Buonasera, sono un ragazzo di 28 anni. Nella mia vita ho avuto un'unica lunga relazione dai 15 ai 2
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Buonasera, sono un ragazzo di 28 anni.
Nella mia vita ho avuto un'unica lunga relazione dai 15 ai 24 anni conclusa con un tradimento subito ed un abbandono per un'altra persona.
Da allora ho provato ad avere altre relazioni, ma in generale non sono mai andato oltre i primi appuntamenti, poiché le conoscenze venivano interrotte dalle ragazze con cui mi frequentavo.
Di recente mi sto frequentando con una ragazza conosciuta tramite app verso cui non riesco a fare chiarezza sui miei sentimenti. Ha tutti i valori e le caratteristiche caratteriali che cerco in una compagna per una relazione seria, ma ha un vissuto particolare ed esteticamente non mi attira particolarmente. In alcuni momenti sento una spinta verso di lei (un'attrazione inspiegabile), in altri neutro (quasi repulsione, per quanto odi questo termine).
Mi sono emerse diverse paranoie ed insicurezze legate a ciò che provo per lei, fino quasi ad attacchi di panico (di cui non ho mai sofferto).
Ho il terrore di ferirla, lei è estremamente attratta da me e lo esplicita e ciò mi fa sentire in colpa perché non posso dire lo stesso.
A complicare il tutto, dopo che inizialmente volevo fermare la conoscenza per le insicurezze, abbiamo deciso di provarci comunque e darci tempo. Abbiamo avuto quindi un rapporto sessuale (voluto fortemente da entrambi e senza forzature).
Ecco da allora mi è tornato un enorme senso di angoscia e non so come comportarmi.
Nella mia vita ho avuto un'unica lunga relazione dai 15 ai 24 anni conclusa con un tradimento subito ed un abbandono per un'altra persona.
Da allora ho provato ad avere altre relazioni, ma in generale non sono mai andato oltre i primi appuntamenti, poiché le conoscenze venivano interrotte dalle ragazze con cui mi frequentavo.
Di recente mi sto frequentando con una ragazza conosciuta tramite app verso cui non riesco a fare chiarezza sui miei sentimenti. Ha tutti i valori e le caratteristiche caratteriali che cerco in una compagna per una relazione seria, ma ha un vissuto particolare ed esteticamente non mi attira particolarmente. In alcuni momenti sento una spinta verso di lei (un'attrazione inspiegabile), in altri neutro (quasi repulsione, per quanto odi questo termine).
Mi sono emerse diverse paranoie ed insicurezze legate a ciò che provo per lei, fino quasi ad attacchi di panico (di cui non ho mai sofferto).
Ho il terrore di ferirla, lei è estremamente attratta da me e lo esplicita e ciò mi fa sentire in colpa perché non posso dire lo stesso.
A complicare il tutto, dopo che inizialmente volevo fermare la conoscenza per le insicurezze, abbiamo deciso di provarci comunque e darci tempo. Abbiamo avuto quindi un rapporto sessuale (voluto fortemente da entrambi e senza forzature).
Ecco da allora mi è tornato un enorme senso di angoscia e non so come comportarmi.
Gentile utente, dalle sue parole emerge con chiarezza il peso di un conflitto interiore: da una parte il desiderio di costruire una relazione stabile con una persona che sembra avere valori in sintonia con i suoi, dall’altra il disagio legato all’attrazione altalenante e alla paura di ferirla. Il senso di colpa e l’angoscia che descrive non sono semplici “blocchi”, ma segnali di un funzionamento emotivo che la mette di fronte a domande profonde su di sé e sulle sue modalità di vivere l’intimità.
L’attenzione non è tanto sul valutare se questa relazione sia “giusta o sbagliata”, ma sul comprendere il significato che per lei ha questo oscillare tra desiderio e repulsione, vicinanza e paura. Le emozioni che vive – fino agli episodi di quasi panico – segnalano una difficoltà a integrare i diversi registri del suo sentire: l’aspetto valoriale, quello corporeo, quello affettivo.
Può essere utile non giudicare queste reazioni come errori, ma come indicatori di un bisogno di chiarire meglio la propria esperienza emotiva, senza correre nell’ansia di “decidere subito” cosa fare. A volte il corpo e la mente impiegano tempo per trovare una coerenza, soprattutto dopo esperienze dolorose come un tradimento.
Un percorso di ascolto psicologico potrebbe aiutarla a dare forma a questi vissuti e a distinguere ciò che appartiene alla relazione attuale da ciò che invece proviene dalle sue ferite passate. Questo le permetterebbe di vivere con maggiore consapevolezza i suoi rapporti, senza sentirsi prigioniero della colpa o del dubbio.
L’attenzione non è tanto sul valutare se questa relazione sia “giusta o sbagliata”, ma sul comprendere il significato che per lei ha questo oscillare tra desiderio e repulsione, vicinanza e paura. Le emozioni che vive – fino agli episodi di quasi panico – segnalano una difficoltà a integrare i diversi registri del suo sentire: l’aspetto valoriale, quello corporeo, quello affettivo.
Può essere utile non giudicare queste reazioni come errori, ma come indicatori di un bisogno di chiarire meglio la propria esperienza emotiva, senza correre nell’ansia di “decidere subito” cosa fare. A volte il corpo e la mente impiegano tempo per trovare una coerenza, soprattutto dopo esperienze dolorose come un tradimento.
Un percorso di ascolto psicologico potrebbe aiutarla a dare forma a questi vissuti e a distinguere ciò che appartiene alla relazione attuale da ciò che invece proviene dalle sue ferite passate. Questo le permetterebbe di vivere con maggiore consapevolezza i suoi rapporti, senza sentirsi prigioniero della colpa o del dubbio.
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Buongiorno, sarebbe ovviamente necessario approfondire meglio la sua storia affettiva e le sue emozioni, tuttavia mi chiedo quanto abbia elaborato ed integrato la prima rottura sentimentale e quanto questa ancora influisca sulla sua vita, specialmente in momento così delicato. Un caro saluto. Dott.ssa Alessandra Morosinotto
Gentile paziente,
La situazione che lei descrive con tanta cura è evidente che riguarda un tema importante della sua vita. Sicuramente rimettersi in gioco dopo la chiusura di una relazione che le avrà causato notevole sofferenza non è facile, nonostante la sua forza e determinazione nel tentativo di andare avanti. Difficile giudicare da queste poche righe una situazione complessa; dico questo perché ogni persona può vivere esperienze simili in modo totalmente diverso, unico e personale. Le voglio dire però che le domande e le considerazioni che si pone sono interessanti e meritano sicuramente uno spazio d'ascolto dedicato. Spazio che le auguro possa aiutarla a trovare un rinnovato senso di equilibrio che le permetta poi di vivere le sue esperienze passate e future con serenità.
Dott. Roberto Corbo
La situazione che lei descrive con tanta cura è evidente che riguarda un tema importante della sua vita. Sicuramente rimettersi in gioco dopo la chiusura di una relazione che le avrà causato notevole sofferenza non è facile, nonostante la sua forza e determinazione nel tentativo di andare avanti. Difficile giudicare da queste poche righe una situazione complessa; dico questo perché ogni persona può vivere esperienze simili in modo totalmente diverso, unico e personale. Le voglio dire però che le domande e le considerazioni che si pone sono interessanti e meritano sicuramente uno spazio d'ascolto dedicato. Spazio che le auguro possa aiutarla a trovare un rinnovato senso di equilibrio che le permetta poi di vivere le sue esperienze passate e future con serenità.
Dott. Roberto Corbo
Buongiorno gentile Utente, la situazione che descrive porta con sé una forte carica emotiva e una complessità che è importante riconoscere. Comprendo bene il suo senso di smarrimento: da un lato sente di avere davanti una persona con qualità che considera importanti per costruire una relazione seria, dall’altro avverte dubbi legati all’attrazione e alla chiarezza dei suoi sentimenti. Questo oscillare tra momenti di spinta e momenti di distacco è ciò che sembra alimentare le sue ansie e i vissuti di colpa.
Quando ci si trova in una fase come questa, è frequente che l’incertezza emotiva si trasformi in pensieri ripetitivi e in stati di ansia fino ad arrivare, come nel suo caso, a esperienze di panico. Non si tratta semplicemente di “scegliere” razionalmente se continuare o meno, ma di comprendere meglio cosa avviene dentro di sé. Le sue insicurezze non riguardano solo questa ragazza, ma toccano anche le ferite del passato, il tradimento subito e le esperienze successive in cui ha faticato a costruire legami più stabili. Tutto questo può aver inciso sulla fiducia in se stesso, sugli investimenti affettivi e sul rapporto con l’intimità.
L’esperienza che ha avuto dopo il rapporto sessuale non va letta come un segnale di “errore”, ma come l’emergere di un conflitto interno che merita attenzione. Da una parte il desiderio di lasciarsi andare, dall’altra la paura di non provare abbastanza, di ferire l’altra persona o di rimanere incastrato in una scelta non sentita. È proprio questa tensione tra desiderio e timore che genera angoscia.
Quello che può esserle utile ora non è forzarsi a trovare subito una risposta definitiva sulla relazione, ma provare a comprendere meglio i suoi bisogni, le sue aspettative e le sue paure in ambito affettivo. Spesso, in questi casi, un percorso psicoterapeutico di taglio integrato e basato su evidenze può aiutare a leggere i propri schemi relazionali, a distinguere ciò che viene dal passato da ciò che appartiene al presente e a ridare spazio a scelte più libere e consapevoli.
Non si giudichi con durezza per i suoi dubbi. Essi raccontano che in questo momento lei si trova in un passaggio importante, in cui desidera costruire ma al tempo stesso ha bisogno di capire quali condizioni le permettano di sentirsi davvero a suo agio in una relazione. Prendersi del tempo per conoscersi meglio e chiarire i propri vissuti può rappresentare un passo prezioso non solo per questa relazione, ma per la sua vita affettiva in generale.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Quando ci si trova in una fase come questa, è frequente che l’incertezza emotiva si trasformi in pensieri ripetitivi e in stati di ansia fino ad arrivare, come nel suo caso, a esperienze di panico. Non si tratta semplicemente di “scegliere” razionalmente se continuare o meno, ma di comprendere meglio cosa avviene dentro di sé. Le sue insicurezze non riguardano solo questa ragazza, ma toccano anche le ferite del passato, il tradimento subito e le esperienze successive in cui ha faticato a costruire legami più stabili. Tutto questo può aver inciso sulla fiducia in se stesso, sugli investimenti affettivi e sul rapporto con l’intimità.
L’esperienza che ha avuto dopo il rapporto sessuale non va letta come un segnale di “errore”, ma come l’emergere di un conflitto interno che merita attenzione. Da una parte il desiderio di lasciarsi andare, dall’altra la paura di non provare abbastanza, di ferire l’altra persona o di rimanere incastrato in una scelta non sentita. È proprio questa tensione tra desiderio e timore che genera angoscia.
Quello che può esserle utile ora non è forzarsi a trovare subito una risposta definitiva sulla relazione, ma provare a comprendere meglio i suoi bisogni, le sue aspettative e le sue paure in ambito affettivo. Spesso, in questi casi, un percorso psicoterapeutico di taglio integrato e basato su evidenze può aiutare a leggere i propri schemi relazionali, a distinguere ciò che viene dal passato da ciò che appartiene al presente e a ridare spazio a scelte più libere e consapevoli.
Non si giudichi con durezza per i suoi dubbi. Essi raccontano che in questo momento lei si trova in un passaggio importante, in cui desidera costruire ma al tempo stesso ha bisogno di capire quali condizioni le permettano di sentirsi davvero a suo agio in una relazione. Prendersi del tempo per conoscersi meglio e chiarire i propri vissuti può rappresentare un passo prezioso non solo per questa relazione, ma per la sua vita affettiva in generale.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente,
quello che descrive fa pensare che più che una difficoltà con questa ragazza, lei stia vivendo un conflitto interiore legato alla sua storia e alle sue insicurezze. L’amore, quando è autentico, è semplice e porta chiarezza, non angoscia. Se sente repulsione o forte confusione, probabilmente non è la persona giusta per lei, e lasciarla andare sarebbe più rispettoso per entrambi.
Ciò che merita attenzione, invece, è il malessere che le provoca questa situazione: l’ansia, i pensieri ossessivi e il senso di colpa. In questo senso potrebbe esserle molto utile un percorso di sostegno psicologico, per chiarirsi dentro e affrontare con più serenità le sue relazioni future. Dr. Giuseppe Mirabella
quello che descrive fa pensare che più che una difficoltà con questa ragazza, lei stia vivendo un conflitto interiore legato alla sua storia e alle sue insicurezze. L’amore, quando è autentico, è semplice e porta chiarezza, non angoscia. Se sente repulsione o forte confusione, probabilmente non è la persona giusta per lei, e lasciarla andare sarebbe più rispettoso per entrambi.
Ciò che merita attenzione, invece, è il malessere che le provoca questa situazione: l’ansia, i pensieri ossessivi e il senso di colpa. In questo senso potrebbe esserle molto utile un percorso di sostegno psicologico, per chiarirsi dentro e affrontare con più serenità le sue relazioni future. Dr. Giuseppe Mirabella
Buonasera, capisco la confusione che sta vivendo. Non è semplice gestire emozioni contrastanti ed il timore di ferire l'altra persona. In momenti come questo può essere utile rallentare, rispettare i propri tempi ed ascoltare con sincerità ciò che davvero desidera. Prendersi cura di sé non significa mancare di rispetto all'altro, ma creare le basi per una relazione più autentica e serena.
Buongiorno, la sua domanda è ricca di spunti degni di essere approfonditi, purtroppo nella mia risposta potrò solo fare cenno ad alcuni aspetti salienti. Nella sua prima e, lei dice, unica relazione ha subito un abbandono a seguito di un tradimento. E il tema dell'abbandono ritorna anche nelle successive, brevi storie che ha vissuto (sono le ragazze ad allontanarsi da lei). Mentre con la ragazza che frequenta attualmente le parti sembrano invertite: la ragazza, lei afferma, è da lei attratta, la apprezza e rispetta come persona; lei, invece, pur apprezzando questa persona come a lei interiormente affine, avverte una sorta di ripulsa. Un'ambivalenza di fondo, dunque, che si potrebbe riassumere a prima vista in questi termini: la ragazza le piace dal punto di vista dei valori e dell'interiorità, la attrae decisamente meno per il suo aspetto fisico. Il che si rispecchia nell'andamento ondivago, direi, della relazione stessa: a volte è inspiegabilmente attratto da questa persona, altre volte giunge a nutrire verso di lei repulsione... Tale dissidio o scissione interiore l'ha portata anche - sembrerebbe - a dilazionare i tempi della sessualità. E, a mio avviso, sarebbe bene che si domandasse, con l'ausilio di uno specialista: perché vivo tale scissione e ambivalenza verso una donna che (stando a quel che lei dice) mi ama? E' solo un problema di scarsa attrazione fisica, o forse non è anche una mia inconscia reazione di allontanamento da una persona che mi è vicina e che mi ha scelto senza ambivalenze e riserve? E qual è stato il suo atteggiamento verso le ragazze che, viceversa, manifestavano verso di lei un atteggiamento di distacco e ambivalenza, culminante nel tradimento e nell'abbandono? Sono solo alcune delle domande fondamentali con cui sarebbe opportuno misurarsi, per restituire alla sua vita affettiva pienezza e armonia. E credo che in tal modo anche il suo panico e la sua angoscia ne risulterebbero alleviati. In bocca al lupo, Antonio Di Mauro - psicologo e psicoterapeuta a Milano e online
Buonasera,
è comprensibile la fatica che sta vivendo, infatti, da una parte sente di aver trovato in questa ragazza valori importanti, dall’altra prova emozioni contrastanti che le creano ansia, senso di colpa e confusione. È naturale che questo la metta in difficoltà, soprattutto considerando la ferita del tradimento passato, che può aver lasciato insicurezze ancora presenti nelle nuove relazioni. Quando ci si scontra con queste ambivalenze spesso non è solo la persona che abbiamo davanti a generarle, ma ciò che dentro di noi non è ancora stato elaborato. Il corpo e la mente ci mandano segnali forti, come gli attacchi di panico che racconta, per richiamare la nostra attenzione. In questi casi un percorso psicologico può diventare uno spazio prezioso per comprendere meglio le proprie emozioni, riconoscere i bisogni autentici e sentirsi più liberi di fare scelte relazionali serene, senza paura di ferire o di ferirsi. Un percorso psicologico può aiutarla a capire che cosa il suo corpo le vuole comunicare e a conoscersi un pochino meglio.
è comprensibile la fatica che sta vivendo, infatti, da una parte sente di aver trovato in questa ragazza valori importanti, dall’altra prova emozioni contrastanti che le creano ansia, senso di colpa e confusione. È naturale che questo la metta in difficoltà, soprattutto considerando la ferita del tradimento passato, che può aver lasciato insicurezze ancora presenti nelle nuove relazioni. Quando ci si scontra con queste ambivalenze spesso non è solo la persona che abbiamo davanti a generarle, ma ciò che dentro di noi non è ancora stato elaborato. Il corpo e la mente ci mandano segnali forti, come gli attacchi di panico che racconta, per richiamare la nostra attenzione. In questi casi un percorso psicologico può diventare uno spazio prezioso per comprendere meglio le proprie emozioni, riconoscere i bisogni autentici e sentirsi più liberi di fare scelte relazionali serene, senza paura di ferire o di ferirsi. Un percorso psicologico può aiutarla a capire che cosa il suo corpo le vuole comunicare e a conoscersi un pochino meglio.
Gentile utente,
da ciò che ci racconta sembra che lei stia vivendo una situazione che la divide.
Sarebbe necessario approfondire ciò che intende con "vissuto particolare" e comprendere meglio l'oggetto delle paranoie di cui scrive. Inoltre fa riferimento ad una sensazione di angoscia dopo il rapporto che chiaramente condiziona la relazione. Nonostante ciò sembrerebbe che lei nutra comunque un interesse per questa ragazza, potrebbe dunque essere un'idea cercare di approfondire l'origine di questo interesse e delle sensazioni che prova? Il consiglio è di cercare un professionista che possa accompagnarla verso una maggiore conoscenza di ciò che sta esperendo.
Un caro saluto
da ciò che ci racconta sembra che lei stia vivendo una situazione che la divide.
Sarebbe necessario approfondire ciò che intende con "vissuto particolare" e comprendere meglio l'oggetto delle paranoie di cui scrive. Inoltre fa riferimento ad una sensazione di angoscia dopo il rapporto che chiaramente condiziona la relazione. Nonostante ciò sembrerebbe che lei nutra comunque un interesse per questa ragazza, potrebbe dunque essere un'idea cercare di approfondire l'origine di questo interesse e delle sensazioni che prova? Il consiglio è di cercare un professionista che possa accompagnarla verso una maggiore conoscenza di ciò che sta esperendo.
Un caro saluto
Buonasera, dalla sua descrizione emerge chiaramente una forte tensione interna tra il desiderio di costruire una relazione e le sue paure legate al passato e all’insicurezza personale. L’angoscia che riferisce dopo il rapporto sessuale può essere legata sia alla responsabilità percepita nei confronti della partner sia all’incapacità di chiarire i propri sentimenti, questa alternanza tra attrazione e repulsione può generare panico o sintomi ansiosi, perché il corpo e la mente percepiscono una forte contraddizione tra ciò che “dovrebbero” sentire e ciò che realmente provano.
In questi casi può essere utile fermarsi un attimo e prendersi spazio per esplorare i propri sentimenti senza giudicarli, cercando di distinguere tra ciò che è reale attrazione, ciò che è senso di dovere o paura di ferire l’altra, e ciò che sono anticipazioni ansiose di possibili problemi, parlarne con uno psicologo può aiutare a chiarire questi vissuti e a gestire l’ansia, così come comunicare con sincerità con la partner, con delicatezza e senza colpevolizzarsi, permette di mantenere trasparenza nella relazione senza sentirsi sopraffatti dalle emozioni.
È normale sentirsi confusi, ma lavorare sulla consapevolezza di sé, sull’ansia e sul riconoscimento dei propri limiti emotivi può ridurre l’angoscia e favorire decisioni più equilibrate, permettendo di vivere la relazione con maggiore chiarezza e serenità. Un caro saluto
In questi casi può essere utile fermarsi un attimo e prendersi spazio per esplorare i propri sentimenti senza giudicarli, cercando di distinguere tra ciò che è reale attrazione, ciò che è senso di dovere o paura di ferire l’altra, e ciò che sono anticipazioni ansiose di possibili problemi, parlarne con uno psicologo può aiutare a chiarire questi vissuti e a gestire l’ansia, così come comunicare con sincerità con la partner, con delicatezza e senza colpevolizzarsi, permette di mantenere trasparenza nella relazione senza sentirsi sopraffatti dalle emozioni.
È normale sentirsi confusi, ma lavorare sulla consapevolezza di sé, sull’ansia e sul riconoscimento dei propri limiti emotivi può ridurre l’angoscia e favorire decisioni più equilibrate, permettendo di vivere la relazione con maggiore chiarezza e serenità. Un caro saluto
Buonasera, quello che descrive sembra riflettere un conflitto interno tra razionalità e desiderio emotivo e fisico, che può generare ansia intensa, soprattutto quando si ha paura di deludere l’altro o di non riconoscere i propri bisogni. È importante ascoltare ciò che prova, senza forzarsi in una direzione per senso del dovere o paura di ferire. La confusione può essere parte di un percorso di maggiore consapevolezza affettiva, ma è utile affrontarla in uno spazio terapeutico che aiuti a distinguere ciò che è autentico da ciò che è guidato da aspettative o insicurezze. Resto a disposizione, dott.ssa Farese Lucrezia
Gentile utente, grazie per aver condiviso in modo così sincero e articolato il suo vissuto. Le emozioni che descrive sono segnali importanti che meritano attenzione e ascolto.
La sua storia relazionale passata, conclusasi in modo traumatico con un tradimento e un abbandono, può aver lasciato una traccia profonda nel modo in cui oggi si approccia all’intimità e alle nuove relazioni. È possibile che ci siano ancora ferite non completamente elaborate, che si attivano ora di fronte alla possibilità di un nuovo legame affettivo.
Quando dice di essere stato bene con questa persona per alcuni aspetti, ma di provare allo stesso tempo un senso di disagio o repulsione, è importante non leggere queste reazioni in modo dicotomico o colpevolizzante, ma come segnali che raccontano qualcosa di sé e della propria storia.
A volte, nella ricerca di una relazione "giusta", possiamo trovarci divisi tra ciò che “dovremmo sentire” e ciò che effettivamente proviamo. Questo può generare ansia, senso di inadeguatezza e persino sintomi fisici o psicologici, come quelli che descrive.
L’intimità sessuale, soprattutto se arriva in un momento di vulnerabilità o incertezza, può amplificare queste emozioni contrastanti. È comprensibile che dopo un’esperienza sessuale importante si possano riattivare paure profonde come quelle di legarsi, di ferire l’altro, di sentirsi intrappolati o non autentici.
Ciò che può aiutarla è prendersi del tempo per esplorare ciò che sente, senza forzarsi in una direzione che non la fa sentire sereno. Potrebbe essere utile affrontare questo momento in un percorso psicologico individuale, per dare spazio e significato a queste emozioni, approfondire i suoi bisogni relazionali e comprendere come la sua storia personale influenzi il presente.
Infine, è importante ricordare che riconoscere il proprio sentire è un atto di rispetto non solo verso sé stessi, ma anche verso l’altra persona.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti. Cordiali saluti, Dott.ssa Martina Veracini
La sua storia relazionale passata, conclusasi in modo traumatico con un tradimento e un abbandono, può aver lasciato una traccia profonda nel modo in cui oggi si approccia all’intimità e alle nuove relazioni. È possibile che ci siano ancora ferite non completamente elaborate, che si attivano ora di fronte alla possibilità di un nuovo legame affettivo.
Quando dice di essere stato bene con questa persona per alcuni aspetti, ma di provare allo stesso tempo un senso di disagio o repulsione, è importante non leggere queste reazioni in modo dicotomico o colpevolizzante, ma come segnali che raccontano qualcosa di sé e della propria storia.
A volte, nella ricerca di una relazione "giusta", possiamo trovarci divisi tra ciò che “dovremmo sentire” e ciò che effettivamente proviamo. Questo può generare ansia, senso di inadeguatezza e persino sintomi fisici o psicologici, come quelli che descrive.
L’intimità sessuale, soprattutto se arriva in un momento di vulnerabilità o incertezza, può amplificare queste emozioni contrastanti. È comprensibile che dopo un’esperienza sessuale importante si possano riattivare paure profonde come quelle di legarsi, di ferire l’altro, di sentirsi intrappolati o non autentici.
Ciò che può aiutarla è prendersi del tempo per esplorare ciò che sente, senza forzarsi in una direzione che non la fa sentire sereno. Potrebbe essere utile affrontare questo momento in un percorso psicologico individuale, per dare spazio e significato a queste emozioni, approfondire i suoi bisogni relazionali e comprendere come la sua storia personale influenzi il presente.
Infine, è importante ricordare che riconoscere il proprio sentire è un atto di rispetto non solo verso sé stessi, ma anche verso l’altra persona.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti. Cordiali saluti, Dott.ssa Martina Veracini
Salve, ciò che descrive sembra un conflitto interiore molto profondo tra ciò che “dovrebbe essere” una relazione giusta, secondo valori e logica, e ciò che realmente sente nel corpo e nelle emozioni. Questo tipo di scissione, soprattutto dopo una ferita d’abbandono così significativa nella prima relazione, può generare ansia, senso di colpa e confusione, come sta accadendo ora.
Il fatto che alterni attrazione e repulsione potrebbe indicare un blocco più profondo legato alla paura dell’intimità o alla difficoltà di lasciarsi davvero andare. In questi casi, un percorso con uno psicologo psicoterapeuta, anche con un approccio come l’analisi bioenergetica, può aiutarla a riconnettersi alle proprie sensazioni autentiche e distinguere ciò che è “paura di sbagliare” da ciò che è davvero incompatibilità emotiva o fisica. È importante non forzarsi a restare in una relazione per senso di colpa o per evitare di ferire l’altro: entrambi meritate chiarezza e rispetto. Non si giudichi per ciò che prova, ma si ascolti con sincerità, anche se fa paura. È solo partendo da lì che può nascere una relazione davvero sana. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Il fatto che alterni attrazione e repulsione potrebbe indicare un blocco più profondo legato alla paura dell’intimità o alla difficoltà di lasciarsi davvero andare. In questi casi, un percorso con uno psicologo psicoterapeuta, anche con un approccio come l’analisi bioenergetica, può aiutarla a riconnettersi alle proprie sensazioni autentiche e distinguere ciò che è “paura di sbagliare” da ciò che è davvero incompatibilità emotiva o fisica. È importante non forzarsi a restare in una relazione per senso di colpa o per evitare di ferire l’altro: entrambi meritate chiarezza e rispetto. Non si giudichi per ciò che prova, ma si ascolti con sincerità, anche se fa paura. È solo partendo da lì che può nascere una relazione davvero sana. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Buonasera, la ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità ciò che sta vivendo, perché non è semplice esporsi su temi così delicati e personali. Da quanto racconta, emerge chiaramente quanto questa nuova conoscenza le stia facendo sperimentare emozioni contrastanti, che oscillano tra attrazione e rifiuto, curiosità e paura, senso di colpa e desiderio di chiarezza. Questa altalena emotiva è fonte di molta ansia, al punto da generare in lei stati di agitazione molto intensi, fino a veri e propri vissuti simili a crisi di panico. La sua storia relazionale passata, con una lunga relazione terminata in modo doloroso e improvviso, ha lasciato un segno profondo. Dopo un’esperienza così, è comprensibile che si attivino timori, diffidenza e insicurezze quando si avvicina a qualcuno. Il nostro cervello tende a proteggerci dalle ferite già vissute, ma lo fa attraverso meccanismi che non sempre ci aiutano a vivere con serenità nuove esperienze. Le emozioni che descrive sembrano collegate proprio a questo conflitto interno: da una parte c’è il desiderio di costruire qualcosa con una persona che appare affidabile e portatrice di valori importanti, dall’altra ci sono le paure legate alla mancanza di attrazione costante e al timore di non provare “abbastanza”. Dal punto di vista cognitivo comportamentale, spesso il problema non è tanto ciò che si prova, quanto l’interpretazione che si dà alle emozioni e ai pensieri. L’idea di “dover provare sempre le stesse sensazioni” o che l’attrazione debba essere stabile e costante può diventare un’aspettativa rigida che genera ansia quando non viene rispettata. Allo stesso tempo, la paura di ferire l’altra persona e il senso di colpa che ne deriva rischiano di appesantire ulteriormente la relazione, facendola vivere più come un compito da gestire che come un’esperienza da esplorare con apertura. Un percorso di supporto psicologico le permetterebbe di lavorare proprio su questi aspetti: imparare a distinguere i pensieri disfunzionali dalle emozioni autentiche, riconoscere e gestire le insicurezze senza lasciarsi travolgere, e soprattutto tollerare l’incertezza che inevitabilmente accompagna ogni relazione all’inizio. Spesso il bisogno di avere risposte immediate su “cosa provo davvero” porta a un eccesso di analisi che blocca la spontaneità e aumenta solo la confusione. Vorrei rassicurarla sul fatto che i dubbi e le ambivalenze in una fase iniziale di frequentazione sono molto comuni, ma quando diventano fonte di grande sofferenza e arrivano a compromettere la possibilità di vivere serenamente l’esperienza, può essere utile affrontarli con un aiuto professionale. Lavorare su ansia, insicurezza e senso di colpa la aiuterebbe non solo a gestire meglio questa situazione, ma anche a ritrovare un rapporto più sereno con le proprie emozioni in generale. Il fatto che lei desideri non ferire l’altra persona dimostra sensibilità e attenzione, ma è altrettanto importante che impari a prendersi cura anche del proprio benessere emotivo. Una relazione sana può nascere e crescere solo se entrambi i partner riescono a sentirsi liberi, autentici e rispettosi dei propri bisogni. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Gentile utente,
grazie per aver condiviso il suo stato d'animo e le sue difficoltà in questo momento della sua vita sentimentale.
E' importante ascoltare questi sentimenti contrastanti che stanno emergendo con la ragazza che sta frequentando. Da una parte, come lei afferma, sembra esserci un interesse vero per questa persona, soprattutto nella condivisione di certi valori, e questo probabilmente le trasmette alcune sicurezze di cui ha bisogno all'interno della relazione. D'altra parte, invece, si sofferma sull'aspetto esteriore e sta notando ciò che non le piace, i suoi difetti estetici, la sua imperfezione. E' evidente che lei da' importanza a questo aspetto e non vuole trascurarlo.
In tutto questo discorso, che potrebbe riguardare solo lei e il suo modo di pensare, c'è però l'altra persona e i suoi sentimenti verso cui va mostrata attenzione e rispetto. Questo significa riuscire a essere sinceri e aperti, anche se ciò vuol dire affrontare le conseguenze della verità. Lei stesso sta provando situazioni di malessere a rinviare questo momento e vive con angoscia e, a volte, panico la situazione precaria.
Nella sua riflessione sul da farsi, è importante considerare il suo vissuto precedente e la lunga relazione che ha avuto in età giovanile. Una storia importante che sicuramente influenza il suo modo di comportarsi e le sue convinzioni attuali sulle relazioni sentimentali.
Dovrà essere lei a sciogliere il dilemma, ma l'onestà e la trasparenza premiano sempre. Non abbia paura di spiegare ciò che prova e i pensieri intrusivi che sta sperimentando. Può trovare giovamento nel supporto psicologico di un professionista per chiarire ulteriormente a sé stesso queste dinamiche mentali.
Restando a disposizione, le auguro il meglio.
Dott. Antonio Cortese
grazie per aver condiviso il suo stato d'animo e le sue difficoltà in questo momento della sua vita sentimentale.
E' importante ascoltare questi sentimenti contrastanti che stanno emergendo con la ragazza che sta frequentando. Da una parte, come lei afferma, sembra esserci un interesse vero per questa persona, soprattutto nella condivisione di certi valori, e questo probabilmente le trasmette alcune sicurezze di cui ha bisogno all'interno della relazione. D'altra parte, invece, si sofferma sull'aspetto esteriore e sta notando ciò che non le piace, i suoi difetti estetici, la sua imperfezione. E' evidente che lei da' importanza a questo aspetto e non vuole trascurarlo.
In tutto questo discorso, che potrebbe riguardare solo lei e il suo modo di pensare, c'è però l'altra persona e i suoi sentimenti verso cui va mostrata attenzione e rispetto. Questo significa riuscire a essere sinceri e aperti, anche se ciò vuol dire affrontare le conseguenze della verità. Lei stesso sta provando situazioni di malessere a rinviare questo momento e vive con angoscia e, a volte, panico la situazione precaria.
Nella sua riflessione sul da farsi, è importante considerare il suo vissuto precedente e la lunga relazione che ha avuto in età giovanile. Una storia importante che sicuramente influenza il suo modo di comportarsi e le sue convinzioni attuali sulle relazioni sentimentali.
Dovrà essere lei a sciogliere il dilemma, ma l'onestà e la trasparenza premiano sempre. Non abbia paura di spiegare ciò che prova e i pensieri intrusivi che sta sperimentando. Può trovare giovamento nel supporto psicologico di un professionista per chiarire ulteriormente a sé stesso queste dinamiche mentali.
Restando a disposizione, le auguro il meglio.
Dott. Antonio Cortese
Gentile utente, grazie per aver condiviso la sua situazione.
Dalle sue parole emerge quanto si senta in conflitto tra ciò che desidera costruire e le sensazioni contrastanti che prova nella relazione attuale. Da un lato riconosce valori e qualità importanti nella persona che sta frequentando, dall’altro sperimenta dubbi, insicurezze e momenti di angoscia che finiscono per generare malessere e senso di colpa. È comprensibile che questa alternanza la faccia sentire disorientato e sotto pressione. Spesso, in queste circostanze, non si tratta solo di valutare l’altra persona, ma anche di comprendere meglio i propri bisogni affettivi e le paure che emergono nel legame. Un percorso di supporto psicologico può aiutarla a dare un significato a queste emozioni, a distinguere ciò che nasce da insicurezze profonde da ciò che invece appartiene realmente alla relazione, così da orientarsi in maniera più chiara e serena.
Per ogni eventuale approfondimento sono a sua disposizione, anche online, il primo colloquio è gratuito. Un caro saluto,
Dott. Mauro Terracciano.
Dalle sue parole emerge quanto si senta in conflitto tra ciò che desidera costruire e le sensazioni contrastanti che prova nella relazione attuale. Da un lato riconosce valori e qualità importanti nella persona che sta frequentando, dall’altro sperimenta dubbi, insicurezze e momenti di angoscia che finiscono per generare malessere e senso di colpa. È comprensibile che questa alternanza la faccia sentire disorientato e sotto pressione. Spesso, in queste circostanze, non si tratta solo di valutare l’altra persona, ma anche di comprendere meglio i propri bisogni affettivi e le paure che emergono nel legame. Un percorso di supporto psicologico può aiutarla a dare un significato a queste emozioni, a distinguere ciò che nasce da insicurezze profonde da ciò che invece appartiene realmente alla relazione, così da orientarsi in maniera più chiara e serena.
Per ogni eventuale approfondimento sono a sua disposizione, anche online, il primo colloquio è gratuito. Un caro saluto,
Dott. Mauro Terracciano.
Buongiorno, il tradimento e l'abbandono subiti nella relazione precedente hanno lasciato tracce profonde nel tuo modo di approcciarti alle nuove conoscenze e la paura di ferire l'altra persona potrebbe nascondere, in realtà, la paura di essere nuovamente ferito, proiettando sull'esterno un meccanismo di protezione interno.
L'alternanza tra attrazione e repulsione che descrivi non è insolita quando ci troviamo di fronte a qualcuno che corrisponde ai nostri criteri razionali ma non accende immediatamente la scintilla emotiva. Questa oscillazione può generare grande confusione, soprattutto quando entra in gioco la dimensione sessuale che può intensificare sia l'intimità che l'ansia.
L'angoscia emersa dopo il rapporto sessuale sembra collegata a un senso di responsabilità emotiva verso di lei, amplificato dal fatto che percepisci la sua forte attrazione mentre tu ti senti incerto. Questo squilibrio percepito genera colpa e pressione, elementi che possono soffocare la naturale evoluzione del sentimento.
È importante considerare però, che l'attrazione può svilupparsi gradualmente e che la connessione emotiva profonda spesso precede o accompagna quella fisica. Il tuo corpo e la tua mente stanno probabilmente processando l'esperienza di apertura verso qualcuno dopo anni di protezione, e questo può generare reazioni ansiose anche quando la situazione è oggettivamente positiva.
Io ti suggerisco di esplorare in terapia le tue aspettative sull'amore e l'attrazione, distinguendo tra ciò che hai appreso dai film e dalla cultura popolare e ciò che può essere realmente "buono" per te. Potresti lavorare sulla gestione dell'ansia da prestazione emotiva e sull'accettazione che i sentimenti possano svilupparsi con tempi diversi da quelli che ti aspetti.Il metodo Voice Dialogue può offrirti una prospettiva particolarmente utile per navigare questa situazione emotivamente complessa.
Dal tuo racconto emergono chiaramente diverse voci interne in conflitto:
Il Protettore/Guardiano - quella parte che dopo il tradimento subito si è attivata per proteggerti da ulteriori ferite. Questa voce potrebbe essere quella che genera repulsione quando ti avvicini troppo emotivamente, creando distanza di sicurezza.
Il Perfezionista Emotivo - la parte che ha creato una lista ideale di caratteristiche e valori, e che si aspetta che l'attrazione segua logiche razionali. Questa voce potrebbe generare frustrazione quando la realtà non corrisponde alle aspettative teoriche.
Il Responsabile/Protettore dell'Altro - quella parte che si preoccupa intensamente di non ferire lei, che potrebbe paradossalmente impedirti di essere autentico nella relazione per paura delle conseguenze.
La Parte Desiderante - quella che ha voluto il rapporto sessuale e che in alcuni momenti sente l'attrazione inspiegabile, ma che forse non ha ancora piena libertà di esprimersi.
Attraverso il Voice Dialogue potresti esplorare cosa ognuna di queste parti ha da dirti, quali sono i loro bisogni e timori specifici.
Ma anche un percorso di mindfulness potrebbe aiutarti a stare nel presente della relazione senza proiettarti costantemente sui possibili esiti futuri.
Un cordiale saluto
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologa clinica - Voice Dialogue - Mindfulness - Dreamwork
L'alternanza tra attrazione e repulsione che descrivi non è insolita quando ci troviamo di fronte a qualcuno che corrisponde ai nostri criteri razionali ma non accende immediatamente la scintilla emotiva. Questa oscillazione può generare grande confusione, soprattutto quando entra in gioco la dimensione sessuale che può intensificare sia l'intimità che l'ansia.
L'angoscia emersa dopo il rapporto sessuale sembra collegata a un senso di responsabilità emotiva verso di lei, amplificato dal fatto che percepisci la sua forte attrazione mentre tu ti senti incerto. Questo squilibrio percepito genera colpa e pressione, elementi che possono soffocare la naturale evoluzione del sentimento.
È importante considerare però, che l'attrazione può svilupparsi gradualmente e che la connessione emotiva profonda spesso precede o accompagna quella fisica. Il tuo corpo e la tua mente stanno probabilmente processando l'esperienza di apertura verso qualcuno dopo anni di protezione, e questo può generare reazioni ansiose anche quando la situazione è oggettivamente positiva.
Io ti suggerisco di esplorare in terapia le tue aspettative sull'amore e l'attrazione, distinguendo tra ciò che hai appreso dai film e dalla cultura popolare e ciò che può essere realmente "buono" per te. Potresti lavorare sulla gestione dell'ansia da prestazione emotiva e sull'accettazione che i sentimenti possano svilupparsi con tempi diversi da quelli che ti aspetti.Il metodo Voice Dialogue può offrirti una prospettiva particolarmente utile per navigare questa situazione emotivamente complessa.
Dal tuo racconto emergono chiaramente diverse voci interne in conflitto:
Il Protettore/Guardiano - quella parte che dopo il tradimento subito si è attivata per proteggerti da ulteriori ferite. Questa voce potrebbe essere quella che genera repulsione quando ti avvicini troppo emotivamente, creando distanza di sicurezza.
Il Perfezionista Emotivo - la parte che ha creato una lista ideale di caratteristiche e valori, e che si aspetta che l'attrazione segua logiche razionali. Questa voce potrebbe generare frustrazione quando la realtà non corrisponde alle aspettative teoriche.
Il Responsabile/Protettore dell'Altro - quella parte che si preoccupa intensamente di non ferire lei, che potrebbe paradossalmente impedirti di essere autentico nella relazione per paura delle conseguenze.
La Parte Desiderante - quella che ha voluto il rapporto sessuale e che in alcuni momenti sente l'attrazione inspiegabile, ma che forse non ha ancora piena libertà di esprimersi.
Attraverso il Voice Dialogue potresti esplorare cosa ognuna di queste parti ha da dirti, quali sono i loro bisogni e timori specifici.
Ma anche un percorso di mindfulness potrebbe aiutarti a stare nel presente della relazione senza proiettarti costantemente sui possibili esiti futuri.
Un cordiale saluto
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologa clinica - Voice Dialogue - Mindfulness - Dreamwork
Buonasera, quello che sta vivendo è comprensibile e merita attenzione: dopo una ferita profonda nella sua storia affettiva passata, è naturale che l’intimità e l’impegno possano riattivare insicurezze e paure. Il senso di colpa, la confusione emotiva e l’angoscia che descrive sembrano legati al timore di fare del male e, al tempo stesso, di non riuscire a riconoscere i propri reali desideri. Un percorso psicologico potrebbe aiutarla a fare chiarezza su ciò che prova, distinguere tra aspettative, idealizzazioni e bisogni autentici, e ritrovare uno spazio sicuro per vivere le relazioni con maggiore serenità e consapevolezza.
Caro utente, leggendoti, mi sembra che dentro di te si muovano forze profonde: il desiderio di costruire qualcosa di autentico, il timore di ripetere ferite e forse anche la difficoltà di riconoscere e accogliere ciò che veramente provi. L’angoscia che descrivi potrebbe essere un segnale importante, che forse suggerisce che c’è qualcosa dentro di te che chiede ascolto, senza giudizio. Forse un conflitto tra il bisogno di legame e la paura dell’intimità, o tra l’attrazione e le aspettative interiori. Non possiamo saperlo subito, serve tempo, cura e uno spazio sicuro dove tutto questo possa essere esplorato. A volte, infatti, quando entriamo in relazione intima con qualcuno, tocchiamo ferite più profonde, antiche, che parlano di abbandoni, aspettative, identità. E può succedere che il corpo e la mente reagiscano con segnali forti, come l’angoscia o il senso di repulsione, che non sono “sbagliati”, ma chiedono attenzione e ascolto. Se senti che tutto questo ha bisogno di più spazio per essere attraversato, forse potresti pensare di concederti un percorso con qualcuno che possa camminarti accanto, con delicatezza. Un caro saluto! Dott.ssa Giulia Redondi
Gentile utente,
la ringrazio per aver condiviso una situazione che comprensibilmente genera in lei confusione e sofferenza.
Dalle sue parole emergono temi profondi legati alla fiducia, al timore di ferire l’altro e al senso di responsabilità nelle relazioni, aspetti che possono essere influenzati dalle esperienze affettive precedenti. L’ambivalenza che sente verso la persona che sta frequentando, così come le emozioni intense che riferisce, meritano uno spazio di ascolto e comprensione. In un percorso psicologico, sarebbe possibile esplorare meglio cosa attiva dentro di lei questa dinamica, dando significato sia all’attrazione che alla repulsione.
Cordialità
la ringrazio per aver condiviso una situazione che comprensibilmente genera in lei confusione e sofferenza.
Dalle sue parole emergono temi profondi legati alla fiducia, al timore di ferire l’altro e al senso di responsabilità nelle relazioni, aspetti che possono essere influenzati dalle esperienze affettive precedenti. L’ambivalenza che sente verso la persona che sta frequentando, così come le emozioni intense che riferisce, meritano uno spazio di ascolto e comprensione. In un percorso psicologico, sarebbe possibile esplorare meglio cosa attiva dentro di lei questa dinamica, dando significato sia all’attrazione che alla repulsione.
Cordialità
Buonasera,
quello che racconti trasmette una forte tensione interiore: da una parte riconosci in questa ragazza valori e qualità che consideri importanti per una relazione stabile, dall’altra ti accorgi che l’attrazione fisica non è costante e questo ti genera confusione, ansia e sensi di colpa. Non è insolito che, dopo una storia lunga e segnata da un tradimento, i tentativi di costruire nuove relazioni siano attraversati da insicurezze profonde: l’esperienza passata rimane come uno sfondo emotivo che può rendere difficile fidarsi pienamente delle proprie sensazioni.
Il fatto che tu alterni momenti di attrazione e momenti di distacco non significa necessariamente che ci sia “qualcosa di sbagliato” in te o in lei. Piuttosto, può essere l’espressione di un conflitto interno: da un lato il desiderio di stabilità, dall’altro la paura di ripetere esperienze dolorose o di non riuscire a “sentire abbastanza”. Questo conflitto, quando non trova uno spazio di elaborazione, si trasforma facilmente in angoscia o addirittura in attacchi di panico.
Il senso di colpa che provi nasce dal fatto che ti senti responsabile delle aspettative dell’altra persona. Ma una relazione sana non può fondarsi solo sull’evitare di ferire l’altro: ha bisogno che tu ti dia il permesso di ascoltare davvero cosa provi, senza giudicarti. A volte si confonde la “giusta scelta razionale” (valori, compatibilità caratteriale) con il sentire emotivo e corporeo, ma una relazione ha bisogno di entrambi i livelli per crescere.
Il rapporto sessuale che avete avuto, pur vissuto in modo consensuale e voluto, può aver intensificato questa ambivalenza, perché ha reso più concreto un legame che dentro di te non era ancora chiaro. È normale che dopo un passo così intimo emergano dubbi amplificati, soprattutto se già eri in una condizione di incertezza.
Non c’è una risposta immediata sul “cosa fare”: la direzione giusta non nasce dal forzarti a provare qualcosa, né dal chiudere bruscamente per scappare dall’ansia. Il punto di partenza può essere fermarti ad ascoltare i tuoi bisogni: cosa desideri davvero oggi da una relazione? Che posto occupa per te l’attrazione fisica, e che posto la compatibilità valoriale? Quanto sei disposto a darti tempo, e quanto senti invece che la tua angoscia ti sta consumando?
Parlare apertamente con lei, con delicatezza, potrebbe aiutare: non serve scendere nei dettagli che ti pesano, ma condividere che stai attraversando un momento di confusione e che hai bisogno di procedere con gradualità. Questo, oltre a rispettare te stesso, è anche un modo per rispettare lei, senza illuderla né scaricare tutto su di te.
Se senti che l’ansia e i pensieri intrusivi stanno diventando troppo ingombranti, ti invito a valutare l’idea di uno spazio terapeutico. A volte non è tanto la relazione in sé a pesare, quanto le ferite pregresse e la pressione che ci mettiamo addosso. Un supporto professionale può aiutarti a distinguere cosa appartiene al presente e cosa è ancora legato al passato.
quello che racconti trasmette una forte tensione interiore: da una parte riconosci in questa ragazza valori e qualità che consideri importanti per una relazione stabile, dall’altra ti accorgi che l’attrazione fisica non è costante e questo ti genera confusione, ansia e sensi di colpa. Non è insolito che, dopo una storia lunga e segnata da un tradimento, i tentativi di costruire nuove relazioni siano attraversati da insicurezze profonde: l’esperienza passata rimane come uno sfondo emotivo che può rendere difficile fidarsi pienamente delle proprie sensazioni.
Il fatto che tu alterni momenti di attrazione e momenti di distacco non significa necessariamente che ci sia “qualcosa di sbagliato” in te o in lei. Piuttosto, può essere l’espressione di un conflitto interno: da un lato il desiderio di stabilità, dall’altro la paura di ripetere esperienze dolorose o di non riuscire a “sentire abbastanza”. Questo conflitto, quando non trova uno spazio di elaborazione, si trasforma facilmente in angoscia o addirittura in attacchi di panico.
Il senso di colpa che provi nasce dal fatto che ti senti responsabile delle aspettative dell’altra persona. Ma una relazione sana non può fondarsi solo sull’evitare di ferire l’altro: ha bisogno che tu ti dia il permesso di ascoltare davvero cosa provi, senza giudicarti. A volte si confonde la “giusta scelta razionale” (valori, compatibilità caratteriale) con il sentire emotivo e corporeo, ma una relazione ha bisogno di entrambi i livelli per crescere.
Il rapporto sessuale che avete avuto, pur vissuto in modo consensuale e voluto, può aver intensificato questa ambivalenza, perché ha reso più concreto un legame che dentro di te non era ancora chiaro. È normale che dopo un passo così intimo emergano dubbi amplificati, soprattutto se già eri in una condizione di incertezza.
Non c’è una risposta immediata sul “cosa fare”: la direzione giusta non nasce dal forzarti a provare qualcosa, né dal chiudere bruscamente per scappare dall’ansia. Il punto di partenza può essere fermarti ad ascoltare i tuoi bisogni: cosa desideri davvero oggi da una relazione? Che posto occupa per te l’attrazione fisica, e che posto la compatibilità valoriale? Quanto sei disposto a darti tempo, e quanto senti invece che la tua angoscia ti sta consumando?
Parlare apertamente con lei, con delicatezza, potrebbe aiutare: non serve scendere nei dettagli che ti pesano, ma condividere che stai attraversando un momento di confusione e che hai bisogno di procedere con gradualità. Questo, oltre a rispettare te stesso, è anche un modo per rispettare lei, senza illuderla né scaricare tutto su di te.
Se senti che l’ansia e i pensieri intrusivi stanno diventando troppo ingombranti, ti invito a valutare l’idea di uno spazio terapeutico. A volte non è tanto la relazione in sé a pesare, quanto le ferite pregresse e la pressione che ci mettiamo addosso. Un supporto professionale può aiutarti a distinguere cosa appartiene al presente e cosa è ancora legato al passato.
Gentile utente, buonasera,
la ringrazio per aver condiviso con coraggio la situazione che sta vivendo. Da ciò che racconta emerge chiaramente la sofferenza e la confusione che accompagna la sua attuale frequentazione, che sembra oscillare tra sentimenti opposti: da un lato l’attrazione e il riconoscimento di caratteristiche che cerca in una relazione, dall’altro momenti di distanza che le creano disagio e senso di colpa.
Se potesse fermarsi a riflettere un attimo, potrebbe provare a osservare questi opposti senza giudicarli: quanto sono legati alle caratteristiche della relazione o della ragazza, e quanto invece derivano da ciò che lei prova internamente in questo momento? Potrebbe essere utile chiedersi in che modo le esperienze passate abbiano contribuito a queste sensazioni: la sua relazione più lunga, conclusa con un tradimento, e le successive frequentazioni interrotte principalmente dall’altra parte possono aver lasciato tracce che ora si manifestano sotto forma di angoscia o paura di avvicinarsi troppo.
Spesso, dopo esperienze di tradimento o abbandono, può emergere un’ambivalenza tra il bisogno di vicinanza e il timore di quando l’altro si avvicina troppo. Riflettere su questa dinamica può aiutarla a comprendere meglio perché alcuni sentimenti, come ansia o senso di colpa, si attivino proprio ora, in una situazione in cui dall’altra parte sembra esserci sicurezza e interesse.
La invito a prendersi tutto il tempo necessario, senza fretta e senza giudicarsi, per ascoltare davvero ciò che sente. Accogliere con gentilezza le proprie emozioni è già un passo importante verso maggiore chiarezza e serenità. Se lo desidera, confrontarsi con un professionista può offrirle uno spazio sicuro per esplorare i propri vissuti e ritrovare fiducia nelle proprie scelte.
Le auguro di ritrovare la felicità che merita.
Un caro saluto,
Dott.ssa Fausta Florio
la ringrazio per aver condiviso con coraggio la situazione che sta vivendo. Da ciò che racconta emerge chiaramente la sofferenza e la confusione che accompagna la sua attuale frequentazione, che sembra oscillare tra sentimenti opposti: da un lato l’attrazione e il riconoscimento di caratteristiche che cerca in una relazione, dall’altro momenti di distanza che le creano disagio e senso di colpa.
Se potesse fermarsi a riflettere un attimo, potrebbe provare a osservare questi opposti senza giudicarli: quanto sono legati alle caratteristiche della relazione o della ragazza, e quanto invece derivano da ciò che lei prova internamente in questo momento? Potrebbe essere utile chiedersi in che modo le esperienze passate abbiano contribuito a queste sensazioni: la sua relazione più lunga, conclusa con un tradimento, e le successive frequentazioni interrotte principalmente dall’altra parte possono aver lasciato tracce che ora si manifestano sotto forma di angoscia o paura di avvicinarsi troppo.
Spesso, dopo esperienze di tradimento o abbandono, può emergere un’ambivalenza tra il bisogno di vicinanza e il timore di quando l’altro si avvicina troppo. Riflettere su questa dinamica può aiutarla a comprendere meglio perché alcuni sentimenti, come ansia o senso di colpa, si attivino proprio ora, in una situazione in cui dall’altra parte sembra esserci sicurezza e interesse.
La invito a prendersi tutto il tempo necessario, senza fretta e senza giudicarsi, per ascoltare davvero ciò che sente. Accogliere con gentilezza le proprie emozioni è già un passo importante verso maggiore chiarezza e serenità. Se lo desidera, confrontarsi con un professionista può offrirle uno spazio sicuro per esplorare i propri vissuti e ritrovare fiducia nelle proprie scelte.
Le auguro di ritrovare la felicità che merita.
Un caro saluto,
Dott.ssa Fausta Florio
Gentile paziente, quello che descrive non è solo un dubbio sentimentale, ma un’esperienza emotiva intensa che sta smuovendo parti profonde della sua storia affettiva. Si sente quanto lei sia una persona sensibile, responsabile e timorosa di fare male agli altri, forse anche più di quanto si permetta di pensare al proprio benessere.
La sua prima relazione è stata lunga, formativa e si è conclusa con un trauma: tradimento e abbandono. Quando una storia finisce in quel modo, spesso si crea una ferita invisibile che influisce su tutto ciò che viene dopo. Non c’è nulla di strano se negli anni le conoscenze successive si sono interrotte presto: il sistema emotivo può diventare molto protettivo e interrompere in anticipo situazioni che potrebbero diventare profonde.
Ora si trova davanti a una persona che sembra adatta a un progetto serio e questo, invece di darle sicurezza, le ha attivato insicurezze, conflitti interni e un’ansia che non aveva mai sperimentato prima. È comprensibile. Quando incontriamo qualcuno che potrebbe davvero avvicinarsi, entra in gioco la paura di sbagliare, la paura di ripetere la sofferenza passata, la paura di non provare “le sensazioni giuste”.
C’è anche un tema importante su cui vale la pena riflettere: l’attrazione non è un sentimento lineare. Soprattutto nelle persone che hanno vissuto una ferita nella sfera affettiva, può manifestarsi in modo altalenante. Non è un difetto, è un modo del corpo di proteggersi. L’alternanza tra slancio e repulsione non parla di lei che “non sa ciò che vuole”, ma di una parte che desidera aprirsi e di un’altra che teme di farlo davvero.
Il senso di colpa che prova è comprensibile, soprattutto perché percepisce quanto lei sia presa da questa relazione. Ma non si costruisce una storia sulla paura di ferire o sulla pressione di dover provare qualcosa. Servono tempo, ascolto e un ritmo rispettoso dei suoi confini.
L’angoscia successiva al rapporto sessuale non è un segnale che ha fatto qualcosa di sbagliato. È la reazione di un sistema emotivo già sotto stress, che si è trovato a vivere un passo importante prima che lei fosse davvero centrato e sicuro dentro di sé.
La domanda che può aiutare non è “provo abbastanza?”, ma “sto lasciando che ciò che sento abbia il tempo di prendere forma?”. Lei è già in un processo di protezione, non di rifiuto. E questo cambia completamente la lettura.
In questo momento non deve prendere decisioni drastiche né forzare una direzione. Deve tornare al suo ritmo, parlare con sincerità alla ragazza, spiegare che ha bisogno di tempo per distinguere l’ansia dalla reale incompatibilità. Capire ciò che prova non richiede fretta, ma spazio.
Se sente che questa confusione sta diventando paralizzante, un confronto più strutturato potrebbe aiutarla a distinguere paura, attrazione, aspettative e ferite passate.
Resto a disposizione.
Un caro saluto.
La sua prima relazione è stata lunga, formativa e si è conclusa con un trauma: tradimento e abbandono. Quando una storia finisce in quel modo, spesso si crea una ferita invisibile che influisce su tutto ciò che viene dopo. Non c’è nulla di strano se negli anni le conoscenze successive si sono interrotte presto: il sistema emotivo può diventare molto protettivo e interrompere in anticipo situazioni che potrebbero diventare profonde.
Ora si trova davanti a una persona che sembra adatta a un progetto serio e questo, invece di darle sicurezza, le ha attivato insicurezze, conflitti interni e un’ansia che non aveva mai sperimentato prima. È comprensibile. Quando incontriamo qualcuno che potrebbe davvero avvicinarsi, entra in gioco la paura di sbagliare, la paura di ripetere la sofferenza passata, la paura di non provare “le sensazioni giuste”.
C’è anche un tema importante su cui vale la pena riflettere: l’attrazione non è un sentimento lineare. Soprattutto nelle persone che hanno vissuto una ferita nella sfera affettiva, può manifestarsi in modo altalenante. Non è un difetto, è un modo del corpo di proteggersi. L’alternanza tra slancio e repulsione non parla di lei che “non sa ciò che vuole”, ma di una parte che desidera aprirsi e di un’altra che teme di farlo davvero.
Il senso di colpa che prova è comprensibile, soprattutto perché percepisce quanto lei sia presa da questa relazione. Ma non si costruisce una storia sulla paura di ferire o sulla pressione di dover provare qualcosa. Servono tempo, ascolto e un ritmo rispettoso dei suoi confini.
L’angoscia successiva al rapporto sessuale non è un segnale che ha fatto qualcosa di sbagliato. È la reazione di un sistema emotivo già sotto stress, che si è trovato a vivere un passo importante prima che lei fosse davvero centrato e sicuro dentro di sé.
La domanda che può aiutare non è “provo abbastanza?”, ma “sto lasciando che ciò che sento abbia il tempo di prendere forma?”. Lei è già in un processo di protezione, non di rifiuto. E questo cambia completamente la lettura.
In questo momento non deve prendere decisioni drastiche né forzare una direzione. Deve tornare al suo ritmo, parlare con sincerità alla ragazza, spiegare che ha bisogno di tempo per distinguere l’ansia dalla reale incompatibilità. Capire ciò che prova non richiede fretta, ma spazio.
Se sente che questa confusione sta diventando paralizzante, un confronto più strutturato potrebbe aiutarla a distinguere paura, attrazione, aspettative e ferite passate.
Resto a disposizione.
Un caro saluto.
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