sono 12 anni che provo un forte senso di malessere. Da molto giovane ho cominciato a soffrire a caus

21 risposte
sono 12 anni che provo un forte senso di malessere. Da molto giovane ho cominciato a soffrire a causa di situazioni familiari molto pesanti. Mio padre aveva degli sbalzi d’umore e attacchi di violenza molto forti, atteggiamenti denigratori, urlava tutto il giorno. Grazie a mia mamma che l’ha accompagnato in terapia, ha scoperto di avere un disturbo bipolare. A scuola avevo grandi problemi di accettazione di me stessa, mi sentivo rinchiusa in un contesto che non mi apparteneva e dal quale mi sentivo esclusa e a casa insieme alla situazione con mio padre mia mamma ha avuto un atteggiamento sempre molto controllante e coercitivo nei miei confronti. Ho affrontato due percorsi di terapia: Uno a 17 anni che si è concluso a causa di un rapporto con il terapeuta non funzionante che mi ha fatto perdere fiducia nell’efficacia della terapia. Un secondo, da 5 mesi a questa parte con uno psicologo psicoterapeuta di orientamento psicoanalitico. Soffro di molta ansia e sto male da tanti anni. Spesso fatico ad alzarmi dal letto la mattina, sono demotivata a fare tutto, non guido la macchina per l’ansia ed ho pensieri suicida perché non riesco a stare meglio. Il mio psicologo nell’ultima seduta mi ha detto che non riesce a capire cos’è che mi fa stare male e che forse ho bisogno di più tempo per capirlo. Il punto è che semplicemente non lo capisco, sto male e basta e trovo tutto molto invalidante. Non so cosa pensare, se forse non ho nessun disturbo come credo di avere o se forse mi sono affidata ad un professionista sbagliato nuovamente e forse avrei bisogno di un terapeuta cognitivo-comportamentale. Sento nuovamente di non aver raggiunto alcun progresso in questi mesi, l’ansia la gestisco male insieme a queste cose e il tutto mi avvilisce soprattutto perché ho molto difficoltà a farmi pagare la terapia dai miei e pensare che questo possa essere l’ennesimo buco nell’acqua mi avvilisce veramente tanto. Non so molto cosa pensare. Il mio psicologo mi sembra molto competente però non mi sento di stare meglio.
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Salve,

Comprendo quanto la sua situazione sia difficile e dolorosa. Vivere per molti anni con un senso di malessere profondo, soprattutto a causa di esperienze familiari complesse e invalidanti, può avere un forte impatto sulla propria autostima, sul modo di relazionarsi con gli altri e sulla gestione dell'ansia. È comprensibile anche il senso di frustrazione che deriva dal non percepire miglioramenti nel percorso terapeutico, soprattutto dopo esperienze precedenti che hanno minato la fiducia nella terapia.

Ogni percorso psicoterapeutico ha tempi e modalità diverse a seconda della persona e dell'approccio utilizzato. Se dopo cinque mesi non si avverte alcun cambiamento, potrebbe essere utile valutare se l'orientamento psicoanalitico sia il più adatto alle sue esigenze o se un approccio più strutturato e pratico, come quello cognitivo-comportamentale, possa essere più efficace nel fornirle strumenti concreti per la gestione dell'ansia e delle difficoltà quotidiane.

La relazione terapeutica è un elemento fondamentale nel percorso di cura, e sentirsi compresi e sostenuti è essenziale. Se sente che il suo terapeuta attuale, pur essendo competente, non sta rispondendo ai suoi bisogni, potrebbe essere utile un confronto per chiarire eventuali dubbi sul percorso o valutare alternative più adatte.

Sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista che possa aiutarla a trovare l'approccio terapeutico più adeguato alle sue necessità.

Cordiali saluti,
DOTTORESSA SILVIA PARISI
PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA SESSUOLOGA

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Dott.ssa Franca Sebastiana Goddi
Psicologo, Neuropsicologo, Psicoterapeuta
Mazzano Romano
Ciao, la psicoanalisi è un percorso molto lungo e molto spesso ci vuole un pò di tempo prima di arrivare a delle consapevolezze; so che a volte può essere frustrante fare un percorso e non vedere dei risultati (visibili) ma non perda la motivazione, il fatto che ha dato fiducia ad un nuovo terapeuta e il fatto che riesce a comprendere le competenze del collega mi sembrano delle buone risorse.
In bocca al lupo!
Dott.ssa Cinzia Pirazzini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Concesio
Gentile utente,
desidero esprimere la mia sincera comprensione per il malessere che ha affrontato e le difficoltà attuali. È evidente che si è trovata precocemente di fronte a situazioni estremamente complesse e dolorose, e come questo cammino personale l’abbia messa a dura prova.
È del tutto naturale avvertire un senso di oppressione sia in famiglia che a scuola, il quale può a sua volta generare isolamento e confusione. Dopo anni di sofferenza, è comprensibile che si senta frustrata e priva di motivazione, specialmente quando non percepisce i progressi attesi dalla terapia. Le sue ansie e i pensieri suicidi sono segnali importanti che meritano attenzione e comprensione.
È, tuttavia, incoraggiante sapere che sta cercando aiuto e che abbia intrapreso un nuovo percorso terapeutico. In questo insieme di emozioni e incertezze, è fondamentale dedicare spazio ai dubbi riguardo alla sintonia con il suo terapeuta e ai metodi utilizzati. Le consiglio di confrontarsi apertamente con il suo terapeuta riguardo a queste preoccupazioni, concedendosi al contempo il tempo necessario per esplorare con lui possibili soluzioni.
Non sottovaluti neppure i piccoli segni di miglioramento: ogni piccolo passo rappresenta un progresso significativo. Si prenda un momento per riflettere su quelle piccole azioni quotidiane che, sebbene possano apparirle insignificanti, possono contribuire a farla sentire un po’ meglio. Il cammino per ritrovare il proprio equilibrio è complesso e richiede tempo.
Un caro saluto
Dott.ssa Pirazzini
Dott. Nicolò Paluzzi Monti
Psicologo, Sessuologo, Psicoterapeuta
Firenze
Capisco il tuo dolore e la frustrazione. È normale sentirsi persi in momenti come questo, e a volte il percorso terapeutico può sembrare lungo e senza risultati visibili. Tuttavia, il malessere che provi non è qualcosa che può essere compreso e risolto in breve tempo. La terapia è un processo che richiede pazienza e apertura, ma è anche fondamentale che tu senta di essere compresa e che ci sia una connessione con il terapeuta. Se senti che non stai facendo progressi, potresti prendere in considerazione una discussione onesta con il tuo psicologo riguardo alle tue difficoltà. Potresti anche riflettere sul tipo di approccio terapeutico che ti sta aiutando di più, perché ognuno ha bisogno di un percorso che lo faccia sentire supportato e che possa favorire il cambiamento. Non sei sola in questo, e il fatto che stai cercando aiuto è già un passo importante.

Spero di esserti stato utile
Resto a disposizione
Nicolò Paluzzi Monti
Dott.ssa Ramona Borla
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Orbassano
Gentile utente, i percorsi di cambiamento non hanno un tempo prestabilito. Ognuno di noi ha i suoi tempi per riuscire ad avvicinare le difficoltà e a farne fronte. Non demorda, continui con perseveranza e fiducia la terapia intrapresa e vedrà che i miglioramenti arriveranno. Un caro saluto Dott.ssa Ramona Borla
Dott. Tommaso Mangiò
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Brescia
Gentile paziente,
sembra essere stata esposta per molto tempo a un contesto complesso che ha plasmato la sua sensibilità e sta male da diversi anni, di conseguenza potrebbe volerci diverso tempo anche per "ricostruire", non demorda! A volte i progressi sono fatti di piccole cose, come semi quasi invisibili, dai quali, con le condizioni giuste e la cura necessaria, un giorno nascerà quasi inaspettata una pianta meravigliosa. Parli con il suo terapeuta, che le sembra competente, di che cosa non ha funzionato nella prima terapia, lavori sulla fiducia e non sul risultato, in questa fase. Questa difficoltà a farsi pagare la terapia dai suoi genitori, può forse parlare di altro? Dell'accettare fino in fondo che è lei che in questo momento è la persona che ha più bisogno di aiuto nella sua famiglia? Ne parli con il suo terapeuta. Un caro saluto
Dott. Mauro Fadda
Psicologo, Psicoterapeuta
Bolzano
Gentilissima Utente,
penso di poter immaginare la frustrazione e lo sconforto che sta provando, e vorrei condivdere qualche riflessione.
Prima di poter cambiare e migliorare una qualsivoglia condizione di sofferenza è fondamentale darne una lettura clinica, un'inquadramento diagnostico, in sostanza dare un nome a tutti i diversi segni di malessere che una persona lamenta inserendoli in una cornice esplicativa coerente.
Quindi mi domando: il Collega da cui è seguita da circa cinque mesi ha condiviso con lei un'ipotesi diagnostica?
Lei ha descritto diversi sintomi che potrebbero essere parte di diversi disturbi, quindi è davvero necessario svolgere un accurato approfondimento diagnostico di modo da identificare con chiarezza la natura del suo problema.

Sia chiaro a questo proposito che dare un nome al problema, fare quindi una diagnosi, non rappresenta la fine di un trattamento, ma è al contrario il primo passo per poter ottenere dei miglioramenti; se non si sa con cosa si ha a che fare non lo si può affrontare efficacemente.

Per quanto riguarda la spesa economica tenga a mente che nel nostro paese esistono anche dei servizi pubblici gratuiti quali i centri di salute mentale, i servizi psicologici, i consultori familiari etcetc.

Non si lasci scoraggiare!

Le faccio i miei migliori auguri
Un caro saluto
Mauro Fadda
Gent.ma paziente, io credo che un terapeuta che usa l'approccio cognitivo-comportamentale, in particolare la terapia comportamentale di seconda e di terza generazione, possa fare meglio al caso suo, per aiutarla a contenere l'ansia e a vivere una vita piena e significativa.
Dott.ssa Elin Miroddi
Psicoterapeuta, Psicologo
Roma
Gentile utente,
la ringrazio per aver condiviso con così grande coraggio la sua storia. La complessità della sua esperienza - segnata da un contesto familiare difficile, vissuti di esclusione e un persistente malessere - restituisce l'immagine di un percorso di sofferenza che merita ascolto e comprensione profonda.
La sua storia parla di ferite relazionali precoci: un padre con disturbo bipolare, modalità familiari fortemente connotate dal controllo, difficoltà di accettazione di sé. Questi elementi non sono semplicemente "sintomi", ma linguaggi attraverso cui il suo sistema emotivo ha cercato di adattarsi a contesti complessi.
Il fatto che due percorsi terapeutici non abbiano ancora restituito la serenità che cerca non significa affatto che non ci siano possibilità di guarigione. Significa piuttosto che serve un approccio che sappia leggere la sua storia nella sua interezza, come un sistema interconnesso.
L'EMDR potrebbe rivelarsi uno strumento particolarmente efficace per lei. Questa metodologia consente di:
• Elaborare traumi relazionali precoci
• Riprocessare memorie corporee e vissuti emotivi
• Aiutarla a ritrovare fiducia nelle sue capacità di scelta e azione
Il mio approccio sistemico-relazionale mi permetterebbe di accompagnarla in un percorso che non si limita a "curare sintomi", ma a riconnettere le diverse parti della sua storia, restituendole progressivamente la capacità di essere protagonista della propria vita.
Non le propongo miracoli, ma un'alleanza terapeutica autentica, dove insieme potremo esplorare le radici del suo malessere.
Se desidera, posso accompagnarla in questo percorso.
Cordiali saluti, Dott.ssa Elin Miroddi
Dott.ssa Silvia Marfisi
Psicologo, Psicoterapeuta
Lanciano
Salve, il nuovo percorso è appena iniziato, 5 mesi non sono pochi ma neanche molti rispetto alle problematiche (anche storiche) che descrive. se l'ansia e il malessere stanno diventando troppo invalidanti al punto di limitare la sua vita quotidiana forse potrebbe essere utile valutare con il suo terapeuta integrare la terapia farmacologica con quella psicoterapica.
Dott.ssa Lucia Taddei
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Il punto è quanto veramente lei sia pronta a modificare qualcosa nel suo comportamento. Lo psicoterapeuta ha bisogno della collaborazione del cliente.
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore,

a volte se il malessere è molto forte al punto tale da condizionare il regolare svolgimento delle attività quotidiane, la psicoterapia può esser affiancata da un trattamento farmacologico, almeno sin tanto che il paziente non riesce "a camminare con le proprie gambe". E' un aspetto di cui dovrebbe parlare al suo psicoanalista, in questo momento la figura più indicata ad accogliere ed orientare i suoi dubbi.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott.ssa Maria Rosaria Ranito
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Bari
Ho letto con attenzione tutto ciò che coraggiosamente ha raccontato di sè, grazie per aver condiviso parte della sua storia, credo che lei abbia somatizzato diverse esperienze traumatiche e che alla luce di questo nel tempo abbia giustamente iniziato a stare molto male. Non si deve sentire sbagliata, incompresa e in colpa non è facile trovare un terapeuta giusto anche se competente deve incastrarsi alla sua sensibilità e comprendere ogni dettaglio della sua storia di vita. Si dia la possibilità di non sentirsi malata e sbagliata ma di cercare forse qualcuno che con tatto e gentilezza possa aiutarla e sbloccarla da questa situazione di malessere profondo che riporta. Se ha bisogno di ulteriori riflessioni e condivisioni non esiti a farlo.
Dr.ssa Maria Rosaria Ranito
Dott. Emiliano Cotugno
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Velletri
Salve. Innanzi tutto mi dispiace molto per la situazione in cui si trova. Comprendo che non sia semplice avere una visione positiva ed ottimistica quando non si vede un minimo spiraglio dal fondo del tunnel. Da come racconta la sua situazione familiare, ci sono stati eventi nella sua infanzia che quasi sicuramente stanno condizionando la sua situazione odierna. Questo è uno dei motivi per cui lo "star meglio" non sta avvenendo facilmente.
Personalmente appartengo ad un orientamento Breve Strategico ed utilizzo specifiche tecniche e manovre per ansia ed attacchi di panico. So che la mia risposta non le dà molto però non è semplice aiutarla con una semplice risposta online.
Dott. Emiliano Cotugno
Dott.ssa Sabrina Germi
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Castegnero
GENTILE PAZIENTE,
il disturbo bipolare fa parte della categoria diagnostica dei disturbi dell’umore. L’andamento dell’umore appare cioè inusualmente depresso in una prima fase, per poi virare in un’euforia non controllabile dal soggetto in altri momenti. L’intervento specialistico deve essere finalizzato a trovare un equilibrio flessibile all’interno delle oscillazioni, lavorando in una prospettiva multisistemica, che comprenda quindi la persona nella relazione con sè stessa, ma anche con le relazioni in cui è immersa, familiari, sentimentali, amicali e lavorative; lavorare sulla costruzioni di limiti che consentano le oscillazioni, funzionali. Questo lavoro richiede un tempo lungo, anche nel mio approccio breve strategico per questi problemi serve una terapia a lungo termine accompagnata da una terapia farmacologica efficace (alcuni miei pazienti hanno trovato beneficio con il litio).
A disposizione,
dr. Germi

Dott. Simone Festa
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Napoli
Buonasera, potrei pensare che nel suo sintomo lei abbia trovato la sua dimensione personale. Irraggiungibile, che sfugge al controllo degli altri. Lei cerca la vicinanza, ma teme che divenga intrusione. Aggiungo anche che per poter rivaleggiare con il carico di attenzioni che ha richiesto suo padre, questo mi sembra uno dei pochi modi per lei possibili, seppur a caro prezzo.
Le auguro un buon percorso con il collega.

Dott. Simone Festa
Dott.ssa Cristina Sinno
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Buonasera cara utente, mi dispiace molto per il senso di malessere e la frustrazione che provi. L’aver affrontato tante situazioni familiari difficili da quando eri giovane ha provocato su di te un impatto significativo sul benessere emotivo. E' importante che tu abbia cercato aiuto attraverso la terapia, anche se non sempre si riesce a trovare la sintonia giusta con il proprio terapeuta. Se non ti senti compresa e supportata, potresti considerare la possibilità di cambiare professionista, per avere un approccio terapeutico diverso. Possiamo parlarne insieme, sono una psicoterapeuta fenomenologica trasformazionale, per qualsiasi dubbio può contattarmi, sono disponibile anche per terapie online. Un caro saluto, dott.ssa Cristina Sinno.
Dr. Fabio Ricardi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Da qiello che lei racconta appare abbastanza chiaro ( e penso di non dire cose diverse rispetto al suo terapeuta) che lei sta vivendo un periodo di depressione. A mio modo di vedere la depressione è un tipo di risposta alla vita, e lei potrà stare meglio quando sarà riuscita a cambiare questo tipo di atteggiamento. Naturalmente questo tipo di risposta non l'abbiamo scelta a caso, ma almeno in parte si lega a eventi della nostra vita.Lei ne cita ben tre: suo padre con i suoi problemi,sua madre controllante, gli anni di disagio a scuola. Naturalmente non so nulla di come procede la sua terapia.Mi limito a dirle che,visto che giustaente vuole che sia efficace,ci mwetta la sua parte: sia attiva, usi le sedute per scoprire nuovi punti di vista sulla sua vita, si permetta di sentire le emozioni, quelle gradevoli e quelle no. Cominci a pensare che l'essere depressa è solo una possibilità, e anche per lei ce ne sono di migliori. Lei forse mi dirà: ma io sto male, che cosa pretende da me? Io penso che, per quanto una persona stia male, una psicoterapia è un'occasione per rialzare la testa, e trovare delle nuove energie, da usare per la propria vita.
Dott.ssa Alberta Cimitan
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Verona
Buongiorno, immagino sia difficile e faticoso vivere e sopportare quest'ansia e queste difficoltà che emergono dalle sue parole. La psicoterapia è di sicuro la via migliore per affrontare e comprendere i propri disagi ma è importante capire che la terapia può essere faticosa e impegnativa e, molte volte, ha bisogno dei suoi tempi per innescare il cambiamento e mettere in luce le dinamiche interne. E' importante stabilire una buona alleanza terapeutica e, da quello che sembra emergere dalle sue parole, questo elemento importante con il suo terapeuta è già presente. Ne parli apertamente con lui e vedrà che saprà guidarla nel miglior modo possibile.
Dott.ssa Giuditta Di Meo
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bacoli
Gentile utente grazie per essersi rivolta anche a noi..chiedere aiuto è concedersi la possibilità di guarire, è orientare lo sguardo verso la vita. Capisco le perplessità che sopraggiungono quando la sofferenza resiste oltre quello che avevamo immaginato, che ci eravamo frefissati. Le suggerisco di dare spazio a tutti i suoi dubbi in terapia, affrontarli chiaramente e direttamente con il suo terapeuta le permetterà di far luce sui prossimi passi.
Le auguro il meglio, saluti,
Dott.ssa Giuditta Di Meo
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buonasera, provi a parlarne con il suo terapeuta. Se non nota miglioramenti è giusto parlarne. In merito alla terapia potreste valutare se affiancarne una di tipo farmacologico. Se dovesse cambiare approccio, valuti anche la possibilità di iniziare una psicoterapia emdr.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi

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