Buonasera, sono una donna di 44 anni ed in terapia cognitiva-comportamentale da 22 anni, soffro di d

15 risposte
Buonasera, sono una donna di 44 anni ed in terapia cognitiva-comportamentale da 22 anni, soffro di disturbo d’ansia generalizzata e sono in trattamento con farmaci da circa 12 anni. La paura che mi stravolge la vita è perdere i miei genitori ad oggi ultra settantenni, inoltre sono entrata in terapia perché avevo paura di mio fratello affetto da disturbo schifo-affettivo, da adolescente ho assistito a diversi episodi di rabbia e aggressività da parte sua nei confronti dei miei genitori, ad oggi ho imparato a non avere più paura di mio fratello infatti ho instaurato un buon rapporto con lui, anche perché ha intrapreso un percorso di autonomia e ad oggi è molto migliorato. La mia paura è diventata invalidante perché ogni volta che uno dei miei genitori ha un dolore o altro lo associo ad una brutta malattia, o se deve fare un esame sono in pena fino a quando ricevo il risultato,la mia paura è legata al fatto di vederli star male e dovermene prendere cura e vivere senza loro, in quanto sono le uniche persone che mi amano, mi infatti non ho un compagno di vita. Mia madre, all’età di 37 anni anni, ha iniziato ad avere attacchi di panico e stava male, io avevo solo 4 anni e non ricordo nulla delle sue crisi. Dalla psico terapia è emerso il fatto che non sono una persona adulta e che devo diventarlo, ma come? vivo sola da circa 12 anni e sono indipendente economicamente, ma in questo periodo mi sento crollare, chiedo un consiglio su come agire e se la terapia EMDR potrebbe aiutarmi. Grazie infinite
Si, potrebbe aiutarla, ma é proprio il fatto che lei é in terapia da sempre che in qualche modo mantiene il suo problema in quanto se da una parte la fa stare bene dall'altra parte, in maniera più subdola e pericolosa, abbassa la sua autostima in quanto paziente cronica.
Faccia un esperimento: stia qualche mese senza terapia e veda quello che succede; se poi i sintomi persistono cerchi pure un terapeuta Emdr.
Un caro saluto

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Cara utente, vista la sua patologia credo sia normale lei abbia queste paure, sono sintomatiche del suo disturbo. Tuttavia forse potrebbe valere la pena esporre proprio questo pezzo che condivide con noi in terapia. Mettendo da parte i sintomi, ma lavorare sulla domanda che fa a noi qui: "come divento adulta?". Sulla terapia con protocollo EMDR mi sento di dirle che è un percorso che può sempre intraprendere anche confrontandosi con il suo terapeuta attuale. Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Buonasera, nel leggerla mi sorge un'osservazione, per cui per diventare "adulti" è necessario individuarsi e separarsi mentalmente, cioè, oltre a costruirsi un indipendenza economica e concreta, è importante costruirsi un'autonomia psicologica, che può permetterci di affrontare anche (ma non solo si spera) le difficoltà della vita. In quest'ottica condividerei il suggerimento, già rappresentatole, di provare a sospendere transitoriamente la psicoterapia in corso, come d'altronde condividerei pure, dopo 22 anni, l'idea di sperimentare un altro percorso psicoterapico, anche appunto come atto di separazione psicologica, azione mentale che potrebbe stimolare la suddetta autonomia psicologica e la relativa crescita psichica. In effetti dopo molti anni, a meno che non siano implicate gravi e certificate sindromi psichiche, senza nulla togliere al percorso precedente, un cambiamento potrebbe rappresentare un'occasione di ulteriori percorsi psicologici, che attualmente si trovano probabilmente in una sorta di impasse.
Cordialmente,
M.M.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
22 in terapia sono proprio tanti. Provi delle metodologie più veloci e veda se il cambiamento le porta giovamento. La terapia che ha fatto sicuramente l'ha portata a migliorarsi e avere maggiori consapevolezze di sé. A volte però per cambiare certi blocchi, e l'ansia è uno di questi, approcci differenti potrebbe portarle a cambiamenti inaspettati.
Buongiorno, potrebbe essere diventata dipendente dalla terapia come lo è dai suoi genitori. Non materialmente ma psicologicamente. 22 anni di terapia cognitivo-comportamentale sono un filino troppi, cambierei approccio e proverei una fase di autonomia senza. A questo punto potrebbe non essere un problema di velocità o pragmaticità della terapia ma di profondità.
Dopo 22 anni di psicoterapia, non è da escludere che abbia instaurato un rapporto di dipendenza dal/la sua/o terapeuta, replicando la medesima dinamica di dipendenza psicologica e paura della perdita dei suoi genitori.
Confrontarsi con il professionista che la segue ed, eventualmente, intraprendere un percorso psicoterapeutico più breve, finalizzato ad acquisire una piena autonomia psicologica e ad interrompere questa condizione di “cronicizzazione”, è un’ipotesi da non scartare.
Buongiorno, sì l'emdr potrebbe aiutarla nei pensieri disfunzionali e probabilmente anche nelle sue paure. Per quanto riguarda il suo sviluppo emotivo, tenendo conto che la mamma soffriva di ansia e ciò può avere avuto ricadute sul suo modo di affrontare la realtà con sicurezza, direi che una psicoterapia psicodinamica potrebbe esserle di giovamento.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Salve,
dai disturbi d' ansia si può guarire attraverso l'ausilio combinato della farmacoterapia e della psicoterapia. Sembra strano il fatto che abbia cominciato la terapia da così tanto tempo ottenendo scarsi risultati. Parla di una sintomatologia ansiosa ad oggi ancora invalidante. Comincerei a riflettere sul senso del percorso, e ne parlerei anche con lo specialista stesso che la segue.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Gentile sig.ra, la volontà di cambiamento di modello terapeutico può rappresentare il finalmente <giunto> bisogno di evoluzione e di separazione identitaria dalle figure costanti della sua vita. Ora sembra che è pronta. Ne approfitti!
Cordiali saluti. Dott.ssa Claudia De Giuli
Cara utente, fare le cose da persone adulte non vuol dire essere adulta emotivamente, le paure che racconta hanno che vedere più con aspetti infantili. Una terapia Emdr sicuramente la potrebbe aiutare ad esplorare, da un altro punto di vista, le sue paure. Un abbraccio
Buongiorno,
sinceramente ritengo non esserci sufficienti dati per ritenere necessaria una terapia EMDR.
Detto ciò, purtroppo l'indipendenza economica spesso non va di pari passo con l'emancipazione psichica, ed è possibile che nel suo caso sussistano ancora forti dinamiche di dipendenza dai suoi genitori che le scatenano le paure.
Penso che un lavoro psicoterapeutico CBT sui sintomi ansiosi possa esserle utile, così come un percorso psicoanalitico che ripercorra i suoi legami familiari.

Sperando di esserle stata d'aiuto,
Dott.ssa Elisa Folliero
Buongiorno, mi colpisce che l' inizio dell' esacerbazione dei suoi stati d ansia che la portano ad assumere farmaci, corrisponda alla sua entrata nella vita autonoma fuori casa (12 anni).
Credo che il percorso che la possa portare ad una autonomia, non solo economica, ma anche interiore, sia ancora in corso.
La psicoterapia può essere un buon strumento per affrontare la costruzione di una personalità adulta, dopo un percorso assieme al terapeuta ci si saluta. A che punto è della sua psicoterapia? Ne parli alla sua terapeuta.
Dott.ssa Cristina Villa
Salve. A mio parere, sarebbero da definire i passi da fare scegliendo le priorità. Primariamente, credo che nella sua famiglia ci sia una predisposizione all'ansia. Secondariamente,verificherei se i farmaci che prende sono ancora utili ad aiutarla.
In ultimo, ma non ultimo, le consiglio un percorso cognitivo-comportamentale per l'accettazione del lutto.
Aumenti anche il suo tempo dedicato alle relazioni sociali. Cordiali saluti. Dott.ssa Agostini Maria Grazia
Gentile utente, se la sua terapeuta le dice di diventare adulta, penso che il problema sia quello. Non basta l’autonomia economica, ma è indispensabile anche quella psicologica, che la può spingere magari a cercare relazioni significative al di fuori del contesto familiare. Mi domando se mai abbia pensato di avere un compagno?
Dal suo discorso emerge una solitudine data dalla mancanza di relazioni significative extrafamiliari.
Cordialmente
Sara Chiara Pompili

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