Salve, sono un ragazzo di 22 anni ed è da un paio di mesi che sto combattendo con dei pensieri invas

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Salve, sono un ragazzo di 22 anni ed è da un paio di mesi che sto combattendo con dei pensieri invasivi, tutto è iniziato da quando mi sono fidanzato con la mia attuale ragazza (È la mia prima relazione seria e l’ho conosciuta online, i mesi prima di fidanzarci era tutto ok, poi sono iniziati a venire questi pensieri) attualmente la relazione è a distanza nel senso che ci consente di vederci ogni tanto però molto tempo lo passiamo online, sicuramente non possiamo vederci tutti i giorni. Ammetto che sono sempre stato un tipo molto esigente nella ricerca del partner ideale, perché ho una concezione dell’amore molto romantica diciamo. Lei mi piace tanto e davvero le voglio un mondo di bene per questo ho deciso di “buttarmi” nel senso che volevo vivere l’esperienza e uscire un po’ dai miei schemi, ovviamente se la persona è giusta la poi scoprire solo vivendola e sta ora sta andando tutto bene ma a volte nella mia testa si palesano dubbi sempre negativi seguiti da forte ansia. Per esempio durante il periodo più acuto all’incirca 3 mesi fa, avevo dubbi tipo “la amo davvero?” “Mi ci vedo a passare tutta la mia vita con lei?” “e se non la amo?” “Se penso questo allora non mi piace?” “ma di aspetto davvero mi piace?” Ora questi pensieri sono andati scomparendo ma ne sono venuti degli altri tipo che temo che non riuscirò ad essere fedele anche se so che lo sono, oppure che ho paura di provare attrazione per altre ragazze, oppure quando vedo una scena di un film dove due persone si lasciano mi viene una scarica d’ansia (c’è stato un periodo breve di pochi giorni in cui ero così soggiogato da questi pensieri che ho deciso di chiudere la relazione con la mia ragazza dopo un forte attacco d’ansia, poi ho riflettuto e siamo tornati insieme perché era quello che sentivo di volere veramente). Io vorrei solo vivere una relazione tranquilla e serena con lei, ora in totale ci siamo visto 8 volte di persona, e vorrei vivere ancora tanti momenti con lei, questa cosa mi condiziona, mi da sconforto ed è pesante, fortunatamente lavorandoci su in questi 2 mesi mi sento migliorato, so controllare meglio l’ansia e questi pensieri, ma con l’arrivo dello stress per lo studio, temo che un’altra fase acuta sia in agguato. Credo di essere affetto da disturbo ossessivo compulsivo da relazione, ma ovviamente non mi posso fare un’autodiagnosi. Potreste darmi un parere? Grazie.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Gentile Utente, questo spazio non è adatto per una diagnosi, tanto meno abbiamo gli elementi adatti per formularla. Credo che i suoi pensieri, le sue emozioni e le sue domande meritino una cornice di senso più ampia che possa dar loro la giusta importanza e ascolto. Ha riflettuto sulla possibilità di rivolgersi a un professionista?
Le auguro una buona giornata, Luisa
Gentile utente, credo che possa essere utile per Lei intraprendere un percorso psicologico non solo per inquadrare la problematica da un punto di vista diagnostico ma anche, e soprattutto, per meglio comprendere il suo funzionamento e ciò che si attiva, di emotivo, nella relazione con l'Altro.
A disposizione per qualsiasi chiarimento e informazione.
Gentile utente, Il disturbo ossessivo compulsivo è un disturbo d'ansia, ma l'ansia è associata a diversi disturbi psichiatri. Quando si percepisce un disagio come da lei descritto la cosa più importante da fare è la diagnosi chiara e precisa altrimenti è impossibile definire un percorso di psicoterapia e/o farmacologico. Il mio suggerimento è quello di affidarsi a uno psicoterapeuta, attraverso i colloqui clinici e la somministrazione di test adeguati potrete capire insieme le cause del suo disturbo e intervenire sulle conseguenze.
Consideri che non affrontare il malessere non le darà risultati positivi anzi, manterrà uno stato di cose che crea disagio.
Resto disponibile per ulteriori chiarimenti
Saluti
Dott.ssa Zito Silvana
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Gentile utente, credo che la sua difficoltà probabilmente risieda nell'aprirsi alle relazioni ed è probabile che questi pensieri derivino da ciò. La distanza forse aiuta a controllare la relazione o forse a non essere troppo invischiato. È solo un impressione da ciò che ha scritto ed è chiaro che non si può certo fare una diagnosi in questo modo. Il mio suggerimento è di chiedere un aiuto per evitare che certi schemi mentali si irrigidiscano.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buonasera,credo che le sue domande possano trovare risposte all'interno di un contesto psicoterapico poiché è importante capire cosa si celi dietro la sua paura e la sua ansia. In modo tale da non mettere in discussione la sua relazione o altri aspetti della sua vita, ma semplicemente capire da dove nascano tutti questi pensieri, la loro origine. Resto a disposizione e le auguro una buona serata.
Dott.ssa Russo
Gentile Utente di mio dottore,
questo spazio non è adatto per una diagnosi. La cosa più indicata sarebbe quella di rivolgersi a un professionista. Proceda nel modo indicato, troverà le risposte che cerca.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Gentile utente, lo stato di ansia per la situazioni in cui ti trovi è certamente molto logorante. Sicuramente tieni molto a questa relazione, ma sei intrappolato in dinamiche e conflitti disfunzionali che possono compromettere la tua serenità e non ti permettono di entrare in contatto con i tuoi sentimenti. È importante che tu possa analizzare e modificare questi problemi che bloccano la tua vita emotiva e relazionale. Per questo ti consiglio di rivolgerti ad uno psicoterapeuta con il quale fare un lavoro sulle tue dinamiche interiori.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Cari saluti
Dott.ssa Lorena Menoncello
Gent.le utente,
indipendentemente dalla diagnosi, un consulto psicologico più approfondito e l'inizio di un eventuale percorso personale potrebbero aiutarla a fare maggiore chiarezza in sè e nel suo vivere una relazione sentimentale.
Rimango a disposizione anche on line.
Cordialmente
GR
Buon giorno, i sintomi che descrive sono tipici del disturbo ossessivo compulsivo da relazione. Sembra che il suo essere molto esigente e l'aver evitato relazioni amorose, siano stati i meccanismi di difesa utilizzati fino ad ora, ma avendo deciso di lasciarsi andare , ecco che le ansie evitate invadono la sua mente. Il suo disturbo è frequente , ed è curabile con la psicoterapia. Ascolti l'episodio su disturbo ossessivo compulsivo nel Podcast Le Stanze della Paura, disponibile gratuitamente su diverse piattaforme.
E' rivolto alle persone che soffrono di disturbi d'ansia. Troverà informazioni, approfondimenti e strumenti di auto aiuto. Se la pagina Fb Le Stanze della Paura. Buona giornata. Bruno Ramondetti
Buongiorno, probabilmente in una ipotetica convivenza con la sua ragazza i suoi disturbi peggioreranno.
Alla luce di questo le consiglio un percorso di psicoterapia sistemico relazionale al fine di capire il ruolo che i suoi pensieri intrusivi potrebbero avere all'interno della sua famiglia di origine.
Successivamente qualora ci fosse la giusta motivazione da parte di entrambi sarebbe utile un percorso psicoterapeutico di coppia.
Buona serata
Dott. Raffaello Di Monte
Dott.sa Luisa Anibaldi
Gentile Utente,
Nel descrivere questa sua sofferenza dimostra una curiosità e una capacità di riflessione su di sé che le possono essere utili per affrontare e capire meglio questi dubbi che la attanagliano.
Ha sicuramente intuito che una versione ideale dell’amore e delle relazioni ha come conseguenza il pericolo di doversene allontanare o di viverle con ansia. Questi temi possono essere legati alla sua storia personale e forse non le risulta molto utile, come dice bene lei, concentrarsi su un’autodiagnosi.
Piuttosto mantenere questa osservazione di sé e, se le è possibile, svilupparla e approfondirla all’interno di un percorso di psicoterapia potrebbero essere delle buone strade per poter vivere a pieno la sua vita sentimentale.
Gentile Utente, dalle sue parole emerge il disagio che sta vivendo. Come lei stesso scrive si tratta della prima relazione "seria" che intraprende e probabilmente avergli attribuito questa importanza la rende particolarmente insicuro.
Inoltre vivere una relazione a distanza non è facile, proprio perchè viene meno una quotidianità che limiterebbe invece l'ansia che sta vivendo.
Concordo con i colleghi nel dirle che questo non è lo spazio adatto ad una diagnosi e le consiglio anche io di rivolgersi ad un professionista per approfondire ulteriormente la sua problematica. Uno spazio terapeutico le sarebbe utile per fare emergere i suoi vissuti e ritrovare la fiducia nelle sue risorse.
Un caro saluto, Dott.ssa Marina Colangelo
Salve, mi dispiace molto per il periodo difficile che sta attraversando, le consiglierei di consultare uno psicologo. Intraprendere un percorso le assicuro che la può aiutare a gestire queste problematiche, ma anche a conoscersi, rispettarsi ed amarsi. Le prime relazioni "serie" possono innescare le nostre più profonde fragilità, è normale sentirsi vulnerabile in queste situazioni, ma non si preoccupi, se si chiede aiuto si possono risolvere. Resto a disposizione Dott.ssa Alessia Malandrino
Salve, non sarebbe corretto eticamente proporre una diagnosi via chat. Comprendo tuttavia la sua esigenza di capire cosa le sta succedendo. Potrebbe esserle utile in tal senso chiedere una consulenza con un collega dove lei vive per avere un quadro chiaro della situazione clinica. Un caro saluto

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