Dr. Alfonso Domenico Guttieri

La psicoterapia individuale è una particolare forma di cura appannaggio dello psicoterapeuta. Tutte le persone possono beneficiare del trattamento, non ci sono limiti di età o altre variabili significative. Ciò che è importante però, è la motivazione ad intraprendere un percorso di cura del sé. Per psicoterapia individuale, non si intende un insieme di sedute dallo psicologo, ma è un peculiare trattamento che viene attentamente valutato ed erogato dal professionista per il singolo, poiché necessario ad intervenire su determinati disturbi o utile a migliorare le risorse personali in determinati individui. La psicoterapia è quindi una forma di cura che viene prospettata dal clinico a seguito di approfondite ed accurate valutazioni pregresse nei primi colloqui di consulenza. La psicoterapia ha degli elementi fissi e stabili come ad esempio l’orario della seduta, l’onorario, il setting di cura ecc... ma è pensata e modulata sul singolo individuo, un po’ come un vestito su misura, tenendo conto della complessità della persona e del contesto di vita. Essa non è la naturale evoluzione dei colloqui di consulenza, a volte la psicoterapia non serve, altre volte, come professionista posso decidere di inviare ad altri colleghi o ad altre figure professionali. Nel tempo ho costruito una rete di rapporti professionali, necessaria ad intervenire in maniera complessa e competente sul disagio della persona. È importante inoltre sapere che gli psicoterapeuti hanno diversi orientamenti teorico metodologici; l’orientamento che io intraprendo è quello psicoanalitico. Credo molto in questo modello, poiché esso lavora sulla persona nella sua globalità, non mira a patologizzare o a lavorare solo sul sintomo specifico oppure su determinati costrutti, ma al contrario, valorizza la specificità di ciascuno lavorando sulla globalità e complessità del singolo. Ciò consente risultati duraturi nel tempo e non semplicemente una guarigione momentanea del sintomo, che può riacutizzarsi in momenti di vita stressanti, ma il lavoro che intraprendo è duraturo, perché lavora sulla profondità dell’individuo, quindi consente di mentalizzare determinate questioni e di operare meglio nei contesti di vita. La psicoterapia necessita di un professionista capace di padroneggiare le metodologie e gli strumenti, ma anche di una persona che li sappia usare in maniera sensibile, seria e competente. Lo psicoterapeuta deve essere prima di tutto una persona umile, non giudicante ed empatica, capace di vivere dentro l’esperienza dell’altro. Tutto ciò che il paziente porta nella seduta di terapia è importante e terapeutico per se stesso, ciò che accade nella relazione terapeutica, le sue ansie, i suoi conflitti, i suoi sogni, sono per la psicoterapia una risorsa importantissima per comprendere la persona e aiutarla a contestualizzare il suo momento di vita. La psicoterapia è un’opportunità di crescita che aiuta la persona a comprendersi nella sua unicità e restituisce senso e dignità individuale ad una sofferenza specifica. L’obiettivo è quello di aiutare l’altro a comprendere la specificità della propria posizione favorendo un contatto con i suoi vissuti più profondi, che consentirà di rinarrare in maniera più congrua e consapevole la propria storia effettuando scelte consapevoli e migliorando il proprio modo di rapportarsi all’altro.

La terapia di gruppo è una possibilità di trattamento che viene attentamente vagliata e pensata insieme al paziente e prevede una partecipazione settimanale o quindicinale. La finalità è la cura individuale in gruppo. Il setting gruppale non costituisce l’evoluzione naturale della terapia individuale, bensì è valutata come terapia per peculiari storie e disagi della singola persona. Il gruppo, come dice Lewin, è qualcosa di più, o meglio di diverso, dalla somma dei singoli individui, pertanto non è sufficiente avere un numero di membri in terapia individuale per fondare un gruppo, ma il terapeuta valuta che quel peculiare gruppo, costruito in quel modo e con quei singoli partecipanti, è terapeutico per il singolo individuo. L’inserimento in gruppo richiede una particolare cura rivolta sia all’individuo in procinto di affrontare tale mobilitante esperienza, sia per il gruppo in corso. Per l’individuo vengono svolti approfonditi incontri, mentre per il gruppo dei momenti dedicati all’ingresso del nuovo membro. Il gruppo si configura come terapeutico, poiché è costruito avendo in mente ogni singolo paziente e pensando al gruppo non come entità, bensì come uno strumento che non è terapeutico in se stesso, magari perché in gruppo ci si confronta o ci si ritrova, ma perché il gruppo, in determinate situazioni, può facilitare le associazioni individuali riducendo notevolmente i tempi di guarigione da un sintomo.

La terapia di gruppo è una possibilità di trattamento che viene attentamente vagliata e pensata insieme al paziente e prevede una partecipazione settimanale o quindicinale. La finalità è la cura individuale in gruppo. Il setting gruppale non costituisce l’evoluzione naturale della terapia individuale, bensì è valutata come terapia per peculiari storie e disagi della singola persona. Il gruppo, come dice Lewin, è qualcosa di più, o meglio di diverso, dalla somma dei singoli individui, pertanto non è sufficiente avere un numero di membri in terapia individuale per fondare un gruppo, ma il terapeuta valuta che quel peculiare gruppo, costruito in quel modo e con quei singoli partecipanti, è terapeutico per il singolo individuo. L’inserimento in gruppo richiede una particolare cura rivolta sia all’individuo in procinto di affrontare tale mobilitante esperienza, sia per il gruppo in corso. Per l’individuo vengono svolti approfonditi incontri, mentre per il gruppo dei momenti dedicati all’ingresso del nuovo membro. Il gruppo si configura come terapeutico, poiché è costruito avendo in mente ogni singolo paziente e pensando al gruppo non come entità, bensì come uno strumento che non è terapeutico in se stesso, magari perché in gruppo ci si confronta o ci si ritrova, ma perché il gruppo, in determinate situazioni, può facilitare le associazioni individuali riducendo notevolmente i tempi di guarigione da un sintomo.

La valutazione Psicodiagnostica è un particolare lavoro che può essere richiesto o dal paziente, oppure può essere di aiuto al clinico, in situazioni di particolare difficoltà oppure, per comprendere delle aree specifiche della persona. Si tratta di somministrare dei test che vanno a valutare alcune aree come ad esempio l’intelligenza, il deterioramento cognitivo, oppure alcune psicopatologie come ad esempio la depressione, il disturbo d’ansia, il disturbo postraumatico da stress. I test che uso abitualmente nella pratica clinica possono essere delle interviste semi strutturate, oppure una serie di items scritti che il soggetto compila autonomamente. La valutazione precede comunque il colloquio clinico e serve al terapeuta per comprendere meglio le aree sulle quali lavorare, oppure per aprire mondi difficili da intercettare nei soli colloqui di consulenza. La valutazione psicodiagnostica non è comunque la prassi, ma è svolta solo in determinate situazioni.