Salve, sono una ragazza di 23 anni e sono qui per descrivere un problema. Ho preso la patente 2 ann
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Salve,
sono una ragazza di 23 anni e sono qui per descrivere un problema. Ho preso la patente 2 anni fa, inizialmente guidavo poco e niente, ma soprattutto sempre in compagnia. La motivazione è che: ho paura di guidare. Ho tutte le buone intenzioni di iniziare a guidare, anche perché alla mia etá dovrei essere spensierata e vivermi la vita, ma solo il pensiero di mettermi alla guida, mi viene l’ansia di non riuscire ad avere il controllo della macchina, di non saper fare qualcosa, di non riuscire a capire il pericolo. Probabilmente non credo in me? Puó essere. Non so nemmeno come spiegare. Vivo in un paesino dove rispettano i segnali poco o nulla, ma questo non è una giustificazione. Dentro di me sento solo un’ansia incredibile, fiato corto, il mio viso è arrossato e sento un macigno sullo stomaco. Se ho qualcuno affianco a me, guido, nonostante questi “sintomi”, ma probabilmente se dovessi guidare da sola non ci riuscirei. Mi guardo intorno e vedo ragazzi della mia età guidare tranquillamente e me la prendo con me stessa, dico “ma perché io non riesco?” non è possibile. Ad oggi, ho iniziato a guidare, sto cercando di fare piccoli tratti e soprattutto in zone isolate, ma i sintomi non mi abbandonano. Normalmente nella vita in generale non sono così, ma quando si apre discorso “guidare”, arrivano i sintomi tutte insieme. Vorrei qualche consiglio per superare tutto ció.
Grazie in anticipo, buona serata.
sono una ragazza di 23 anni e sono qui per descrivere un problema. Ho preso la patente 2 anni fa, inizialmente guidavo poco e niente, ma soprattutto sempre in compagnia. La motivazione è che: ho paura di guidare. Ho tutte le buone intenzioni di iniziare a guidare, anche perché alla mia etá dovrei essere spensierata e vivermi la vita, ma solo il pensiero di mettermi alla guida, mi viene l’ansia di non riuscire ad avere il controllo della macchina, di non saper fare qualcosa, di non riuscire a capire il pericolo. Probabilmente non credo in me? Puó essere. Non so nemmeno come spiegare. Vivo in un paesino dove rispettano i segnali poco o nulla, ma questo non è una giustificazione. Dentro di me sento solo un’ansia incredibile, fiato corto, il mio viso è arrossato e sento un macigno sullo stomaco. Se ho qualcuno affianco a me, guido, nonostante questi “sintomi”, ma probabilmente se dovessi guidare da sola non ci riuscirei. Mi guardo intorno e vedo ragazzi della mia età guidare tranquillamente e me la prendo con me stessa, dico “ma perché io non riesco?” non è possibile. Ad oggi, ho iniziato a guidare, sto cercando di fare piccoli tratti e soprattutto in zone isolate, ma i sintomi non mi abbandonano. Normalmente nella vita in generale non sono così, ma quando si apre discorso “guidare”, arrivano i sintomi tutte insieme. Vorrei qualche consiglio per superare tutto ció.
Grazie in anticipo, buona serata.
Il fatto che ci provi e non si tiri indietro nonostante le paure che la accompagnano nell'esperienza di guida, è sicuramente un fattore positivo. Continui a guidare facendo piccoli tratti nelle zone isolate e pian piano cominci a spostarsi in zone sempre meno isolate. Quando lo fa, si faccia accompagnare da una persona di cui si fida e che La fa stare tranquilla. A mano a mano che acquisirà maggiore sicurezza, cominci a farlo anche da sola.
Se ne sente il bisogno, mi rendo disponibile ad aiutarLa a gestire tutto questo.
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Salve,
quello che descrive sembra più una storia di coraggio che di paura. Si è mai chiesta perché, nonostante i sintomi, riesce comunque a salire in macchina?
Forse non è questione di “non riuscire”, ma di come si dà il permesso di farlo.
Capita spesso che l’ansia racconti molto più di noi di quanto immaginiamo
Se le va, potremmo ascoltarla insieme.
Mi contatti pure.
Dr. Giorgio De Giorgi
quello che descrive sembra più una storia di coraggio che di paura. Si è mai chiesta perché, nonostante i sintomi, riesce comunque a salire in macchina?
Forse non è questione di “non riuscire”, ma di come si dà il permesso di farlo.
Capita spesso che l’ansia racconti molto più di noi di quanto immaginiamo
Se le va, potremmo ascoltarla insieme.
Mi contatti pure.
Dr. Giorgio De Giorgi
Cara, grazie per aver condiviso con sincerità ciò che stai vivendo. La paura di guidare è molto più comune di quanto sembri e non indica una debolezza, ma un’ansia legata al sentirsi poco sicura nel gestire una situazione che percepisci come potenzialmente rischiosa. È importante riconoscere che dentro di te convivono due spinte: da un lato il desiderio di indipendenza e libertà, dall’altro il timore di non avere abbastanza controllo o capacità. Eppure, il fatto che tu stia già cercando di affrontare questa paura, guidando in zone tranquille e accompagnata, dimostra coraggio e determinazione.
L’ansia che provi è reale e merita attenzione, ma non deve diventare una prigione. I sintomi fisici che descrivi sono comuni nelle situazioni che attivano il nostro sistema di allerta, e possono essere gestiti meglio con strategie mirate, come esercizi di respirazione o tecniche per aumentare la fiducia in te stessa. È fondamentale anche cambiare il modo in cui ti parli: non chiederti “perché io no?”, ma piuttosto riconosci ogni piccolo progresso che fai. Stai già affrontando la tua difficoltà con costanza, e questo è il vero punto di partenza.
Se senti che da sola non riesci a liberarti da questo blocco, un percorso psicologico può aiutarti a superare l’ansia e a costruire maggiore fiducia.
un cordiale saluto
dott.ssa Ilenia Morreale
L’ansia che provi è reale e merita attenzione, ma non deve diventare una prigione. I sintomi fisici che descrivi sono comuni nelle situazioni che attivano il nostro sistema di allerta, e possono essere gestiti meglio con strategie mirate, come esercizi di respirazione o tecniche per aumentare la fiducia in te stessa. È fondamentale anche cambiare il modo in cui ti parli: non chiederti “perché io no?”, ma piuttosto riconosci ogni piccolo progresso che fai. Stai già affrontando la tua difficoltà con costanza, e questo è il vero punto di partenza.
Se senti che da sola non riesci a liberarti da questo blocco, un percorso psicologico può aiutarti a superare l’ansia e a costruire maggiore fiducia.
un cordiale saluto
dott.ssa Ilenia Morreale
Ciao, grazie davvero per aver scritto. Hai avuto una grande forza nel mettere nero su bianco quello che provi, e già questo è un passo importante — più grande di quanto tu possa immaginare.
Leggerti è come ascoltare una parte di tante persone che si sentono allo stesso modo, anche se raramente lo dicono ad alta voce. Perché in realtà quello che stai vivendo è molto più comune di quanto credi. Solo che la paura di sembrare “diversa”, “inadeguata”, “in ritardo” rispetto agli altri, spesso ci fa tacere.
Ma non c’è niente di sbagliato in te.
Partiamo da una cosa semplice, ma vera: avere paura di guidare non ti rende meno capace.
Guidare è una responsabilità, ed è normale che chi ha una sensibilità più forte o un controllo maggiore su sé stessa ci metta un po’ di più a sentirsi sicura. Non vuol dire che sei debole, anzi. Vuol dire che sei molto più consapevole di ciò che fai, e questo, paradossalmente, è anche una forma di maturità.
Ma allora perché ti succede questo?
L’ansia che descrivi — fiato corto, stomaco contratto, viso arrossato — è una risposta del corpo a qualcosa che percepisce come pericoloso. Il problema è che il pericolo non è reale, ma è nella tua mente, sotto forma di pensieri tipo:
"E se perdo il controllo?"
"E se non so reagire in tempo?"
"Tutti ci riescono, io no: c'è qualcosa che non va in me."
E questi pensieri alimentano un circolo vizioso: più li hai, più il tuo corpo si mette in allerta. Più il tuo corpo si agita, più ti convinci che c’è davvero qualcosa da temere. E ti blocchi.
Però c’è una cosa che forse non ti dici abbastanza: tu ci stai già riuscendo.
Hai iniziato a guidare, stai facendo piccoli tratti, ci provi anche se hai i sintomi… questa è già azione, questa è già forza. Non devi aspettare di sentirti pronta al 100% per guidare. Spesso è proprio il fare le cose con la paura addosso, che aiuta pian piano a spegnerla.
E allora, cosa puoi fare nel concreto?
Ecco qualche consiglio semplice ma reale:
1. Guida in momenti e luoghi in cui ti senti più tranquilla.
Come già stai facendo: tratti brevi, strade che conosci, magari a orari tranquilli. Serve esposizione graduale, come quando si fa sport dopo un infortunio.
2. Scrivi un diario post-guida.
Ogni volta che guidi, anche solo 5 minuti, scrivi come ti sei sentita prima, durante e dopo. Ti accorgerai che, poco alla volta, l’ansia scende e la fiducia sale.
3. Visualizza la guida in modo positivo.
La sera, chiudi gli occhi e immagina te stessa al volante, serena, sicura. Il cervello non distingue tra immaginazione e realtà: più immagini qualcosa in positivo, più si abitua all’idea che “può andare bene”.
4. Evita il confronto.
Ogni persona ha i suoi tempi. Guardare gli altri che “sembrano” guidare tranquilli non ti aiuta. Ognuno ha le sue paure, anche se non le mostra. Tu pensa solo al tuo percorso.
5. Accetta i sintomi, ma non lasciarti frenare.
Ogni volta che senti l’ansia, prova a dirti: “Ok, ci sei di nuovo. Non sei pericolosa. Mi dai fastidio, ma non mi comandi.” E vai. Anche solo per due curve. Ma vai.
Leggerti è come ascoltare una parte di tante persone che si sentono allo stesso modo, anche se raramente lo dicono ad alta voce. Perché in realtà quello che stai vivendo è molto più comune di quanto credi. Solo che la paura di sembrare “diversa”, “inadeguata”, “in ritardo” rispetto agli altri, spesso ci fa tacere.
Ma non c’è niente di sbagliato in te.
Partiamo da una cosa semplice, ma vera: avere paura di guidare non ti rende meno capace.
Guidare è una responsabilità, ed è normale che chi ha una sensibilità più forte o un controllo maggiore su sé stessa ci metta un po’ di più a sentirsi sicura. Non vuol dire che sei debole, anzi. Vuol dire che sei molto più consapevole di ciò che fai, e questo, paradossalmente, è anche una forma di maturità.
Ma allora perché ti succede questo?
L’ansia che descrivi — fiato corto, stomaco contratto, viso arrossato — è una risposta del corpo a qualcosa che percepisce come pericoloso. Il problema è che il pericolo non è reale, ma è nella tua mente, sotto forma di pensieri tipo:
"E se perdo il controllo?"
"E se non so reagire in tempo?"
"Tutti ci riescono, io no: c'è qualcosa che non va in me."
E questi pensieri alimentano un circolo vizioso: più li hai, più il tuo corpo si mette in allerta. Più il tuo corpo si agita, più ti convinci che c’è davvero qualcosa da temere. E ti blocchi.
Però c’è una cosa che forse non ti dici abbastanza: tu ci stai già riuscendo.
Hai iniziato a guidare, stai facendo piccoli tratti, ci provi anche se hai i sintomi… questa è già azione, questa è già forza. Non devi aspettare di sentirti pronta al 100% per guidare. Spesso è proprio il fare le cose con la paura addosso, che aiuta pian piano a spegnerla.
E allora, cosa puoi fare nel concreto?
Ecco qualche consiglio semplice ma reale:
1. Guida in momenti e luoghi in cui ti senti più tranquilla.
Come già stai facendo: tratti brevi, strade che conosci, magari a orari tranquilli. Serve esposizione graduale, come quando si fa sport dopo un infortunio.
2. Scrivi un diario post-guida.
Ogni volta che guidi, anche solo 5 minuti, scrivi come ti sei sentita prima, durante e dopo. Ti accorgerai che, poco alla volta, l’ansia scende e la fiducia sale.
3. Visualizza la guida in modo positivo.
La sera, chiudi gli occhi e immagina te stessa al volante, serena, sicura. Il cervello non distingue tra immaginazione e realtà: più immagini qualcosa in positivo, più si abitua all’idea che “può andare bene”.
4. Evita il confronto.
Ogni persona ha i suoi tempi. Guardare gli altri che “sembrano” guidare tranquilli non ti aiuta. Ognuno ha le sue paure, anche se non le mostra. Tu pensa solo al tuo percorso.
5. Accetta i sintomi, ma non lasciarti frenare.
Ogni volta che senti l’ansia, prova a dirti: “Ok, ci sei di nuovo. Non sei pericolosa. Mi dai fastidio, ma non mi comandi.” E vai. Anche solo per due curve. Ma vai.
Salve,
quello che descrive sembra essere un caso di ansia legata alla guida, una condizione che può manifestarsi in diversi modi, come preoccupazione per il controllo del veicolo, paura di non essere in grado di gestire situazioni di pericolo e sintomi fisici come fiato corto, arrossamento del viso e tensione addominale. È comprensibile che questa esperienza possa influire sulla sua sicurezza e tranquillità mentre guida, e il confronto con altri coetanei che sembrano affrontare la guida con maggiore serenità può accentuare il senso di frustrazione.
La difficoltà a gestire queste emozioni potrebbe derivare da una scarsa fiducia in se stessa o dalla paura di affrontare situazioni che sentiamo fuori dal nostro controllo. È importante riconoscere che non si tratta di una debolezza, ma di una reazione naturale a una situazione che ci genera stress.
Un passo importante per superare questa paura potrebbe essere quello di affrontarla gradualmente, iniziando con tratti di guida sempre più lunghi e in contesti che possano aumentare il senso di sicurezza. Tuttavia, se l’ansia e i sintomi fisici persisteranno o si intensificheranno, sarebbe utile e consigliato rivolgersi a uno specialista, che potrà aiutarla a comprendere meglio le radici di questa paura e a trovare strategie efficaci per superarla.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
quello che descrive sembra essere un caso di ansia legata alla guida, una condizione che può manifestarsi in diversi modi, come preoccupazione per il controllo del veicolo, paura di non essere in grado di gestire situazioni di pericolo e sintomi fisici come fiato corto, arrossamento del viso e tensione addominale. È comprensibile che questa esperienza possa influire sulla sua sicurezza e tranquillità mentre guida, e il confronto con altri coetanei che sembrano affrontare la guida con maggiore serenità può accentuare il senso di frustrazione.
La difficoltà a gestire queste emozioni potrebbe derivare da una scarsa fiducia in se stessa o dalla paura di affrontare situazioni che sentiamo fuori dal nostro controllo. È importante riconoscere che non si tratta di una debolezza, ma di una reazione naturale a una situazione che ci genera stress.
Un passo importante per superare questa paura potrebbe essere quello di affrontarla gradualmente, iniziando con tratti di guida sempre più lunghi e in contesti che possano aumentare il senso di sicurezza. Tuttavia, se l’ansia e i sintomi fisici persisteranno o si intensificheranno, sarebbe utile e consigliato rivolgersi a uno specialista, che potrà aiutarla a comprendere meglio le radici di questa paura e a trovare strategie efficaci per superarla.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Buongiorno, le consiglio un percorso psicologico per il trattamento dell'ansia. Cordiali saluti.
Buonasera,
comprendo il grosso limite che può darle l'ansia di guidare che descrive. Credo che non vada sottovalutato questo sintomo ed un breve percorso terapeutico potrebbe aiutarla a capirne le ragioni e a superare del tutto questa difficoltà.
Un saluto
Dott.sa Pasquadibisceglia
comprendo il grosso limite che può darle l'ansia di guidare che descrive. Credo che non vada sottovalutato questo sintomo ed un breve percorso terapeutico potrebbe aiutarla a capirne le ragioni e a superare del tutto questa difficoltà.
Un saluto
Dott.sa Pasquadibisceglia
Buonasera, la ringrazio per aver condiviso la sua esperienza con tanta sincerità e sensibilità. Quello che descrive è un vissuto molto più comune di quanto si pensi, e già il fatto che riesca a riconoscere le sue emozioni, le sue paure e, soprattutto, che nonostante tutto abbia iniziato a guidare facendo piccoli tratti, rappresenta un segnale molto importante: dentro di lei c'è una forte motivazione al cambiamento, anche se al momento è frenata dall’ansia. Nel modello cognitivo-comportamentale, situazioni come la sua vengono comprese come il risultato di un'associazione appresa tra l’atto di guidare e la percezione di pericolo. Il corpo risponde con sintomi fisici (come fiato corto, nodo allo stomaco, rossore), cognitivi (pensieri negativi, insicurezza, dubbi sulle proprie capacità) ed emotivi (ansia, frustrazione). È un circolo che si autoalimenta: più evitiamo o affrontiamo la guida con sofferenza, più il nostro cervello rafforza l’idea che quella situazione sia realmente pericolosa, anche se oggettivamente non lo è. La paura di guidare può affondare le radici in molteplici fattori: il senso di responsabilità, l’idea di non avere il controllo, una bassa fiducia nelle proprie capacità o esperienze precedenti in cui magari ci si è sentiti in difficoltà. Lei stessa si chiede: “forse non credo in me?”, ed è una riflessione profonda. Spesso, dietro la paura di guidare, si nasconde una forma più ampia di insicurezza personale, che può essere superata con un percorso mirato. La buona notizia è che si può assolutamente intervenire. Il suo approccio, ovvero iniziare a guidare in zone isolate e con gradualità, è esattamente ciò che in terapia cognitivo-comportamentale chiamiamo “esposizione graduale”. È un processo in cui si affrontano progressivamente le situazioni temute, partendo da quelle più semplici, per poi salire di livello, sempre in modo strutturato. Questo permette al cervello di disconfermare gradualmente l’idea che “guidare = pericolo”, riducendo l’ansia con il tempo e aumentando la fiducia. Parallelamente, si lavora anche sui pensieri automatici negativi che emergono (come “non ce la farò”, “non capirò il pericolo”), aiutando la persona a metterli in discussione e a sostituirli con pensieri più realistici e funzionali. È possibile anche apprendere tecniche di gestione dell’ansia, come il respiro diaframmatico o la mindfulness, che possono aiutarla a gestire i sintomi fisici quando si presentano. Lei dice anche un’altra cosa importante: “normalmente nella vita non sono così”. Questo ci dice che ha delle risorse, che in altri ambiti si sente sicura, capace. La paura di guidare non la definisce come persona, è semplicemente un’area della sua vita che sta chiedendo attenzione e cura. Con l’aiuto giusto, e con l’impegno che ha già dimostrato di avere, può assolutamente superare questa difficoltà. Le consiglio di valutare, se non l’ha già fatto, un percorso con uno psicologo ad orientamento cognitivo-comportamentale. Insieme potrete costruire un piano personalizzato, graduale e concreto, per affrontare e superare questa paura, restituendole la libertà e la serenità che merita. Non si colpevolizzi per ciò che sta vivendo. Le emozioni non si scelgono, ma si possono imparare a comprendere e gestire. E lei sta già facendo il primo passo: chiedere aiuto e mettersi in gioco. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Buongiorno le consiglio un percorso con un collega, per affrontare l’ansia che sta a monte della sua amaxofobia.
Sicuramente una terapia cognitivo comportamentale o anche una sistemica relazionale potrebbe aiutarla a superare questa difficoltà che sta incontrando nella sua vita in questo momento.
Cordiali saluti.
Dottoressa Versari Debora.
Sicuramente una terapia cognitivo comportamentale o anche una sistemica relazionale potrebbe aiutarla a superare questa difficoltà che sta incontrando nella sua vita in questo momento.
Cordiali saluti.
Dottoressa Versari Debora.
Buongiorno, l'ansia e la preoccupazione legate ad una specifica situazione, come il guidare, gli ascensori o gli spazi chiusi, sebbene comuni a molte persone possono essere legate a fattori individuali differenti, specifici per ogni persona. Proprio per questo, quando l'ansia rispetto ad una specifica situazione interferisce e rende complessa la vita quotidiana ritengo possa essere utile cercare di comprendere e affrontare tutto questo in un percorso psicologico.
All'interno di un percorso con uno psicologo si può capire cosa ci sta alla base della paura di guidare e quindi superarla.
All'interno di un percorso con uno psicologo si può capire cosa ci sta alla base della paura di guidare e quindi superarla.
Buongiorno gentile Utente, la ringrazio per aver condiviso con tanta autenticità il suo vissuto. Da ciò che scrive emerge chiaramente un desiderio profondo di superare questa difficoltà, e questo è già un passo significativo. Spesso, quando parliamo di paura di guidare, ci riferiamo a qualcosa di più complesso della semplice “ansia da prestazione”. Lei non sta solo affrontando un’attività nuova o tecnica, ma si trova davanti a un’esperienza che tocca più aspetti interiori: il bisogno di controllo, la fiducia in sé, il confronto con gli altri e il timore del giudizio.
Il fatto che lei riesca comunque a guidare se accompagnata è un segnale importante: ci dice che, al di là dei sintomi che sperimenta, ha già in sé le risorse per farcela. L’ansia che descrive (il fiato corto, il volto arrossato, la tensione allo stomaco) è una reazione del corpo che, in modo automatico, si attiva di fronte a qualcosa che viene percepito come pericoloso o incerto. Ma ciò che spesso ci fa soffrire non è tanto l’ansia in sé, quanto il significato che le attribuiamo.
Lei stessa si chiede: “non credo in me stessa?” e forse è proprio lì che si può iniziare a lavorare. La paura di guidare diventa simbolo di una paura più ampia: quella di esporsi, di sbagliare, di non essere abbastanza preparata a gestire il mondo fuori. Eppure, nella vita di tutti i giorni, come dice, non si sente così. Questo ci dice che non è la persona “incapace”, ma che è questa situazione specifica a toccare qualcosa di più vulnerabile dentro di lei.
Confrontarsi continuamente con gli altri, con chi “guida tranquillamente”, può solo peggiorare il senso di frustrazione. Ma ognuno ha i suoi tempi, e le sue battaglie. Lei sta già affrontando la sua, con coraggio e determinazione. Ha cominciato a fare piccoli tratti, a esporsi gradualmente, e questo approccio è quello più efficace. Procedere per gradi, espandere pian piano la zona di sicurezza, rinforzare le esperienze positive: questo è il cuore del lavoro.
Accanto a questo percorso pratico, può essere molto utile lavorare sul piano emotivo e cognitivo, per trasformare l’idea di sé non in base a ciò che “non riesce” a fare, ma a partire da ciò che sta cercando di costruire. Spesso, dietro l’ansia, si nasconde una parte di sé che ha solo bisogno di essere accolta, rassicurata, valorizzata. E un percorso psicologico, anche breve, può aiutarla a riscrivere questa parte con maggiore fiducia e gentilezza verso se stessa.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Il fatto che lei riesca comunque a guidare se accompagnata è un segnale importante: ci dice che, al di là dei sintomi che sperimenta, ha già in sé le risorse per farcela. L’ansia che descrive (il fiato corto, il volto arrossato, la tensione allo stomaco) è una reazione del corpo che, in modo automatico, si attiva di fronte a qualcosa che viene percepito come pericoloso o incerto. Ma ciò che spesso ci fa soffrire non è tanto l’ansia in sé, quanto il significato che le attribuiamo.
Lei stessa si chiede: “non credo in me stessa?” e forse è proprio lì che si può iniziare a lavorare. La paura di guidare diventa simbolo di una paura più ampia: quella di esporsi, di sbagliare, di non essere abbastanza preparata a gestire il mondo fuori. Eppure, nella vita di tutti i giorni, come dice, non si sente così. Questo ci dice che non è la persona “incapace”, ma che è questa situazione specifica a toccare qualcosa di più vulnerabile dentro di lei.
Confrontarsi continuamente con gli altri, con chi “guida tranquillamente”, può solo peggiorare il senso di frustrazione. Ma ognuno ha i suoi tempi, e le sue battaglie. Lei sta già affrontando la sua, con coraggio e determinazione. Ha cominciato a fare piccoli tratti, a esporsi gradualmente, e questo approccio è quello più efficace. Procedere per gradi, espandere pian piano la zona di sicurezza, rinforzare le esperienze positive: questo è il cuore del lavoro.
Accanto a questo percorso pratico, può essere molto utile lavorare sul piano emotivo e cognitivo, per trasformare l’idea di sé non in base a ciò che “non riesce” a fare, ma a partire da ciò che sta cercando di costruire. Spesso, dietro l’ansia, si nasconde una parte di sé che ha solo bisogno di essere accolta, rassicurata, valorizzata. E un percorso psicologico, anche breve, può aiutarla a riscrivere questa parte con maggiore fiducia e gentilezza verso se stessa.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Forse la tua ansia parte da altro, è un sintomo che proviene da un trauma precedente. A mio parere dovresti parlarne con qualcuno, nel frattempo affronta questa difficoltà un giorno alla volta, a piccoli tratti acquistando così un giorno alla volta un pò più di fiducia in te stessa.
Buongiorno, ho letto il suo messaggio e la ringrazio.
Ho compreso la situazione.
In lei, anche solo da questo messaggio, si denota una certa volontà di capirsi e di andare a fondo, individuando strategie adeguate e che le consentano di essere davvero a suo agio anche alla guida. Bene, già è un ottimo elemento di partenza questo. Inoltre, un altro aspetto positivo è che non si sia bloccata, ma che si dedichi a compiere piccoli tratti e in zone in cui si sente più sicura. Sta già compiendo una sorta di esposizione. La tecnica espositiva, ad esempio, può rivelarsi molto utile in certi casi e potrebbe essere interessante approfondirla anche nella sua situazione.
Detto ciò, mi sentirei di dirle di prendere in considerazione l'eventualità di intraprendere un percorso di conoscenza di sé, che le permetta anche di individuare le risposte che cerca e che le permetta di trovare metodi funzionali per sé stessa.
Mi permetto anche di dirle che penso proprio che potrebbe ottenere risultati soddisfacenti, anche in termini di maggiore consapevolezza. Potrà, così, mettere da parte definitivamente certi pensieri e sentirsi più sicura in generale.
Resto a disposizione, buona giornata.
Ho compreso la situazione.
In lei, anche solo da questo messaggio, si denota una certa volontà di capirsi e di andare a fondo, individuando strategie adeguate e che le consentano di essere davvero a suo agio anche alla guida. Bene, già è un ottimo elemento di partenza questo. Inoltre, un altro aspetto positivo è che non si sia bloccata, ma che si dedichi a compiere piccoli tratti e in zone in cui si sente più sicura. Sta già compiendo una sorta di esposizione. La tecnica espositiva, ad esempio, può rivelarsi molto utile in certi casi e potrebbe essere interessante approfondirla anche nella sua situazione.
Detto ciò, mi sentirei di dirle di prendere in considerazione l'eventualità di intraprendere un percorso di conoscenza di sé, che le permetta anche di individuare le risposte che cerca e che le permetta di trovare metodi funzionali per sé stessa.
Mi permetto anche di dirle che penso proprio che potrebbe ottenere risultati soddisfacenti, anche in termini di maggiore consapevolezza. Potrà, così, mettere da parte definitivamente certi pensieri e sentirsi più sicura in generale.
Resto a disposizione, buona giornata.
Gentilissima, è chiaro che il suo problema non è grave ed è circoscritto, ma per superarlo occorrono costanza e tenacia. Per superarlo possiamo fornire qualche consiglio, ma occorre poi allenarsi e per questo sarebbe utile la presenza di un terapeuta. Il metodo che consiglio è quello denominato "terapia strategica breve", largamente diffusa in Italia. Una tecnica spesso usata è quella di "evitare di evitare", ma anzi di "cercare di stare peggio" in momenti brevi e ben limitati. Un altro metodo è quello di "spostare l'attenzione", per esempio sforzandosi di mantenere una velocità esatta, ad es. 55 km ora, naturalmente in un tratto libero dal traffico, oppure di contare alcuni oggetti sulla strada o altro. Infine si possono imparare tecniche di rilassamento col respiro per poi applicarle quando aumenta l'ansia. Come vede ci sono varie possibilità, ma lo spazio e il tempo mi impedisce di spiegarle per esteso.Cordialmente. dr. Tacchini
Buongiorno!
Le consiglierei di iniziare un percorso psicologico, magari con un terapeuta di indirizzo cognitivo-comportamentale. Questo approccio fornisce degli strumenti pratici tramite i quali riuscirà sicuramente a superare questa paura!
In bocca al lupo!
Le consiglierei di iniziare un percorso psicologico, magari con un terapeuta di indirizzo cognitivo-comportamentale. Questo approccio fornisce degli strumenti pratici tramite i quali riuscirà sicuramente a superare questa paura!
In bocca al lupo!
La fobia della guida spesso può rappresentare la manifestazione sintomatica di un disagio psichico più profondo, spesso funge da canale espressivo per conflitti interiori o paure non direttamente connesse al contesto automobilistico. Se ci pensiamo bene, l'auto (il guidare, il volante, la direzione da prendere) rappresenta un'autonomia, un'indipendenza, il prendersi carico della propria direzione di vita. Tale evitamento, connessa alla paura concreta di guidare, può essere dunque letto come espressione di una paura di una crescita, di un'evoluzione, di un cambiamento. Potrebbe altresì trattarsi di una manifestazione di un conflitto evolutivo: il desiderio di indipendenza che si scontra con l'angoscia di separazione, responsabilità e perdita di controllo.
Buongiorno, dev'essere davvero faticoso guidare con quest'ansia forte che le mozza il respiro e pesa come un macigno. Riprendere a guidare facendo piccoli tratti e in zone isolate è un ottimo modo per esporsi gradualmente a queste sensazioni spiacevoli, riuscendo piano piano a far loro un po' di spazio. Le propongo un piccolo esperimento: la prossima volta, invece di guidare nonostante l'ansia, provi a salire in macchina insieme alla sua ansia immaginando di farla salire al posto del passeggero e, ogni volta che la sua mente vagherà e la porterà a notare il fiato corto, il macigno sullo stomaco e i pensieri diventeranno pesanti, ricordandole la presenza di questo passeggero ingombrante, provi a riportare con delicatezza la sua completa attenzione verso quello che sta facendo. Cercare di combattere con le emozioni, infatti, è come cercare di spingere un pallone sott’acqua: più lo tieni giù, più in alto salterà quando lo lasci andare. Per qualsiasi dubbio e chiarimento resto a sua disposizione. Un caro saluto.
Ciao, l'ansia a volte può diventare insidiosa, ci aiuta a prevenire e anticipare eventuali pericoli però a volte si impegna un pò troppo e iniziamo a evitare quello che ci spaventa.
Evitare in qualche modo la rinforza e attraversarla e imparare a starci dentro piano piano a piccoli passi la smorza. Puoi provare a esporti a piccole dosi o se ne senti la necessità rivolgerti a un professionista.
Evitare in qualche modo la rinforza e attraversarla e imparare a starci dentro piano piano a piccoli passi la smorza. Puoi provare a esporti a piccole dosi o se ne senti la necessità rivolgerti a un professionista.
Ciao,
la macchina è fonte di tanti pensieri, alcuni legati ad una autonomia, altri ad una sorta di corazza che ci protegge...credo che la tua questione sia più qui.
In un valido percorso di terapia potresti trovare le risposte che cerchi.
Un caro saluto
Lavinia
la macchina è fonte di tanti pensieri, alcuni legati ad una autonomia, altri ad una sorta di corazza che ci protegge...credo che la tua questione sia più qui.
In un valido percorso di terapia potresti trovare le risposte che cerchi.
Un caro saluto
Lavinia
Gentile utente un percorso di supporto psicologico potrebbe aiutarla.
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online
Dott. Luca Rochdi
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
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Dott. Luca Rochdi
Gentile utente, da quello che leggo quando prova a mettersi alla guida sperimenta tutti i sintomi tipici dell'ansia; agitazione, fiato corto, rossore, peso allo stomaco e questo la mette in difficoltà anche perché immagino possa sentirsi meno propensa ad affrontare eventuali pericoli in questo stato. Il mio consiglio è quello di continuare a guidare per piccoli tratti finché non sente che l'ansia si abbassa e continuare così per tutto il tempo di cui ha bisogno.
Buon lavoro!
Buon lavoro!
Grazie per aver condiviso questa esperienza con tanta onestà e consapevolezza. La paura di guidare, o amaxofobia, è molto più comune di quanto si pensi, e il fatto che lei stia già affrontando questa sfida con piccoli passi è un ottimo segnale.
I sintomi che descrive - l'ansia, il fiato corto, l'arrossamento del viso, la sensazione di peso allo stomaco - sono manifestazioni tipiche di una risposta ansiosa. Non si tratta di "non essere capace" o di qualche sua mancanza personale, ma di una reazione emotiva comprensibile davanti a un'attività che il nostro cervello può percepire come rischiosa.
Il suo interrogarsi "perché io non riesco?" mentre osserva i coetanei guidare con apparente tranquillità è molto comune. Ricordi però che non vediamo le battaglie interiori degli altri: molti guidatori potrebbero aver attraversato difficoltà simili prima di raggiungere la loro attuale sicurezza.
Ecco alcuni suggerimenti che potrebbero aiutarla:
- Riconosca e accetti questa paura senza giudicarsi. L'auto-compassione è il primo passo verso il cambiamento.
- Continui con l'approccio graduale che ha già iniziato. I piccoli successi costruiranno fiducia nel tempo.
- Pratichi tecniche di rilassamento (respirazione profonda, mindfulness) prima e durante la guida.
- Familiarizzi con l'auto da ferma: sieda al posto di guida, tocchi i comandi, visualizzi le manovre.
- Inizialmente, guidi in orari con poco traffico e in zone familiari.
- Consideri di fare alcune lezioni supplementari con un istruttore di guida esperto, spiegando la sua situazione.
- Provi a modificare il dialogo interno: da "non ce la farò" a "sto imparando e miglioro ogni volta".
Celebri la sua cautela ed i suoi successi! E' indice di saggezza, non di codardia.
Il fatto che riesca a guidare con qualcuno accanto è un ottimo punto di partenza. Gradualmente, potrebbe provare a guidare con questa persona seduta sul sedile posteriore, come passo intermedio verso la guida autonoma.
Ricordi che superare questa paura richiede tempo e pazienza. Non si paragoni agli altri e celebri ogni piccolo progresso. Se l'ansia dovesse persistere intensamente nonostante i suoi sforzi, potrebbe essere utile il supporto di uno psicologo.
Un cordiale saluto.
I sintomi che descrive - l'ansia, il fiato corto, l'arrossamento del viso, la sensazione di peso allo stomaco - sono manifestazioni tipiche di una risposta ansiosa. Non si tratta di "non essere capace" o di qualche sua mancanza personale, ma di una reazione emotiva comprensibile davanti a un'attività che il nostro cervello può percepire come rischiosa.
Il suo interrogarsi "perché io non riesco?" mentre osserva i coetanei guidare con apparente tranquillità è molto comune. Ricordi però che non vediamo le battaglie interiori degli altri: molti guidatori potrebbero aver attraversato difficoltà simili prima di raggiungere la loro attuale sicurezza.
Ecco alcuni suggerimenti che potrebbero aiutarla:
- Riconosca e accetti questa paura senza giudicarsi. L'auto-compassione è il primo passo verso il cambiamento.
- Continui con l'approccio graduale che ha già iniziato. I piccoli successi costruiranno fiducia nel tempo.
- Pratichi tecniche di rilassamento (respirazione profonda, mindfulness) prima e durante la guida.
- Familiarizzi con l'auto da ferma: sieda al posto di guida, tocchi i comandi, visualizzi le manovre.
- Inizialmente, guidi in orari con poco traffico e in zone familiari.
- Consideri di fare alcune lezioni supplementari con un istruttore di guida esperto, spiegando la sua situazione.
- Provi a modificare il dialogo interno: da "non ce la farò" a "sto imparando e miglioro ogni volta".
Celebri la sua cautela ed i suoi successi! E' indice di saggezza, non di codardia.
Il fatto che riesca a guidare con qualcuno accanto è un ottimo punto di partenza. Gradualmente, potrebbe provare a guidare con questa persona seduta sul sedile posteriore, come passo intermedio verso la guida autonoma.
Ricordi che superare questa paura richiede tempo e pazienza. Non si paragoni agli altri e celebri ogni piccolo progresso. Se l'ansia dovesse persistere intensamente nonostante i suoi sforzi, potrebbe essere utile il supporto di uno psicologo.
Un cordiale saluto.
Buongiorno, è comprensibile quello che stai provando. Le emozioni e i sintomi fisici che descrivi sono molto comuni quando ci troviamo davanti a qualcosa che per noi è importante ma che, allo stesso tempo, ci fa paura. L'ansia che descrivi ha un senso, si manifesta per proteggerci quando ci troviamo di fronte a qualcosa che percepiamo come difficile o incerto. E guidare, per molti, non è affatto un gesto semplice o scontato, soprattutto se ci si sente soli e insicuri. Il fatto che, nonostante tutto, tu stia già iniziando a guidare, anche solo in zone isolate e con fatica, è un segnale forte: stai scegliendo di muoverti verso ciò che conta per te, nonostante tu stia provando emozioni complesse da sostenere. Così come stai facendo, puoi iniziare a fare spazio alla paura e alla preoccupazione, imparare a portarle con te per muoverti verso ciò che per te è importante nella tua vita. Ti consiglio un percorso di sostegno terapeutico per comprendere come riuscire ad avvicinarti alla guida un passo alla volta e al contempo riuscire a sostenere le emozioni e i sintomi difficili che ne conseguono. Rimango a disposizione, ricevo online. Un caro saluto, dott.ssa Aurora Calabretto
Buonasera.
Quella che Lei percepisce come una problematica è assolutamente superabile.
Le consiglio di rivolgersi ad una psicoterapia cognitivo-comportamentale per approfondire la questione ansia, come si presenta, in quali situazioni specifiche. Magari andare indietro nella sua storia di vita per capire il perché di queste paure. Fino ad arrivare a quelle che possono essere della paure nucleari dalle quali origina la paura della guida e magari anche altri timori.
Una volta chiariti questi aspetti, in terapia le verrà proposto di affrontare la paura gradualmente per superarla definitivamente.
Dott. Giuseppe Salciarini
Quella che Lei percepisce come una problematica è assolutamente superabile.
Le consiglio di rivolgersi ad una psicoterapia cognitivo-comportamentale per approfondire la questione ansia, come si presenta, in quali situazioni specifiche. Magari andare indietro nella sua storia di vita per capire il perché di queste paure. Fino ad arrivare a quelle che possono essere della paure nucleari dalle quali origina la paura della guida e magari anche altri timori.
Una volta chiariti questi aspetti, in terapia le verrà proposto di affrontare la paura gradualmente per superarla definitivamente.
Dott. Giuseppe Salciarini
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