Salve, sono una ragazza di 20 anni. Vivo con i miei genitori, sono fidanzata da 1 anno con il mio ra

23 risposte
Salve, sono una ragazza di 20 anni. Vivo con i miei genitori, sono fidanzata da 1 anno con il mio ragazzo e sono sempre stata molto responsabile e matura per la mia età sin da piccola, tant’è che mio padre dice di avermi vista sempre come se fossi sempre stata “grande”. Il problema è che adesso non mi lasciano libera di vivere la mia età. Inizialmente mi limitavano nelle uscite per motivi economici, adesso che riesco a pagarmi tutto da sola mi limitano perché secondo loro esco troppo, anche se le uscite si limitano ad essere 3 volte a settimana visto che frequento l’università. Quando esco però mi chiedono di avere un coprifuoco che il sabato è l’1 di notte. Non pretendo di poter tornare alle 5 del mattino ma almeno di non avere un orario stabilito per non avere ansie. Visto anche che il sabato torno comunque entro le 2 e non ho mai fatto più tardi e soprattutto perché non ho una mia macchina e quindi dipendo dal passaggio di altri. Sono sempre stata matura, non sono mai tornata a casa ubriaca, non ho mai fumato e tantomeno fatto uso di droghe e ho sempre dato soddisfazioni per quanto riguarda lo studio. Vi chiedo un consiglio perché non so più come gestire questa situazione, vorrei avere più libertà, andare a dormire dal mio ragazzo senza dover mentire e non avere l’ansia di dir loro che esco e soprattutto senza creare conflitti. Vorrei che mi permettessero di essere più indipendente, visto che non ho mai dato loro problemi. È una situazione che ultimamente mi ha portata a vivere con l’ansia, a non godermi più i momenti in cui esco e ad avere problemi a dormire se si avvicina un evento e devo informarli.
Dott. Valeriano Fiori
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Salve, credo che possa esserle d’aiuto uno spazio tutto suo dove elaborare il suo vissuto emotivo. Ha provato ha confrontarsi con i suoi genitori spiegandogli cosa prova? Comunque, valuti l’idea di intraprendere un percorso psicologico, vedrà che con il tempo riuscirà a gestire meglio la situazione.
Buona giornata.
Dott. Fiori

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Dott.ssa Matilde Ciaccia
Psicologo, Psicologo clinico
Padova
Buonasera, comprendo il disagio che sta vivendo. In questi casi potrebbe essere utile esprimere la sua esigenza di avere maggior fiducia e autonomia da parte dei suoi genitori, facendo loro capire il suo vissuto emotivo rispetto ai limiti che pongono e al contempo cercare di capire che esigenza hanno di porre dei confini così marcati allo scopo di trovare una possibile soluzione in un clima comunicativo disteso e pacifico. Qualora il suo malessere e le sue difficoltà dovessero persistere, allora le consiglierei di richiedere un consulto psicologico per approfondire in modo più appropriato la situazione familiare e i suoi vissuti rispetto a questo e individuare delle possibilità d'azione.
Resto a disposizione. Un caro saluto, Dott.ssa Matilde Ciaccia.
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè posso comprendere il disagio connesso.
Ritengo utile che voi possiate instaurare un dialogo schietto e sincero affinché possiate scambiare pareri e opinioni in merito alla situazione da lei riportata e trovare strategie utili per mediare le esigenze di tutti.
Credo che un consulto psicologico possa aiutarla ad esplorare la questione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Cara utente, perchè non prende in considerazione una consulenza familiare? Ossia parlare con uno specialista di queste dinamiche familiari che la fanno stare così male.
A volte i genitori non sanno stare al passo della crescita dei figli o solo vanno negoziate nuove regole più adatte al momento attuale.
Un intermediario può aiutare a mettere ordine tra ansie e richieste.
Un caro saluto.
Dott.ssa Laura Perdisci
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Cagliari
Gentile utente,
Nella sua situazione, potrebbe esserle utile una consulenza psicologica per poter elaborare il vissuto relativo alla situazione da lei posta. Credo che anche prendere in considerazione un percorso familiare potrebbe essere una buona idea, per poter tutti insieme trovare nuove regole , in linea con la sua evoluzione e anche per poter migliorare la comunicazione tra voi.
Resto a disposizione, un caro saluto
Dott.ssa Laura Perdisci
Dott.ssa Sabrina Zora
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Genova
Buonasera, alla sua età la sfida è iniziare a separarsi dalla famiglia di origine negoziando spazi di sempre maggior autonomia. Sia per i genitori sia per i figli può essere un passaggio delicato che può mettere in crisi l'equilibrio sino ad allora costituitosi. Potrebbe essere utile farsi accompagnare da un collega in questo momento cruciale in cui si sta anche rafforzando la sua identità e i suoi progetti di una maggior autonomia che la traghetteranno verso l'età adulta. Un cordiale saluto
Dott.ssa Anna Paolantonio
Psicologo, Psicoterapeuta, Posturologo
Roma
Salve. Potrebbe affrontare chiaramente l'argomento con i suoi genitori. Trovare insieme un modo per avere più autonomia e libertà. Farsi vedere come l'adulta matura capace di proteggersi e non più come la bambina matura che, forse, continuano a vedere e che vorrebbero continuare a proteggere. Se trova difficoltà valuti la possibilità di intraprendere un percorso psicoterapeutico che possa stimolare la fiducia in sé che può aiutarla ad affermarsi nella vita. Distinti saluti
Dott. Gianmarco Simeoni
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Varese
Buonasera Gentile Utente, mi dispiace per la situazione che sta vivendo. Come già detto dai miei colleghi potrebbe provare a parlare con i suoi genitori, esprimendo chiaramente i suoi bisogni. Mi permetto di dirle che alcune volte è necessario creare degli attriti per poter prendere la propria strada; non sempre esistono soluzioni pacifiche e concordate. Il processo di crescita impone un progressivo allontanamento dalle figure genitoriali e così dalle loro regole e imposizioni. Tutti prima o poi hanno una fase di ribellione: è sano, fa parte del normale sviluppo di ognuno di noi. Chiaramente, la scelta su come muoversi e quali strategie attuare rimane a lei. Cordialmente, dott. Simeoni.
Dott. Emiliano Perulli
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Lecce
Salve,
se ci sono spiragli, potrebbe essere proficuo discutere serenamente la situazione con i suoi genitori.
L'esigenza di maggiore autonomia, la spinta ad una sempre maggiore indipendenza, sono fasi normali e importanti nella storia personale. Talvolta portano a situazioni ansiogene, talvolta causano ribellioni. Se si sente in difficoltà rispetto alla sua situazione, uno spazio personale dove poter elaborare la situazione e valutare strategie utili, potrebbe aiutarla. EP
Dott.ssa Camilla Ballerini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buonasera, certamente dopo aver dimostrato in tutti modi di essere affidabile non si comprende come mai i suoi genitori non la lascino agire come crede meglio per se stessa. Infondo averla considerata già grande da piccola significa che hanno riscontrato in lei comportamenti responsabili. Questo però non li rassicura abbastanza. Il punto forse non è tanto quanto lei sia affidabile o meno ma di cosa abbiano paura loro ad oggi. Domandarlo e approfondire questo con loro può essere un buon punto di partenza. Dopodiché sarà necessario prendere una posizione diversa per se stessa, decidere di sperimentare la propria indipendenza senza necessariamente avere l'approvazione a tutti i costi.
Rimango a disposizione se lo ritiene necessario, anche online.
Dott.ssa Camilla Ballerini
Dott. Felice Schettini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno. Credo possa esserle d'aiuto un confronto aperto ed onesto con i suoi genitori, attraverso il quale possano emergere chiaramente i suoi bisogni, la propria lecita esigenza di essere maggiormente indipendente ecc., insieme ai vissuti che questo genera nei suoi genitori.
Se sentisse la necessità di avere uno spazio per esplorare maggiormente la sua esperienza con il supporto di un professionista potrà certamente contattarne uno/a. Un saluto, Dott. Felice Schettini
Dott.ssa Concetta Fagone
Psicologo, Psicoterapeuta
Torino
Gentile utente, provi a cercare il dialogo con i suoi genitori e spiegare con toni pacati ma fermi quali sono i suoi bisogni e quali sono i suoi vissuti emotivi legati a questa situazione. Se sente che il confronto con loro non porta a delle evoluzioni, le consiglio di affidarsi al supporto di un professionista. Resto a disposizione per un consulto.
Un caro saluto,
dott.ssa Concetta Fagone
Dott.ssa Franca Vocaturi
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Torino
Buonasera,
la sua è un'esigenza più che comprensibile. Forse i suoi genitori faticano a vederla adulta e autonoma, forse inconsciamente non sono pronti a lasciarla andare. Non si perda d'animo e porti avanti la sua battaglia, faccia presenti i suoi bisogni, con fermezza. Può darsi che questo porti al conflitto, che qualche volta è inevitabile, per crescere. Quello che conta è sentire che lei lo può affrontare, che non è di per sè negativo, se serve ad affermare se stessa. Si può confliggere mantenendo il rispetto e l'amore.
Resto a sua disposizione, anche online.
Dott.ssa Franca Vocaturi
Dott.ssa Luciana Harari
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Buonasera,comprendo le sue esigenze di maggior libertà ! Provi ad appoggiarsi ad una brava psicoterapeuta per trovare il coraggio di affrontare i suoi genitori ed iniziare un percorso di sua maggiore autonomia con maggiore fiducia nelle sue risorse anche se sono un po' troppo limitate dai suoi genitori Un caro augurio Dottssa Luciana Harari
Dott.ssa Valeria Vitiello
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta
Napoli
Gentile Utente, comprendo molto bene quello che scrive, da psicologa ma soprattutto da figlia. Lei è stata una bambina che non ha mai dato problemi, educata e rispettosa. E ora che è nel pieno dell'età della ribellione, dell'istintualità e dello svincolo, chiedere una maggiore libertà ai suoi genitori sembrerebbe d'obbligo. Purtroppo certi passaggi evolutivi, certi cambiamenti, faticano a compiersi quando vi sono dinamiche irrisolte, mancanza di fiducia, comunicazione poco efficace e paure varie ad ostacolarli. Un percorso familiare vi aiuterebbe a confrontarvi in modo più sano e a rispettare le esigenze di crescita e cambiamento di ognuno di voi. Un percorso individuale potrebbe invece aiutarla a smaltire questi vissuti e questa rabbia che sente nei confronti dei suoi genitori e a raggiungere gradualmente e in modo sano l'autonomia personale a cui ambisce. Resto a sua disposizione. Saluti, dott.ssa Valeria Vitiello
Dr. Davide Barone
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
buonasera la sua richiesta di autonomia è comprensibile e sana e fa parte del suo processo di crescita, forse i suoi genitori non sono ancora pronti a considerarla una persona adulta e individuata, ad accettare un cambiamento che coivolge tutto il sistema famiglia. Ne parli apertamente con loro, potrebbe esserle utile una consulenza psicologica per gestire nel modo più costruttivo le emozioni che sta provando in questa fase particolare della sua vita.
cordiali saluti
Dott.ssa Maria Lombardo
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Meta
Buonasera, mi spiace per ciò che sta vivendo. Ho tante curiosità in merito a questa situazione, la più banale è sapere se lei ha fratelli o sorelle, magari potrebbero essere una risorsa per lei. Ha ben chiaro la situazione se vuole una consulenza familiare potrebbe esserle di supporto, partendo prima da lei per una visione approfondita e specifica. Quando vuole, ci sono! Saluti dott.ssa Lombardo psicologa-psicoterapeuta
Dr. Ugo Ungaro
Psicologo, Psicoterapeuta
L'Aquila
Salve, sicuramente avrà parlato con le persone che le sono care di queste sue difficoltà e certamente avrà già avuto molte indicazioni su casa fare tutte basate su buon senso e tutte fornite da persone che si interessano a lei. Ora se lei scrive su un sito dove rispondono esperti in psicoterapia sicuramente ci sarà u serio motivo e forse l'attenzione va posta proprio su questo punto. Perché e fonte di disagio modificare un equilibrio. Nel corso del tempo è normale che le esigenze si modificano ed allora perché è così complicato fare una cosa normale. Il tema delle regole sembra molto interessante ma si tratta solo di una ipotesi che merita solo di essere approfondita e convalidata. Valuti lei se è una buona possibilità approfondire questo tema che parte da "...sono sempre stata molto responsabile e matura per la mia età sin da piccola," e che oggi mal si adatta ai bisogni di una donna. Un cordiale saluto
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Cara ragazza,

sarebbe opportuno approfondire le dinamiche relazionali tra lei e i suoi in un contesto diverso da quello di casa, come potrebbe essere ad esempio quello di un setting di terapia familiare. Questo le consentirebbe di aprire un confronto con loro, in un ambiente protetto all'interno del quale ciascuno potrebbe esprimere le proprie preoccupazioni e le proprie perplessità in merito alla situazione da lei descritta.
L'obiettivo della terapia è ridurre e risolvere lo stato di sofferenza della famiglia considerando le dinamiche familiari in relazione a tutte le principali aree del ciclo di vita.
Potrebbe aiutare ciascuno di voi a trovare la propria dimensione e anche lei nel trovare la strada dell' autonomia tenendo conto del sentimento di appartenenza in quanto fattore cardine per la crescita e la sua stessa individuazione.

Un caro saluto
Dottor Diego Ferrara
Dott.ssa Eloisa Iellici
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Bergamo
Gentilissima, grazie per la domanda. Innanzitutto vedo che contrariamente alla maggior parte delle persone, che decidono di ignorare i propri disagi o nascondere le proprie sofferenze, lei sta cercando attivamente una soluzione a una situazione che certamente ha riconosciuto come problematica. Sembrerà banale, ma se ci riflette noterà che spesso tendiamo a prenderci cura di noi stessi meno di quanto facciamo per il nostro animale domestico.
Alla sua età è abbastanza tipico vedere delle situazioni di conflittualità tra genitori e figli, spesso dovute al crescente bisogno di indipendenza! Lei sembra aver deciso di prendersi cura di sé. Sebbene il primo passo l'abbia fatto nel cercare una risposta, mi creda che anche per piccoli problemi non è possibile trovare una rapida soluzione on-line. Invece, anche un percorso di poche sedute con un professionista, in grado di fornirle un suo spazio d'ascolto, può essere risolutore.
Rimango volentieri a disposizione,
Eloisa Iellici
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Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buonasera, trovo il suo discorso corretto e coerente. Perché non lo espone, allo stesso modo ai suoi genitori? L'obiettivo dovrebbe essere metterli di fronte alle motivazioni sottostanti a questo comportamento. Può anche chiedere a che età pensano di darle autonomie maggiori. Se non dessero spiegazioni plausibili, allora il problema di fondo potrebbero essere fantasie sottostanti non razionalizzate, per le quali sarebbe proficuo richiedere una consulenza familiare. Le auguro il meglio.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott.ssa Alice Vetro
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno, il conflitto che prova tra il rispetto delle regole familiari e il soddisfacimento della propria indipendenza è comprensibile ed avviene spesso proprio a quest’età. Il passaggio da adolescente a giovane adulto è un cambiamento complesso da entrambe le parti (genitori e figli) e ci vuole tempo affinché si stabilizzi un nuovo equilibrio e tanta tanta comunicazione. Oltre a chiedere ciò che vorrebbe provi anche a spiegare come la fa sentire la situazione. Provi ad entrare in una comunicazione empatica che parli di lei e delle sue emozioni in modo tale che sia più semplice per i suoi genitori capire non solo la richiesta esplicita ma anche le implicazioni emotive che le restrizioni comportano. Dall’altro lato provi anche lei a capire cosa sta dietro alle regole che i suoi genitori le impongono. Il venirvi incontro reciprocamente potrebbe favorire la negoziazione di regole più flessibili e maggiormente condivise che tengano in considerazioni i bisogni di entrambe le parti.
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Salve, la ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità e chiarezza ciò che sta vivendo. Il suo messaggio trasmette un forte senso di frustrazione, ma anche una grande maturità e desiderio di equilibrio. Da come scrive, si percepisce una ragazza responsabile, consapevole delle proprie azioni, che ha sempre cercato di fare le cose “per bene” e che ora si trova a vivere una fase molto delicata: il passaggio verso una maggiore autonomia in un contesto familiare che sembra non essere ancora pronto a riconoscerla pienamente. Nel percorso di crescita personale, è normale che a un certo punto emerga il bisogno di libertà, di indipendenza e di autodeterminazione. Questo bisogno non significa voler “rompere” con la famiglia o essere irrispettosi, al contrario, rappresenta un segnale di sviluppo sano. Lei è già entrata da tempo in questa fase di passaggio tra la dipendenza tipica dell’infanzia e l’autonomia dell’età adulta, e sta cercando un modo per far convivere questo cambiamento con la presenza e le regole dei suoi genitori. In un’ottica cognitivo-comportamentale, possiamo guardare a questa situazione come a un intreccio tra pensieri, emozioni e comportamenti. I limiti che le vengono imposti dai suoi genitori non sono solo delle regole esterne, ma si traducono dentro di lei in pensieri come “non mi vedono per quello che sono”, “non si fidano di me” o “per essere amata devo sempre fare tutto perfettamente”. Questi pensieri generano ansia, senso di colpa, irritazione, e in alcuni casi la portano a sentire la necessità di mentire o nascondere parti della sua vita. Questo non perché lei voglia manipolare o ferire, ma perché si sente costretta in una situazione che non le permette di essere autentica. È importante riconoscere quanto sia difficile trovarsi a vivere in un contesto che non rispecchia il proprio grado di maturità. Quando qualcuno è cresciuto “in fretta”, come nel suo caso, può succedere che gli altri continuino a percepirlo attraverso schemi rigidi, che non si aggiornano col tempo. Suo padre, per esempio, dice di averla sempre vista come “grande”, e paradossalmente questo può aver creato in lui l’aspettativa che lei continui a essere impeccabile, responsabile, prevedibile. Ma l’adultità non è sinonimo di controllo assoluto o assenza di bisogni: è anche esplorazione, libertà, errore, autonomia. A livello pratico, quello che può fare è cercare di affrontare il problema in modo graduale e comunicativo. Quando le emozioni sono molto intense, è difficile essere ascoltati con attenzione: il primo passo, quindi, è prepararsi a esprimere ciò che sente in un momento tranquillo, usando un linguaggio che parta da sé, dal proprio vissuto emotivo, più che da un’accusa. Ad esempio, può dire: “Mi rendo conto che avete a cuore la mia sicurezza e vi ringrazio per questo. Ma vorrei parlarvi di come mi sento quando ho dei limiti che non rispecchiano la mia realtà. Mi sento in ansia, mi sento meno libera, e questo influisce sul mio benessere”. Questo tipo di comunicazione assertiva, tipica dell’approccio cognitivo-comportamentale, permette di ridurre i conflitti e favorire la collaborazione. Un’altra riflessione importante riguarda la gestione dell’ansia. Quando una persona si sente costantemente sotto pressione, come nel suo caso rispetto alle uscite o al dover “dire come stanno le cose”, il corpo e la mente iniziano a rispondere con sintomi chiari: insonnia, tensione, pensieri anticipatori negativi. In questi casi, può essere molto utile lavorare sulla regolazione dell’ansia attraverso tecniche specifiche, come il respiro consapevole, l’esposizione graduale alle situazioni temute, e soprattutto la ristrutturazione dei pensieri disfunzionali. Ad esempio, può iniziare a osservare i pensieri del tipo “se dico la verità litigheremo” o “se chiedo più libertà sembrerò ingrata” e domandarsi se siano davvero utili e realistici, oppure se ci siano altri modi di vedere la situazione. Infine, vorrei sottolineare che il bisogno di libertà non è qualcosa che deve essere giustificato con “ho sempre fatto tutto bene”. Lei non deve “meritarsi” l’autonomia come se fosse un premio: è parte naturale del suo percorso. Se continuerà a vivere con il peso di dover sempre dimostrare di essere perfetta per avere un po’ di libertà, il rischio è che inizi a provare risentimento verso sé stessa e verso chi le sta vicino. Continui ad ascoltarsi, a rispettarsi e a difendere in modo sano i suoi bisogni. Non si tratta di ribellarsi, ma di fare spazio alla persona adulta che sta diventando, anche quando questo implica il disaccordo degli altri. Crescere, in fondo, significa proprio questo: imparare a scegliere chi si vuole essere, pur nel rispetto di chi ci ha accompagnato finora. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero

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