Salve,mio padre ha subito l’asportazione della laringe un anno e mezzo fa circa,in pieno covid. Ha f

23 risposte
Salve,mio padre ha subito l’asportazione della laringe un anno e mezzo fa circa,in pieno covid. Ha fatto la tracheotomia ed essendoci la pandemia in corso è stato rispedito a casa in fretta e furia. Mia madre lo segue benissimo,proprio come un’infermiera ed ha dovuto imparare tutto da sola perché in ospedale non le hanno spiegato nulla o quasi. A parte quando accusa troppa secchezza (quindi fatica a respirare e deve aspirare il muco dal buco in gola),fisicamente è un uomo ancora in forma. Il problema è tutto il resto. È estremamente depresso,si sente come un disabile senza la possibilità di una vita normale,tratta malissimo tutti,soprattutto mia mamma,si lamenta perché non può parlare. Non sappiamo come muoverci,cosa fare. Io credo abbia proprio bisogno di andare in terapia da uno psicologo e fare anche della logopedia. Abitiamo in provincia di Como.
Grazie.
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione di suo padre poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lui possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarlo ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che gli impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarlo a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa essergli utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Dott.ssa Silvana Zito
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno gentile utente, credo che il Papà debba affrontare il processo di accettazione e ristrutturazione della nuova realtà. Non è semplice per lui affrontare la psicoterapia poi ci sono limiti nella comunicazione verbale, ma questo non significa che non possa essere aiutato. Suggerisco anche un consulto psichiatrico poichè l'apatia l'umore depresso, l'irritabilità presuppongono un quadro che potrebbe essere trattato con i farmaci. Saluti Dott ssa Silvana Zito
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Dott.ssa Marina Ceruti
Psicologo clinico, Psicoterapeuta, Sessuologo
Como
Dalla sua descrizione, il fatto che suo padre sia stato tracheotomizzato nel periodo più critico della pandemia, purtroppo, ha impedito un aspetto fondamentale in merito alle corrette informazioni che il personale sanitario, generalmente, fornisce sia al paziente (in fase pre e post operatoria) che ai suoi caregivers. Tuttavia, suo padre ha il privilegio di avere una moglie che si prende cura di lui "come un'infermiera". Un intervento psicoterapeutico sarebbe opportuno (unitamente ad un recupero almeno parziale della fonazione, tramite tecniche specifiche): il fatto che non possa esprimersi in modo usuale non è un ostacolo alla psicoterapia in sè (benchè implichi un certo sforzo). Il punto cruciale su cui lavorare è l'accettazione di non potere più comunicare come un tempo, superare il sentimento di vergogna e rafforzare un'autostima "intaccata" tanto dal sentirsi "diverso" a livello comunicativo, sia per i cambiamenti necessariamente occorsi a livello fisico. Questo drastico cambiamento nella qualità di vita di suo padre - lasciato in balìa di se stesso - non può non averlo destabilizzato psicologicamente, determinando la sintomatologia depressiva e aggressiva che ha puntualmente descritto. Se "è un uomo ancora in forma", vale la pena tentare di fornirgli un adeguato supporto psicologico.
Dott. Gian Piero Grandi
Psicologo, Psicoterapeuta, Analista clinico
Torino
Buon giorno. Mi spiace molto per la situazione descritta. Quello che può fare è ricercare un professionista nella sua zona e ipotizzare con lui un percorso di lavoro strategico per cercare di aiutare suo padre. Anche su questo sito può trovare professionisti valido nella sua zona. Coraggio. Cordialmente Gian Piero dott Grandi
Dott. Massimiliano Trossello
Psicologo, Terapeuta, Psicologo clinico
Leinì
Buongiorno, sono d'accordo con il collega nel ritenere fondamentale la fase di accettazione.

Saluti

MT
Dott.ssa Laura Francesca Bambara
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Vizzolo Predabissi
Buongiorno,
Le consiglio di sentire un medico psichiatra e di iniziare un percorso di psicoterapia.
Cordialmente Dott.ssa Laura Francesca Bambara
Dott.ssa Ilaria Truzzi
Psicologo, Psicologo clinico
Reggio Emilia
Buongiorno, grazie per la condivisione. Condivido le risposte dei colleghi. Potrebbe rivolgersi al vostro medico di base e chiedergli dei nominativi di professionisti per affrontare parallelamente l'aspetto psicologico e l'aspetto organico legato alla comunicazione. Potrebbe far presente queste possibilità a suo padre, con pazienza e grande gentilezza e così iniziare il processo di accettazione.
Resto a disposizione. Dott.ssa Ilaria Truzzi
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Buongiorno,
credo che suo padre necessiti di sostegno psicologico in virtù di una depressione reattiva sviluppatasi con l evolversi del suo stato di salute. Può trovare uno specialista della sua zona attraverso il portale di mio dottore. In bocca al lupo per tutto.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott. Alessio Vellucci
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Gentile Utente, la condizione che descrive è molto provante, e in casi simili la rabbia è l'antidepressivo naturale per eccellenza. E' possibile, e umanamente comprensibile, che suo padre viva dolorosamente la perdita della propria completa autonomia persino nella comunicazione, e indubbiamente un supporto psicologico è necessario. Non fosse altro per "arieggiare" la sua mente, che con ogni probabilità è focalizzata su pensieri di disabilità e un forte senso di impotenza. Il compito che avete voi familiari, è quello di aiutarlo a comprendere di aver bisogno di aiuto: per lui, e per voi stessi, alleggeriti dal carico di un soccorso che sfortunatamente non potete dargli in una forma diversa da quella che da due anni gli offrite. Contatti uno specialista della sua zona e insieme capite come far entrare papà nello spazio di terapia, anche online eventualmente. Un caro augurio di buona fortuna
Dott.ssa Monica Mellone
Psicologo clinico, Psicoterapeuta, Psicologo
Arcore
Buongiorno, sicuramente non è una situazione facile. Il corpo è l'immagine che abbiamo di noi stessi e quando subisce delle modifiche, soprattutto se importanti come questa, è difficile imparare a conviverci.
Penso che un percorso psicoterapeutico possa essere utile non solo a suo padre, ma anche a sua madre che porta un carico emotivo non indifferente. Sicuramente supportando la persona che offre le cure, anche il paziente in sé trova giovamento.
Resto a disposizione e la saluto cordialmente.
Dottoressa Monica Mellone
Dott.ssa Zena Ballico
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Buongiorno, condivido con lei la ne necessità per il papà di intraprendere un percorso psicoterapico ed eventualmente farmacologico se il/la collega ritenesse utile affiancare l’intervento di un medico psichiatra.
Mi permetto di aggiungere che la mamma è sicuramente altrettanto (se non di più) necessitante di sostegno psicologico…
Resto a disposizione anche online se desidera approfondire.
Cordiali saluti
 Ignazio Gioia
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi dispiace molto per la situazione che vive Lei, sua madre e suo padre. Credo che entrambe le ipotesi, percorso psicologico e percorso logopedico, possano rappresentare qualcosa di importante. Le suggerisco, comunque, prima di attivare qualsiasi ulteriore azione di cura, di confrontarsi con il medico di medicina generale di suo papà. La ringrazio e La saluto cordialmente. Ignazio Gioia
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Gentile utente, sono d'accordo con lei sulla necessità di un supporto psicologici. Niente più di un cambiamento fisico come quello da lei descritto, incide sulla percezione che si ha di sé e su vari aspetti della personalità. Sono momenti di trasformazione definitiva e dolorosa in cui bisogna guardare al futuro con occhi totalmente nuovi. Provi a parlare con suo padre e a proporgli uno specialista (che può cercare anche su questo portale) della vostra zona. Idem per ciò che riguarda la logopedia. Anche l'ospedale dovrebbe darvi indicazioni in tal senso.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott.ssa Cristina Nove
Psicologo clinico
Roma
Buongiorno, senz'altro suo padre potrebbe beneficiare di un sostegno psicologico, al quale potrebbe essere utile affiancare, a mio parere, anche un percorso di meditazione Mindfulness, per lavorare principalmente sull'accettazione della patologia e contrastare efficacemente i vissuti di ansia e depressione che si accompagnano ad essa. Resto a disposizione, un cordiale saluto, dott.ssa Cristina Nove
Dott.ssa Rossella Neri
Psicologo, Psicologo clinico
Appiano Gentile
Buongiorno, penso che per suo padre e per la sua famiglia si sia prospettata una situazione molto complessa, in piena pandemia oltretutto. Anche io credo che sia utile iniziare a contattare uno psichiatra, per iniziare una terapia farmacologica, che possa aiutare suo padre a vedere la situazione con un po' più di consapevolezza e ottimismo. Dopo ciò, si potrebbe pensare ad un percorso di sostegno psicologico con dei colloqui finalizzati all'adattamento alla nuova condizione fisica e all'integrazione di questa nei rapporti famigliari e nella quotidianità.
Resto a disposizione, cordialmente
Rossella Neri
Dott. Andrea Rohrich
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Torino
Buonasera. Situazioni spiacevoli e talvolta improvvise quali un'operazione chirurgica lasciano spesso un profondi vissuti di malessere, soprattutto se si ha la percezione di aver perso alcune libertà individuali oppure tratti e caratteristiche fisiche che ci definivano (come per esempio la voce). Ciò detto, ritengo che se la situazione che lei descrive occorre da diverso tempo sia necessario intervenire, al fine di ripristinare un clima sereno all'interno della famiglia e, non in secondo piano, di garantire a suo padre tranquillità e una riproposizione positiva del suo stato di salute e del futuro. A livello operativo mi interfaccerei inizialmente con uno psicologo che attraverso una psicodiagnosi a suo padre valuti la necessità di consultare uno psichiatra per una cura farmacologica: ancora, valuterei che ciascun membro della famiglia (o la famiglia presa come sistema unitario) si faccia supportare, anche per un breve percorso finalizzato all'espressione dei vissuti recenti. L'obiettivo è quello di lavorare attivamente sugli equilibri e sul benessere della famiglia e dei suoi componenti. Si faccia forza, a presto
Dott. Sergio Borrelli
Psicologo, Psicologo clinico
Tradate
Buongiorno. Esiste l'ADI, Assistenza Domiciliare Integrata, presente anche nel territorio comasco, che offre servizi gratuiti che comprendono assistenza infermieristica, fisioterapica, logopedica, psicologica e in alcuni casi, sebbene sporadicamente, anche medica. Tutto questo a domicilio.
Si può rivolgere al suo distretto territoriale della ASST (ex ASL) per avere migliori informazioni e per sapere come attivare questo servizio per suo padre.
E naturalmente esiste anche lei: ha assolutamente ragione quando pensa che occorre prendersi cura in modo mirato di suo padre, ma è sempre fondamentale prendersi cura anche dei familiari.
Se desidera maggiori informazioni o comunque riflettere sulle risonanze di tutto questo, possiamo definire un appuntamento per un colloquio psicologico online.
Dott. Diego Emmanuel Cordoba
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Innanzitutto, vorrei esprimere la mia solidarietà per la situazione difficile che stai vivendo con tuo padre. La laringectomia è un intervento molto impegnativo che può generare profondi disagi emotivi e psicologici, come quelli che stai descrivendo.
Sì, concordo con te che tuo padre potrebbe trarre beneficio da un sostegno psicologico e da un percorso di logopedia per imparare a comunicare in modo diverso. In ambito psicologico sistemico relazionale, si potrebbe approcciare la situazione considerando non solo il singolo individuo ma anche le dinamiche relazionali all’interno della famiglia.
Vi consiglio di contattare un professionista della zona di Como specializzato in psicologia sistemica relazionale e eventualmente in logopedia per iniziare un percorso di sostegno emotivo e di aiuto pratico per vostro padre e per voi come famiglia. Potrebbe essere utile anche coinvolgere altri familiari nel percorso terapeutico per trovare strategie e risorse per gestire al meglio questa situazione.
Vi auguro di trovare il supporto necessario per affrontare al meglio questa sfida e di superare insieme questo momento difficile. Rimango a tua disponibilità per un eventuale colloquio di conoscenza.
Dott. Cordoba
Dott. Emanuele Ciampone
Psicologo, Psicologo clinico
Brescia
Buonasera gentile utente, la ringrazio per aver condiviso un vissuto sicuramente doloroso. Sicuramente un percorso psicoterapeutico potrebbe essere l'ideale per suo padre, allo scopo di affrontare e accettare la nuova condizione clinica. Ritengo inoltre che la psicoterapia debba essere affiancata da un percorso logopedico allo scopo di migliorare la fonazione e la comunicazione in generale e anche da una valutazione psichiatria per valutare i sintomi depressivi eventualmente con una terapia farmacologica. Estenderei il supporto psicologico/ terapeutico anche ai familiari, in quanto è importante prendersi cura e porre attenzione anche ai vissuti emotivi suoi e di sua madre. Per affrontare una situazione complessa è necessaria una presa in carico complessa che tenga in considerazione tutti gli attori coinvolti. Un caro saluto, Dott. Ciampone Emanuele
Dott.ssa Rossella Carrara
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Buonasera, è comprensibile che suo padre sia in una fase depressiva, visto quello che ha dovuto subire e viste le sue attuali condizioni. Ha quindi sicuramente bisogno di un supporto psicologico che l'aiuti ad accettare quanto gli è accaduto, quando ovviamente sarà pronto ad iniziarlo.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Roberta Bianco
Psicologo, Psicologo clinico
Mugnano di Napoli
Buongiorno,

E' comprensibile che suo padre stia attraversando un momento molto delicato. Dalla sua descrizione, sembra che egli riconosca come poco probabile il ritorno ad una vita "normale"; pertanto, probabilmente, suo padre sta vivendo una sorta di lutto, legato all'immagine che aveva di sé prima della tracheotomia. La invito a supportare suo padre, per quanto le è possibile, invitandolo ad iniziare un percorso di sostegno psicologico.
Resto a disposizione per ulteriori domande.
Cordiali saluti.

Dott.ssa Roberta Bianco
Dott.ssa Letizia Turchetto
Psicologo, Psicologo clinico
Ponte di Piave
Gentile Utente, buongiorno. La ringrazio per il suo riferito, posso immaginare sia provante sia per entrambi i suoi genitori che per lei tutta la situazione e le fatiche che questa comporta.
Apprendo dal suo messaggio che non vi siete sentiti supportati adeguatamente nel post-intervento, viste tutte le difficoltà del periodo in cui si è verificato l'intervento.
Questo non significa però che non possa essere intrapreso un percorso ora, anzi. Dare a suo padre la possibilità di trovare spazio in cui riflettere sul cambiamento che ha vissuto, con tutte le novità che esso ha portato, ritengo possa tornare utile al suo benessere. Tale scelta, gli consentirebbe non solo di portare le proprie emozioni, i propri dubbi e le proprie preoccupazioni, ma anche di trovare nuove strategie funzionali e di supporto per questa nuova fase della sua vita.
Riguardo a questo punto e anche alla sintomatologia di cui lei parla, potrebbe tornare utile per suo padre un confronto con il medico di base che saprà indicarvi quale sia il percorso migliore da seguire, valutando anche la possibilità di riferirsi in modo sincrono a psichiatra e psicoterapeuta.
Aggiungo che, viste le dinamiche complesse che, oltre a suo padre, anche lei e sua madre state vivendo, forse anche voi potreste considerare la possibilità di beneficiare di un supporto psicologico-psicoterapeutico. Spesso questa fase nuova coinvolge la famiglia intera, sebbene in modo diverso e del tutto soggettivo, e farsi aiutare può dare sollievo anche a voi.
Resto a disposizione. Un caro saluto, Dottoressa Letizia Turchetto
Dott.ssa Chiara Avelli
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno, mi dispiace davvero che abbiate dovuto affrontare tutto questo percorso così difficile, soprattutto in un momento complicato come quello della pandemia. Capisco quanto possa essere stato pesante per voi, e in particolare per sua madre, che si è trovata a gestire da sola una situazione così complessa. È comprensibile che suo padre si senta in questo modo: anche se per voi è ancora “un uomo in forma”, è possibile che lui non si percepisca così o che non abbia ancora elaborato pienamente ciò che è accaduto. Dopo un intervento importante come l’asportazione della laringe, è frequente che emergano sentimenti di perdita, rabbia, tristezza e senso di impotenza. Quando una persona “tratta male” soprattutto chi gli sta più vicino, come nel caso di sua madre, spesso dietro questa rabbia si nasconde una profonda sofferenza. Sono emozioni difficili da gestire, e possono portare a comportamenti che feriscono gli altri, pur non essendo davvero ciò che si vorrebbe esprimere. Il mio consiglio è di cercare un supporto psicologico per suo padre: un percorso di psicoterapia può aiutarlo a dare voce e spazio al dolore, a sentirsi compreso e, passo dopo passo, a ricostruire un senso di equilibrio e di dignità nella nuova quotidianità. Parallelamente, sarebbe molto utile anche un percorso di logopedia, per lavorare sulle modalità alternative di comunicazione e recuperare, almeno in parte, la possibilità di “farsi sentire”. Vi incoraggio anche a rispettare il suo vissuto e la sua percezione: se lui si sente “un disabile”, anche se per voi non lo è, quel sentimento va accolto come reale e personale. Solo partendo da questa comprensione sarà possibile aiutarlo davvero. Dott.ssa Chiara Avelli

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