Buonasera. Sono una donna over 30 che sta con un uomo di 40 anni da un anno. Una relazione equilibra
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Buonasera. Sono una donna over 30 che sta con un uomo di 40 anni da un anno. Una relazione equilibrata, divertente e onesta, con voglia di entrambi di un futuro solido e senza perdite di tempo. Fino a più di un mese fa. Dove di colpo, da un giorno all altro, ha smesso di interagire sia per messaggi sia nel vederci.. chieste le spiegazioni: il lavoro, un grande progetto (di mia conoscenza) che lo porta a chiudersi e a mettere tutte le sue energie solo lì. Sono una persona emotiva e sensibile, empatica che davanti a questo atteggiamento non sa più cosa fare. Ho intrapreso una percorso di psicoterapia che mi aiuta a cercar di non aver più paura della gente che sparisce di colpo dalla mia vita. Non ho amici a causa di una vecchia situazione passata. E a questa età, tra lavoro e pochissimo tempo libero, non riesco ad avere nuove conoscenze. Non so più dove cercare. Non ho problemi a interagire, a fare le cose da sola, a volermi bene.
Vi chiedo come posso affrontare questa situazione, non voglio mollare. Condivido il dare spazio.. ma nemmeno un come va mi sembra brutto per una persona che vuole che sia la madre dei suoi figli.
Vi chiedo con il cuore in mano cosa devo fare. Insistere con i messaggi e il vedersi mi ha portato a una risposta che mi è sembrata sincera..ma non di più..
Ringrazio G.
Vi chiedo come posso affrontare questa situazione, non voglio mollare. Condivido il dare spazio.. ma nemmeno un come va mi sembra brutto per una persona che vuole che sia la madre dei suoi figli.
Vi chiedo con il cuore in mano cosa devo fare. Insistere con i messaggi e il vedersi mi ha portato a una risposta che mi è sembrata sincera..ma non di più..
Ringrazio G.
Gentile G.,
è evidente che sta vivendo una situazione dolorosa, soprattutto perché investita in una relazione che sembrava solida e reciproca. La sua sensibilità non è una debolezza, ma una risorsa preziosa, così come il fatto che abbia scelto di lavorare su di sé con la psicoterapia.
Di fronte a un improvviso distacco, è naturale sentirsi smarriti. Il bisogno di chiarezza e presenza in una relazione è legittimo, soprattutto quando si parla di futuro. Dare spazio può essere un atto d’amore, ma quando manca completamente il contatto, anche minimo, rischia di diventare abbandono emotivo.
Le suggerisco di continuare il suo percorso personale, mantenendo saldi i suoi confini e valori. Non si tratta di "mollare", ma di capire se questa relazione, così com'è ora, rispetta anche i suoi bisogni. L’amore non dovrebbe farla sentire sola o non vista.
Non smetta di cercare connessioni autentiche, anche piccole, anche lente: i legami veri si costruiscono con pazienza. E nel frattempo, continui a scegliere se stessa.
Un caro saluto.
Dott.ssa Janett Aruta
Psicologa - ricevo su MioDottore e in Studio a Palermo
è evidente che sta vivendo una situazione dolorosa, soprattutto perché investita in una relazione che sembrava solida e reciproca. La sua sensibilità non è una debolezza, ma una risorsa preziosa, così come il fatto che abbia scelto di lavorare su di sé con la psicoterapia.
Di fronte a un improvviso distacco, è naturale sentirsi smarriti. Il bisogno di chiarezza e presenza in una relazione è legittimo, soprattutto quando si parla di futuro. Dare spazio può essere un atto d’amore, ma quando manca completamente il contatto, anche minimo, rischia di diventare abbandono emotivo.
Le suggerisco di continuare il suo percorso personale, mantenendo saldi i suoi confini e valori. Non si tratta di "mollare", ma di capire se questa relazione, così com'è ora, rispetta anche i suoi bisogni. L’amore non dovrebbe farla sentire sola o non vista.
Non smetta di cercare connessioni autentiche, anche piccole, anche lente: i legami veri si costruiscono con pazienza. E nel frattempo, continui a scegliere se stessa.
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Buongiorno, grazie per aver scritto. Sicuramente la sua terapeuta la conosce e saprebbe come aiutarla. D'altra parte io proverei di nuovo un contatto chiedendogli più tempo per voi senza rinunciare nè al lavoro nè al resto. Penso che trovare un equilibrio nella vita sia fondamentale se sia hanno progetti di famiglia. Hai scritto che capisci il momento che sta vivendo ma questo non deve ostacolare la propria relazione o è un gioco a perderci sempre.
Concludo di nuovo dicendo che la sua terapeuta saprà come sostenerla in questa situazione.
A disposizione Dott.ssa Giada Casumaro
Concludo di nuovo dicendo che la sua terapeuta saprà come sostenerla in questa situazione.
A disposizione Dott.ssa Giada Casumaro
Buonasera G.,
grazie per aver condiviso con tanta sincerità la tua storia e il tuo vissuto emotivo. Si percepisce chiaramente quanto tu tenga a questa relazione e quanta sofferenza ti stia causando il comportamento del tuo compagno.
Quello che stai vivendo è molto difficile e merita rispetto. Quando una persona che dice di volere un futuro con noi improvvisamente si ritrae, è naturale sentirsi smarrite, tristi e preoccupate. In particolare, per chi — come te — ha già avuto esperienze dolorose di persone che “spariscono”, questo tipo di situazione può riattivare paure profonde di abbandono, solitudine o di non essere abbastanza importanti per l’altro.
Dal tuo racconto, sembri essere una donna capace di riflettere su di sé, consapevole dei tuoi bisogni e delle tue fragilità, tanto da aver già intrapreso un percorso di psicoterapia: questa è una risorsa preziosa.
Rispetto al tuo compagno:
È vero che il lavoro può diventare un fattore di stress tale da chiudere una persona, soprattutto se ci sono progetti importanti in ballo. Tuttavia, in una relazione sana, anche nei momenti di difficoltà dovrebbe esserci spazio per comunicare, anche solo con un semplice “come va” o piccoli gesti di vicinanza.
Il fatto che lui ti abbia dato spiegazioni, pur se un po’ vaghe, indica forse che non vuole chiudere completamente il legame. Tuttavia, il comportamento (assenza di contatto) e le parole (voglia di futuro) al momento non coincidono. Questo crea una forte ambivalenza, e tu resti sospesa.
Cosa puoi fare ora?
Continua a rispettare il tuo spazio e le tue emozioni. È giusto non voler “mollare”, ma è altrettanto importante non sacrificare te stessa in attesa indefinita di segnali dall’altro.
Stabilisci cosa per te è accettabile. Prova a chiarirti dentro: quanto tempo puoi aspettare? Che tipo di comunicazione desideri? Quali limiti vuoi porre per proteggerti?
Comunica in modo assertivo. Se deciderai di scrivergli o parlargli, esprimi come ti senti senza accusarlo, spiegando che il suo silenzio ti fa male e che hai bisogno di chiarezza, per rispetto verso te stessa e verso la relazione.
Cura la tua rete sociale. Anche se ora dici di non avere amici, potresti valutare attività, corsi, gruppi o iniziative che ti interessano. Senza l’aspettativa di trovare subito grandi amicizie, ma per sperimentare contatti nuovi. Questo può ridurre la sensazione di solitudine e darti più equilibrio emotivo, a prescindere dal tuo partner.
Non esiste una ricetta unica per decidere se “insistere” o meno. La cosa più importante è non sacrificare il tuo benessere per restare legata a una relazione che — almeno in questo momento — non ti sta restituendo la stessa energia che tu ci metti.
Stai già facendo passi significativi per conoscerti e prenderti cura di te, anche attraverso la terapia. Non perdere mai di vista questo percorso, perché il tuo valore non dipende da nessuno che resti o se ne vada.
Sarebbe utile e consigliato, per approfondire questa situazione e capire meglio come muoverti, continuare o riprendere a confrontarti con uno specialista.
DOTTORESSA SILVIA PARISI
PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA SESSUOLOGA
grazie per aver condiviso con tanta sincerità la tua storia e il tuo vissuto emotivo. Si percepisce chiaramente quanto tu tenga a questa relazione e quanta sofferenza ti stia causando il comportamento del tuo compagno.
Quello che stai vivendo è molto difficile e merita rispetto. Quando una persona che dice di volere un futuro con noi improvvisamente si ritrae, è naturale sentirsi smarrite, tristi e preoccupate. In particolare, per chi — come te — ha già avuto esperienze dolorose di persone che “spariscono”, questo tipo di situazione può riattivare paure profonde di abbandono, solitudine o di non essere abbastanza importanti per l’altro.
Dal tuo racconto, sembri essere una donna capace di riflettere su di sé, consapevole dei tuoi bisogni e delle tue fragilità, tanto da aver già intrapreso un percorso di psicoterapia: questa è una risorsa preziosa.
Rispetto al tuo compagno:
È vero che il lavoro può diventare un fattore di stress tale da chiudere una persona, soprattutto se ci sono progetti importanti in ballo. Tuttavia, in una relazione sana, anche nei momenti di difficoltà dovrebbe esserci spazio per comunicare, anche solo con un semplice “come va” o piccoli gesti di vicinanza.
Il fatto che lui ti abbia dato spiegazioni, pur se un po’ vaghe, indica forse che non vuole chiudere completamente il legame. Tuttavia, il comportamento (assenza di contatto) e le parole (voglia di futuro) al momento non coincidono. Questo crea una forte ambivalenza, e tu resti sospesa.
Cosa puoi fare ora?
Continua a rispettare il tuo spazio e le tue emozioni. È giusto non voler “mollare”, ma è altrettanto importante non sacrificare te stessa in attesa indefinita di segnali dall’altro.
Stabilisci cosa per te è accettabile. Prova a chiarirti dentro: quanto tempo puoi aspettare? Che tipo di comunicazione desideri? Quali limiti vuoi porre per proteggerti?
Comunica in modo assertivo. Se deciderai di scrivergli o parlargli, esprimi come ti senti senza accusarlo, spiegando che il suo silenzio ti fa male e che hai bisogno di chiarezza, per rispetto verso te stessa e verso la relazione.
Cura la tua rete sociale. Anche se ora dici di non avere amici, potresti valutare attività, corsi, gruppi o iniziative che ti interessano. Senza l’aspettativa di trovare subito grandi amicizie, ma per sperimentare contatti nuovi. Questo può ridurre la sensazione di solitudine e darti più equilibrio emotivo, a prescindere dal tuo partner.
Non esiste una ricetta unica per decidere se “insistere” o meno. La cosa più importante è non sacrificare il tuo benessere per restare legata a una relazione che — almeno in questo momento — non ti sta restituendo la stessa energia che tu ci metti.
Stai già facendo passi significativi per conoscerti e prenderti cura di te, anche attraverso la terapia. Non perdere mai di vista questo percorso, perché il tuo valore non dipende da nessuno che resti o se ne vada.
Sarebbe utile e consigliato, per approfondire questa situazione e capire meglio come muoverti, continuare o riprendere a confrontarti con uno specialista.
DOTTORESSA SILVIA PARISI
PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA SESSUOLOGA
Buongiorno,
le consiglio di continuare ad approfondire i vissuti abbandonici di cui ha parlato, attraverso il suo percorso di psicoterapia. Si dia tempo e cerchi di avere una comunicazione aperta con il suo partner: nulla avviene all'improvviso, ciò che sta vivendo potrebbe essere un momento di transizione in vista di cambiamenti più grandi. Ne parli con il suo partner.
un caro saluto
dott.ssa Alessia Serio
le consiglio di continuare ad approfondire i vissuti abbandonici di cui ha parlato, attraverso il suo percorso di psicoterapia. Si dia tempo e cerchi di avere una comunicazione aperta con il suo partner: nulla avviene all'improvviso, ciò che sta vivendo potrebbe essere un momento di transizione in vista di cambiamenti più grandi. Ne parli con il suo partner.
un caro saluto
dott.ssa Alessia Serio
Buonasera, dal suo scritto non è chiaro se il suo desiderio sia aprirsi a nuove conoscenze, amicali e non, nonostante le difficoltà che l'età adulta le riserva, oppure se restare ancorata alla precedente relazione. Vien da pensare che è come se avesse implicitamente accettato che l'unico modo per stare in relazione con l'altro da sé, sia stare in quella specifica relazione. Mi sembra dunque importante che lei non molli, ma mi riferisco al lavoro di psicoterapia, per provare a capire cosa questa relazione le dava che può continuare a trovare in un altrove a cui aprirsi, senza paure.
Leggere le sue parole fa arrivare in modo molto chiaro quanto questa situazione la stia turbando e quanto lei stia cercando di affrontarla in modo lucido e rispettoso, pur sentendo dentro un grande vuoto e un bisogno di chiarezza. Quando in una relazione, soprattutto ben avviata e solida come quella che descrive, uno dei due partner cambia atteggiamento così bruscamente senza dare spiegazioni profonde, la persona che resta a fare i conti con questo silenzio si trova spesso in un dolore silenzioso che confonde e sfianca. È comprensibile la fatica che prova nel cercare di non farsi travolgere da pensieri di colpa o di rifiuto, soprattutto se, come racconta, ha già sperimentato nella sua storia personale la sofferenza di persone importanti che spariscono all’improvviso. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, è utile provare a mettere ordine tra ciò che dipende da lei e ciò che, invece, non è in suo potere cambiare. Quando ci sentiamo sospesi nell’incertezza, la nostra mente tende a colmare i vuoti con ipotesi, dubbi e supposizioni spesso catastrofiche: si chiede se abbia sbagliato qualcosa, se non sia più desiderabile, se non valga abbastanza da meritare un messaggio o un gesto di presenza. Questi pensieri, se non riconosciuti come tali, rischiano di alimentare un malessere che non spiega però la realtà: la realtà, come lei stessa riporta, è che il suo compagno ha dichiarato di essere totalmente assorbito da un progetto impegnativo e di chiudersi per concentrarsi su questo. È una spiegazione che, razionalmente, appare credibile, ma emotivamente è difficile da accettare quando si sente il bisogno di sentirsi scelti e pensati ogni giorno. È importante in questo momento distinguere i fatti dalle interpretazioni. I fatti sono che lui ha preso le distanze, che dice di avere motivi esterni legati al lavoro, che risponde quando sollecitato ma non si fa avanti di sua iniziativa. Le interpretazioni sono tutte le storie che la sua mente costruisce per dare senso a questo silenzio. La sofferenza nasce proprio dallo scontro tra questi due piani. Credo sia utile che lei continui a lavorare in terapia su questa paura di essere lasciata da sola senza spiegazioni, perché tocca un suo punto molto profondo: la sensazione di non contare abbastanza da trattenere qualcuno nella propria vita. Ma questo dolore non va confuso con la realtà di ciò che sta accadendo. Allo stesso tempo, la sua parte razionale le suggerisce di non insistere troppo, perché forzare la comunicazione rischia di ottenere l’effetto opposto: alimentare distanza e difese da parte di lui. Il consiglio che posso darle è di provare a comunicare in modo chiaro, una volta ancora, ciò che sente. Spieghi senza accuse che comprende l’impegno lavorativo, ma che per lei, come persona emotiva e coinvolta, è importante sentire di non essere messa da parte del tutto. Chieda di definire insieme un confine chiaro: non pretende la presenza costante, ma un piccolo segnale di continuità che le dia sicurezza. È un suo diritto esprimere questo bisogno senza sentirsi in colpa. Poi, si conceda di spostare il fuoco su di sé. So che non ha amici e che fatica a costruire legami nuovi, ma anche solo riattivarsi in contesti che la interessano, fosse anche un corso, un’attività di gruppo, un hobby, può essere un passo concreto per non rimanere immobile ad attendere un messaggio. Non per distrarsi a tutti i costi, ma per non rinunciare alla sua vita. Perché, in ogni caso, lei merita di essere vista, cercata, amata e desiderata non solo quando qualcuno ha tempo, ma in modo libero e volontario. Non mollare non significa sopportare passivamente. Significa restare fedele a ciò che desidera: una relazione fatta di vicinanza, reciprocità e progetti. Se questa persona è in grado di darle questo, lo farà vedere nei fatti. Se non accadrà, sarà doloroso, ma saprà di avere protetto la propria dignità e di aver difeso le proprie esigenze. E questo è il primo passo per non abbandonarsi mai più, nemmeno quando qualcuno si allontana. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Buongiorno G.,
comprendo la sua sofferenza di fronte a questa improvvisa distanza. Può accadere che, durante momenti complessi come un importante progetto di lavoro, le coppie attraversino fasi di crisi legate alla difficoltà di canalizzare le energie e le risorse emotive ed affettive all’interno della relazione.
Al contempo, non è facile per lei trovarsi in una situazione di attesa, che può portare frustrazione e dubbi, soprattutto in un rapporto che, da come scrive, per lei comporta anche progetti di vita importanti.
Il percorso con la sua psicoterapeuta sicuramente è già una grande risorsa per lei e potrà aiutarla a focalizzare le sue emozioni e i suoi bisogni in questa relazione, così da poterli comunicare in modo autentico al suo compagno. Se lo desidera, può valutare con lui anche la possibilità di intraprendere una terapia di coppia, in modo da avere uno spazio protetto dove affrontare insieme ciò che state vivendo.
Un caro saluto,
dott.ssa Ferruccio
comprendo la sua sofferenza di fronte a questa improvvisa distanza. Può accadere che, durante momenti complessi come un importante progetto di lavoro, le coppie attraversino fasi di crisi legate alla difficoltà di canalizzare le energie e le risorse emotive ed affettive all’interno della relazione.
Al contempo, non è facile per lei trovarsi in una situazione di attesa, che può portare frustrazione e dubbi, soprattutto in un rapporto che, da come scrive, per lei comporta anche progetti di vita importanti.
Il percorso con la sua psicoterapeuta sicuramente è già una grande risorsa per lei e potrà aiutarla a focalizzare le sue emozioni e i suoi bisogni in questa relazione, così da poterli comunicare in modo autentico al suo compagno. Se lo desidera, può valutare con lui anche la possibilità di intraprendere una terapia di coppia, in modo da avere uno spazio protetto dove affrontare insieme ciò che state vivendo.
Un caro saluto,
dott.ssa Ferruccio
Buonasera, la ringrazio per la domanda.
Mi colpiscono molto le sue parole dalle quali percepisco la sua volontà nel riuscire a trovare una soluzione alla sua situazione.
Rispetto alla sua domanda su come lei debba agire credo che in un percorso di psicoterapia potrebbe essere funzionale non tanto perché le darà una risposto alla domanda quanto piuttosto nel provare a comprendere il suo bisogno di sapere "cosa devo fare".
A questo aggiungo l'importanza di acquisire informazioni sulla sua storia di vita, percorrendone insieme un pò le tappe fondamentali. Ciò che siamo oggi è sicuramente frutto delle esperienze e relazioni passate che potrebbero aiutarci a comprendere la sua paura rispetto a chi di colpo potrebbe uscire dalla propria vita.
La ringrazio
Mi colpiscono molto le sue parole dalle quali percepisco la sua volontà nel riuscire a trovare una soluzione alla sua situazione.
Rispetto alla sua domanda su come lei debba agire credo che in un percorso di psicoterapia potrebbe essere funzionale non tanto perché le darà una risposto alla domanda quanto piuttosto nel provare a comprendere il suo bisogno di sapere "cosa devo fare".
A questo aggiungo l'importanza di acquisire informazioni sulla sua storia di vita, percorrendone insieme un pò le tappe fondamentali. Ciò che siamo oggi è sicuramente frutto delle esperienze e relazioni passate che potrebbero aiutarci a comprendere la sua paura rispetto a chi di colpo potrebbe uscire dalla propria vita.
La ringrazio
Gentile G., grazie per aver scritto con una tale profondità e onestà emotiva. Le sue parole raccontano non solo il dolore di una relazione che sembra essersi interrotta senza preavviso, ma anche il valore che lei attribuisce ai legami autentici, alla reciprocità, alla possibilità di costruire qualcosa di serio e solido, soprattutto in una fase della vita in cui non si ha più voglia di “perdere tempo”.
Ciò che emerge in modo chiaro non è semplicemente il dispiacere per la distanza di una persona amata, ma un’esperienza più ampia di rottura del senso di continuità relazionale, che può risvegliare ferite antiche: l’abbandono improvviso, la mancanza di spiegazioni, la sensazione di essere lasciata “in sospeso”, come se il proprio sentire non fosse preso davvero in considerazione.
Lei non sta sbagliando nel voler chiarezza. Non sta chiedendo troppo. Sta chiedendo conferma della propria esistenza all’interno del legame. E questo non è solo legittimo, è essenziale.
Tuttavia, a volte, ci si trova di fronte a partner che – pur con sincerità – non hanno gli strumenti emotivi per restare presenti nei momenti in cui la relazione chiede profondità, presenza e responsabilità. E il rischio, per chi come lei è empatica e disponibile, è quello di restare in attesa, cercando di giustificare l’assenza altrui, anche quando diventa un silenzio che fa male.
Sta già facendo un percorso psicoterapeutico, ed è un segno di forza, non di fragilità. Le suggerirei di portare proprio questa domanda lì:
che cosa mi tiene legata a qualcuno che oggi non mi guarda, non mi ascolta, non mi include?
Cosa rischio davvero se smetto di aspettare?
Quale parte della mia storia ho paura di rivivere o di confermare se scelgo di lasciare andare chi si è allontanato?
Lei ha già detto una cosa importante: non vuole mollare. Forse però la sfida oggi non è “non mollare lui”, ma non mollare se stessa, i propri bisogni, il diritto a essere vista, scelta, rispettata, giorno dopo giorno.
Anche l’amore ha bisogno di reciprocità. E anche “un come va”, come dice lei, è una forma d’amore minima ma necessaria. Non riceverla non è colpa sua, ma è un segnale.
Le auguro di trovare risposte non nel silenzio degli altri, ma nella voce sempre più chiara della sua dignità.
Un caro saluto.
Se vuole, resto a disposizione.
Ciò che emerge in modo chiaro non è semplicemente il dispiacere per la distanza di una persona amata, ma un’esperienza più ampia di rottura del senso di continuità relazionale, che può risvegliare ferite antiche: l’abbandono improvviso, la mancanza di spiegazioni, la sensazione di essere lasciata “in sospeso”, come se il proprio sentire non fosse preso davvero in considerazione.
Lei non sta sbagliando nel voler chiarezza. Non sta chiedendo troppo. Sta chiedendo conferma della propria esistenza all’interno del legame. E questo non è solo legittimo, è essenziale.
Tuttavia, a volte, ci si trova di fronte a partner che – pur con sincerità – non hanno gli strumenti emotivi per restare presenti nei momenti in cui la relazione chiede profondità, presenza e responsabilità. E il rischio, per chi come lei è empatica e disponibile, è quello di restare in attesa, cercando di giustificare l’assenza altrui, anche quando diventa un silenzio che fa male.
Sta già facendo un percorso psicoterapeutico, ed è un segno di forza, non di fragilità. Le suggerirei di portare proprio questa domanda lì:
che cosa mi tiene legata a qualcuno che oggi non mi guarda, non mi ascolta, non mi include?
Cosa rischio davvero se smetto di aspettare?
Quale parte della mia storia ho paura di rivivere o di confermare se scelgo di lasciare andare chi si è allontanato?
Lei ha già detto una cosa importante: non vuole mollare. Forse però la sfida oggi non è “non mollare lui”, ma non mollare se stessa, i propri bisogni, il diritto a essere vista, scelta, rispettata, giorno dopo giorno.
Anche l’amore ha bisogno di reciprocità. E anche “un come va”, come dice lei, è una forma d’amore minima ma necessaria. Non riceverla non è colpa sua, ma è un segnale.
Le auguro di trovare risposte non nel silenzio degli altri, ma nella voce sempre più chiara della sua dignità.
Un caro saluto.
Se vuole, resto a disposizione.
Buonasera! Posso immaginare il tuo smarrimento al momento. E' possibile che il tuo compagno stia vivendo un momento molto impegnativo e che sia molto sotto pressione, e per questo tenda a chiudersi per concentrare tutte le energie disponibili a questo progetto. Tuttavia in ogni relazione importante ritengo sia fondamentale mantenere una buona comunicazione ed attenzione anche all'altro. E' apprezzabile la tua determinazione a capire la situazione e cercare di non mollare; ciò che posso consigliarti, però, è cercare "di andare diritta al punto" . Anche tramite messaggio, se non è proprio possibile altrimenti, comunicagli in modo calmo ma chiaro e diretto i tuoi dubbi e i tuoi bisogni, la tua volontà a dargli spazio, a patto che non sia in modo indefinito e che ci sia da parte sua apertura. Se credi ne valga la pena, persevera per salvare il vostro rapporto, ma anche ( e soprattutto!) il tuo benessere! Resto a disposizione, dott.ssa Valentina Costanza
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè capisco quanto questa situazione possa impattare sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d'ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buonasera, la situazione riferita mi sembra complessa e andrebbe approfondita. I vissuti emotivi, così come le reazioni alle situazioni possono essere molto diversi in funzione dei vissuti precedenti, degli schemi acquisiti e delle credenze alla base dei comportamenti. Se già sta facendo psicoterapia sono sicura che la collega che la segue le darà tutto il supporto di cui ha bisogno per capire quale siano le migliori scelte.
Salve Anonima,
le posso dire apertamente che le relazioni in cui ricadiamo in qualche modo fanno sempre "seguito" a un vissuto che abbiamo e i resti che ne abbiamo dentro.
Non è sfortuna, sono diciamo "conseguenze".
Io penso che nel suo caso valuterei il suo rapporto e la sua idea di relazione e vedere cosa ,e se c'è , qualcosa che la porta verso le relazioni tossiche o disfunzionali.
Non so questo suo compagno cosa abbia, ma provi a pensare che forse se lavora su se stessa queste situazioni accadranno meno.
Sul da farsi, non mi sento di dirle cosa fare, però osservi la azioni dell'altro, chieda cosa la tormenta, cerchi una comunicazione e noti se si sente amata e rispettata. Utilizzi questa "change" per osservare lui e la relazione.
Dice che già va in terapia ma scrive qui, le chiederei perché.
Se vuole un appuntamento mi scriva
Dottssa Serena Vitale
le posso dire apertamente che le relazioni in cui ricadiamo in qualche modo fanno sempre "seguito" a un vissuto che abbiamo e i resti che ne abbiamo dentro.
Non è sfortuna, sono diciamo "conseguenze".
Io penso che nel suo caso valuterei il suo rapporto e la sua idea di relazione e vedere cosa ,e se c'è , qualcosa che la porta verso le relazioni tossiche o disfunzionali.
Non so questo suo compagno cosa abbia, ma provi a pensare che forse se lavora su se stessa queste situazioni accadranno meno.
Sul da farsi, non mi sento di dirle cosa fare, però osservi la azioni dell'altro, chieda cosa la tormenta, cerchi una comunicazione e noti se si sente amata e rispettata. Utilizzi questa "change" per osservare lui e la relazione.
Dice che già va in terapia ma scrive qui, le chiederei perché.
Se vuole un appuntamento mi scriva
Dottssa Serena Vitale
Buongiorno, comprendo come questo cambiamento improvviso nella sua relazione le possa creare disagio. All'interno della coppia è giusto che ogni persona possa parlare apertamente con il partner di come si sente: si prenda un momento per riferire al suo compagno ciò che prova e confrontatevi con sincerità. Allo stesso tempo, è opportuno che ogni membro della coppia mantenga un proprio spazio personale: la invito a ricercare il suo, esplorando hobby e passioni che la possano far sentir meglio.
Le auguro una buona giornata,
Dott.ssa Francesca Rossini
Le auguro una buona giornata,
Dott.ssa Francesca Rossini
Buongiorno gentile Utente, le sue parole arrivano chiare e cariche di una sofferenza che sembra unire due livelli profondi: il disorientamento provocato da un improvviso distacco in una relazione importante e la ferita antica della solitudine, già vissuta in passato e che ora si riattiva come un’eco dolorosa. Comprendo bene quanto possa essere difficile vivere questa sospensione affettiva, soprattutto quando arriva senza un vero confronto, senza un’elaborazione reciproca. Quando, come dice lei, “da un giorno all’altro” ci si ritrova a fare i conti con un’assenza che non è stata scelta, né compresa, si crea un vuoto che può generare ansia, ruminazione, bisogno di cercare un senso che, almeno per il momento, l’altro non riesce o non vuole restituire.
Sta mostrando una grande capacità di auto-osservazione e di cura, lo dimostra il fatto che ha deciso di intraprendere un percorso psicoterapeutico. Questo è un passo importante e non scontato, che la aiuterà non solo ad affrontare meglio la situazione attuale, ma anche a ricostruire lentamente un senso di sicurezza affettiva più profondo, meno legato alla reattività degli altri. Perché, a volte, ciò che ci fa soffrire non è solo l’assenza dell’altro, ma ciò che essa riattiva dentro di noi: antiche paure di abbandono, di non valere abbastanza, di essere “troppo” o “non abbastanza”.
Lei dice di non voler mollare. E questo è legittimo. Ma le suggerirei di non confondere il “non mollare” con il restare in attesa indefinita. Dare spazio non significa rinunciare a se stessi, né deve implicare che l’altro sparisca completamente. Quando un partner, pur conoscendo il suo vissuto emotivo, si chiude in un silenzio prolungato senza mantenere nemmeno un filo di contatto minimo, questo richiede una riflessione attenta. Perché anche nei momenti di pressione e difficoltà (come un progetto lavorativo importante) il modo in cui si gestisce la relazione dice molto della maturità affettiva e del reale desiderio di condivisione. Un “come va”, come lei dice, è un piccolo gesto, ma anche un grande segnale di rispetto emotivo.
Le consiglierei, per il momento, di spostare l’attenzione dalla domanda "come faccio a farlo tornare presente?” alla domanda "cosa sento io davvero in questa relazione, ora?". A volte ci si aggrappa all’idea di una relazione come doveva essere, o come era all’inizio, mentre la realtà ci sta già mostrando un’altra versione, meno coerente con i nostri bisogni profondi. E non c’è nulla di sbagliato nel riconoscere che le cose cambiano, che le promesse iniziali non sempre si mantengono, o che l’altro non è pronto per il tipo di impegno che diceva di volere.
Lei ha ancora tanta forza dentro di sé, anche se ora si sente fragile. Lo dimostra la sua capacità di chiedere aiuto, di riflettere su di sé, di volersi bene nonostante tutto. La invito a usare questo momento non solo come attesa passiva, ma come possibilità per ridefinire il suo valore e i suoi confini. Continuare a essere disponibile, sì, ma senza trascurare il suo sentire.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Sta mostrando una grande capacità di auto-osservazione e di cura, lo dimostra il fatto che ha deciso di intraprendere un percorso psicoterapeutico. Questo è un passo importante e non scontato, che la aiuterà non solo ad affrontare meglio la situazione attuale, ma anche a ricostruire lentamente un senso di sicurezza affettiva più profondo, meno legato alla reattività degli altri. Perché, a volte, ciò che ci fa soffrire non è solo l’assenza dell’altro, ma ciò che essa riattiva dentro di noi: antiche paure di abbandono, di non valere abbastanza, di essere “troppo” o “non abbastanza”.
Lei dice di non voler mollare. E questo è legittimo. Ma le suggerirei di non confondere il “non mollare” con il restare in attesa indefinita. Dare spazio non significa rinunciare a se stessi, né deve implicare che l’altro sparisca completamente. Quando un partner, pur conoscendo il suo vissuto emotivo, si chiude in un silenzio prolungato senza mantenere nemmeno un filo di contatto minimo, questo richiede una riflessione attenta. Perché anche nei momenti di pressione e difficoltà (come un progetto lavorativo importante) il modo in cui si gestisce la relazione dice molto della maturità affettiva e del reale desiderio di condivisione. Un “come va”, come lei dice, è un piccolo gesto, ma anche un grande segnale di rispetto emotivo.
Le consiglierei, per il momento, di spostare l’attenzione dalla domanda "come faccio a farlo tornare presente?” alla domanda "cosa sento io davvero in questa relazione, ora?". A volte ci si aggrappa all’idea di una relazione come doveva essere, o come era all’inizio, mentre la realtà ci sta già mostrando un’altra versione, meno coerente con i nostri bisogni profondi. E non c’è nulla di sbagliato nel riconoscere che le cose cambiano, che le promesse iniziali non sempre si mantengono, o che l’altro non è pronto per il tipo di impegno che diceva di volere.
Lei ha ancora tanta forza dentro di sé, anche se ora si sente fragile. Lo dimostra la sua capacità di chiedere aiuto, di riflettere su di sé, di volersi bene nonostante tutto. La invito a usare questo momento non solo come attesa passiva, ma come possibilità per ridefinire il suo valore e i suoi confini. Continuare a essere disponibile, sì, ma senza trascurare il suo sentire.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Gentile G.,
la ringrazio per aver condiviso con tanta autenticità la sua esperienza. È comprensibile che un cambiamento così improvviso, in una relazione in cui aveva investito affetto e progettualità, la faccia sentire smarrita. La sua sensibilità e il percorso personale che ha intrapreso dimostrano grande forza interiore. In queste situazioni, è importante distinguere tra rispetto dello spazio dell’altro e il bisogno legittimo di ricevere chiarezza e continuità affettiva. Il silenzio prolungato, in una relazione matura, può generare ferite profonde. Forse, più che “insistere”, potrebbe essere utile chiedersi cosa desidera davvero per sé, e quale tipo di presenza emotiva è disposta ad accogliere nella sua vita.
la ringrazio per aver condiviso con tanta autenticità la sua esperienza. È comprensibile che un cambiamento così improvviso, in una relazione in cui aveva investito affetto e progettualità, la faccia sentire smarrita. La sua sensibilità e il percorso personale che ha intrapreso dimostrano grande forza interiore. In queste situazioni, è importante distinguere tra rispetto dello spazio dell’altro e il bisogno legittimo di ricevere chiarezza e continuità affettiva. Il silenzio prolungato, in una relazione matura, può generare ferite profonde. Forse, più che “insistere”, potrebbe essere utile chiedersi cosa desidera davvero per sé, e quale tipo di presenza emotiva è disposta ad accogliere nella sua vita.
Cara G.,
ti ringrazio per aver condiviso una parte così delicata e profonda della tua esperienza. Le tue parole portano con sé una grande consapevolezza emotiva e una sincera voglia di comprendersi e di costruire relazioni sane e autentiche. Il tuo vissuto parla di una donna sensibile, attenta e in cammino, che nonostante le ferite del passato ha scelto di non chiudersi, ma anzi di lavorare su di sé. Ed è già un grande gesto di amore verso te stessa.
Partiamo proprio da qui. Il dolore che stai vivendo oggi si inserisce su una base più ampia, che coinvolge paure antiche, ferite da abbandono e il desiderio profondo di sentirsi vista, scelta e riconosciuta. Il fatto che tu stia affrontando tutto questo anche con l’aiuto di un percorso psicoterapeutico è un elemento prezioso: significa che stai scegliendo di metabolizzare il passato, di farne esperienza utile, di trasformare ciò che ti ha fatto male in strumenti per vivere con maggiore consapevolezza e autonomia emotiva.
Ma ora il lavoro più delicato è sul qui e ora.
La relazione che descrivi ha avuto un inizio solido, positivo, con progettualità. E oggi si trova in una fase di sospensione ambigua: da una parte c’è una sua spiegazione, razionale, legata al lavoro e a un progetto importante. Dall’altra c’è un vuoto comunicativo che ti fa sentire trascurata, disorientata, quasi invisibile. Ed è legittimo sentire che qualcosa non torna, perché in una relazione affettiva sana anche nei momenti di difficoltà una parola, un gesto, un "come stai" dovrebbe continuare ad arrivare.
Proprio per questo ora è utile lavorare su due livelli:
1-Capire quali sono i fattori espliciti e impliciti che stanno influenzando questa relazione. Cosa comunica davvero il suo silenzio? Quali sono i tuoi bisogni che non stanno trovando spazio? Dove sei tu nella relazione? E dove sei tu con te stessa nella relazione?
2-Coltivare un equilibrio fatto di compromessi, ma non di sacrifici. È sano accogliere che l’altro possa attraversare un periodo di chiusura o stress, ma non deve diventare una giustificazione per cancellare l’altro dalla relazione. L’amore è anche presenza nei modi possibili, e il silenzio prolungato rischia di trasformarsi in un rifiuto implicito. Ed è su questi segnali sottili che occorre portare consapevolezza.
Ti invito, con gentilezza e fermezza, a proteggere la tua parte più sensibile: quella che desidera amore ma che rischia di accontentarsi di briciole pur di non sentirsi sola. C’è un confine importante tra attesa e sospensione emotiva, e trovare il tuo posto in questo equilibrio è un passo fondamentale.
Cosa puoi fare adesso?
1) Continua il tuo percorso individuale, ma con un focus chiaro sul presente e sulla tua modalità di stare nella relazione: come comunichi, cosa chiedi, cosa accetti.
2) Evita di insistere se l’altro è in chiusura: non per orgoglio, ma per rispetto verso te stessa. Offrigli uno spazio per scegliere se esserci davvero.
3) Valuta, con il tempo e con gli strumenti giusti, se proporre anche una terapia indiretta di coppia: ossia iniziare a lavorare sul sistema relazionale partendo da te, osservando come si muove l’altro in risposta. La terapia di coppia vera e propria può essere una possibilità, ma solo se entrambi siete disposti ad affrontarla con apertura. Proporla troppo presto o con leggerezza può, come hai intuito, provocare un ulteriore distacco.
Per ogni passo che deciderai di compiere, io sono qui. Con delicatezza, ma anche con la forza della tua dignità, puoi affrontare questo momento senza perdere di vista ciò che meriti: una relazione presente, reciproca e coerente con ciò che desideri costruire.
ti ringrazio per aver condiviso una parte così delicata e profonda della tua esperienza. Le tue parole portano con sé una grande consapevolezza emotiva e una sincera voglia di comprendersi e di costruire relazioni sane e autentiche. Il tuo vissuto parla di una donna sensibile, attenta e in cammino, che nonostante le ferite del passato ha scelto di non chiudersi, ma anzi di lavorare su di sé. Ed è già un grande gesto di amore verso te stessa.
Partiamo proprio da qui. Il dolore che stai vivendo oggi si inserisce su una base più ampia, che coinvolge paure antiche, ferite da abbandono e il desiderio profondo di sentirsi vista, scelta e riconosciuta. Il fatto che tu stia affrontando tutto questo anche con l’aiuto di un percorso psicoterapeutico è un elemento prezioso: significa che stai scegliendo di metabolizzare il passato, di farne esperienza utile, di trasformare ciò che ti ha fatto male in strumenti per vivere con maggiore consapevolezza e autonomia emotiva.
Ma ora il lavoro più delicato è sul qui e ora.
La relazione che descrivi ha avuto un inizio solido, positivo, con progettualità. E oggi si trova in una fase di sospensione ambigua: da una parte c’è una sua spiegazione, razionale, legata al lavoro e a un progetto importante. Dall’altra c’è un vuoto comunicativo che ti fa sentire trascurata, disorientata, quasi invisibile. Ed è legittimo sentire che qualcosa non torna, perché in una relazione affettiva sana anche nei momenti di difficoltà una parola, un gesto, un "come stai" dovrebbe continuare ad arrivare.
Proprio per questo ora è utile lavorare su due livelli:
1-Capire quali sono i fattori espliciti e impliciti che stanno influenzando questa relazione. Cosa comunica davvero il suo silenzio? Quali sono i tuoi bisogni che non stanno trovando spazio? Dove sei tu nella relazione? E dove sei tu con te stessa nella relazione?
2-Coltivare un equilibrio fatto di compromessi, ma non di sacrifici. È sano accogliere che l’altro possa attraversare un periodo di chiusura o stress, ma non deve diventare una giustificazione per cancellare l’altro dalla relazione. L’amore è anche presenza nei modi possibili, e il silenzio prolungato rischia di trasformarsi in un rifiuto implicito. Ed è su questi segnali sottili che occorre portare consapevolezza.
Ti invito, con gentilezza e fermezza, a proteggere la tua parte più sensibile: quella che desidera amore ma che rischia di accontentarsi di briciole pur di non sentirsi sola. C’è un confine importante tra attesa e sospensione emotiva, e trovare il tuo posto in questo equilibrio è un passo fondamentale.
Cosa puoi fare adesso?
1) Continua il tuo percorso individuale, ma con un focus chiaro sul presente e sulla tua modalità di stare nella relazione: come comunichi, cosa chiedi, cosa accetti.
2) Evita di insistere se l’altro è in chiusura: non per orgoglio, ma per rispetto verso te stessa. Offrigli uno spazio per scegliere se esserci davvero.
3) Valuta, con il tempo e con gli strumenti giusti, se proporre anche una terapia indiretta di coppia: ossia iniziare a lavorare sul sistema relazionale partendo da te, osservando come si muove l’altro in risposta. La terapia di coppia vera e propria può essere una possibilità, ma solo se entrambi siete disposti ad affrontarla con apertura. Proporla troppo presto o con leggerezza può, come hai intuito, provocare un ulteriore distacco.
Per ogni passo che deciderai di compiere, io sono qui. Con delicatezza, ma anche con la forza della tua dignità, puoi affrontare questo momento senza perdere di vista ciò che meriti: una relazione presente, reciproca e coerente con ciò che desideri costruire.
Buongiorno,
Il consiglio che mi sento di darle è quello di proseguire nel percorso terapeutico intrapreso. Ciò la aiuterà a riattivare le sue risorse ed a fare fronte alla situazione.
Dott. Marco Cenci
Il consiglio che mi sento di darle è quello di proseguire nel percorso terapeutico intrapreso. Ciò la aiuterà a riattivare le sue risorse ed a fare fronte alla situazione.
Dott. Marco Cenci
Salve , mi spiace molto per il momento di difficoltà che sta attraversando.
Posso dirle di aver fatto una cosa sacrosanta nell’iniziare un percorso psicologico/terapeutico personale al fine di conoscersi in profondità e stare meglio.
A tal riguardo le suggerirei infatti di parlarne proprio con il professionista che la segue e che suppongo abbia imparato a conoscerla.
Magari parlarne in terapia può fornire degli utili spunti di riflessione , comunicazione e guida per quelle che sono le dinamiche relazionali che sta vivendo.
Nel caso lei stesse facendo delle domande qui ad altri professionisti perché non reputa soddisfacente il trattamento della tematica relazionale con la persona che la sta seguendo le consiglierei comunque di farglielo presente per ulteriori approfondimenti.
Buone cose , dott.Marziani
Posso dirle di aver fatto una cosa sacrosanta nell’iniziare un percorso psicologico/terapeutico personale al fine di conoscersi in profondità e stare meglio.
A tal riguardo le suggerirei infatti di parlarne proprio con il professionista che la segue e che suppongo abbia imparato a conoscerla.
Magari parlarne in terapia può fornire degli utili spunti di riflessione , comunicazione e guida per quelle che sono le dinamiche relazionali che sta vivendo.
Nel caso lei stesse facendo delle domande qui ad altri professionisti perché non reputa soddisfacente il trattamento della tematica relazionale con la persona che la sta seguendo le consiglierei comunque di farglielo presente per ulteriori approfondimenti.
Buone cose , dott.Marziani
Buon pomeriggio,
la ringrazio per la condivisione del suo vissuto.
Mi sono chiesta quanto, per lei, "dare spazio" possa coincidere con "sparire".
Forse, il dolore per questa relazione, le aprirà nuovi spazi da dedicare a sè stessa e a nuovi contatti. Sia gentile con sè stessa, proteggendo quella parte di lei che vuole continuare ad amarsi ed amare. A volte, la vera forza sta nel non insistere, ma nell'ascoltare il proprio bisogno e scegliere di restare dove si è davvero visti.
Un abbraccio.
Dott.ssa Pina Farina
la ringrazio per la condivisione del suo vissuto.
Mi sono chiesta quanto, per lei, "dare spazio" possa coincidere con "sparire".
Forse, il dolore per questa relazione, le aprirà nuovi spazi da dedicare a sè stessa e a nuovi contatti. Sia gentile con sè stessa, proteggendo quella parte di lei che vuole continuare ad amarsi ed amare. A volte, la vera forza sta nel non insistere, ma nell'ascoltare il proprio bisogno e scegliere di restare dove si è davvero visti.
Un abbraccio.
Dott.ssa Pina Farina
Gentile G.,
capisco quanto possa essere doloroso e destabilizzante vivere un cambiamento così improvviso. La sua sensibilità e il desiderio di costruire qualcosa di autentico meritano ascolto e rispetto. Se sente il bisogno di esplorare più a fondo ciò che sta vivendo, sono disponibile per un primo colloquio. Mi contatti pure in privato.
Un caro saluto,
Dott.ssa Anna Bruti – Psicologa
capisco quanto possa essere doloroso e destabilizzante vivere un cambiamento così improvviso. La sua sensibilità e il desiderio di costruire qualcosa di autentico meritano ascolto e rispetto. Se sente il bisogno di esplorare più a fondo ciò che sta vivendo, sono disponibile per un primo colloquio. Mi contatti pure in privato.
Un caro saluto,
Dott.ssa Anna Bruti – Psicologa
Cara G., il tuo dolore è comprensibile: quando una relazione sembrava solida e all’improvviso l’altro si ritrae senza spiegazioni sufficienti, si crea una frattura difficile da gestire, soprattutto per chi – come te – vive l’incontro con profondità e autenticità.
Hai già fatto un passo importante iniziando un percorso terapeutico, e si sente che stai cercando di restare lucida, nonostante la delusione. Ricorda però che una relazione matura non dovrebbe richiedere interpretazioni continue: chi ti vuole nella propria vita, trova il modo di farti sentire presente, anche nei momenti difficili.
Non sei tu a dover “insistere” per ottenere briciole di attenzione: è l’altro che dovrebbe mostrarsi coerente con le promesse fatte. Darsi spazio va bene, ma sparire del tutto – soprattutto senza tenere conto della tua sensibilità – non è rispetto.
Continua a coltivare te stessa, i tuoi bisogni e il valore che porti. E se non arrivano segnali chiari e coerenti, forse non sei tu a dover insistere, ma lui a dover decidere se vuole davvero esserci.
Un caro saluto
Hai già fatto un passo importante iniziando un percorso terapeutico, e si sente che stai cercando di restare lucida, nonostante la delusione. Ricorda però che una relazione matura non dovrebbe richiedere interpretazioni continue: chi ti vuole nella propria vita, trova il modo di farti sentire presente, anche nei momenti difficili.
Non sei tu a dover “insistere” per ottenere briciole di attenzione: è l’altro che dovrebbe mostrarsi coerente con le promesse fatte. Darsi spazio va bene, ma sparire del tutto – soprattutto senza tenere conto della tua sensibilità – non è rispetto.
Continua a coltivare te stessa, i tuoi bisogni e il valore che porti. E se non arrivano segnali chiari e coerenti, forse non sei tu a dover insistere, ma lui a dover decidere se vuole davvero esserci.
Un caro saluto
Buonasera,
grazie per aver condiviso con tanta sincerità e profondità quello che sta attraversando. Le sue parole raccontano un vissuto fatto di amore, attesa, incertezza e anche solitudine. In una relazione in cui si era investito molto, il cambiamento improvviso dell’altro può riattivare ferite antiche e generare una profonda confusione.
Sta già facendo qualcosa di molto importante: ha iniziato un percorso psicoterapeutico. Questo le permette di esplorare non solo il dolore del presente, ma anche i significati che questo evento assume nella sua storia personale. Il fatto che parli di persone che “spariscono” fa intuire che non è la prima volta che si trova davanti a un abbandono improvviso e ingiustificato. Comprendere cosa questo riattiva dentro di sé è parte del processo di cura.
È comprensibile il desiderio di “non mollare”, ma resistere a ogni costo rischia di diventare una forma di abbandono verso se stessi, soprattutto se si riceve come risposta solo silenzio.
Non è sola: anche in momenti di chiusura e mancanza di riferimenti, può essere possibile costruire nuove connessioni, ritrovare valore in sé e riscrivere il proprio modo di stare nelle relazioni. La psicoterapia può aiutarla proprio in questo.
Le auguro di trovare presto la chiarezza, il conforto e il rispetto che merita.
Un caro saluto,
Dott.ssa Simona Santoni - Psicologa
grazie per aver condiviso con tanta sincerità e profondità quello che sta attraversando. Le sue parole raccontano un vissuto fatto di amore, attesa, incertezza e anche solitudine. In una relazione in cui si era investito molto, il cambiamento improvviso dell’altro può riattivare ferite antiche e generare una profonda confusione.
Sta già facendo qualcosa di molto importante: ha iniziato un percorso psicoterapeutico. Questo le permette di esplorare non solo il dolore del presente, ma anche i significati che questo evento assume nella sua storia personale. Il fatto che parli di persone che “spariscono” fa intuire che non è la prima volta che si trova davanti a un abbandono improvviso e ingiustificato. Comprendere cosa questo riattiva dentro di sé è parte del processo di cura.
È comprensibile il desiderio di “non mollare”, ma resistere a ogni costo rischia di diventare una forma di abbandono verso se stessi, soprattutto se si riceve come risposta solo silenzio.
Non è sola: anche in momenti di chiusura e mancanza di riferimenti, può essere possibile costruire nuove connessioni, ritrovare valore in sé e riscrivere il proprio modo di stare nelle relazioni. La psicoterapia può aiutarla proprio in questo.
Le auguro di trovare presto la chiarezza, il conforto e il rispetto che merita.
Un caro saluto,
Dott.ssa Simona Santoni - Psicologa
Buongiorno, capisco bene la sua sofferenza. Quando una persona che amiamo si allontana improvvisamente, senza spiegazioni chiare, si crea una sensazione di vuoto e di confusione. È naturale chiedersi cosa sia successo e se si possa fare qualcosa per rimediare.
A volte chi si chiude “per stress” o per motivi di lavoro non lo fa per cattiveria, ma perché non riesce a gestire le proprie emozioni o le richieste affettive della relazione. Tuttavia, questa difficoltà non giustifica il silenzio o la mancanza di rispetto.
Ha fatto bene a iniziare un percorso di psicoterapia: la aiuterà a riconoscere e proteggere i suoi bisogni affettivi, senza sentirsi in colpa per chiedere ciò che è giusto. In situazioni come questa, non serve insistere o rincorrere l’altro: serve invece restare in contatto con te stessa e con ciò che meriti davvero.
Non è un segno di debolezza accettare che l’altro si sia allontanato; è un segno di forza scegliere di non perdersi nel suo silenzio.
A volte chi si chiude “per stress” o per motivi di lavoro non lo fa per cattiveria, ma perché non riesce a gestire le proprie emozioni o le richieste affettive della relazione. Tuttavia, questa difficoltà non giustifica il silenzio o la mancanza di rispetto.
Ha fatto bene a iniziare un percorso di psicoterapia: la aiuterà a riconoscere e proteggere i suoi bisogni affettivi, senza sentirsi in colpa per chiedere ciò che è giusto. In situazioni come questa, non serve insistere o rincorrere l’altro: serve invece restare in contatto con te stessa e con ciò che meriti davvero.
Non è un segno di debolezza accettare che l’altro si sia allontanato; è un segno di forza scegliere di non perdersi nel suo silenzio.
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