Salve, sono una ragazza di 16 anni quasi 17, mi trovo in un momento della mia vita in cui sto cerca
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Salve, sono una ragazza di 16 anni quasi 17,
mi trovo in un momento della mia vita in cui sto cercando di capire meglio il mio orientamento sessuale, mi vergogno a parlare di questo ma visto che è una cosa che penso ogni giorno ossessivamente penso che parlarne sia meglio. mi ricordo che già all’ età di 5 anni mi colpiva molto il corpo femminile, ero fortemente ossessionata da una fata delle winx, e quando la vedevo rimanevo incantata.
Non ci ho mai pensato a quell’età, nemmeno sapevo che due donne potessero stare insieme. Alle elementari si iniziava a parlare di praticare autoerotismo, e visto che ho capito che i miei compagni lo facevano io incuriosita ho iniziato a farlo, avevo 9-10 anni, ho cominciato a farlo su video dove erano presenti un uomo ed una donna, premetto che l’ho iniziato a fare solo perché tutti i miei compagni lo facevano.
Con il passare del tempo più o meno a 12 anni iniziai a vedere gli uomini in modo diverso, quando guardavo video spinti etero sentivo fastidio nel vedere un uomo lì, e provavo una forte tristezza nei confronti della donna nel vederla fare quelle cose con un uomo, a dirla breve mi veniva il voltastomaco totale nel vedere una donna fare quelle cose ad un uomo. Sentivo come se il mio cuore mi diceva che io non sarei mai arrivata a fare quelle cose con un uomo, e smisi di guardarli per un po’, specifico che non vedevo porno, perché so perfettamente che non sono la realtà, infatti finivo in video non affatto pornografici ma l’effetto era lo stesso. anche se guardarli mi eccitava ma leggermente, sentivo che la cosa non mi apparteneva affatto. nello stesso periodo vidi per caso due donne che si baciavano ed ho provato una bellissima sensazione che non riesco a spiegarmi nei minimi dettagli tipo mi sono sentita libera, come che fossi destinata ad una donna. Ho iniziato a immaginarmi intimamente e la cosa mi dava tranquillità a differenza di un uomo.
Intorno i 13 anni mi sono piaciuti due ragazzi, non credo di esser mai arrivata al livello di innamoramento, ma se pensavo a qualcosa di intimo con uno di loro mi veniva il voltastomaco totale, lo vedevo come una costrizione, anche se so che era presto e non sarebbe successo nulla di ciò.
nello stesso periodo ho iniziato a pensare alle donne ma non in modo serio, dopo un po’ la cosa diventava seria e ci ho iniziato a pensare sopra, più passava e più vedevo le donne attraenti,ho iniziato a vedere video spinti dove c’erano 2 donne e mi eccitava tremendamente, così ho iniziato a pensare di essere lesbica perché avevo fretta di avere un etichetta.
poco tempo dopo ho provato a farmi piacere gli uomini ma la cosa era sempre la stessa, il pensiero di qualcosa di intimo con loro mi creava repulsione, il mio pensiero era ormai solo sulle donne.
Non ero molto sicura su questa cosa, ma ha iniziato a piacermi una ragazza, la pensavo ossessivamente tutti i giorni, lei mi stordiva completamente, avevo capito di essermi innamorata di lei, non mi era mai successo di provare quelle sensazioni con un uomo.
ho amato quella donna con una spontaneità che so che non avrei avuto con un uomo.
Immaginarmi in intimità non mi creava l’effetto che mi facevano gli uomini, anzi mi creava l’esatto contrario.
dopo poco l’ho detto in famiglia. Mia madre mi ha accettato per modo di dire, mentre mia sorella no, quando ne ha la possibilità fa battute su questo, alcune volte anche mio fratello, ma è piccolo e non lo prendo tanto in considerazione. Mia madre ha detto che forse sono così perché mio padre non è mai stato veramente presente, ma io non riesco a vedere il collegamento con questo, per me non significa assolutamente niente. tante volte mia madre ha fatto battute, inizialmente mi diceva che era una malattia e più di una volta mi ha detto di essere sprecata per stare con una donna, mi chiede di tenere segreta questa mia cosa perché non è un vanto. mi ha anche detto Dio ha creato uomo e donna per un motivo, da quella frase ho iniziato a pensare che sarei finita all’inferno, questo pensiero mi tormenta ancora. poco tempo fa per “testarlo” ancora di più ho iniziato a rivedere video spinti etero, e l’effetto che mi faceva era il solito, provavo voltastomaco perché la sento come una costrizione, il mio corpo reagisce proprio male guardando. Mi dava sempre fastidio vedere un uomo lì, mi creava dispiacere nel vedere una donna fare quelle cose ad un uomo, ed un forte disgusto nel veder un uomo toccare una donna, mi veniva proprio un rifiuto, avevo repulsione solo ad immaginare di essere al posto di lei. Infatti finivo sempre instintivamente a guardare due donne, mi sento totalmente a mio agio. attualmente la domanda me la faccio di meno, non so il motivo per il quale me la faccio ma sento anche una forte pressione familiare e sociale che mi spinge a farmela, io provo a pensare agli uomini ma non mi riesco a vedere un futuro con loro, non la sento una cosa che mi appartiene a differenza delle donne. Sento che stare con un uomo sia più spinta da una cosa all’infuori di me, infatti quando penso se starei con un uomo mi chiedo “ma è quello che voglio o perché sarebbe più accettabile?” E sento come se la mia risposta è l’ultima. Quando mi immagino con un uomo e come se sento di non rispettare i miei sentimenti, se starei con un uomo tradirei profondamente me stessa, ed io non voglio farlo, come se quando penso agli uomini il mio cuore mi ferma e mi fa pensare alle donne. ma il punto e che non li riesco a vedere come vedo le donne, li vedo come se loro non dovrebbero far parte della mia vita ma allo stesso tempo forse senza nulla di intimo ci starei,ma sono convinta che se starò con un uomo penserei ossessivamente alle donne, e come se da sempre sento di essere nata per amare una donna. riuscirei tranquillamente a farlo con una donna ma solo al pensiero con un uomo mi fa schifo. L’amore che provo verso le donne non riesco a spiegarlo ma è come se fosse più vero e forte,
Mi incanta la loro delicatezza,la loro femminilità mi stordisce completamente, amo il loro sguardo,le mani,il corpo,il sorriso, i loro lineamenti così dolci. Mi sento come se una parte di me mi spinga a farmi piacere gli uomini ma allo stesso tempo l’altra parte pensa solo alle donne. mi sono innamorata solo di donne per ora e non penso la cosa cambierà. premetto che non ho avuto un padre molto presente nella mia vita, ed non ho visto una bella storia tra mamma e papà. anche se io credo non centri nulla. con la mia psicologa siamo entrati nel discorso sul modo in cui io mi attaccherò agli uomini (lei non sa che a me non piacciono.) dopo quella seduta non so il motivo ma mi sono sentita scombussolata al massimo. lo dirò a lei ma ho la sensazione che poi penserà che sono così perché non ho avuto un buon esempio come padre. Non mi sento destinata a vivere accanto ad un uomo, ad essere sua moglie, a svegliarmi accanto a lui, e come se il mio cuore si rifiutasse, e non mi sentirei me stessa accanto ad uno.
grazie mille per una vostra opinione.
mi trovo in un momento della mia vita in cui sto cercando di capire meglio il mio orientamento sessuale, mi vergogno a parlare di questo ma visto che è una cosa che penso ogni giorno ossessivamente penso che parlarne sia meglio. mi ricordo che già all’ età di 5 anni mi colpiva molto il corpo femminile, ero fortemente ossessionata da una fata delle winx, e quando la vedevo rimanevo incantata.
Non ci ho mai pensato a quell’età, nemmeno sapevo che due donne potessero stare insieme. Alle elementari si iniziava a parlare di praticare autoerotismo, e visto che ho capito che i miei compagni lo facevano io incuriosita ho iniziato a farlo, avevo 9-10 anni, ho cominciato a farlo su video dove erano presenti un uomo ed una donna, premetto che l’ho iniziato a fare solo perché tutti i miei compagni lo facevano.
Con il passare del tempo più o meno a 12 anni iniziai a vedere gli uomini in modo diverso, quando guardavo video spinti etero sentivo fastidio nel vedere un uomo lì, e provavo una forte tristezza nei confronti della donna nel vederla fare quelle cose con un uomo, a dirla breve mi veniva il voltastomaco totale nel vedere una donna fare quelle cose ad un uomo. Sentivo come se il mio cuore mi diceva che io non sarei mai arrivata a fare quelle cose con un uomo, e smisi di guardarli per un po’, specifico che non vedevo porno, perché so perfettamente che non sono la realtà, infatti finivo in video non affatto pornografici ma l’effetto era lo stesso. anche se guardarli mi eccitava ma leggermente, sentivo che la cosa non mi apparteneva affatto. nello stesso periodo vidi per caso due donne che si baciavano ed ho provato una bellissima sensazione che non riesco a spiegarmi nei minimi dettagli tipo mi sono sentita libera, come che fossi destinata ad una donna. Ho iniziato a immaginarmi intimamente e la cosa mi dava tranquillità a differenza di un uomo.
Intorno i 13 anni mi sono piaciuti due ragazzi, non credo di esser mai arrivata al livello di innamoramento, ma se pensavo a qualcosa di intimo con uno di loro mi veniva il voltastomaco totale, lo vedevo come una costrizione, anche se so che era presto e non sarebbe successo nulla di ciò.
nello stesso periodo ho iniziato a pensare alle donne ma non in modo serio, dopo un po’ la cosa diventava seria e ci ho iniziato a pensare sopra, più passava e più vedevo le donne attraenti,ho iniziato a vedere video spinti dove c’erano 2 donne e mi eccitava tremendamente, così ho iniziato a pensare di essere lesbica perché avevo fretta di avere un etichetta.
poco tempo dopo ho provato a farmi piacere gli uomini ma la cosa era sempre la stessa, il pensiero di qualcosa di intimo con loro mi creava repulsione, il mio pensiero era ormai solo sulle donne.
Non ero molto sicura su questa cosa, ma ha iniziato a piacermi una ragazza, la pensavo ossessivamente tutti i giorni, lei mi stordiva completamente, avevo capito di essermi innamorata di lei, non mi era mai successo di provare quelle sensazioni con un uomo.
ho amato quella donna con una spontaneità che so che non avrei avuto con un uomo.
Immaginarmi in intimità non mi creava l’effetto che mi facevano gli uomini, anzi mi creava l’esatto contrario.
dopo poco l’ho detto in famiglia. Mia madre mi ha accettato per modo di dire, mentre mia sorella no, quando ne ha la possibilità fa battute su questo, alcune volte anche mio fratello, ma è piccolo e non lo prendo tanto in considerazione. Mia madre ha detto che forse sono così perché mio padre non è mai stato veramente presente, ma io non riesco a vedere il collegamento con questo, per me non significa assolutamente niente. tante volte mia madre ha fatto battute, inizialmente mi diceva che era una malattia e più di una volta mi ha detto di essere sprecata per stare con una donna, mi chiede di tenere segreta questa mia cosa perché non è un vanto. mi ha anche detto Dio ha creato uomo e donna per un motivo, da quella frase ho iniziato a pensare che sarei finita all’inferno, questo pensiero mi tormenta ancora. poco tempo fa per “testarlo” ancora di più ho iniziato a rivedere video spinti etero, e l’effetto che mi faceva era il solito, provavo voltastomaco perché la sento come una costrizione, il mio corpo reagisce proprio male guardando. Mi dava sempre fastidio vedere un uomo lì, mi creava dispiacere nel vedere una donna fare quelle cose ad un uomo, ed un forte disgusto nel veder un uomo toccare una donna, mi veniva proprio un rifiuto, avevo repulsione solo ad immaginare di essere al posto di lei. Infatti finivo sempre instintivamente a guardare due donne, mi sento totalmente a mio agio. attualmente la domanda me la faccio di meno, non so il motivo per il quale me la faccio ma sento anche una forte pressione familiare e sociale che mi spinge a farmela, io provo a pensare agli uomini ma non mi riesco a vedere un futuro con loro, non la sento una cosa che mi appartiene a differenza delle donne. Sento che stare con un uomo sia più spinta da una cosa all’infuori di me, infatti quando penso se starei con un uomo mi chiedo “ma è quello che voglio o perché sarebbe più accettabile?” E sento come se la mia risposta è l’ultima. Quando mi immagino con un uomo e come se sento di non rispettare i miei sentimenti, se starei con un uomo tradirei profondamente me stessa, ed io non voglio farlo, come se quando penso agli uomini il mio cuore mi ferma e mi fa pensare alle donne. ma il punto e che non li riesco a vedere come vedo le donne, li vedo come se loro non dovrebbero far parte della mia vita ma allo stesso tempo forse senza nulla di intimo ci starei,ma sono convinta che se starò con un uomo penserei ossessivamente alle donne, e come se da sempre sento di essere nata per amare una donna. riuscirei tranquillamente a farlo con una donna ma solo al pensiero con un uomo mi fa schifo. L’amore che provo verso le donne non riesco a spiegarlo ma è come se fosse più vero e forte,
Mi incanta la loro delicatezza,la loro femminilità mi stordisce completamente, amo il loro sguardo,le mani,il corpo,il sorriso, i loro lineamenti così dolci. Mi sento come se una parte di me mi spinga a farmi piacere gli uomini ma allo stesso tempo l’altra parte pensa solo alle donne. mi sono innamorata solo di donne per ora e non penso la cosa cambierà. premetto che non ho avuto un padre molto presente nella mia vita, ed non ho visto una bella storia tra mamma e papà. anche se io credo non centri nulla. con la mia psicologa siamo entrati nel discorso sul modo in cui io mi attaccherò agli uomini (lei non sa che a me non piacciono.) dopo quella seduta non so il motivo ma mi sono sentita scombussolata al massimo. lo dirò a lei ma ho la sensazione che poi penserà che sono così perché non ho avuto un buon esempio come padre. Non mi sento destinata a vivere accanto ad un uomo, ad essere sua moglie, a svegliarmi accanto a lui, e come se il mio cuore si rifiutasse, e non mi sentirei me stessa accanto ad uno.
grazie mille per una vostra opinione.
Gentile,
se potesse smettere di giustificarsi, cosa rimarrebbe chiaro?
Forse non è l’etichetta il punto, ma il diritto di riconoscersi senza doversi difendere.
Un caro saluto,
Dr. Giorgio De Giorgi
se potesse smettere di giustificarsi, cosa rimarrebbe chiaro?
Forse non è l’etichetta il punto, ma il diritto di riconoscersi senza doversi difendere.
Un caro saluto,
Dr. Giorgio De Giorgi
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Cara ragazza, innanzitutto ti ringrazio per aver avuto il coraggio di condividere una parte così intima di te stessa. Quello che stai vivendo è un percorso profondamente personale e delicato, e il fatto che tu stia cercando di comprenderlo con questa sincerità è già un segno di grande maturità.
L’orientamento sessuale è una parte naturale e autentica della nostra identità, non è qualcosa che si sceglie, né tantomeno che dipende da quanto un padre sia stato presente o meno nella vita di una persona. La tua attrazione verso le donne, così come il disagio e la repulsione che provi all’idea di relazionarti intimamente con un uomo, parlano chiaramente di ciò che ti fa sentire te stessa. Non serve forzarsi a rientrare in schemi dettati dagli altri o dalla società, specialmente quando questi ti allontanano dalla tua autenticità.
È comprensibile che le pressioni familiari e sociali ti facciano sorgere dubbi e insicurezze. Tuttavia, ciò che conta davvero è come tu ti senti, ciò che desideri, e la serenità che trovi nell’immaginarti accanto a chi ti fa stare bene. L’amore, per essere vero, deve essere libero, spontaneo e rispettoso della propria identità.
Le tue esperienze, sin da piccola, raccontano di un’attrazione profonda e naturale verso le donne, e il disagio che provi immaginandoti in relazioni eterosessuali non è qualcosa da correggere o da spiegare con teorie che non ti appartengono. Non sei “sbagliata”, né “sprecata”. Essere lesbica non è una malattia né una deviazione, ma una delle tante espressioni della sessualità umana.
È importante che tu continui a parlare di ciò che senti, in uno spazio sicuro e non giudicante. Le tue emozioni meritano di essere accolte e rispettate. Per questo, sarebbe utile e consigliato per approfondire il tuo percorso rivolgersi ad uno specialista che sappia offrirti un supporto adeguato, con competenze specifiche su tematiche legate all’identità sessuale e all’accettazione di sé.
Con affetto e professionalità,
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
L’orientamento sessuale è una parte naturale e autentica della nostra identità, non è qualcosa che si sceglie, né tantomeno che dipende da quanto un padre sia stato presente o meno nella vita di una persona. La tua attrazione verso le donne, così come il disagio e la repulsione che provi all’idea di relazionarti intimamente con un uomo, parlano chiaramente di ciò che ti fa sentire te stessa. Non serve forzarsi a rientrare in schemi dettati dagli altri o dalla società, specialmente quando questi ti allontanano dalla tua autenticità.
È comprensibile che le pressioni familiari e sociali ti facciano sorgere dubbi e insicurezze. Tuttavia, ciò che conta davvero è come tu ti senti, ciò che desideri, e la serenità che trovi nell’immaginarti accanto a chi ti fa stare bene. L’amore, per essere vero, deve essere libero, spontaneo e rispettoso della propria identità.
Le tue esperienze, sin da piccola, raccontano di un’attrazione profonda e naturale verso le donne, e il disagio che provi immaginandoti in relazioni eterosessuali non è qualcosa da correggere o da spiegare con teorie che non ti appartengono. Non sei “sbagliata”, né “sprecata”. Essere lesbica non è una malattia né una deviazione, ma una delle tante espressioni della sessualità umana.
È importante che tu continui a parlare di ciò che senti, in uno spazio sicuro e non giudicante. Le tue emozioni meritano di essere accolte e rispettate. Per questo, sarebbe utile e consigliato per approfondire il tuo percorso rivolgersi ad uno specialista che sappia offrirti un supporto adeguato, con competenze specifiche su tematiche legate all’identità sessuale e all’accettazione di sé.
Con affetto e professionalità,
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Cara, grazie per la tua condivisione.
L'orientamento sessuale non ha nulla a che fare con l'assenza (o la presenza) genitoriale o con malattie fisiche o psicologiche.
È semplicemente una delle infinte possibilità di essere e credo che tu, come chiunque, debba cogliere al massimo questa possibilità. Sul motivo per cui invece senti così tanto la pressione sociale e familiare, lavorerei in terapia perché probabilmente è quella la costrizione che devi attenzionare più che il tuo orientamento sessuale (che è del tutto naturale), per darti la possibilità di vivere liberamente e esprimerti in modo autentici.
Ti faccio i miei migliori auguri per questo percorso, affinché tu possa scoprire che l'amore che puoi dare e ricevere non ha sesso.
Un caro saluto,
Dott.ssa Francomano Ilaria
L'orientamento sessuale non ha nulla a che fare con l'assenza (o la presenza) genitoriale o con malattie fisiche o psicologiche.
È semplicemente una delle infinte possibilità di essere e credo che tu, come chiunque, debba cogliere al massimo questa possibilità. Sul motivo per cui invece senti così tanto la pressione sociale e familiare, lavorerei in terapia perché probabilmente è quella la costrizione che devi attenzionare più che il tuo orientamento sessuale (che è del tutto naturale), per darti la possibilità di vivere liberamente e esprimerti in modo autentici.
Ti faccio i miei migliori auguri per questo percorso, affinché tu possa scoprire che l'amore che puoi dare e ricevere non ha sesso.
Un caro saluto,
Dott.ssa Francomano Ilaria
La ringrazio profondamente per aver condiviso con tanta sincerità e coraggio il suo vissuto interiore. Le sue parole sono dense di riflessioni, emozioni, paure e consapevolezze che rivelano una grande sensibilità e una profonda voglia di capire se stessa. Parlare di questi aspetti, specie alla sua età e in un contesto familiare che sembra poco accogliente, richiede davvero molta forza, e il fatto che lei stia cercando un confronto già ora è un passo importante, maturo e assolutamente degno di rispetto. Nel percorso di crescita, soprattutto durante l’adolescenza, è normale attraversare fasi di confusione o di esplorazione rispetto all’identità sessuale. Il cervello, il corpo e l’identità sono in continuo mutamento, ed è naturale che emergano domande, incertezze, bisogni di chiarificazione. Tuttavia, ciò che lei descrive non è affatto solo una "fase": nelle sue parole si percepisce una coerenza emotiva e affettiva rispetto all’attrazione che prova verso le donne. Quello che lei racconta (dal modo in cui reagisce ai pensieri o alle immagini che coinvolgono gli uomini, fino alla spontaneità e all’intensità con cui vive l’interesse e l’innamoramento verso le donne) indica che c’è un orientamento che sta cercando di affermarsi con naturalezza dentro di lei. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, è importante distinguere tra ciò che sente autenticamente dentro di sé e i pensieri automatici o le credenze imposte dall’ambiente, che possono interferire nel processo di accettazione. Spesso, le persone che crescono in contesti dove ci sono giudizi negativi sull’omosessualità sviluppano pensieri intrusivi come “non andrò bene”, “deluderò gli altri”, “Dio mi punirà”, che generano ansia, senso di colpa o confusione. È fondamentale riconoscere che questi pensieri non sono la sua verità, ma il frutto di schemi appresi dall’esterno, spesso senza alcun fondamento reale o scientifico. Lei ha già una grande consapevolezza: quando si chiede se le piacerebbe stare con un uomo “perché è ciò che voglio o perché sarebbe più accettabile?”, sta facendo un passaggio chiave nella differenziazione tra ciò che è autentico e ciò che è appreso. La risposta che si dà (cioè che stare con un uomo sarebbe tradire sé stessa) è forte, chiara, e merita ascolto. È un’indicazione profonda di autenticità e autodeterminazione. La repulsione che prova nell’immaginarsi in intimità con un uomo e il conforto che invece prova pensando a una relazione con una donna non sono "stranezze" né sintomi, ma segnali preziosi che il suo corpo, il suo cuore e la sua mente le stanno inviando per guidarla verso una direzione coerente con la sua identità affettiva. È molto importante riconoscere e rispettare questi segnali. Cercare di forzarsi in una direzione contraria non solo non funzionerebbe, ma creerebbe molto dolore psicologico. Comprendo quanto possa essere difficile portare avanti questa esplorazione in una famiglia che non accoglie pienamente la sua esperienza. Quando le viene detto che “è una malattia” o che “è sprecata per stare con una donna”, non è solo una mancanza di rispetto, è anche un messaggio che tenta di invalidare la sua identità. In questi casi, ciò che può aiutare è costruire una rete di persone sicure e accoglienti: amici, adulti di fiducia, una terapeuta, persone con esperienze simili alla sua, che possano fare da specchio positivo e le diano conferma che non c’è nulla di sbagliato in lei. È anche legittimo che senta un certo disagio nel parlare apertamente con la sua psicologa, soprattutto se ha timore che la sua esperienza venga letta in chiave “patologica”, come una conseguenza dell’assenza paterna. Ma un terapeuta competente non si limita a spiegare tutto in termini di carenze familiari. Piuttosto, dovrebbe aiutarla a dare voce e valore alla sua esperienza soggettiva, a distinguere i condizionamenti culturali dai bisogni reali, e a costruire un’identità serena e coerente con ciò che sente. Se riesce, le suggerisco di parlarne apertamente con la sua psicologa: a volte il solo fatto di portare in terapia questi pensieri permette di ridurre la loro forza ansiogena e di sentirsi più liberi. Infine, le dico con chiarezza una cosa: non esiste alcun collegamento scientificamente valido tra l’orientamento sessuale e la presenza o l’assenza di un genitore. L’orientamento sessuale è parte della nostra identità, emerge naturalmente e non è il prodotto di traumi o mancanze. Non è una scelta, non è una malattia, e non è un errore. È solo un modo autentico di amare e di sentirsi attratti. E lei ha tutto il diritto di viverlo pienamente, liberamente, e senza vergogna. Lei non è sbagliata. Lei è semplicemente se stessa. E non ha nulla da temere nell’ascoltarsi. Se c’è un futuro che la fa sentire viva, accolta, amata, è proprio quello che merita di vivere, qualunque forma possa avere. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Comprendo profondamente il tuo disagio e la tua necessità di esplorare questi sentimenti così personali. Ciò che emerge dal tuo racconto è un percorso interiore autentico, una ricerca di te stessa che stai affrontando con onestà e coraggio, nonostante le tue paure e le pressioni esterne.
Le tue prime esperienze, come l'attrazione verso la fata delle Winx, potrebbero essere interpretate come una precoce manifestazione di un'affinità verso il femminile. La tua reazione ai contenuti che vedevano coinvolti uomini e donne, con quel senso di disagio e persino repulsione verso la figura maschile in quel contesto, e la contemporanea sensazione di liberazione e naturalezza provata nel vedere due donne insieme, sono segnali importanti del tuo sentire.
L'infatuazione per i ragazzi durante l'adolescenza, pur non sfociando in un desiderio intimo, è un'esperienza comune durante la crescita. Tuttavia, la tua reazione fisica e emotiva al solo pensiero di intimità con loro, in contrasto con la tranquillità e l'eccitazione che provi immaginando interazioni intime con donne, sembra indicare una direzione chiara del tuo desiderio.
L'amore che descrivi di aver provato per quella ragazza, un sentimento spontaneo e intenso che non hai sperimentato con gli uomini, rafforza ulteriormente questa percezione. La tua difficoltà a immaginarti un futuro accanto a un uomo, sentendolo quasi come un tradimento della tua autenticità, è un'indicazione potente di dove risiede il tuo vero sentire.
Le reazioni della tua famiglia, in particolare i commenti di tua madre e tua sorella, aggiungono un ulteriore livello di complessità al tuo percorso. La tendenza di tua madre a voler trovare una "causa" esterna, come l'assenza paterna, per il tuo orientamento, sebbene possa nascere da una sua difficoltà ad accettare, non sminuisce in alcun modo la validità dei tuoi sentimenti. È importante che tu sappia che l'orientamento sessuale è una parte intrinseca di chi sei e non una conseguenza di dinamiche familiari.
Il tuo timore che la tua psicologa possa interpretare la tua attrazione per le donne come una conseguenza della mancanza di una figura paterna è comprensibile. Tuttavia, uno psicologo competente dovrebbe accogliere la tua esplorazione senza preconcetti, aiutandoti a comprendere te stessa più profondamente, indipendentemente da ipotetiche cause esterne.
Le tue riflessioni sulla pressione sociale e familiare che ti spinge a interrogarti sul tuo orientamento, nonostante tu senta una chiara affinità per le donne, sono molto acute. La tua domanda interiore "ma è quello che voglio o perché sarebbe più accettabile?" rivela una profonda consapevolezza del tuo desiderio di autenticità.
Il tuo sentire di essere "nata per amare una donna" è un'affermazione potente della tua identità in evoluzione. L'incanto che provi verso la femminilità, descritto con tanta delicatezza, parla chiaramente di dove il tuo cuore si sente realmente a casa.
È del tutto naturale che tu stia attraversando un periodo di esplorazione e di domande. Ciò che conta è che tu stia ascoltando la tua voce interiore e i tuoi sentimenti più autentici. Parlare con la tua psicologa di queste tue riflessioni sarà un passo importante nel tuo percorso di comprensione di te stessa. Ricorda che il tuo orientamento sessuale è una parte di te, unica e valida.
Le tue prime esperienze, come l'attrazione verso la fata delle Winx, potrebbero essere interpretate come una precoce manifestazione di un'affinità verso il femminile. La tua reazione ai contenuti che vedevano coinvolti uomini e donne, con quel senso di disagio e persino repulsione verso la figura maschile in quel contesto, e la contemporanea sensazione di liberazione e naturalezza provata nel vedere due donne insieme, sono segnali importanti del tuo sentire.
L'infatuazione per i ragazzi durante l'adolescenza, pur non sfociando in un desiderio intimo, è un'esperienza comune durante la crescita. Tuttavia, la tua reazione fisica e emotiva al solo pensiero di intimità con loro, in contrasto con la tranquillità e l'eccitazione che provi immaginando interazioni intime con donne, sembra indicare una direzione chiara del tuo desiderio.
L'amore che descrivi di aver provato per quella ragazza, un sentimento spontaneo e intenso che non hai sperimentato con gli uomini, rafforza ulteriormente questa percezione. La tua difficoltà a immaginarti un futuro accanto a un uomo, sentendolo quasi come un tradimento della tua autenticità, è un'indicazione potente di dove risiede il tuo vero sentire.
Le reazioni della tua famiglia, in particolare i commenti di tua madre e tua sorella, aggiungono un ulteriore livello di complessità al tuo percorso. La tendenza di tua madre a voler trovare una "causa" esterna, come l'assenza paterna, per il tuo orientamento, sebbene possa nascere da una sua difficoltà ad accettare, non sminuisce in alcun modo la validità dei tuoi sentimenti. È importante che tu sappia che l'orientamento sessuale è una parte intrinseca di chi sei e non una conseguenza di dinamiche familiari.
Il tuo timore che la tua psicologa possa interpretare la tua attrazione per le donne come una conseguenza della mancanza di una figura paterna è comprensibile. Tuttavia, uno psicologo competente dovrebbe accogliere la tua esplorazione senza preconcetti, aiutandoti a comprendere te stessa più profondamente, indipendentemente da ipotetiche cause esterne.
Le tue riflessioni sulla pressione sociale e familiare che ti spinge a interrogarti sul tuo orientamento, nonostante tu senta una chiara affinità per le donne, sono molto acute. La tua domanda interiore "ma è quello che voglio o perché sarebbe più accettabile?" rivela una profonda consapevolezza del tuo desiderio di autenticità.
Il tuo sentire di essere "nata per amare una donna" è un'affermazione potente della tua identità in evoluzione. L'incanto che provi verso la femminilità, descritto con tanta delicatezza, parla chiaramente di dove il tuo cuore si sente realmente a casa.
È del tutto naturale che tu stia attraversando un periodo di esplorazione e di domande. Ciò che conta è che tu stia ascoltando la tua voce interiore e i tuoi sentimenti più autentici. Parlare con la tua psicologa di queste tue riflessioni sarà un passo importante nel tuo percorso di comprensione di te stessa. Ricorda che il tuo orientamento sessuale è una parte di te, unica e valida.
Buongiorno, inizio con il dire che la fase di vita che lei sta attraversando è una fase di esplorazione e definizione di sè, accompagnata da cambiamenti molto profondi, rapida evoluzione e grande tumulto a livello emotivo. L'identità sessuale, con tutte le sue componenti, emerge in parallelo con la crescita e la definizione identitaria. L'orientamento sessuale nello specifico è qualcosa che si sente ed emerge nel corso della vita, non esiste un "giusto" o uno "sbagliato" quando si parla di attrazione, ma è vero che il nostro sentire è fortemente influenzato dalla società e dall'ambiente che ci circonda.
Il mio consiglio è quello di stare in ascolto di ciò che sente, tenendo a mente che la sessualità è fluida, cambia ed evolve con noi, e che la componente fondamentale del benessere è ciò che ci permette di rimanere in linea con ciò che sentiamo essere giusto per noi stess3.
Sicuramente parlare con la sua psicologa di questi dubbi potrà essere un pezzo fondamentale del vostro percorso insieme.
Cordiali saluti,
Sara Magri
Il mio consiglio è quello di stare in ascolto di ciò che sente, tenendo a mente che la sessualità è fluida, cambia ed evolve con noi, e che la componente fondamentale del benessere è ciò che ci permette di rimanere in linea con ciò che sentiamo essere giusto per noi stess3.
Sicuramente parlare con la sua psicologa di questi dubbi potrà essere un pezzo fondamentale del vostro percorso insieme.
Cordiali saluti,
Sara Magri
Grazie per aver condiviso un aspetto così delicato e intimo...Mi sembra che lei stia vivendo un conflitto profondo e doloroso tra ciò che sente autenticamente dentro di sè e ciò che le sembra aspettarsi da lei il contesto attorno, familiare e sociale. È molto importante che lei possa dare voce a tutto questo, senza sentirsi giudicata.
Mi colpisce come lei abbia una consapevolezza lucida su ciò che prova – su ciò che la attrae e ciò che la repelle – e su come queste sensazioni non sembrano legate a una ferita o a una reazione, ma a un sentire suo, profondo, che descrive come presente fin da piccola. Questo non esclude che la sua storia familiare sia importante, mi sembra di capire che in parte contribuisca a farla sentire confusa, sbagliata, al punto che si chiede se verrà "punita" per questo... rispetto alla sua domanda "ma è quello che voglio o perchè sarebbe più accettabile?", mi sento di dirle che immagino quanta fatica possa esserci nel riuscire a farsi spazio in un mondo dove il giudizio – spesso implicito, a volte anche esplicito – rischia di influenzare profondamente come ci percepiamo, e addirittura chi sentiamo di poter essere. Mi sembra importante riconoscere quanto coraggio ci voglia nel dare ascolto a ciò che sente davvero, al di là delle aspettative esterne. Sono certa che il primo passo possa farlo lei nell'accettare quello che sente, provando a dare ascolto a quelli che sono i suoi vissuti, le sue emozioni, provando a dedicarsi il giusto tempo e spazio. Le auguro un futuro vittorioso d'amore.
Mi colpisce come lei abbia una consapevolezza lucida su ciò che prova – su ciò che la attrae e ciò che la repelle – e su come queste sensazioni non sembrano legate a una ferita o a una reazione, ma a un sentire suo, profondo, che descrive come presente fin da piccola. Questo non esclude che la sua storia familiare sia importante, mi sembra di capire che in parte contribuisca a farla sentire confusa, sbagliata, al punto che si chiede se verrà "punita" per questo... rispetto alla sua domanda "ma è quello che voglio o perchè sarebbe più accettabile?", mi sento di dirle che immagino quanta fatica possa esserci nel riuscire a farsi spazio in un mondo dove il giudizio – spesso implicito, a volte anche esplicito – rischia di influenzare profondamente come ci percepiamo, e addirittura chi sentiamo di poter essere. Mi sembra importante riconoscere quanto coraggio ci voglia nel dare ascolto a ciò che sente davvero, al di là delle aspettative esterne. Sono certa che il primo passo possa farlo lei nell'accettare quello che sente, provando a dare ascolto a quelli che sono i suoi vissuti, le sue emozioni, provando a dedicarsi il giusto tempo e spazio. Le auguro un futuro vittorioso d'amore.
Ciao, da come descrivi la tua situazione e le riflessioni che hai fatto, si vede che ci hai speso del tempo per analizzare ogni possibile scenario e sei arrivata ad una conclusione: la mia famiglia mi accetterebbe di più se amassi gli uomini, ma io non riesco e non voglio farlo. Ecco che con la tua psicologa potrai analizzare quanto il peso delle aspettative familiari sia per te costrittivo e determinante, riuscendo a darci il giusto peso per iniziare la tua vita adulta in libertà.
Ciao,
stai affrontando con molta consapevolezza e sensibilità un tema complesso e importante come l’orientamento sessuale. È normale sentirsi confusi o in conflitto, soprattutto se intorno a te ci sono aspettative, giudizi o pressioni che fanno dubitare di quello che senti nel profondo.
Da quello che racconti, sembri avere una direzione chiara verso ciò che ti fa stare bene e ti fa sentire te stessa, anche se è comprensibile che i dubbi possano riaffacciarsi, soprattutto quando si vive in un contesto che tende a mettere in discussione la propria autenticità.
L’orientamento sessuale non dipende dalla storia familiare o dall’assenza di un genitore: è una parte naturale di te, che non ha bisogno di essere spiegata, ma solo accolta. Parlare di questi vissuti in terapia può aiutarti a fare chiarezza e a rafforzare la fiducia in ciò che senti, senza paura di essere giudicata o ridotta a un “perché”.
Ti auguro di poterti dare tempo e ascolto, con rispetto e gentilezza verso te stessa. Non c’è una strada giusta per tutti, c’è la tua.
Un caro saluto.
stai affrontando con molta consapevolezza e sensibilità un tema complesso e importante come l’orientamento sessuale. È normale sentirsi confusi o in conflitto, soprattutto se intorno a te ci sono aspettative, giudizi o pressioni che fanno dubitare di quello che senti nel profondo.
Da quello che racconti, sembri avere una direzione chiara verso ciò che ti fa stare bene e ti fa sentire te stessa, anche se è comprensibile che i dubbi possano riaffacciarsi, soprattutto quando si vive in un contesto che tende a mettere in discussione la propria autenticità.
L’orientamento sessuale non dipende dalla storia familiare o dall’assenza di un genitore: è una parte naturale di te, che non ha bisogno di essere spiegata, ma solo accolta. Parlare di questi vissuti in terapia può aiutarti a fare chiarezza e a rafforzare la fiducia in ciò che senti, senza paura di essere giudicata o ridotta a un “perché”.
Ti auguro di poterti dare tempo e ascolto, con rispetto e gentilezza verso te stessa. Non c’è una strada giusta per tutti, c’è la tua.
Un caro saluto.
Buongiorno gentile Utente, la ringrazio innanzitutto per aver trovato il coraggio di scrivere queste parole con tanta sincerità e profondità. È evidente che sta vivendo un momento molto delicato e complesso della sua vita interiore, e che ha una sensibilità straordinaria nel cogliere le sfumature del suo sentire. Il suo racconto è intenso, carico di pensieri e vissuti profondi, ma anche segnato da una forte necessità di verità, di autenticità e di libertà. Tutto questo non è affatto banale, e anzi mostra una maturità interiore che merita attenzione e rispetto.
Il suo percorso, anche se la fa sentire in confusione e spesso sotto pressione, è assolutamente umano. La ricerca della propria identità, in particolare quella legata all’orientamento affettivo e sessuale, è qualcosa che in adolescenza può diventare centrale, urgente, persino totalizzante. Questo succede soprattutto quando ci si sente in contrasto con aspettative familiari, culturali o religiose che spingono in una direzione diversa da ciò che si avverte dentro di sé. La sua consapevolezza e la chiarezza con cui riesce a descrivere ciò che prova, ciò che desidera e ciò che la mette a disagio, è già una forma importante di conoscenza di sé.
Lei descrive con grande precisione quello che molti adolescenti, e anche adulti, vivono quando cercano di definire la propria identità in un contesto che non sempre accoglie con apertura la diversità. L’oscillazione tra il desiderio di aderire a ciò che sarebbe più accettato e il bisogno di restare fedeli a ciò che si sente veramente è una tensione molto forte, e comprendo quanto possa essere faticosa. Le reazioni di chi le sta vicino, come sua madre o sua sorella, aggiungono purtroppo un carico emotivo ulteriore. Le frasi che ha ricevuto, anche quando pronunciate con leggerezza, possono ferire profondamente, soprattutto se mettono in dubbio la validità del suo modo di amare o addirittura la fanno sentire "sbagliata". Ma ciò che sentiamo autenticamente dentro di noi non può essere ridotto a un errore o a una mancanza. L’orientamento sessuale non è una reazione a qualcosa che ci è mancato, ma fa parte della nostra natura più profonda, e lei lo sta esplorando con grande onestà.
Sento anche il suo timore che l’ambiente in cui è cresciuta possa indurre gli altri a giudicare o spiegare il suo orientamento come una “conseguenza” di un padre poco presente o di una storia familiare complessa. È un timore che comprendo. Ma la invito a non lasciarsi intrappolare in questa semplificazione. I contesti familiari ci influenzano, certo, ma non determinano in modo meccanico ciò che amiamo o chi scegliamo di amare. Se oggi il suo cuore le parla in un’unica direzione, se immaginarsi accanto a una donna la fa sentire intera, viva, serena, allora è giusto che lei ascolti quella voce. Non è una voce sbagliata. È la sua.
Comprendo anche la difficoltà nel condividere tutto questo con la sua psicologa. Parlare della propria identità può far paura, perché temiamo di essere fraintesi, ridotti a spiegazioni o teorie. Ma il compito di un terapeuta non è quello di incasellare o correggere, bensì di accogliere e accompagnare. Se sente che può fidarsi di lei, le parli. Dirle quello che prova non è solo un atto di verità, ma può diventare anche un modo per alleggerire il peso che sente sulle spalle e ritrovare un senso di coerenza interna.
Lei non è sola. E soprattutto, non c’è nulla in lei che vada "aggiustato" o "curato". È una giovane donna che sta cercando di conoscersi nel modo più sincero possibile. Questo è un atto di coraggio, non di debolezza. Riconoscere ciò che si ama, ciò che si desidera, e ciò che ci fa sentire noi stessi, è uno dei cammini più importanti che possiamo fare nella vita. E lei lo sta già facendo.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Il suo percorso, anche se la fa sentire in confusione e spesso sotto pressione, è assolutamente umano. La ricerca della propria identità, in particolare quella legata all’orientamento affettivo e sessuale, è qualcosa che in adolescenza può diventare centrale, urgente, persino totalizzante. Questo succede soprattutto quando ci si sente in contrasto con aspettative familiari, culturali o religiose che spingono in una direzione diversa da ciò che si avverte dentro di sé. La sua consapevolezza e la chiarezza con cui riesce a descrivere ciò che prova, ciò che desidera e ciò che la mette a disagio, è già una forma importante di conoscenza di sé.
Lei descrive con grande precisione quello che molti adolescenti, e anche adulti, vivono quando cercano di definire la propria identità in un contesto che non sempre accoglie con apertura la diversità. L’oscillazione tra il desiderio di aderire a ciò che sarebbe più accettato e il bisogno di restare fedeli a ciò che si sente veramente è una tensione molto forte, e comprendo quanto possa essere faticosa. Le reazioni di chi le sta vicino, come sua madre o sua sorella, aggiungono purtroppo un carico emotivo ulteriore. Le frasi che ha ricevuto, anche quando pronunciate con leggerezza, possono ferire profondamente, soprattutto se mettono in dubbio la validità del suo modo di amare o addirittura la fanno sentire "sbagliata". Ma ciò che sentiamo autenticamente dentro di noi non può essere ridotto a un errore o a una mancanza. L’orientamento sessuale non è una reazione a qualcosa che ci è mancato, ma fa parte della nostra natura più profonda, e lei lo sta esplorando con grande onestà.
Sento anche il suo timore che l’ambiente in cui è cresciuta possa indurre gli altri a giudicare o spiegare il suo orientamento come una “conseguenza” di un padre poco presente o di una storia familiare complessa. È un timore che comprendo. Ma la invito a non lasciarsi intrappolare in questa semplificazione. I contesti familiari ci influenzano, certo, ma non determinano in modo meccanico ciò che amiamo o chi scegliamo di amare. Se oggi il suo cuore le parla in un’unica direzione, se immaginarsi accanto a una donna la fa sentire intera, viva, serena, allora è giusto che lei ascolti quella voce. Non è una voce sbagliata. È la sua.
Comprendo anche la difficoltà nel condividere tutto questo con la sua psicologa. Parlare della propria identità può far paura, perché temiamo di essere fraintesi, ridotti a spiegazioni o teorie. Ma il compito di un terapeuta non è quello di incasellare o correggere, bensì di accogliere e accompagnare. Se sente che può fidarsi di lei, le parli. Dirle quello che prova non è solo un atto di verità, ma può diventare anche un modo per alleggerire il peso che sente sulle spalle e ritrovare un senso di coerenza interna.
Lei non è sola. E soprattutto, non c’è nulla in lei che vada "aggiustato" o "curato". È una giovane donna che sta cercando di conoscersi nel modo più sincero possibile. Questo è un atto di coraggio, non di debolezza. Riconoscere ciò che si ama, ciò che si desidera, e ciò che ci fa sentire noi stessi, è uno dei cammini più importanti che possiamo fare nella vita. E lei lo sta già facendo.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Ciao,
Capisco che tu stia vivendo un momento di grande riflessione e confusione, e hai fatto bene a condividerlo. L'orientamento sessuale è una parte intima e profonda di noi stessi, e non dipende dall'ambiente o dalle esperienze familiari: si tratta di chi sei e di ciò che senti autentico per te. Il fatto che ti senta più a tuo agio e attratta dalle donne è una parte della tua identità, e merita rispetto e comprensione. Parlane con la tua psicologa con serenità: un buon professionista è lì per ascoltarti e supportarti, non per giudicarti. Esprimere ciò che provi è il primo passo verso una maggiore consapevolezza e accettazione di te stessa. Non c'è nulla di sbagliato in quello che senti.
Janett Aruta
Psicologa - ricevo su MioDottore e in Studio a Palermo
Capisco che tu stia vivendo un momento di grande riflessione e confusione, e hai fatto bene a condividerlo. L'orientamento sessuale è una parte intima e profonda di noi stessi, e non dipende dall'ambiente o dalle esperienze familiari: si tratta di chi sei e di ciò che senti autentico per te. Il fatto che ti senta più a tuo agio e attratta dalle donne è una parte della tua identità, e merita rispetto e comprensione. Parlane con la tua psicologa con serenità: un buon professionista è lì per ascoltarti e supportarti, non per giudicarti. Esprimere ciò che provi è il primo passo verso una maggiore consapevolezza e accettazione di te stessa. Non c'è nulla di sbagliato in quello che senti.
Janett Aruta
Psicologa - ricevo su MioDottore e in Studio a Palermo
Ciao,
capisco la confusione e tutte le difficoltà che affronti ma il mio consiglio è quello di parlarne liberamente con la tua psicologa: vedrai che non sarà prevenuta, non ti giudicherà e, soprattutto, saprà aiutarti a scoprire e vivere la tua sessualità nel modo migliore
Dott. Giacomo Bonetti
capisco la confusione e tutte le difficoltà che affronti ma il mio consiglio è quello di parlarne liberamente con la tua psicologa: vedrai che non sarà prevenuta, non ti giudicherà e, soprattutto, saprà aiutarti a scoprire e vivere la tua sessualità nel modo migliore
Dott. Giacomo Bonetti
La tua scelta di orientamento sessuale mi sembra chiara, non lasciarti influenzare da ciò che ti dicono gli altri, vivila con serenità, è la TUA vita e sono le TUE scelte.
Cara ragazza,
prima di tutto, voglio dirti che non devi avere assolutamente paura del giudizio riguardo al tuo orientamento sessuale e voglio anche ringraziarti per aver posto questa domanda, perché purtroppo molti ragazz* adolescenti e giovani adulti si trovano a vivere questa esperienza, spesso schiacciati dalla paura di un giudizio o dalle aspettative che vengono proiettati dalla società (quali genitori, fratelli o sorelle, parenti, amici). L’orientamento è una parte naturale e profonda di chi sei, non è una scelta né un errore, e deve essere accolto con rispetto e orgoglio, soprattutto da te stessa. Non sei obbligata a seguire nessun modello imposto dall’esterno, né a forzarti a provare sentimenti che non nascono spontaneamente dentro di te, il fatto che ti devono piacere gli uomini non è un ordine o un obbligo superiore. Riguardo a ciò che hai detto sull’assenza di una figura paterna, è importante chiarire che non ci sono prove scientifiche o cliniche che colleghino direttamente la mancanza del padre a un orientamento sessuale. La sessualità è molto più complessa e profonda. In alcuni casi, e voglio sottolineare che si tratta di eccezioni, l’assenza paterna può influenzare le dinamiche affettive e relazionali, portando, ad esempio, a una possibile attrazione verso figure maschili più grandi che simboleggiano quella presenza mancante. Ma questo non determina “chi” ti può piacere in termini di orientamento, e non trasforma una donna con un orientamento omosessuale in una donna con orientamento eterosessuale, né viceversa. Mi preme molto anche dirti che non devi sentirti obbligata a cercare in tutti i modi di farti piacere gli uomini o avere una sorta di esperienza per capire se effettivamente non sei attratta, non mortificarti o ricercare una qual si voglia forma di piacere che deriva dalla visione di materiale per adulti che richiami la figura maschile se senti che non è la tua verità. La sessualità non si costruisce per dovere, né per pressione sociale o familiare. Forzarti in quella direzione ti farebbe solo del male e ti allontanerebbe ulteriormente da te stessa, portandoti con grande probabilità a una frammentazione del sé, e a un non riconoscimento del tuo desiderio. L’amore e il desiderio devono essere liberi, non costruiti su imposizioni proprie o altrui. Dal punto di vista psicoanalitico, il modo in cui stai cercando di capire te stessa è già un segnale positivo in quanto stai ascoltando il tuo mondo interiore e ti stai ponendo domande sincere. La tua consapevolezza, il tuo disagio di fronte alla forzatura e la serenità che provi quando pensi all’intimità con una donna o al corpo di una donna sono indicatori autentici del tuo orientamento. La sofferenza spesso nasce non da “chi siamo”, ma dal tentativo di essere ciò che gli altri si aspettano da noi.
Cordialmente
Dr. Poletti
prima di tutto, voglio dirti che non devi avere assolutamente paura del giudizio riguardo al tuo orientamento sessuale e voglio anche ringraziarti per aver posto questa domanda, perché purtroppo molti ragazz* adolescenti e giovani adulti si trovano a vivere questa esperienza, spesso schiacciati dalla paura di un giudizio o dalle aspettative che vengono proiettati dalla società (quali genitori, fratelli o sorelle, parenti, amici). L’orientamento è una parte naturale e profonda di chi sei, non è una scelta né un errore, e deve essere accolto con rispetto e orgoglio, soprattutto da te stessa. Non sei obbligata a seguire nessun modello imposto dall’esterno, né a forzarti a provare sentimenti che non nascono spontaneamente dentro di te, il fatto che ti devono piacere gli uomini non è un ordine o un obbligo superiore. Riguardo a ciò che hai detto sull’assenza di una figura paterna, è importante chiarire che non ci sono prove scientifiche o cliniche che colleghino direttamente la mancanza del padre a un orientamento sessuale. La sessualità è molto più complessa e profonda. In alcuni casi, e voglio sottolineare che si tratta di eccezioni, l’assenza paterna può influenzare le dinamiche affettive e relazionali, portando, ad esempio, a una possibile attrazione verso figure maschili più grandi che simboleggiano quella presenza mancante. Ma questo non determina “chi” ti può piacere in termini di orientamento, e non trasforma una donna con un orientamento omosessuale in una donna con orientamento eterosessuale, né viceversa. Mi preme molto anche dirti che non devi sentirti obbligata a cercare in tutti i modi di farti piacere gli uomini o avere una sorta di esperienza per capire se effettivamente non sei attratta, non mortificarti o ricercare una qual si voglia forma di piacere che deriva dalla visione di materiale per adulti che richiami la figura maschile se senti che non è la tua verità. La sessualità non si costruisce per dovere, né per pressione sociale o familiare. Forzarti in quella direzione ti farebbe solo del male e ti allontanerebbe ulteriormente da te stessa, portandoti con grande probabilità a una frammentazione del sé, e a un non riconoscimento del tuo desiderio. L’amore e il desiderio devono essere liberi, non costruiti su imposizioni proprie o altrui. Dal punto di vista psicoanalitico, il modo in cui stai cercando di capire te stessa è già un segnale positivo in quanto stai ascoltando il tuo mondo interiore e ti stai ponendo domande sincere. La tua consapevolezza, il tuo disagio di fronte alla forzatura e la serenità che provi quando pensi all’intimità con una donna o al corpo di una donna sono indicatori autentici del tuo orientamento. La sofferenza spesso nasce non da “chi siamo”, ma dal tentativo di essere ciò che gli altri si aspettano da noi.
Cordialmente
Dr. Poletti
stai mostrando una consapevolezza rara per la tua età. Quello che descrivi riflette un ascolto autentico del tuo sentire. Il tuo orientamento non è “causato” da traumi o assenze, ma è parte di chi sei. Meriti amore e rispetto per come sei davvero. Continua a parlare con la tua terapeuta con fiducia: sei sulla strada giusta, anche se faticosa.
Dott.ssa Francesca Gottofredi.
Dott.ssa Francesca Gottofredi.
Buongiorno,
sicuramente la prima cosa importante da fare è parlare apertamente con la psicologa, è inutile mantenere questo segreto, soprattutto con lei. La psicologa non è lì per giudicarti ma per aiutarti a stare meglio. Potrebbe poi essere utile un percorso per aiutare la tua famiglia nell'accettare chi sei e cosa ti piace. Non c'è una cosa giusta e una sbagliata ed è giusto seguire il proprio istinto e non doversi forzare a fare o pensare cose che ci danno il voltastomaco.
Saluti,
Dott.ssa Francesca Torelli
sicuramente la prima cosa importante da fare è parlare apertamente con la psicologa, è inutile mantenere questo segreto, soprattutto con lei. La psicologa non è lì per giudicarti ma per aiutarti a stare meglio. Potrebbe poi essere utile un percorso per aiutare la tua famiglia nell'accettare chi sei e cosa ti piace. Non c'è una cosa giusta e una sbagliata ed è giusto seguire il proprio istinto e non doversi forzare a fare o pensare cose che ci danno il voltastomaco.
Saluti,
Dott.ssa Francesca Torelli
Cara ragazza,
ciò che descrivi è un processo autentico di esplorazione di sé. Il tuo sentire verso le donne, la repulsione verso l’intimità con gli uomini e le emozioni che provi non sono “errori” da correggere, ma parti importanti della tua identità. L’orientamento sessuale non dipende dall’educazione o dalla presenza di un genitore, e non è qualcosa che si “sceglie” o si “spiega”, ma si scopre e si accoglie. È comprensibile sentirsi in conflitto, soprattutto quando la famiglia o l’ambiente non supportano, ma meriti rispetto, ascolto e libertà di essere te stessa. Continua a parlarne nella tua terapia: far emergere ciò che senti è già un grande atto di cura verso te stessa. Un caro saluto.
ciò che descrivi è un processo autentico di esplorazione di sé. Il tuo sentire verso le donne, la repulsione verso l’intimità con gli uomini e le emozioni che provi non sono “errori” da correggere, ma parti importanti della tua identità. L’orientamento sessuale non dipende dall’educazione o dalla presenza di un genitore, e non è qualcosa che si “sceglie” o si “spiega”, ma si scopre e si accoglie. È comprensibile sentirsi in conflitto, soprattutto quando la famiglia o l’ambiente non supportano, ma meriti rispetto, ascolto e libertà di essere te stessa. Continua a parlarne nella tua terapia: far emergere ciò che senti è già un grande atto di cura verso te stessa. Un caro saluto.
Buongiorno grazie per la tua condivisione. Vorrei dirti che non devi darti per forza un’etichetta. Devi sentirti libera di amare chi vuoi, senza lasciarti influenzare dal giudizio degli altri ( so che non è facile). Parla con la tua psicologa di questo, del fatto che non le hai detto che ti piacciono le donne per paura del giudizio. Resto a tua disposizione per maggiore info. Ps: non avere paura di mostrare la tua vera natura, il tuo vero essere. Non sei sbagliata . In bocca al lupo.
Dott.ssa Mariapaola Anania, psicologa clinica, psicosessuologa clinica, psicoterapeuta cognitivo comportamentale in formazione.
Dott.ssa Mariapaola Anania, psicologa clinica, psicosessuologa clinica, psicoterapeuta cognitivo comportamentale in formazione.
Ciao, grazie per aver condiviso qualcosa di così profondo e personale. Hai scritto con una lucidità e una sincerità davvero toccanti, e si sente chiaramente quanto tu stia cercando di capirti, con coraggio, nonostante il peso dei giudizi e delle paure.
Quello che stai vivendo è un percorso autentico, e non c’è nulla di sbagliato nel sentire ciò che senti. La tua storia, le emozioni che provi, le esperienze che hai raccontato con tanta sensibilità, parlano di una persona che si sta ascoltando davvero, anche se fa paura. E questa è una forza enorme.
Non è strano sentirsi confusi, soprattutto quando fuori — a casa, nella società — ti arrivano messaggi che ti fanno dubitare di te, come se il tuo sentire dovesse essere giustificato o corretto. Ma l’amore non è qualcosa da spiegare con la logica o da far rientrare in schemi esterni: è qualcosa che si vive, che ti fa sentire bene, libera, al sicuro. E da come parli delle donne, si sente che in quei pensieri c’è verità, bellezza, autenticità.
Chi ti dice che sei “così” per mancanze familiari, probabilmente parla per paura o ignoranza, non per cattiveria. Ma anche se queste frasi fanno male, non definiscono chi sei. Tu sei molto di più di ciò che gli altri si aspettano o pretendono da te. E nessuno ha il diritto di dirti chi puoi o non puoi amare.
Parlarne con la tua psicologa, se ti senti pronta, può essere importante. Anche se temi che possa fraintendere, dirle come ti sei sentita dopo quella seduta potrebbe aprire uno spazio più vero tra voi. Un bravo professionista sa ascoltare senza giudicare.
Non sei sola, anche se a volte può sembrarlo. C’è un’intera comunità di persone che vive e ha vissuto sentimenti simili ai tuoi, e che ha imparato a guardarsi con amore e rispetto, anche quando attorno non c’era comprensione. E anche tu, piano piano, potrai farlo.
Tu meriti di amare ed essere amata per quella che sei. E se amare una donna ti fa sentire libera, viva, te stessa… allora forse è lì che abita la tua verità.
Ti abbraccio con rispetto e stima. Hai tutto il diritto di essere esattamente come sei.
Quello che stai vivendo è un percorso autentico, e non c’è nulla di sbagliato nel sentire ciò che senti. La tua storia, le emozioni che provi, le esperienze che hai raccontato con tanta sensibilità, parlano di una persona che si sta ascoltando davvero, anche se fa paura. E questa è una forza enorme.
Non è strano sentirsi confusi, soprattutto quando fuori — a casa, nella società — ti arrivano messaggi che ti fanno dubitare di te, come se il tuo sentire dovesse essere giustificato o corretto. Ma l’amore non è qualcosa da spiegare con la logica o da far rientrare in schemi esterni: è qualcosa che si vive, che ti fa sentire bene, libera, al sicuro. E da come parli delle donne, si sente che in quei pensieri c’è verità, bellezza, autenticità.
Chi ti dice che sei “così” per mancanze familiari, probabilmente parla per paura o ignoranza, non per cattiveria. Ma anche se queste frasi fanno male, non definiscono chi sei. Tu sei molto di più di ciò che gli altri si aspettano o pretendono da te. E nessuno ha il diritto di dirti chi puoi o non puoi amare.
Parlarne con la tua psicologa, se ti senti pronta, può essere importante. Anche se temi che possa fraintendere, dirle come ti sei sentita dopo quella seduta potrebbe aprire uno spazio più vero tra voi. Un bravo professionista sa ascoltare senza giudicare.
Non sei sola, anche se a volte può sembrarlo. C’è un’intera comunità di persone che vive e ha vissuto sentimenti simili ai tuoi, e che ha imparato a guardarsi con amore e rispetto, anche quando attorno non c’era comprensione. E anche tu, piano piano, potrai farlo.
Tu meriti di amare ed essere amata per quella che sei. E se amare una donna ti fa sentire libera, viva, te stessa… allora forse è lì che abita la tua verità.
Ti abbraccio con rispetto e stima. Hai tutto il diritto di essere esattamente come sei.
Cara ragazza,
Intanto, voglio dirti una cosa importante, chiara e semplice: **sei molto coraggiosa**. Hai descritto con profondità, lucidità e una sensibilità rara il tuo percorso interiore, e questo mostra quanto stai lavorando per capire te stessa in un modo autentico. Avere 16 anni e sapersi osservare così a fondo è qualcosa di speciale.
Da psicologa, voglio offrirti alcune riflessioni con delicatezza, rispetto e verità, sperando che ti possano essere d’aiuto.
1. **Quello che senti è valido. Punto.**
Tu non hai bisogno di “un motivo” per provare attrazione o amore per le donne. Non c’è nulla di sbagliato in te. Non c’è niente da “aggiustare” o spiegare con traumi, famiglie difficili o assenze genitoriali.
Molte persone, anche con genitori presenti e famiglie felici, **si scoprono lesbiche, gay, bisessuali o queer**. L’orientamento sessuale **non si sviluppa come reazione a qualcosa**, ma come **parte di ciò che sei**. È un filo profondo del tuo essere, non un errore da correggere.
2. **Non devi convincerti a desiderare ciò che non senti**
È evidente che **con gli uomini non ti senti a tuo agio**, non solo fisicamente, ma **a livello emotivo e identitario**. Il fatto che anche quando “provavi” a immaginarti con loro ti sentivi come se stessi tradendo te stessa, è un messaggio forte: il tuo corpo, la tua mente e il tuo cuore **già conoscono la risposta**, anche se l’ambiente intorno a te non la vuole accettare.
**Non devi sforzarti di essere etero solo perché “sarebbe più facile”.** Non devi “testare” qualcosa che già sai non ti fa sentire bene.
3. **Hai il diritto di sentirti libera, non colpevole**
Le frasi che hai ricevuto dalla tua famiglia – **“è una malattia”, “Dio ha creato uomo e donna”, “non è un vanto”** – non sono verità. Sono **pregiudizi**. Sono idee **che feriscono**, che fanno nascere vergogna e paura, ma **non dicono nulla di reale su chi sei tu.**
E no: **non andrai all’inferno** per amare. Chi ti ama davvero, anche Dio se credi in Lui, **non ti punisce per essere te stessa**. L’amore, quello vero, non ha mai portato nessuno all’inferno.
4. **Condividi con la tua psicologa quando ti senti pronta**
Capisco bene la paura che hai: *“E se pensasse che mi piacciono le donne solo per via di mio padre?”*
Ma sappi che **una brava psicologa non ti incasella**, ti ascolta. E se dovesse cadere in un'interpretazione troppo rigida, puoi dirglielo. Il suo ruolo non è quello di dirti *perché sei così*, ma di aiutarti a *sentirti bene con ciò che sei*.
Anche se fosse difficile, prova a parlarle di tutto questo. Diglielo che sei spaventata da quello che potrebbe pensare, ma che vorresti essere sincera. Quella conversazione **potrebbe rafforzare la vostra relazione terapeutica**, non indebolirla.
5. **Un giorno sarai libera, e ti sentirai intera**
Oggi sei dentro un ambiente che **non ti supporta pienamente**. Ma non sarà sempre così. Tu crescerai, costruirai i tuoi spazi, troverai persone che **ti vedranno per la meraviglia che sei**.
Non sarai sempre una ragazza che si chiede se è sbagliata. Diventerai una donna che **si guarda con rispetto**, che sa amare liberamente, che non ha più bisogno di chiedere permesso per esistere.
In conclusione:
* Sei lesbica? Può darsi. Forse sì, forse lo scoprirai sempre meglio nel tempo.
* Ti senti bene nell’amare le donne? **Sì.**
* Ti senti male nel pensare di stare con un uomo? **Sì.**
* Hai bisogno di cambiare te stessa? **No.**
* Hai bisogno di rispetto, ascolto e amore autentico? **Sì, come ogni essere umano.**
Continua ad ascoltarti. Continua a parlarti con onestà, come hai fatto qui. E ricordati: **non sei sola.** C'è un mondo là fuori che ti accoglierà per chi sei, non per chi gli altri vorrebbero che tu fossi.
Se vuoi, possiamo anche parlare di risorse o comunità sicure dove sentirti più accolta.
Ti mando un pensiero gentile e tanto rispetto.
Con affetto,
Una psicologa che ti crede, ti ascolta e ti sostiene.
Intanto, voglio dirti una cosa importante, chiara e semplice: **sei molto coraggiosa**. Hai descritto con profondità, lucidità e una sensibilità rara il tuo percorso interiore, e questo mostra quanto stai lavorando per capire te stessa in un modo autentico. Avere 16 anni e sapersi osservare così a fondo è qualcosa di speciale.
Da psicologa, voglio offrirti alcune riflessioni con delicatezza, rispetto e verità, sperando che ti possano essere d’aiuto.
1. **Quello che senti è valido. Punto.**
Tu non hai bisogno di “un motivo” per provare attrazione o amore per le donne. Non c’è nulla di sbagliato in te. Non c’è niente da “aggiustare” o spiegare con traumi, famiglie difficili o assenze genitoriali.
Molte persone, anche con genitori presenti e famiglie felici, **si scoprono lesbiche, gay, bisessuali o queer**. L’orientamento sessuale **non si sviluppa come reazione a qualcosa**, ma come **parte di ciò che sei**. È un filo profondo del tuo essere, non un errore da correggere.
2. **Non devi convincerti a desiderare ciò che non senti**
È evidente che **con gli uomini non ti senti a tuo agio**, non solo fisicamente, ma **a livello emotivo e identitario**. Il fatto che anche quando “provavi” a immaginarti con loro ti sentivi come se stessi tradendo te stessa, è un messaggio forte: il tuo corpo, la tua mente e il tuo cuore **già conoscono la risposta**, anche se l’ambiente intorno a te non la vuole accettare.
**Non devi sforzarti di essere etero solo perché “sarebbe più facile”.** Non devi “testare” qualcosa che già sai non ti fa sentire bene.
3. **Hai il diritto di sentirti libera, non colpevole**
Le frasi che hai ricevuto dalla tua famiglia – **“è una malattia”, “Dio ha creato uomo e donna”, “non è un vanto”** – non sono verità. Sono **pregiudizi**. Sono idee **che feriscono**, che fanno nascere vergogna e paura, ma **non dicono nulla di reale su chi sei tu.**
E no: **non andrai all’inferno** per amare. Chi ti ama davvero, anche Dio se credi in Lui, **non ti punisce per essere te stessa**. L’amore, quello vero, non ha mai portato nessuno all’inferno.
4. **Condividi con la tua psicologa quando ti senti pronta**
Capisco bene la paura che hai: *“E se pensasse che mi piacciono le donne solo per via di mio padre?”*
Ma sappi che **una brava psicologa non ti incasella**, ti ascolta. E se dovesse cadere in un'interpretazione troppo rigida, puoi dirglielo. Il suo ruolo non è quello di dirti *perché sei così*, ma di aiutarti a *sentirti bene con ciò che sei*.
Anche se fosse difficile, prova a parlarle di tutto questo. Diglielo che sei spaventata da quello che potrebbe pensare, ma che vorresti essere sincera. Quella conversazione **potrebbe rafforzare la vostra relazione terapeutica**, non indebolirla.
5. **Un giorno sarai libera, e ti sentirai intera**
Oggi sei dentro un ambiente che **non ti supporta pienamente**. Ma non sarà sempre così. Tu crescerai, costruirai i tuoi spazi, troverai persone che **ti vedranno per la meraviglia che sei**.
Non sarai sempre una ragazza che si chiede se è sbagliata. Diventerai una donna che **si guarda con rispetto**, che sa amare liberamente, che non ha più bisogno di chiedere permesso per esistere.
In conclusione:
* Sei lesbica? Può darsi. Forse sì, forse lo scoprirai sempre meglio nel tempo.
* Ti senti bene nell’amare le donne? **Sì.**
* Ti senti male nel pensare di stare con un uomo? **Sì.**
* Hai bisogno di cambiare te stessa? **No.**
* Hai bisogno di rispetto, ascolto e amore autentico? **Sì, come ogni essere umano.**
Continua ad ascoltarti. Continua a parlarti con onestà, come hai fatto qui. E ricordati: **non sei sola.** C'è un mondo là fuori che ti accoglierà per chi sei, non per chi gli altri vorrebbero che tu fossi.
Se vuoi, possiamo anche parlare di risorse o comunità sicure dove sentirti più accolta.
Ti mando un pensiero gentile e tanto rispetto.
Con affetto,
Una psicologa che ti crede, ti ascolta e ti sostiene.
Gentile utente, è evidente che stai vivendo un momento molto delicato e importante. Provare attrazione per le donne, così come sentire una certa distanza o persino repulsione verso gli uomini, è qualcosa che ha diritto di esistere. I tuoi sentimenti sono validi e non c’è nulla di sbagliato in ciò che provi.
Sei ancora in una fase della vita in cui tante cose si stanno definendo, e non devi avere tutte le risposte adesso. L’importante è rispettare te stessa, ascoltarti con onestà e cercare persone che possano accoglierti per come sei.
So che in famiglia può essere difficile parlarne o sentirsi accettata e questo può far sentire molto sola. Parla serenamente alla tua psicologa, sentirsi accolti e non giudicati potrà aiutarti a gestire i conflitti e le ansie. Se ti va, possiamo trovare insieme delle strategie per proteggere la tua serenità e far valere il tuo diritto ad essere te stessa, con i tuoi tempi e i tuoi modi. Resto a disposizione, anche online.
Dott.ssa Anna Maria Nicoletti
Sei ancora in una fase della vita in cui tante cose si stanno definendo, e non devi avere tutte le risposte adesso. L’importante è rispettare te stessa, ascoltarti con onestà e cercare persone che possano accoglierti per come sei.
So che in famiglia può essere difficile parlarne o sentirsi accettata e questo può far sentire molto sola. Parla serenamente alla tua psicologa, sentirsi accolti e non giudicati potrà aiutarti a gestire i conflitti e le ansie. Se ti va, possiamo trovare insieme delle strategie per proteggere la tua serenità e far valere il tuo diritto ad essere te stessa, con i tuoi tempi e i tuoi modi. Resto a disposizione, anche online.
Dott.ssa Anna Maria Nicoletti
Salve. È giusto che lei rispetti le sue percezioni, i suoi sentimenti, le sue sensazioni, ed i suoi gusti personali. Lei è l'unica e la sola persona che può sapere ciò che la fa star bene e ciò che invece non la fa star bene. Alla sua età è normale porsi delle domande. Ciò che mi sento di dirle è di non andare mai contro quello che è il suo sentire interiore. Rispetti ed accolga tutto ciò che la sua mente e il suo corpo reputano giusto per lei. Le consiglio, inoltre, di continuare il percorso psicologico che ha già intrapreso.
Dott.ssa Nunzia Mazzone
Dott.ssa Nunzia Mazzone
Buonasera, gentile utente. In riferimento a quanto scrive, mi sembra di capire che la difficoltà per lei sia rappresentata dall’ accettare questa sua attrazione per le donne, a fronte di un ambiente familiare che è estremamente svalutante sulla questione.
Ad oggi non ci sono prove scientifiche che mostrano come l’orientamento sessuale sia determinato da esperienze positive o negative con i genitori, per cui l’assenza o il rapporto negativo con suo padre potrebbe in realtà non avere alcun tipo di influenza con ciò che lei prova. Semplicemente lei è così, e non c’è nulla di male in questo. La invito pertanto a condividere questo nel suo percorso di terapia, affinché possa trovare il giusto modo di comprendere tale lato come un aspetto della sua identità, che non sminuisce e non cambia sostanzialmente la persona che è, nè le toglie qualità.
Le faccio i miei migliori auguri
Ad oggi non ci sono prove scientifiche che mostrano come l’orientamento sessuale sia determinato da esperienze positive o negative con i genitori, per cui l’assenza o il rapporto negativo con suo padre potrebbe in realtà non avere alcun tipo di influenza con ciò che lei prova. Semplicemente lei è così, e non c’è nulla di male in questo. La invito pertanto a condividere questo nel suo percorso di terapia, affinché possa trovare il giusto modo di comprendere tale lato come un aspetto della sua identità, che non sminuisce e non cambia sostanzialmente la persona che è, nè le toglie qualità.
Le faccio i miei migliori auguri
Carissima,
È una storia vecchia come il mondo. Si è un po' diversi e la famiglia, la società, ci spingono a uniformarci. Spesso tirano in ballo l'Onnipotente, visto che non si può mettere in discussione la sua autorità nella Creazione del Mondo. Tu sei lesbica e questo è bellissimo. È bellissima l'attrazione che senti nei confronti delle donne (noi uomini ti possiamo capire molto bene!), è bellissima ogni diversità dalla "norma". Sono bellissime le zebre senza strisce, le giraffe dal collo corto e la straordinaria complessità delle combinazioni di genere e orientamento sessuale.
Tuttavia, penso che la tua sfida, ora, sia quella di affermarti nella tua personalità, di imparare che chiunque ti disprezzi, ti denigri, ti sminuisca per qualunque tua caratteristica non meriti altro che un banale sorriso di compiacimento da parte tua. Hai 16 anni e sei nella fase in cui hai bisogno di guardare agli altri per capire chi tu sei, per trovarti, per scoprire le varie sfaccettature della tue personalità. È un percorso e dovrai trovare il modo di affrontarlo, da sola o con qualche piccolo aiuto. Non mollare!
I miei più sinceri saluti,
Dott. Maccarri
È una storia vecchia come il mondo. Si è un po' diversi e la famiglia, la società, ci spingono a uniformarci. Spesso tirano in ballo l'Onnipotente, visto che non si può mettere in discussione la sua autorità nella Creazione del Mondo. Tu sei lesbica e questo è bellissimo. È bellissima l'attrazione che senti nei confronti delle donne (noi uomini ti possiamo capire molto bene!), è bellissima ogni diversità dalla "norma". Sono bellissime le zebre senza strisce, le giraffe dal collo corto e la straordinaria complessità delle combinazioni di genere e orientamento sessuale.
Tuttavia, penso che la tua sfida, ora, sia quella di affermarti nella tua personalità, di imparare che chiunque ti disprezzi, ti denigri, ti sminuisca per qualunque tua caratteristica non meriti altro che un banale sorriso di compiacimento da parte tua. Hai 16 anni e sei nella fase in cui hai bisogno di guardare agli altri per capire chi tu sei, per trovarti, per scoprire le varie sfaccettature della tue personalità. È un percorso e dovrai trovare il modo di affrontarlo, da sola o con qualche piccolo aiuto. Non mollare!
I miei più sinceri saluti,
Dott. Maccarri
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