Salve, vi scrivo per aver un riscontro su ciò che mi sta accadendo da due anni a questa parte. Son

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Salve, vi scrivo per aver un riscontro su ciò che mi sta accadendo da due anni a questa parte.
Sono un ragazzo di 25 anni che dopo essersi laureato in Fisioterapia ha purtroppo riscontrato soltanto dubbi e incertezze nel voler continuare questo percorso, perché a seguito di molti eventi che mi son capitati dopo la laurea, ho maturato l’interesse nel volermi iscrivere a Medicina, però inizialmente seppur avessi quest idea, non la volli prender in considerazione perché pensavo che continuando a far il Fisioterapista (siccome per laurearmi ho buttato il sangue) qualcosa di buono e che mi potesse piacere in termini lavorativi potesse uscire, al fine di attenuare il senso di soddisfazione personale che mi logora dentro, ed invece non è stato così, perché ogni qual volta mi trovo in qualche tipo di situazione lavorativa, mi costringo ad andarci e non sono in pace con me stesso.
L’idea di far il medico all’inizio non mi passava proprio per la testa, lo vedevo come un percorso che non mi apparteneva in termini di tempistica e responsabilità lavorative, ma poi nel corso degli anni (soprattutto nel periodo covid) ho maturato l’interesse verso l’endicrinologia e la nutrizione, e da lì ogni volta che mi trovo in qualche situazione di carattere medico/scientifico entro in conflitto con me stesso, divento nervoso e sperimento emozioni negative.
La possibilità di iscrivermi l’avrei, ma mi ritrovo nella condizione in cui dovrei togliere energie e tempo ad un attività a parte che sarei in procinto di aprire, cosa che succederebbe anche da Fisioterapista, però lavorando nello stesso posto potrei in qualche modo trovare un connubio in entrambe le cose.
Purtroppo l’idea di affrontare 6 anni di studio non mi garba perché ora come ora ho la necessità di esser indipendente, però continuo a sperimentare quelle sensazioni descritte prima, a volte vorrei semplicemente accontentarmi ed esser soddisfatto.
Salve. È comprensibile che stia vivendo un periodo di riflessione e incertezza riguardo al suo percorso professionale. È positivo che abbia riconosciuto l'interesse verso nuove possibilità, come l'endocrinologia e la nutrizione, e che stia valutando attentamente le sue opzioni.
La scelta di cambiare direzione professionale può comportare sfide e dubbi, specialmente quando si tratta di impegnarsi in un nuovo percorso di studio. È importante bilanciare le sue aspirazioni e desideri personali con le realtà pratiche e le responsabilità attuali.

Un percorso psicologico potrebbe aiutarla a esplorare in modo più approfondito i suoi sentimenti, valutare le sue opzioni e affrontare i conflitti interni che sta sperimentando. Questo processo potrebbe anche fornirle maggiore chiarezza e fiducia nella scelta che fa.
Ricordi che è normale sentirsi indecisi in situazioni di cambiamento e che è importante prendersi il tempo per riflettere e valutare le opzioni che si presentano. Resto a sua disposizione per ulteriori discussioni e, nel caso, intraprendere un percorso anche in modalità online.

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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno. Ho letto con attenzione la descrizione di questo difficile momento di vita che sta attraversando, ma che nella sua essenza sembra trascinarla da diversi anni in una dimensione di "insoddisfazione" costante. Molto spesso dietro la scelta di una professione non c'è "semplicemente" l'interesse puro e semplice verso certe tematiche, ma si nascondono aspettative, ambizioni, idee relative a sé e ai propri progetti di vita, insomma: quale immaginiamo o desideriamo essere il nostro posto nel modo. Probabilmente, per varie ragioni che potrebbe avere valore per lei approfondire, non ha mai avuto veramente occasione di interrogarsi su "chi vorrebbe essere da grande" e perchè. Un percorso psicologico potrebbe aiutarla a comprendere meglio quali siano, ad oggi, le sue priorità e cosa la farebbe sentire più realizzato, tenendo conto che, a mio personalissimo avviso, nella vita il momento giusto per dei cambiamenti è sempre quello presente! Un grande in bocca al lupo per il suo percorso.
Cordiali saluti
Ivana De Tullio
Buonasera, leggo di un conflitto tra due parti: qualcosa che desidera fare e qualcosa che deve fare. Ha considerato la possibilità di parlarne con più tempo all'interno di uno spazio psicologico?
Gentile utente,
comprendo il suo stato confusionale..
Sicuramente il cambiamento genera questi stati confusionali. Per tanto le consiglio un consulto psicologico, potrebbe aiutarla a esplorare in modo più approfondito le sue emozioni, analizzare le sue scelte e affrontare i conflitti interni che sta vivendo.
Rimango a sua disposizione anche online.
Cordialmente Dott.ssa Rosa Argenti
Salve, grazie innanzitutto per aver condiviso qua i suoi dubbi; il fatto che lei si ponga delle domande sulla sua professione è indice di ascolto e riflessione nei confronti di se stesso; lascia spazio ai suoi bisogni e non va semplicemente a reprimerli, detto ciò le consiglio di andare ad approfondire la sua riflessione con uno specialista, al fine di dare ancora più voce ai suoi pensieri rendendoli ancora più reali portandoli ad una conclusione e ad una decisione finale.
Resto a disposizione, anche online. Dott.ssa Gioia Picchianti.
Gentile utente, la ringrazio per la sua condivisione poichè da quello che scrive, mi sembra che da parecchio tempo lei stia vivendo in uno stato di confusione lavorativa e professionale ed immagino non sia semplice convivere con questa fatica. Leggendo quanto scritto, mi sembrerebbe di capire che la sua richiesta sia quella di cambiare, ma senza cambiare. A questo proposito, sarebbe utile approfondire alcuni aspetti, come: quali elementi positivi l'hanno portata a scegliere di iscriversi a fisioterapia? in quali altre situazioni lavorative le è capitato di sperimentare questa sensazione? pensa che questo senso di insoddisfazione di cui parla, possa essere connesso ad aspettative proprie od altrui? Potrebbe inoltre essere utile approfondire la connessione tra glie eventi accaduti dopo la laurea ed il suo senso di insoddisfazione professionale.
Un percorso di supporto psicologico potrebbe esserle utile ad uscire da questo stato di impasse, esplorando le risorse individuali e sociali con cui affrontare un cambiamento, non inteso solo come un eventuale cambiamento professionale, ma anche come l'esplorazione di nuove possibilità con cui vivere la sua attuale professione.
La lascio con questi spunti di riflessione e nel caso in cui volesse approfondire questi ed altri aspetti, rimango a disposizione, anche online.
Un caro saluto.
Gentile utente buongiorno.
Ricercare soddisfazione e benessere nell'attività lavorativa è senz'altro un obiettivo importante, anche se spesso difficile da realizzare. Si tratta di scegliere tra "lavorare per vivere" oppure "vivere per lavorare".
L'ambizione di trovare un'attività che sia densa di stimoli positivi, di realizzazione personale, è del tutto legittima e va perseguita fino in fondo perché è uno degli elementi fondamentali del benessere interiore, insieme alle emozioni positive, alle relazioni significative e ai valori fondanti della propria vita.
Per questo, il mio consiglio è di non mollare i suoi sogni, di porsi degli obiettivi importanti e di organizzarsi per raggiungerli.

Sicuramente lei ha la giovane età dalla sua parte, c'è tanto tempo per acquisire nuove competenze, per frequentare, corsi, master, specializzazioni e quant'altro. Lei è padrone di cosa vuol diventare. Non chiuda il suo ragionamento sulla laurea in Medicina, sebbene, sia un opzione del tutto valida. Consideri l'idea di ampliare progressivamente le sue aree di conoscenza, magari con corsi affini alla fisioterapia, oppure corsi specifici sulle Scienze Nutrizionali. Insomma, ampliare la prospettiva delle sue possibilità significa essere più disposti a cogliere le opportunità che si presentano.
Non ritengo che lei abbia bisogno di intraprendere un percorso con uno Psicologo, sono abbastanza certo che abbia già strumenti per effettuare un planning delle sue priorità e decidere per il meglio.

Il lavoro nobilita e senza dubbio il suo lavoro attuale ha molta importanza nella vita delle persone che segue. Faccia leva su questo potenziale di compassione, empatia e generosità, implicite nel lavoro del fisioterapista, in modo da cercare lati positivi dove attualmente non ne vede. Al contempo, utilizzi le risorse economiche che il suo lavoro le garantisce per cominciare a cambiare direzione della sua vita lavorativa. Non si spaventi del tempo necessario a farlo, il tempo è una nostra interpretazione della realtà, possiamo renderlo più leggero e più veloce rendendolo più piacevole e stimolante possibile.

Spero di esserle stato di aiuto e di incoraggiamento a non desistere dal realizzare i suoi sogni. Rimango a disposizione, anche online, per ulteriori chiarimenti.
Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
Buongiorno.
La vita è lunga e piena di possibilità che a volte ci capitano ma a volte ce le creiamo anche noi. Lei da quello che ha scritto mi sembra una persona vogliosa di sapere e soprattutto di conoscenza, se sente di avere questa indole e si vede medico perché non provare ad iniziare ? L’incertezza ci sta soprattutto in un periodo in cui ciò che era il “suo lavoro h24” ovvero lo studio, è terminato, è quasi fisiologico pensare e pensare a quale possa essere lo step successivo. Cosa potrebbe servirle ? Semplicemente del tempo per riflettere, calmarsi e comprendere se davvero quello che vuole è diventare un medico. La società di oggi ci insegna purtroppo che “essere impegnati e lavorare incessantemente “ sia quasi sexy ed attraente, ma non è così , si prenda tutto il tempo che ritiene necessario.
Io sono a disposizione per una consulenza
Dott.ssa Silvia Marcelletti
Psicologa Clinica
Buongiorno
La situazione da lei descritta è molto più frequente di quello che immagina. Quando dobbiamo fare delle scelte che riguardano il nostro futuro professionale purtroppo troppo spesso entrano in gioco condizionamenti esterni, luoghi comuni o paure che poi interferiscono inevitabilmente sulla scelta che andiamo ad effettuare. Lei comunque ha scelto di svolgere una professione che è dedita ad aiutare le persone e per molti versi può essere simile alla professione del medico e può darle tante soddisfazioni. D'altro canto è ancora giovane e ha tutto il tempo di capire come proseguire e quali scelte fare in futuro. Quello che potrebbe sicuramente esserle utile è un percorso di orientamento professionale e di bilancio di competenze che potrebbe aiutarla a comprendere al meglio quali sono le sue attitudini e come spendere al meglio.
Gentile utente, mi rendo conto che si sente molto combattuto e descrive ciò che prova con grande consapevolezza. È molto dura sopportare questo tipo di emozioni contrastanti. Si tratta di certo di una scelta non facile: lei ha già fatto un percorso di studi di un certo livello e non poteva saperlo prima che non l'avrebbe fatta sentire appagato come invece sperava. Darle una risposta semplice sarebbe poco professionale e soprattutto non corretto: bisognerebbe invece approfondire questo suo senso di insoddisfazione, capire che cosa significa e aiutarla a comprendere che cosa desidera di più. La scelta rimarrà in ogni caso sua, ma potersi fermare un attimo e riflettere insieme ad un professionista su ciò che sta accadendo dentro di lei e comprendere come muoversi in merito a tale questione, credo sarebbe la cosa migliore da fare. Ci pensi e se vorrà parlarne io rimango a disposizione.

Cordialmente,
Dott.ssa Cecilia Bagnoli
Salve,

Il tuo messaggio richiede una profonda riflessione sulla direzione che desideri dare alla tua vita professionale, un tema comune in molte persone, soprattutto dopo importanti traguardi accademici come una laurea. Il periodo che stai attraversando può essere definito come una fase di ridefinizione dei propri obiettivi e aspirazioni.

È normale e comprensibile che tu stia vivendo un periodo di incertezza. La transizione da un percorso di studi alla realtà lavorativa può rivelarsi complessa, specialmente quando ci si rende conto che la professione scelta potrebbe non rispecchiare le proprie aspettative o desideri. La riconsiderazione della carriera in Medicina, nonostante la sua lunghezza e intensità, denota una riflessione matura e l'aspirazione a trovare un equilibrio tra soddisfazione professionale e realizzazione personale.

Quando si affrontano scelte di questo calibro, potrebbe essere utile:

1. **Riflessione Profonda**: Analizza attentamente le motivazioni che ti spingono verso la Medicina. È una vocazione genuina o una reazione alla tua insoddisfazione attuale?

2. **Valuta Pro e Contro**: Considera i vantaggi e gli svantaggi di intraprendere una nuova carriera, in termini di tempo, impegno, aspettative future e indipendenza.

3. **Consulta un Orientatore**: Potresti valutare l'idea di parlare con un professionista specializzato in orientamento, che potrebbe aiutarti a chiarire i tuoi dubbi e a definire il tuo percorso.

4. **Ascolta te stesso**: Infine, ma non meno importante, ascolta le tue emozioni e sentimenti. La tua soddisfazione personale e la tua serenità sono fondamentali.

Un percorso di counseling potrebbe offrirti uno spazio protetto e strutturato per esplorare questi temi e giungere a decisioni ponderate. Spero che tu possa trovare la direzione che più si avvicina ai tuoi desideri e che ti permetta di sentirte soddisfatto e in pace con te stesso.

Cordialmente,

Ilaria.
Gentile Utente,
L’aspetto lavorativo è un ambito molto importante della propria identità, uno dei pilastri su cui ci appoggiamo e costruiamo ciò che è intorno a noi. Prima di tutto, mi complimento con lei: l’impegno con cui si sofferma in merito al suo problema denota una buona capacità di metapensare su se stesso. Detto questo, lei dice di volersi accontentare, eppure l’altra possibilità ritorna sempre a farle questione. Probabilmente c’è qualcosa che le sta parlando e che ha difficoltà ad accogliere. Questo non vuol dire che quella sia la strada giusta, magari quella che ha già intrapreso lo è. Però c’è questa domanda che continua a ricorrere e che, se ascoltata, le può dire qualcosa di più su di sé. Il consiglio che mi sento di darle è di non cacciarla a priori, ci si soffermi e si domandi perché per lei quel percorso di studi è così problematico, in un senso e nell’altro. Sono certo che troverà una risposta che l’arricchirà. In caso, un percorso con un professionista può aiutarla a sciogliere questo nodo.
Spero di esserle stato d’aiuto.
Dott. Carlo M R Flamini
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Gentile utente, capisco la difficiltà che sta vivendo. D'altronde l'aspetto lavorativo riveste un ruolo fondamentale nella propria identità così come il bisogno di avere relazioni, il bisogno di indipendenza e tanti altri. Pertanto il suo dubbio è assolutamente comprensibile e, a mio parere, potrebbe denotare anche la sua voglia di migliorarsi. A prescindere dalla scelta che farà, sicuramente il dubbio attuale le sta "comunicando" qualcosa su di sè e sui suoi bisogni. Penso sia importante soffermarsi a riflettere sulla domanda che lei si pone e, qualora ne sentisse l'esigenza, le consiglio un percorso con un professionista che potrebbe aiutarla a far chiarezza.
Un cordiale saluto
Dott.ssa Francesca Saracino
Buongiorno, la sua non è una scelta semplice.
Succede spesso di intraprendere un percorso di studi, ma di vivere esperienza che evocano nuovi obiettivi, interessi etc.
E' comprensibile il suo bisogno di indipendenza, ma potrebbe essere una risorsa il fatto che sia già in possesso di un titolo di studio che le possa dare la possibilità di avere un entrata economica mentre inizierà a studiare.
Si può pensare a diverse soluzioni lavorative che le permettano di studiare.
Lavorare e studiare sicura mente non è semplice, però penso che nel prendere la sua scelta dovrebbe chiedersi che valore ha per lei fare il medico e l'importanza che avrebbe nella sua vita. I sacrifici sono faticosi, ma spesso ci rimandano un senso di autoefficacia e soddisfazione preziosi. Se fare il medico le permetterebbe di essere soddisfatto di sè, di nutrire la propria curiosità di conoscenza, di alzarsi la mattina con motivazione, probabilmente è importante chiedersi se dar valore a questi aspetti nella sua vita.
La soddisfazione lavorativa influenza il proprio benessere psicofisico e l'immagine che si ha di se stessi, per questo vale la pensa accogliere questi suoi vissuti in questa situazione cos delicata.
A volte si sa cosa sarebbe giusto fare per seguire i propri desideri, ma ci si sente bloccati. La paura di qualcosa che può farla sentire potenzialmente meglio è comprensibile. Spesso ci si porta dentro stati emotivi ambivalenti. Tutte le volte che ci muoviamo per cambiare qualcosa nella nostra vita, si prospettano dei rischi (ad esempio, il rischio di confermare idee brutte di sè, il rischio di perdere tempo o un una stabilità già ottenuta)
Finchè non si affrontano le proprie paure e credenze rispetto a ciò, non accettiamo di rischiare e non c'è modo di passare dalla teoria alla pratica.
Le suggerisco di chiedersi che lavoro è importante per lei, quali qualità vorrebbe portare sul lavoro, cosa vuole conoscere e come vuole crescere sia a livello personale che lavorativo, il tempo che impiegherà per laurearsi in Medicina che valore ha per il suo benessere?
Rimango a sua disposizione, anche online.
Un caro saluto, Dott.ssa Martina Orzi
Buongiorno e grazie del suo messaggio. Se il mondo si fosse accontentato non avremmo scoperto il fuoco, la ruota e, più recentemente, lo spazio. Non sto banalizzando ma potrebbe essere che, in presenza di un accurato esame di realtà, il non accontentarsi sia uno dei tratti più vincenti della storia dell'umanità. Sta a lei a questo punto capire se ci sono i mezzi e le possibilità per farlo, o non farlo. Cordialità
Buongiorno e grazie per la sua condivisione; capisco il momento di crisi personale perché sembra trasparire la sua spaccatura tra seguire i suoi desideri e seguire ciò è già pronto. Credo che fermarsi un attimo per riflettere bene su cosa sia migliore per lei al momento sia essenziale per placare il logorio e trasformare quest'ultimo in una possibile opportunità di crescita personale. Spesso in questi momenti non riusciamo a vedere una soluzione ma ascoltandoci e soprattutto accettando i desideri che possono sembrare scomodi, possiamo reinventarci e trovare un nuovo equilibrio.
È comprensibile che tu stia attraversando un periodo di dubbi e incertezze riguardo al tuo percorso professionale. Potrebbe essere utile esplorare questi sentimenti e valutare attentamente le tue passioni, obiettivi e priorità personali. Una consulenza con uno psicologo può aiutarti a prendere decisioni più consapevoli e a gestire meglio le emozioni negative che stai sperimentando. Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti, Dott.ssa Francesca Gottofredi.

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