Salve , sono una ragazza di 26 anni e lavoro come fisioterapista. Vorrei iniziare con dirvi che ho u

23 risposte
Salve , sono una ragazza di 26 anni e lavoro come fisioterapista. Vorrei iniziare con dirvi che ho un carattere complesso, tante vero che la maggior parte dei miei amici mi dicono che la mia professione doveva essere tutt'altro che fisioterapista. Sono solare , gentile, però un pochino timida e chiusa. Inizialmente ho trovato difficoltà nella comunicazione con i pazienti ma poi liberandosi sempre di più mi sono accorta che io posso essere timida ma con i pazienti parlo tanto forse anche troppo con l'intento di avere un approccio efficace e anche liberatorio con i pazienti perché ovviamente il nostro lavoro si basa anche su quello. Vi dico questo solo per farvi un po entrare nella mia problematica in quanto forse l'opinione dei miei amici, le candidature rifiutate ( vorrei precisare che sono una neolaureata e lavoro da poco ) mi hanno fatto ad avere delle perplessità, dubbi, sulla mie capacità nel lavorare. Io non mi sento sicura quando faccio il trattamento, anche se i risultati anche se pochi si notano nei pazienti. Ho anche paura di esporre quello che sento, per paura di essere considerata un incompetente. La gente ti giudica tanto e devo dire che ho avuto anche esperienze brutte di lavoro che me lo hanno fatto pesare. Una volta in cui ho fatto un affiancamento in una RSA, la Fisioterapista in cui mi affiancata era molto prepotente e mi considerava un incompetente, si arrabbiava quando mi doveva ripetere le cose, non teneva conto che io non avevo mai lavorato in una struttura del genere. Insomma una serie di cose , Vorrei capire se serve un percorso psicologico da farmi sentire più sicura e togliermi questa ansia.
Buona serata
Dott.ssa Ilaria Truzzi
Psicologo, Psicologo clinico
Reggio Emilia
Salve, grazie per la condivisione. Mi dispiace per l'ansia che sente. Mettersi in discussione e cercare di fare al meglio il proprio lavoro, è un aspetto positivo. Sopratutto alle prime esperienze, è fondamentale cercare un confronto con figure più esperte e poter quindi imparare come migliorare! Provi a essere meno severa con se stessa e più compassionevole: non ha da vergognarsi per il fatto di sentirsi insicura. Un percorso psicologico potrebbe aiutarla a comprendere meglio la situazione e gestire ansia e insicurezze.
Resto a disposizione, Dott.ssa Ilaria Truzzi

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Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Ritengo fondamentale che lei intraprenda un percorso psicologico per indagare cause origini e fattori di mantenimento dei suoi sintomi e trovare strategie utili per fronteggiare le situazioni particolarmente problematiche onde evitare che la situazione possairrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
'Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale traumatico connesso alla genesi della sofferenza in atto.
'Resto a disposizione, anche online
Cordialmente, dott FDL
Dr. Michele Arnaboldi
Psicologo, Psicologo clinico
Bovisio Masciago
Buona sera,
Essendo all’inizio dell’esperienza lavorativa è normale che si abbia qualche incertezza ma col tempo ti sentirai sempre più sicura di te.
Se vuoi parlarne qualche colloquio ti può essere d’aiuto rispetto alle insicurezze di questo momento.
Resto a disposizione.
Dott. Michele Arnaboldi.
Dott.ssa Giada Piva
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Fossò
Buongiorno, mi dispiace sentire questa sua insicurezza, le posso però rassicurare dicendo che è normale sentirsi insicuri all'inizio di una nuova esperienza di vita. Tutti noi siamo stati impacciati e abbiamo fatto degli errori e questo non deve farla sentire in colpa o incapace. Deve essere meno giudice della sua vita, provi a vivere questa esperienza con serenità e gioia. Se ha piacere di parlarne, sarò felice di approfondire. Un caro saluto, Giada
 Ignazio Gioia
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi dispiace per le insicurezze che sta attraversando ma credo anche che siano abbastanza fisiologiche nelle prime situazioni lavorative. Tenga anche presente che ha un’identità professionale da costruire e da definire, processo che credo duri tutta la vita, e che nelle prime fasi lavorative, si può forse suppore, che assorba tante energie. Non so se Le occorre un percorso psicologico, credo che una consultazione psicologica potrebbe aiutare a stabilirne l’opportunità o meno. Molto, molto in sintesi, credo che possa essere utile capire, in uno spazio psicologico, se la preoccupazione che vive si compone di quote in eccesso rispetto al suo attuale momento di vita.
Se ritiene, se vuole, sono disponibile anche online. La ringrazio. Ignazio Gioia
Dott.ssa Rachele Ghirardi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Vigevano
Gent.le utente,
all'inizio della propria carriera lavorativa è più che comprensibile provare delle ansie. L'esperienza sul lavoro si costruisce lavorando, un poco alla volta, ed ognuno coi suoi tempi.
Ma nel momento in cui i dubbi e le insicurezze provocano troppo disagio può essere utile chiedere almeno un sostegno psicologico.
Rimango a disposizione per eventuali, ulteriori, consulti on line.
Cordiali saluti
GR
Salve, immagino la sua difficoltà ad accettare le critiche degli altri, ma forse le critiche piu forti se le fa da sola. Si sente in colpa di non essere all'altezza della situazione. Comprenda che nessuno di noi quando intraprendere la sua prima esperienza lavorativa lo è. Sia piu buona con se stessa e accetti di sbagliare, solo così diverrà una brava fisioterapista e se poi decidesse di mettersi in discussione con uno psicologo, sicuramente le cose andranno meglio. Saluti dott Gabriella Cascinelli
Dott. Andrea Brumana
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno e grazie per averci parlato della sua situazione che capisco non debba essere sempice. Partire nella propria professione non è mai cosa facile...per nessuno, un po' perchè si è agli inizi e un po' perchè la giovane età tradisce una minore esperienza (che non significa, tuttavia, incompetenza). Penso sia difficile poterle dare un consiglio se non quello di riuscire a ritagliarsi uno spazio in cui ascoltarsi sentendosi ascoltata al fine di poter esplorare più a fondo i suoi vissuti così da poter tornare ad essere pienamente padrona di se stessa e pronta a rendere al massimo. Se lo desiderasse resto a sua disposzione anche per dei colloqui online. Cordialmente, dott. Andrea Brumana
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Buon pomeriggio,
Come anche altri colleghi le hanno detto, rientra in un rango di accettabilità esser preoccupati per la propria prestazione lavorativa. L'importante è che questa preoccupazione non diventi invalidante. Come fare per saperlo? Beh...questa cosa le impedisce di lavorare? Le causa forte disagio? La porta a dover chiedere aiuto ad altri colleghi? Bisognerebbe indagare alcune di queste cose per valutare se sia necessario intervenire o meno. Per cui un colloquio sicuramente potrebbe esser chiarificatore.

Saluti,
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Dott.ssa Claudia Elisabetta Muccinelli
Psicoterapeuta, Psicologo, Professional counselor
Sesto San Giovanni
Buongiorno, grazie per aver condiviso con Miodottore il suo vissuto e le sue emozioni. Da quello che lei racconta, emergono alcune sue perplessità rispetto al suo valore come persona e come professionista, perplessità che immagino essere causa di ansia e di sofferenza, e che probabilmente la rendono molto sensibile a quelli che sono i potenziali giudizi negativi che arrivano dall'esterno. E' probabile che un percorso psicologico possa aiutarla a superare queste sensazioni, e a farle 'riscoprire' quello che è il suo valore personale. Resto a sua disposizione per ogni eventuale informazione le dovesse servire. Buona giornata, Dssa Claudia Muccinelli
Dott.ssa Erika Ragazzini
Psicologo, Psicologo clinico
Faenza
Gent.ma, grazie per questa sua condivisione.
Sono perfettamente comprensibili le sue preoccupazioni e le perplessità che sente. Dalle sue parole sembra emergere una scarsa consapevolezza e una scarsa fiducia nelle sue competenze e potenzialità.
Sicuramente gli ostacoli in cui è probabile inciampare all'inizio di una carriera portano facilmente a sentirsi più insicuri e ad avere dei timori.
Tuttavia, ci sarebbe da capire quanto invadenti o intrusivi siano tali pensieri sulla propria "inadeguatezza" e quali altri fattori possano esserci alla pase di tali convinzioni (se così possiamo chiamarle).
Sicuramente un percorso psicologico può esserle utile per comprendere meglio sè stessa e il carattere di certi suoi attuali vissuti. Inoltre, un buon percorso può aiutarla a ricentrarsi e riscoprire le proprie risorse, trasformando anche le sue attuali insicurezze in spinte motivazionali.
Ogni emozione e ogni vissuto ha un suo senso e una sua spiegazione. Ognuno di essi è forza, energia, e nessuna emozione è di per sè negativa. A fare la differenza è come decidiamo di sfruttare tale energia, scegliendo l'interpretazione e la forza da dare ai nostri pensieri.
Si conceda di fare questo personale percorso. Non se ne pentirà.
Resto a disposizione per qualsiasi altra necessità, anche online.
Un caro saluto,
Dott.ssa Erika Ragazzini
Dott.ssa Francesca Conti
Psicologo, Psicologo clinico
Roccafranca
Gentilissima ragazza, come anticipato dai colleghi le fatiche che sta affrontando e che ci ha descritto si riscontrano spesso tra i professionisti, soprattutto quando sono all'inizio della loro carriera (ma non solo). La fiducia verso le proprie capacità e potenzialità la si costruisce gradualmente, mettendosi in gioco e affrontando le sfide che la quotidianità ci presenta. Comprendo la frustrazione che si prova quando ci si sente rifiutati o giudicati negativamente, tuttavia anche da queste esperienze si possono ottenere degli spunti sui quali riflettere: dove possiamo migliorare? Era realmente il contesto adatto a noi ed alle nostre inclinazioni? Infine, si pone domande circa la sua preparazione: ricordi che solo le persone che si mettono in discussione possono migliorare e lei mi sembra proprio sulla strada giusta! Faccia però attenzione al SUO giudizio...
Detto ciò può sempre valutare la possibilità di intraprendere un percorso, nel frattempo può riflettere sugli spunti che ha raccolto.
Con i migliori auguri!
Dott.ssa Conti F.
Dott.ssa Silvia Piacenti
Psicologo, Psicologo clinico
Prato
Salve, la ringrazio innanzitutto per la sua condivisione. Comprendo la sua difficoltà e il disagio che sta vivendo. La fase iniziale di una carriera è sicuramente caratterizzata da dubbi e insicurezze... potrebbe in ogni caso esserle utile intraprendere un percorso psicologico, al fine anche di comprendere meglio se stessa, punti di forza e debolezze. Ciò le permetterà di poter lavorare su quest'ultime e raggiungere un livello di maggior sicurezza e autostima. Resto anche io a sua disposizione per qualsiasi necessità, anche in modalità online. Un caro saluto, Dott.ssa Silvia Piacenti
Dott. Mauro Simonetti
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Torino
Gentile utente, descrive una situazione spiacevole che capita spesso alle persone, tutti cominciano la propria professione da 0 e col tempo maturano esperienza e competenza, tramite molto tentativi e quindi anche molti errori.
Questo ovviamente non é una scusa per fare le cose senza impegno e casualmente ma bisognerebbe smitizzare il fatto che dopo 5 min dalla laurea si é giá tranquilli ed efficaci in qualsiasi situazione.
É quindi assolutamente normale sentirsi insicuri all’inizio, ciò non toglie il disagio e la fatica nel sentirsi così, a maggior ragione visto che racconta come non sia una cosa cominciata col nuovo lavoro l’insicurezza e la paura del giudizio.
Un percorso psicologico potrebbe essere una buona occasione di fermarsi ed esplorare queste sue sensazioni, capendole meglio e sviluppando delle strategie per poterle gestire, aumentando di conseguenza la sua sicurezza.
Spero di esserle stato utile, mi contatti pure se avesse ancora bisogno o piacere di parlare.

Dottor Mauro Simonetti
Dott. Corrado Schiavetto
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Salve, i miei colleghi e le mie colleghe hanno già toccato con la dovuta sensibilità la domanda che lei ci porta. Mi sento di dirle innanzitutto che tutto ciò che lei avverte e che prova ha pieno diritto e dignità di essere considerato, analizzato e affrontato in un ambiente che sia in grado di venire incontro alle sue necessità e ai suoi bisogni. Questo spazio deciderà lei come e quando strutturarlo, con i suoi tempi e i suoi modi. La terapia della psiche, come la terapia del corpo, è un processo continuo. A volte si consiglia anche a chi non ha evidenti problemi da risolvere con il proprio corpo di adottare piccoli accorgimenti utili: nella postura, nel camminare, nel dormire, nel sedersi. Questi consigli altrettanto spesso portano a rivolgersi a specialisti - come Lei - per avere la certezza di compiere ognuno di questi accorgimenti al meglio. Il lavoro psicologico è, in alcuni momenti, molto simile a ciò. Scoprendo quella parte di sé che è capace di affidarsi, potrà trovare forse la possibilità di accettare che gli altri si affidino alla sua competenza. Affrontare assieme a una persona formata in queste problematiche questi suoi desideri, paure e bisogni le permetterà di dare un nome e una collocazione a ciò che sente. Cordiali saluti, Dott. Corrado Schiavetto.
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Dott. Murad Khalil
Psicologo
Trieste
Buongiorno, col rischio di scrivere una banalità le dico che "come svolgiamo il nostro lavoro" e "la percezione di come lo facciamo" non hanno necessariamente lo stesso valore. Per quanto riguarda un possibile aspetto di insicurezza, tenga presente che all'avvio di un'attività non solo è normale ma in una certa misura anche utile. In riferimento all'esperienza in RSA ,se vissuta in modo anche parzialmente traumatico, potrebbe essere un buono spunto capire se l'origine di tale insicurezza si celi in aspetti più "antichi". In sintesi, approfondire tale esperienza, elaborarla ed eventualmente ricercarne dei legami più arcaici potrebbe esserle d'aiuto.
Un caro saluto.
Dott. Khalil
Dott.ssa Ilaria De Pretto
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Ciao, capisco che tu stia attraversando un periodo di incertezza e ansia riguardo alla tua carriera come fisioterapista. È abbastanza comune avere dubbi e preoccupazioni quando si è alle prime armi in un nuovo campo lavorativo, soprattutto se ci sono stati momenti difficili o esperienze negative nel passato.

Iniziamo con il fatto che è normale sentirsi insicuri all'inizio di una nuova professione, specialmente quando si tratta di prenderci cura della salute e del benessere delle persone. La tua preoccupazione per la comunicazione con i pazienti è comprensibile, ma sembra che tu abbia fatto progressi significativi nel superare questa sfida, e questo è positivo.

Le opinioni dei tuoi amici o i rifiuti delle candidature non dovrebbero definire la tua autostima o la tua fiducia nelle tue capacità. Ognuno ha un percorso unico e impara dalle esperienze. È importante ricordare che la tua giovane età e la recente laurea significano che stai ancora crescendo e migliorando come professionista, e il tempo e l'esperienza contribuiranno a consolidare la tua fiducia.

Tuttavia, se senti che l'ansia e l'insicurezza stanno influenzando negativamente la tua performance e il tuo benessere emotivo, potrebbe essere utile considerare un percorso psicologico. Un terapeuta può aiutarti ad esplorare e affrontare le tue paure, migliorare la tua autostima e sviluppare strategie per gestire lo stress e le pressioni legate al tuo lavoro.

Ricorda che la terapia non è segno di debolezza, ma piuttosto un modo per investire in te stessa e sviluppare le risorse necessarie per avere successo nella tua carriera. Se decidi di intraprendere un percorso psicologico, cerca un professionista della salute mentale con esperienza in problemi legati al lavoro e alla carriera.

Inoltre, cerca di trovare un ambiente di lavoro in cui ti senti supportata e valorizzata, dove puoi imparare e crescere in un ambiente positivo. Una buona leadership e un team collaborativo possono fare la differenza nella tua crescita professionale e nella tua fiducia.

Ricorda sempre di avere fiducia nelle tue capacità e di essere gentile con te stessa mentre attraversi questa fase di apprendimento e crescita. Buona fortuna nella tua carriera come fisioterapista!
Dott.ssa Elisabetta Angelo
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno, mi sento di dirle che le insicurezze nei primi passi nel mondo del lavoro sono normali e che il tempo e le esperienze possono sicuramente aiutarla nel prendere maggiore sicurezza. Per rispondere alla sua domanda, un percorso psicologico può sostenerla in un processo di rafforzamento di sè e delle proprie risorse; è possibile, inoltre, durante i colloqui esplorare se sono presenti blocchi e cosa questi rappresentino nel suo vivere a pieno le esperienze, nel loro aspetto positivo e negativo. Rimango a disposizione se volesse approfondire.
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, capisco la tua situazione e posso dirti che quello che stai vivendo è assolutamente comprensibile, soprattutto per qualcuno che ha da poco iniziato a lavorare in un campo impegnativo come quello della fisioterapia. Il sentirsi insicuri all'inizio di una carriera è comune, specialmente quando ci si confronta con le aspettative degli altri e con esperienze difficili, come quella che hai vissuto con la fisioterapista prepotente. Le tue perplessità sembrano legate principalmente all'insicurezza riguardo le tue capacità professionali, che viene accentuata da opinioni esterne e situazioni lavorative stressanti. Spesso, quando ci troviamo in situazioni nuove e impegnative, come può essere il lavoro in una struttura complessa o la gestione di pazienti, è normale provare ansia o dubbi su noi stessi. Queste emozioni possono portarci a pensare di non essere abbastanza competenti, anche quando ci sono dei segnali che indicano il contrario, come i progressi che i tuoi pazienti stanno facendo. Un percorso psicologico può sicuramente aiutarti a gestire queste emozioni e a sviluppare una maggiore fiducia in te stessa. La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) in particolare si basa sul lavorare sui pensieri automatici che alimentano l'insicurezza. Questi pensieri, come il timore di essere giudicata o di non essere competente, possono essere identificati e modificati attraverso il lavoro terapeutico. Un aspetto fondamentale della CBT è imparare a mettere in discussione i pensieri negativi e a sostituirli con pensieri più realistici e funzionali. Per esempio, quando ti trovi a pensare "Non sono abbastanza brava", potresti cominciare a chiederti: "Quali prove ho che dimostrano il contrario?" o "Cosa direbbero i miei pazienti riguardo al mio lavoro?". Questo aiuta a sviluppare una visione più bilanciata e a non lasciarsi guidare solo dalle paure. Allo stesso tempo, è importante lavorare sulle emozioni che accompagnano questi pensieri, come l'ansia o la paura del giudizio. Ci sono tecniche pratiche che possono aiutare, come imparare a gestire l'ansia nel momento in cui emerge, attraverso il rilassamento o la respirazione controllata. Questi strumenti sono utili per affrontare situazioni di stress, sia sul lavoro che nella vita quotidiana. Oltre a questo, è importante costruire una sensazione di autoefficacia, ovvero la fiducia nella tua capacità di svolgere il lavoro in modo efficace. Raggiungere piccoli obiettivi gradualmente, celebrando i successi, può aiutarti a costruire un senso di competenza. Anche affrontare il feedback negativo in modo più costruttivo, senza vederlo come una conferma delle tue paure, è un aspetto su cui potresti lavorare. Se senti che questa insicurezza ti sta impedendo di vivere serenamente il tuo lavoro, un percorso psicologico potrebbe davvero fare la differenza. L’obiettivo sarebbe quello di aiutarti a sviluppare una maggiore sicurezza in te stessa e a vivere il tuo ruolo di fisioterapista con più tranquillità, sapendo che i dubbi e le paure possono essere gestiti in modo costruttivo. Resto a disposizione. Ti auguro il meglio. Dott. Andrea Boggero
Buongiorno, all'inizio di ogni percorso lavorativo è normale essere un pochino ansiosi e insicuri. L'ansia ci permette di essere maggiormente vigili e stare sul pezzo. Quando però supera una certa soglia e diventa poco gestibile, può farci commettere più errori, bloccarci oppure indurci a evitare di affrontare proprio il lavoro (ad es. rinunciando a delle offerte di lavoro). Quindi, se sente che la quota d'ansia è poco gestibile e la limita, potrebbe esserle effettivamente di aiuto intraprendere un percorso psicologico. Resto a disposizione per dubbi e chiarimenti. Un caro saluto.
Dott.ssa Ambra Bottari
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Ciao, grazie per aver condiviso con me ciò che stai vivendo. Capisco davvero quanto possa essere difficile lavorare in un ambiente dove ti senti giudicata o non supportata, soprattutto quando sei all'inizio della tua carriera. La tua paura di non essere abbastanza competente è comprensibile, ma vorrei dirti che è normale, all'inizio, avere dei dubbi. Ogni professione richiede tempo per crescere e acquisire sicurezza, e tu stai già facendo un ottimo lavoro cercando di migliorare te stessa e il tuo approccio.

La psicoterapia potrebbe davvero esserti d'aiuto, non tanto per la tua professionalità in sé, ma per affrontare l'ansia e i dubbi che stai vivendo. A volte, il dialogo con un professionista può aiutarti a vedere le situazioni con maggiore chiarezza, a rafforzare la tua autostima e a sviluppare più sicurezza in te stessa. Ti incoraggio a non sottovalutare questi sentimenti e a cercare il supporto che ti aiuti a crescere sia come persona che come professionista. Hai fatto già dei passi importanti riconoscendo i tuoi dubbi, e questo è un grande inizio. Non sei sola in questo processo!
Dott.ssa Fausta Florio
Psicologo, Psicologo clinico
Palma Campania
Gentile utente, buongiorno e grazie per la fiducia che ha riposto in noi scegliendo di raccontarsi.

Da ciò che scrive emerge una grande sensibilità in ciò che fa: si descrive come solare e gentile, anche se timida e chiusa, e sembrerebbe privilegiare un approccio fondato sul dialogo quando si interfaccia con i pazienti. Vorrei dirle che questo non è affatto sbagliato; al contrario, denota un’apertura da parte sua, una propensione all’altro, qualità fondamentali in una professione come la sua, che richiede non solo competenze tecniche ma anche un approccio empatico e accogliente.
Per quanto riguarda l’ansia che lei descrive, vorrei rassicurarla: siamo spesso portati a considerare l’ansia come una nemica da combattere o distruggere. Essa, invece, è una componente naturale e universale della nostra esperienza. Ha una funzione adattiva, perché ci protegge, ci aiuta a rimanere vigili, presenti a noi stessi e a ciò che ci circonda.
Provi a riflettere sul suo percorso professionale: lei si è da poco laureata e ha affrontato una transizione importante, passando dall’ambiente accademico a quello lavorativo. Questo comporta l’adozione di nuove modalità di autonomia e di crescita: è assolutamente comprensibile sentirsi smarriti, confusi, o percepire di non essere ancora pienamente in grado di realizzare ciò che si era immaginato. Le sembrerà forse banale, ma è solo attraverso la pratica, il tempo e l'esperienza che questa iniziale sensazione di inadeguatezza si trasformerà gradualmente in maggiore sicurezza.
Tuttavia, quando l’ansia – che è presente in ognuno di noi, nessuno escluso – comincia a diventare invalidante, soffocandoci, facendoci perdere di vista le nostre ambizioni e impattando con forza sulla nostra quotidianità, è importante fermarsi. È importante concedersi il tempo e lo spazio per accoglierla, comprenderla, e coglierne le radici più profonde.
In merito a ciò che racconta riguardo ai suoi amici e al loro suggerimento di prendere in considerazione un’altra professione, mi sento di sottolineare che, spesso, spinti dal desiderio di vedere le persone a cui vogliamo bene più serene, si può scegliere di proporre “soluzioni” che sembrano più facili o immediate. È naturale che il giudizio delle persone a lei care abbia per lei un certo peso e che la spinga a interrogarsi, a dubitare di sé stessa. Tuttavia, sarebbe un atto di rispetto profondo verso sé stessa ricordare che la scelta del proprio posto nel mondo spetta unicamente a lei. Allo stesso modo, rispetto alle esperienze lavorative negative che ha vissuto, come nel caso della fisioterapista della RSA, si dia la possibilità di riflettere su come si percepisce in relazione a figure che avverte come particolarmente autorevoli, e su quanto queste esperienze abbiano un impatto su di lei.

Qualora dovesse trovare difficoltà a orientarsi da sola o sentisse che l’ansia inizia a pesarle troppo, consideri l'opportunità di intraprendere un percorso di supporto psicologico. Non per “eliminare” l’ansia – perché sarebbe illusorio pensare di poterla cancellare completamente – ma per imparare a comprenderla, a dialogarci, affinché possa trasformarsi da nemica a preziosa alleata. Insieme a un professionista, potrebbe scoprire strumenti utili per riscoprire il suo valore e le sue risorse, e vivere con maggiore serenità le sue dinamiche quotidiane, sia personali che professionali.

Le auguro sinceramente il meglio.
Cordialmente,
Dott.ssa Fausta Florio
Dott.ssa Alina Mustatea
Psicologo, Psicologo clinico
Pomezia
Gentile paziente, il modo in cui descrivi la tua esperienza mostra una grande consapevolezza di te e del tuo percorso professionale La timidezza la sensibilità e la paura di essere giudicata non sono difetti ma tratti che se compresi e gestiti possono diventare punti di forza nella relazione con i pazienti Il problema non è la tua personalità ma la pressione che senti di dover corrispondere a un modello di sicurezza e controllo assoluti spesso irrealistico per chi è all’inizio della carriera
Le esperienze lavorative negative soprattutto quando si è ancora in una fase di formazione possono lasciare una traccia profonda ogni volta che qualcuno svaluta il tuo operato o non riconosce il tuo impegno è facile interiorizzare l’idea di non essere abbastanza In realtà ciò che stai vivendo è molto comune tra i giovani professionisti e può essere affrontato con un percorso mirato sul potenziamento dell’autostima e sulla gestione dell’ansia da prestazione.
Un lavoro psicologico può aiutarti a riconoscere e valorizzare le tue competenze reali separandole dal giudizio altrui ridurre l’ansia legata al confronto e alla paura di sbagliare costruire un senso di sicurezza stabile non legato all’approvazione degli altri sviluppare strategie comunicative assertive utili anche nel contesto professionale
Un percorso di questo tipo ti permetterebbe di sentirti più centrata e sicura e di trasformare la tua empatia naturale in una risorsa stabile invece che in una fonte di stress

Puoi prenotare un colloquio conoscitivo direttamente su MioDottore per iniziare a lavorare su questi aspetti e ritrovare fiducia e serenità nel tuo ruolo
Dott.ssa Alina Mustatea
Psicologa clinica e giuridica – Psicodiagnosta clinica e forense
Specializzata nel potenziamento dell’autostima e nella gestione dell’ansia da prestazione

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