Salve , qual’e ‘ l’approccio migliore per il dubbio patologico ? Prendo benzoadizepine per ansia , n

21 risposte
Salve , qual e ‘ l’approccio migliore per il dubbio patologico ? Prendo benzoadizepine per ansia , non sono depressa anche se è difficile distinguere , infatti l’antidepressivo e ‘ stato devastante . Grazie e un augurio di guarigione a tutti .
Salve, mi spiace per la situazione ed il disagio espresso. Ritengo importante esprimere le proprie questioni relative ai farmaci al medico prescrivente, sicuramente persona più competente. A mio avviso sarebbe inoltre essenziale intraprendere un percorso di supporto psicologico che possa identificare e riconoscere cause e fattori di mantenimento dei suoi sintomi.
Cordialmente, dott. FDL

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Salve, per quanto riguarda l'utilizzo dei farmaci si rivolga al proprio medico di fiducia.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Buongiorno. Pienamente d'accordo con il collega rispetto l'utilizzo di farmaci. Si rivolga al suo medico di base. Cordialità

MT
Gentile utente,
per quanto concerne i farmaci deve rivolgersi a chi glieli ha prescritti . Per quanto riguarda il "dubbio patologico" come lo chiama lei si rivolga ad terapeuta e vedrà che insieme troverete il percorso migliore per risolvere le sue difficoltà.
Cordiali saluti
Bentrovato
Il “dubbio patologico” è un’espressione che si riferisce alle ruminazioni di contenuto dubitativo tipiche del DOC.
Se forti e invasive (tanto da inficiare la qualità della vita) l’approccio più indicato è l’integrazione di terapia farmacologica (a discrezione dello psichiatra) e psicoterapia cognitivo comportamentale (psicologo psicoterapeuta).
Cordiali saluti,
Dott.ssa Mariagrazia Fanciulli
Buonasera Gentile Utente, per quanto riguarda i farmaci faccia affidamento al suo medico di base. In ogni caso, un farmaco ha più efficacia se accompagnato ad una psicoterapia: non esiste un approccio psicoterapeutico migliore di un altro, in termini assoluti. Se vuole qualche informazione a riguardo, rimango a disposizione per eventuali chiarimenti. Buona serata, dott. Simeoni
salve.
riguardo al "dubbio patologico"
se questo si presenta in relazione a una serie di altri dubbi preteriti nella sua quotidianità; potrebbe dunque essere che oltre alla valutazione farmacologica, Lei deva valutare di poter fare un percorso psicologico.
un cordiale saluto
A, F.
Gentile utente, concordo con i miei colleghi che sarebbe efficace affiancare alla terapia farmacologica un sostegno psicoterapeutico. Come lei sicurante sperimenta, il dubbio patologico induce la persona ad andare alla ricerca di una risposta definitiva e rassicurante che non trova mai. Il dubbio comincia ad invadere la mente, cresce come un cancro, che via via invade la coscienza e che si nutre sostanzialmente di tutte le risposte che gli vengono offerte. Per questo motivo l’errore terapeutico più comune è quello di cercare di aiutare il paziente a compiere la scelta che egli non sa compiere, fare dei ragionamenti più sensati dei suoi, che dimostrino l’infondatezza del dubbio e ne indichino la risposta. Il risultato di questo approccio produce l’effetto di alimentare la tendenza a ragionare ancora di più rafforzando la spirale in cui la persona viene risucchiata. La Terapia Breve Strategica attraverso stratagemmi terapeutici studiati ad hoc guida la persona ad interrompere in breve tempo l’incessante pensare, poiché è questo in realtà il vero motivo della sofferenza e del disagio che egli manifesta. Per approfondimenti segnalo il testo "Cogito ergo soffro" di Nardone G., De Santis G. edito da Ponte alle Grazie. Non esiti a contattarmi qualora volesse ricevere ulteriori informazioni, mi farebbe piacere poterla aiutare. Un caro saluto. Dott.ssa Denise Raccis
Buonasera. Per quanto riguarda l'aspetto farmacologico è necessario che lei si rivolga ad uno specilista psichiatra per avere informazioni e feedback. Per quanto riguarda il "dubbio patologico" di cui scrive, se si riferisce ad una costante e pervasiva attività del pensiero caratterizzata dalla rimuginazione, non c'è in assoluto un approccio migliore di un altro. Ogni approccio lavora in modo differente dall'altro seppur tutti condividono l'obiettivo di migliorare la salute mentale del cliente/paziente. Se vuole più informazioni sulle caratteristiche dei differenti approcci psicoterapici esistenti può informarsi facilmente cercando dei libri sull'argomento o anche articoli o siti internet scientifici e professionali che si occupano del tema. Se oltre a voler ricevere informazioni più dettagliate in merito alla sua domanda vuole anche migliorare il suo benessere psicologico, le suggerisco di contattare uno specialista Psicologo- Psicoterapeuta. Un caro saluto, Dott. Felice Schettini
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Buongiorno! Mi faccia capire meglio cosa intende lei per dubbio patologico. I disturbi d'ansia sono trattabili con un percorso psicologico, associato ai farmaci. Se vuole più informazioni, non esiti a contattarmi.
Per i farmaci, concordo con i colleghi, di parlarne con il suo medico.
Saluti,
Dott.ssa Chiara Pavia
Gentile utente di mio dottore,

il dubbio è uno degli ingredienti caratterizzanti i disturbi ossessivi di matarice ansiosa. I disturbi d'ansia, tra questi anche quello ossessivo, richiedono un approccio terapeutico integrato. La farmacoterapia deve esser affiancata alla psicoterapia. Quest'ultima consente di poter guardare ad un benessere più a lungo termine consentendo al soggetto di acquisire nel tempo degli strumenti coi quali poter fronteggiare determinate difficoltà in maniera adattiva e non rifiugiandosi nel sintomo.
Qualora non lo avesse già fatto consulti anche uno psicoterapeuta ed intraprenda un percorso di psicoterapia, vedrà che potrà arrivare alle ragioni del suo malessere ed avviarsi alla guarigione.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buonasera, nella sua breve domanda non ci scrive niente di lei , la sua età e xchè ta prendendo l'antidepressivo. Purtroppo per quanto riguarda i farmaci noi psicoterapeuti non possiamo dare nessun parere. Però le consiglio di accompagnare la sua terapia farmacologica anche con una terapia psicologica per elaborare le cause della sua depressione, la saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli.
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Avere dubbi è sano.
Se il dubbio è così pervasivo da non renderci disponibili alla vita, allora è disarmonico.
L’ansia è un sintomo che la avvisa e la guida verso un lavoro di formazione che la renda disponibile al fare esperienza.
Buon lavoro (dentro di sé....).
Gentile Utente, potrebbe esserle d’aiuto confrontarsi con lo specialista che le ha prescritto la terapia farmacologica, poi potrebbe essere utile affiancare alla cura farmacologica anche una psicoterapia, questo le potrebbe permettere di acquisire una maggiore consapevolezza dei meccanismi all’origine delle sua sofferenza e così acquisire anche altre strategie di gestione dell’ansia.
Un cordiale saluto
Salve gentile utente, per qualsiasi dubbio o disagio legato alla terapia farmacologica che assume, faccia sempre riferimento al medico che la segue.
Può essere utile affiancare anche un percorso psicologico; fare qualche colloquio di consultazione può certamente aiutarla a chiarire la situazione.
Gentile utente, il ' dubbio patologico " così come da lei definito può essere legato a problemi di autostima o a questioni emotive che non si risolvono con una pillola. È da inquadrare all'interno della sua storia personale e ai suoi vissuti.
Rimango a sua disposizione per eventuali chiarimenti in merito.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buonasera, servirebbe chiarire il concetto di dubbio patologico per capire come poterle fornire una risposta centrata.
Prendendo dei farmaci potrebbe esserle utile confrontarsi con il medico che glieli ha prescritti!
Salve, non esiste un approccio migliore dell'altro per il "dubbio patologico", la cosa importante é che lei trovi un professionista di cui potersi fidare e che segua la terapia con impegno. Personalmente approccio a questo tipo di problematica utilizzando i "metodi attivi" di Role Playing e psicodramma, trovo siano particolarmente efficaci per inquadrare il conflitto ed intervenire in maniera incisiva. Se le interessano maggiori informazioni può contattarmi in privato. Per quanto riguarda i farmaci invece, contatti pure lo specialista che le ha fornito la terapia farmacologia: sono due percorsi distinti ma che si integrano perfettamente. I migliori auguri!
Salve, metta al corrente il suo medico curante riguardo i disturbi citati, sicuramente le darà le risposte che sta cercando.
MMM
Buongiorno e, per quanto riguarda l’utilizzo dei farmaci Le consiglio di chiedere spiegazioni al medico che lo ha prescritto.
Per quanto riguarda il “il dubbio patologico” se vuole iniziare un percorso terapeutico è uno degli approcci validi è È il cognitivo comportamentale ( CBT)
Cordiali saluti Dottor Luca Ferretti
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo e della difficoltà che sta vivendo. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini

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