Buonasera Dottori, non ce la faccio ad attendere martedì per raccontare alla terapeuta questo mio co

15 risposte
Buonasera Dottori, non ce la faccio ad attendere martedì per raccontare alla terapeuta questo mio comportamento. Ho intrapreso un percorso ad orientamento Psicodinamico. Devo e voglio trovare il coraggio di raccontarle ciò che sto scrivendo. Mi sento una pessima donna, opportunista e senza dignità.
Provengo da una famiglia disfunzionale, mio padre da bambina mi massacrava di botte e ha abbandonato la famiglia senza preavviso.
È uscito e non l ho mai più visto se non al suo funerale. (40 anni dopo) mia madre assente perché doveva lavorare per sfamare 5 figli. Non ho conosciuto una carezza, un abbraccio, un regalo. Niente.
Vengo al dunque gentili Dottori.
Soffro di ansia generalizzata e una lieve depressione.
Mi capita, piangendo al telefono di chiedere aiuto economico in modo disperato a persone di mia conoscenza.
Seppur non navigando nell' oro non c'è questa necessità, questa oggettiva urgenza.
Una volta che mi hanno detto "si certo" ora ti mando qualcosa o ti porto qualcosa, li per li sento di star bene ma poi crollo in un grande sconforto ed ansia ingestibile.
Soffro moltissimo per questo perché sento che la mia autostima già vacillante crolla ancor di più.
Mi sembra come se dato che sono "disponibili" allora mi vogliono bene.
Ma non è così , ne sono consapevole.
Hanno soltanto voluto aiutarmi, quasi metterli alla prova. Non ci sto capendo nulla.
Sono distrutta perché è accaduto anche oggi e mi è stato detto: certo, chiamami lunedì e ci vediamo un attimo. Mi si è aperto un mondo. Non voglio andare, ho trovato meschino ed esagerato il mio grido di aiuto. Eppure so di essere una brava persona. Non lo faccio sempre e non riesco a capire quando.
Se per quanto possibile potete dare un interpretazione a tutto questo perché provo vergogna, quasi schifo per me stessa.
Cosa si cela dietro tutto questo?
Ringrazio chi vorrà rispondermi e nello stesso tempo alleggerire la mia angoscia per arrivare a martedì a studio dalla psicologa.
Grazie!
Gentilissima,
Mi spiace per ciò che sta vivendo.
È difficile poter dare un'interpretazione esaustiva non conoscendo lei e la sua storia. Sicuramente ciò che prova è molto intenso e difficile da contenere se ha avuto il bisogno di scriverci nonlstante la prossima seduta con la collega sia a breve. Può essere che il bisongo di chiedere aiuto sia altrettanto forte quando lo sente e il fatto stesso di non riuscirlo a contenere la fa sentire male.
Inoltre, ha descritto un'infanzia caratterizzata da deprivazione emotiva, pertanto la richiesta di soldi può essere paragonabile ad una richiesta di attenzione e accudimento. Allo stesso tempo l'aver bisongo di attenzione può essere vissuto da lei come negativo, poiché in famiglia tale bisogno non potendo essere soddisfatto, veniva colpevolizzato. Tutto ciò è ovviamente solo un'ipotesi e la invito a discuterne con la terapeuta per una maggiore chiarezza.
Un caro saluto
D. ssa Simona Torrente - Psicologa e Psicoterapeuta - Torino

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Buonasera, le spiegazioni del suo comportamento possono essere molteplici, è importante non soltanto condividere le sue angosce con la sua terapeuta, ma rispettare le regole del contratto terapeutico che avete stipulato all'inizio del percorso. Compresi modi e tempi delle sedute. Cordialmente, dr.ssa Daniela Benvenuti
Buonasera. Credo sia molto importante poter condividere le sue domande, i suoi sentimenti ed i suoi vissuti, direttamente con la sua terapeuta all'interno del vostro spazio terapeutico. Inoltre, penso possa essere prezioso condividere con la sua terapeuta anche la necessità che ha sentito di chiedere aiuto ad altri professionisti nell'attesa della sua prossima seduta, potrebbe risultare significativo in relazione alla consapevolezza di se stessa e dei propri bisogni personali. Un saluto e buon lavoro, Dott. Felice Schettini
Gent.ma, benché la sua domanda comprensibilmente chieda una risposta che tamponi nell'immediato la sua sofferenza, sarebbe un grave errore tentare da qui una qualsiasi interpretazione della sua vicenda personale: oltretutto non le darebbe alcun giovamento aggiunto. Riporti questi suoi pensieri nell’ambito della psicoterapia che ha iniziato, tenendo presente che, a volte, comprendere e trasformare alcuni aspetti di sé può essere complicato e richiede tempo. SG
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente di mio dottore, In questo momento per lei così complesso sarebbe importante condividere le sue angosce con la sua terapeuta; il tempo di attesa tra una seduta e l altra è parte stessa della terapia ed è altrettanto importante restare nelle emozioni che si provano senza scapparne o cercando di appoggiarsi a terzi.
Per tanto la rimando alla collega a cui si è affidato. In bocca al lupo per il prosieguo del suo percorso. Cordiali Saluti Dott. Diego Ferrara
Gentilissima comprendo la sua angoscia, dovuta al suo vissuto particolarmente sofferto e ad una personalità che si è modellata in ragione di ciò, con tratti fortemente ansiosi. Ovviamente è impossibile dare un suggerimento spicciolo per affrontare il momento, ma certamente mi sento di dirLe che la cosa su cui deve lavorare di più è la capacità di accettare la sofferenza, elaborarla e successivamente trasformarla. Questo richiede tempo e la capacità di attendere, mi creda saper aspettare è fortemente terapeutico e ci rende più consapevoli di noi stessi. Cercare una soluzione a tutti i costi può diventare il primo passo verso la cronicizzazione del disagio. Attenta. Resto a disposizione, cari saluti. E.C.
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Salve, comprendo il suo stato d'animo e il bisogno di avere mille voci che possano rassicurarla oppure chiarirle i dubbi che la pervadono. Tuttavia dare una opinione anche generale oltre a essere impossibile senza conoscerla un pochino meglio, non farebbe altro che creare problemi al percorso terapeutico che ha intrapreso. Ne parli con la sua psicologa senza remore e vedrà che saprà darle ciò che serve. Non sia così severa con se stessa perché aver iniziato una terapia è un passo importante per la risoluzione dei suoi problemi. Abbia fiducia in lei e nella sua psicologa. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Gent.ma, mi dispiace per quello che sta passando e capisco che a volte i nostri comportamenti, nonostante la nostra sufficiente consapevolezza, siano davvero inspiegabili anche a noi stessi. So che l'attesa può essere difficile tra una seduta e l'altra, ma questo tempo le servirà per spiegare ancora meglio alla sua terapeuta i vissuti di questi giorni e darle modo di guardarsi dentro ancora di più. Le consiglierei di parlarne assolutamente con la sua psicoterapeuta dato che avete già iniziato un percorso insieme. Sicuramente le sarà d'aiuto e non la giudicherà. Parlarne in terapia può servire proprio per aumentare la nostra consapevolezza sulle motivazioni che ci portano a volte ad attuare dei comportamenti specifici e a capire come poterli sostituire e come poter cambiare i nostri pensieri disadattivi sottostanti. Si ricordi che "darsi tempo" è fondamentale. Le auguro un buon proseguimento nel suo percorso. Cordialmente, Dott.ssa Sarah Mion
Purtroppo ogni interpretazione a distanza risulterà sicuramente riduttiva rispetto alla sua sofferenza. Però ci possiamo provare, lo consideri tuttavia come un tentativo di aiuto e non come certezza. Innanzi tutto per le esperienze precoci che ha vissuto, evidentemente non ancora elaborate, lei può aver sviluppato schemi affettivi disfunzionali. Questi agiscono nei momenti in cui ha bisogno o nei momenti in cui si relaziona. E come ha notato agiscono in modo patologico. La bassa autostima conseguente alle esperienze infantili determina una costante richiesta di validazione rispetto all'essere considerata, ma questo esita in richieste disfunzionali. Altro aspetto da considerare in base alla sua descrizione, la possibile natura traumatica di alcune esperienze precoci e quindi la possibile componente post-traumatica di alcuni sintomi. Su quest'ultimo aspetto, se presente, potrebbe dedicare un percorso ad hoc con EMDR.
buongiorno,
dalle sue parole emerge chiaramente la sua angoscia e il suo giudizio negativo verso se stessa. Non è possibile procedere con un'interpretazione o restituzione così senza conoscerla. Queste tematiche le affronterà direttamente con il suo terapeuta in un contesto adatto e con i tempi idonei. Si affidi alla terapia che l'aiuterà ad elaborare la sua storia evolutiva e mettere in ordine i suoi attuali pensieri.
Un caro saluto
Dott.ssa Aurora Moriggi
Gent.ma, tra le sue righe emerge notevole sofferenza ma allo stesso tempo lei stessa sottolinea l'importanza della terapeuta che la segue. Mi sento di rimandarla a questo suo punto fermo con il consiglio di convogliare queste tematiche di sofferenza nel luogo e tempo più consoni che sono il setting dove avvengono gli incontri tra voi due. Deve cercare di usare questi momenti dedicati a lei al meglio. Cordiali saluti
Buonasera, credo che una parte di lei, forse arcaica e nascosta, ogni tanto venga fuori e senta l'esigenza di vedere assecondate le sue richieste. Sicuramente questo la destabilizza ma credo che l'elaborazione all'interno del percorso la aiuterà molto. Non si svaluti, se riesce, perché le parti oscure possono far paura ma in realtà hanno solo bisogno di essere accolte e non giudicate.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buongiorno, le conviene aspettare e rispettare le sue sedute programmate. E' importante il rispetto della dignità di sé e degli altri.
A disposizione per qualsiasi chiarimento, la saluto cordialmente.
dr.ssa Elena Santomartino, psicologa psicoterapeuta
Cara Utente, posso dire con una certa sicurezza che lei soffre di un Disturbo post Traumatico infantile. Due dei suoi traumi sono le percosse paterne e la trascuratezza affettiva di sua madre, per esempio. Probabilmente la causa della sua sofferenze infantile è stata attribuita alla povertà che la sua famiglia viveva a quei tempi. Credo che la sensazione di avere "poco" denaro possa essere un trigger. Chi chiede e implora un aiuto economico non è lei, ma una parte piccola di lei traumatizzata. Quando quella piccola parte si attiva fa e dice cose che lei non condivide quando sta meglio. Il disturbo è l'esito dei suoi traumi, che quella bambina ha saputo fronteggiare al meglio, potendo crescere e rifarsi una vita. Spero che la sua psicoterapia l'aiuti a entrare in contatto dolcemente con le parti piccole di sé per accoglierle amorevolmente e integrarle. Oggi per fortuna tutto dipende da lei, non essendo più una bambina indifesa e dipendente, ma le parti piccole, restando bloccate nel passato, ancora rivivono la stessa angoscia di allora. Ci farà amicizia, ne sono certa e le accoglierà tra le sue braccia. Provi a immaginarle, per cominciare, e quando sente nuovamente quel grido d'aiuto disperato immagini che non sia il suo, ma di quella bambina, immagini di abbracciarla e di portarla a mangiare un gelato, o le compri un piccolo dono...La terapia non è cosa semplice, io le sto dando solo una suggestione, ma dalla mia esperienza professionale e personale ho avuto prova che piano piano dal trauma infantile si può venire fuori.

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