Buona sera, scrivo qui perchè vorrei avere un secondo parere riguardo a ciò che mi è stato riferito

15 risposte
Buona sera, scrivo qui perchè vorrei avere un secondo parere riguardo a ciò che mi è stato riferito dal mio psichiatra.
In breve, sono una ragazza di 27 anni da sempre ansiosa, nell'ultimo periodo ho scoperto di soffrire del disturbo evitante di personalità e del disturbo bipolare. Sto seguendo sia una psicoterapia che una terapia farmacologica, ecco, vorrei un parere proprio su quest'ultima.
Attualmente sto assumendo una compressa di Sereupin la mattina (da più di un anno), e adesso mi è stata aggiunta la Quetiapina, una compressa la sera, (la sto prendendo da due settimane), ora sin da subito quest'ultimo farmaco mi ha dato una fortissima sonnolenza e quindi ho riferito subito la cosa al mio psichiatra, lui mi ha risposto dicendomi che questo farmaco non causa tutta questa sonnolenza e che molto probabilmente è sintomo del mio disturbo, allora io ho spiegato che prima di iniziare la terapia farmacologica non avevo mai sofferto nè di insonnia nè di ipersonnia, lui mi ha spiegato che questo accade perchè il farmaco inizia a rendermi più lucida e quindi a fare caso a dei sintomi che prima non avvertivo. Ora questa spiegazione mi ha fatto storcere un pò il naso e vorrei capire se sono di fronte ad un professionista e funziona davvero così o se è il caso che mi rivolga a qualcun'altro?
Comunque i sintomi che somatizzo a causa dell'ansia sono questi:
sudorazione eccessiva
pancia gonfia
nausea
rimuginio
scarsa capacità nel ricordare le cose
apatia
depressione
tra le altre cose soffro anche di dermatillomania
Salve, mi dispiace molto per la situazione che sta attraversando, purtroppo però non si deve rivolgere ad uno psicoterapeuta per la questione farmacologica bensì ad uno psichiatra, figura professionale più competente in materia al quale dovrà segnalare tutti i sintomi da lei presentati.
Cordialmente, dott FDL

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Salve, quando una scienza ha una risposta per qualsiasi domanda, non é una scienza.
Un caro saluto
Buonasera, dovrebbe rivolgere la domanda agli psichiatri. Lo psicoterapeuta non può pronunciarsi in merito.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Concordo con i colleghi. Chieda un secondo consulto ad un medico psichiatra.
Saluti
Dott.ssa Cristina Villa
Le sue perplessità sono quelle che riportano altre persone curate con gli stessi farmaci. E 'importante non interrompere la terapia che le è stata prescritta ed è abbastanza frequente prevedere un periodo di assestamento che va condiviso per eventuali effetti registrati, con il suo psichiatra. Credo che potrebbe essere utile farsi spiegare come agiscono e su quali neurotrasmettitori intervangono tali farmaci (serotonina e dopamina ), in modo da rendere la terapia davvero efficace e scelta convintamente. Ad oggi di fatto, per alcuni disturbi in ambito psichiatrico, la terapia farmacologica è l'unica terapia efficace.
Cordiali saluti.
Buongiorno,

si affidi agli specialisti contattati. Per qualsiasi dubbio in merito alla prescrizione farmacologica la invito ad avere un nuovo confronto con il medico. Alla base dei miglioramenti vi è anche il rapporto di fiducia che si struttura con i terapisti di riferimento.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Lo psichiatra è un professionista, il fatto che lei non si fidi è un'altra questione...Le consiglio di avere pazienza e ascoltare le indicazioni che le ha dato. Ricordi che la cura richiede tempo per giungere agli obiettivi prefissati. Le faccio tanti auguri
Gentilissima,
tutti i suoi dubbi e le sue ansie in merito all'efficacia della farmacoterapia possono essere portati all'attenzione del suo psichiatra, ma sarà certamente utile chiedere un aiuto psicoterapeutico per comprendere i suoi "sintomi" e dar voce alle emozioni, alle immagini e ai pensieri disadattivi che si celano dietro di essi e che la rendono "da sempre ansiosa". Tramite la relazione con uno psicoterapeuta, la verbalizzazione e l'elaborazione dei suoi stati d'animo, potrà attivare il processo di riparazione delle sue emozioni ferite (le parti danneggiate del sè) , raggiungendo l' obiettivo di ri-creazione di sè e quindi di un migliore ed armonioso equilibrio psicologico.
Dott.ssa Giuseppina Cavallo
Salve, è una risposta che può darle solo uno psichiatra. Se ha dei dubbi su chi la sta seguendo, cosa che non la aiuta vista la delicatezza, le suggerisco un confronto con un altro medico per dissipare qualsiasi dubbio. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Salve. Innanzitutto queste diagnosi da dove vengono? Le ha fatte lo psichiatra o sono sue supposizioni? Tutti questi sintomi sono certamente importanti e da non sottovalutare: occorrerebbe portarli anche in un altro luogo, perchè trovino giusto spazio. Le consiglio di continuare con il suo psichiatra, portandogli tutte le sue frustrazioni a proposito dei farmaci. Allo stesso tempo però le suggerirei anche un percorso alternativo, di psicoanalisi, dove poter mettere al lavoro tutto questo. Coraggio! Greta Tovaglieri
Gentile utente, il rapporto di fiducia medico paziente è indispensabile per un buon funzionamento delle terapie impostate. Senza dubbio può farsi consigliare dallo psicologo psicoterapeuta uno o più nominativi con cui collabora per lavorare in sinergia sulle sue difficoltà. Le auguro presto un miglioramento della sua situazione, ben consapevole della sofferenza che le causa. Un cordiale saluto. Sara Mammano
Buonasera, concordo sull'utilità, anzi a mio avviso sulla necessità, che i professionisti che la seguono, operino di concerto, cioè che collaborino tra di loro, scambiandosi informazioni. Nel suo caso lo psicoterapeuta che la segue, potrebbe ad esempio, in base alle sue osservazioni, confermare o meno la presenza del sintomo "sonnolenza" prima dell'assunzione di quetiapina. Qualora entrambi o uno dei due operatori si rifiutassero di collaborare con l'altro professionista coinvolto, non si tratterebbe di una prassi ottimale. Ad ogni modo suggerirei pure di chiedere, a chi la sta seguendo un approfondimento diagnostico (non per forza solo allo psichiatra), poiché i sintomi che lei riferisce non rispetterebbero, letteratura scientifica alla mano, i criteri diagnostici per il disturbo evitante di personalità o il disturbo bipolare. Per quanto concerne la prescrizione farmacologica, come già rappresentatole, dovrebbe rivolgere i suoi quesiti ad uno medico-psichiatra o quantomeno ad un medico.
Cordialmente,
M.M.
Buongiorno. Da quanto scrive è comprensibile che la spiegazione datale dal suo psichiatra le faccia storcere il naso. Se ritiene che il rapporto di cura con quel particolare professionista non sia più adeguato alla sua situazione, provi a rivolgersi ad un altro psichiatra, se lo ritiene. Auguri.
Mi dispiace molto per la sua situazione;
Credo per prima cosa che debba parlarne non solo con il suo psichiatra ma anche con il suo psicoterapeuta; una loro sinergia è importante per questa tipologia di disturbi.
Come qualcuno ha scritto, potrebbe trattarsi di una fase di assestamento iniziale; pertanto le consiglio di aspettare ancora un pò. Se il problema persiste, parli con il suo psichiatra; non tanto per un cambiamento, ma magari per modificare la posologia (ovvero la quantità di farmaco o la combinazione dei due).
Ribadisco inoltre la sinergia tra i due lavori, ovvero quello dello specialista medico e della psichiatria; è importante ricordare a entrambi che ogni disturbo psicopatologico trova delle declinazioni sintomatologiche diversificate in ogni persona che ne soffre.
Spero che questo piccolo spunto le sia d'aiuto.
Le auguro una buona giornata
Gent.ma, se desidera un secondo parere sulla sua situazione personale e sulla terapia farmacologica impostata da chi ora la segue è necessario contatti direttamente un altro medico psichiatra. SG

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