Buonasera sono la mamma di una ragazza di 42 anni dopo il riconoscimento della mia malattia nel 2016

5 risposte
Buonasera sono la mamma di una ragazza di 42 anni dopo il riconoscimento della mia malattia nel 2016 (tumore al seno) circa un anno fa mia figlia e andata in depressione con disturbi notturni, paure ansie di stare male , a iniziato con i noduli tiroide fatto lago aspirato ma niente di preoccupante poi infiammazione all'orecchio che si sta curando , a iniziato a bere dice che bevendo, di sentirsi meglio, lei abita lontano da me nell'entroterra di genova e ha una bambina di 5 anni, e sposata il marito dopo il lavoro rientra la sera , ora e in cura dal neurologo e prende le gocce di EN. E pastiglie Mutabon Mite 2 mg O pura che con la cura che sta facendo e il bere .... possa aggravare la sua situazione .
La prego ho bisogno di un consiglio a chi mi posso rivolgere.
Con infiniti ringraziamenti.
P. A.
Mi sembra una cura adeguata . Sua figlia deve essere. Seguita regolarmente è vista una volta al mese . Saluti

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Il disturbo depressivo ha bisogno di tempo per poter essere risolto. È importante che segua la terapia farmacologica e che nn faccia di testa sua senza consultare il suo neurologo di fiducia. La terapia usata sembra adeguata, sulla scelta del tipo di ansiolitico e di antidepressivo varia da neurologo a neurologo ma anche da paziente a paziente. La saluto
Dall'alba dei tempi, l'Uomo consuma alcolici perché l'alcol SUL BREVE PERIODO ha un effetto ansiolitico ed euforizzante: è quindi normale, per chi soffre d'ansia e di depressione, cercare in fondo di "auto-curarsi" bevendo. Purtroppo è una cura peggiore del male: l'effetto sull'umore e sull'ansia sono purtroppo temporanei e questi disturbi tendono a peggiorare; in più, si aggiungono gli innumerevoli effetti negativi dell'alcol.

Questo lungo preambolo per dire che innanzitutto chi beve ha sacrosanto bisogno di comprendere da sé quale bisogno lo spinge a bere.
Dopo di ché, potrà capire che i farmaci costituiscono un aiuto migliore, molto più profondo e privo degli effetti collaterali rispetto alla "falsa amica" che è la bottiglia.

Da un punto di vista pratico, non modificherei la terapia medica, soprattutto se si è stabilito un clima di fiducia con chi lo segue.
Vedrei invece se c'è la possibilità di fare qualche seduta di psicoterapia, focalizzandosi proprio sul fatto del ricorso all'alcol come a un "falso amico".
Penso che vi sia necessità urgente di affiancare alla terapia farmacologica un percorso di psicoterapia, per approfondire e risolvere i motivi di malessere che affliggono sua figlia.
Buongiorno, è possibile ricorrere a terapie non invasive e naturali che hanno avuto, e tutt'ora hanno, ottimi risultati nei casi di depressione e mi riferisco a trattamenti fisici olistici come il massaggio Californiano. La terapia Cranio-Sacrale (eseguita da uno specialista) può essere utile anch'essa. In ogni caso sono tecniche che si possono solo affiancare e tenute sotto stretto controllo da un medico specialista meglio se psicologo

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