Salve, Sono una ragazza di 16 anni e vorrei dei consigli più "professionali" riguardo il mio rappor
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Salve,
Sono una ragazza di 16 anni e vorrei dei consigli più "professionali" riguardo il mio rapporto con i genitori. Loro sono sempre stati abbastanza "severi" con me e con i miei fratelli maggiori (che hanno 10 anni in più di me), ma ho la sensazione che nel mio caso lo siano di più (ciò che "giustifica" questo è il fatto di essere una ragazza e quindi, secondo loro, più soggetta a rischi e pericoli). Non sono quel tipo di genitore severo nel senso che pretendono voti perfetti (nonostante un minimo ci guardino alla scuola, ma nessuno di noi tre gli ha mai dato problemi in quell'ambito) oppure che mi vietino di uscire un pomeriggio con gli amici o che mi puniscano se faccio qualcosa. Non sono mai successi episodi di questo tipo. Più che altro hanno dei punti su cui sono totalmente irremovibili. Su alcuni argomenti non ho neanche niente in contrario (come ad esempio alcol eccessivo, sostanze stupefacenti o violenza, riguardo cui hanno sempre detto che non li tollerano assolutamente), ma su altri sento che non ci sarebbe nulla di male. L'esempio più classico che gli ho riproposto più volte è il fatto di uscire la sera ( è anche vero che neanche i miei fratelli alla mia età lo facevano). Il problema è che hanno un vero e proprio terrore di farmi uscire la sera, indipendentemente dall'orario di ritorno, delle persone con cui sto o dal luogo in cui vado. Ovviamente questo mi ha sempre creato problemi con le mie amiche, perché non sono mai potuta andare a compleanni, feste o anche solo banalmente un giro in centro il sabato sera, perciò quando si parla di questi argomenti io sono automaticamente esclusa e mai invitata. Il problema, però, non si ferma li. Hanno anche paura a farmi andare a cena da mio fratello (che ormai vive da solo a meno di 10 minuti a piedi da casa nostra). Questa estate lo ho fatto due o tre volte, ma un giorno mio padre ha iniziato a dire che non gli piace che io stia iniziando a prendere questa abitudine di andare la sera da lui e che se voglio vederlo ci devo andare il pomeriggio (come infatti ho iniziato a fare), nonostante quando tornavo dopo la cena, mio fratello mi accompagnava personalmente a casa proprio come loro avevano preteso. C'è da aggiungere che i miei genitori probabilmente considerano mio fratello una persona poco affidabile a volte, perché è sempre stato uno di quelli che si dimentica facilmente le cose o che, come dicono loro, "sta con la testa tra le nuvole", ma anche secondo lui questa situazione è eccessiva. Ci rimango male ogni volta che qualcuno mi propone anche solo di fare una passeggiata dopo cena, ed io devo continuamente rifiutare, nonostante mi piacerebbe. Non ho intenzione di fare nulla di male, anzi non mi interesserebbe neanche andare a ballare in discoteca (da cui i miei genitori sono "terrorizzati"), o bere, o fumare, ma loro sono convinti che la loro paura non dipenda dai miei comportamenti ma da quello che può succedermi in base alle persone intorno. Anche quando mio fratello iniziò a uscire la sera più spesso ed aveva già circa 23 anni, subì molte critiche da parte loro, ma dicevano che è maggiorenne e che loro possono solo consigliargli di non farlo, poi deve decidere lui. Con me invece saranno irremovibili, perché "finché sto sotto questo tetto devo rispettare queste regole". Capisco le loro preoccupazioni, ma così mi sento davvero in gabbia. Ogni capodanno lo passo chiusa in casa e, invece di festeggiare con i miei coetanei, passo il tempo a piangere o a stare male. Ho trovato ciò che mi piace fare la sera, anche perché sono una persona abbastanza solitaria, ma ovviamente ogni tanto mi piacerebbe sentirmi più "libera", senza eccedere mai. Alcune loro ansie, inoltre, sento che me le stiano "trasmettendo", nel senso che a volte davvero ho ansia nel tornare da sola quando si fa più buio o cose simili, ed ho paura che anche quando potrò davvero fare come meglio credo, avrò talmente tanta ansia che non lo farò e rimarrò "incastrata" per sempre in questa "gabbia".
Mi dispiace per il testo abbastanza lungo.
Vi ringrazio
Buona Giornata
Sono una ragazza di 16 anni e vorrei dei consigli più "professionali" riguardo il mio rapporto con i genitori. Loro sono sempre stati abbastanza "severi" con me e con i miei fratelli maggiori (che hanno 10 anni in più di me), ma ho la sensazione che nel mio caso lo siano di più (ciò che "giustifica" questo è il fatto di essere una ragazza e quindi, secondo loro, più soggetta a rischi e pericoli). Non sono quel tipo di genitore severo nel senso che pretendono voti perfetti (nonostante un minimo ci guardino alla scuola, ma nessuno di noi tre gli ha mai dato problemi in quell'ambito) oppure che mi vietino di uscire un pomeriggio con gli amici o che mi puniscano se faccio qualcosa. Non sono mai successi episodi di questo tipo. Più che altro hanno dei punti su cui sono totalmente irremovibili. Su alcuni argomenti non ho neanche niente in contrario (come ad esempio alcol eccessivo, sostanze stupefacenti o violenza, riguardo cui hanno sempre detto che non li tollerano assolutamente), ma su altri sento che non ci sarebbe nulla di male. L'esempio più classico che gli ho riproposto più volte è il fatto di uscire la sera ( è anche vero che neanche i miei fratelli alla mia età lo facevano). Il problema è che hanno un vero e proprio terrore di farmi uscire la sera, indipendentemente dall'orario di ritorno, delle persone con cui sto o dal luogo in cui vado. Ovviamente questo mi ha sempre creato problemi con le mie amiche, perché non sono mai potuta andare a compleanni, feste o anche solo banalmente un giro in centro il sabato sera, perciò quando si parla di questi argomenti io sono automaticamente esclusa e mai invitata. Il problema, però, non si ferma li. Hanno anche paura a farmi andare a cena da mio fratello (che ormai vive da solo a meno di 10 minuti a piedi da casa nostra). Questa estate lo ho fatto due o tre volte, ma un giorno mio padre ha iniziato a dire che non gli piace che io stia iniziando a prendere questa abitudine di andare la sera da lui e che se voglio vederlo ci devo andare il pomeriggio (come infatti ho iniziato a fare), nonostante quando tornavo dopo la cena, mio fratello mi accompagnava personalmente a casa proprio come loro avevano preteso. C'è da aggiungere che i miei genitori probabilmente considerano mio fratello una persona poco affidabile a volte, perché è sempre stato uno di quelli che si dimentica facilmente le cose o che, come dicono loro, "sta con la testa tra le nuvole", ma anche secondo lui questa situazione è eccessiva. Ci rimango male ogni volta che qualcuno mi propone anche solo di fare una passeggiata dopo cena, ed io devo continuamente rifiutare, nonostante mi piacerebbe. Non ho intenzione di fare nulla di male, anzi non mi interesserebbe neanche andare a ballare in discoteca (da cui i miei genitori sono "terrorizzati"), o bere, o fumare, ma loro sono convinti che la loro paura non dipenda dai miei comportamenti ma da quello che può succedermi in base alle persone intorno. Anche quando mio fratello iniziò a uscire la sera più spesso ed aveva già circa 23 anni, subì molte critiche da parte loro, ma dicevano che è maggiorenne e che loro possono solo consigliargli di non farlo, poi deve decidere lui. Con me invece saranno irremovibili, perché "finché sto sotto questo tetto devo rispettare queste regole". Capisco le loro preoccupazioni, ma così mi sento davvero in gabbia. Ogni capodanno lo passo chiusa in casa e, invece di festeggiare con i miei coetanei, passo il tempo a piangere o a stare male. Ho trovato ciò che mi piace fare la sera, anche perché sono una persona abbastanza solitaria, ma ovviamente ogni tanto mi piacerebbe sentirmi più "libera", senza eccedere mai. Alcune loro ansie, inoltre, sento che me le stiano "trasmettendo", nel senso che a volte davvero ho ansia nel tornare da sola quando si fa più buio o cose simili, ed ho paura che anche quando potrò davvero fare come meglio credo, avrò talmente tanta ansia che non lo farò e rimarrò "incastrata" per sempre in questa "gabbia".
Mi dispiace per il testo abbastanza lungo.
Vi ringrazio
Buona Giornata
Ciao, ti ringrazio per aver condiviso con me il tuo vissuto e le tue emozioni in modo così sincero. Capisco quanto possa essere frustrante sentirsi limitato in questo modo, specialmente durante un periodo della vita in cui cresce il desiderio di indipendenza e di esplorazione del mondo esterno.
Quello che descrivi è una situazione complessa e tocca diversi aspetti: il rapporto genitori-figli, le differenze generazionali e il peso delle aspettative sociali e familiari. È evidente che i tuoi genitori agiscono mossi da un forte senso di protezione, probabilmente alimentato da paure reali o percepite. Tuttavia, questo bisogno di controllo può portare sentimenti di frustrazione e sofferenza in chi, come te, desidera trovare il proprio spazio e la propria autonomia.
Il fatto che tu riesca a comprendere il loro punto di vista è un segno di grande maturità, ma è altrettanto importante che anche loro possano ascoltare e comprendere le tue esigenze. Potrebbe essere utile provare a comunicare con loro in modo aperto e calmo, cercando di esprimere non solo il tuo desiderio di maggiore libertà, ma anche la responsabilità con cui affrontare certe situazioni. Spesso i genitori tendono ad allentare i controlli quando percepiscono che il figlio è consapevole dei rischi e delle proprie capacità di gestire il mondo esterno.
Ti incoraggiamento a non reprimere le emozioni che provi, ma a cercare di elaborarle e comprenderle. La sensazione di "ansia trasmessa" che descrivi è qualcosa di molto comune e, con il giusto supporto, può essere affrontata e superata.
Se senti che il dialogo con i tuoi genitori non è sufficiente o che questa situazione sta influenzando negativamente il tuo benessere emotivo, potrebbe essere utile e consigliato approfondire questo percorso con uno specialista. Uno spazio neutro e sicuro ti permetterebbe di esplorare questi sentimenti e trovare insieme nuove strategie per affrontarli.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti o domande.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Quello che descrivi è una situazione complessa e tocca diversi aspetti: il rapporto genitori-figli, le differenze generazionali e il peso delle aspettative sociali e familiari. È evidente che i tuoi genitori agiscono mossi da un forte senso di protezione, probabilmente alimentato da paure reali o percepite. Tuttavia, questo bisogno di controllo può portare sentimenti di frustrazione e sofferenza in chi, come te, desidera trovare il proprio spazio e la propria autonomia.
Il fatto che tu riesca a comprendere il loro punto di vista è un segno di grande maturità, ma è altrettanto importante che anche loro possano ascoltare e comprendere le tue esigenze. Potrebbe essere utile provare a comunicare con loro in modo aperto e calmo, cercando di esprimere non solo il tuo desiderio di maggiore libertà, ma anche la responsabilità con cui affrontare certe situazioni. Spesso i genitori tendono ad allentare i controlli quando percepiscono che il figlio è consapevole dei rischi e delle proprie capacità di gestire il mondo esterno.
Ti incoraggiamento a non reprimere le emozioni che provi, ma a cercare di elaborarle e comprenderle. La sensazione di "ansia trasmessa" che descrivi è qualcosa di molto comune e, con il giusto supporto, può essere affrontata e superata.
Se senti che il dialogo con i tuoi genitori non è sufficiente o che questa situazione sta influenzando negativamente il tuo benessere emotivo, potrebbe essere utile e consigliato approfondire questo percorso con uno specialista. Uno spazio neutro e sicuro ti permetterebbe di esplorare questi sentimenti e trovare insieme nuove strategie per affrontarli.
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Salve, la sua riflessione è molto chiara e dimostra grande maturità nel riconoscere sia le sue esigenze personali che le paure dei suoi genitori. È comprensibile sentirsi limitata dalle loro regole e dalle loro ansie, specialmente quando desidera semplicemente vivere esperienze comuni alla sua età. La differenza generazionale e la percezione dei rischi possono influire molto sulle loro decisioni, ma è importante che lei trovi uno spazio di dialogo aperto con loro, dove poter spiegare con calma come questa situazione la faccia sentire.
Provare a proporre piccoli passi, come uscite serali occasionali con dettagli chiari su orari, luoghi e persone coinvolte, potrebbe aiutarli a sentirsi più sicuri e a costruire gradualmente un rapporto di fiducia su questo tema. Allo stesso tempo, è importante lavorare sulle ansie che percepisce, per evitare che queste limitazioni influenzino a lungo il suo senso di autonomia.
Un confronto con uno psicologo potrebbe aiutarla a elaborare queste dinamiche familiari, a gestire le sue emozioni e a trovare strategie per affrontare le sue ansie e comunicare in modo efficace con i suoi genitori. Questo percorso potrebbe supportarla nel costruire maggiore fiducia in se stessa e nel trovare un equilibrio tra il rispetto delle regole e il suo bisogno di indipendenza.
Provare a proporre piccoli passi, come uscite serali occasionali con dettagli chiari su orari, luoghi e persone coinvolte, potrebbe aiutarli a sentirsi più sicuri e a costruire gradualmente un rapporto di fiducia su questo tema. Allo stesso tempo, è importante lavorare sulle ansie che percepisce, per evitare che queste limitazioni influenzino a lungo il suo senso di autonomia.
Un confronto con uno psicologo potrebbe aiutarla a elaborare queste dinamiche familiari, a gestire le sue emozioni e a trovare strategie per affrontare le sue ansie e comunicare in modo efficace con i suoi genitori. Questo percorso potrebbe supportarla nel costruire maggiore fiducia in se stessa e nel trovare un equilibrio tra il rispetto delle regole e il suo bisogno di indipendenza.
Carissima ti trovo molto intelligente e dal tuo modo di esporre il tema si capisce che sei rispettosa di ciò che i tuoi genitori pensano in merito all'argomento. Tuttavia l'adolescenza è il periodo di vita in cui si avvia l'emancipazione dalla famiglia di origine e si crea affiliazione con i pari (amici e amori). Ogni genitore sa che il suo ruolo in questa fase deve cambiare ed evolvere perchè la relazione necessità di revisione. Nel tuo caso sarebbe necessario un approfondimento ma potrebbe esserci una particolare resistenza al cambiamento da parte dei tuoi genitori che limitano te ed i tuoi fratelli nelle esperienze di vita necessarie per l'apprendimento. Sono d'accordo con loro sul vigilare ma l'ansia del controllo e del divieto non preclude purtroppo la possibilità che si possano verificare esperienze spiacevoli ad esempio sui social oppure durante il giorno. Uscire la sera rappresenta sia per te che per loro l'emancipazione e la libertà di scelta che al momenti ti sono preclusi. Ti consiglio di farti supportare dai tuoi fratelli ed intraprendere questa impresa di persuasione affinchè i tuoi genitori cambino punto di vista magari non radicalmente ma tanto quanto sia necessario per renderti l'esistenza vivibile prima che il tuo disagio si trasformi in ostilità e conflitto. Ti auguro di avere la forza per affermarti e non esitare a contattarmi se hai necessità. Un caro saluto. Dott.ssa Anna Verrino
Hai centrato il punto! Il loro terrore e le loro paure si stanno pericolosamente insinuando anche dentro di te e rischiano di crearti ansia e paure, magari anche inutili.
Alla tua età è normale avere questi tipi di desideri, sono più che comprensibili. Sarebbe necessario comprendere da dove deriva tutto questo terrore che loro hanno nel farti uscire fuori la sera, questo loro essere irremovibili da dove parte.
Il rapporto con i genitori non è facile da vivere se le tematiche più critiche si oscurano per principio e non per una doverosa comprensione.
Posso consigliarti di parlarne con loro per cercare di capire le loro motivazioni in modo tale da creare un clima di scambio di idee e opinioni volto a rafforzare la comprensione reciproca ma soprattutto la fiducia. Poichè è vero che legalmente a 18 anni si diventa maggiorenni ma non è detto che anche la maturità mentale venga raggiunta nel medesimo momento, anzi. A volte viene raggiunta prima (come appare nel tuo caso) e altre volte anche più tardi.
Prova a cercare di capire le loro motivazioni senza giudicarle in modo da trovare una via comune, un compromesso che possa in qualche modo accontentare tutti.
In bocca al lupo
Alla tua età è normale avere questi tipi di desideri, sono più che comprensibili. Sarebbe necessario comprendere da dove deriva tutto questo terrore che loro hanno nel farti uscire fuori la sera, questo loro essere irremovibili da dove parte.
Il rapporto con i genitori non è facile da vivere se le tematiche più critiche si oscurano per principio e non per una doverosa comprensione.
Posso consigliarti di parlarne con loro per cercare di capire le loro motivazioni in modo tale da creare un clima di scambio di idee e opinioni volto a rafforzare la comprensione reciproca ma soprattutto la fiducia. Poichè è vero che legalmente a 18 anni si diventa maggiorenni ma non è detto che anche la maturità mentale venga raggiunta nel medesimo momento, anzi. A volte viene raggiunta prima (come appare nel tuo caso) e altre volte anche più tardi.
Prova a cercare di capire le loro motivazioni senza giudicarle in modo da trovare una via comune, un compromesso che possa in qualche modo accontentare tutti.
In bocca al lupo
Ciao cara,
Mi hai profondamente colpita, e confesso che mentre leggevo le tue parole mi sono venute le lacrime agli occhi. Sei davvero una ragazza speciale: la tua educazione, il tuo rispetto verso i tuoi genitori e la tua capacità di riflettere con così tanta maturità sono qualità straordinarie. È evidente che tu stia facendo del tuo meglio per vivere questa situazione nel modo più costruttivo possibile, e non posso fare a meno di pensare che anche i tuoi genitori abbiano fatto un ottimo lavoro nel crescere una ragazza meravigliosa come te.
Mi piacerebbe capire che passi hai già fatto per esprimere ai tuoi genitori le tue esigenze e i tuoi desideri. Ad esempio, hai già provato a parlare con loro in modo diretto e tranquillo di come ti senti? Se sì, come hanno reagito? Hanno risposto alle tue richieste in qualche modo o sono rimasti fermi sulle loro posizioni? È importante capire quali sono stati i loro atteggiamenti e come ti sei sentita dopo quei tentativi, perché da lì possiamo ragionare su come muoverti.
Hai provato a proporre loro delle soluzioni intermedie, come ad esempio uscite brevi, a orari concordati, o con la loro supervisione (ad esempio, chiedendo che ti accompagnino e ti vengano a prendere)? O magari hai già provato a spiegare loro quanto questa situazione ti faccia soffrire, soprattutto perché ti senti esclusa da momenti importanti della tua età?
Sono certa che, nonostante le loro paure, i tuoi genitori vogliano il meglio per te. A volte però, quando c’è di mezzo l’ansia e il bisogno di protezione, può essere difficile per loro accogliere i cambiamenti. Il tuo ruolo, in questo caso, è provare a mostrare loro, con calma e pazienza, che sei una ragazza responsabile e che il loro amore e la loro fiducia ti hanno resa forte e capace di affrontare il mondo.
Dimmi, se ti va, cosa hai già provato a fare e quali sono stati i risultati.
Stai dimostrando tanta forza e maturità, e sono sicura che, con il tempo e il giusto dialogo, riuscirai a far sentire la tua voce. Ti abbraccio forte!
Mi hai profondamente colpita, e confesso che mentre leggevo le tue parole mi sono venute le lacrime agli occhi. Sei davvero una ragazza speciale: la tua educazione, il tuo rispetto verso i tuoi genitori e la tua capacità di riflettere con così tanta maturità sono qualità straordinarie. È evidente che tu stia facendo del tuo meglio per vivere questa situazione nel modo più costruttivo possibile, e non posso fare a meno di pensare che anche i tuoi genitori abbiano fatto un ottimo lavoro nel crescere una ragazza meravigliosa come te.
Mi piacerebbe capire che passi hai già fatto per esprimere ai tuoi genitori le tue esigenze e i tuoi desideri. Ad esempio, hai già provato a parlare con loro in modo diretto e tranquillo di come ti senti? Se sì, come hanno reagito? Hanno risposto alle tue richieste in qualche modo o sono rimasti fermi sulle loro posizioni? È importante capire quali sono stati i loro atteggiamenti e come ti sei sentita dopo quei tentativi, perché da lì possiamo ragionare su come muoverti.
Hai provato a proporre loro delle soluzioni intermedie, come ad esempio uscite brevi, a orari concordati, o con la loro supervisione (ad esempio, chiedendo che ti accompagnino e ti vengano a prendere)? O magari hai già provato a spiegare loro quanto questa situazione ti faccia soffrire, soprattutto perché ti senti esclusa da momenti importanti della tua età?
Sono certa che, nonostante le loro paure, i tuoi genitori vogliano il meglio per te. A volte però, quando c’è di mezzo l’ansia e il bisogno di protezione, può essere difficile per loro accogliere i cambiamenti. Il tuo ruolo, in questo caso, è provare a mostrare loro, con calma e pazienza, che sei una ragazza responsabile e che il loro amore e la loro fiducia ti hanno resa forte e capace di affrontare il mondo.
Dimmi, se ti va, cosa hai già provato a fare e quali sono stati i risultati.
Stai dimostrando tanta forza e maturità, e sono sicura che, con il tempo e il giusto dialogo, riuscirai a far sentire la tua voce. Ti abbraccio forte!
Gent.ma,
Puoi dire ai tuoi genitori che senti il bisogno di parlare con un/a professionista, poichè questo divario tra ciò che disiderano loro e ciò che desideri tu ti fa stare male.
Dato che hai 16 anni e non puoi autonomamente (per legge) recarti da un/una professionista, molto probabilmente questo li porterebbe a chiederti il perchè e poi, se acconsentono e accolgono la tua richiesta di attenzione su questo tema, i primi colloqui (se non tutti) andranno fatti tra i tuoi genitori e il/la professionista.
Ci sono tappe della crescita che sono importanti e congruenti con ogni età delle persone, quindi potrebbe essere utile trovare un punto di incontro tra quello che loro ritengono giusto ed educativo e quello che è normale che tu faccia.
Spero di esserti stata utile.
Un caro saluto.
Rimango a disposizione.
Maria Vincenza Eterno
Puoi dire ai tuoi genitori che senti il bisogno di parlare con un/a professionista, poichè questo divario tra ciò che disiderano loro e ciò che desideri tu ti fa stare male.
Dato che hai 16 anni e non puoi autonomamente (per legge) recarti da un/una professionista, molto probabilmente questo li porterebbe a chiederti il perchè e poi, se acconsentono e accolgono la tua richiesta di attenzione su questo tema, i primi colloqui (se non tutti) andranno fatti tra i tuoi genitori e il/la professionista.
Ci sono tappe della crescita che sono importanti e congruenti con ogni età delle persone, quindi potrebbe essere utile trovare un punto di incontro tra quello che loro ritengono giusto ed educativo e quello che è normale che tu faccia.
Spero di esserti stata utile.
Un caro saluto.
Rimango a disposizione.
Maria Vincenza Eterno
Gentile Giovane utente,
leggendoti mi è tornato alla mente quel periodo di vita in cui scontrarmi con i miei genitori, rispetto ai miei desideri, alle mie responsabilità e su i miei doveri, era all'ordine del giorno.
Mi viene in mente una poesia di Bertolt Brecht che voglio condividere con te:
Tutti a dire della rabbia del fiume in piena,
e nessuno della violenza degli argini
che lo costringono.
Questo per dire, i limiti spesso possono essere percepiti come costrizioni e allo stesso tempo sono anche quelli che ci permettono di non perderci.
E' una bella palestra tollerare i limiti che ci vengono imposti, anche per proteggerci, e contemporaneamente cercare di negoziare quelli che possono essere i limiti "giusti" per noi. Negoziare significa in qualche modo, prendere in considerazione la posizione dell'altro, accoglierla ascoltarla e rispondervi attraverso spiegazioni, motivazioni e preoccupazioni. A proposito di paure, forse anche i tuoi genitori ne hanno?
Cosa si può fare per placare queste paure? Sono paure che riguardano il mondo e non te?
Ma tu non fai anche parte del mondo che ti circonda e in cui vivi?
Creare uno spazio di dialogo per poter riflettere e ragionare insieme a loro su queste e altre domande che possono sorgere è fondamentale.
Avere fratelli più grandi può aiutare a sentirsi meno "soli" o all'angolo di fronte a genitori preoccupati, irremovibili e "severi", come tu hai descritto.
Se poi dovesse essere troppo faticoso comunicare, prendi in considerazione la possibilità di chiedere uno spazio tuo e di parlarne con una professionista che possa ascoltarti e sostenerti.
un caro saluto
Ti abbraccio
Dott.ssa Sara Bochicchio
leggendoti mi è tornato alla mente quel periodo di vita in cui scontrarmi con i miei genitori, rispetto ai miei desideri, alle mie responsabilità e su i miei doveri, era all'ordine del giorno.
Mi viene in mente una poesia di Bertolt Brecht che voglio condividere con te:
Tutti a dire della rabbia del fiume in piena,
e nessuno della violenza degli argini
che lo costringono.
Questo per dire, i limiti spesso possono essere percepiti come costrizioni e allo stesso tempo sono anche quelli che ci permettono di non perderci.
E' una bella palestra tollerare i limiti che ci vengono imposti, anche per proteggerci, e contemporaneamente cercare di negoziare quelli che possono essere i limiti "giusti" per noi. Negoziare significa in qualche modo, prendere in considerazione la posizione dell'altro, accoglierla ascoltarla e rispondervi attraverso spiegazioni, motivazioni e preoccupazioni. A proposito di paure, forse anche i tuoi genitori ne hanno?
Cosa si può fare per placare queste paure? Sono paure che riguardano il mondo e non te?
Ma tu non fai anche parte del mondo che ti circonda e in cui vivi?
Creare uno spazio di dialogo per poter riflettere e ragionare insieme a loro su queste e altre domande che possono sorgere è fondamentale.
Avere fratelli più grandi può aiutare a sentirsi meno "soli" o all'angolo di fronte a genitori preoccupati, irremovibili e "severi", come tu hai descritto.
Se poi dovesse essere troppo faticoso comunicare, prendi in considerazione la possibilità di chiedere uno spazio tuo e di parlarne con una professionista che possa ascoltarti e sostenerti.
un caro saluto
Ti abbraccio
Dott.ssa Sara Bochicchio
Cara,
capisco quanto sia difficile per te affrontare questa situazione con i tuoi genitori e il senso di frustrazione e isolamento che ne deriva. Dal tuo racconto emerge una profonda consapevolezza delle dinamiche familiari e un sincero desiderio di vivere in modo equilibrato, rispettando sia le loro preoccupazioni che il tuo bisogno di autonomia.
La severità dei tuoi genitori sembra radicata in un forte senso di protezione, che potrebbe derivare da esperienze personali, culturali o dalla loro percezione dei rischi legati alla società odierna. Tuttavia, la loro preoccupazione, sebbene comprensibile, rischia di creare un ambiente troppo restrittivo che non favorisce lo sviluppo della tua autonomia e della fiducia reciproca.
1. Comunicazione aperta e calma:
Prova a parlare con loro in un momento di tranquillità, spiegando come ti senti senza accusarli. È importante che percepiscano il tuo desiderio di confrontarti con loro non per sfidare la loro autorità, ma per trovare un punto di incontro. Potresti dire qualcosa come:
"Capisco che siete preoccupati per me e apprezzo quanto ci teniate alla mia sicurezza. Allo stesso tempo, però, mi sento limitata e triste perché non posso vivere alcune esperienze normali per la mia età. Mi piacerebbe trovare insieme una soluzione che ci faccia sentire entrambi più tranquilli."
2. Proporre compromessi concreti:
Potresti suggerire loro situazioni molto controllate, come uscire in compagnia di amici fidati che conoscono, con orari di rientro precisi e accordi chiari su come sarai accompagnata a casa. Questo potrebbe aiutarli a sentirsi più a loro agio nel concederti maggiore libertà.
3. Costruire fiducia progressivamente:
Spesso i genitori hanno bisogno di vedere che il loro figlio sa gestire le responsabilità prima di allentare il controllo. Potresti iniziare con piccole uscite serali che rispettino le loro condizioni e dimostrare che sei affidabile, per poi gradualmente ampliare le tue richieste.
4. Confronto con figure esterne:
Se senti che parlare con loro direttamente non porta a un cambiamento, potrebbe essere utile coinvolgere un’altra figura di riferimento che rispettano, come un parente, un insegnante o un consulente. A volte, un’opinione esterna può aiutarli a vedere le cose da una prospettiva diversa.
5. Gestione dell’ansia trasmessa:
È comprensibile che le loro preoccupazioni stiano influenzando il tuo modo di percepire il mondo. Questo fenomeno, chiamato “ansia indotta”, può essere affrontato lavorando sulla costruzione della tua fiducia e autonomia. Ti invito a fare piccoli passi per affrontare queste paure, magari iniziando con attività di esposizione graduale in situazioni che ti fanno sentire più sicura.
Infine, tieni presente che la tua maggiore età sarà un punto di svolta, perché ti darà il diritto di prendere decisioni più indipendenti. Nel frattempo, è importante cercare un equilibrio tra il rispetto per i tuoi genitori e la necessità di iniziare a costruire il tuo spazio personale.
Se hai bisogno di ulteriori consigli o supporto, resto a disposizione. Non sei sola in questa situazione, e con pazienza e dialogo potrai trovare una soluzione che ti permetta di vivere in modo più sereno.
Un caro saluto.
capisco quanto sia difficile per te affrontare questa situazione con i tuoi genitori e il senso di frustrazione e isolamento che ne deriva. Dal tuo racconto emerge una profonda consapevolezza delle dinamiche familiari e un sincero desiderio di vivere in modo equilibrato, rispettando sia le loro preoccupazioni che il tuo bisogno di autonomia.
La severità dei tuoi genitori sembra radicata in un forte senso di protezione, che potrebbe derivare da esperienze personali, culturali o dalla loro percezione dei rischi legati alla società odierna. Tuttavia, la loro preoccupazione, sebbene comprensibile, rischia di creare un ambiente troppo restrittivo che non favorisce lo sviluppo della tua autonomia e della fiducia reciproca.
1. Comunicazione aperta e calma:
Prova a parlare con loro in un momento di tranquillità, spiegando come ti senti senza accusarli. È importante che percepiscano il tuo desiderio di confrontarti con loro non per sfidare la loro autorità, ma per trovare un punto di incontro. Potresti dire qualcosa come:
"Capisco che siete preoccupati per me e apprezzo quanto ci teniate alla mia sicurezza. Allo stesso tempo, però, mi sento limitata e triste perché non posso vivere alcune esperienze normali per la mia età. Mi piacerebbe trovare insieme una soluzione che ci faccia sentire entrambi più tranquilli."
2. Proporre compromessi concreti:
Potresti suggerire loro situazioni molto controllate, come uscire in compagnia di amici fidati che conoscono, con orari di rientro precisi e accordi chiari su come sarai accompagnata a casa. Questo potrebbe aiutarli a sentirsi più a loro agio nel concederti maggiore libertà.
3. Costruire fiducia progressivamente:
Spesso i genitori hanno bisogno di vedere che il loro figlio sa gestire le responsabilità prima di allentare il controllo. Potresti iniziare con piccole uscite serali che rispettino le loro condizioni e dimostrare che sei affidabile, per poi gradualmente ampliare le tue richieste.
4. Confronto con figure esterne:
Se senti che parlare con loro direttamente non porta a un cambiamento, potrebbe essere utile coinvolgere un’altra figura di riferimento che rispettano, come un parente, un insegnante o un consulente. A volte, un’opinione esterna può aiutarli a vedere le cose da una prospettiva diversa.
5. Gestione dell’ansia trasmessa:
È comprensibile che le loro preoccupazioni stiano influenzando il tuo modo di percepire il mondo. Questo fenomeno, chiamato “ansia indotta”, può essere affrontato lavorando sulla costruzione della tua fiducia e autonomia. Ti invito a fare piccoli passi per affrontare queste paure, magari iniziando con attività di esposizione graduale in situazioni che ti fanno sentire più sicura.
Infine, tieni presente che la tua maggiore età sarà un punto di svolta, perché ti darà il diritto di prendere decisioni più indipendenti. Nel frattempo, è importante cercare un equilibrio tra il rispetto per i tuoi genitori e la necessità di iniziare a costruire il tuo spazio personale.
Se hai bisogno di ulteriori consigli o supporto, resto a disposizione. Non sei sola in questa situazione, e con pazienza e dialogo potrai trovare una soluzione che ti permetta di vivere in modo più sereno.
Un caro saluto.
Gentile utente, grazie per aver condiviso con tanta sincerità i tuoi pensieri e le tue preoccupazioni. La tua capacità di analizzare la situazione e di esprimere in modo così chiaro i tuoi sentimenti è un segno di grande maturità, e sono certo/a che sarà un punto di forza per affrontare questa fase della tua vita. Posso solo immaginare quanto possa essere difficile vivere con delle regole che percepisci come limitanti. I tuoi genitori agiscono mossi da un senso di protezione nei tuoi confronti, anche se questo può talvolta tradursi in una rigidità che ti fa sentire "in gabbia".
Potresti provare ad avere un dialogo onesto e sincero con loro condividendo i tuoi sentimenti, le tue paure e il desiderio di trovare un equilibrio tra il loro bisogno di protezione e il tuo bisogno di maggiore autonomia. Potresti provare a cercare dei compromessi che incontrino i vostri bisogni a metà strada. Infine se senti che stai attraversando dei momenti di fatica, che sei in difficoltà in alcuni momenti della tua vita credo sia importante che i tuoi genitori che siano a conoscenza per poterti aiutare. Rimango a disposizione Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Potresti provare ad avere un dialogo onesto e sincero con loro condividendo i tuoi sentimenti, le tue paure e il desiderio di trovare un equilibrio tra il loro bisogno di protezione e il tuo bisogno di maggiore autonomia. Potresti provare a cercare dei compromessi che incontrino i vostri bisogni a metà strada. Infine se senti che stai attraversando dei momenti di fatica, che sei in difficoltà in alcuni momenti della tua vita credo sia importante che i tuoi genitori che siano a conoscenza per poterti aiutare. Rimango a disposizione Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Gentile utente,
La sua lettera esprime con grande chiarezza il dolore, la frustrazione e il desiderio di maggiore indipendenza che sta vivendo in questo periodo della sua vita, e la capisco profondamente. Ciò che descrive non è affatto semplice: da un lato ci sono le sue esigenze di crescita, autonomia e socializzazione, dall'altro la forte protezione dei suoi genitori, che sembra sfociare in un controllo che la fa sentire "in gabbia". È un conflitto naturale che può emergere durante l'adolescenza, un periodo in cui si inizia a sviluppare una maggiore consapevolezza di sé e delle proprie necessità, ma al contempo si è ancora in un processo di negoziazione del proprio spazio, sia con la famiglia che con il mondo esterno.
Prima di tutto, è importante riconoscere e accogliere i suoi sentimenti senza giudicarli. Sentirsi limitata nelle proprie scelte, in particolare quando si desidera un po’ di libertà, è una reazione naturale. Lei ha il diritto di sperimentare la vita, esplorare le sue passioni, socializzare con i suoi coetanei, e vivere le esperienze che sono parte integrante del suo processo di crescita. Quando questi desideri vengono costantemente ostacolati, è comprensibile che si senta frustrata, arrabbiata, e in alcuni casi, addirittura impotente. Allo stesso tempo, è altrettanto importante cercare di comprendere le preoccupazioni dei suoi genitori, che, pur essendo a volte troppo protettivi, sono radicate dall’amore e dal timore per la sua sicurezza.
Mi sembra che il suo desiderio di indipendenza stia entrando in contrasto con la visione dei suoi genitori, che percepiscono il mondo esterno come un luogo potenzialmente pericoloso, specialmente per una ragazza giovane. Questo tipo di atteggiamento può portare a una sensazione di "gabbia" da parte sua, dove le sue scelte vengono limitate da paure che, purtroppo, a volte non riescono a cogliere la sua maturità e responsabilità.
Il comportamento dei suoi genitori, pur sembrando severo, potrebbe essere una forma di proiezione delle loro ansie. Questo accade frequentemente nei genitori che, pur avendo buone intenzioni, finiscano per trasmettere paure e insicurezze ai propri figli. Il fatto che siano più riluttanti a farla uscire rispetto ai suoi fratelli, nonostante le differenze di età, potrebbe essere legato proprio a una paura specifica nei confronti della sua sicurezza, forse amplificata dal fatto che lei sia una ragazza. Spesso, la percezione di pericolo che i genitori hanno per una figlia adolescente si lega all'idea che il mondo esterno sia più ostile verso le donne, creando una protezione che, sebbene alimentata da amore, finisce per limitare la sua autonomia.
Nel suo caso, un percorso di comunicazione più aperto con i suoi genitori potrebbe essere molto utile. Non è mai facile parlare di libertà e di desiderio di indipendenza con dei genitori protettivi, ma provare a trovare un equilibrio tra le loro paure e il suo bisogno di autonomia potrebbe permettere di avvicinarsi a una soluzione più condivisa. Potrebbe provare a spiegare con calma e sincerità perché queste limitazioni la fanno sentire "in gabbia" e chiedere loro di considerare maggiormente la sua maturità e la sua capacità di prendere decisioni responsabili. Parlarne in modo non accusatorio, ma come un desiderio di comprensione reciproca, potrebbe aiutarla a farsi ascoltare.
Per quanto riguarda l’ansia che sente in relazione alle sue stesse preoccupazioni, è comprensibile che lei possa sentirsi influenzata dalle ansie dei suoi genitori, in particolare se queste sono trasmesse in modo molto forte. L’ansia che descrive nel tornare a casa da sola la sera o nel pensare a situazioni simili è un sentimento che può svilupparsi nel tempo quando si è costantemente esposti a paure esterne. Tuttavia, è importante distinguere tra le ansie degli altri e le proprie A volte, possiamo interiorizzare paure che non ci appartengono, e questo può impedire di vivere in modo sereno situazioni che in realtà non sono pericolose.
Un percorso terapeutico potrebbe essere di grande aiuto in questo caso. Un professionista potrebbe aiutarla a gestire l’ansia, a capire le origini di queste paure, e a sviluppare strumenti per affrontarle in modo più consapevole. Inoltre, un terapeuta potrebbe offrirle uno spazio sicuro dove parlare di questi conflitti con i genitori, esplorando modi per affrontarli senza sentirsi sopraffatta.
La sua crescita personale
Voglio sottolineare che questo è un periodo di grande crescita per lei. Sta cercando di capire chi è, quali sono i suoi desideri, i suoi limiti, e come costruire il suo spazio nel mondo. Ciò che sente come una "gabbia" oggi è una parte di questo processo di separazione emotiva dai genitori, che è essenziale per diventare adulta. Tuttavia, la separazione non deve essere per forza una rottura, ma un processo di negoziazione e comprensione reciproca.
La libertà che desidera non è solo una questione di uscire la sera o di socializzare con gli amici, ma riguarda anche il potersi sentire rispettata come persona e il sentirsi capace di prendere decisioni per sé stessa. Spero che possa trovare un modo per avvicinarsi ai suoi genitori, magari anche con il supporto di un professionista, e che possa iniziare a sentirsi più sicura nel fare piccole scelte indipendenti, che la aiuteranno a crescere e a sviluppare fiducia in sé stessa.
Infine, mi permetta di suggerirle di considerare un percorso psicoterapeutico per esplorare questi temi più a fondo. Non è mai troppo presto per lavorare sulla propria autonomia emotiva, sulle proprie ansie, e sulla gestione delle relazioni familiari, e penso che possa essere un passo molto positivo per la sua crescita personale.
Le auguro di trovare la serenità e la comprensione che merita, e sono qui per qualsiasi ulteriore supporto.
Un caro saluto
Dott.ssa Marta Landolina
La sua lettera esprime con grande chiarezza il dolore, la frustrazione e il desiderio di maggiore indipendenza che sta vivendo in questo periodo della sua vita, e la capisco profondamente. Ciò che descrive non è affatto semplice: da un lato ci sono le sue esigenze di crescita, autonomia e socializzazione, dall'altro la forte protezione dei suoi genitori, che sembra sfociare in un controllo che la fa sentire "in gabbia". È un conflitto naturale che può emergere durante l'adolescenza, un periodo in cui si inizia a sviluppare una maggiore consapevolezza di sé e delle proprie necessità, ma al contempo si è ancora in un processo di negoziazione del proprio spazio, sia con la famiglia che con il mondo esterno.
Prima di tutto, è importante riconoscere e accogliere i suoi sentimenti senza giudicarli. Sentirsi limitata nelle proprie scelte, in particolare quando si desidera un po’ di libertà, è una reazione naturale. Lei ha il diritto di sperimentare la vita, esplorare le sue passioni, socializzare con i suoi coetanei, e vivere le esperienze che sono parte integrante del suo processo di crescita. Quando questi desideri vengono costantemente ostacolati, è comprensibile che si senta frustrata, arrabbiata, e in alcuni casi, addirittura impotente. Allo stesso tempo, è altrettanto importante cercare di comprendere le preoccupazioni dei suoi genitori, che, pur essendo a volte troppo protettivi, sono radicate dall’amore e dal timore per la sua sicurezza.
Mi sembra che il suo desiderio di indipendenza stia entrando in contrasto con la visione dei suoi genitori, che percepiscono il mondo esterno come un luogo potenzialmente pericoloso, specialmente per una ragazza giovane. Questo tipo di atteggiamento può portare a una sensazione di "gabbia" da parte sua, dove le sue scelte vengono limitate da paure che, purtroppo, a volte non riescono a cogliere la sua maturità e responsabilità.
Il comportamento dei suoi genitori, pur sembrando severo, potrebbe essere una forma di proiezione delle loro ansie. Questo accade frequentemente nei genitori che, pur avendo buone intenzioni, finiscano per trasmettere paure e insicurezze ai propri figli. Il fatto che siano più riluttanti a farla uscire rispetto ai suoi fratelli, nonostante le differenze di età, potrebbe essere legato proprio a una paura specifica nei confronti della sua sicurezza, forse amplificata dal fatto che lei sia una ragazza. Spesso, la percezione di pericolo che i genitori hanno per una figlia adolescente si lega all'idea che il mondo esterno sia più ostile verso le donne, creando una protezione che, sebbene alimentata da amore, finisce per limitare la sua autonomia.
Nel suo caso, un percorso di comunicazione più aperto con i suoi genitori potrebbe essere molto utile. Non è mai facile parlare di libertà e di desiderio di indipendenza con dei genitori protettivi, ma provare a trovare un equilibrio tra le loro paure e il suo bisogno di autonomia potrebbe permettere di avvicinarsi a una soluzione più condivisa. Potrebbe provare a spiegare con calma e sincerità perché queste limitazioni la fanno sentire "in gabbia" e chiedere loro di considerare maggiormente la sua maturità e la sua capacità di prendere decisioni responsabili. Parlarne in modo non accusatorio, ma come un desiderio di comprensione reciproca, potrebbe aiutarla a farsi ascoltare.
Per quanto riguarda l’ansia che sente in relazione alle sue stesse preoccupazioni, è comprensibile che lei possa sentirsi influenzata dalle ansie dei suoi genitori, in particolare se queste sono trasmesse in modo molto forte. L’ansia che descrive nel tornare a casa da sola la sera o nel pensare a situazioni simili è un sentimento che può svilupparsi nel tempo quando si è costantemente esposti a paure esterne. Tuttavia, è importante distinguere tra le ansie degli altri e le proprie A volte, possiamo interiorizzare paure che non ci appartengono, e questo può impedire di vivere in modo sereno situazioni che in realtà non sono pericolose.
Un percorso terapeutico potrebbe essere di grande aiuto in questo caso. Un professionista potrebbe aiutarla a gestire l’ansia, a capire le origini di queste paure, e a sviluppare strumenti per affrontarle in modo più consapevole. Inoltre, un terapeuta potrebbe offrirle uno spazio sicuro dove parlare di questi conflitti con i genitori, esplorando modi per affrontarli senza sentirsi sopraffatta.
La sua crescita personale
Voglio sottolineare che questo è un periodo di grande crescita per lei. Sta cercando di capire chi è, quali sono i suoi desideri, i suoi limiti, e come costruire il suo spazio nel mondo. Ciò che sente come una "gabbia" oggi è una parte di questo processo di separazione emotiva dai genitori, che è essenziale per diventare adulta. Tuttavia, la separazione non deve essere per forza una rottura, ma un processo di negoziazione e comprensione reciproca.
La libertà che desidera non è solo una questione di uscire la sera o di socializzare con gli amici, ma riguarda anche il potersi sentire rispettata come persona e il sentirsi capace di prendere decisioni per sé stessa. Spero che possa trovare un modo per avvicinarsi ai suoi genitori, magari anche con il supporto di un professionista, e che possa iniziare a sentirsi più sicura nel fare piccole scelte indipendenti, che la aiuteranno a crescere e a sviluppare fiducia in sé stessa.
Infine, mi permetta di suggerirle di considerare un percorso psicoterapeutico per esplorare questi temi più a fondo. Non è mai troppo presto per lavorare sulla propria autonomia emotiva, sulle proprie ansie, e sulla gestione delle relazioni familiari, e penso che possa essere un passo molto positivo per la sua crescita personale.
Le auguro di trovare la serenità e la comprensione che merita, e sono qui per qualsiasi ulteriore supporto.
Un caro saluto
Dott.ssa Marta Landolina
Gentile utente,
da quanto ha descritto nel testo sembra che in lei si stia manifestando il desiderio di una maggiore indipendenza ma che, allo stesso tempo, la limitazione imposta su alcune delle sue scelte e decisioni (come per quelle che riguardano le uscite serali) risulti in qualche modo faticosa e opprimente. Mantenere il più possibile un dialogo aperto con loro, cercando di esprimere in modo calmo e riflessivo come si sente riguardo a queste restrizioni, potrebbe essere una strada da percorrere. In aggiunta, sarebbe utile esplorare insieme a loro la radice di queste paure, in modo da poter trovare un equilibrio che rispetti tanto la loro preoccupazione quanto il suo bisogno di autonomia.
Riguardo l'ansia che lei avverte, è importante non sottovalutarla. Potrebbe essere utile ricorrere all'aiuto di un professionista (psicologo o psicoterapeuta) per lavorare sulle dinamiche che sperimenta a livello familiare e su eventuali strategie per la gestione degli stati ansiosi. Resto a disposizione per ulteriori riflessioni ed eventuali chiarimenti circa la mia risposta. Un saluto - dottoressa Paola Grasso
da quanto ha descritto nel testo sembra che in lei si stia manifestando il desiderio di una maggiore indipendenza ma che, allo stesso tempo, la limitazione imposta su alcune delle sue scelte e decisioni (come per quelle che riguardano le uscite serali) risulti in qualche modo faticosa e opprimente. Mantenere il più possibile un dialogo aperto con loro, cercando di esprimere in modo calmo e riflessivo come si sente riguardo a queste restrizioni, potrebbe essere una strada da percorrere. In aggiunta, sarebbe utile esplorare insieme a loro la radice di queste paure, in modo da poter trovare un equilibrio che rispetti tanto la loro preoccupazione quanto il suo bisogno di autonomia.
Riguardo l'ansia che lei avverte, è importante non sottovalutarla. Potrebbe essere utile ricorrere all'aiuto di un professionista (psicologo o psicoterapeuta) per lavorare sulle dinamiche che sperimenta a livello familiare e su eventuali strategie per la gestione degli stati ansiosi. Resto a disposizione per ulteriori riflessioni ed eventuali chiarimenti circa la mia risposta. Un saluto - dottoressa Paola Grasso
Buongiorno, mi dispiace per questa sensazione di costrizione che provi. Tu chiedi un consiglio rispetto al rapporto con i tuoi genitori, ma la situazione che descrivi, riguarda piuttosto delle loro paure e insicurezze che hanno ben poco a che fare direttamente con te. La prudenza è assolutamente comprensibile, così come stabilire dei limiti alle uscite, mentre la proibizione categorica sembra riflettere una loro difficoltà nel accettare situazioni di rischio minimo. Inoltre, come dici tu, queste paure possono essere facilmente trasmesse anche ai figli, che potranno arrivare a percepire il pericolo allo stesso modo dei genitori. Da parte tua, puoi solamente comunicare a loro questa sofferenza, esplicitando l'impatto che queste regole hanno sul tuo modo di vivere le amicizie e sul tuo benessere; inoltre potete insieme stabilire delle regole che ti impegnerai a rispettare (come avvisare quando arrivi in un posto, non tornare da sola a casa ma farti venire a prendere, assicurarti che con te ci siano persone affidabili...) e degli strumenti da utilizzare in caso di emergenza (come il cellulare a portata di mano, un adulto nel paraggi a cui chiedere in caso di bisogno...), e magari cominciare da uscite "sicure" come appunto a casa di tuo fratello la sera, una volta ogni tanto. So che non è facile e posso immaginare la tua sofferenza e il tuo bisogno di maggior libertà e autonomia, ma ricorda sempre che la maggior parte degli/delle adolescenti si trova a dover contrattare con i propri genitori su qualcosa, se non sono le uscite, sono i voti a scuola, l'uso del cellulare, gli acquisti costosi ecc... quindi sicuramente non sei sola. Ti auguro di trovare un punto di incontro con i tuoi genitori. Un caro saluto, dott.ssa Anna Tosi
Ciao, grazie per aver scritto e per esserti aperta su una situazione che, da quanto racconti, ti fa sentire frustrata e intrappolata. Quello che stai vivendo è importante e merita attenzione, perché i rapporti con i genitori, specialmente alla tua età, possono essere complessi. Stai crescendo, inizi a desiderare più libertà, mentre loro cercano di proteggerti in un mondo che vedono come pieno di pericoli. Questo scontro tra la tua voglia di indipendenza e le loro paure è comune, ma non per questo meno doloroso da vivere. Capisco il tuo bisogno di libertà e di sentirti più autonoma. A sedici anni, è normale desiderare di passare del tempo con gli amici, sperimentare un po’ di indipendenza e costruire un senso di fiducia in te stessa. Allo stesso tempo, è chiaro che i tuoi genitori agiscono mossi da una forte paura. La loro severità non sembra essere legata a una mancanza di fiducia in te, ma piuttosto a un senso di vulnerabilità che percepiscono per il semplice fatto che sei giovane e, secondo loro, “più soggetta a rischi”. Un punto interessante che hai sollevato è il timore che alcune delle loro ansie possano influenzarti a lungo termine. Questo è un aspetto importante, perché quando viviamo in un ambiente molto protettivo, rischiamo di interiorizzare quelle paure, rendendole nostre anche quando le circostanze non lo richiedono. È già positivo che tu sia consapevole di questo rischio, perché è il primo passo per evitarlo. Un approccio utile per affrontare questa situazione potrebbe essere cercare un dialogo aperto e sereno con i tuoi genitori. È importante far capire loro non solo cosa desideri fare, ma anche come ti senti. Ad esempio, potresti spiegare che le loro regole ti fanno sentire in gabbia e che, pur capendo le loro preoccupazioni, hai bisogno di iniziare a costruire la tua indipendenza gradualmente. Puoi provare a far leva sul fatto che desideri guadagnarti la loro fiducia, proponendo soluzioni che possano tranquillizzarli, come: “Mi piacerebbe uscire con le amiche la sera, ma possiamo iniziare con qualcosa di semplice, ad esempio tornando a casa presto e facendovi sapere sempre dove sono.” Quando cerchi di aprire questo dialogo, è importante non affrontare la questione in un momento di conflitto o quando sei molto frustrata. Cerca un momento in cui tutti siete tranquilli, così sarà più facile mantenere una conversazione costruttiva. Un altro aspetto importante è coltivare la tua autonomia emotiva, anche se ora le circostanze non ti permettono di fare tutto quello che vorresti. Anche piccoli passi verso la costruzione della tua fiducia possono aiutarti. Ad esempio, potresti impegnarti in attività che ti fanno sentire più indipendente, come organizzare piccole uscite diurne con gli amici o proporre ai tuoi genitori un compromesso per iniziare a uscire di sera in contesti che ritengono sicuri, come la casa di un’amica fidata o un evento accompagnato. Infine, tieni a mente che il cambiamento nei rapporti con i genitori richiede tempo. Le loro paure non scompariranno all’improvviso, ma con pazienza e dimostrando loro che sei responsabile, è probabile che inizino a vedere le cose in modo diverso. Se queste difficoltà ti fanno sentire sopraffatta o se noti che l’ansia che provi sta diventando troppo presente nella tua vita, potrebbe essere utile parlarne con uno psicologo. Questo ti aiuterebbe a gestire meglio i tuoi sentimenti e a costruire una sicurezza personale che non dipenda esclusivamente dalle circostanze esterne. Ti mando un caro saluto e spero che tu possa trovare, passo dopo passo, il tuo equilibrio tra il rispetto per i tuoi genitori e la libertà di vivere le tue esperienze. Dott. Andrea Boggero
Capisco che per una ragazza di 16 anni come te sia molto pesante rinunciare a forme molto naturali di socialità come festeggiare un compleanno o andare a cena con amiche e amici. Mi sembra che su questo tema dovrebbe esserci un dialogo ragionevole fra t e i tuoi genitori.Tu scrivi che quando in famiglia si parla di questi argomenti "io sono automaticamente esclusa e non invitata". Possibile? Capisco che i tuoi genitori vogliano essere loro a decidere, ma sentire le tue ragioni è anche importante! Pensa a quale può essere il modo migliore per essere almeno ascoltata. In ogni caso il tema più importante è quello che affronti sul finire della tua lettera: mantenere una tua capacità di valutazione, e una ragionevole libertà di movimento, per quando sarai maggiorenne: un momento abbastanza vicino, più o meno due anni.E quindi non assorbire quelle che mi sembrano le ansia dei tuoi genitori. La traduzione nella vita quotidiana dei diritti che vengono dalla "maggiore età" non è sicuramente automatica, ma comunque il fatto che questi diritti ci siano è importante!
Buonasera,
capisco quanto sia difficile vivere in una situazione in cui si sente costantemente limitata e ansiosa. Le preoccupazioni dei suoi genitori sono comprensibili, ma è importante trovare un equilibrio che le permetta di crescere e sperimentare nuove esperienze in sicurezza. Di seguito, alcune riflessioni che potrebbero aiutarla a gestire meglio questa situazione.
Riflessioni sulla situazione
Preoccupazioni genitoriali: i suoi genitori sembrano avere una profonda preoccupazione per la sua sicurezza, che può derivare da esperienze passate o da timori personali. La loro intenzione è sicuramente quella di proteggerla, anche se a volte può sembrare eccessiva.
Esigenze di libertà: è naturale, soprattutto alla sua età, desiderare maggiore indipendenza e libertà di esplorare il mondo. Questi desideri sono parte fondamentale della crescita e dello sviluppo personale.
Impatto sull'ansia: le restrizioni imposte dai suoi genitori possono contribuire a un aumento dell'ansia. Le paure che le trasmettono possono influenzare il suo modo di percepire il mondo esterno e limitare le sue esperienze.
Strategie di gestione
Dialogo aperto: provi a instaurare un dialogo aperto e rispettoso con i suoi genitori. Esponga i suoi sentimenti e le sue necessità, cercando di spiegare come queste restrizioni impattano sulla sua vita sociale e sul suo benessere emotivo. Potrebbe essere utile concordare delle regole che permettano gradualmente maggiore libertà, mantenendo comunque la sicurezza.
Compromessi graduali: proponga soluzioni che possano rassicurare i suoi genitori, come uscire in compagnia di amici fidati o essere accompagnata da qualcuno di cui si fidano. In questo modo, potrebbe iniziare a godere di una maggiore libertà senza creare troppo disagio ai suoi genitori.
Supporto esterno: consideri l'idea di coinvolgere un mediatore, come un parente di fiducia o un consulente, che possa aiutarla a comunicare con i suoi genitori in modo efficace e a trovare soluzioni che soddisfino entrambe le parti.
Conclusione
Affrontare queste difficoltà richiede pazienza, dialogo e comprensione reciproca. È importante che qualsiasi decisione presa sia allineata con il suo desiderio di crescere e di sperimentare, mantenendo comunque la fiducia e il rispetto verso i suoi genitori. Le auguro di trovare la serenità e la forza necessarie per affrontare questa situazione nel modo migliore per lei.
Cordiali saluti.
capisco quanto sia difficile vivere in una situazione in cui si sente costantemente limitata e ansiosa. Le preoccupazioni dei suoi genitori sono comprensibili, ma è importante trovare un equilibrio che le permetta di crescere e sperimentare nuove esperienze in sicurezza. Di seguito, alcune riflessioni che potrebbero aiutarla a gestire meglio questa situazione.
Riflessioni sulla situazione
Preoccupazioni genitoriali: i suoi genitori sembrano avere una profonda preoccupazione per la sua sicurezza, che può derivare da esperienze passate o da timori personali. La loro intenzione è sicuramente quella di proteggerla, anche se a volte può sembrare eccessiva.
Esigenze di libertà: è naturale, soprattutto alla sua età, desiderare maggiore indipendenza e libertà di esplorare il mondo. Questi desideri sono parte fondamentale della crescita e dello sviluppo personale.
Impatto sull'ansia: le restrizioni imposte dai suoi genitori possono contribuire a un aumento dell'ansia. Le paure che le trasmettono possono influenzare il suo modo di percepire il mondo esterno e limitare le sue esperienze.
Strategie di gestione
Dialogo aperto: provi a instaurare un dialogo aperto e rispettoso con i suoi genitori. Esponga i suoi sentimenti e le sue necessità, cercando di spiegare come queste restrizioni impattano sulla sua vita sociale e sul suo benessere emotivo. Potrebbe essere utile concordare delle regole che permettano gradualmente maggiore libertà, mantenendo comunque la sicurezza.
Compromessi graduali: proponga soluzioni che possano rassicurare i suoi genitori, come uscire in compagnia di amici fidati o essere accompagnata da qualcuno di cui si fidano. In questo modo, potrebbe iniziare a godere di una maggiore libertà senza creare troppo disagio ai suoi genitori.
Supporto esterno: consideri l'idea di coinvolgere un mediatore, come un parente di fiducia o un consulente, che possa aiutarla a comunicare con i suoi genitori in modo efficace e a trovare soluzioni che soddisfino entrambe le parti.
Conclusione
Affrontare queste difficoltà richiede pazienza, dialogo e comprensione reciproca. È importante che qualsiasi decisione presa sia allineata con il suo desiderio di crescere e di sperimentare, mantenendo comunque la fiducia e il rispetto verso i suoi genitori. Le auguro di trovare la serenità e la forza necessarie per affrontare questa situazione nel modo migliore per lei.
Cordiali saluti.
Buon pomeriggio, la situazione che stai vivendo è veramente difficile e tu sei molto brava a sostenerla vista anche la tua giovane età e da come scrivi si capisce che sei una ragazza molto matura. La cosa che mi viene da suggerirti è quella di cercare di parlare con loro, magari col supporto anche dei tuoi fratelli, dimostrando di comprendere le loro preoccupazioni, e di proporgli, se vuoi uscire la sera, di farti accompagnare e riprendere da loro o da un adulto di cui loro si fidano, almeno per le prime volte, fino a quando si sentiranno più sicuri.
Mi ha colpito quando hai scritto che le loro ansie iniziano ad impattare su di te pesantemente iniziando a crearti delle paure e insicurezze che potrebbero condizionarti anche in futuro. Questo, secondo me, è un punto importante da condividere con loro, magari spiegando quanto vorresti imparare a sentirti più sicura e autonoma, ma che hai bisogno del loro supporto per farlo (quindi coinvolgendoli sempre). Altrimenti un suggerimento potrebbe essere quello di chiedere di poter andare tutti insieme a fare qualche incontro da un/una terapeuta che vi possa aiutare a trovare dei punti d'incontro o almeno un supporto per te e per i tuoi genitori a dare voce ai loro timori in modo diverso e meno bloccante per te. In bocca al lupo!
Ad esempio:
Mi ha colpito quando hai scritto che le loro ansie iniziano ad impattare su di te pesantemente iniziando a crearti delle paure e insicurezze che potrebbero condizionarti anche in futuro. Questo, secondo me, è un punto importante da condividere con loro, magari spiegando quanto vorresti imparare a sentirti più sicura e autonoma, ma che hai bisogno del loro supporto per farlo (quindi coinvolgendoli sempre). Altrimenti un suggerimento potrebbe essere quello di chiedere di poter andare tutti insieme a fare qualche incontro da un/una terapeuta che vi possa aiutare a trovare dei punti d'incontro o almeno un supporto per te e per i tuoi genitori a dare voce ai loro timori in modo diverso e meno bloccante per te. In bocca al lupo!
Ad esempio:
Gentile utente, mi dispiace per la situazione in cui si trova. Sebbene ciascun essere umano abbia delle preoccupazioni, é fondamentale riuscire a controllarle, al fine di evitare di trasmetterle e di generalizzarle. Vivere in un contesto limitante puó inficiare sulle proprie paure, sull'autostima, sull'autoefficacia, generando frustrazione e ansia, come nel suo caso. Sarebbe utile analizzare le preoccupazioni genitoriali, inevitabilmente connesse a credenze che potrebbero essere limate e smussate attraverso la terapia.
Per quanto riguarda lei, é lodevole che abbia percepito che le sue paure derivino da una generalizzazione delle paure genitoriali. Altrettanto importante, sarebbe agire su di esse al fine di evitare che l'ansia prevalga nel presente e nel futuro.
Per altre informazioni mi contatti pure.
A presto.
Dott.ssa Luciana de Pinto
Per quanto riguarda lei, é lodevole che abbia percepito che le sue paure derivino da una generalizzazione delle paure genitoriali. Altrettanto importante, sarebbe agire su di esse al fine di evitare che l'ansia prevalga nel presente e nel futuro.
Per altre informazioni mi contatti pure.
A presto.
Dott.ssa Luciana de Pinto
Gentile ragazza,
comprendo profondamente il suo disagio e la sua sensazione di essere intrappolata. La sua storia riflette un conflitto comune nelle famiglie, dove l'amore e le preoccupazioni dei genitori si mescolano a norme che sembrano limitanti e difficili da comprendere per chi cresce e desidera maggiore indipendenza.
Le dinamiche che descrive tra lei e i suoi genitori appaiono radicate in un bisogno di protezione, ma anche nella difficoltà di lasciar andare e di adattarsi alle sue necessità di autonomia. La paura che loro nutrono per la sua sicurezza, pur comprensibile, sembra creare una tensione che ostacola la fiducia reciproca e alimenta la sensazione di essere "in gabbia".
Una terapia familiare potrebbe rappresentare una strada utile per esplorare insieme queste dinamiche, aprendo un dialogo che aiuti i suoi genitori a comprendere le sue necessità e le sue emozioni. In un contesto terapeutico, si potrebbe lavorare sul rafforzamento della comunicazione e sulla gestione del timore dei genitori, favorendo una maggiore fiducia nella sua capacità di fare scelte responsabili. Inoltre, potrebbe aiutarli a vedere come le loro paure possano influire su di lei, amplificando l'ansia.
Le consiglio di parlarne apertamente con loro, spiegando come queste difficoltà la facciano sentire, proponendo di intraprendere insieme un percorso che possa migliorare la comprensione reciproca e alleggerire le pressioni che ora sente.
Le auguro di trovare la serenità che merita e una soluzione che rispetti le sue esigenze, ma anche quelle dei suoi genitori. Resto a disposizione qualora lo desiderasse, un caro saluto e buone feste
comprendo profondamente il suo disagio e la sua sensazione di essere intrappolata. La sua storia riflette un conflitto comune nelle famiglie, dove l'amore e le preoccupazioni dei genitori si mescolano a norme che sembrano limitanti e difficili da comprendere per chi cresce e desidera maggiore indipendenza.
Le dinamiche che descrive tra lei e i suoi genitori appaiono radicate in un bisogno di protezione, ma anche nella difficoltà di lasciar andare e di adattarsi alle sue necessità di autonomia. La paura che loro nutrono per la sua sicurezza, pur comprensibile, sembra creare una tensione che ostacola la fiducia reciproca e alimenta la sensazione di essere "in gabbia".
Una terapia familiare potrebbe rappresentare una strada utile per esplorare insieme queste dinamiche, aprendo un dialogo che aiuti i suoi genitori a comprendere le sue necessità e le sue emozioni. In un contesto terapeutico, si potrebbe lavorare sul rafforzamento della comunicazione e sulla gestione del timore dei genitori, favorendo una maggiore fiducia nella sua capacità di fare scelte responsabili. Inoltre, potrebbe aiutarli a vedere come le loro paure possano influire su di lei, amplificando l'ansia.
Le consiglio di parlarne apertamente con loro, spiegando come queste difficoltà la facciano sentire, proponendo di intraprendere insieme un percorso che possa migliorare la comprensione reciproca e alleggerire le pressioni che ora sente.
Le auguro di trovare la serenità che merita e una soluzione che rispetti le sue esigenze, ma anche quelle dei suoi genitori. Resto a disposizione qualora lo desiderasse, un caro saluto e buone feste
Carissima,
ho letto con attenzione quanto hai scritto e posso immaginare quanto per te sia dolorosa tuta questa situazione. In base alla mia esperienza, mi sento di consigliarti di trovare dei compromessi possibili con i tuoi genitori, dal momento che per te è necessario nutrire e sostenere una buona rete sociale. Sicuramente è importante che tu ed i tuoi genitori riusciate a capire i vostri reciproci bisogni, in modo che ciascuno di voi si senta ascoltato. Solo così potrete avere una comunicazione efficace e porre le basi per dei compromessi educativi possibili per tutti voi.
Un caro abbraccio
ho letto con attenzione quanto hai scritto e posso immaginare quanto per te sia dolorosa tuta questa situazione. In base alla mia esperienza, mi sento di consigliarti di trovare dei compromessi possibili con i tuoi genitori, dal momento che per te è necessario nutrire e sostenere una buona rete sociale. Sicuramente è importante che tu ed i tuoi genitori riusciate a capire i vostri reciproci bisogni, in modo che ciascuno di voi si senta ascoltato. Solo così potrete avere una comunicazione efficace e porre le basi per dei compromessi educativi possibili per tutti voi.
Un caro abbraccio
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Ciao, grazie per aver condiviso i tuoi pensieri. Capisco perfettamente quanto possa essere frustrante sentirsi limitata dalla paura e dalle ansie dei genitori, soprattutto quando queste sembrano non tenere conto del fatto che tu sei responsabile e capace di prendere le tue decisioni. La tua situazione è comprensibile, perché i genitori, specialmente quando si preoccupano per la sicurezza dei figli, tendono a volerli proteggere il più possibile, anche se a volte questo può risultare eccessivo e creare un conflitto tra il bisogno di libertà e quello di protezione.
Questa "gabbia" che percepisci è una sensazione comune in molti adolescenti che hanno genitori molto protettivi. L'adolescenza è un periodo in cui si inizia a cercare indipendenza, a fare esperienze e a costruire una propria identità, e quando questo viene ostacolato, può provocare ansia e frustrazione. Tuttavia, è anche importante ricordare che i tuoi genitori, seppur con un approccio eccessivo, agiscono spinti dalla loro paura per la tua sicurezza, e non dal desiderio di limitarti.
Nel tuo caso, potresti provare ad aprire un dialogo più profondo con loro, magari cercando di mostrare la tua maturità e responsabilità. Parla loro delle tue emozioni, spiegando quanto ti senta in gabbia e chiedendo di avere più fiducia nelle tue scelte, magari proponendo delle soluzioni graduali, come uscire in orari in cui ti senti più sicura e tornare a casa accompagnata da una persona di fiducia. Mostrando loro che sei capace di prendere decisioni sensate, potrebbero iniziare a lasciarti più spazio.
Anche se la tua libertà è limitata, cerca di ricordare che questa fase non durerà per sempre. Man mano che crescerai e dimostrerai di saper gestire le tue responsabilità, le cose probabilmente cambieranno. Nel frattempo, cerca di goderti i piccoli momenti di libertà che hai e costruisci la tua indipendenza in modo graduale, rispettando allo stesso tempo le loro preoccupazioni.
Infine, cerca di lavorare sulla gestione dell'ansia che hai descritto, sia per non lasciarti influenzare eccessivamente dalle loro paure, sia per sentirti più libera. Parlando anche con un professionista potresti riuscire a trovare modi per affrontare le tue preoccupazioni in modo sano e per sentirti più sicura nel prendere le tue decisioni.
Ti auguro di trovare un equilibrio che ti permetta di crescere, imparare e sentirti libera senza rinunciare alla tua serenità.
Questa "gabbia" che percepisci è una sensazione comune in molti adolescenti che hanno genitori molto protettivi. L'adolescenza è un periodo in cui si inizia a cercare indipendenza, a fare esperienze e a costruire una propria identità, e quando questo viene ostacolato, può provocare ansia e frustrazione. Tuttavia, è anche importante ricordare che i tuoi genitori, seppur con un approccio eccessivo, agiscono spinti dalla loro paura per la tua sicurezza, e non dal desiderio di limitarti.
Nel tuo caso, potresti provare ad aprire un dialogo più profondo con loro, magari cercando di mostrare la tua maturità e responsabilità. Parla loro delle tue emozioni, spiegando quanto ti senta in gabbia e chiedendo di avere più fiducia nelle tue scelte, magari proponendo delle soluzioni graduali, come uscire in orari in cui ti senti più sicura e tornare a casa accompagnata da una persona di fiducia. Mostrando loro che sei capace di prendere decisioni sensate, potrebbero iniziare a lasciarti più spazio.
Anche se la tua libertà è limitata, cerca di ricordare che questa fase non durerà per sempre. Man mano che crescerai e dimostrerai di saper gestire le tue responsabilità, le cose probabilmente cambieranno. Nel frattempo, cerca di goderti i piccoli momenti di libertà che hai e costruisci la tua indipendenza in modo graduale, rispettando allo stesso tempo le loro preoccupazioni.
Infine, cerca di lavorare sulla gestione dell'ansia che hai descritto, sia per non lasciarti influenzare eccessivamente dalle loro paure, sia per sentirti più libera. Parlando anche con un professionista potresti riuscire a trovare modi per affrontare le tue preoccupazioni in modo sano e per sentirti più sicura nel prendere le tue decisioni.
Ti auguro di trovare un equilibrio che ti permetta di crescere, imparare e sentirti libera senza rinunciare alla tua serenità.
Buongiorno gentile utente, grazie per aver condiviso la sua esperienza.
Come lei stessa si è accorta, i suoi genitori probabilmente sono ansiosi e trasmettono anche a lei questa sensazione che il mondo sia un luogo insicuro. A volte in parte una preoccupazione simile è dovuta al desiderio di protezione, ma a volte risulta eccessiva, soprattutto se non si abitano in zone potenzialmente pericolose come quartieri violenti di grandi città.
Penso che il suo desiderio di maggior libertà sia sano e funzionale, poiché a 16 anni è importante avere un rapporto con i propri coetanei e poter fare delle esperienze fuori casa. In adolescenza la sperimentazione è una componente essenziale per un corretto sviluppo. Potrebbe cercare un sostegno in questo dai suoi fratelli, che sono più grandi e che potrebbero forse supportarla, o quantomeno da un altro adulto autorevole che abbia qualche influenza presso i suoi genitori?
Purtroppo in questi casi non è mai semplice, ma forse far comprendere la problematicità di un’eccessiva protezione, potrebbe permetterle di guadagnare qualcosa.
Come lei stessa si è accorta, i suoi genitori probabilmente sono ansiosi e trasmettono anche a lei questa sensazione che il mondo sia un luogo insicuro. A volte in parte una preoccupazione simile è dovuta al desiderio di protezione, ma a volte risulta eccessiva, soprattutto se non si abitano in zone potenzialmente pericolose come quartieri violenti di grandi città.
Penso che il suo desiderio di maggior libertà sia sano e funzionale, poiché a 16 anni è importante avere un rapporto con i propri coetanei e poter fare delle esperienze fuori casa. In adolescenza la sperimentazione è una componente essenziale per un corretto sviluppo. Potrebbe cercare un sostegno in questo dai suoi fratelli, che sono più grandi e che potrebbero forse supportarla, o quantomeno da un altro adulto autorevole che abbia qualche influenza presso i suoi genitori?
Purtroppo in questi casi non è mai semplice, ma forse far comprendere la problematicità di un’eccessiva protezione, potrebbe permetterle di guadagnare qualcosa.
Buongiorno,
Emerge una situazione delicata e complessa. Mi sembra di capire che lei vorrebbe uscire la sera per avere una maggior vita sociale e anche solo per sentirsi più libera. Intende godersi la sua adolescenza e questo è comprensibile. I suoi fratelli potrebbero essere delle risorse su cui fare affidamento per fare leva sui suoi genitori? Ha detto che suo fratello è considerato da loro poco affidabile: ci sarebbe modo di chiedere all'altro fratello una mano per convincere i genitori a farla uscire di casa? Penso che sarebbe utile parlare apertamente con i suoi genitori come ha fatto qui, dicendo loro che per lei uscire è un modo per divertirsi e stare bene ma in modo responsabile, seguendo i principi che loro le hanno insegnato. Potrebbe farsi spalleggiare dai suoi fratelli durante questa conversazione, in modo da avere un supporto morale in più. In questo momento ha bisogno di alleati e loro possono aiutarla a raggiungere il suo scopo. Può ribadire ai suoi genitori che non intende andare a ballare e che tornerà presto a casa. E' molto importante che un adolescente possa esplorare il mondo e conoscere persone nuove: ciò favorisce la crescita personale e porta benessere psicologico all'individuo. A maggior ragione se lei si sente a disagio in questa situazione, le suggerisco di parlarne con i suoi genitori, chiarendo le sue esigenze. L'ansia è uno stato psichico che deve essere gestito con il supporto di un professionista. Resto a disposizione per ulteriori informazioni e domande nell'eventualità di un colloquio psicologico di approfondimento. Cordiali saluti
Emerge una situazione delicata e complessa. Mi sembra di capire che lei vorrebbe uscire la sera per avere una maggior vita sociale e anche solo per sentirsi più libera. Intende godersi la sua adolescenza e questo è comprensibile. I suoi fratelli potrebbero essere delle risorse su cui fare affidamento per fare leva sui suoi genitori? Ha detto che suo fratello è considerato da loro poco affidabile: ci sarebbe modo di chiedere all'altro fratello una mano per convincere i genitori a farla uscire di casa? Penso che sarebbe utile parlare apertamente con i suoi genitori come ha fatto qui, dicendo loro che per lei uscire è un modo per divertirsi e stare bene ma in modo responsabile, seguendo i principi che loro le hanno insegnato. Potrebbe farsi spalleggiare dai suoi fratelli durante questa conversazione, in modo da avere un supporto morale in più. In questo momento ha bisogno di alleati e loro possono aiutarla a raggiungere il suo scopo. Può ribadire ai suoi genitori che non intende andare a ballare e che tornerà presto a casa. E' molto importante che un adolescente possa esplorare il mondo e conoscere persone nuove: ciò favorisce la crescita personale e porta benessere psicologico all'individuo. A maggior ragione se lei si sente a disagio in questa situazione, le suggerisco di parlarne con i suoi genitori, chiarendo le sue esigenze. L'ansia è uno stato psichico che deve essere gestito con il supporto di un professionista. Resto a disposizione per ulteriori informazioni e domande nell'eventualità di un colloquio psicologico di approfondimento. Cordiali saluti
Ciao, grazie per la condivisione della tua esperienza. Mi dispiace molto per la situazione che stai vivendo, comprendo quanto possa essere frustrante, ci si sente impotenti perché è fuori dal proprio controllo. Il fatto che tu abbia trovato attività alternative, anche da svolgere la sera, implica una grande maturità e soprattutto la capacità di resistere alle situazioni negative. Dalla tua parte hai molti strumenti emotivi e personali. Non so se sia possibile cercare un dialogo coi tuoi genitori, né so quale opinione potrebbero avere della psicoterapia, ma un percorso familiare, anche sporadico, potrebbe molto aiutarvi e creare un ambiente in cui confrontarvi in maniera più dinamica e controllata. Qualora questo non fosse possibile, credo che sia comunque giusto che tu continui a esprimere le tue esigenze e le tue opinioni, forse la situazione non sarà modificabile, ma quantomeno ti aiuterà a non perdere te stessa e il contatto con i tuoi desideri e la voglia di libertà. Ti suggerisco inoltre, nel caso non ci siano altre possibilità, di confrontarti con uno psicologo scolastico: sia per parlare della situazione in sé per sé, che è molto pesante, sia per continuare a differenziare l'ansia dei tuoi genitori dai tuoi stati d'animo personali.
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