, Psicologo clinico
Lainate
Buongiorno, non si preoccupi del tipo di approccio, per quanto alcuni approcci vengano consigliati più di altri per alcuni casi specifici, l'importante è creare una buona alleanza con il/la terapeuta e vedrà che un percorso con uno specialista le sarà sicuramente di aiuto!
Un abbraccio.
Dr.ssa Giorgia Ferrucci
Dr. Leopoldo Tacchini
Psicologo, Psicologo clinico
Figline Valdarno
Gentile.., mi sembra impossibile che in una città di cultura quale Napoli non vi siano professionisti seguaci dell'approccio cognitivo. Potrebbe anche rivolgersi alla terapia breve strategica che ha dato risultati promettenti, telefonando al Centro principale ad Arezzo e chiedendo una nominativo nella sua zona. Personalmente le consiglio di cercare di rimanere sull'approccio cognitivo. Altri interventi potrebbero essere una gran perdita di tempo, a meno che non vi siano altri elementi come elevato stress, depressione o altro suscettibili di altri interventi. Cordialmente dr. Tacchini
Dott.ssa Chiara Visalli
Psicologo, Psicologo clinico
Palermo
Buon pomeriggio carissima utente, Le posso assicurare che ciascun approccio psicoterapeutico può essere utile al paziente... sebbene cambino tecniche e strumenti, l'obiettivo resta per tutti sempre quello di aiutare la persona. Dunque, se non trova uno specialista cognitivo-comportamentale, può rivolgersi tranquillamente ad uno psicoterapeuta sistemico-relazionale o psicodinamico. So bene che le ricerche sostengono la tesi che il DOC sia preferibilmente adatto ad una terapia cognitiva-comportamentale, ma ci sono diverse variabili da considerare e non è detto che la logica "causa-effetto" sia così corretta.

Le auguro dunque un in bocca al lupo e di trovare uno specialista che, a prescindere dal suo approccio, la faccia sentire accolta e compresa - inoltre, so quanto gli incontri dal vivo vengono vissuti con maggiore impatto e come uno spazio più sicuro.
Se avrà bisogno di qualche altro consulto, mi troverà comunque a sua disposizione.
Chiara Visalli - Psicologa Clinico Dinamica
Dott. Daniele Migliore
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Gentilissima,
grazie per aver condiviso la sua preoccupazione, il suo dubbio non è affatto banale.
A prescindere da quale terapia sia più "indicata" per un trattamento specifico, questo non significa che altri approcci, come quello sistemico-relazionale o la Gestalt, siano “inutili” o sbagliati.
Spesso la differenza la fa la qualità della relazione terapeutica: se lei si sentirà accolta, compresa e al sicuro, sarà già un terreno importante per lavorare anche sull’ansia e sui vissuti legati alle ossessioni.
Non è tanto una questione di aderire a un protocollo rigido ma piuttosto di trovare un contesto in cui possa sentirsi meno sola nel portare il peso di ciò che vive. In questo senso, un percorso anche con un terapeuta non strettamente cognitivo-comportamentale può rivelarsi prezioso, soprattutto se saprà rispecchiare con cura i suoi bisogni e aiutarla a dare senso alla sofferenza.
Le auguro il meglio,

Dott. Daniele Migliore
Dott. Matteo Musetti
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Monza
Buonasera, è vero che la terapia cognitivo-comportamentale è considerata la terapia d’elezione per il disturbo ossessivo-compulsivo, come confermato dalla ricerca scientifica. Detto questo, non significa affatto che altri approcci non possano esserle d’aiuto e non siano altrettanto validi.
Ogni percorso psicoterapeutico non si limita soltanto ad affrontare il sintomo, ma prende in considerazione anche la struttura di personalità, ciò che lei vive interiormente, il suo modo di sentire, di relazionarsi e di gestire l’ansia. In questo senso, anche approcci come quello sistemico-relazionale analitico o gestaltico possono offrirle strumenti utili e un sostegno significativo. Non si tratta quindi solo di “curare il DOC”, ma di prendersi cura della persona nel suo insieme: questo aspetto può fare davvero la differenza.
Inoltre, lei stessa sottolinea quanto per lei sia importante la modalità in presenza, che le permette di sentirsi più libera di esprimersi e di vivere lo spazio terapeutico come realmente protetto. Questo è un elemento molto rilevante, che può favorire l’efficacia del percorso, indipendentemente dall’approccio scelto.
Per queste ragioni, rivolgersi a un professionista che la segua in presenza, anche se non cognitivo-comportamentale, può comunque rappresentare una strada valida e utile.

Resto a disposizione. Per qualsiasi richiesta/informazione non esiti a contattarmi. Un caro Saluto.

Dott. Matteo Musetti
Dott. Fabio Nenci
Psicologo clinico, Psicologo
San Maurizio Canavese
Buonasera,
sicuramente troverà tantissimi bravi professionisti sul territorio che le potranno essere d'aiuto, provi a fare dei primi incontri con un paio di professionisti e si affidi a chi le dà maggior fiducia. La terapia è tante cose non è solo tecnica ,per funzionare ha bisogno di trovare la giusta sintonia tra il professionista e il paziente.
Buonasera.
Comprendo perfettamente la sua preoccupazione riguardo alla scelta dell'approccio terapeutico, specialmente quando si tratta di una condizione impegnativa come il Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC).
Per quanto riguarda i diversi Approcci, come il Sistemico-Relazionale o la Gestalt, le posso assicurare che sono entrambi molto validi. Possono aiutarla a gestire l'ansia e a comprendere come il DOC si inserisce nelle sue relazioni e nella sua esperienza di sé.
Poiché si sente più a suo agio e libera di aprirsi in presenza (face-to-face), dia priorità a questa modalità. L'efficacia della terapia dipende più dalla sua fiducia e dalla qualità dell'alleanza che dall'etichetta dell'approccio.
Scelga il professionista che le ispira maggiore fiducia, anche se utilizza un approccio diverso dalla TCC. Sentirsi protetta e compresa è il fattore che le farà trarre il vero beneficio dal percorso.
L'approccio è importante, ma il rapporto con il terapeuta lo è di più.
Un caro saluto
Sono dell'idea che è vero, alcuni trattamenti o scuole di pensiero siano più adeguate di altre per sintomatologie specifiche, ma il percorso psicologico è qualcosa anche di molto personale e privato, intimo. Non fermarti solo alla formazione dello specialista che cerchi, cerca di trovarne uno con cui sentirti a tuo agio, con cui riuscire a scoprirti e riscoprirti, in modo che il percorso non diventi un peso, ma un'esperienza piena e completa, che vada oltre anche al tuo problema specifico. Io sono a Napoli, per qualsiasi cosa mi trovi in privato!
Dott.ssa Mariapaola Anania
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buonasera grazie per la condivisione. Le evidenze scientifiche eleggono l’approccio cognitivo-comportamentale come terapia di eccellenza per il DOC però penso che a prescindere dall’orientamento qualsiasi percorso psicoterapeutico possa portare dei benefici.. gli elementi più importanti per il buon esito di un percorso psicoterapeutico sono: l’alleanza terapeutica, la fiducia, la motivazione. Se preferisce fare terapia in presenza le consiglierei di rivolgersi agli psicoterapeuti della sua zona anche se seguono un modello diverso da quello cognitivo-comportamentale. Nel caso volesse ulteriori informazioni resto disponibile e le ricordo che é possibile prenotare dal mio profilo una video consulenza gratuita di 20 minuti ( potrebbe essere un’opportunità per sperimentare praticamente la seduta online).. in bocca al lupo.
Dott.ssa Mariapaola Anania, psicologa clinica, psicosessuologa, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale in formazione
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buonasera, capisco bene i suoi dubbi e la sua ricerca di una strada che le permetta di sentirsi seguita in modo adeguato e rispettosa dei suoi bisogni. È vero che per il disturbo ossessivo compulsivo la terapia cognitivo-comportamentale è considerata l’approccio con maggiore evidenza scientifica in termini di efficacia, ma questo non significa che altri orientamenti terapeutici siano del tutto inutili o inefficaci. Approcci come quello sistemico-relazionale o gestaltico possono comunque offrirle uno spazio di ascolto, di comprensione delle emozioni e delle dinamiche che la accompagnano, e anche questo può avere un impatto positivo nel ridurre ansia e sofferenza. Allo stesso tempo, è comprensibile il suo desiderio di avere una terapia in presenza, perché il contesto dello studio può darle la sensazione di protezione e riservatezza che le serve per aprirsi. Non è quindi “sbagliato” affidarsi a un professionista con un approccio diverso, soprattutto se sente che la modalità online la limiterebbe troppo. A volte ciò che fa davvero la differenza è anche la relazione terapeutica, il sentirsi compresi e accolti, al di là del modello teorico di riferimento. Naturalmente, se desidera lavorare nello specifico con tecniche mirate al DOC, può tenere aperta la possibilità di contattare anche un terapeuta cognitivo-comportamentale che opera a distanza, magari valutando se dopo qualche seduta online possa sentirsi più a suo agio di quanto immagina ora. Intanto, iniziare un percorso in presenza con uno psicologo che le trasmetta fiducia e con cui senta di potersi aprire, potrebbe rappresentare comunque un passo importante. Spesso il lavoro terapeutico non è un percorso a senso unico, e può capitare di integrare in momenti diversi approcci differenti, trovando di volta in volta ciò che meglio risponde ai bisogni personali. Ciò che conta di più è non rimanere sola con questa difficoltà e dare valore al fatto che si sta già muovendo nella direzione di chiedere aiuto. Questo è un segnale di grande risorsa e di desiderio di cambiamento. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott. Massimiliano Nardi
Psicologo clinico, Psicologo
Busto Arsizio
Buongiorno, in effetti la terapia cognitivo-comportamentale è fra le più efficaci per trattare i sintomi che lei ha descritto, ma anche gli altri approcci psicoterapeutici possono aiutare ad alleviare i sintomi e soprattutto a comprenderne le cause. La differenza emerge nei percorsi che vengono effettuati, ogni approccio e ogni professionista ha una modalità unica di arrivare all'obiettivo e con l'approccio cognitivo-comportamentale statisticamente si raggiungono gli obiettivi in minore tempo, focalizzandosi principalmente sui sintomi e utilizzando protocolli standard. Nel caso in cui non dovesse trovare un terapeuta dell'approccio che desidera mi sento di consigliarle una psicoterapia ad approccio integrato, che per l'appunto integra vari approcci psicologici insieme per dare una risposta unitaria e coesa, costruita ad hoc sulla persona, usando anche alcuni metodi della terapia cognitivo-comportamentale. Per aiutarla nella scelta potrebbe essere utile anche un colloquio di orientamento con uno psicologo della sua zona, così che possa esporre tutte le sue perplessità e desideri, ricevendo una risposta ancora più mirata alle sue esigenze. Inoltre molti professionisti non si trovano online oppure non specificano il proprio orientamento, ma potrebbero essere in contatto con altri colleghi che li conoscono e possono farle un invio. Spero possa trovare il professionista più adatto a lei, un caro saluto. Dott. Nardi Massimiliano
Dott.ssa Monica Mugnai
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Montevarchi
Gentile Utente, la terapia cognitivo comportamentale è la terapia di elezione per il disturbo ossessivo compulsivo. Questo non significa che gli altri approcci non siano validi. Inoltre, prima dell'approccio teorico, c'è la persona che incontra. Questo è fondamentale: ognuno di noi, professionista o paziente che sia, è una persona con proprie caratteristiche. Le può capitare di trovare un collega cognitivo comportamentale con cui non si trova bene (e questo può compromettere il lavoro insieme), o viceversa. Se preferisce intraprendere un percorso in presenza, si affidi ad un collega che tratta il disturbo ossessivo compulsivo nella sua zona. Dopo un po' di tempo valuterà se la sta aiutando oppure no.
Resto a disposizione per eventuali chiarimenti, Dottoressa Monica Mugnai
Dott.ssa Marta Calzari
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Buongiorno. La sua domanda è molto importante e tocca un punto che spesso crea dubbi. È vero che la terapia cognitivo-comportamentale (TCC) è l’approccio più studiato e supportato dalla ricerca per il trattamento del disturbo ossessivo-compulsivo. Detto questo, non significa che altri modelli non possano esserle di aiuto. Approcci come quello sistemico-relazionale o la Gestalt, ad esempio, lavorano su dinamiche personali e relazionali che possono incidere in modo significativo sul vissuto di ansia e sulla qualità di vita. A mio avviso ciò che conta molto, al di là del modello teorico, è la relazione terapeutica: sentirsi accolti, compresi e in uno spazio sicuro è già un fattore terapeutico fondamentale. Se per lei è importante la modalità in presenza, questo elemento non va sottovalutato: sentirsi a proprio agio nel contesto e con il professionista è parte integrante del percorso di cura.
Può quindi valutare di iniziare un percorso anche con un terapeuta di un approccio diverso dalla TCC, osservando come si sente e che beneficio ne trae. In alternativa, potrebbe tenere aperta anche l’opzione online con un/una terapeuta cognitivo-comportamentale, magari facendo un primo colloquio per capire se riesce a percepire comunque quello “spazio protetto” di cui sente il bisogno. Resto a disposizione.
Dott.ssa Giulia Guzzetti
Psicologo
Saronno
Buongiorno, vorrei rassicurarla che anche se l'approccio cognitivo comportamentale è ottimo per il DOC, non è l'unico tipo di psicoterapia efficace, tutti i tipi di terapeuti possono prendere in cura questo tipo di diagnosi, l'importante è che si rivolga a uno psicoterapeuta abilitato. Ma forse cosa ancora più importante è che si trovi bene con il terapeuta e che instauriate una buona relazione, quindi se in questo momento non si trova a suo agio con la terapia online fa benissimo a cercare un collega che la accolga in presenza. Quindi quelloc he le consiglio è di provare ad iniziare con uno psicoterapeuta in presenza e in caso starà al collega in onestà a inviarla a qualcuno di più appropriato per la sua situazione ed eventualmente in se necessario anche a uno/a psichiatra.
Buona giornata!
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Gentile utente, credo che per quando l'approccio cognitivo-comportamentale sia quello scientificamente più suggerito nulla toglie che un altro approccio non la possa aiutare a comprendere l'origone del disturbo, le passo sostenere della gestione e riduzione del sintomo. Se non si sente di sostenere la terapia online credo sia assolutamente utile e sensato per lei e per ciò che la fa stare meglio optare per una terapia in presenza. Si fidi anche del fatto che la terapia è una relazione terapeutica, non è fatta solo di tecniche e teoria. In bocca a lupo. Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Dott.ssa Laura Lanocita
Psicologo, Psicologo clinico
Milano

Buonasera, comprendo la sua ricerca della giusta direzione terapeutica per affrontare il disturbo ossessivo compulsivo e l'ansia, e l'importanza di sentirsi a proprio agio e protetta durante le sedute. Sebbene la terapia cognitivo-comportamentale sia spesso raccomandata per il trattamento del DOC, altre modalità, come l'approccio psicoanalitico o sistemico-relazionale, possono offrire vantaggi diversi ma altrettanto significativi. Nel mio orientamento psicoanalitico, l'attenzione è posta sul significato inconscio delle ossessioni e delle compulsioni, esplorando come questi sintomi siano espressioni di conflitti interiori più profondi. Questo approccio non si limita all'eliminazione del sintomo, ma cerca di rivelare le dinamiche nascoste che originano queste esperienze, promuovendo una comprensione più ampia del Sé. Anche gli approcci sistemico-relazionale e della Gestalt possono offrire prospettive preziose, concentrandosi sulle relazioni e sulla consapevolezza del qui e ora. Indipendentemente dall'approccio, l'importante è trovare un terapeuta con cui si senta libera di esprimersi e che possa offrirle uno spazio di ascolto attento e non giudicante.
Se desidera esplorare ulteriormente le sue opzioni o discutere di come un approccio psicoanalitico possa aiutarla a comprendere e affrontare le sue difficoltà, sono qui per offrirle supporto.
Cordialmente, dottoressa Laura Lanocita.
Dott.ssa Maria Carla del Vaglio
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Napoli
Buonasera,
la sua riflessione è molto importante e tocca un punto centrale: non esiste un unico approccio “giusto” in assoluto. È vero che per il disturbo ossessivo-compulsivo le linee guida indicano la terapia cognitivo-comportamentale come trattamento di elezione, ma questo non significa che altri orientamenti non possano essere efficaci o utili.

Ogni modello terapeutico ha punti di forza e limiti, e molto dipende anche dalla persona che intraprende il percorso: ciò che funziona per qualcuno potrebbe non essere altrettanto utile per un altro. Il sentirsi accolti, compresi e al sicuro nello spazio terapeutico è un fattore determinante per il buon esito della terapia, e può essere trovato anche in un percorso sistemico-relazionale o gestaltico.

Se per lei la modalità in presenza rappresenta un requisito fondamentale per aprirsi e sentirsi protetta, questo è già un elemento importante da rispettare: scegliere un contesto in cui si sente a suo agio è prioritario.

Può quindi valutare serenamente di iniziare un percorso anche con un professionista di un orientamento diverso da quello cognitivo-comportamentale, senza temere che questo renda la terapia “meno valida”. Sarà il terapeuta, dopo un primo colloquio, a valutare con lei gli obiettivi e il tipo di intervento più adatto.

Rimango a disposizione se desidera un ulteriore confronto o indicazioni più specifiche.
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buonasera,

capisco bene i suoi dubbi e le sue difficoltà. È vero che le linee guida internazionali indicano la terapia cognitivo-comportamentale, in particolare con protocolli specifici come l’esposizione con prevenzione della risposta (ERP), come trattamento di prima scelta per il Disturbo Ossessivo-Compulsivo. Tuttavia, questo non significa che altri approcci psicoterapeutici non possano comunque essere di aiuto.

Ogni percorso psicologico ha delle proprie risorse: ad esempio, un approccio sistemico-relazionale o gestaltico può lavorare su aspetti emotivi, relazionali e sul modo in cui l’ansia viene vissuta e gestita, offrendo comunque strumenti utili per affrontare il disagio. Naturalmente, l’efficacia specifica sul DOC potrebbe non essere la stessa della terapia cognitivo-comportamentale, ma ciò non rende automaticamente “sbagliato” intraprendere un percorso in questi orientamenti, soprattutto se per lei è importante la presenza fisica e il sentirsi accolta in uno spazio protetto.

Può essere utile anche valutare, se lo desidera, un primo colloquio con diversi professionisti per capire chi le trasmette maggiore fiducia, indipendentemente dall’approccio. A volte la relazione terapeutica e il sentirsi compresi hanno un peso fondamentale nel percorso di cura.

Per approfondire la sua situazione e ricevere un orientamento più personalizzato, è sempre consigliato rivolgersi direttamente a uno specialista.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott.ssa Elena Brizi
Psicologo, Psicologo clinico
Tarquinia
Buonasera,
affidarsi a terapeuti che seguono un approccio diverso da quello cognitivo-comportamentale non è assolutamente sbagliato. Ogni approccio, anche se diverso, può essere d’aiuto, soprattutto se il paziente riesce a sentire una connessione con il professionista ed un’accoglienza nello spazio di terapia.
Gli approcci sistemico-relazionale o gestaltico possono comunque offrire degli strumenti preziosi per affrontare dinamiche familiari e relazionali, ansia e vissuti emotivi.
La cosa più importante è il rapporto terapeutico, non soltanto il metodo applicato.
Inoltre, comprendo la difficoltà di seguire una terapia online: per molte persone il senso di accoglienza o comprensione risulta molto diverso in presenza. Quindi non si forzi su questo punto se sente che non fa per lei. Sentirsi a proprio agio deve essere alla base di qualsiasi percorso terapeutico.
Per qualsiasi cosa, sono a disposizione.
Dott.ssa Elena Brizi, psicologa
Dott.ssa Federica Giudice
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
È vero: per il DOC le terapie cognitive, soprattutto con protocolli specifici come l’ERP, è considerata il trattamento di elezione, quello che ha le maggiori evidenze scientifiche.
Detto questo, non significa che altri approcci siano “inutili” o “sbagliati”. Possono comunque offrirti strumenti di consapevolezza, aiutarti a ridurre l’ansia, a lavorare sulle tue relazioni e sulla gestione delle emozioni. Allo stesso tempo, se dovessi renderti conto che questo non basta o che senti il bisogno di un intervento più mirato, ti consiglio di non escludere del tutto la possibilità della terapia online. Ormai moltissimi pazienti con DOC lavorano in videochiamata con psicologi specializzati con buoni risultati e può rappresentare un compromesso efficace, soprattutto se ti permette di avere accesso al trattamento più specifico per il tuo problema.

Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda

  • La tua domanda sarà pubblicata in modo anonimo.
  • Poni una domanda chiara, di argomento sanitario e sii conciso/a.
  • La domanda sarà rivolta a tutti gli specialisti presenti su questo sito, non a un dottore in particolare.
  • Questo servizio non sostituisce le cure mediche professionali fornite durante una visita specialistica. Se hai un problema o un'urgenza, recati dal tuo medico curante o in un Pronto Soccorso.
  • Non sono ammesse domande relative a casi dettagliati, richieste di una seconda opinione o suggerimenti in merito all'assunzione di farmaci e al loro dosaggio
  • Per ragioni mediche, non verranno pubblicate informazioni su quantità o dosi consigliate di medicinali.

Il testo è troppo corto. Deve contenere almeno __LIMIT__ caratteri.


Scegli il tipo di specialista a cui rivolgerti
Lo utilizzeremo per avvertirti della risposta. Non sarà pubblicato online.
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.