Salve vorrei un parere non so più che fare mia figlia di 13 anni e 20 giorni che accusa dolore forte

23 risposte
Salve vorrei un parere non so più che fare mia figlia di 13 anni e 20 giorni che accusa dolore forte al petto mancanza d aria e tachicardia con oscillazione di.pressione la tachicardia e sinusale abbiamo fatto 3 controlli cardiologici elettrocardiogramma regolari ecocardio regolare rx regolari emocromo perfetto tiroide esami perfetti ricerca enzimi di infarto inesistenti pneumologo con esito 3 cistite al prontossocorso il dolore no passa con nulla ne antinfiammatori ne antidolorifici ne cortisone ne protettori solo 3 giorni dopo l assunzione di pantapranzolo 20 ma dopo il terzo giorno e ritornato costante giorno e notte dato gocce per calmarsi nulla la notte dorme normalmente
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, Mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso da tua figlia. Per quanto riguarda i farmaci, Ritengo che sia meglio esporre la questione ad un medico, sicuramente persona più competente in materia. Tuttavia, se gli esiti diagnostici non hanno riscontrato cause organiche tutto ciò potrebbe essere riconducibile a cause psicologiche. Ritengo pertanto fondamentale che la ragazza intraprende un percorso psicologico al fine di indagare le cause, origini ed i fattori di mantenimento dei suoi sintomi onde evitare che la situazione possa irrigidirsi.
Cordialmente, dott FDL

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Dott.ssa Silvia Lodovica Pusceddu
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Cagliari
Buongiorno, come mai scrive a degli psicologi? Escluse le cause organiche le è stata forse paventata o lei sta pensando che il problema possa avere un'origine psichica?
E' significativo che il dolore non interferisca con il sonno, immagino pertanto che la notte questo non ci sia... Pertanto, a mio avviso, se le cause organiche sono state escluse, penso che possa essere utile consultare uno psicoterapeuta.
Saluti dott.ssa Silvia Lodovica Pusceddu
Dr. Ugo Ungaro
Psicologo, Psicoterapeuta
L'Aquila
Gentile Signora dalla sua nota emerge che sua figlia ha una serie di malesseri in relazione all'apparato respiratorio e cardiocircolatorio
(dolore forte al petto, mancanza d aria, oscillazione di pressione, tachicardia sinusale). Gli accertamenti medici sono tutti negativi (3 controlli cardiologici , elettrocardiogramma regolari, ecocardio regolare, rx regolari emocromo perfetto, tiroide esami perfetti, ricerca enzimi di infarto, inesistenti, pneumologo). fatta eccezione per "esito 3 cistite".
Sono stati usati vari farmaci con esito negativo, (antinfiammatori
antidolorifici, cortisone , protettori ). Solo il ("pantapranzolo") pantoprazolo ha avuto un effetto durato tre giorni e delle non meglio indicate "gocce per calmarsi". Non è chiaro se la situazione di malessere è presente anche la notte nonostante indichi che "la notte dorme normalmente".
Sulla base di queste indicazioni emerge che la situazione organica risulta analizzata da diversi specialisti che non hanno individuato una patologia in grado di spiegare i malesseri. Dalla sua, però, nota non si comprende se tutti questi accertamenti sono stati eseguiti nell'ambito dei consulti richiesti da uno specialista che sta valutando l'intera situazione o siano dovuti a degli interventi di tipo emergenziale che tentavano di risolvere la situazione immediata. E' sicuramente una buona prassi affidarsi ad un medico di fiducia che si occupi di eseguire una diagnosi e di seguire l'andamento della terapia. Solitamente questo compito dovrebbe essere rimandato al medico di famiglia che dovrebbe conoscere la storia clinica del paziente. Qualora tutto questo sia stato eseguito, ovvero un medico di vostra fiducia ha verificato le possibili patologie e le ha escluse si deve valutare la possibilità di una componente psicologica. Le indicazioni che riporta nella sua nota possono essere anche ricollegate a situazioni di tipo psicologico ma vanno prima categoricamente escluse quelle di natura organica. Non è sbagliato chiedere un consulto con uno psicoterapeuta per valutare anche questo aspetto. Sicuramente anche in presenza di un disturbo di tipo organico può essere utile un intervento psicologico, ma le ribadisco l'importanza di uno specialista in medicina che valuti la situazione nel suo insieme e solo in caso negativo di considerare come fattore primario un elemento psicologico. Un cordiale saluto
Dott.ssa Francesca Tardio
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Torino
Cara utente, mi dispiace molto per sua figlia. Se avete fatto degli accertamenti medici ed è tutto nella norma proverei a consultare uno psicoterapeuta dell’età evolutiva per approfondire la sintomatologia.
Resto a disposizione. Dott.ssa Francesca Tardio
Dott.ssa Adriana Casile
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Buonasera, se gli accertamenti medici escludono una causa organica la invito a rivolgersi ad uno psicoterapeuta. In questo periodo di pandemia un grande numero di bambini ed adolescenti manifestano gli stessi disturbi di sua figlia . Cordiali saluti dottoressa Adriana Casile
Dott.ssa Eleonora Francesca Orena
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Buonasera, mi dispiace per la situazione descritta e capisco le sue preoccupazioni. Da quello che racconta mi sembra che siano state escluse possibili cause mediche. E' importante che questi sintomi non interferiscono con il sonno. Come vanno invece durante la giornata? Sono costanti o si manifestano/acuiscono in determinate circostante? Le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo che possa aiutarvi a definire meglio la situazione e, sicuramente, a trovare una soluzione.Un cordiale saluto.
Dott. Gianmarco Simeoni
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Varese
Buonasera Gentile Utente, mi dispiace per la situazione. Se avete già escluso cause organiche, è probabile che questa sensazione al petto che sente sua figlia riguardi la sfera ansiosa. Per poterla meglio indagare sarebbe bene intraprendere un percorso psicologico. Cordialmente, dott. Simeoni
Gentile utente, solo se è stata esclusa ogni possibile causa organica con gli accertamenti del caso, valuti dunque la possibilità di svolgere un colloquio di consulenza con uno psicoterapeuta.
Tanti cari auguri
Dottoressa Mg Fanciulli
Dr. Emanuele Incoronato
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Salve, io credo che, per il caso di sua figlia, potrebbe essere utile intraprendere anche un percorso psicoterapeutico al fine di individuare eventuali cause psicosomatiche della tua problematica. Saluti
Dott.ssa Marisa Scaglione
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Firenze
Cara utente, anche in questo caso molto probabilmente un disagio psicologico sta mandando segnali attraverso il corpo. Sembrerebbero chiare somatizzazioni ansiose.
Provi a consigliare a sua figlia un percorso psicologico sicuramente ne trarrà beneficio.
Cari saluti
Dott.ssa Scaglione
Dott.ssa Marta Fuscà
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente,
Escludendo le cause organiche che sarebbero potute essere motivo della sintomatologia che riporta, si potrebbe tenere in considerazione una condizione psicologica sottostante. Provi a rivolgersi ad un/una psicoterapeuta per un consulto.
Un cordiale saluto.
Dr.ssa Marta Fuscà
Dott.ssa Eugenia Cardilli
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Buonasera, da quanto lei scrive tutti gli accertamenti sono risultati negativi, quindi la ragazza con i suoi sintomi sta chiedendo aiuto alla famiglia. Sicuramente l'adolescenza, in alcuni casi è difficile d'affrontare, forse ci potrebbe essere qualche difficoltà scolastica, e non riesce a dirlo alla famiglia. Quindi dei colloqui con una psicoterapeuta potrebbe aiutare la ragazza ad elaborare dei pensieri che l'angosciano ed ha difficoltà a verbalizzare, ma l'esprime con il suo corpo tramite i sintomi da lei descritti, la saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli.
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Dott.ssa Federica Leonardi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Buongiorno, comprendo la sua preoccupazione nel vedere lasofferenza di sua figlia sentendosi impotente. Siamo qui per darle un aiuto in più, rispetto a quello già richiesto dagli altri specialisti. Se sono state escluse tutte le possibili cause organiche potrebbe essere una problematica legata alla mal gestione dell'ansia e in questa fase che stiamo attraversando questo può peggiorare o amplificarsi. Le consiglio di rivolgersi ad uno psicoterapeuta per avere un parere professionale in merito.
Se ha bisogno sarò felice di poterci aiutare.
Saluti,
Dott.ssa Federica Leonardi
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore,
I sintomi di sua figlia potrebbero essere di natura psicogena. Sarebbe opportuno effettuare un primo incontro, magari vedendovi insieme per cercare di capire cosa rende difficile e sofferente in questo momento la vita di sua figlia e cosa sta accadendo nella vostra famiglia. I ragazzi a quel età sono facilmente impressionabili; é probabile che la condizione di sua figlia sia reattiva a qualcos’altro.
Dovesse sentir l’ esigenza non esiti a contattarmi in privato.

Un caro saluto
Dott. Diego Ferrara
Dott. Stefano Ventura
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Gentile Signora,
la preoccupazione per un figlio è forse la più forte che possiamo sperimentare nella nostra vita. E nella sua risposta, nonostante ci elenchi tutti gli esami a cui la sua piccola è stata sottoposta, questo grande disagio si comprende molto bene.
Intanto il fatto che nessun esame a cui sua figlia è stata sottoposta ha dato risultati negativi va preso come un buon segno. Ora la cosa da fare sarebbe un consulto con un neuropsichiatra infantile, e con uno psicoterapeuta esperto in età evolutiva: possiamo ipotizzare che questo malessere dipenda da cause neurologiche o psicologiche che vanno indagate.

con i migliori auguri
dr. Ventura
Dott. Valeriano Fiori
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Salve, rivolga questa domanda al suo medico di fiducia, noi psicologi non somministriamo farmaci.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Dott. Alessandro Pacco
Psicologo, Psicoterapeuta
Trieste
Salve,
capisco la situazione di disagio in cui si finisce nel momento in cui si gira a vuoto da uno specialista all'altro. Chiaramente come hanno suggerito da alcuni colleghi, sarebbe da ritornare dal medico di base, per verificare il quadro, che, da comune paziente, mi pare più legato all'apparato gastrico (dolore al petto che si riduce con pantaprazolo). Se la causa non dovesse essere organica, ma bensì di ordine psicologico a ricaduta somatica, è chiaro che iniziare una psicoterapia sarebbe la risposta ottimale. E' probabile che ci possano essere stati o siano in corso delle situazioni che mettono sua figlia profondamente a disagio.
Anche se così non fosse, in un questo momento di difficoltà nel trovare una risposta adeguata al dolore fisico, dei colloqui di supporto psicologico, anche per un breve periodo, potrebbero essere indicati.
Personalmente non prendo in carico persone così giovani, ma qualora ne avesse bisogno, posso provare ad indicarle delle colleghe. Cordiali saluti
Dott. Alessandro D'Agostini
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Buongiorno, se la domanda è sull'aspetto farmacologico, deve rivolgere la domanda al suo medico di riferimento. Se invece è interessata all'aspetto psicologico, il consiglio è quello di fissare un appuntamento con un professionista per avere un confronto con lui. Qualora volesse, sono a disposizione. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Salve signora, la invito a esporre i quesiti farmacologici al pediatra di sua figlia. Se non si dovessero riscontrare patologie di tipo organico, sarebbe opportuno portarla a fare una consulenza psicologica.
Cordiali saluti,
Rosella Pettinari
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buonasera! Visto che gli esami non hanno riscontrato nulla di anomalo, sarebbe opportuno procedere ad un consulto con una psicoterapeuta per valutare eventuali aspetti psicologici connessi. Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Salve, capisco quanto possa essere preoccupante vedere la propria figlia soffrire per così tanto tempo senza riuscire a trovare una spiegazione chiara. È assolutamente naturale che, dopo aver escluso le cause mediche con così tanti esami, la sua preoccupazione rimanga alta e il bisogno di una risposta si faccia sempre più urgente. Da quello che racconta, sua figlia sta vivendo un insieme di sintomi che potrebbero avere una componente ansiosa, anche se questo non significa affatto che il dolore che prova non sia reale. L'ansia può manifestarsi in modi molto fisici, e sintomi come il dolore toracico, la tachicardia e la sensazione di mancanza d’aria sono abbastanza comuni in condizioni di forte stress o tensione emotiva. Questo accade perché il nostro sistema nervoso autonomo, quando percepisce una minaccia (anche se non è una minaccia concreta), attiva delle risposte fisiologiche che coinvolgono il battito cardiaco, la respirazione e la tensione muscolare. Il fatto che il dolore non passi con farmaci antinfiammatori o antidolorifici, ma sembri avere un andamento altalenante e in alcuni momenti migliorare, potrebbe suggerire che sia legato a un meccanismo di ipersensibilità del sistema nervoso. Questo non significa che sia "tutto nella sua testa", ma che il suo corpo sta inviando segnali di allarme che non trovano una causa organica evidente. Quando il corpo si abitua a percepire un certo sintomo come pericoloso, può attivare un circolo vizioso in cui la paura stessa del dolore contribuisce a mantenerlo o ad amplificarlo. Un altro elemento importante è che di notte riesce a dormire normalmente. Questo è un segnale che spesso si osserva nei sintomi di natura ansiosa: quando la mente si rilassa completamente (come accade nel sonno), il corpo smette di inviare segnali di allarme. Se il dolore avesse un’origine puramente organica, sarebbe più probabile che interferisse anche con il sonno in modo più marcato. Ovviamente, vista la sua giovane età, sarebbe importante comprendere se c'è stato un evento stressante o un cambiamento significativo nella sua vita che potrebbe aver scatenato queste manifestazioni. A volte, i ragazzi non sono pienamente consapevoli dello stress che stanno vivendo, o non lo esprimono verbalmente, ma il corpo lo manifesta attraverso sintomi fisici. Questo può succedere, ad esempio, in periodi scolastici particolarmente impegnativi, in momenti di cambiamento nelle relazioni con gli amici o in situazioni in cui si accumula una tensione emotiva che non trova un modo diretto di esprimersi. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, un percorso mirato potrebbe aiutarla a comprendere se c’è una componente ansiosa dietro questi sintomi e, nel caso, ad apprendere strategie per interrompere questo circolo vizioso. Tecniche come la respirazione diaframmatica, la desensibilizzazione progressiva o la ristrutturazione cognitiva possono essere molto efficaci per ridurre sia i sintomi fisici che la paura associata ad essi. Capisco che, da genitore, sia difficile accettare l'idea che qualcosa di così intenso possa avere una componente legata all’ansia, soprattutto perché viene naturale pensare che, se il dolore è così forte, debba esserci per forza una causa fisica chiara e risolvibile con un farmaco. Tuttavia, la mente e il corpo sono profondamente collegati, e spesso disturbi di questo tipo si presentano proprio quando il corpo sta cercando di comunicare qualcosa che non è stato ancora elaborato a livello emotivo. Il mio consiglio sarebbe quello di valutare, parallelamente ai controlli medici già effettuati, un supporto psicologico per esplorare questa possibilità in un ambiente sicuro e accogliente. Se la componente ansiosa fosse confermata, lavorare su di essa potrebbe portare a un miglioramento significativo dei sintomi e del benessere generale di sua figlia. Le mando un grande incoraggiamento e le auguro di trovare presto una strada che possa aiutare sua figlia a stare meglio. Dott. Andrea Boggero
Dott. Michele Basigli
Psicologo, Psicologo clinico
Perugia
Gentile utente,
Innanzitutto, desidero ringraziarla per aver condiviso con me questa situazione complessa e delicata riguardante sua figlia. La sintomatologia descritta, dolore al petto intenso, mancanza d'aria, tachicardia sinusale, oscillazioni pressorie , è certamente motivo di grande preoccupazione e richiede un'attenzione approfondita e multidisciplinare.
Il fatto che siano stati effettuati numerosi controlli cardiologici, respiratori e di laboratorio con esiti normali rappresenta un dato importante, ma non esclude che ci possano essere altre cause o che il problema possa avere un’origine più complessa o psicogena.
In questa risposta, cercherò di analizzare in modo dettagliato e approfondito le possibili cause, le implicazioni psicologiche, il ruolo dell’ambiente e delle emozioni, e suggerirò alcuni passi successivi che potrebbero essere utili per affrontare questa situazione.

1. Analisi delle manifestazioni cliniche:
- Dolore al petto e mancanza d’aria: Questi sintomi sono spesso associati a condizioni cardiache, respiratorie o di ansia. Tuttavia, in assenza di alterazioni riscontrate con gli esami, è importante considerare anche cause non organiche o funzionali.
- Tachicardia sinusale: La tachicardia sinusale può essere un fenomeno fisiologico, spesso legato a stress, ansia, febbre, esercizio fisico o altri stimoli. La presenza di oscillazioni pressorie può indicare instabilità del sistema autonomo.
-Durata e risposta ai farmaci: La mancanza di miglioramento con antinfiammatori, antidolorifici, cortisone e protettori gastrici suggerisce che il problema potrebbe non essere di natura infiammatoria o gastrointestinale, anche se la sintomatologia sembra localizzata anche in quest’area.
-Assunzione di pantoprazolo: L’effetto temporaneo e il ritorno dei sintomi dopo alcuni giorni indicano che il problema potrebbe non essere strettamente legato all’acidità gastrica, anche se è importante considerare che alcuni sintomi somatici possono essere influenzati da fattori psicologici.

2. Considerazioni sulle possibili cause:
a. Cause organiche e fisiologiche: Nonostante i controlli siano risultati normali, bisogna ricordare che alcuni disturbi possono essere intermittenti o difficili da rilevare con esami di routine. Potrebbe essere utile un monitoraggio più approfondito, come un Holter cardiaco per valutare eventuali aritmie non rilevate in un breve ECG, o un test da sforzo. Tuttavia, la regolarità degli esami riduce la probabilità di cause organiche gravi.

b. Cause psicologiche e psicosomatiche:
In una ragazzina di 13 anni, i sintomi come dolore al petto e mancanza d’aria possono frequentemente essere di origine psicosomatica, soprattutto in presenza di stress, ansia o conflitti emotivi. La pubertà, con i cambiamenti fisici ed emotivi, può essere un periodo di grande vulnerabilità emotiva, e i sintomi fisici possono essere manifestazioni di ansia o di altre difficoltà psicologiche.

c. Stress, ansia e attacchi di panico:
L’ansia può manifestarsi anche con sintomi fisici come palpitazioni, dolore toracico, sensazione di mancanza d’aria, sudorazione, tremori, e oscillazioni pressorie. La presenza di tachicardia sinusale e la sensazione di dolore persistente potrebbero essere sintomi di un attacco di panico o di ansia acuta o cronica.

d. Fattori ambientali e sociali:
Le pressioni scolastiche, i rapporti con i coetanei, eventuali problemi familiari o eventi traumatici possono contribuire significativamente all’insorgenza di sintomi psicosomatici. La pubertà, con la sua complessità emotiva, può accentuare queste reazioni.

e. Disturbi funzionali o somatoformi:
In alcuni casi, si può parlare di disturbi somatoformi, in cui il dolore e gli altri sintomi sono reali per il paziente, ma non sono attribuibili a cause organiche evidenti. Questi disturbi spesso sono legati a conflitti emotivi e a una difficoltà di espressione dei sentimenti.

3.Ruolo dell’ambiente familiare e sociale:
L’ambiente familiare e le dinamiche relazionali sono fondamentali. È importante valutare se ci sono eventi recenti o persistenti che possano aver scosso la stabilità emotiva di sua figlia, come separazioni, lutti, cambiamenti scolastici o sociali, o problemi di integrazione.
Inoltre, il ruolo dei genitori e la comunicazione familiare sono centrali: un ambiente che permette di esprimere liberamente le emozioni e i timori può ridurre l’insorgere di sintomi somatici. La pressione o l’ansia genitoriale possono, a loro volta, influenzare il benessere psicologico del bambino.

4. Approccio multidisciplinare:
Data la complessità della situazione, un approccio integrato tra medici, psicologi e eventualmente altri professionisti (psichiatri, terapisti del comportamento) è fondamentale.
-Valutazione psicologica approfondita: Un colloquio con uno psicologo o uno psicoterapeuta esperto in età evolutiva può aiutare a comprendere se ci sono fattori emotivi, ansia o altri problemi psicologici alla base dei sintomi.
- Terapia cognitivo-comportamentale (TCC): Questa modalità terapeutica può essere molto efficace nel trattamento di ansia, attacchi di panico, e disturbi somatoformi. La TCC aiuta a modificare i pensieri disfunzionali, a gestire le emozioni e a sviluppare strategie di coping.
-Supporto familiare: La terapia familiare può essere utile per migliorare la comunicazione, ridurre tensioni e creare un ambiente di sostegno.
-Monitoraggio clinico: È importante mantenere un costante monitoraggio dei sintomi e delle eventuali modifiche nel tempo, per valutare l’efficacia degli interventi e fare aggiustamenti.

5. Strategie di gestione immediata:
-Ascolto empatico: È importante che sua figlia si senta ascoltata e compresa, senza giudizio. La sua paura e il suo dolore sono reali per lei.
-Riduzione dello stress: Attività rilassanti, tecniche di respirazione, mindfulness o altre pratiche di rilassamento possono aiutare a ridurre la percezione del dolore e l’ansia.
- Mantenere una routine: Routine quotidiane regolari, con adeguato riposo, alimentazione equilibrata e attività fisica moderata, favoriscono il benessere psicofisico.
- Limitare l’uso di sostanze stimolanti: Evitare caffeina o altre sostanze che possano aumentare l’ansia o la tachicardia.

6. Considerazioni finali:
In conclusione, pur avendo escluso con gli esami più recenti cause organiche gravi, i sintomi persistenti e complessi di sua figlia richiedono un’attenzione psicologica e un supporto emotivo. La presenza di dolore al petto, mancanza d’aria e tachicardia in un’adolescente può essere una manifestazione di ansia, attacchi di panico, conflitti emotivi o altre difficoltà psicologiche.
È fondamentale che lei, come genitore, continui a offrire ascolto, comprensione e sostegno, evitando di minimizzare i suoi bisogni o di attribuire i sintomi esclusivamente a cause fisiche. La collaborazione con un professionista esperto in età evolutiva sarà il passo più importante per aiutare sua figlia a superare questa fase e migliorare il suo benessere complessivo.
Infine, ricordo che la diagnosi e il trattamento precoce di eventuali disturbi psicologici possono fare una grande differenza nel percorso di crescita e di salute di sua figlia, favorendo uno sviluppo armonioso e un miglioramento della qualità della vita.

Le mando un caloroso saluto.
Dott. Michele Basigli
Dott.ssa Sara Petroni
Psicologo clinico, Psicologo
Tarquinia
Gentile utente,
comprendo perfettamente la sua preoccupazione — il dolore toracico in una ragazza così giovane può spaventare molto, soprattutto dopo tanti accertamenti senza una causa chiara. Il fatto che tutti gli esami cardiologici, tiroidei e pneumologici siano risultati nella norma è un dato estremamente rassicurante: esclude le principali cause organiche gravi.

Quando i sintomi persistono nonostante gli esami regolari e le terapie mediche non portano beneficio, può essere utile considerare anche un’origine funzionale o psicosomatica. Nei ragazzi, soprattutto in età adolescenziale, stress, ansia o tensioni emotive possono manifestarsi con sintomi fisici reali come dolore al petto, tachicardia o difficoltà respiratoria, senza che ci sia una malattia organica sottostante.

Alcuni elementi che vanno in questa direzione:

la tachicardia è sinusale (quindi legata all’attivazione del sistema nervoso, non a un’aritmia);

il dolore non segue un andamento tipico di cause cardiache o infiammatorie;

il sonno notturno è regolare, segno che il corpo riesce a rilassarsi quando la mente è a riposo.

Le suggerirei, se non l’ha già fatto, di confrontarsi con il pediatra anche per una possibile valutazione psicologica o psicoterapeutica, che aiuti sua figlia a esplorare come vive questo dolore, se ci sono paure, tensioni o situazioni emotive che la mettono sotto pressione. Spesso, lavorando su questi aspetti, anche i sintomi fisici si riducono progressivamente.

Nel frattempo, continui a monitorare i sintomi e, se dovessero comparire segnali nuovi o più intensi, torni dal medico. Ma da quanto descrive, al momento sembra più utile un approccio di rassicurazione e supporto psicologico che ulteriori indagini mediche.

Dott.ssa Sara Petroni

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