Salve scrivo perché non ho idea su come aiutare mia sorella lei è anoressica in questo periodo o meg
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Salve scrivo perché non ho idea su come aiutare mia sorella lei è anoressica in questo periodo o meglio in questa settimana a mostrato più ansia con il cibo sopratutto cibi duri una infatti delle sue fobie è che il cibo le rimanga in gola io all inizio o detto che l avrei aiutata io e una soluzione è stata ingoiare dei pezzetti di cibo ma ultimamente i pezzetti diventano sempre più grandi e visto che questa in realtà è anche una mia fobia (perché da piccola io sono quasi soffocata a causa di un pezzo di carne ); quindi ultimamente mi sento sempre terorizzata a ingoiare questi pezzetti sempre più grossi ma se rifiuto mia sorella le viene un forte attacco di panico infatti questa settimana è ad stata orribile da questo punto di vista. Cosa dovrei fare adesso
Capisco molto bene la situazione che descrivi e quanto possa essere difficile per te, sia per il legame affettivo con tua sorella, sia perché tocca anche una tua paura personale. L’anoressia e i disturbi legati all’alimentazione sono problematiche complesse, che non riguardano solo il rapporto con il cibo, ma anche aspetti profondi legati all’ansia, al controllo e alla percezione di sé.
Il fatto che tu abbia cercato di aiutare tua sorella con strategie pratiche dimostra grande amore e disponibilità, ma non è compito tuo sostituirti a un percorso terapeutico: rischi di caricarti di un peso enorme, che sta già avendo un impatto anche sul tuo benessere. Inoltre, queste dinamiche di “compensazione” (come l’ingerire i pezzi di cibo per rassicurarla) rischiano di mantenere il problema, invece di risolverlo.
La cosa più importante adesso è non affrontare da sole questa situazione. Sarebbe fondamentale che tua sorella intraprendesse un percorso con uno specialista (psicoterapeuta, psichiatra, nutrizionista esperto in disturbi alimentari) che possa aiutarla in maniera mirata e sicura. Anche tu, nel frattempo, potresti trarre beneficio dal confronto con un professionista, per non sentirti sola e per imparare modalità più efficaci di sostegno.
Ti sei già dimostrata molto presente e coraggiosa, ma il passo successivo è affidarti – insieme a tua sorella – a figure competenti che possano guidarvi in questo percorso.
Sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Il fatto che tu abbia cercato di aiutare tua sorella con strategie pratiche dimostra grande amore e disponibilità, ma non è compito tuo sostituirti a un percorso terapeutico: rischi di caricarti di un peso enorme, che sta già avendo un impatto anche sul tuo benessere. Inoltre, queste dinamiche di “compensazione” (come l’ingerire i pezzi di cibo per rassicurarla) rischiano di mantenere il problema, invece di risolverlo.
La cosa più importante adesso è non affrontare da sole questa situazione. Sarebbe fondamentale che tua sorella intraprendesse un percorso con uno specialista (psicoterapeuta, psichiatra, nutrizionista esperto in disturbi alimentari) che possa aiutarla in maniera mirata e sicura. Anche tu, nel frattempo, potresti trarre beneficio dal confronto con un professionista, per non sentirti sola e per imparare modalità più efficaci di sostegno.
Ti sei già dimostrata molto presente e coraggiosa, ma il passo successivo è affidarti – insieme a tua sorella – a figure competenti che possano guidarvi in questo percorso.
Sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
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Salve le consiglio una psicoterapia breve per superare le sue fobie
Mentre per anoressia una buona psicoterapia del profondo può aiutare a risolvere i conflitti relativi al cibo e agli stati di panico dovuti sicuramente a cause non risolte infantili
Dott lorenzini Maria Santa psicoterapeuta
Mentre per anoressia una buona psicoterapia del profondo può aiutare a risolvere i conflitti relativi al cibo e agli stati di panico dovuti sicuramente a cause non risolte infantili
Dott lorenzini Maria Santa psicoterapeuta
Capisco la tua preoccupazione, ma quello che stai vivendo è troppo pesante da sostenere da sola. Ingurgitare cibo per “tranquillizzare” tua sorella non è una soluzione sicura, né per lei né per te: rischia di rinforzare la sua paura e allo stesso tempo alimentare la tua. L’anoressia e le fobie legate al cibo richiedono un percorso specialistico, con uno psicoterapeuta esperto in disturbi alimentari e, se necessario, un supporto medico. Il tuo ruolo non deve essere quello di “salvarla con l’esempio”, ma di starle vicino e incoraggiarla a farsi seguire da professionisti. Dall’altro lato anche tu potresti chiedere aiuto ad un professionista sia per gestire le tue difficoltà sia per trovare la strategia migliore per aiutare tua sorella che tu tuteli anche te stessa
Mi scriva, lavoro molto coi DCA, disturbi comportamento alimentare
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana e di sua sorella. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno,
le problematiche qui riportate potrebbero meglio essere affrontate in un percorso di psicoterapia familiare. Ne parli con sua sorella ed il resto della famiglia, potrebbe aiutarvi a guardare il problema da altre angolazioni.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
le problematiche qui riportate potrebbero meglio essere affrontate in un percorso di psicoterapia familiare. Ne parli con sua sorella ed il resto della famiglia, potrebbe aiutarvi a guardare il problema da altre angolazioni.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, credo che debba contattare uno specialista per affrontare il disturbo alimentare. Le soluzioni fai da te, in casa non risolvono definitivamente. Soprattutto nel caso dei DCA che sono complessi. In più mi pare di capire che le difficoltà di sua sorella, stimolano sue parti fragili, rendendo il quadro più complesso.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Ciao, ti ringrazio della condivisione della tua storia. Non so se tua sorella sia seguita o meno da un centro DCA o se faccia un percorso di psicoterapia. Da quello che racconti, penso che tu sia diventata un pilastro importante per lei, un punto di riferimento che, è arrivato ad essere difficoltoso per te, soprattutto per le soluzioni che avete condiviso insieme e per la storia tua personale che ti porti dietro. E' importante fungere da sostegno a chi ne ha bisogno, soprattutto se riguarda un membro della famiglia; penso inoltre che sia altrettanto importante che, la persona che funge da sostegno, per aiutare, non debba sentirsi in difficoltà, ma debba, in primis, prendersi cura di sè ed essere in equilibrio, per poter aiutare gli altri. Penso non sia facile e nemmeno scontato, ma è un po' come quando ci si trova su un aereo e si debba indossare la mascherina per l'ossigeno: prima di metterla a chi è vicino a noi, e quindi aiutare l'altro, dobbiamo pensare a mettere in sicurezza noi stessi, in modo da essere utili per l'altro. Il peso che tu porti penso sia tanto, e probabilmente ci potrebbe essere un senso di colpa nel lasciare andare questo ruolo che stai rivestendo per aiutarla. E' per questo che ti chiedo se è seguita da qualcuno, perchè penso che un percorso per lei possa sgravare te da un peso che sta diventando insostenibile. Il continuare a portare questo peso da sola, potrebbe avere il rischio di crearti un disagio, al punto da non riuscire poi ad essere utile a tua sorella e a destabilizzare il tuo equilibrio personale; quindi diventerebbe poi una doppia fatica, esterna ed interna. Tu stai facendo tantissimo, ma, nell'aiutare totalmente tua sorella, potresti non prenderti cura di te. Sarebbe interessante comprendere che rapporto c'è tra di voi, qual è la storia familiare che vi portate dietro, da quanto ricopri questo ruolo di "fondamento" per tua sorella e/o per la famiglia, chi sei tu, oltre ad essere il supporto per tua sorella. Sarebbe inoltre interessante e, a mio avviso molto utile, stimolare la curiosità del significato che può avere l'anoressia di tua sorella, cosa vi sta dicendo; osservarla, senza giudizio, capire il linguaggio che ci sta dietro, i significati che la abitano, le preoccupazioni che nasconde, i bisogni che muove, le emozioni che potrebbe soffocare, ecc... Spero di esserti stata un poco di aiuto.
Difficilmente riuscirà ad aiutarla da sola, sua sorella avrebbe bisogno di un percorso di psicoterapia e non escludo un supporto farmacologico nell'immediato.
Buon pomeriggio. Quello che lei racconta ci dice chiaramente che non può essere lei ad aiutare sua sorella in questo momento. Lei può fare qualcosa per sé e per la sua fobia, ma non per sua sorella. Potrebbe, eventualmente, aiutarla a comprendere proprio questo e l'importanza di rivolgersi a professionisti specializzati.
Rivolgetevi al Medico di Medicina generale il quale vi indirizzerà al servizio psichiatrico di competenza. In alcune aree geografiche sono presenti servizi specifici per di disturbi alimentari ma l'invio deve avvenire a cura del medico di medicina heìgenerale. Non apsettate
Buongiorno! Considerato i limiti del contesto, posso solo provare a fornire un piccolo contributo di pensiero. Nel leggere le sue poche righe, mi sono sentito confuso, spaventato, ma anche sinceramente preoccupato per lei e sua sorella. Si dovrebbe iniziare con una valutazione presso il centro per l’assistenza a persone con disturbo del comportamento alimentare. Di solito, non occorre l’impegnativa del medico di famiglia. Trova l’indirizzo, i contatti e le modalità per il primo accesso su internet. Qualora si trattasse di un franco disturbo alimentare, infatti, è indispensabile un équipe multiprofessionale, che si prenda cura sia degli aspetti fisici che di quelli più profondi. Sebbene non faccia alcun riferimento alla vostra storia, alla vostra famiglia, alle vostre relazioni, accenna alla “fobia che il cibo rimanga in gola”. Vi accomuna, vi appartiene, vi caratterizza. Potrebbe avere un significato profondo, che forse un giorno potrà essere accolto e analizzato, con una seconda mente, all’interno di un percorso personale ben strutturato. Immagino, però, che “bocconi di pensiero” troppo voluminosi non passerebbero e finirebbero solo per fare paura. Sento perciò il bisogno di fermarmi, sperando di aver offerto un leggero e digeribile “antipasto”. In bocca al lupo per tutto
Buongiorno,
capisco benissimo la sua angoscia: si trova in una situazione molto delicata, in cui da una parte vuole sostenere sua sorella e dall’altra si sente bloccata e spaventata per via della sua stessa fobia. È normale sentirsi sopraffatti, perché non è un peso che può portare da sola.
Quello che sta accadendo — l’anoressia di sua sorella, le paure legate al cibo e i rituali che la coinvolgono — non può essere affrontato solo in famiglia: servono professionisti specializzati in disturbi alimentari. È importante che la cura non ricada su di lei, perché rischia di peggiorare sia il suo stato emotivo sia quello di sua sorella.
Alcuni passi concreti che può fare subito:
Non si senta in colpa se non riesce a soddisfare la richiesta di sua sorella. Ingoiare pezzi di cibo per rassicurarla non è una soluzione terapeutica e rischia di far stare male entrambe.
Coinvolga al più presto lo specialista che segue sua sorella (psicoterapeuta, nutrizionista, psichiatra). Deve sapere che la sintomatologia sta peggiorando e che gli attacchi di panico aumentano.
Se non è già seguita da un centro specializzato per i disturbi alimentari, valutate insieme ai genitori o a un medico curante di attivarvi subito: in Italia esistono centri DCA (Disturbi del Comportamento Alimentare) pubblici che offrono percorsi dedicati.
In caso di crisi acute (attacco di panico ingestibile o rifiuto totale del cibo) non esitate a rivolgervi al pronto soccorso: non è una sconfitta, ma un modo per proteggere la sua salute.
Anche lei ha bisogno di sostegno: non può e non deve caricarsi da sola della responsabilità di “salvarla”. Parlare con uno psicologo per sé stessa, anche solo in un consultorio o sportello gratuito, potrebbe aiutarla a liberarsi dal peso che ora sente.
Un caro incoraggiamento: la sua presenza per sua sorella è preziosa, ma il passo più importante ora è coinvolgere i professionisti giusti. Questo è l’aiuto migliore che può darle.
capisco benissimo la sua angoscia: si trova in una situazione molto delicata, in cui da una parte vuole sostenere sua sorella e dall’altra si sente bloccata e spaventata per via della sua stessa fobia. È normale sentirsi sopraffatti, perché non è un peso che può portare da sola.
Quello che sta accadendo — l’anoressia di sua sorella, le paure legate al cibo e i rituali che la coinvolgono — non può essere affrontato solo in famiglia: servono professionisti specializzati in disturbi alimentari. È importante che la cura non ricada su di lei, perché rischia di peggiorare sia il suo stato emotivo sia quello di sua sorella.
Alcuni passi concreti che può fare subito:
Non si senta in colpa se non riesce a soddisfare la richiesta di sua sorella. Ingoiare pezzi di cibo per rassicurarla non è una soluzione terapeutica e rischia di far stare male entrambe.
Coinvolga al più presto lo specialista che segue sua sorella (psicoterapeuta, nutrizionista, psichiatra). Deve sapere che la sintomatologia sta peggiorando e che gli attacchi di panico aumentano.
Se non è già seguita da un centro specializzato per i disturbi alimentari, valutate insieme ai genitori o a un medico curante di attivarvi subito: in Italia esistono centri DCA (Disturbi del Comportamento Alimentare) pubblici che offrono percorsi dedicati.
In caso di crisi acute (attacco di panico ingestibile o rifiuto totale del cibo) non esitate a rivolgervi al pronto soccorso: non è una sconfitta, ma un modo per proteggere la sua salute.
Anche lei ha bisogno di sostegno: non può e non deve caricarsi da sola della responsabilità di “salvarla”. Parlare con uno psicologo per sé stessa, anche solo in un consultorio o sportello gratuito, potrebbe aiutarla a liberarsi dal peso che ora sente.
Un caro incoraggiamento: la sua presenza per sua sorella è preziosa, ma il passo più importante ora è coinvolgere i professionisti giusti. Questo è l’aiuto migliore che può darle.
Psicoterapia. Tra l'altro sembra più una fobia quella che descrive che un vero e proprio disturbo alimentare. In ogni caso il suggerimento immediato è quello di rivolgervi entrambe (anche insieme eventualmente in una fase iniziale) ad un professionista. Non potete risolverla da sole a casa, perché come ha già intuito i problemi di una diventano problemi dell'altra e questo vi porta in un circolo vizioso senza via d'uscita.
Salve, quello che sta vivendo è estremamente delicato e comprensibilmente spaventoso. Il modo in cui sta cercando di aiutare sua sorella dimostra un affetto profondo, ma anche un carico emotivo troppo grande da sostenere da sola, soprattutto quando va a toccare una sua paura personale e traumatica. L'anoressia è una condizione complessa che va affrontata all’interno di un percorso strutturato e multidisciplinare, con il supporto di uno psicologo psicoterapeuta specializzato nei disturbi del comportamento alimentare, e in molti casi, con il coinvolgimento di medici e nutrizionisti clinici. In situazioni come questa, può essere utile anche il lavoro con l’EMDR per entrambe, nel caso in cui ci siano traumi legati al cibo o al soffocamento. La dinamica che si è creata, dove lei si sente costretta a ingoiare pezzi di cibo per tranquillizzare sua sorella, rischia di diventare dannosa per entrambe. Sua sorella ha bisogno di affrontare queste paure in un contesto terapeutico sicuro, non sulle sue spalle. Le consiglio con urgenza di rivolgersi a un centro specializzato per disturbi alimentari nella vostra zona o a un consultorio familiare, dove possano guidarla e alleggerire questa responsabilità che, per quanto sia nata dall’amore, rischia di far male a entrambe.
Lei non deve sentirsi in colpa per non riuscire a sostenere tutto: la cura non può e non deve dipendere solo da lei. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Lei non deve sentirsi in colpa per non riuscire a sostenere tutto: la cura non può e non deve dipendere solo da lei. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Rivolgersi ad un professionista che sa come trattare i disturbi dell'alimentazione sarebbe la cosa ideale. Tuttavia, per chiedere aiuto, bisogna prima capire che si è in difficoltà, e questa è una cosa che solo sua sorella può fare.
Data la sua prossimità, il suo potere è quello di ascoltare sua sorella, cercare di parlare con lei per farle capire che ha bisogno di aiuto. Questo però è un passaggio difficile, perchè per farlo bisogna aprire il proprio cuore e togliere di mezzo la paura di un rifiuto, di una reazione negativa, aprirsi all'ascolto profondo e alla compassione.
Se ha bisogno di aiuto anche lei per affrontare questo problema, resto a disposizione.
Data la sua prossimità, il suo potere è quello di ascoltare sua sorella, cercare di parlare con lei per farle capire che ha bisogno di aiuto. Questo però è un passaggio difficile, perchè per farlo bisogna aprire il proprio cuore e togliere di mezzo la paura di un rifiuto, di una reazione negativa, aprirsi all'ascolto profondo e alla compassione.
Se ha bisogno di aiuto anche lei per affrontare questo problema, resto a disposizione.
Gentilissima, mi spiace estremamente per il disagio che sta affrontando lei e anche sua sorella. L'anoressia è già di per se una condizione che fa star male le persone, se si associano attacchi di panico associati al cibo la situazione è ancora più dura. Solitamente è un'equipe di specialisti che si prende cure delle persone affette da anoressia, se sua sorella è seguita da uno psicologo che si occupa di disturbi alimentari sicuramente è la persona più adatta a fornirle un'aiuto anche su come affrontare ansia e attacchi di panico legati al cibo.
La sua questione è alquanto delicata perché, dopo aver vissuto un episodio in cui chiaramente non può aver vissuto una bella sensazione, ha chiaramente paura di mangiare qualsiasi cosa, per un motivo ben diverso da quello di sua sorella ma che nello stesso tempo alimenta attacchi di panico anche in lei.
I familiari vi supportano nelle vostre difficoltà?
Come ha vissuto in tutti questi anni? Ci sono stati momenti in cui mangiare era più o meno dura? Sono molti i pensieri che stanno dietro al suo malessere, le consiglierei di rivolgersi a un professionista che l'aiuti a promuovere una modalità di pensiero più funzionale allo stare meglio. Aiutando se stessa darà sicuramente un aiuto indiretto anche a sua sorella.
I miei migliori auguri
dott.ssa Miculian
La sua questione è alquanto delicata perché, dopo aver vissuto un episodio in cui chiaramente non può aver vissuto una bella sensazione, ha chiaramente paura di mangiare qualsiasi cosa, per un motivo ben diverso da quello di sua sorella ma che nello stesso tempo alimenta attacchi di panico anche in lei.
I familiari vi supportano nelle vostre difficoltà?
Come ha vissuto in tutti questi anni? Ci sono stati momenti in cui mangiare era più o meno dura? Sono molti i pensieri che stanno dietro al suo malessere, le consiglierei di rivolgersi a un professionista che l'aiuti a promuovere una modalità di pensiero più funzionale allo stare meglio. Aiutando se stessa darà sicuramente un aiuto indiretto anche a sua sorella.
I miei migliori auguri
dott.ssa Miculian
Buonasera,
quando ci sono queste situazioni è difficile risolverle senza l'aiuto di un professionista perché si può trovare una soluzione temporanea, ma è importante individuare la radice del problema per poter provare a risolverlo concretamente.
Inoltre, se anche lei ha il timore di ingoiare dei pezzi troppo grandi di cibo, questo potrebbe avere un effetto controproducente.
La cosa migliore che può fare per aiutare sua sorella è di consigliarle di contattare uno psicoterapeuta che possa affiancarla e sostenerla.
quando ci sono queste situazioni è difficile risolverle senza l'aiuto di un professionista perché si può trovare una soluzione temporanea, ma è importante individuare la radice del problema per poter provare a risolverlo concretamente.
Inoltre, se anche lei ha il timore di ingoiare dei pezzi troppo grandi di cibo, questo potrebbe avere un effetto controproducente.
La cosa migliore che può fare per aiutare sua sorella è di consigliarle di contattare uno psicoterapeuta che possa affiancarla e sostenerla.
Capisco bene quanto questa situazione sia difficile da sostenere per te e per tua sorella. Da quello che racconti non sembra trattarsi di anoressia nervosa classica, ma piuttosto di una forma di fobia legata all’alimentazione (paura di soffocare o di stare male). È comprensibile che tu voglia aiutarla, ma provare a “sostituirti” a lei ingerendo tu stessa i cibi rischia di mantenere la sua paura e di farti stare peggio, soprattutto perché tocca anche una tua fobia personale.
In questi casi è molto importante rivolgersi a professionisti esperti in disturbi alimentari e disturbi d’ansia, come uno psicoterapeuta o un centro specializzato, che possano guidarla con un percorso mirato. Se tua sorella ha già un terapeuta, ti invito a condividere subito con lui questa difficoltà specifica: più si interviene presto, meglio è.
Se dovessero esserci episodi di rifiuto totale del cibo, crisi intense o situazioni che mettono a rischio la salute, non esitare a chiamare il 112 per avere un aiuto immediato.
Il fatto che tu stia cercando soluzioni è già un segnale importante: non sei sola, ma è necessario coinvolgere figure competenti per interrompere questo circolo doloroso.
In questi casi è molto importante rivolgersi a professionisti esperti in disturbi alimentari e disturbi d’ansia, come uno psicoterapeuta o un centro specializzato, che possano guidarla con un percorso mirato. Se tua sorella ha già un terapeuta, ti invito a condividere subito con lui questa difficoltà specifica: più si interviene presto, meglio è.
Se dovessero esserci episodi di rifiuto totale del cibo, crisi intense o situazioni che mettono a rischio la salute, non esitare a chiamare il 112 per avere un aiuto immediato.
Il fatto che tu stia cercando soluzioni è già un segnale importante: non sei sola, ma è necessario coinvolgere figure competenti per interrompere questo circolo doloroso.
Salve, dato che è una sua fobia, sembra che in qualche modo sia una paura condivisa da voi due sorelle o forse anche in famiglia. In questo momento sembra che la paura di una alimenti quella dell'altra. Le consiglio vivamente di non mangiare insieme a sua sorella fino a quando la situazione non migliori. Le consiglio inoltre di affrontare la sua paura in terapia.
Cordiali saluti.
Dott.Salvatore Augello
Cordiali saluti.
Dott.Salvatore Augello
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