salve sono un ragazzo di 33 anni che da un pò di mesi soffro di derealizazzione (credo), che tutto q

24 risposte
salve sono un ragazzo di 33 anni che da un pò di mesi soffro di derealizazzione (credo), che tutto quello che mi circonda lo vedo come distante, oppure come se non sono connesso, solo che non so se la causa sia stato questo senso di distaccamento, ma ho paure che mi vengono che mi danno abbatsanza fastidio perchè non sono convinzioni ma sono pensieri che vengono nel nulla, tipo per esempio stamattina ero a lavoro, c'era un signore che non avevo mai visto prima, che dove dovevo fare il lavoro io stava facendo lui prima una sistemazione quindi mi sono detto dentro di me chissa se mette qualcosa li e quando vado io salto in aria, oppure certe volte mentre sono nel balcone mi vengono pensieri chissa se passa qualcuno e mi spara, oppure certe volte succede che mi prende il panino qualcuno alla bottega e mi viene in mente chissa se gli mettono qualcosa di dentro e mi avvelenano, tutti pensieri che mi vengono e mi causano ansia, quindi vorrei chiedere tutti questi pensieri sono ossessioni, pensieri intrusivi o cosa? non so se sono deliri? anc he se non sono convinzioni ma pensieri che mi vengono nel nulla più ci penso più si fanno intensi... e sopratutto una domanda che mi frulla sempre in testa i pensieri intrusivi oppure ossessioni possono sfociare in deliri...? grazie
come ultima cosa kmq ho avuto anche pensieri di fare del male oppure metre guido di buttarmi nella corsia opposta... ma per adesso i pensieri che più sono presenti sono quelli che ho scritto sopra...
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, la descrizione che fa dei suoi vissuti è molto chiara e permette già di orientarsi con una certa precisione. Quello che racconta (il senso di distacco dalla realtà, i pensieri improvvisi, angoscianti, spesso assurdi o paradossali) è qualcosa che, sebbene molto spaventoso per chi lo vive, rientra abbastanza chiaramente in un quadro ansioso con componenti ossessive.

I pensieri che lei descrive (come l’idea che qualcuno possa avvelenarla, spararle o che possa accaderle qualcosa di grave) sono pensieri intrusivi, cioè contenuti mentali che non desideriamo avere, che arrivano in modo improvviso e che risultano in netto contrasto con ciò che pensiamo o vogliamo realmente. Sono comuni nei disturbi ossessivi-compulsivi (DOC), ma possono essere presenti anche in altri contesti ansiosi. La caratteristica centrale, che anche lei evidenzia, è che non si tratta di convinzioni radicate, ma di pensieri che “vengono da soli”, che lei riconosce come irrazionali e indesiderati. Questo è un punto molto importante.

Non si tratta di deliri, proprio perché lei conserva una chiara consapevolezza che questi pensieri non corrispondono a una realtà concreta. Nei deliri, al contrario, c’è perdita di giudizio critico e convinzione incrollabile in qualcosa di falso. La sua capacità di interrogarsi su questi pensieri, di esserne infastidito e spaventato, indica una buona capacità di insight (cioè di riconoscere che questi pensieri non sono veri, anche se la fanno soffrire).

Lei chiede se i pensieri ossessivi possano “sfociare in deliri”: la risposta, per tranquillizzarla, è no, non in chi ha consapevolezza di ciò che vive, come nel suo caso. I pensieri ossessivi possono diventare più frequenti o disturbanti se non trattati, ma non portano di per sé alla psicosi. Questo però non significa che vada trascurato: proprio perché questi vissuti stanno condizionando la sua quotidianità e generando ansia, è importante che se ne prenda cura.

I pensieri aggressivi o autolesivi che descrive (come l’impulso di fare del male o buttarsi con l’auto) sono abbastanza comuni nei disturbi ossessivi e non significano che lei voglia davvero fare del male a qualcuno o a sé stesso. Sono pensieri che fanno molta paura proprio perché sono in contrasto con ciò che si desidera. La loro presenza non è un segno di pericolo, ma piuttosto di quanto lei si stia caricando emotivamente.

È importante evitare la trappola delle rassicurazioni continue (cercando risposte su internet, chiedendo pareri frequenti), perché questo alimenta un circolo vizioso ansioso. Sarebbe molto utile un percorso psicoterapeutico specialistico, orientato sugli approcci evidence-based, in particolare la Terapia Cognitivo Comportamentale (CBT), che ha grande efficacia nel trattamento dei pensieri ossessivi e della derealizzazione associata all’ansia.

Il fatto che lei sia in grado di spiegare tutto questo con lucidità è un segnale importante: non sta perdendo contatto con la realtà, ma sta attraversando un momento in cui la mente è sovraccarica e ha bisogno di un aiuto concreto, professionale e continuo.

Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino

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Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, la ringrazio per aver trovato il coraggio di raccontare in modo così aperto ciò che sta vivendo. Quello che descrive è qualcosa che può sembrare molto spaventoso, ma cerchi di ricordare che non è solo né il primo a sperimentare pensieri di questo tipo. È importante sapere che la derealizzazione, quella sensazione di sentirsi distaccato o come se l’ambiente intorno fosse irreale, è spesso una risposta dell’organismo a uno stato di ansia molto intenso e prolungato. Il cervello, quando è sottoposto a un alto livello di stress, può mettere in atto questo meccanismo come se fosse una forma di protezione. Per quanto riguarda i pensieri che descrive, la sua osservazione è molto lucida: quando parla di paure improvvise, immagini di pericolo, situazioni improbabili che però si presentano alla mente in modo ripetitivo, sta descrivendo quelli che in psicologia si chiamano pensieri intrusivi. I pensieri intrusivi sono idee o immagini che si impongono senza essere desiderate, spesso contrarie ai propri valori o prive di senso logico. Non sono convinzioni, non sono cose in cui si crede davvero, ma arrivano e creano disagio proprio perché non si vogliono avere. Molto spesso questi pensieri sono legati a una forma di ansia ossessiva, come accade nel Disturbo Ossessivo Compulsivo, in cui la persona riconosce che il pensiero non ha fondamento ma non riesce a fermarlo e tende a rimuginarci sopra. Più si cerca di combatterlo o di allontanarlo, più tende a ripresentarsi. È proprio questo meccanismo che alimenta l’intensità e la frequenza di questi pensieri, generando ancora più ansia. Lei chiede se questi pensieri possono diventare deliri. La differenza fondamentale è che chi soffre di pensieri ossessivi o intrusivi mantiene la consapevolezza che si tratta di idee irrazionali o assurde, che non corrispondono alla realtà. Nei deliri, invece, la persona è convinta che ciò che pensa sia vero, anche di fronte a prove evidenti del contrario. Dal modo in cui descrive la sua esperienza, lei mostra di distinguere bene tra i pensieri che le arrivano e la realtà dei fatti, il che è un segnale importante di lucidità. Questo significa che non sta sviluppando un delirio ma sta vivendo un forte disagio ansioso con contenuti ossessivi. Un altro aspetto che ha condiviso riguarda i pensieri di fare del male o di fare gesti pericolosi. Anche questi possono essere pensieri intrusivi e non vogliono dire che lei abbia davvero intenzione di metterli in pratica. Spesso proprio il fatto che la spaventino così tanto indica che non li desidera affatto, ma l’ansia li fa sembrare più minacciosi. Tuttavia, la loro presenza merita attenzione e un supporto professionale per ridurre il peso che hanno sulla sua vita quotidiana. In questi casi la terapia cognitivo-comportamentale può aiutarla molto, perché lavora proprio sulla gestione dei pensieri ossessivi, sull’accettazione del fatto che la mente può produrre immagini o idee indesiderate senza che questo significhi che diventino realtà o che dicano qualcosa di lei come persona. Un percorso di psicoterapia può offrirle tecniche pratiche per affrontare questi pensieri in modo diverso, riducendo l’ansia e la sensazione di perdita di controllo. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Caro utente,

grazie per aver condiviso con così tanto coraggio la tua esperienza. Quello che descrivi – il senso di irrealtà e distacco dall’ambiente (derealizzazione), unito alla presenza di pensieri indesiderati, intrusivi, spesso a contenuto minaccioso o catastrofico – fa pensare a sintomi che possono rientrare in diversi quadri clinici, tra cui i disturbi d’ansia (come il disturbo ossessivo-compulsivo), stati dissociativi o anche condizioni legate allo stress.

I pensieri che racconti (paure che qualcuno possa attentare alla tua vita, contaminare il cibo, farti del male, o impulsi aggressivi verso te stesso o altri) sono più simili a pensieri intrusivi o ossessioni piuttosto che a deliri. La differenza fondamentale è proprio quella che hai intuito:

Pensieri ossessivi/intrusivi → arrivano in modo improvviso, sono vissuti come estranei, non voluti, generano ansia o disagio, e la persona mantiene consapevolezza che si tratta “solo” di pensieri, senza crederli reali o veri.

Deliri → sono convinzioni false, vissute come vere e reali, spesso non modificabili nemmeno con argomentazioni logiche.

Il fatto che tu riconosca che sono pensieri “che ti vengono nel nulla” e che non ci credi fino in fondo è un elemento rassicurante e fa propendere per la natura ossessiva o ansiosa dei tuoi sintomi. Tuttavia, la persistenza e l’intensità di questi pensieri, e il fatto che ti stiano provocando forte sofferenza e interferenze nella vita quotidiana, meritano attenzione.

Per rispondere alla tua domanda: no, di per sé i pensieri intrusivi o ossessivi non “sfociano” automaticamente in deliri. Sono due fenomeni diversi. Tuttavia, se i pensieri intrusivi diventano sempre più intensi, possono generare confusione e alimentare la paura di “impazzire” o perdere il controllo. È proprio questa paura che spesso accompagna i disturbi ossessivi.

È importante non restare solo con queste preoccupazioni. Sarebbe utile e consigliato per approfondire la situazione e ricevere un supporto adeguato rivolgersi a uno specialista (psicologo, psicoterapeuta o psichiatra), che potrà aiutarti a fare chiarezza, capire meglio l’origine di questi sintomi e proporti un percorso terapeutico mirato.

Un caro saluto,

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott.ssa Veronica Savio
Psicologo, Psicologo clinico
Medolla
Gentile utente,
grazie per aver condiviso in modo così chiaro e sincero ciò che sta vivendo. I pensieri che descrive — per esempio l’idea che qualcuno possa avvelenarla, farle del male o che possa succedere qualcosa di pericoloso all’improvviso — sembrano appartenere alla categoria dei pensieri intrusivi e ossessivi, soprattutto perché lei li riconosce come irrazionali, non voluti e fonte di ansia, ma non come convinzioni reali.
Questa distinzione è importante:
- I pensieri ossessivi sono idee, immagini o impulsi che compaiono all’improvviso, sono indesiderati, creano disagio, ma la persona li riconosce come propri ma irragionevoli.
- I deliri, invece, sono convinzioni false ma credute come vere con assoluta certezza, anche davanti a prove contrarie. Lei, invece, mette in dubbio questi pensieri, li analizza, li teme, e ciò suggerisce che non si tratta di deliri.
Anche i pensieri di fare del male o di buttarsi nella corsia opposta, se vissuti con paura e disagio e senza desiderio reale di farlo, non indicano pericolosità, ma rientrano nel quadro dei pensieri intrusivi, spesso legati a ansia, stress o disturbo ossessivo-compulsivo (DOC).
Il senso di “non connessione” o derealizzazione che riferisce può essere una reazione alla forte ansia che sta vivendo, e spesso accompagna questi vissuti.
La buona notizia è che queste esperienze possono essere comprese e gestite con il giusto percorso psicologico, e in alcuni casi con il supporto di una valutazione psichiatrica. Non è solo, e non è “impazzito”: sta affrontando qualcosa che molte persone vivono e per cui esistono trattamenti efficaci.
Rimango a disposizione per qualunque chiarimento.
Dott.ssa Veronica Savio
Dott. Giulio Ciccia
Psicologo, Psicoterapeuta
Bergamo
Buongiorno sembrerebbe che tutte le situazioni che ha descritto possano essere riconducibili ad un quadro ansioso, gli stessi pensieri intrusivi che lei ha descritto sorgono in corrispondenza di uno stato d'ansia precedente e non ne sono la causa. Una prima cosa che le consiglio quindi e' di auto rassicurarsi: accorgersi quando vengono questi pensieri ,cercare di ragionare su che funzione hanno, e se non riusciamo a darci delle risposte, a determinarne l'inutilità. Le situazioni che ha descritto sembrano avere a che fare con una percezione di attacco dall'esterno dove lei è sempre una vittima, potrebbe essere questo momento della sua vita in cui si sente particolarmente vulnerabile e sotto stress. Andrebbero anche tenute d'occhio le ore di sonno ed è opportuno favorire i momenti di riposo e di spensieratezza, come vacanze anche piccole ..tipo weekend in giro. È tuttavia probabile che questa condizione che lei sta attraversando sia connessa a qualche altra parte della sua vita in cui sente di aver subito delle ferite, si sente minacciato oppure è particolarmente sotto stress. Sicuramente un percorso di consultazione psicologica potrebbe essere utile anche solo per mettere a fuoco il problema
e non è detto che poi la cosa debba per forza sfociare in una vera e propria psicoterapia. Spero di esserle stato utile, in caso mi faccia sapere anche attraverso i canali che questa piattaforma mette a disposizione. Cordialità.
Dott.ssa Fabiana Cinque
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Marano di Napoli
Salve, La ringrazio per la sua condivisione. Percepisco le sue preoccupazioni.
Non sento che dare un'etichetta ai suoi pensieri possa essere risolutorio. Ciò di cui parla, le sue sofferenze necessitano di uno spazio adeguato, dedicato a lei, al suo mondo interiore e non solo.
Questi pensieri persecutori, mi parlano di una sfiducia, di ansia, mi rendo conto che possono essere invalidanti e condurla in una condizione di isolamento sociale. Non cronicizzi il sintomo, piuttosto inizi a vedere cosa c'è dietro, non da solo mi auguro che possa iniziare a vedere e riconoscere le sue risorse ed in seguito quelle degli altri.
Dott.ssa Maria Cristina Paglia
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Padova
Gentile utente, comprendo che questi pensieri siano fortemente invalidanti e generino molta ansia compromettendo la qualità della vita. Potrebbe trattarsi di qualcosa di passeggero come di qualcosa che merita approfondimento. Sarebbe opportuno un colloquio con uno psicologo per inquadrare meglio con domande mirate la sua situazione. sarebbe utile sapere se al momento lei sta prendendo dei farmaci o se è seguito da uno psicologo, come funzionano questi pensieri e soprattutto capire le modalità con le quali sta gestendo il problema. La invito a non autodiagnosticarsi patologie senza prima parlare con dei professionisti perchè queste continue ricerche che lei fa su presunte patologie rischiano di alimentare in lei ulteriori ansie che non la aiutano nella gestione del problema. un cordiale saluto
Dott.ssa Daisy Di Cello
Psicologo, Psicologo clinico
Bolzano
Ciao, ti ringrazio per aver condiviso una parte così delicata di te. Dal tuo messaggio emerge una forte preoccupazione per quello che stai vivendo, ma anche un grande desiderio di capirlo e superarlo. Questo è già un passo importantissimo.

I pensieri che descrivi : improvvisi, disturbanti, accompagnati da ansia e senso di irrealtà, possono avere diverse origini. In alcuni casi rientrano tra quelli che chiamiamo pensieri intrusivi, che non riflettono il nostro volere né le nostre convinzioni, ma che comunque ci spaventano. Ciò che senti potrebbe essere una risposta allo stress, all’ansia o ad altre esperienze interiori non elaborate. È fondamentale però esplorare tutto questo con un professionista, perché ogni storia è unica e merita ascolto.

Se senti il bisogno di un supporto, io ricevo sia in presenza che online: possiamo valutarlo insieme, se lo desideri. Puoi scrivermi in privato per capire se posso esserti d’aiuto o anche solo per avere un primo confronto in uno spazio protetto. Non sei solo, e questo passo che stai facendo potrebbe davvero essere l'inizio di un percorso importante.
Dott.ssa Anna Maria Nicoletti
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Sora



Gentile utente,
da quanto descrive, emerge un’importante sofferenza legata a sensazioni di distacco dalla realtà (derealizzazione), un’intensa ansia e la presenza di pensieri che la turbano profondamente. Questi pensieri, che sembrano arrivare all’improvviso e le causano disagio, potrebbero rientrare nella categoria dei pensieri intrusivi o ossessivi, ma per poter comprendere meglio la loro natura (e distinguerli, ad esempio, da convinzioni deliranti) sarebbe importante approfondire la situazione in un contesto clinico adeguato.
Il fatto che lei riconosca che si tratta di pensieri disturbanti e che ne parli apertamente è già un passo fondamentale. Questo indica un buon livello di consapevolezza, che può rappresentare un punto di forza nel percorso di comprensione e cura.
Le consiglierei vivamente di rivolgersi a un professionista per una valutazione accurata e per ricevere un supporto mirato. È importante non affrontare tutto questo da solo: esistono percorsi terapeutici efficaci per affrontare sia i pensieri intrusivi che le esperienze di derealizzazione, con l’obiettivo di aiutarla a ritrovare benessere e serenità.

Resto a disposizione, anche online.
Un caro saluto,
Dott.ssa Anna Maria Nicoletti
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buonasera, le suggerisco di scegliere uno psicoterapeuta per una corretta e completa valutazione del suo caso. Rimandare potrebbe fare peggiorare i sintomi e la sua sofferenza.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott.ssa Elda Valente
Psicologo, Psicologo clinico
Torremaggiore
Salve, la ringrazio per la sua apertura a degli argomenti molto delicati e particolari della sua vita, non so se ha mai iniziato un lavoro di analisi o psicoterapia, così da analizzare le questioni che ad oggi come suppongo le creano molti disagi interni. Le consiglio di effettuare un primo colloquio con un professionista del settore (psicologo/psicoterapeuta) e iniziare un lavoro insieme. Resto a disposizione, cordialmente.
Dott.ssa Elda Valente
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Giulia Lo Muto
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Buongiorno, mi dispiace per quello che sta vivendo. Si rivolga ad un/a psicoterapeuta che si occupa di EMDR e disturbo post traumatico da stress, i sintomi di derealizzazione, distaccamento, ansia, pensieri intrusivi mi fanno pensare ad un problema di questo tipo. Sul sito EMDR nella sezione terapeuti può cercare mettendo la sua regione e città, uno psicoterapeuta meglio se practitioner. Le auguro il meglio. Per qualsiasi altra informazione mi può scrivere.
Dott. Marco M. Pendezzini
Psicologo, Psicologo clinico
Bonate Sotto
Buongiorno, spesso tali fenomeni richiedono un percorso psicologico che possa aiutarla a contenere e magari anche a metallizzare ciò che sente.
La finalità è quella per lei di poter capire cosa la circonda e capirsi di più.
Resto a disposizione qualora volesse iniziare un percorso.
Cordialmente.
MP
Dott.ssa Filomena Drammis
Psicologo, Psicologo clinico
Rosta
Buongiorno, per capire di più cosa succede, al punto di dargli un nome, sarebbe necessario avere altri dettagli. Ad esempio, come reagisce quando arrivano questi pensieri? Per ora sembra che il suo sistema nervoso sia tendenzialmente in allarme, le consiglio una consulenza personalizzata per avere maggiori informazioni. Un caro saluto
Ciao, grazie per aver condiviso con tanta sincerità quello che stai vivendo. Già il fatto che tu sia qui a cercare risposte e aiuto dimostra una grande consapevolezza e voglia di stare meglio.
Quello che descrivi — la sensazione di distacco dalla realtà (come se tutto fosse lontano o "irreale") e questi pensieri improvvisi, spesso legati a paure assurde e pericolose — è qualcosa che molte persone provano in situazioni di forte stress o ansia. La derealizzazione può essere una risposta del cervello quando è troppo sovraccarico: non è pericolosa, ma può essere molto spaventosa, soprattutto se accompagnata da pensieri angoscianti.
I pensieri che racconti sembrano essere pensieri intrusivi: arrivano dal nulla, fanno paura, e non li vuoi. Sono tipici dei disturbi d’ansia o ossessivo-compulsivi, e non rappresentano un desiderio reale o una convinzione vera, ma proprio qualcosa che il cervello “spara fuori” e che ci spaventa. Il fatto che ti causino disagio è un segnale chiaro: non sono deliri, perché nei deliri si crede davvero a ciò che si pensa, mentre tu sai che sono pensieri assurdi, anche se fanno paura.
Per quanto riguarda la tua domanda finale: i pensieri intrusivi non si trasformano in deliri, ma se non vengono affrontati possono aumentare l’ansia e far sentire sempre più sopraffatti. Per questo motivo è importante non tenerli dentro, ma parlarne con uno psicoterapeuta o uno psichiatra. Non perché tu sia "malato", ma perché meritano attenzione e supporto professionale.
Ciò che stai vivendo può migliorare moltissimo con l’aiuto giusto. Ci sono terapie, anche brevi, che lavorano proprio su questi meccanismi e ti aiutano a ritrovare calma, sicurezza e contatto con la realtà.
Non sei solo, e non sei strano. Stai attraversando un momento difficile, ma stai anche cercando risposte. E questa è una forza enorme. Se puoi, prova a parlarne anche con il tuo medico di base, così puoi iniziare a trovare uno specialista adatto a te.
Un passo alla volta, ce la puoi fare.
Ti mando un grande incoraggiamento.
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Buongiorno,

le manifestazioni di cui parla sono l'espressione di un disturbo d'ansia. Dai disturbi di matrice ansiosa è possibile guarire attraverso l'ausilio integrato di farmacoterapia e psicoterapia. Si affidi quanto prima ad uno specialista, vedrà che con il tempo riuscirà ad uscire dalla morsa dei suoi sintomi.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott.ssa Grazia Chianetta
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno,
mi spiace leggere della sua sofferenza e ritengo che per capire se sono ossessioni, come dice lei o pensieri intrusivi o altro, non possa bastare una risposta in questa sede.
Serve un percorso.
Se vuole sono disponibile ad aiutarla.
Buina giornata
Dr. Grazia Chianetta
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Gentile,
la ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità ciò che sta vivendo.
Quel senso di distacco dalla realtà, unito alla comparsa improvvisa di pensieri angoscianti e scenari pericolosi, può essere molto disorientante e spaventoso. Quando dice: "non sono convinzioni ma pensieri che vengono dal nulla", sta già mettendo in luce una distinzione importante, che spesso è il primo passo per iniziare a comprendere.
In termini psicologici, ciò che descrive potrebbe rientrare nel quadro dei pensieri intrusivi o ossessivi, soprattutto per il modo in cui si impongono, senza che lei li scelga, e per l’ansia che generano. Non sembrano deliri, perché lei stesso ne riconosce l'irrazionalità e non vi aderisce davvero. Tuttavia, è importante non fermarsi alle etichette, ma provare a capire che cosa questi pensieri vogliono dire di lei, per lei, quale funzione stanno svolgendo nella sua vita interiore.
La derealizzazione e i pensieri che la accompagnano sembrano indicare una mente che si sta difendendo da qualcosa, forse da emozioni o vissuti che non trovano ancora uno spazio per essere espressi. Quando dice: "più ci penso più si fanno intensi", sta osservando bene il circolo che si crea: più cerca di allontanarli, più sembrano tornare.
Un percorso terapeutico può aiutarla non tanto a "eliminare" questi pensieri, ma a comprendere cosa cercano di comunicare.
Dott.ssa Ilaria De Pretto
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Ciao,
dalle tue parole si sente quanto questo vissuto ti stia pesando e quanto possa generare paura e confusione. Quello che descrivi – la sensazione di distacco dalla realtà, come se tutto fosse lontano o ovattato – è un’esperienza che molte persone riportano e che viene chiamata derealizzazione. Non è pericolosa in sé, ma può essere molto disturbante e spesso si accompagna ad ansia e a pensieri intrusivi.
I pensieri che racconti (“chissà se mettono qualcosa per farmi saltare in aria”, “e se mi sparano dal balcone”, “e se mi avvelenano il panino”) non hanno le caratteristiche di un delirio, perché tu stesso li riconosci come pensieri irrazionali, che ti spaventano ma che non senti come vere convinzioni. Questo è un punto importante: nei deliri manca la capacità critica, mentre tu ti rendi conto che sono pensieri che “ti vengono”, che non hanno un fondamento, e proprio per questo ti danno ansia.
Questi pensieri rientrano più nella categoria delle ossessioni o pensieri intrusivi: arrivano improvvisi, non sono voluti, e più cerchi di scacciarli più diventano insistenti. È una dinamica comune nei disturbi d’ansia e nel disturbo ossessivo-compulsivo, e può creare molta sofferenza. La derealizzazione che provi può essere una conseguenza dell’ansia stessa, come se la mente, sovraccarica, si “staccasse” per proteggersi.
Alla tua domanda: no, i pensieri intrusivi non “sfociano” in deliri. Sono due fenomeni diversi. Quello che può accadere è che, se l’ansia non viene trattata, i pensieri intrusivi possano intensificarsi e sembrare più reali, ma il fatto che tu li riconosca come pensieri è già una protezione importante.
Mi preme anche sottolineare che quando compaiono pensieri come “fare del male” o “buttarmi in corsia opposta”, questo non significa che tu lo voglia davvero fare. Sono pensieri ossessivi che spaventano proprio perché sono lontani da ciò che desideri. Però so che sentirli può essere molto angosciante, ed è un campanello importante per chiedere aiuto.
Questa situazione non è qualcosa che devi affrontare da solo. Parlane con un professionista della salute mentale: uno psicologo o uno psichiatra possono aiutarti a dare un nome preciso a quello che stai vivendo e, se necessario, a valutare un supporto terapeutico o farmacologico che riduca sia la derealizzazione sia l’ansia legata ai pensieri.
Quello che ti sta accadendo è un’esperienza comune a molte persone con disturbi d’ansia o ossessivi, e non sei solo. Cercare aiuto è già il primo passo per smettere di sentirti intrappolato in questa spirale.
Dott.ssa Alexia Pellegrinetti
Psicologo, Psicologo clinico
Arezzo
Ciao, grazie per la condivisione. I pensieri che descrivi — immagini improvvise di essere sparato, avvelenato o fare del male — sono molto probabilmente pensieri intrusivi / ossessioni (non deliri), perché tu li riconosci come non veri e li subisci. I deliri invece sono convinzioni fisse. Può essere però molto utile fare dei colloqui psicologici per comprendere meglio come sono contestualizzati nella tua storia di vita e se possono essere associati a situazioni di disagio di cui doversi prendere cura. Ti auguro il meglio, buona giornata!
Dott.ssa Laura Lanocita
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buonasera, la sua narrazione rivela un’esperienza di forte conflitto interno, in cui i pensieri che emergono sembrano più che altro messaggi che il suo inconscio tenta di mettere in comunicazione, anche se con modalità spesso disturbanti e difficili da contenere. La sensazione di distacco dalla realtà e le paure di essere avvelenato o colpito sono come segni di un nervo scoperto che vacilla, spesso alimentato da un bisogno di sicurezza che si trova messo in crisi. La ripetizione e l’intensificazione di questi pensieri indicano che la mente cerca di mettere ordine in qualcosa che le sfugge, e i pensieri che vengono dal nulla sono in realtà delle parole senza un soggetto che li ha generati, ma che portano comunque un senso di rischio e di minaccia. Nel contesto di un’interpretazione psicoanalitica, si riconosce come questa serie di pensieri e immagini possa essere l’espressione di un desiderio di controllo e di una paura di perdere il proprio equilibrio, di fronte a un senso di vulnerabilità che non si riesce ancora a tollerare. L’eventualità che questi pensieri possano evolvere in deliri non è improbabile, se si alimentano e si radicano in una percezione di impotenza e di isolamento.
Tuttavia, il percorso terapeutico mira proprio ad ascoltare e a decifrare queste parole invisibili del corpo e della mente, per ritrovare una relazione più autentica con il proprio mondo interno.
Se desidera, può entrare in uno spazio di ascolto profondo e senza giudizio, dove le sue parole e le sue paure troveranno un ambiente di accoglienza e comprensione.
Sono qui per accompagnarla in questa scoperta di sé.
Cordialmente, dottoressa Laura Lanocita.
Dott.ssa Francesca Casolari
Psicologo, Psicologo clinico
Modena
salve, mi sembra una situazione complessa consiglio subito una visita psichiatrica grazie
Dott.ssa Sara Petroni
Psicologo clinico, Psicologo
Tarquinia
Gentile utente,
i pensieri che descrive — improvvisi, ansiogeni e percepiti come estranei alla propria volontà — rientrano molto spesso nella categoria dei pensieri intrusivi tipici dei periodi di forte ansia o di disturbo ossessivo-ansioso. Non sono deliri, perché lei mantiene consapevolezza del fatto che si tratta di pensieri e non di realtà, e questo distingue nettamente i due fenomeni.
Quando l’ansia è elevata, la mente tende a generare scenari di pericolo o immagini catastrofiche come tentativo (involontario) di proteggersi: più ci si spaventa per questi pensieri, più diventano frequenti. Il senso di derealizzazione che riferisce — quella sensazione di distacco o di irrealtà — è spesso una conseguenza di questo stato di iperattivazione emotiva.
In questi casi può essere molto utile un percorso psicologico mirato alla gestione dell’ansia e delle ossessioni, insieme a tecniche di grounding e di presenza corporea. Se i pensieri diventano troppo invasivi o difficili da gestire da solo, è consigliabile affiancare alla terapia anche un supporto medico o psichiatrico per modulare la risposta ansiosa.

Dott.ssa Sara Petroni

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