Salve, volevo parlarvi di una cosa che mi sta molto a cuore. Anni fa, all’età di 16 anni, trovai ne
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Salve, volevo parlarvi di una cosa che mi sta molto a cuore.
Anni fa, all’età di 16 anni, trovai nella camera da letto dei miei genitori alcuni fogli / ricevute / tessere che mi hanno lasciata parecchio perplessa. Mia mamma ha conservato tutto e alla fine, (dopo aver trovato un foglio risalente agli anni novanta scritto dal medico con diagnosi di sterilità per mia madre + decine di fogli riguardanti la FIV + testimonianze scritte da mia madre dove ho letto che l’attesa è durata dieci anni) ho capito tutto. I miei genitori mi hanno concepita tramite la fecondazione assistita, e capii come mai i miei familiari, nelle lettere inviatomi per la nascita, scrivevano sempre cose del tipo ‘Ti sei fatta tanto desiderare’, ‘Ti aspettavamo da tanto tempo’, eccetera eccetera…
Quando l’ho scoperto, ho rispettato il silenzio dei miei genitori. Loro non me ne hanno mai parlato, nemmeno dopo raggiunta la maggiore età, e quando a volte capita di parlare dell’argomento gravidanza o appunto fecondazione assistita (magari ne sentiamo parlare in TV), i miei genitori non approfondiscono mai le mie domande e sviano, come se volessero tenermi all’oscuro da questa cosa. A volte sembra quasi che per loro sia una cosa ‘da nascondere’.
Il problema non è solo questo… Il fatto è che quando l’ho scoperto, (ripeto, all’età di 16 anni) mi sono sentita tremendamente in colpa. Tutt’ora, da quando ho scoperto che i miei genitori hanno provato e riprovato a mettere sù famiglia con scarsi risultati per ben 10 anni, non riesco a darmi un attimo di pace.
Fin da bambina gli ho sempre causato problemi, ero irrequieta, capricciosa, molto particolare rispetto ai miei coetanei. Mia mamma ha tribolato per me, e da adolescente ero anche peggio; riversavo le mie frustrazioni su di loro senza sapere tutti i sacrifici che avevano fatto prima che nascessi.
Mi odio perché continuo a regalargli una marea di delusioni e non se lo meritano. Non dopo aver passato dieci anni ad aspettare un figlio che non arrivava, e che poi, una volta venuto al mondo, si rivela solo una gran delusione.
Quest’immagine non mi da tregua: i miei genitori che penano per dieci anni, poi il miracolo avviene, io nasco, loro sono al settimo cielo, e poi più cresco più il ‘miracolo’ si trasforma in una ‘condanna’. Non starò qui ad elencarvi tutte le delusioni che gli ho arrecato socialmente, scolasticamente e “lavorativamente” parlando… Mi sento una buona a nulla sia per i miei continui fallimenti sia per come ho trattato i miei genitori durante l’adolescenza. Se potessi tornare indietro e prendermi a schiaffi lo farei volentieri, per far sapere alla me del passato quanto fosse ingrata.
È vero, non ero a conoscenza di tutta questa storia, però ai genitori si porta rispetto a prescindere ed io ho approfittato della loro bontà per i miei capricci adolescenziali.
Non me lo perdonerò mai, e mi ricordo che quando l’ho scoperto ho passato un mese intero a piangere per il senso di colpa. Vorrei abbracciare i miei genitori, dirgli che lo so e scusarmi con loro con tutta la sincerità che ho in corpo, approfittandone adesso che sono ancora con me, perché in futuro non potrò più farlo.
Se potessi gli restituirei tutto quello che mi hanno dato in tutti questi anni, ma non so a chi dirlo e questa cosa mi sta facendo soffrire troppo.
Scusate per lo sfogo, ma non ho davvero nessuno con cui parlarne.
Anni fa, all’età di 16 anni, trovai nella camera da letto dei miei genitori alcuni fogli / ricevute / tessere che mi hanno lasciata parecchio perplessa. Mia mamma ha conservato tutto e alla fine, (dopo aver trovato un foglio risalente agli anni novanta scritto dal medico con diagnosi di sterilità per mia madre + decine di fogli riguardanti la FIV + testimonianze scritte da mia madre dove ho letto che l’attesa è durata dieci anni) ho capito tutto. I miei genitori mi hanno concepita tramite la fecondazione assistita, e capii come mai i miei familiari, nelle lettere inviatomi per la nascita, scrivevano sempre cose del tipo ‘Ti sei fatta tanto desiderare’, ‘Ti aspettavamo da tanto tempo’, eccetera eccetera…
Quando l’ho scoperto, ho rispettato il silenzio dei miei genitori. Loro non me ne hanno mai parlato, nemmeno dopo raggiunta la maggiore età, e quando a volte capita di parlare dell’argomento gravidanza o appunto fecondazione assistita (magari ne sentiamo parlare in TV), i miei genitori non approfondiscono mai le mie domande e sviano, come se volessero tenermi all’oscuro da questa cosa. A volte sembra quasi che per loro sia una cosa ‘da nascondere’.
Il problema non è solo questo… Il fatto è che quando l’ho scoperto, (ripeto, all’età di 16 anni) mi sono sentita tremendamente in colpa. Tutt’ora, da quando ho scoperto che i miei genitori hanno provato e riprovato a mettere sù famiglia con scarsi risultati per ben 10 anni, non riesco a darmi un attimo di pace.
Fin da bambina gli ho sempre causato problemi, ero irrequieta, capricciosa, molto particolare rispetto ai miei coetanei. Mia mamma ha tribolato per me, e da adolescente ero anche peggio; riversavo le mie frustrazioni su di loro senza sapere tutti i sacrifici che avevano fatto prima che nascessi.
Mi odio perché continuo a regalargli una marea di delusioni e non se lo meritano. Non dopo aver passato dieci anni ad aspettare un figlio che non arrivava, e che poi, una volta venuto al mondo, si rivela solo una gran delusione.
Quest’immagine non mi da tregua: i miei genitori che penano per dieci anni, poi il miracolo avviene, io nasco, loro sono al settimo cielo, e poi più cresco più il ‘miracolo’ si trasforma in una ‘condanna’. Non starò qui ad elencarvi tutte le delusioni che gli ho arrecato socialmente, scolasticamente e “lavorativamente” parlando… Mi sento una buona a nulla sia per i miei continui fallimenti sia per come ho trattato i miei genitori durante l’adolescenza. Se potessi tornare indietro e prendermi a schiaffi lo farei volentieri, per far sapere alla me del passato quanto fosse ingrata.
È vero, non ero a conoscenza di tutta questa storia, però ai genitori si porta rispetto a prescindere ed io ho approfittato della loro bontà per i miei capricci adolescenziali.
Non me lo perdonerò mai, e mi ricordo che quando l’ho scoperto ho passato un mese intero a piangere per il senso di colpa. Vorrei abbracciare i miei genitori, dirgli che lo so e scusarmi con loro con tutta la sincerità che ho in corpo, approfittandone adesso che sono ancora con me, perché in futuro non potrò più farlo.
Se potessi gli restituirei tutto quello che mi hanno dato in tutti questi anni, ma non so a chi dirlo e questa cosa mi sta facendo soffrire troppo.
Scusate per lo sfogo, ma non ho davvero nessuno con cui parlarne.
Cara, grazie per aver condiviso con tanto coraggio la tua esperienza e i tuoi sentimenti. Capisco quanto questa scoperta ti abbia lasciato un peso enorme nel cuore, e quanto il senso di colpa che provi stia influenzando la tua serenità. È molto difficile portare dentro di sé il dolore di aver fatto soffrire chi ci ha amato e ci ha aspettato tanto a lungo, ma voglio invitarti a fare una riflessione importante: **quello che provi non è colpa, ma una manifestazione di una profonda empatia e consapevolezza**. Tu sei una persona che si è confrontata con se stessa, con le proprie azioni passate e con l’amore per i tuoi genitori. È un segno di crescita, non di fallimento.
Capisco che il fatto che i tuoi genitori non abbiano mai parlato apertamente con te di questa parte della loro storia ti abbia lasciato un senso di vuoto. Ma bisogna anche considerare che, a volte, i genitori scelgono di non parlarne non per nascondere qualcosa di "sbagliato", ma per proteggere te. Potrebbero non aver voluto caricare troppo il tuo cuore con questa informazione o non aver trovato il momento giusto per parlarne, pensando che non fosse necessario. È importante che tu non veda la loro scelta come un abbandono o come un segreto che ti riguarda personalmente, ma piuttosto come un tentativo di proteggere la tua infanzia e di non farti sentire "diversa" in un modo che potesse pesare su di te.
Il senso di colpa che provi, purtroppo, ti impedisce di vedere quanto i tuoi genitori ti amano profondamente per quella che sei, e non per quello che avrebbero voluto che tu fossi. Ogni genitore, in fondo, fa i conti con le proprie aspettative e con le difficoltà che inevitabilmente sorgono nel crescere un figlio. Le frustrazioni e le sfide che hai vissuto da bambina e adolescente sono esperienze comuni in molte famiglie, e il fatto che tu ora sia consapevole di questo ti rende più sensibile e compassionevole, ma anche più severa con te stessa di quanto sia giusto.
Quello che ti consiglio è di cercare di liberarti da questa "catena" del senso di colpa che ti tiene ancorata a un passato che non puoi cambiare. La tua sofferenza è reale, ma il vero cambiamento avviene quando impari a perdonarti. I tuoi genitori ti amano per quello che sei, e il loro amore per te non è mai stato condizionato dai tuoi "fallimenti" o da ciò che potresti pensare di non aver dato loro. Ogni passo che fai verso il miglioramento, ogni piccolo progresso che fai oggi, è un segno del tuo amore per loro e di quanto tu ci tenga a rimediare e a fare meglio.
Riguardo al desiderio di scusarti e di dirgli quanto ti stia a cuore, penso che potrebbe essere utile esprimere sinceramente i tuoi sentimenti. Puoi farlo in un modo delicato e amorevole, magari dicendo qualcosa come: "Ho scoperto una parte importante della nostra storia familiare e mi ha fatto riflettere molto su tutto quello che avete fatto per me. Mi sento tanto grata e, a volte, mi pesa il fatto di non essere stata sempre quella che volevate che fossi. Vi voglio bene e mi scuso per tutti quei momenti in cui vi ho deluso". Non c'è bisogno di essere troppo duri con te stessa quando lo fai; il tuo desiderio di esprimere gratitudine e amore è il messaggio più importante.
Il fatto che tu stia cercando di fare pace con te stessa e con loro è un atto di amore e di consapevolezza. Non devi essere perfetta per essere amata. Sei una persona in continua crescita, e ciò che conta è la tua intenzione di imparare, migliorare e fare del bene alle persone che ami. Quindi, concediti il permesso di essere gentile con te stessa. Non è mai troppo tardi per un nuovo inizio, e il fatto che tu stia vivendo questo momento di consapevolezza è già un segno di un grande cambiamento.
Spero che tu possa trovare la serenità che meriti e che tu possa liberarti da questo peso emotivo, accettando che il passato non definisce completamente chi sei, e che l'amore per i tuoi genitori, così come il loro amore per te, non è mai stato condizionato dalle tue azioni o dai tuoi "errori".
Capisco che il fatto che i tuoi genitori non abbiano mai parlato apertamente con te di questa parte della loro storia ti abbia lasciato un senso di vuoto. Ma bisogna anche considerare che, a volte, i genitori scelgono di non parlarne non per nascondere qualcosa di "sbagliato", ma per proteggere te. Potrebbero non aver voluto caricare troppo il tuo cuore con questa informazione o non aver trovato il momento giusto per parlarne, pensando che non fosse necessario. È importante che tu non veda la loro scelta come un abbandono o come un segreto che ti riguarda personalmente, ma piuttosto come un tentativo di proteggere la tua infanzia e di non farti sentire "diversa" in un modo che potesse pesare su di te.
Il senso di colpa che provi, purtroppo, ti impedisce di vedere quanto i tuoi genitori ti amano profondamente per quella che sei, e non per quello che avrebbero voluto che tu fossi. Ogni genitore, in fondo, fa i conti con le proprie aspettative e con le difficoltà che inevitabilmente sorgono nel crescere un figlio. Le frustrazioni e le sfide che hai vissuto da bambina e adolescente sono esperienze comuni in molte famiglie, e il fatto che tu ora sia consapevole di questo ti rende più sensibile e compassionevole, ma anche più severa con te stessa di quanto sia giusto.
Quello che ti consiglio è di cercare di liberarti da questa "catena" del senso di colpa che ti tiene ancorata a un passato che non puoi cambiare. La tua sofferenza è reale, ma il vero cambiamento avviene quando impari a perdonarti. I tuoi genitori ti amano per quello che sei, e il loro amore per te non è mai stato condizionato dai tuoi "fallimenti" o da ciò che potresti pensare di non aver dato loro. Ogni passo che fai verso il miglioramento, ogni piccolo progresso che fai oggi, è un segno del tuo amore per loro e di quanto tu ci tenga a rimediare e a fare meglio.
Riguardo al desiderio di scusarti e di dirgli quanto ti stia a cuore, penso che potrebbe essere utile esprimere sinceramente i tuoi sentimenti. Puoi farlo in un modo delicato e amorevole, magari dicendo qualcosa come: "Ho scoperto una parte importante della nostra storia familiare e mi ha fatto riflettere molto su tutto quello che avete fatto per me. Mi sento tanto grata e, a volte, mi pesa il fatto di non essere stata sempre quella che volevate che fossi. Vi voglio bene e mi scuso per tutti quei momenti in cui vi ho deluso". Non c'è bisogno di essere troppo duri con te stessa quando lo fai; il tuo desiderio di esprimere gratitudine e amore è il messaggio più importante.
Il fatto che tu stia cercando di fare pace con te stessa e con loro è un atto di amore e di consapevolezza. Non devi essere perfetta per essere amata. Sei una persona in continua crescita, e ciò che conta è la tua intenzione di imparare, migliorare e fare del bene alle persone che ami. Quindi, concediti il permesso di essere gentile con te stessa. Non è mai troppo tardi per un nuovo inizio, e il fatto che tu stia vivendo questo momento di consapevolezza è già un segno di un grande cambiamento.
Spero che tu possa trovare la serenità che meriti e che tu possa liberarti da questo peso emotivo, accettando che il passato non definisce completamente chi sei, e che l'amore per i tuoi genitori, così come il loro amore per te, non è mai stato condizionato dalle tue azioni o dai tuoi "errori".
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Gentile utente grazie per aver condiviso la sua situazione. Provi a parlare con i suoi genitori e dica loro che è venuta a conoscenza di come è stata concepita. Sarebbe un momento di grande condivisione emotiva. Non deve sentirsi in colpa per ciò che ha fatto "in passato" e durante "l'adolescenza". Il fatto che sia stata concepita con la fecondazione assistita non la rende diversa dagli altri adolescenti e non rende i suoi genitori immuni ai "capricci adolescenziali" della figlia. Lei ha semplicemente avuto e vissuto i suoi momenti di vita. Penso che i suoi genitori siano molto orgogliosi di lei a prescindere dalle "delusioni" che dice di avergli dato. Ne parli con loro e vedrà che le apparirà tutto sotto una luce diversa e scoprirà che per i suoi genitori non è stata affatto la delusione che crede di essere. Spero di esserle stato d'aiuto. Resto a disposizione. Un caro saluto. Dott. Stefano Recchia
Comprendo profondamente il tuo dolore e il senso di colpa che stai provando, ma vorrei aiutarti a guardare la situazione con una prospettiva diversa. Il fatto che i tuoi genitori abbiano desiderato tanto averti e abbiano fatto tanti sacrifici per concepirti non significa che tu debba sentirti in debito con loro per tutta la vita. L’amore genitoriale è incondizionato e non basato su meriti o risultati. Sei importante per loro non per quello che fai, ma per quello che sei: loro figlia.
L’adolescenza è una fase complessa in cui tutti, in un modo o nell’altro, attraversano momenti di conflitto con i genitori. È normale e fa parte del processo di crescita. Ciò che conta è la consapevolezza che hai oggi, il desiderio di riconoscere i tuoi sentimenti e, se lo senti, di avvicinarti a loro con affetto e sincerità. Parlare con loro potrebbe alleggerirti il cuore, ma non sentirti obbligata a farlo se non te la senti ancora.
Sarebbe utile e consigliato per approfondire questi sentimenti e trovare un modo per elaborarli rivolgersi a uno specialista.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa - Psicoterapeuta - Sessuologa
L’adolescenza è una fase complessa in cui tutti, in un modo o nell’altro, attraversano momenti di conflitto con i genitori. È normale e fa parte del processo di crescita. Ciò che conta è la consapevolezza che hai oggi, il desiderio di riconoscere i tuoi sentimenti e, se lo senti, di avvicinarti a loro con affetto e sincerità. Parlare con loro potrebbe alleggerirti il cuore, ma non sentirti obbligata a farlo se non te la senti ancora.
Sarebbe utile e consigliato per approfondire questi sentimenti e trovare un modo per elaborarli rivolgersi a uno specialista.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa - Psicoterapeuta - Sessuologa
Buongiorno,
Innanzitutto, la ringrazio per aver condiviso la sua storia. Dal suo racconto emerge chiaramente quanto questa scoperta abbia avuto un impatto profondo su di lei, forse anche perché non ha avuto l’opportunità di affrontarla apertamente con i suoi genitori.
Ciò che colpisce nelle sue parole è il forte desiderio di essere all’altezza delle aspettative dei suoi genitori, del loro amore e dei sacrifici che hanno fatto per averla. Tuttavia, è importante ricordare che essere figli non significa dover “ripagare” i propri genitori. Il loro percorso è stata una scelta dettata dal desiderio di averla nella loro vita, e l’amore di un genitore non dipende dai successi o dagli insuccessi del proprio figlio: è un amore incondizionato e gratuito.
Il senso di colpa che prova sembra derivare dall’idea di non essere stata all’altezza delle loro aspettative, ma è fondamentale comprendere che l’infanzia e l’adolescenza sono fasi di crescita, con momenti di ribellione, difficoltà e scoperta di sé. Questi passaggi non sono segni di ingratitudine o delusione, bensì tappe naturali dello sviluppo di ogni persona.
Il lungo percorso che i suoi genitori hanno affrontato per averla non è una responsabilità che deve portare sulle sue spalle, né qualcosa che la rende loro debitrice per sempre. È stato il frutto di una loro scelta e di un loro desiderio.
Se sente che queste emozioni stanno diventando troppo ingombranti e pesanti da affrontare da sola, potrebbe essere utile rivolgersi a un professionista che la accompagni in questo percorso, aiutandola a comprendere ed elaborare i suoi sentimenti con maggiore serenità.
Resto a disposizione, Dott.ssa Elena Dati
Innanzitutto, la ringrazio per aver condiviso la sua storia. Dal suo racconto emerge chiaramente quanto questa scoperta abbia avuto un impatto profondo su di lei, forse anche perché non ha avuto l’opportunità di affrontarla apertamente con i suoi genitori.
Ciò che colpisce nelle sue parole è il forte desiderio di essere all’altezza delle aspettative dei suoi genitori, del loro amore e dei sacrifici che hanno fatto per averla. Tuttavia, è importante ricordare che essere figli non significa dover “ripagare” i propri genitori. Il loro percorso è stata una scelta dettata dal desiderio di averla nella loro vita, e l’amore di un genitore non dipende dai successi o dagli insuccessi del proprio figlio: è un amore incondizionato e gratuito.
Il senso di colpa che prova sembra derivare dall’idea di non essere stata all’altezza delle loro aspettative, ma è fondamentale comprendere che l’infanzia e l’adolescenza sono fasi di crescita, con momenti di ribellione, difficoltà e scoperta di sé. Questi passaggi non sono segni di ingratitudine o delusione, bensì tappe naturali dello sviluppo di ogni persona.
Il lungo percorso che i suoi genitori hanno affrontato per averla non è una responsabilità che deve portare sulle sue spalle, né qualcosa che la rende loro debitrice per sempre. È stato il frutto di una loro scelta e di un loro desiderio.
Se sente che queste emozioni stanno diventando troppo ingombranti e pesanti da affrontare da sola, potrebbe essere utile rivolgersi a un professionista che la accompagni in questo percorso, aiutandola a comprendere ed elaborare i suoi sentimenti con maggiore serenità.
Resto a disposizione, Dott.ssa Elena Dati
Faccia qualche colloquio che chiarisca meglio questi sensi di colpa. Dovrebbe approfondire la la sua conoscenza a livello profondo per uscirne così più libera. il primo colloquio on line è gratuito.
Ti ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità quello che provi. È comprensibile che questa scoperta abbia suscitato in te emozioni così intense, e voglio rassicurarti: il senso di colpa che porti con te è un peso ingiusto che non meriti di sopportare.
Essere figli non significa dover "ripagare" i genitori per i sacrifici fatti. L’amore di un genitore è incondizionato, e il fatto che loro abbiano tanto desiderato averti non significa che ti abbiano messa al mondo con aspettative impossibili. L’adolescenza è un periodo di crescita e ribellione per tutti, ed è normale che tu abbia avuto momenti di difficoltà. Questo non cancella il bene che hai dato e che continui a dare loro.
Se senti il bisogno di esprimere loro il tuo affetto, fallo con gesti semplici: una parola gentile, un momento condiviso, un abbraccio. Non serve portare sulle spalle il peso del passato, perché ciò che conta è il legame che avete ora.
Parlare con uno psicologo potrebbe aiutarti a elaborare questi sentimenti e a guardare la tua storia con maggiore comprensione e dolcezza verso te stessa. Se vuoi, possiamo farlo insieme. Ti mando un grande abbraccio.
Essere figli non significa dover "ripagare" i genitori per i sacrifici fatti. L’amore di un genitore è incondizionato, e il fatto che loro abbiano tanto desiderato averti non significa che ti abbiano messa al mondo con aspettative impossibili. L’adolescenza è un periodo di crescita e ribellione per tutti, ed è normale che tu abbia avuto momenti di difficoltà. Questo non cancella il bene che hai dato e che continui a dare loro.
Se senti il bisogno di esprimere loro il tuo affetto, fallo con gesti semplici: una parola gentile, un momento condiviso, un abbraccio. Non serve portare sulle spalle il peso del passato, perché ciò che conta è il legame che avete ora.
Parlare con uno psicologo potrebbe aiutarti a elaborare questi sentimenti e a guardare la tua storia con maggiore comprensione e dolcezza verso te stessa. Se vuoi, possiamo farlo insieme. Ti mando un grande abbraccio.
Buonasera Signorina. Lei ha descritto la situazione con parole chiare ed irreprensibilmente piene di autocoscienza dell'accaduto, non si è risparmiata nell'assunzione di responsabilità e nella sofferenza per i torti gratuiti con cui ha maltrattato i suoi genitori. Le parole non sono mancate quindi, ora manca l'azione. Il perdono è prossimo davanti a lei e lo può afferrare partendo da piccoli gesti quotidiani di riconciliazione, anche da quelli minimi, poi può passare a quelli più grandi, inondare l'atmosfera familiare di gentilezza e buone emozioni, che hanno il pregio di essere contagiose. Consolidare nel tempo una condotta fatta di queste cose le garantirà il perdono senza dover chiedere nulla. Ha capito i suoi errori ma questo gesto, pur valendo molto, non è che un punto di partenza. E' tempo che l'insegnamento che ha maturato con tutta questa sofferta disanima delle sue responsabilità diventi, nei comportamenti del quotidiano, la chiave della redenzione. Le auguro di consolidare questa nuova idea di se stessa, ed anche una buona serata.
Buonasera carissima utente, capisco perfettamente il turbinio di emozioni che stai vivendo. Devo dire che difficilmente ho visto e sentito figli che provano questo disperato senso di colpa come lo hai tu, e questo ti fa onore. I genitori amano i figli indipendentemente dal carattere, dai gusti, dalle tendenze, ecc. , in più l'averti tanto desiderata sicuramente non ha mai avuto in loro una delusione o un pentimento. Ognuno di noi è unico in tutte le sfaccettature e il fatto che tu abbia questo grande dispiacere verso i tuoi genitori ti fa essere una bella persona anche a dispetto del tuo "carattere". Per elaborare tutto ciò ti consiglio di intraprendere un percorso di psicoterapia dove poter trovare quella serenità e dissipare quelle nubi che al momento vedi su di te. Puoi contattarmi per qualsiasi informazione, sono disponibile anche per terapie online. Un caro e affettuoso saluto, d.ssa Cristina Sinno
Buonasera! Riuscire ad offrirle un contributo non è affatto semplice, perché l’allarme sembra scattare proprio quando ci si avvicina alla sua storia. Posso solo provare ad immaginare quante domande sono sorte in lei di fronte alla “scoperta”. Domande e dubbi a cui ha dovuto rispondere da sola, perché non sembrava (non sembra) possibile parlarne, condividere, costruire insieme il senso e il valore delle origini. Mi ha molto colpito il seguente passaggio: “… quando a volte capita di parlare dell’argomento gravidanza o appunto fecondazione assistita, i miei genitori non approfondiscono mai le mie domande e sviano, come se volessero tenermi all’oscuro da questa cosa. A volte sembra quasi che per loro sia una cosa da nascondere…”. Sembra che nel nucleo familiare si sia prodotto una sorta di isolamento a fin di bene, una cortina fumogena che non solo protegge, ma nasconde. Perché mi nascondi, potrebbe aver “sognato” quella bambina. Forse, è comprensibile la reazione: “… fin da bambina gli ho sempre causato problemi, ero irrequieta, capricciosa, molto particolare rispetto ai miei coetanei. Mia mamma ha tribolato per me, e da adolescente ero anche peggio…”. Come se cercasse disperatamente di venire alla luce del sole, di mostrarsi, di essere vista e accettata nella sua unicità, a partire dal concepimento. Sembra che i suoi genitori facciano i conti con qualcosa di altrettanto faticoso e doloroso. “Ti sei fatta tanto desiderare… Ti aspettavamo da tanto tempo” sono dichiarazioni di amore, non aspettative da soddisfare. Un amore che mamma e papà le hanno donato e che lei ha ricambiato con l’esperienza umana più densa e significativa che si possa immaginare, essere genitori. Ho l’impressione che questa crisi possa essere un’occasione preziosa. Forse da soli sarà difficile, ma potreste trovare qualcuno che vi accompagni a condividere, ri-leggere e ri-significare la sua storia, la vostra storia. In bocca al lupo
Buonasera, grazie del messaggio.
Mi dispiace che si senta così.
Ho compreso, sicuramente non dev'essere stato facile e non lo è tuttora. Mi sembra di capire che, intanto, questa situazione di poca chiarezza l'abbia portata a sentirsi in un certo modo. Aspetto che permane ancora. Anche se può sembrare particolarmente difficile, con le giuste strategie può essere affrontato una volta per tutte, di modo da avere appunto maggiore chiarezza e anche serenità reciproca.
Un altro aspetto, che potrebbe essere utile da approfondire e chiarire, sarebbe l'idea che lei ha di sé stessa. Il fatto che abbia una certa considerazione di sé, che si reputi in determinati modi e che senta, quindi, così come descrive.
Tornare indietro non si può, certo. Si ha il presente e si può agire qui ed ora in un'ottica anche futura. Su questo ci si può concentrare di modo da andare ad individuare metodi e strategie che possano esserle utili non solo adesso, ma anche per il suo benessere futuro. Tale processo le permetterebbe di fare un po' di ordine, di rivedere alcuni aspetti di sé e anche della sua relazione con i suoi genitori.
A volte, nella vita, le strategie che abbiamo messo in atto fino ad un determinato momento si rivelano inefficaci e non sono più utili al nostro benessere. Bisogna rintracciarne di nuove, e in questo ci può essere d'aiuto approfondire e parlarne con qualcuno che ci possa instradare e accompagnare in questo percorso.
In lei emerge questa necessità di chiarire e di sistemare. Cerchi di assecondarla, pensando anche all'eventualità di un percorso come quello di cui le parlavo poco fa.
Mi auguro di esserle stata anche un po' d'aiuto, resto a disposizione e le auguro una buona serata.
Mi dispiace che si senta così.
Ho compreso, sicuramente non dev'essere stato facile e non lo è tuttora. Mi sembra di capire che, intanto, questa situazione di poca chiarezza l'abbia portata a sentirsi in un certo modo. Aspetto che permane ancora. Anche se può sembrare particolarmente difficile, con le giuste strategie può essere affrontato una volta per tutte, di modo da avere appunto maggiore chiarezza e anche serenità reciproca.
Un altro aspetto, che potrebbe essere utile da approfondire e chiarire, sarebbe l'idea che lei ha di sé stessa. Il fatto che abbia una certa considerazione di sé, che si reputi in determinati modi e che senta, quindi, così come descrive.
Tornare indietro non si può, certo. Si ha il presente e si può agire qui ed ora in un'ottica anche futura. Su questo ci si può concentrare di modo da andare ad individuare metodi e strategie che possano esserle utili non solo adesso, ma anche per il suo benessere futuro. Tale processo le permetterebbe di fare un po' di ordine, di rivedere alcuni aspetti di sé e anche della sua relazione con i suoi genitori.
A volte, nella vita, le strategie che abbiamo messo in atto fino ad un determinato momento si rivelano inefficaci e non sono più utili al nostro benessere. Bisogna rintracciarne di nuove, e in questo ci può essere d'aiuto approfondire e parlarne con qualcuno che ci possa instradare e accompagnare in questo percorso.
In lei emerge questa necessità di chiarire e di sistemare. Cerchi di assecondarla, pensando anche all'eventualità di un percorso come quello di cui le parlavo poco fa.
Mi auguro di esserle stata anche un po' d'aiuto, resto a disposizione e le auguro una buona serata.
Salve, grazie per aver condiviso con tanta sincerità i suoi pensieri e le sue emozioni. Da quello che scrive, emerge con forza il suo profondo affetto per i suoi genitori e il desiderio di restituire loro l’amore e i sacrifici che hanno fatto per lei. È comprensibile che, di fronte alla scoperta della lunga attesa e delle difficoltà che hanno affrontato per averla, abbia provato un senso di colpa, ma mi permetta di dirle che il valore di una persona non si misura attraverso le aspettative altrui o gli errori commessi nel passato. L’adolescenza è un periodo complesso, in cui è naturale sperimentare conflitti con i genitori, cercare la propria indipendenza ed esprimere le proprie emozioni in modi che, col senno di poi, possono sembrare eccessivi o ingiusti. Ma questo non significa che lei sia stata una delusione. Crescere è un processo fatto di tentativi, errori e trasformazioni, e non c’è un manuale che ci insegna a essere figli "perfetti". Il senso di colpa che prova è molto forte, quasi schiacciante, ed è probabile che sia amplificato dal fatto che ha scoperto questa parte della sua storia in solitudine, senza un confronto diretto con i suoi genitori. Il loro silenzio potrebbe avere molte spiegazioni: forse per loro è ancora un tema delicato, forse hanno paura che parlarne la faccia soffrire, o semplicemente lo vivono come qualcosa di molto intimo. Ma questo non significa che lei debba portare da sola il peso di ciò che ha scoperto. Si chiede se sarebbe giusto dirglielo, abbracciarli e scusarsi con loro. È una possibilità, certo, ma prima di farlo potrebbe essere utile riflettere su cosa desidera ottenere da questo gesto: vuole che loro sappiano che ha compreso il loro amore? Vuole che il loro riconoscimento la aiuti a perdonarsi? O sente il bisogno di condividere il suo dolore per sentirsi più vicina a loro? Qualunque sia la risposta, merita di essere ascoltata e validata. Un altro aspetto importante è il modo in cui parla di sé: descrive il suo percorso come un susseguirsi di fallimenti e delusioni, ma è davvero così? È possibile che il suo giudizio su se stessa sia troppo severo? Spesso, quando proviamo un senso di colpa profondo, tendiamo a vedere solo gli aspetti negativi di noi stessi, dimenticando il valore che abbiamo e le cose buone che abbiamo fatto. Lei oggi è una persona che riflette, che si interroga, che desidera migliorarsi e restituire amore ai suoi genitori: non è forse questo un segno del suo valore? Forse, invece di pensare a come restituire tutto ciò che i suoi genitori le hanno dato, potrebbe provare a spostare il focus su come costruire, da oggi in poi, un rapporto con loro che sia più autentico e vicino ai suoi desideri. Il passato non può essere cambiato, ma il presente sì. Il rispetto e l’amore non si dimostrano solo attraverso le scuse, ma anche attraverso i piccoli gesti quotidiani, il tempo condiviso, la possibilità di essere sé stessa accanto a loro senza sentirsi in debito. Se questo senso di colpa continua a farla soffrire, potrebbe essere utile esplorarlo in un percorso psicologico, non per “aggiustare” qualcosa di rotto, ma per permettersi di guardarsi con più gentilezza. Non merita di portare questo peso da sola. Resto a disposizione, Dott. Andrea Boggero
Salve, l'adolescenza è un periodo un pò critico per tutti, sicuramente aver scoperto questo segreto può essere stato destabilizzante ma allo stesso tempo aver capito quanto i suoi genitori l'avessero desiderata. Ora, ogni genitore ha un desiderio che spesso non si sposa nella realtà, questo riguarda anche i figli, idealizziamo un pò tutti, ma il senso di colpa per dei "capricci" potrebbe essere un pò estremizzato, tenuto conto che lei è la figlia e loro i genitori. Lei li vuole proteggere, di fatto facendo lei il genitore dei suoi genitori ma così non è la vita, non può restituire ai suoi genitori un figlio ideale. Mi occuperei di più a pensare al suo futuro, alle sue scelte di vita. In bocca al lupo
Buongiorno, è comprensibile che tale scoperta possa essere stata dirompente nella sua vita, non esistendo nella sua famiglia un discorso comune intorno al tema della sua nascita. Sembra che questo sia un tema doloroso per il quale avete difficoltà a trovare le parole per affrontarlo. Un percorso psicologico potrebbe aiutarla a liberarsi da questo senso di colpa e aiutare contemporaneamente anche i suoi genitori ad aprirsi su questo tema. Un caro saluto.
Cara anonima,
Ti ringrazio per aver condiviso questa esperienza così intima e dolorosa. La tua situazione tocca diversi temi complessi: il segreto familiare, il senso di colpa retroattivo e la percezione di inadeguatezza rispetto alle aspettative percepite.
Prima di tutto, vorrei aiutarti a vedere la situazione da una prospettiva diversa. I tuoi genitori ti hanno desiderata profondamente - tanto da perseverare per dieci anni. Questo amore non è condizionato dalle tue "performance" come figlia, ma è incondizionato. Il loro silenzio sulla fecondazione assistita probabilmente non deriva dalla vergogna, ma dal desiderio di protezione o dalle norme sociali della loro generazione.
L'adolescenza è fisiologicamente un periodo di conflitto e separazione. I comportamenti che ora giudichi negativamente erano parte necessaria del tuo sviluppo identitario. Anche i figli concepiti naturalmente attraversano fasi di ribellione - non è correlato al modo in cui sei stata concepita.
Riguardo alla comunicazione, potresti considerare di aprire gradualmente questo dialogo con i tuoi genitori, magari iniziando con una lettera dove esprimi la tua gratitudine per i loro sacrifici. Non è necessario rivelare subito di aver scoperto il loro segreto - puoi iniziare creando uno spazio emotivo sicuro.
Il senso di colpa che provi, sebbene comprensibile, non ti aiuta a costruire il rapporto che desideri con loro. Ti suggerisco di lavorare sull'autocompassione e sul perdono verso te stessa, possibilmente con l'aiuto di un supporto professionale.
Ricorda: il valore di una persona non si misura dai suoi successi o fallimenti, ma dalla sua capacità di crescere attraverso le esperienze. La tua sensibilità e consapevolezza dimostrano già una grande maturità emotiva.
Con cura,
Dott.ssa Dettori Alessandra
Ti ringrazio per aver condiviso questa esperienza così intima e dolorosa. La tua situazione tocca diversi temi complessi: il segreto familiare, il senso di colpa retroattivo e la percezione di inadeguatezza rispetto alle aspettative percepite.
Prima di tutto, vorrei aiutarti a vedere la situazione da una prospettiva diversa. I tuoi genitori ti hanno desiderata profondamente - tanto da perseverare per dieci anni. Questo amore non è condizionato dalle tue "performance" come figlia, ma è incondizionato. Il loro silenzio sulla fecondazione assistita probabilmente non deriva dalla vergogna, ma dal desiderio di protezione o dalle norme sociali della loro generazione.
L'adolescenza è fisiologicamente un periodo di conflitto e separazione. I comportamenti che ora giudichi negativamente erano parte necessaria del tuo sviluppo identitario. Anche i figli concepiti naturalmente attraversano fasi di ribellione - non è correlato al modo in cui sei stata concepita.
Riguardo alla comunicazione, potresti considerare di aprire gradualmente questo dialogo con i tuoi genitori, magari iniziando con una lettera dove esprimi la tua gratitudine per i loro sacrifici. Non è necessario rivelare subito di aver scoperto il loro segreto - puoi iniziare creando uno spazio emotivo sicuro.
Il senso di colpa che provi, sebbene comprensibile, non ti aiuta a costruire il rapporto che desideri con loro. Ti suggerisco di lavorare sull'autocompassione e sul perdono verso te stessa, possibilmente con l'aiuto di un supporto professionale.
Ricorda: il valore di una persona non si misura dai suoi successi o fallimenti, ma dalla sua capacità di crescere attraverso le esperienze. La tua sensibilità e consapevolezza dimostrano già una grande maturità emotiva.
Con cura,
Dott.ssa Dettori Alessandra
Buongiorno gentile Utente, comprendo quanto questa scoperta abbia avuto un impatto profondo su di lei e sul modo in cui vede la sua storia personale e il rapporto con i suoi genitori. È naturale che, venendo a conoscenza di un vissuto familiare così importante, emergano emozioni complesse come il senso di colpa, la tristezza e il desiderio di riparazione. Tuttavia, vorrei invitarla a considerare un aspetto fondamentale: l’amore di un genitore non è condizionato dalla perfezione di un figlio. I suoi genitori non hanno desiderato un figlio “perfetto”, ma semplicemente un figlio da amare, crescere e accompagnare nella vita, con tutti i suoi momenti di luce e ombra, con i successi e le difficoltà che fanno parte del percorso di ogni essere umano.
L’adolescenza è una fase di crescita caratterizzata da conflitti e incomprensioni, e ciò che lei descrive non è segno di ingratitudine, ma un passaggio naturale dello sviluppo. I suoi genitori, con ogni probabilità, non hanno mai vissuto la sua irrequietezza come un “tradimento” nei confronti dei loro sacrifici, ma come parte del suo percorso di crescita. Il fatto che ora provi così tanta empatia per il loro vissuto dimostra quanto lei tenga a loro e quanto il suo affetto sia autentico.
Se sente il desiderio di esprimere loro la sua gratitudine e il suo amore, lo faccia pure, ma non perché si sente in debito, bensì perché è un sentimento che nasce dal cuore. Non è necessario chiedere perdono per essere stata una figlia con le sue difficoltà e fragilità; piuttosto, può scegliere di coltivare con loro una relazione più consapevole, basata sul rispetto reciproco e sulla condivisione sincera. Forse non è indispensabile rivelare loro ciò che ha scoperto, se non se la sente, ma può comunque far loro sentire quanto le stanno a cuore e quanto siano importanti per lei, nei gesti di ogni giorno.
Le consiglio, se possibile, di approfondire queste emozioni con un professionista, affinché possa aiutarla a sciogliere il senso di colpa che sembra accompagnarla da molto tempo. Portare sulle proprie spalle il peso di una storia familiare in modo così doloroso può essere faticoso, ma è possibile trasformare questa consapevolezza in un’opportunità per vivere con maggiore serenità il rapporto con sé stessa e con i suoi genitori.
Dott. Luca Vocino
L’adolescenza è una fase di crescita caratterizzata da conflitti e incomprensioni, e ciò che lei descrive non è segno di ingratitudine, ma un passaggio naturale dello sviluppo. I suoi genitori, con ogni probabilità, non hanno mai vissuto la sua irrequietezza come un “tradimento” nei confronti dei loro sacrifici, ma come parte del suo percorso di crescita. Il fatto che ora provi così tanta empatia per il loro vissuto dimostra quanto lei tenga a loro e quanto il suo affetto sia autentico.
Se sente il desiderio di esprimere loro la sua gratitudine e il suo amore, lo faccia pure, ma non perché si sente in debito, bensì perché è un sentimento che nasce dal cuore. Non è necessario chiedere perdono per essere stata una figlia con le sue difficoltà e fragilità; piuttosto, può scegliere di coltivare con loro una relazione più consapevole, basata sul rispetto reciproco e sulla condivisione sincera. Forse non è indispensabile rivelare loro ciò che ha scoperto, se non se la sente, ma può comunque far loro sentire quanto le stanno a cuore e quanto siano importanti per lei, nei gesti di ogni giorno.
Le consiglio, se possibile, di approfondire queste emozioni con un professionista, affinché possa aiutarla a sciogliere il senso di colpa che sembra accompagnarla da molto tempo. Portare sulle proprie spalle il peso di una storia familiare in modo così doloroso può essere faticoso, ma è possibile trasformare questa consapevolezza in un’opportunità per vivere con maggiore serenità il rapporto con sé stessa e con i suoi genitori.
Dott. Luca Vocino
Salve, grazie per aver condiviso la sua esperienza. Capisco quanto possa essere doloroso il senso di colpa che prova, ma è importante ricordare che ogni fase della sua vita, inclusa l’adolescenza, è parte del suo percorso di crescita. I suoi genitori, pur affrontando grandi difficoltà, non l’hanno mai vista come una “delusione” ma come un amore da proteggere. Scusarsi con loro potrebbe essere un gesto di grande sincerità, ma non si colpevolizzi troppo per ciò che è stato. Parlare apertamente con loro potrebbe alleggerire il peso che sente, magari iniziando con una lettera per esprimere i suoi sentimenti.
Buongiorno. Il senso di colpa che lei prova non le sarà di aiuto se non capirà la sua vera origine. Il confronto con loro sarebbe possibile? Se sì, perchè non aprirsi a un sincero dialogo che promuova un confronto affettuoso?
Esistono terapie sistemiche familiari che potrebbero accompagnarla mediando la comunicazione tra i vari membri della famiglia, provi a cercare colleghi nella sua zona.
Esistono terapie sistemiche familiari che potrebbero accompagnarla mediando la comunicazione tra i vari membri della famiglia, provi a cercare colleghi nella sua zona.
Gentile utente, grazie per aver condiviso la sua esperienza. Il tema della fecondazione assistita è qualcosa che può essere vissuto in modo molto personale e diversificato all'interno di ogni famiglia. Può essere un percorso condiviso con altri famigliari o essere mantenuto più privato, in quanto spesso, considerato travagliato e doloroso.
Tuttavia, al di là della storia che si possa celare dietro il suo concepimento, quando una coppia decide di mettere al mondo un figlio, è consapevole di tutte le variabili che possono coinvolgerlo: che possa ricalcare tutte le loro aspettative, o viceversa, disattenderle.
Il periodo di ribellione tipico dell'età adolescenziale che lei riporta, probabilmente lo avrebbe vissuto anche se fosse nata da una fecondazione naturale, ma non per questo sarebbe stata considerata diversamente dai suoi genitori. Il fatto che lei senta questo senso di colpa verso i suoi genitori, unito però alla consapevolezza dei dispiaceri che può aver causato loro, la mette nella posizione di poter rimediare e di potersi aprire emotivamente nei loro confronti, adesso che può e vuole.
Se avesse difficoltà in questa apertura, una buona idea potrebbe essere quella di scrivere loro una lettera, in cui poter esprimere tutti i suoi sentimenti/pensieri riguardo a questa sua grande preoccupazione. Questo la può aiutare a ritrovare un po' di serenità e a consolidare ulteriormente il legame famigliare.
Le auguro un in bocca al lupo.
Dott.ssa Desirée Pesce
Tuttavia, al di là della storia che si possa celare dietro il suo concepimento, quando una coppia decide di mettere al mondo un figlio, è consapevole di tutte le variabili che possono coinvolgerlo: che possa ricalcare tutte le loro aspettative, o viceversa, disattenderle.
Il periodo di ribellione tipico dell'età adolescenziale che lei riporta, probabilmente lo avrebbe vissuto anche se fosse nata da una fecondazione naturale, ma non per questo sarebbe stata considerata diversamente dai suoi genitori. Il fatto che lei senta questo senso di colpa verso i suoi genitori, unito però alla consapevolezza dei dispiaceri che può aver causato loro, la mette nella posizione di poter rimediare e di potersi aprire emotivamente nei loro confronti, adesso che può e vuole.
Se avesse difficoltà in questa apertura, una buona idea potrebbe essere quella di scrivere loro una lettera, in cui poter esprimere tutti i suoi sentimenti/pensieri riguardo a questa sua grande preoccupazione. Questo la può aiutare a ritrovare un po' di serenità e a consolidare ulteriormente il legame famigliare.
Le auguro un in bocca al lupo.
Dott.ssa Desirée Pesce
Salve,
quello che sta vivendo è un conflitto interiore molto intenso, alimentato da un profondo senso di colpa che sembra aver preso il sopravvento sui suoi pensieri. È evidente quanto tenga ai suoi genitori e quanto senta il bisogno di restituire loro l’amore e i sacrifici che hanno fatto per lei. Tuttavia, è importante ricordare che l’essere figli non significa dover “ripagare” i propri genitori, né essere perfetti per giustificare il loro desiderio di aver avuto un figlio.
Ciò che ha scoperto ha certamente avuto un impatto emotivo forte, ma la fecondazione assistita non è qualcosa che deve farla sentire in debito. I suoi genitori l’hanno voluta con tutto il cuore e, come tutti i genitori, sapevano che crescere un figlio avrebbe comportato sfide e difficoltà. L’adolescenza è un periodo complesso per chiunque, ed è normale che ci siano stati momenti di conflitto e incomprensione. Questo non significa che lei sia una delusione per loro. Spesso i genitori vedono nei figli molto più di quello che loro stessi riescono a percepire di sé.
Se sente il bisogno di parlare con loro, potrebbe farlo con delicatezza, non come una richiesta di perdono, ma come un momento di condivisione e riconoscenza. Esprimere il suo affetto e il suo desiderio di essere una presenza positiva nella loro vita può aiutarla a liberarsi di questo peso. Non deve portare sulle spalle il fardello di un passato che ormai non può cambiare, ma può concentrarsi su ciò che può fare ora per costruire con loro un rapporto più sereno e sincero.
Se il senso di colpa continua a essere così oppressivo, consideri anche l’idea di parlarne con un professionista. A volte, un supporto esterno può aiutare a rielaborare questi sentimenti in modo più costruttivo e a riconoscere che il valore di una persona non si misura solo attraverso i successi o i fallimenti, ma soprattutto attraverso la capacità di amare e di voler migliorare.
Le auguro di riuscire a trovare la pace che cerca.
quello che sta vivendo è un conflitto interiore molto intenso, alimentato da un profondo senso di colpa che sembra aver preso il sopravvento sui suoi pensieri. È evidente quanto tenga ai suoi genitori e quanto senta il bisogno di restituire loro l’amore e i sacrifici che hanno fatto per lei. Tuttavia, è importante ricordare che l’essere figli non significa dover “ripagare” i propri genitori, né essere perfetti per giustificare il loro desiderio di aver avuto un figlio.
Ciò che ha scoperto ha certamente avuto un impatto emotivo forte, ma la fecondazione assistita non è qualcosa che deve farla sentire in debito. I suoi genitori l’hanno voluta con tutto il cuore e, come tutti i genitori, sapevano che crescere un figlio avrebbe comportato sfide e difficoltà. L’adolescenza è un periodo complesso per chiunque, ed è normale che ci siano stati momenti di conflitto e incomprensione. Questo non significa che lei sia una delusione per loro. Spesso i genitori vedono nei figli molto più di quello che loro stessi riescono a percepire di sé.
Se sente il bisogno di parlare con loro, potrebbe farlo con delicatezza, non come una richiesta di perdono, ma come un momento di condivisione e riconoscenza. Esprimere il suo affetto e il suo desiderio di essere una presenza positiva nella loro vita può aiutarla a liberarsi di questo peso. Non deve portare sulle spalle il fardello di un passato che ormai non può cambiare, ma può concentrarsi su ciò che può fare ora per costruire con loro un rapporto più sereno e sincero.
Se il senso di colpa continua a essere così oppressivo, consideri anche l’idea di parlarne con un professionista. A volte, un supporto esterno può aiutare a rielaborare questi sentimenti in modo più costruttivo e a riconoscere che il valore di una persona non si misura solo attraverso i successi o i fallimenti, ma soprattutto attraverso la capacità di amare e di voler migliorare.
Le auguro di riuscire a trovare la pace che cerca.
salve, consiglio di aspettare o crearsi un momento calmo con i suoi genitori e parlare, piangere ecc.. con loro, il passato si può chiedere scusa tu hai fatto le cose che hanno fatto la maggior parte dei bambini- adolescenti e poi ognuno ha il suo carattere i tuoi genitori hanno scelto te e sapevano che un bambino poteva essere irrequieto ora vivi qui accetta il tuo passato e rendi il presente in modo migliore .grazie
consiglio psicoterapia
consiglio psicoterapia
Buona sera,
grazie per la coraggiosa condivisione. Leggendo ciò che ha scritto mi sono sorte moltissime domande: cosa potrebbero dire i suoi genitori se lei dovesse rivelare ciò che sa? Come si immagina il giorno in cui glie lo dirà? Come verrebbe descritta come figlia da sua madre? e da suo padre? E moltissime altre domande.
Il suggerimento che le offro è di potersi confrontare con qualcuno esterno alla vicenda che le consenta di gestire questo senso di colpa, che le faccia accorciare le distanze tra lei e i suoi genitori e che le consenta di prefigurare scenari futuri differenti da quelli che lei prevede in questo momento.
Grazie ancora,
Federico
grazie per la coraggiosa condivisione. Leggendo ciò che ha scritto mi sono sorte moltissime domande: cosa potrebbero dire i suoi genitori se lei dovesse rivelare ciò che sa? Come si immagina il giorno in cui glie lo dirà? Come verrebbe descritta come figlia da sua madre? e da suo padre? E moltissime altre domande.
Il suggerimento che le offro è di potersi confrontare con qualcuno esterno alla vicenda che le consenta di gestire questo senso di colpa, che le faccia accorciare le distanze tra lei e i suoi genitori e che le consenta di prefigurare scenari futuri differenti da quelli che lei prevede in questo momento.
Grazie ancora,
Federico
Comprendo profondamente il tuo dolore e il senso di colpa che provi. È evidente che la scoperta del percorso di fecondazione assistita dei tuoi genitori ha scatenato in te una serie di emozioni complesse e contrastanti.
È importante sottolineare che il tuo senso di colpa è infondato. I tuoi genitori ti hanno desiderata e amata fin dal primo momento, e le tue difficoltà adolescenziali non hanno cancellato il loro amore. Il fatto che abbiano scelto di non condividere apertamente la loro storia è una loro scelta, probabilmente dettata dalla volontà di proteggerti o di preservare la loro privacy.
Tuttavia, il silenzio può creare fraintendimenti e alimentare il senso di colpa. Ti incoraggio a considerare la possibilità di aprire un dialogo con i tuoi genitori. Non è necessario rivelare di aver scoperto la loro storia, ma puoi esprimere il tuo desiderio di conoscere meglio il loro passato e di condividere i tuoi sentimenti.
Un dialogo sincero e aperto potrebbe aiutarti a superare il senso di colpa e a rafforzare il legame con i tuoi genitori.
È importante sottolineare che il tuo senso di colpa è infondato. I tuoi genitori ti hanno desiderata e amata fin dal primo momento, e le tue difficoltà adolescenziali non hanno cancellato il loro amore. Il fatto che abbiano scelto di non condividere apertamente la loro storia è una loro scelta, probabilmente dettata dalla volontà di proteggerti o di preservare la loro privacy.
Tuttavia, il silenzio può creare fraintendimenti e alimentare il senso di colpa. Ti incoraggio a considerare la possibilità di aprire un dialogo con i tuoi genitori. Non è necessario rivelare di aver scoperto la loro storia, ma puoi esprimere il tuo desiderio di conoscere meglio il loro passato e di condividere i tuoi sentimenti.
Un dialogo sincero e aperto potrebbe aiutarti a superare il senso di colpa e a rafforzare il legame con i tuoi genitori.
Non hai nessuno con cui parlarne?
E i tuoi genitori?
Rompi il muro di silenzio, che più he che una protezione è una gabbia, anche per loro.
Di loro quanto sei grata,quanto li ami e abbracciali forte.
E i tuoi genitori?
Rompi il muro di silenzio, che più he che una protezione è una gabbia, anche per loro.
Di loro quanto sei grata,quanto li ami e abbracciali forte.
Gentilissima,
Ha praticamente la soluzione a portata di mano, quello che cerca è solo un pizzico di coraggio. Se posso darle un suggerimento, prima di dirlo a loro, si prenda un po' di tempo per metabolizzare fino i fondo questa verità: se davvero è pentita di come li ha trattati, allora cambi. Questa è l'unica vera dimostrazione sincera di quanto ci tiene a loro. Troverà la forza di farlo solo se veramente è pentita. Tuttavia, consideri che la questione sarà veramente chiusa quando glielo dirà. Se posso avanzare un suggerimento tattico: gliela butti là alla prima occasione in modo giocoso, leggero, quando sono presenti ENTRAMBI. Molto probabilmente, non gliel'hanno mai detto perché temono la sua reazione. Se lei la prende sul ridere, magari con una battuta mentre guardate un programma tv o la situazione è leggera, l'escursione termica tra "gravitas" intrinseca della faccenda e la leggerezza con cui confessa di saperlo, non farà altro che rassicurarli sul fatto che lei l'ha presa bene. Sorrida, anzi trovi un modo sincero per farsi una risata mentre glielo dice, entrambi presenti - e confidi che andrà tutto bene.
Dopodiché, affronti la questione dei suoi sensi di colpa e si scusi per tutti i guai che ha procurato loro. Vedrà con quanto amore la ricambieranno.
Ha l'opportunità di crearsi un bellissimo lieto fine. Si fidi di me e, soprattutto, confidi in lei per la prima volta, davvero.
Sinceramente,
Dott. Maccarri
PS: se seguirà il mio consiglio, mi faccia sapere!
Ha praticamente la soluzione a portata di mano, quello che cerca è solo un pizzico di coraggio. Se posso darle un suggerimento, prima di dirlo a loro, si prenda un po' di tempo per metabolizzare fino i fondo questa verità: se davvero è pentita di come li ha trattati, allora cambi. Questa è l'unica vera dimostrazione sincera di quanto ci tiene a loro. Troverà la forza di farlo solo se veramente è pentita. Tuttavia, consideri che la questione sarà veramente chiusa quando glielo dirà. Se posso avanzare un suggerimento tattico: gliela butti là alla prima occasione in modo giocoso, leggero, quando sono presenti ENTRAMBI. Molto probabilmente, non gliel'hanno mai detto perché temono la sua reazione. Se lei la prende sul ridere, magari con una battuta mentre guardate un programma tv o la situazione è leggera, l'escursione termica tra "gravitas" intrinseca della faccenda e la leggerezza con cui confessa di saperlo, non farà altro che rassicurarli sul fatto che lei l'ha presa bene. Sorrida, anzi trovi un modo sincero per farsi una risata mentre glielo dice, entrambi presenti - e confidi che andrà tutto bene.
Dopodiché, affronti la questione dei suoi sensi di colpa e si scusi per tutti i guai che ha procurato loro. Vedrà con quanto amore la ricambieranno.
Ha l'opportunità di crearsi un bellissimo lieto fine. Si fidi di me e, soprattutto, confidi in lei per la prima volta, davvero.
Sinceramente,
Dott. Maccarri
PS: se seguirà il mio consiglio, mi faccia sapere!
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