Salve sono una ragazza con i genitori separati ormai ventenne, i miei genitori sono separati da quan
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Salve sono una ragazza con i genitori separati ormai ventenne, i miei genitori sono separati da quando sono piccola. Io vorrei cambiare il mio cognome più che altro aggiungere il cognome di mia madre, non posso purtroppo levare il cognome di mio padre.
È sbagliato voler portare avanti il cognome di mia madre e della sua famiglia a cui io sono legata? Mi sembra di fare un torto a mio padre, io con lui non ho più rapporti da 7 anni circa,perché si è risposato con un'altra donna, lei mi ha allontanato mio padre.
Anche se non lo vedo più mi sembra di fare un torto a lui, ma allo stesso tempo voglio con tutto il cuore mettere il cognome di mia madre.
È sbagliato voler portare avanti il cognome di mia madre e della sua famiglia a cui io sono legata? Mi sembra di fare un torto a mio padre, io con lui non ho più rapporti da 7 anni circa,perché si è risposato con un'altra donna, lei mi ha allontanato mio padre.
Anche se non lo vedo più mi sembra di fare un torto a lui, ma allo stesso tempo voglio con tutto il cuore mettere il cognome di mia madre.
Ciao, grazie per aver scritto. Da un punto di vista oggettivo non fai un torto a tuo padre trattandosi di aggiungere un cognome, allo stesso tempo credo che tu possa vivere qualche dispiacere legato alla sua prolungata assenza e che questi sentimenti spiacevoli (di cui non so perché non ne hai parlato) ti fanno vivere l'aggiunta del cognome con senso di colpa piuttosto che come una scelta adulta e ponderata (quale effettivamente è). Credo che tu possa esplorare con più cura e attenzione ciò che provi per tuo padre in modo da recuperare più possibile serenità. Grazie per la tua condivisione
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Capisco il suo vissuto e il desiderio profondo di riconoscere il legame con la parte della famiglia che sente davvero sua. Non è sbagliato desiderare di portare il cognome di sua madre: è un modo per affermare la propria identità.
Se vuole, possiamo lavorare insieme su questi sentimenti di colpa e sulla necessità di legittimare ciò che sente. Potrebbe essere l’inizio di un percorso importante per sé stessa.
Se vuole, possiamo lavorare insieme su questi sentimenti di colpa e sulla necessità di legittimare ciò che sente. Potrebbe essere l’inizio di un percorso importante per sé stessa.
Salve,
la sua domanda è molto profonda e tocca qualcosa che va ben oltre l'aspetto formale: riguarda l’identità, l’appartenenza e il cuore dei legami familiari.
Desiderare di aggiungere il cognome di sua madre non è affatto “sbagliato”: è un modo per onorarla, per dare visibilità e continuità a un legame che evidentemente sente come fondamentale nella sua vita. È un atto che parla di amore, di riconoscimento, di desiderio di essere coerente con ciò che sente dentro.
Il senso di colpa che prova verso suo padre, nonostante l’assenza, è comprensibile: spesso dentro di noi convivono sentimenti contrastanti, lealtà profonde anche verso chi ci ha deluso o ferito. Ma ascoltare il suo bisogno non significa cancellare nessuno: significa dare voce a ciò che oggi la rappresenta davvero, con rispetto per la sua storia e per se stessa.
Se sente che questo conflitto interiore la fa soffrire o la blocca, parlarne in uno spazio protetto può aiutarla a trovare chiarezza e pace. È importante che le sue scelte nascano dalla libertà, non dalla paura di ferire.
Un caro saluto,
Dott.ssa Sonia Zangarini
Psicologa / Counselor
la sua domanda è molto profonda e tocca qualcosa che va ben oltre l'aspetto formale: riguarda l’identità, l’appartenenza e il cuore dei legami familiari.
Desiderare di aggiungere il cognome di sua madre non è affatto “sbagliato”: è un modo per onorarla, per dare visibilità e continuità a un legame che evidentemente sente come fondamentale nella sua vita. È un atto che parla di amore, di riconoscimento, di desiderio di essere coerente con ciò che sente dentro.
Il senso di colpa che prova verso suo padre, nonostante l’assenza, è comprensibile: spesso dentro di noi convivono sentimenti contrastanti, lealtà profonde anche verso chi ci ha deluso o ferito. Ma ascoltare il suo bisogno non significa cancellare nessuno: significa dare voce a ciò che oggi la rappresenta davvero, con rispetto per la sua storia e per se stessa.
Se sente che questo conflitto interiore la fa soffrire o la blocca, parlarne in uno spazio protetto può aiutarla a trovare chiarezza e pace. È importante che le sue scelte nascano dalla libertà, non dalla paura di ferire.
Un caro saluto,
Dott.ssa Sonia Zangarini
Psicologa / Counselor
Cara ragazza,
quello che stai vivendo è un conflitto interiore molto comune tra chi, come te, ha vissuto la separazione dei genitori e ha sviluppato un forte legame con uno solo dei due. Il desiderio di aggiungere il cognome di tua madre non è affatto sbagliato: rappresenta il bisogno di riconoscere e onorare una parte importante della tua identità, della tua storia e del tuo vissuto affettivo.
Il fatto che tu ti senta in colpa verso tuo padre, nonostante l’assenza prolungata del vostro rapporto, è comprensibile. Le relazioni familiari, anche quando si interrompono, lasciano comunque tracce profonde. È naturale che ci siano sentimenti contrastanti, come il desiderio di affermare te stessa e, allo stesso tempo, la paura di ferire o tradire qualcuno del tuo passato.
Aggiungere il cognome di tua madre non significa necessariamente cancellare tuo padre, ma può essere un modo per riconoscere in modo più completo chi sei diventata e quale legame ha avuto un ruolo centrale nella tua crescita.
Parlare di questi vissuti con uno specialista potrebbe aiutarti ad affrontare meglio i tuoi sentimenti, chiarire le tue motivazioni più profonde e accompagnarti in questo percorso di affermazione identitaria.
Sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
quello che stai vivendo è un conflitto interiore molto comune tra chi, come te, ha vissuto la separazione dei genitori e ha sviluppato un forte legame con uno solo dei due. Il desiderio di aggiungere il cognome di tua madre non è affatto sbagliato: rappresenta il bisogno di riconoscere e onorare una parte importante della tua identità, della tua storia e del tuo vissuto affettivo.
Il fatto che tu ti senta in colpa verso tuo padre, nonostante l’assenza prolungata del vostro rapporto, è comprensibile. Le relazioni familiari, anche quando si interrompono, lasciano comunque tracce profonde. È naturale che ci siano sentimenti contrastanti, come il desiderio di affermare te stessa e, allo stesso tempo, la paura di ferire o tradire qualcuno del tuo passato.
Aggiungere il cognome di tua madre non significa necessariamente cancellare tuo padre, ma può essere un modo per riconoscere in modo più completo chi sei diventata e quale legame ha avuto un ruolo centrale nella tua crescita.
Parlare di questi vissuti con uno specialista potrebbe aiutarti ad affrontare meglio i tuoi sentimenti, chiarire le tue motivazioni più profonde e accompagnarti in questo percorso di affermazione identitaria.
Sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Gentile Paziente Anonima,
Capisco che accettare l'allontanamento da suo padre è stato doloroso e forse è un processo che richiede ancora tempo, ma la scelta di aggiungere il cognome di sua madre, accanto a quello paterno può significare anche assumere un ruolo attivo nella sua storia. Aggiungere, invece che cambiare, si tradurrebbe infatti nel mettere insieme due parti importanti della sua vita, che hanno fatto parte di lei.
Un caro saluto,
Dott.ssa Federica Trobbiani
Capisco che accettare l'allontanamento da suo padre è stato doloroso e forse è un processo che richiede ancora tempo, ma la scelta di aggiungere il cognome di sua madre, accanto a quello paterno può significare anche assumere un ruolo attivo nella sua storia. Aggiungere, invece che cambiare, si tradurrebbe infatti nel mettere insieme due parti importanti della sua vita, che hanno fatto parte di lei.
Un caro saluto,
Dott.ssa Federica Trobbiani
Salve.
Nel suo messaggio c’è una domanda molto esplicita: “È sbagliato ciò che sto facendo?”
Purtroppo — o forse per fortuna — non esiste una risposta assoluta a questa domanda. Nessuno, nemmeno un terapeuta, può dirle se ciò che sente sia giusto o sbagliato in senso oggettivo.
Ma quello che posso aiutarla a fare è esplorare da dove nasce questa domanda, perché spesso una domanda morale come questa custodisce qualcosa di più profondo. In questo caso, potrebbe celare un senso di colpa latente.
Allora la vera domanda diventa: cos’è questa colpa? A cosa si sta riferendo?
Forse nasce da una confusione sul significato simbolico del gesto che sta compiendo. Aggiungere il cognome di sua madre potrebbe farla sentire, a livello inconscio, come se si stesse schierando, come se stesse “prendendo posizione” contro suo padre. Come se fosse in mezzo a un conflitto che la mette in una posizione triangolata.
Ma è davvero così?
È importante chiarire il senso autentico del gesto.
Se aggiungere il cognome di sua madre è spinto da un desiderio di rivalsa, se è alimentato dalla rabbia o dalla ferita ancora viva del distacco da suo padre, è comprensibile che senta anche il peso di una possibile colpa o paura di una ripercussione.
Ma se invece è un gesto di individuazione, di affermazione della propria identità, di riconoscimento affettivo verso chi è stata davvero una figura di riferimento nella sua vita — allora non c’è nessuna colpa da portare, perché non sta togliendo nulla a nessuno: sta semplicemente scegliendo di portare con sé ciò che sente come vero.
Intanto, chiamiamola per nome questa emozione: è colpa? rabbia? paura? amore ferito?
Darle un nome aiuta a darle un posto, e darle un posto le permette di non guidare da sola le sue scelte.
Nel suo messaggio c’è una domanda molto esplicita: “È sbagliato ciò che sto facendo?”
Purtroppo — o forse per fortuna — non esiste una risposta assoluta a questa domanda. Nessuno, nemmeno un terapeuta, può dirle se ciò che sente sia giusto o sbagliato in senso oggettivo.
Ma quello che posso aiutarla a fare è esplorare da dove nasce questa domanda, perché spesso una domanda morale come questa custodisce qualcosa di più profondo. In questo caso, potrebbe celare un senso di colpa latente.
Allora la vera domanda diventa: cos’è questa colpa? A cosa si sta riferendo?
Forse nasce da una confusione sul significato simbolico del gesto che sta compiendo. Aggiungere il cognome di sua madre potrebbe farla sentire, a livello inconscio, come se si stesse schierando, come se stesse “prendendo posizione” contro suo padre. Come se fosse in mezzo a un conflitto che la mette in una posizione triangolata.
Ma è davvero così?
È importante chiarire il senso autentico del gesto.
Se aggiungere il cognome di sua madre è spinto da un desiderio di rivalsa, se è alimentato dalla rabbia o dalla ferita ancora viva del distacco da suo padre, è comprensibile che senta anche il peso di una possibile colpa o paura di una ripercussione.
Ma se invece è un gesto di individuazione, di affermazione della propria identità, di riconoscimento affettivo verso chi è stata davvero una figura di riferimento nella sua vita — allora non c’è nessuna colpa da portare, perché non sta togliendo nulla a nessuno: sta semplicemente scegliendo di portare con sé ciò che sente come vero.
Intanto, chiamiamola per nome questa emozione: è colpa? rabbia? paura? amore ferito?
Darle un nome aiuta a darle un posto, e darle un posto le permette di non guidare da sola le sue scelte.
La ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità un pensiero e un desiderio che immagino non siano facili da esprimere. Quello che sta raccontando parla di un percorso molto personale, legato alla sua identità, alla sua storia familiare e ai legami affettivi che per lei sono più significativi. È naturale che, in una situazione come la sua, emergano sentimenti contrastanti: da un lato il bisogno e il desiderio di dare un riconoscimento a quel legame con sua madre e la sua famiglia, dall’altro il timore di fare un torto a suo padre, anche se il rapporto con lui si è interrotto da anni. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, è utile osservare come i suoi pensieri su questa scelta siano collegati alle emozioni che prova. Lei ha un forte desiderio di appartenere, di sentire rappresentato anche formalmente il legame con la persona e la famiglia che l’ha accolta, sostenuta e a cui si sente legata. Questo desiderio non è sbagliato, anzi, è un’espressione di un bisogno profondo di coerenza tra ciò che sente dentro di sé e come vuole che questo venga riconosciuto anche all’esterno. Allo stesso tempo, è comprensibile che il pensiero di ferire qualcuno, anche una persona con cui oggi non ha più rapporti, le generi un senso di colpa o un dubbio interiore. Questo accade perché, anche quando un legame si interrompe, l’impronta affettiva rimane e i nostri pensieri tendono a tornare alla ricerca di un equilibrio tra rispetto per noi stessi e per gli altri. Ciò che può esserle utile è provare a chiedersi: cosa rappresenta per me aggiungere il cognome di mia madre? Che significato voglio dare a questo gesto? E ancora: se guardo al mio valore come persona e alle relazioni che ho scelto di coltivare, che tipo di coerenza voglio avere tra il mio sentire e le mie azioni? È importante ricordare che il fatto di desiderare di aggiungere il cognome di sua madre non significa necessariamente voler negare o cancellare la sua storia, né tantomeno ferire qualcuno. È una scelta che parla della sua identità e del bisogno di riconoscere e onorare chi per lei ha rappresentato e rappresenta un punto fermo. Il senso di colpa che avverte può essere visto come un segnale del valore che lei attribuisce al rispetto degli altri. Ma la domanda centrale potrebbe essere: sto mancando di rispetto a qualcuno se compio un atto che esprime ciò che sono e ciò che sento? In questi casi, lavorare sui propri pensieri disfunzionali, quelli che le fanno temere di essere ingiusta o sbagliata, può aiutarla a vedere la situazione con maggiore chiarezza e serenità. Lei non sta scegliendo contro qualcuno, sta scegliendo per se stessa, per il proprio benessere e per dare forma al legame con la parte della sua famiglia che sente più vicina. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Buongiorno, dalle tue parole mi sembra di capire che tu abbia un cuore abbastanza grande per far convivere l'amore e il rispetto per tua madre insieme a quello per tuo padre. Portare entrambi i cognomi a me farebbe pensare che tu voglia riconoscere l'importanza di entrambi e non fare un torto ad uno di loro. Non posso sapere quale sarà la percezione di tuo padre dal momento che non conosco il contesto culturale educativo in cui è cresciuto. Si tratterebbe comunque di aggiungere tua madre, alla quale sei molto legata e alla quale probabilmente farebbe piacere che tu portassi il suo cognome, senza togliere tuo padre. Io darei valore a quel "voglio con tutto il cuore" e sarebbe bello che ti sentissi libera di seguire questo desiderio. La decisione ovviamente spetta solo a te e questa è semplicemente la mia personale lettura della situazione.
Gentile signora, il desiderio di aggiungere il cognome di Sua madre non è affatto sbagliato, anzi: rappresenta un'espressione profonda del Suo legame affettivo e identitario con una parte importante della Sua storia familiare. Non si tratta necessariamente di un gesto contro Suo padre, ma a favore di sé stessa, di ciò che sente di voler onorare e portare con sé.
Il senso di colpa che avverte è comprensibile, ma va riletto: Lei non sta cancellando nessuno, sta cercando di riconoscersi pienamente in ciò che ha significato e significa per Lei la figura materna. In assenza di un rapporto con Suo padre da molti anni, è naturale che oggi voglia affermare un’appartenenza più autentica e sentita. In questi casi, è importante chiedersi: Sto scegliendo per rispetto della mia identità o per paura di ferire qualcuno che ha già scelto di allontanarsi?
Segua ciò che sente come vero per Lei. È lì che risiede la libertà personale.
Il senso di colpa che avverte è comprensibile, ma va riletto: Lei non sta cancellando nessuno, sta cercando di riconoscersi pienamente in ciò che ha significato e significa per Lei la figura materna. In assenza di un rapporto con Suo padre da molti anni, è naturale che oggi voglia affermare un’appartenenza più autentica e sentita. In questi casi, è importante chiedersi: Sto scegliendo per rispetto della mia identità o per paura di ferire qualcuno che ha già scelto di allontanarsi?
Segua ciò che sente come vero per Lei. È lì che risiede la libertà personale.
Gentile Utente,
dalla Sua richiesta mi si accendono approfondimenti-domande-riflessioni che meriterebbero uno spazio differente.
Non credo qualcuno Le possa dire cosa sia meglio fare o evitare, ma ha valutato un percorso di sostegno rispetto a queste dinamiche familiari al fine di sentirsi più "serena" nel poter prendere di proprio pugno questa decisione?
Saluti
dalla Sua richiesta mi si accendono approfondimenti-domande-riflessioni che meriterebbero uno spazio differente.
Non credo qualcuno Le possa dire cosa sia meglio fare o evitare, ma ha valutato un percorso di sostegno rispetto a queste dinamiche familiari al fine di sentirsi più "serena" nel poter prendere di proprio pugno questa decisione?
Saluti
Carissima, credo proprio che lei non faccia alcun male a suo padre se aggiunge, come mi pare lei dica, il cognome di sua madre. Non toglie ma aggiunge; mi sembra un modo per riconoscere il ramo materno più che disconoscere quello paterno. Capisco la sua fatica ma è anche importante ricordare che lei è una donna adulta (per quanto giovane) e libera di esprimere e manifestare ciò che sente. Realizzi i suoi desideri e le sue aspettative, non corra il rischio di essere infelice per realizzare le aspettative di altri e non deludere. In bocca al lupo! Resto a disposizione per qualsiasi cosa. Cordiali saluti. Dottor Montanaro
Buongiorno,
grazie per aver condiviso un pensiero così personale e sentito. Non è affatto sbagliato desiderare di aggiungere il cognome di sua madre, soprattutto se rappresenta per lei un legame affettivo profondo, una parte importante della sua identità e della sua storia.
Comprendere il proprio bisogno di appartenenza e riconoscere ciò che ci rappresenta davvero è un atto di consapevolezza e rispetto verso se stessi. Il senso di “torto” verso suo padre è comprensibile, ma non deve diventare un ostacolo al suo diritto di esprimere chi è oggi, al di là di scelte o situazioni passate che non dipendono da lei.
È un tema che meriterebbe uno spazio di ascolto e approfondimento, se lo desidera. Resto a disposizione per accompagnarla in questo percorso di chiarimento personale e familiare.
Un caro saluto,
A.B.
grazie per aver condiviso un pensiero così personale e sentito. Non è affatto sbagliato desiderare di aggiungere il cognome di sua madre, soprattutto se rappresenta per lei un legame affettivo profondo, una parte importante della sua identità e della sua storia.
Comprendere il proprio bisogno di appartenenza e riconoscere ciò che ci rappresenta davvero è un atto di consapevolezza e rispetto verso se stessi. Il senso di “torto” verso suo padre è comprensibile, ma non deve diventare un ostacolo al suo diritto di esprimere chi è oggi, al di là di scelte o situazioni passate che non dipendono da lei.
È un tema che meriterebbe uno spazio di ascolto e approfondimento, se lo desidera. Resto a disposizione per accompagnarla in questo percorso di chiarimento personale e familiare.
Un caro saluto,
A.B.
Buongiorno, credo che il suo desiderio di aggiungere il cognome di sua madre al suo non sia sbagliato. Se per lei questa cosa è importante è giusto che la porti a termine.
Per quanto riguarda i sensi di colpa nei confronti di suo padre credo, cercando di interpretare queste poche righe, che siano più legati al desiderio o al pensiero di togliere il cognome di suo padre per sostituirlo a quello di sua madre, e non all'eventualità di AGGIUNGERE quello di sua madre.
Bisognerebbe indagare meglio le motivazioni dietro al suo pensiero di togliere il cognome di suo padre, ma per quanto riguarda la sua richiesta, credo sia un suo diritto dare questo riconoscimento a sua madre se lei lo desidera.
Per quanto riguarda i sensi di colpa nei confronti di suo padre credo, cercando di interpretare queste poche righe, che siano più legati al desiderio o al pensiero di togliere il cognome di suo padre per sostituirlo a quello di sua madre, e non all'eventualità di AGGIUNGERE quello di sua madre.
Bisognerebbe indagare meglio le motivazioni dietro al suo pensiero di togliere il cognome di suo padre, ma per quanto riguarda la sua richiesta, credo sia un suo diritto dare questo riconoscimento a sua madre se lei lo desidera.
Sicuramente non è una decisione che si prenderebbe a cuor leggero, visto il legame che - nonostante tutto e in una forma forse diversa da quello che ha con Sua madre - comunque c'è anche con il Suo papà.
Sono a Sua disposizione per approfondire e aiutarLa a capire come muoversi, primariamente per il Suo benessere e la Sua serenità.
Sono a Sua disposizione per approfondire e aiutarLa a capire come muoversi, primariamente per il Suo benessere e la Sua serenità.
Buongiorno, la tua domanda è molto profonda e carica di significato. Non stai solo parlando di un cognome, ma di identità, appartenenza e legami affettivi. E mi sembra che tu stia cercando un modo per riconoscere, anche simbolicamente, chi senti davvero come parte della tua storia e del tuo cuore.
Il desiderio di aggiungere il cognome di tua madre non è affatto “sbagliato”. Anzi, può essere letto come un atto di riconoscimento verso chi ha rappresentato per te una presenza significativa, stabile, amorevole. È naturale voler portare con sé ciò che ci fa sentire radicati, accolti, riconosciuti.
Allo stesso tempo, capisco il senso di colpa che può emergere: anche se il rapporto con tuo padre si è interrotto da anni, una parte di te forse sente ancora un legame, o meglio, teme di “tradire” qualcosa di profondo. Questo non significa che il tuo desiderio sia ingiusto, ma solo che ci sono emozioni complesse da tenere insieme: il bisogno di affermarti e il timore di ferire.
Quello che stai cercando di fare è dare voce a chi sei diventata, a ciò che senti oggi come tuo. A volte per farlo è necessario accettare che non tutti i legami abbiano la stessa intensità o la stessa presenza nel tempo.
Aggiungere un cognome può essere un gesto di amore e gratitudine, non necessariamente un rifiuto. Può essere un modo per dire: “Questa parte di me è importante, e voglio che sia visibile anche nel mio nome”.
Forse può aiutarti chiederti: “Cosa mi farebbe sentire in pace con questa scelta?” – non tanto rispetto agli altri, ma rispetto a te stessa. Perché è con te che convivi ogni giorno, e onorare ciò che senti autentico è un atto di grande rispetto verso di te.
Il desiderio di aggiungere il cognome di tua madre non è affatto “sbagliato”. Anzi, può essere letto come un atto di riconoscimento verso chi ha rappresentato per te una presenza significativa, stabile, amorevole. È naturale voler portare con sé ciò che ci fa sentire radicati, accolti, riconosciuti.
Allo stesso tempo, capisco il senso di colpa che può emergere: anche se il rapporto con tuo padre si è interrotto da anni, una parte di te forse sente ancora un legame, o meglio, teme di “tradire” qualcosa di profondo. Questo non significa che il tuo desiderio sia ingiusto, ma solo che ci sono emozioni complesse da tenere insieme: il bisogno di affermarti e il timore di ferire.
Quello che stai cercando di fare è dare voce a chi sei diventata, a ciò che senti oggi come tuo. A volte per farlo è necessario accettare che non tutti i legami abbiano la stessa intensità o la stessa presenza nel tempo.
Aggiungere un cognome può essere un gesto di amore e gratitudine, non necessariamente un rifiuto. Può essere un modo per dire: “Questa parte di me è importante, e voglio che sia visibile anche nel mio nome”.
Forse può aiutarti chiederti: “Cosa mi farebbe sentire in pace con questa scelta?” – non tanto rispetto agli altri, ma rispetto a te stessa. Perché è con te che convivi ogni giorno, e onorare ciò che senti autentico è un atto di grande rispetto verso di te.
Buongiorno,
Per quale motivo farebbe un torto a suo padre aggiungendo il cognome materno? La cosa più importante è ciò che lei pensa di se stessa, non tanto dell'idea che suo padre ha di lei, anche perché questa è indipendente dal suo volere. Non c'è niente di sbagliato nel prendere il cognome della famiglia materna dal momento che c'è un legame significativo con questa. Il cognome è qualcosa che caratterizza la nostra identità: scegliere quello materno ed aggiungerlo significa identificarsi maggiormente con quel lato della famiglia. Se è un suo desiderio, segua ciò che le dice il suo cuore e non dia peso al giudizio di suo padre. Sarà lei a vivere con il doppio cognome, non suo padre. Resto a disposizione per ulteriori informazioni e domande nell'eventualità di un colloquio psicologico di approfondimento. Cordiali saluti
Per quale motivo farebbe un torto a suo padre aggiungendo il cognome materno? La cosa più importante è ciò che lei pensa di se stessa, non tanto dell'idea che suo padre ha di lei, anche perché questa è indipendente dal suo volere. Non c'è niente di sbagliato nel prendere il cognome della famiglia materna dal momento che c'è un legame significativo con questa. Il cognome è qualcosa che caratterizza la nostra identità: scegliere quello materno ed aggiungerlo significa identificarsi maggiormente con quel lato della famiglia. Se è un suo desiderio, segua ciò che le dice il suo cuore e non dia peso al giudizio di suo padre. Sarà lei a vivere con il doppio cognome, non suo padre. Resto a disposizione per ulteriori informazioni e domande nell'eventualità di un colloquio psicologico di approfondimento. Cordiali saluti
Gentile Utente,
il suo desiderio è assolutamente legittimo, soprattutto perché il cognome rappresenta una parte importante della nostra identità.
È altrettanto comprensibile che si senta in conflitto o preoccupata di poter far torto a suo padre, soprattutto considerando il rapporto interrotto da tempo. Tuttavia, scegliere di aggiungere il cognome di sua madre non significa mancare di rispetto a lui, ma piuttosto affermare chi è oggi, riconoscendo una parte importante della sua storia personale.
Le suggerisco di ascoltare quello che sente davvero, senza lasciarsi bloccare dal senso di colpa e, se sente il bisogno di approfondire questo vissuto, parlarne con un professionista potrebbe aiutarla a fare chiarezza.
Resto a disposizione, se desidera.
Un cordiale saluto
Dott.ssa Maria Francesca Copani
il suo desiderio è assolutamente legittimo, soprattutto perché il cognome rappresenta una parte importante della nostra identità.
È altrettanto comprensibile che si senta in conflitto o preoccupata di poter far torto a suo padre, soprattutto considerando il rapporto interrotto da tempo. Tuttavia, scegliere di aggiungere il cognome di sua madre non significa mancare di rispetto a lui, ma piuttosto affermare chi è oggi, riconoscendo una parte importante della sua storia personale.
Le suggerisco di ascoltare quello che sente davvero, senza lasciarsi bloccare dal senso di colpa e, se sente il bisogno di approfondire questo vissuto, parlarne con un professionista potrebbe aiutarla a fare chiarezza.
Resto a disposizione, se desidera.
Un cordiale saluto
Dott.ssa Maria Francesca Copani
ciao, capisco il tuo stato emotivo, ma credo che abbia il diritto di assumere il cognome di tua madre, senza recare alcun torto a tuo padre, in fin dei conti discendi legalmente da entrambi. Forse ciò che sarebbe utile per te è capire cosa ti porta a provare questo timore, provare a fare chiarezza in merito alla tua condizione emotiva, per potere "sanare" ciò che magari ti fa vivere in ansia e cominciare a sperimentare maggiore serenità in merito.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Salve, capisco il senso di tradimento inconscio e conscio che può provare…entrambi sono i suoi genitori e non vorrebbe nonostante tutto ferirli, ma sé è ciò che vuole le consiglio di procedere.
Un caro saluto.
Dottoressa Versari Debora.
Un caro saluto.
Dottoressa Versari Debora.
Quella che poni è una domanda molto profonda, che tocca aspetti identitari, affettivi e simbolici legati alla storia della tua famiglia e al tuo vissuto.
Il desiderio di aggiungere il cognome di tua madre non è affatto “sbagliato”. Anzi, può essere letto come un modo per riconoscere e onorare un legame affettivo importante, una parte della tua storia che senti connessa con la tua persona. Possibilmente tua mamma, con cui ti senti connessa, rappresenta per te un punto di riferimento affettivo e identitario, ed è comprensibile che tu senta il bisogno di portare anche simbolicamente quel legame con lui.
Allo stesso tempo, il senso di colpa che provi nel fare questa scelta, nonostante l’assenza di rapporto con tuo padre, è un’emozione molto umana. Sentirsi in conflitto tra il bisogno di affermare la propria identità e la paura di “fare un torto” a qualcuno fa parte del processo di crescita e di definizione di sé. È importante però ricordare che ciò che stai cercando non è un rifiuto, ma un'integrazione: non si tratta di cancellare, ma di aggiungere qualcosa che per te ha un valore profondo.
A volte, quando cresciamo in situazioni familiari complesse, può emergere il desiderio di trovare un senso di coerenza tra ciò che sentiamo dentro e ciò che mostriamo al mondo – e il cognome, in questo senso, è anche un simbolo della nostra appartenenza e identità.
Ti invito a dare spazio a queste emozioni contrastanti, a riconoscerle e a legittimare il tuo diritto di scegliere ciò che risuona con la tua storia e il tuo sentire. Non c’è una risposta giusta o sbagliata ma una possibilità più utile con ciò che senti.
Il desiderio di aggiungere il cognome di tua madre non è affatto “sbagliato”. Anzi, può essere letto come un modo per riconoscere e onorare un legame affettivo importante, una parte della tua storia che senti connessa con la tua persona. Possibilmente tua mamma, con cui ti senti connessa, rappresenta per te un punto di riferimento affettivo e identitario, ed è comprensibile che tu senta il bisogno di portare anche simbolicamente quel legame con lui.
Allo stesso tempo, il senso di colpa che provi nel fare questa scelta, nonostante l’assenza di rapporto con tuo padre, è un’emozione molto umana. Sentirsi in conflitto tra il bisogno di affermare la propria identità e la paura di “fare un torto” a qualcuno fa parte del processo di crescita e di definizione di sé. È importante però ricordare che ciò che stai cercando non è un rifiuto, ma un'integrazione: non si tratta di cancellare, ma di aggiungere qualcosa che per te ha un valore profondo.
A volte, quando cresciamo in situazioni familiari complesse, può emergere il desiderio di trovare un senso di coerenza tra ciò che sentiamo dentro e ciò che mostriamo al mondo – e il cognome, in questo senso, è anche un simbolo della nostra appartenenza e identità.
Ti invito a dare spazio a queste emozioni contrastanti, a riconoscerle e a legittimare il tuo diritto di scegliere ciò che risuona con la tua storia e il tuo sentire. Non c’è una risposta giusta o sbagliata ma una possibilità più utile con ciò che senti.
Cara lettrice,
quello che stai vivendo è profondamente umano e legittimo. Il desiderio di aggiungere il cognome di tua madre non è solo una questione anagrafica, ma rappresenta un bisogno di identità, appartenenza e riconoscimento affettivo.
È sbagliato voler portare il cognome di tua madre?
Assolutamente no.
Non c’è nulla di sbagliato nel voler dare valore e visibilità a un legame che senti forte e centrale nella tua vita. La tua mamma, e la sua famiglia, ti hanno probabilmente cresciuta, amata e accompagnata nel tuo percorso. Voler portare anche il loro cognome è un modo per onorare quella parte di te che ti ha sostenuta davvero.
Il senso di colpa verso tuo padre
Il fatto che tu ti chieda se stai “facendo un torto” a tuo padre dimostra che sei una persona sensibile, che riflette, e non prende decisioni impulsivamente.
Tuttavia, ti invito a porti una domanda profonda:
“Se una persona si è allontanata da me e ha lasciato che altri la allontanassero, che tipo di responsabilità emotiva ha ancora nella mia vita?”
Il senso di colpa spesso nasce quando continuiamo a sentirci figli, anche quando il genitore ha abbandonato il proprio ruolo.
Ma la tua scelta non è contro tuo padre: è per te. Per la tua identità. Per il tuo sentire.
Aggiungere un cognome è un atto d’amore, non di vendetta
In psicologia, la costruzione dell’identità personale passa anche dal nome, dal cognome, dalle radici che scegliamo di abbracciare o lasciar andare.
Aggiungere il cognome di tua madre è un modo per dire:
“Io sono anche figlia di questa donna forte, presente, amorevole. E voglio che questo sia visibile anche nel mio nome.”
Questo non cancella la parte di te legata a tuo padre, ma le dà un nuovo equilibrio.
Il fatto che tu senta il bisogno di farlo merita rispetto, non vergogna.
Cosa puoi fare ora?
Ascolta te stessa senza giudicarti.
I tuoi sentimenti sono legittimi. Non devi giustificarti con nessuno per ciò che senti.
Parla con tua madre.
Coinvolgerla in questa scelta, anche solo a livello emotivo, potrebbe rafforzare ancora di più il legame che già avete.
Consulta un legale o l’ufficio anagrafe del tuo Comune
per conoscere la procedura aggiornata (oggi è possibile in molti casi aggiungere il cognome della madre per motivi affettivi o identitari).
Non agire per “ripicca”, ma per amore.
Questa scelta non deve essere una rivalsa sul padre assente, ma un gesto di costruzione personale.
Una riflessione finale da psicologa
Molte persone cresciute con genitori separati o assenti si sentono divise tra lealtà e delusione. Ma arriva un momento in cui è giusto costruire la propria storia con gli strumenti che si hanno oggi, e non con le ferite del passato.
Se aggiungere quel cognome ti fa sentire più completa, più vera, più “tua”, allora è una strada che merita di essere percorsa, con dignità e libertà.
Ti mando un abbraccio simbolico e, se lo desideri, posso aiutarti con:
Una lettera simbolica da scrivere a tuo padre (anche solo per te);
Un esercizio per lavorare sul senso di colpa;
O delle parole da usare nella richiesta di aggiunta del cognome.
Con affetto e rispetto per la tua storia,
Dott.ssa Martina Panaro – Psicologa
quello che stai vivendo è profondamente umano e legittimo. Il desiderio di aggiungere il cognome di tua madre non è solo una questione anagrafica, ma rappresenta un bisogno di identità, appartenenza e riconoscimento affettivo.
È sbagliato voler portare il cognome di tua madre?
Assolutamente no.
Non c’è nulla di sbagliato nel voler dare valore e visibilità a un legame che senti forte e centrale nella tua vita. La tua mamma, e la sua famiglia, ti hanno probabilmente cresciuta, amata e accompagnata nel tuo percorso. Voler portare anche il loro cognome è un modo per onorare quella parte di te che ti ha sostenuta davvero.
Il senso di colpa verso tuo padre
Il fatto che tu ti chieda se stai “facendo un torto” a tuo padre dimostra che sei una persona sensibile, che riflette, e non prende decisioni impulsivamente.
Tuttavia, ti invito a porti una domanda profonda:
“Se una persona si è allontanata da me e ha lasciato che altri la allontanassero, che tipo di responsabilità emotiva ha ancora nella mia vita?”
Il senso di colpa spesso nasce quando continuiamo a sentirci figli, anche quando il genitore ha abbandonato il proprio ruolo.
Ma la tua scelta non è contro tuo padre: è per te. Per la tua identità. Per il tuo sentire.
Aggiungere un cognome è un atto d’amore, non di vendetta
In psicologia, la costruzione dell’identità personale passa anche dal nome, dal cognome, dalle radici che scegliamo di abbracciare o lasciar andare.
Aggiungere il cognome di tua madre è un modo per dire:
“Io sono anche figlia di questa donna forte, presente, amorevole. E voglio che questo sia visibile anche nel mio nome.”
Questo non cancella la parte di te legata a tuo padre, ma le dà un nuovo equilibrio.
Il fatto che tu senta il bisogno di farlo merita rispetto, non vergogna.
Cosa puoi fare ora?
Ascolta te stessa senza giudicarti.
I tuoi sentimenti sono legittimi. Non devi giustificarti con nessuno per ciò che senti.
Parla con tua madre.
Coinvolgerla in questa scelta, anche solo a livello emotivo, potrebbe rafforzare ancora di più il legame che già avete.
Consulta un legale o l’ufficio anagrafe del tuo Comune
per conoscere la procedura aggiornata (oggi è possibile in molti casi aggiungere il cognome della madre per motivi affettivi o identitari).
Non agire per “ripicca”, ma per amore.
Questa scelta non deve essere una rivalsa sul padre assente, ma un gesto di costruzione personale.
Una riflessione finale da psicologa
Molte persone cresciute con genitori separati o assenti si sentono divise tra lealtà e delusione. Ma arriva un momento in cui è giusto costruire la propria storia con gli strumenti che si hanno oggi, e non con le ferite del passato.
Se aggiungere quel cognome ti fa sentire più completa, più vera, più “tua”, allora è una strada che merita di essere percorsa, con dignità e libertà.
Ti mando un abbraccio simbolico e, se lo desideri, posso aiutarti con:
Una lettera simbolica da scrivere a tuo padre (anche solo per te);
Un esercizio per lavorare sul senso di colpa;
O delle parole da usare nella richiesta di aggiunta del cognome.
Con affetto e rispetto per la tua storia,
Dott.ssa Martina Panaro – Psicologa
Buongiorno gentile Utente. Nella sua domanda vengono veicolati molti significati, connessi alla propria identità e al desiderio di vicinanza con coloro che avverte come affetti più vicini.
Perchè dovrebbe essere sbagliato desiderare di portare il nome di sua madre? se questa scelta per lei è un modo importante per onorare il vostro legame, perchè dovrebbe essere "sbagliata"? Forse potrebbe esserle d'aiuto cercare di chiedersi il motivo per cui vive questa volontà come la possibilità di fare un torto a suo padre.
Il senso di colpa che traspare da questo messaggio, potrebbe essere colto e indagato per capirne le ragioni più profonde che le fanno sorgere questo pensiero. Potrebbe essere utile per lei aprirsi uno spazio dedicato proprio ai suoi vissuti e alle sue emozioni relativamente a questa scelta e al rapporto con entrambi i suoi genitori, di modo da cogliere fatiche e situazioni più provanti e depotenziare vissuti un po' più complessi per lei.
Resto a disposizione. Un caro saluto, Dott.ssa Letizia Turchetto
Perchè dovrebbe essere sbagliato desiderare di portare il nome di sua madre? se questa scelta per lei è un modo importante per onorare il vostro legame, perchè dovrebbe essere "sbagliata"? Forse potrebbe esserle d'aiuto cercare di chiedersi il motivo per cui vive questa volontà come la possibilità di fare un torto a suo padre.
Il senso di colpa che traspare da questo messaggio, potrebbe essere colto e indagato per capirne le ragioni più profonde che le fanno sorgere questo pensiero. Potrebbe essere utile per lei aprirsi uno spazio dedicato proprio ai suoi vissuti e alle sue emozioni relativamente a questa scelta e al rapporto con entrambi i suoi genitori, di modo da cogliere fatiche e situazioni più provanti e depotenziare vissuti un po' più complessi per lei.
Resto a disposizione. Un caro saluto, Dott.ssa Letizia Turchetto
Buonasera, da quello che scrive emerge chiaramente che lei ha il desiderio — anzi, come dice lei stessa “con tutto il cuore” — di aggiungere il cognome di sua madre, non di togliere quello di suo padre, corretto? Mi sembra che la sua volontà sia quella di portare avanti il cognome della parte di famiglia con cui sente un legame profondo, più che di rinnegare suo padre. Mi chiedo allora: se il suo desiderio è aggiungere il cognome di sua madre, perché si sente in colpa? Lei non sta togliendo nulla, ma piuttosto aggiungendo qualcosa che ha per lei un significato affettivo e identitario importante. Lei racconta che con suo padre non ha rapporti da circa sette anni, da quando lui si è risposato con un’altra donna, e scrive che “lei mi ha allontanato da mio padre”. In che senso, se posso chiederle, sente che questa donna l’abbia allontanata? Pensa che la responsabilità sia solo di lei, oppure crede che anche suo padre possa avere una parte di responsabilità nel fatto che non abbiate più contatti da così tanto tempo? Poi aggiunge: “non posso purtroppo levare il cognome di mio padre”. Ecco, da questa frase sembra emergere una sfumatura diversa: mi scusi se glielo chiedo, ma qual è il suo obiettivo principale? Vuole aggiungere il cognome di sua madre, oppure in realtà vorrebbe togliere quello di suo padre? Questa distinzione è importante, perché le due intenzioni hanno anche un peso emotivo diverso. Se il suo desiderio è quello di aggiungere il cognome di sua madre, si tratta di una scelta positiva e simbolica, spinta dall’amore e dal legame che sente verso di lei e la sua famiglia. Se invece, anche solo in parte, ha pensato di voler togliere il cognome di suo padre, allora forse questa scelta racchiude anche un’emozione diversa, come rabbia, delusione o tristezza per la relazione interrotta con lui. In quel caso, sarebbe utile capire meglio cosa la spinge a voler prendere le distanze da quel cognome, e quindi da quella parte di storia. In entrambi i casi, non c’è nulla di “sbagliato” nel desiderare di sentirsi rappresentata dal cognome di sua madre. Si tratta piuttosto di capire che significato profondo ha per lei questa scelta e che emozioni ci sono dietro: senso di appartenenza, bisogno di riconoscimento, ma anche forse una ferita ancora aperta nel rapporto con suo padre. Un percorso psicologico potrebbe aiutarla molto a esplorare questi sentimenti, a comprendere meglio cosa la muove e a liberarsi dal senso di colpa che oggi sente. Perché scegliere come chiamarsi, o da dove sentirsi “figlia”, non è mai un atto contro qualcuno, ma può diventare un modo per ritrovare sé stessi e la propria identità in modo più autentico. Dott.ssa Chiara Avelli.
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