Vediamo se questi processi sono "naturali". Nei rapporti interpersonali ero "innamoratissimo" di d

23 risposte
Vediamo se questi processi sono "naturali".
Nei rapporti interpersonali ero "innamoratissimo" di due tre persone che reputavo amici. Mi sentivo finalmente Felice assieme a loro, anche loro mi trattavano come amico e ci cercavamo spesso fermo restando per una modalità con cui trattavano una certa "situazione" che a me dava noia e non condividevo ma la ACCETTAVO e si andava avanti.
Quando quella situazione è degenerata e loro ugualmente non hanno difeso la nostra amicizia (a differenza mia), e venendo meno anche la parte bella del nostro rapporto (la frequentazione e la ricerca reciproca), il loro comportamento nei confronti di quella determinata situazione da che semplicemente non la condividevo è iniziata piano piano a starmi sempre più stretta perché mi sentivo preso di mira e in più, da loro che mi trattavano in amicizia, non tutelato.
Oggi mi sento come se prima quelle persone fossero degli angeli, oggi ne sono disgustato.. non dico che le schifo, ma mi disgusta il loro modo di sbattersene di tutelare il nostro rapporto, vome fossero dei vegetali che se qualcuno mina i loro rapporti loro lasciano fare senza una posizione. Siamo arrivati a perderci di vista e rinfacciandogli che in futuro se ci tengono veramente a qualcuno e si sta bene assieme a loro, facessero tesoro di quest esperienza e tutelassero il rapporto stesso da chi lo ha minato subdolamente. Loro mi hanno lasciato le porte aperte ma hanno smesso di cercarmi, idem ho fatto io.
Se uno a un certo punto mette la freccia a destra, io ci rimango male, soffro ma la metto a sinistra e amen. Non amo rincorrere nessuno, né essere rincorso se non ne condivido più gli stessi valori.
Sono sbagliato? In cosa potrei migliorarmi e lavorare?
Dott. Matteo Mossini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Parma
Non è ben chiaro quello a cui si riferisce, ma non è sempre questione di giusto o sbagliato a livello assoluto. Le relazioni interpersonali nascono su comunanze di interessi ed orientamenti e più cose si condividono più la relazione si cementa e cresce. Se ci sono aspetti divisivi che riguardano questioni importanti prima o poi si arriva a misurarcisi.

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Dott.ssa Ilaria Grasso
Psicologo, Sessuologo, Psicologo clinico
Roma
Buonasera, devo dire che la sua domanda mi ha confuso, non mi sembra ci siano elementi per capire chi sbaglia, e forse nemmeno questo è il punto. Nelle amicizie dovremmo avere la possibilità di sentirci a nostro agio e accettati per quello che siamo, e allo stesso modo accettare l'altro anche se non è proprio "come lo vorremmo", o non si comporta come faremmo noi. Solo lei può sapere se si è oltrepassata la "linea dell'accettabilità" ed è quindi necessario interrompere il rapporto. Mi sento di darle però uno spunto: scrive che era "innamoratissimo", che queste persone erano "degli angeli" e che ora ne è disgustato; queste due modalità così estreme di rappresentarsi gli altri forse non la aiutano: nessuno è perfetto, e le relazioni sono fatte anche di conflitti e aggiustamenti.
Dott.ssa Lorena Menoncello
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente, quando si è innamoratissimi di qualcuno è normale idealizzare l'altro. L'idealizzazione crea delle aspettative irrealistiche che portano inevitabilmente alla delusione. Le sue aspettative nascevano dai suoi bisogni pregressi ( farla sentire importante, farla sentire protetto e difeso). Non è detto che la persona che idealizziamo sia adatta a rispondere alle nostre aspettative e la nostra delusione non può trasformare un angelo in un diavolo. Siamo semplicemente esseri umani.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Cordiali saluti
Dottoressa Lorena Menoncello
Dott. Matteo De Nicolò
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buonasera, la ringrazio per aver condiviso con noi questa sua esperienza. Le relazioni interpersonali sono molto complesse e non è affatto facile per noi poter esprimere un giudizio. Le amicizie sono un luogo in cui ci possiamo sentirci a nostro agio e capita a volte che determinati fattori possano cambiare, portando anche le stesse amicizie a cambiare. Definire se un modo di agire sia giusto è sbagliato, lo si può determinare solo nel momento in cui si comprendono i significati che la persona attribuisce a quella scelta.Una terapia psicologica potrebbe permettergli di conoscersi meglio e di sviluppare delle strategie utili per poter vivere al meglio il presente, costruendo delle basi solide al fine di affrontare in maniera efficace un futuro che a tratti può sembrare angoscioso. Sarebbe uno spazio solo per lei alla scoperta di se stessi. In caso volesse, io sono a completa disposizione, in presenza ma anche Online. Dott. Matteo De Nicolò
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Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, Mi spiace molto per la situazione che descrive perché posso comprendere il disagio connesso. Ritengo Innanzitutto fondamentale che lei possa ritagliarsi uno spazio per capire dettagliatamente cosa pensa e cosa prova verso queste persone dunque la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri che vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente. Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare Quei pensieri digiti e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato. Resto a disposizione, anche online. Cordialmente, Dott FDL
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buonasera, non mi è chiaro se la turbi il fatto di poter cambiare idea su le persone di cui parla. Sarebbe da valutare se questo processo che descrive come iniziale idealizzazione poi si concluda, spesso o sempre, in una delusione. Migliorarsi è una buona iniziativa per se stessi ma molto dipende da quanto un determinato aspetto provochi disagio nel quotidiano. Spero di averle risposto.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott.ssa Sara Bachiorri
Psicologo, Psicologo clinico
Milano

Gent.mo grazie per l'opportunità di darle supporto. Non c'è niente di sbagliato nella sua situazione. Il cambiamento nei rapporti interpersonali e la perdita di amicizie è un fenomeno naturale che accade a tutti almeno una volta nella vita. Ci sono molte ragioni per cui le relazioni possono evolversi o cambiare, e non sempre si può prevedere o controllare.
In questo caso, sembra che lei abbia avuto una situazione in cui ha cercato di accettare le differenze con i suoi amici, ma alla fine non era più in grado di farlo a causa di come la trattavano. E' importante che ognuno di noi rispetti se stesso e i propri valori, e se una relazione non è più soddisfacente o non ci permette di essere noi stessi, allora è naturale che possa evolversi o finire.
In termini di miglioramento, le vorrei dare supporto per lavorare sulla sua autostima e sulla sua capacità di accettare e gestire le relazioni che non sono più sane o positive per te. Prenderemo in considerazione l'importanza di scegliere gli amici in base a valori simili e di cercare relazioni che la supportino e la aiutino a crescere come persona.
In ogni caso, non sia troppo duro con se stesso. Si tratta di un processo naturale e fa parte della crescita personale. L'importante è imparare da queste esperienze e utilizzarle per costruire relazioni più sane e positive in futuro.
Se volesse elaborare delle strategie efficaci resto a disposizione in un ambiente protetto come la psicoterapia.
Dott.ssa Bachiorri Sara
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Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore,

le sue riflessioni meriterebbero uno spazio più ampio di condivisione. Difficile darle delle risposte nette e allo stesso tempo risolutive, le sue istanze richiederebbero riflessioni più profonde e un approfondimento maggiore della conoscenza della sua storia. Un percorso di psicoterapia potrebbe aiutarla in questo e restituirle maggiori consapevolezze rispetto a come funziona nelle relazioni ed eventuali difficoltà che scaturiscano da esse. Resto disponibile anche on-line.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott.ssa Marzia Sellini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Brescia
Buonasera,
è chiaro che lei ha ben presente quel che le riguarda, tuttavia leggendola da qui, seppur talvolta so leggere la mente di chi mi consulta, non riesco a comprendere a fondo che è accaduto, pertanto, non ho elementi sufficienti per esprimere un parere esperto.
Le posso tuttavia offrire la mia disponibilità ad ascoltarla, capirla e ricostruire un tratto della strada che pare ora ammantato di nuvole.
Un saluto cordiale
Dott.ssa Marzia Sellini
Dott. Francesco Mangiafico
Psicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
Torino
Gentile utente, la ringrazio per la sua condivisione.
"Sbagliato", "giusto" sono etichette ed in quanto tali sono espressione di un significato, niente di più, niente di meno.
La risposta che cerca non sta in quello che ha fatto o in quello che non ha fatto, ma nel modo in cui si è raccontato questa esperienza, un'esperienza sostanzialmente di "amore amicale".
Da questo suo breve racconto traspare già una certa riservatezza mista ad un desiderio di riscoperta per se stesso che la spinge a scrivere qui.
Il disagio che sente è palpabile e, soprattutto, comprensibile.
La invito a contattarmi nel caso in cui ritenga di aver bisogno di aiuto in merito alla situazione.
Esercito Online in tutta Italia e in studio a Torino.

Resto a disposizione.

Dott. Francesco Mangiafico - Psicologo
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Dott.ssa Sonia Cannavò
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Torino
Gentilissimo, non c'è un giusto o sbagliato, sembra esserci stata una mancanza di comunicazione sincera e disponibile ad accogliere il punto di vista di tutti. Potreste provare a riparlarne in modo da chiarire eventuali incomprensioni. Un caro saluto
Dott. Mattia Moraschini
Psicologo, Psicologo clinico
Fano
Buongiorno e grazie per la sua condivisione. Appena finito di leggere il suo racconto mi sono sentito confuso e ho dovuto rileggerlo con risultati simili alla prima volta. Da quello che vedo c'è tanta "idealizzazione" di un normale rapporto di amicizia alla quale segue fisiologicamente delusione che poi porta alla svalutazione, tanto che arriva a dire che ne é disgustato. In terapia può lavorare sulla propria percezione delle cose, degli eventi e delle situazioni, in modo tale che non sia più in balia di queste montagne russe, che immagino abbiano il loro peso a livello emotivo.
Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento.
Cordialmente, dottor Moraschini Mattia.
Dott. Andrea Brumana
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buonasera e grazie per averci parlato della sua situazione. Penso che sia interessante la parte finale del messaggio in cui si chiede che cosa lei possa fare per cambiare la sua situazione, perchè in quel momento si restituisce la possibilità di crescere. Il mio consiglio è di ritagliarsi uno spazio di ascolto in cui cercare di dare un significato più profondo al suo sentire così da poter trovare, indipendentemente dal comportamento altrui, la strada più sana per lei. Cordialmente, dott. Andrea Brumana
Dott.ssa Elena Maggi
Psicologo, Psicoterapeuta
Voghera
Buonasera, innanzitutto le faccio i complimenti perchè non è da tutti interrogarsi su quali aspetti potremmo migliorare nel rapporto con gli altri. Immagino che in qualche modo il comportamento dei suoi amici l'abbia ferita e delusa, andando contro le sue aspettative su quel rapporto. Probabilmente tale delusione ha provocato una sua specie di "ritiro" dalla relazione stessa, come a volersi proteggere. Potrebbe essere interessante comprendere, anche ripensando a rapporti precedenti, quali comportamenti fanno scattare questo meccanismo di difesa e da dove hanno origine. La ringrazio per la condivisione.
Dott.ssa Ilaria De Pretto
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Salve,

ho letto attentamente la sua condivisione e comprendo che sta affrontando sentimenti complessi riguardo alle relazioni interpersonali. Esplorare i sentimenti di delusione e confusione nei confronti di amicizie che sembravano significative può essere un processo emotivo complesso.

È naturale che le persone abbiano diverse prospettive e modi di affrontare le situazioni, compresi i conflitti o gli eventi sgradevoli. L'esperienza di sentirsi deluso dal comportamento di amici può generare confusione e una gamma di emozioni, tra cui il disgusto.

È importante riconoscere che ognuno di noi ha le proprie modalità di gestire le situazioni difficili. Le aspettative e i valori possono variare da persona a persona, influenzando la risposta e la reazione a determinate situazioni. Non c'è un unico modo "giusto" di reagire o di sentirsi in questi contesti.

La delusione può essere una risposta normale quando le aspettative vengono deluse, soprattutto quando si tratta di legami emotivamente significativi. Cercare un confronto aperto e rispettoso con le persone coinvolte potrebbe essere un passo verso la comprensione reciproca e la risoluzione dei conflitti.

Nel complesso, il suo coinvolgimento emotivo e la volontà di riflettere sulle dinamiche interpersonali sono segni di maturità e consapevolezza. In quanto essere umano, è possibile migliorarsi costantemente nel modo in cui ci rapportiamo agli altri e gestiamo le sfide che emergono nelle relazioni. Lavorare sulla comunicazione aperta, sulla gestione delle aspettative e sulla tolleranza alle differenze può contribuire a migliorare le relazioni interpersonali.

Ricorda che ognuno di noi è in continua crescita e apprendimento. Se desidera esplorare ulteriormente questi temi e lavorare sulle sue reazioni emotive, potrebbe essere utile considerare il supporto di uno psicoterapeuta. Uno spazio di counseling può offrire uno sfondo sicuro per affrontare queste questioni in modo approfondito.

Le auguro il meglio nel suo percorso di esplorazione e crescita personale.

Cordiali saluti,
Ilaria
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Non sei sbagliato per aver reagito ai comportamenti delle persone che hai considerato amiche. È normale sentirsi delusi e feriti quando ci si sente traditi o non tutelati. Puoi lavorare sulle tue reazioni emotive e sulle aspettative nei confronti degli altri, cercando di sviluppare una comunicazione aperta e assertiva. Potresti anche esplorare l'autostima e l'autocura, imparando a stabilire confini sani nelle relazioni e a concentrarti sulle persone che condividono i tuoi valori e ti trattano con rispetto reciproco.
Rimango a disposizione,
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Dott.ssa Veronica Guidi
Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Gentile utente, nei rapporti interpersonali è difficile giudicare con certezza cosa è giusto e cosa è sbagliato ma sarebbe più produttivo selezionare ciò che la fa stare bene da ciò che la fa stare male. Pur non essendo molto chiara la questione che l'ha posta in contrapposizione con i suoi amici, mi sento di dirle che se il loro comportamento non è stato conforme al suo modo di pensare ha preso la scelta adatta a lei. Nonostante ciò però mi sembra di capire che il suo atteggiamento che sembra essere molto duro, la pone in dubbio. Forse vorrebbe provare ad essere più comprensivo?
Resto a disposizione per ulteriori approfondimenti
Dott.ssa Veronica Guidi
Dott. Daniele D'Amico
Psicologo, Psicologo clinico
Torre del Greco
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Comprendo le sue difficoltà e le sue preoccupazioni, e mi dispiace per i vissuti negativi che queste le provocano. Qualora dovesse ritenerlo opportuno o necessario, mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso , che potrebbe tornarle utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori al fine di trovare una strada percorribile e ritrovare la serenità.
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
Qualora dovesse avere dubbi, domande, o perplessità riguardo al mio lavoro non esiti a contattarmi.
Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico.
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Dott.ssa Aurora Quaranta
Psicologo, Psicologo clinico
Vimodrone
Quello che descrivi sembra essere un processo emotivo e relazionale complesso, ma sicuramente umano. Hai vissuto un'esperienza profonda di amicizia, ma quando alcuni aspetti del comportamento dei tuoi amici e una determinata situazione non sono stati gestiti come avresti voluto, hai iniziato a sentirti deluso e disilluso. È comprensibile che questo ti abbia portato a rivalutare il valore del rapporto e il tuo ruolo in esso.

La tua riflessione tocca diversi aspetti, e possiamo esplorarli uno per uno:

1. Il sentimento di delusione e frustrazione
Hai vissuto un forte legame con queste persone, tanto che ti sentivi "innamoratissimo" di loro, e questo fa pensare a quanto ci tenevi. Tuttavia, quando è emerso un conflitto o una situazione che hai ritenuto ingiusta, ti sei sentito non tutelato, come se loro non avessero dato valore al rapporto nello stesso modo in cui lo facevi tu. Questa delusione è naturale, soprattutto quando sentiamo che i nostri sentimenti non sono ricambiati con la stessa intensità o che le nostre aspettative non vengono soddisfatte.

2. Accettazione vs. Accumulo di frustrazione
Hai menzionato che accettavi inizialmente la situazione anche se ti dava fastidio, ma a un certo punto è diventata intollerabile. Questo potrebbe indicare che, pur di mantenere la relazione, hai trattenuto il disagio fino a quando non è diventato insostenibile. Accettare senza comunicare il proprio disagio può portare a un accumulo di tensioni. Un modo per migliorare potrebbe essere esplorare un approccio più proattivo nella gestione dei conflitti, cercando di esprimere il tuo malessere fin dalle prime avvisaglie, in modo che non diventi troppo grande da gestire.

3. Senso di abbandono e mancanza di reciprocità
Ti senti come se i tuoi amici non avessero difeso l'amicizia o preso una posizione a favore del rapporto. Questo può indicare che percepisci una mancanza di reciprocità emotiva. In amicizia, la reciprocità è fondamentale, ma non sempre le persone la vivono allo stesso modo. È possibile che loro non abbiano compreso fino in fondo quanto fosse importante per te difendere il rapporto in quel momento, oppure che abbiano una visione diversa su come affrontare i conflitti. Non è detto che non ci tenessero, ma forse hanno gestito la situazione in modo diverso rispetto alle tue aspettative.

4. Il concetto di "non rincorrere"
Il fatto che non ti piaccia rincorrere nessuno e che preferisca mantenere la tua dignità quando senti che i valori non sono più condivisi è del tutto legittimo e spesso segno di una forte autostima. Tuttavia, a volte le relazioni richiedono anche un certo livello di apertura verso il confronto e il dialogo, anche se si è stati feriti. Potresti chiederti: "C'è stato uno spazio per una comunicazione più profonda prima che le cose degenerassero?". A volte, affrontare apertamente il malessere può prevenire la fine di un rapporto, mentre evitarlo porta alla chiusura definitiva.

5. La tua crescita personale
Se stai cercando un modo per migliorarti, potresti considerare:

Imparare a comunicare il disagio prima che diventi insopportabile. Essere sinceri riguardo ai propri sentimenti può aiutare a evitare l'accumulo di risentimento.
Coltivare la comprensione delle diverse prospettive. A volte le persone agiscono in modo diverso da noi non per mancanza di interesse, ma perché hanno un modo diverso di gestire i conflitti.
Accettare che alcune relazioni possano cambiare o finire, senza per questo mettere in dubbio il valore che hanno avuto per te o la tua capacità di costruire nuovi legami autentici.
Praticare il perdono, non tanto per riconciliarsi a tutti i costi, ma per liberarti dal peso emotivo che può accompagnare la rabbia o la delusione. Il perdono non implica necessariamente ristabilire un rapporto, ma piuttosto liberare te stesso dall'energia negativa associata a quel rapporto.
6. Non essere "sbagliato"
Non credo tu sia "sbagliato". Hai vissuto delle emozioni intense e profonde, e hai reagito in modo coerente con i tuoi valori. Tuttavia, ogni esperienza è un'opportunità di crescita. Forse puoi lavorare sulla flessibilità nelle relazioni: imparare a gestire i conflitti e le delusioni senza chiudere troppo presto le porte, o senza aspettare che il malessere diventi ingestibile.

In conclusione, ti sei trovato in una situazione in cui l'aspettativa di proteggere l'amicizia non è stata condivisa, e questo ha portato a una rottura emotiva. Non c'è una risposta giusta o sbagliata, ma piuttosto un'opportunità di riflettere su come vuoi gestire le relazioni in futuro: con più dialogo, con più ascolto delle tue emozioni e con la comprensione che non sempre tutti agiscono allo stesso modo quando si trovano di fronte ai conflitti.
Dott.ssa Jessica Furlan
Psicologo, Psicologo clinico
Fiumicino aeroporto
Buonasera, mi colpisce molto la parola che ha usato per le sue amicizie "innamoratissimo". All'inizio quando ci sentiamo particolarmente in sintonia con delle persone diventiamo euforici ed entusiasti del rapporto che si sta costruendo e iniziamo ad idealizzarlo e a fantasticare grandi cose insieme a queste nuove persone conosciute, fino a sentirsi invincibili e forti a tal punto da poter scalare il K2 senza sentire fatica. Tutto questo bellissimo periodo immaginativo deve lasciare spazio al piano di realtà per capire bene e realisticamente se le persone con cui ci relazioniamo e con cui ci sentiamo così affini corrispondono per interessi, principi di vita, passioni, ecc... Il meraviglioso mondo dell'essere umano è caratterizzato dalla diversità e dall'imprevedibilità di azioni e pensieri. Le regole che devono governare le interazioni/relazioni tra umani si devono basare sempre sul rispetto e sulla fiducia reciproca, se questi confini e pilastri vengono meno si rompe un patto implicito nel rapporto e si compromette la prosecuzione dello stesso.
Può capitare di rimanere delusi e non comprendere le motivazioni del comportamento delle persone a noi care e di non sentirci attaccati o non sufficientemente "difesi" dall'altro, a mio avviso, è sempre importante mettere da parte il proprio orgoglio e cercare il confronto per comprendere le motivazioni dell'agito altrui e capire con i dati di realtà se è possibile continuare la relazione con l'altro, ricostruendo quanto prima è stato incrinato. Chiudere il rapporto quando ci si sente incompresi e delusi dalle azioni altrui senza dare la possibilità o cercare una spiegazione fa creare fantasmi e risentimenti che alimentano rabbia e amarezza. Tutto questo è tossico per il proprio corpo e per la mente e non aiuta ad andare avanti, si continua dunque ad avere pensieri fissi sul perchè l'altro si sia comportato così e sul come avrebbe dovuto. Si resta così immobili e non si evolve.
Dott.ssa Francesca Lupo
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buonasera, ho letto il suo messaggio e vorrei risponderle.
La situazione che descrive è chiara, limitatamente agli elementi che si hanno a disposizione, anche perché in questa sede non se ne potrebbero avere di ulteriori. Indubbiamente, non dev'essere stata né dev'esserlo tuttora una situazione semplice, tuttavia sembrerebbe comunque averla gestita. Mi sento di risponderle adesso alle domande che ha posto: no, non è sbagliato e sì, c'è sempre margine di miglioramento in generale per tutti. Soprattutto per persone come lei che si chiedono e, chiedono agli altri, in che cosa potrebbero migliorare. A volte si ha semplicemente bisogno di individuare strategie funzionali che possano permetterci di dare spiegazioni che altrimenti non saremmo in grado di dare e così muoversi verso una serenità ulteriore.
Grazie
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buonasera, grazie per aver condiviso con tanta lucidità e profondità il suo vissuto. Dalle sue parole emerge un’esperienza molto intensa, che ha toccato corde emotive profonde legate all’amicizia, al senso di appartenenza e alla delusione. Si percepisce quanto lei avesse investito emotivamente in questi rapporti, trovandovi un senso di felicità autentica, e quanto la rottura abbia generato dolore, amarezza e un senso di smarrimento. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, quello che sta descrivendo è un processo del tutto naturale e umano. Quando ci sentiamo profondamente connessi a qualcuno, soprattutto in ambito amicale, tendiamo a costruire un'immagine idealizzata dell’altro, vedendolo quasi come un “angelo”, come ha scritto lei. Questa idealizzazione fa parte di un processo fisiologico che ci aiuta a rafforzare il legame e a sentirci sicuri. Tuttavia, quando la realtà dei comportamenti altrui entra in contrasto con le aspettative e i valori che abbiamo, il nostro sistema emotivo viene scosso profondamente. È in quel momento che subentrano sentimenti di delusione, rabbia e, talvolta, anche disgusto. Non è affatto “sbagliato” il modo in cui lei ha reagito. Al contrario, è indice di una forte coerenza interna: lei ha dei valori ben radicati, un senso chiaro di lealtà e rispetto reciproco, e ha cercato di mantenere quei rapporti anche quando qualcosa la infastidiva, mostrando tolleranza e disponibilità. Quando però si è sentito non difeso, non riconosciuto e in qualche modo lasciato solo in un momento critico, la delusione ha trasformato quell’immagine ideale in qualcosa di profondamente diverso. Questo processo è noto in psicologia come “disillusione relazionale” e può generare una risposta emotiva anche molto intensa, proprio perché tocca il bisogno di fiducia, vicinanza e reciprocità. È interessante e significativo anche come lei sottolinei di non amare rincorrere, né di essere rincorso se non ci si riconosce più nei valori condivisi. Questo aspetto suggerisce una buona consapevolezza di sé e dei propri confini, ed è qualcosa che merita rispetto. Tuttavia, ciò che potrebbe diventare terreno di crescita riguarda la gestione delle aspettative e il ruolo delle emozioni in questi contesti. A volte, quando investiamo molto affetto in un rapporto, tendiamo a dare per scontato che l’altro senta le cose con la stessa intensità, o che reagisca come noi avremmo reagito. Ma le relazioni sono complesse, influenzate dalla storia personale, dalla maturità emotiva, dai meccanismi difensivi di ognuno. Un percorso utile potrebbe essere lavorare sull’area della flessibilità cognitiva, ovvero la capacità di accettare che anche in rapporti sinceri e autentici possano esistere modi diversi di reagire, che non sempre sono sinonimo di disinteresse o mancanza di valore. Questo non significa giustificare ciò che la ferisce, ma imparare a dare significati meno assoluti a comportamenti altrui che, se letti solo attraverso la lente della nostra delusione, rischiano di chiudere ogni possibilità di comprensione o riparazione. Lei ha fatto bene a mettere dei confini, e anche a far notare il suo dispiacere. Ora, forse, potrebbe essere utile per lei spostare il focus dal giudizio verso l’altro (che è stato comunque un modo per proteggersi) all’ascolto dei suoi bisogni relazionali più profondi, domandandosi cosa cerca davvero in un legame, cosa è disposto a tollerare e dove invece sente che un compromesso significherebbe andare contro se stesso. In definitiva, la sua sensibilità e il suo senso di giustizia relazionale sono delle risorse. L’obiettivo non è smettere di aspettarsi sincerità o reciprocità, ma imparare a costruire relazioni in cui questi valori possano trovare terreno fertile senza esporsi a eccessive frustrazioni quando ciò non accade. Riconoscere che alcune delusioni parlano più di come gli altri sanno o non sanno stare nei legami che di un nostro fallimento è un passo fondamentale. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Noemi Barlone
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno, capisco la tua sofferenza soprattutto se proviene da persone a cui vuoi bene. Credo però che parte del problema sia dovuto al fatto che ACCETTAVI il modo in cui trattavano la situazione di cui parli, siamo noi a dare importanza alle nostre cose, gli altri spesso rispondono in base al nostro accettare o non. Mi spiego meglio se a te non piaceva come gestivano questa situazione perchè lo hai accettato? è come se già tu stesso non gli avessi dato il valoro che meritava la tua situazione.
Resto a disposizione
Dott.ssa Noemi Barlone

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