Salve, ho subito un abuso sessuale quando ero minorenne (ora sono maggiorenne) da una persona che fa
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Salve, ho subito un abuso sessuale quando ero minorenne (ora sono maggiorenne) da una persona che fa parte della mia famiglia stretta. Io vivo da sola ma capitano delle occasioni in cui mi ritrovo con questa persona. Non ha più fatto nulla del genere (e sono passati più di dieci anni da quell'episodio). Vorrei parlarne con la mia terapeuta, ma ho paura che lei debba denunciare il fatto visto che io ho ancora contatti con quella persona. Se lo facesse perderei tutto ciò che ho ora. Non voglio denunciare, quella persona non é pericolosa, vorrei solo parlare con lei per capire e superare. Posso farlo senza paura che lei denunci?
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
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Buongiorno,
quella che descrive è un’esperienza molto delicata e comprensibilmente difficile da affrontare. Poterne parlare in terapia può aiutarla a dare un senso a ciò che ha vissuto e ad alleggerire un carico che, se tenuto per sé a lungo, può diventare molto faticoso.
Per quanto riguarda la sua preoccupazione: in linea generale, la sua terapeuta non ha l’obbligo di denuncia rispetto a fatti avvenuti nel passato se lei è ora maggiorenne, anche nel caso in cui ci siano ancora contatti con la persona coinvolta. Naturalmente, ogni situazione va considerata nella sua specificità, ed è importante che lei si senta libera di portare in seduta anche questi dubbi e timori. Sarà la sua terapeuta, eventualmente, a chiarirle come può affrontare il tema in un contesto protetto e rispettoso.
Parlarne può essere un primo passo per iniziare un lavoro di comprensione e rielaborazione, nel pieno rispetto dei suoi tempi e dei suoi bisogni.
Resto a disposizione, un caro saluto.
Dott.ssa Elena Dati
quella che descrive è un’esperienza molto delicata e comprensibilmente difficile da affrontare. Poterne parlare in terapia può aiutarla a dare un senso a ciò che ha vissuto e ad alleggerire un carico che, se tenuto per sé a lungo, può diventare molto faticoso.
Per quanto riguarda la sua preoccupazione: in linea generale, la sua terapeuta non ha l’obbligo di denuncia rispetto a fatti avvenuti nel passato se lei è ora maggiorenne, anche nel caso in cui ci siano ancora contatti con la persona coinvolta. Naturalmente, ogni situazione va considerata nella sua specificità, ed è importante che lei si senta libera di portare in seduta anche questi dubbi e timori. Sarà la sua terapeuta, eventualmente, a chiarirle come può affrontare il tema in un contesto protetto e rispettoso.
Parlarne può essere un primo passo per iniziare un lavoro di comprensione e rielaborazione, nel pieno rispetto dei suoi tempi e dei suoi bisogni.
Resto a disposizione, un caro saluto.
Dott.ssa Elena Dati
Gent.ma utente,
ne può parlare senz'altro con la sua terapeuta. Ella non può sporgere denuncia senza il suo esplicito consenso. E' vincolata al segreto professionale e non può rivelare nulla a terze persone su accadimenti passati.
L'unica eccezione a questa regola deontologica è se viene percepita pericolosità/minaccia nei comportamenti attuali di violenza e il paziente non è in grado di rivolgersi autonomamente alle forze dell'ordine.
Si affidi tranquillamente ai consigli della professionista che la sta seguendo.
Con cordialità
ne può parlare senz'altro con la sua terapeuta. Ella non può sporgere denuncia senza il suo esplicito consenso. E' vincolata al segreto professionale e non può rivelare nulla a terze persone su accadimenti passati.
L'unica eccezione a questa regola deontologica è se viene percepita pericolosità/minaccia nei comportamenti attuali di violenza e il paziente non è in grado di rivolgersi autonomamente alle forze dell'ordine.
Si affidi tranquillamente ai consigli della professionista che la sta seguendo.
Con cordialità
Ciao, grazie per aver trovato il coraggio di scrivere questo messaggio. Poter raccontare qualcosa di così profondo e doloroso non è mai semplice, e già questo passo dimostra una forza e una lucidità importanti.
Hai vissuto un'esperienza che lascia segni profondi, e il fatto che tu voglia parlarne con la tua terapeuta è un desiderio sano, umano e molto prezioso per il tuo percorso di cura e consapevolezza.
Tornando alla tua domanda, se sei maggiorenne e l’abuso è avvenuto molti anni fa, la tua terapeuta non ha l’obbligo di denuncia.
In Italia, infatti, l’obbligo di segnalazione riguarda situazioni attuali di pericolo o rischio per minori o persone vulnerabili. Se non ci sono elementi concreti che facciano pensare a un pericolo attuale (per te o per altri, ad esempio altri minori in contatto con quella persona), la tua terapeuta potrà ascoltarti, accogliere il tuo dolore, accompagnarti nel comprendere e attraversare tutto questo senza dover fare alcuna denuncia.
Puoi quindi parlare con lei con fiducia, sapendo che lo studio terapeutico è uno spazio protetto dove sei libera di raccontare ciò che hai vissuto senza timore di perdere ciò che oggi ti sei costruita.
Il tuo desiderio non è quello di punire, ma di capire, guarire e riappropriarti della tua storia e questo è assolutamente legittimo.
Hai vissuto un'esperienza che lascia segni profondi, e il fatto che tu voglia parlarne con la tua terapeuta è un desiderio sano, umano e molto prezioso per il tuo percorso di cura e consapevolezza.
Tornando alla tua domanda, se sei maggiorenne e l’abuso è avvenuto molti anni fa, la tua terapeuta non ha l’obbligo di denuncia.
In Italia, infatti, l’obbligo di segnalazione riguarda situazioni attuali di pericolo o rischio per minori o persone vulnerabili. Se non ci sono elementi concreti che facciano pensare a un pericolo attuale (per te o per altri, ad esempio altri minori in contatto con quella persona), la tua terapeuta potrà ascoltarti, accogliere il tuo dolore, accompagnarti nel comprendere e attraversare tutto questo senza dover fare alcuna denuncia.
Puoi quindi parlare con lei con fiducia, sapendo che lo studio terapeutico è uno spazio protetto dove sei libera di raccontare ciò che hai vissuto senza timore di perdere ciò che oggi ti sei costruita.
Il tuo desiderio non è quello di punire, ma di capire, guarire e riappropriarti della tua storia e questo è assolutamente legittimo.
Gentile Utente,
Vorrei rassicurarla sul fatto che la sua terapeuta è strettamente tenuta al segreto professionale, per cui non rileva notizie o informazioni ottenute dal rapporto professionale, come previsto dal Codice Deontologico degli Psicologi.
Questo significa che tutto ciò che racconta viene tutelato e mantenuto confidenziale, salvo nei casi in cui si prospettino gravi pericoli di vita o per la salute psicofisica della persona o di terzi.
Da quanto racconta, l’episodio risale a molto tempo fa e la persona coinvolta non rappresenta attualmente una minaccia. Pertanto, la sua terapeuta non è obbligata a fare attualmente alcuna denuncia. Il percorso con la sua terapeuta serve proprio ad elaborare quanto vissuto, le consiglio di parlargliene.
Dott.ssa Michela Garritano
Vorrei rassicurarla sul fatto che la sua terapeuta è strettamente tenuta al segreto professionale, per cui non rileva notizie o informazioni ottenute dal rapporto professionale, come previsto dal Codice Deontologico degli Psicologi.
Questo significa che tutto ciò che racconta viene tutelato e mantenuto confidenziale, salvo nei casi in cui si prospettino gravi pericoli di vita o per la salute psicofisica della persona o di terzi.
Da quanto racconta, l’episodio risale a molto tempo fa e la persona coinvolta non rappresenta attualmente una minaccia. Pertanto, la sua terapeuta non è obbligata a fare attualmente alcuna denuncia. Il percorso con la sua terapeuta serve proprio ad elaborare quanto vissuto, le consiglio di parlargliene.
Dott.ssa Michela Garritano
Buongiorno
Si è fondamentale che ne parli con la sua psicoterapeuta per il bene della sua salute mentale. Può star certa che questa non farà mosse azzardate
Si è fondamentale che ne parli con la sua psicoterapeuta per il bene della sua salute mentale. Può star certa che questa non farà mosse azzardate
La decisione di denunciare è sua e non di altri.
Il terapeuta denuncia solo in caso di pericolo di vita del paziente
Il terapeuta denuncia solo in caso di pericolo di vita del paziente
Gentile utente,
grazie per aver condiviso con coraggio una parte così delicata della sua storia.
Può parlare di quanto ha vissuto con la sua terapeuta in uno spazio sicuro e riservato. Gli psicologi e gli psicoterapeuti sono tenuti al segreto professionale, che significa che non possono denunciare quanto viene raccontato in seduta – nemmeno nel caso di abusi subiti in passato – salvo rare eccezioni previste dalla legge, come quando c'è un pericolo attuale e concreto per minori o altre persone vulnerabili.
Nel suo caso, trattandosi di un episodio accaduto più di dieci anni fa e non essendoci, da quanto scrive, un rischio attuale o imminente per altri, non ci sono gli estremi che impongano alla terapeuta di fare una denuncia.
Il desiderio di elaborare ciò che è accaduto, capirlo e trovare sollievo è del tutto legittimo e rappresenta un passo importante nel suo percorso personale.
Le suggerisco di affrontare apertamente questo timore con la sua terapeuta: potrà così ricevere una risposta chiara, rassicurante e adeguata al suo caso specifico.
Resto a disposizione se ha bisogno di ulteriori chiarimenti.
Un caro saluto
Dott.ssa Stefania Borriello
grazie per aver condiviso con coraggio una parte così delicata della sua storia.
Può parlare di quanto ha vissuto con la sua terapeuta in uno spazio sicuro e riservato. Gli psicologi e gli psicoterapeuti sono tenuti al segreto professionale, che significa che non possono denunciare quanto viene raccontato in seduta – nemmeno nel caso di abusi subiti in passato – salvo rare eccezioni previste dalla legge, come quando c'è un pericolo attuale e concreto per minori o altre persone vulnerabili.
Nel suo caso, trattandosi di un episodio accaduto più di dieci anni fa e non essendoci, da quanto scrive, un rischio attuale o imminente per altri, non ci sono gli estremi che impongano alla terapeuta di fare una denuncia.
Il desiderio di elaborare ciò che è accaduto, capirlo e trovare sollievo è del tutto legittimo e rappresenta un passo importante nel suo percorso personale.
Le suggerisco di affrontare apertamente questo timore con la sua terapeuta: potrà così ricevere una risposta chiara, rassicurante e adeguata al suo caso specifico.
Resto a disposizione se ha bisogno di ulteriori chiarimenti.
Un caro saluto
Dott.ssa Stefania Borriello
Gentile paziente, comprendo perfettamente le sue preoccupazioni riguardo alla riservatezza.
In Italia, i terapeuti sono vincolati al segreto professionale. L'obbligo di segnalazione scatta solo per situazioni di pericolo attuale, non per eventi passati. Nel suo caso - maggiorenne, episodio di oltre 10 anni fa, nessun pericolo presente - è molto improbabile un obbligo di denuncia.
Le consiglio di discutere prima questa preoccupazione con la sua terapeuta, senza entrare nei dettagli. Chieda chiaramente quali sono i suoi obblighi professionali e in quali circostanze specifiche dovrebbe interrompere il segreto. Una terapeuta competente saprà rassicurarla e creare uno spazio sicuro per l'elaborazione.
I traumi sessuali infantili possono influenzare inconsciamente la vita adulta - relazioni, autostima, ansia, capacità di stabilire confini sani. Il fatto che senta il bisogno di parlarne indica una saggezza interiore che riconosce l'importanza della guarigione.
L'elaborazione non significa necessariamente cambiare drasticamente i rapporti familiari. L'obiettivo è aiutarla a raggiungere chiarezza emotiva e sviluppare strategie sane per gestire la situazione, rispettando sempre le sue scelte.
La preoccupazione di "perdere tutto" spesso riflette pattern post-traumatici dove la vittima si sente responsabile dell'equilibrio familiare. Parte del percorso consisterà nell'esplorare questi sentimenti di responsabilità inappropriata.
Le sue preoccupazioni sono legittime, ma non dovrebbero privarla dell'opportunità di guarigione che merita. Inizi il dialogo con la terapeuta sui suoi dubbi - questo le permetterà di procedere con maggiore sicurezza.
Lei ha il diritto assoluto di decidere come gestire questa situazione. La terapia le fornirà gli strumenti per decisioni consapevoli, rispettando sempre la sua autonomia.
In Italia, i terapeuti sono vincolati al segreto professionale. L'obbligo di segnalazione scatta solo per situazioni di pericolo attuale, non per eventi passati. Nel suo caso - maggiorenne, episodio di oltre 10 anni fa, nessun pericolo presente - è molto improbabile un obbligo di denuncia.
Le consiglio di discutere prima questa preoccupazione con la sua terapeuta, senza entrare nei dettagli. Chieda chiaramente quali sono i suoi obblighi professionali e in quali circostanze specifiche dovrebbe interrompere il segreto. Una terapeuta competente saprà rassicurarla e creare uno spazio sicuro per l'elaborazione.
I traumi sessuali infantili possono influenzare inconsciamente la vita adulta - relazioni, autostima, ansia, capacità di stabilire confini sani. Il fatto che senta il bisogno di parlarne indica una saggezza interiore che riconosce l'importanza della guarigione.
L'elaborazione non significa necessariamente cambiare drasticamente i rapporti familiari. L'obiettivo è aiutarla a raggiungere chiarezza emotiva e sviluppare strategie sane per gestire la situazione, rispettando sempre le sue scelte.
La preoccupazione di "perdere tutto" spesso riflette pattern post-traumatici dove la vittima si sente responsabile dell'equilibrio familiare. Parte del percorso consisterà nell'esplorare questi sentimenti di responsabilità inappropriata.
Le sue preoccupazioni sono legittime, ma non dovrebbero privarla dell'opportunità di guarigione che merita. Inizi il dialogo con la terapeuta sui suoi dubbi - questo le permetterà di procedere con maggiore sicurezza.
Lei ha il diritto assoluto di decidere come gestire questa situazione. La terapia le fornirà gli strumenti per decisioni consapevoli, rispettando sempre la sua autonomia.
La terapeuta non può denunciare al posto tuo, quindi è importante che te prenda consapevolezza e coraggio per parlare di quanto accaduto!
Può assolutamente stare tranquilla che non lo denuncerà, si ha comunque il segreto professionale e la accoglierà soltanto nel suo racconto. Se necessario può semplicemente aiutarla a riflettere sul suo senso di sicurezza in sua presenza e nel caso prenderne le distanze o attivare altre strategie ma mai e poi mai lo denuncerà senza il suo consenso.
Rimango a disposizione,
Dott.ssa Casumaro Giada
Rimango a disposizione,
Dott.ssa Casumaro Giada
Puoi assolutamente parlarne con la tua terapeuta. In Italia, gli psicologi sono tenuti al segreto professionale e non hanno l’obbligo di denuncia per fatti avvenuti in passato, se non c’è un pericolo attuale e concreto per minori o persone vulnerabili.
Dato che l’episodio risale a più di dieci anni fa, tu ora sei maggiorenne e la persona non rappresenta un rischio attuale, la tua terapeuta non è tenuta a sporgere denuncia. Potrai quindi affrontare questo tema in seduta in modo sicuro, concentrandoti sul tuo percorso di elaborazione e di guarigione, senza il timore di conseguenze legali indesiderate.
Dato che l’episodio risale a più di dieci anni fa, tu ora sei maggiorenne e la persona non rappresenta un rischio attuale, la tua terapeuta non è tenuta a sporgere denuncia. Potrai quindi affrontare questo tema in seduta in modo sicuro, concentrandoti sul tuo percorso di elaborazione e di guarigione, senza il timore di conseguenze legali indesiderate.
Gentilissima,
la sua psicoterapeuta non è obbligata a denunciare la cosa, visto che ad oggi non sussiste il pericolo che l'azione venga ripetuta. In sostanza se nessuno è attualmente in pericolo, la terapeuta è tenuta al rispetto del segreto professionale.
Saluti,
Gabriella De Stefano
la sua psicoterapeuta non è obbligata a denunciare la cosa, visto che ad oggi non sussiste il pericolo che l'azione venga ripetuta. In sostanza se nessuno è attualmente in pericolo, la terapeuta è tenuta al rispetto del segreto professionale.
Saluti,
Gabriella De Stefano
Può stare tranquilla rispetto al codice deontologico, perché noi non abbiamo obbligo di denuncia, soprattutto rispetto a delle persone vittime di abusi nel passato e non nel presente. Ne parli tranquillamente alla sua terapeuta.
La sua domanda è assolutamente legittima. In Italia, la risposta, salvo situazioni specifiche, è sì. Le spiego brevemente, gli psicologi in Italia sono tenuti al segreto professionale. Esistono eccezioni, ma l’obbligo di denuncia scatta solo in casi molto precisi, come ad esempio: se il minore è attualmente in pericolo, se c'è il rischio concreto e attuale che la persona autrice dell’abuso possa fare del male ad altri (es. bambini ancora esposti), o se il professionista è anche un pubblico ufficiale, come nel caso degli psicologi in ospedali pubblici, consultori, scuole, ecc., dove ci sono doveri giuridici più stringenti. Nel suo caso, essendo ora maggiorenne, e considerando che l’evento è avvenuto più di dieci anni fa e non ci sono segnali di pericolo attuale verso minori, nella maggior parte dei casi lo psicologo non ha alcun obbligo di denuncia.
È importante che lei possa raccontare ciò che ha vissuto per dare un senso, elaborare il trauma e alleggerire il peso che si porta dentro da tanto tempo. Un buon terapeuta non la spingerà a denunciare se lei non lo desidera, ma l’aiuterà a comprendere e a guarire nel rispetto dei suoi tempi, della sua volontà e della sua storia. Le consiglio comunque, se ha dubbi, di condividere apertamente questa sua preoccupazione con la terapeuta stessa, e sarà lei a rassicurarla e spiegarle il proprio ruolo.
Parlarne è un primo passo verso la libertà interiore. Non è mai troppo tardi per farlo, e merita di farlo in uno spazio dove si sente davvero al sicuro.
Un caro saluto
È importante che lei possa raccontare ciò che ha vissuto per dare un senso, elaborare il trauma e alleggerire il peso che si porta dentro da tanto tempo. Un buon terapeuta non la spingerà a denunciare se lei non lo desidera, ma l’aiuterà a comprendere e a guarire nel rispetto dei suoi tempi, della sua volontà e della sua storia. Le consiglio comunque, se ha dubbi, di condividere apertamente questa sua preoccupazione con la terapeuta stessa, e sarà lei a rassicurarla e spiegarle il proprio ruolo.
Parlarne è un primo passo verso la libertà interiore. Non è mai troppo tardi per farlo, e merita di farlo in uno spazio dove si sente davvero al sicuro.
Un caro saluto
Buongiorno gentile Utente, la sua domanda è profondamente delicata e le sue parole mostrano un coraggio importante nel voler affrontare una ferita così dolorosa, pur in mezzo a timori comprensibili. È del tutto legittimo che desideri parlarne con la sua terapeuta per cercare di comprendere meglio, dare un senso a ciò che ha vissuto, e iniziare o proseguire un cammino di guarigione.
Dal punto di vista legale e deontologico, può stare tranquilla: se lei è ormai maggiorenne e non vi sono attualmente minori in pericolo o abusi in corso, la sua terapeuta non ha l’obbligo di denuncia. Il principio cardine della relazione terapeutica è il rispetto del segreto professionale, salvo rarissime eccezioni in cui sia evidente un pericolo attuale e concreto per l’incolumità sua o di altri, e comunque non sulla base di un fatto accaduto dieci anni fa.
Può dunque sentire il diritto, non solo la possibilità, di parlarne nel setting terapeutico in totale libertà. È quello lo spazio in cui può portare ogni frammento di vissuto, anche ciò che fa più paura o vergogna, perché ciò che è accaduto non dice nulla di lei, ma dice qualcosa di un abuso di potere e di fiducia da parte di un altro.
Capisco quanto sia complesso trovarsi ancora, in certe occasioni, a contatto con quella persona e provare a gestire da sola l’equilibrio tra la necessità di proteggersi e quella di non far crollare ciò che si è costruito. Ma portare questo vissuto in terapia significa proprio iniziare a non essere più sola in questo.
A volte è utile condividere con la terapeuta anche il timore che lei possa “agire” (come appunto fare una denuncia), proprio per chiarire insieme i confini e rafforzare il senso di fiducia ancor prima che rivelare tutto l'accaduto con specifiche, condividere il timore e assicurarsi dei limiti deontologici del professionista attraverso un confronto.
Le auguro davvero che possa concedersi questo passo. Non per denunciare, se non è ciò che desidera, ma per rimettere al proprio posto la paura, la rabbia, il senso di colpa che spesso le vittime si portano dentro senza colpa alcuna.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di una consulenza mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Dal punto di vista legale e deontologico, può stare tranquilla: se lei è ormai maggiorenne e non vi sono attualmente minori in pericolo o abusi in corso, la sua terapeuta non ha l’obbligo di denuncia. Il principio cardine della relazione terapeutica è il rispetto del segreto professionale, salvo rarissime eccezioni in cui sia evidente un pericolo attuale e concreto per l’incolumità sua o di altri, e comunque non sulla base di un fatto accaduto dieci anni fa.
Può dunque sentire il diritto, non solo la possibilità, di parlarne nel setting terapeutico in totale libertà. È quello lo spazio in cui può portare ogni frammento di vissuto, anche ciò che fa più paura o vergogna, perché ciò che è accaduto non dice nulla di lei, ma dice qualcosa di un abuso di potere e di fiducia da parte di un altro.
Capisco quanto sia complesso trovarsi ancora, in certe occasioni, a contatto con quella persona e provare a gestire da sola l’equilibrio tra la necessità di proteggersi e quella di non far crollare ciò che si è costruito. Ma portare questo vissuto in terapia significa proprio iniziare a non essere più sola in questo.
A volte è utile condividere con la terapeuta anche il timore che lei possa “agire” (come appunto fare una denuncia), proprio per chiarire insieme i confini e rafforzare il senso di fiducia ancor prima che rivelare tutto l'accaduto con specifiche, condividere il timore e assicurarsi dei limiti deontologici del professionista attraverso un confronto.
Le auguro davvero che possa concedersi questo passo. Non per denunciare, se non è ciò che desidera, ma per rimettere al proprio posto la paura, la rabbia, il senso di colpa che spesso le vittime si portano dentro senza colpa alcuna.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di una consulenza mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Salve, in questa specifica situazione, se l'abuso è stato subito da minorenne e lei ad oggi è maggiorenne, la sua terapeuta non ha obbligo di denuncia, a meno che non vi siano motivi per credere che altri MINORI siano ancora a rischio. Parlare di questa esperienza con la sua terapeuta potrebbe rappresentare un momento importante di liberazione e ricostruzione. Si prenda il tempo che le serve. Merita uno spazio dove sentirsi ascoltata, senza dover temere di perdere ciò che ha costruito. La sua terapeuta è lì ad accogliere ciò che desidera, con delicatezza e rispetto.
Salve,
grazie innanzitutto per il coraggio e la fiducia nel condividere una questione così delicata. Quello che ha vissuto lascia un segno profondo e parlarne con la sua terapeuta può essere un passo importante per elaborare, capire e alleggerire questo peso che porta dentro da tempo.
Capisco bene la sua preoccupazione e voglio rassicurarla: in generale, lo psicologo o psicoterapeuta è tenuto al segreto professionale, anche di fronte a fatti gravi del passato, a meno che non emergano rischi attuali e concreti per minori o persone vulnerabili.
Nel suo caso, essendo passati più di dieci anni e non essendoci, secondo quanto da lei riportato, persone in pericolo oggi, non sussiste un obbligo automatico di denuncia da parte del terapeuta.
Parlare apertamente con la sua terapeuta e condividere con lei i suoi timori potrebbe aiutarla a sentirsi più tranquilla: ha tutto il diritto di affrontare quanto è successo con i suoi tempi e senza sentirsi obbligata a denunciare, se non lo desidera.
Un caro saluto,
Dott.ssa Maria Francesca Copani
grazie innanzitutto per il coraggio e la fiducia nel condividere una questione così delicata. Quello che ha vissuto lascia un segno profondo e parlarne con la sua terapeuta può essere un passo importante per elaborare, capire e alleggerire questo peso che porta dentro da tempo.
Capisco bene la sua preoccupazione e voglio rassicurarla: in generale, lo psicologo o psicoterapeuta è tenuto al segreto professionale, anche di fronte a fatti gravi del passato, a meno che non emergano rischi attuali e concreti per minori o persone vulnerabili.
Nel suo caso, essendo passati più di dieci anni e non essendoci, secondo quanto da lei riportato, persone in pericolo oggi, non sussiste un obbligo automatico di denuncia da parte del terapeuta.
Parlare apertamente con la sua terapeuta e condividere con lei i suoi timori potrebbe aiutarla a sentirsi più tranquilla: ha tutto il diritto di affrontare quanto è successo con i suoi tempi e senza sentirsi obbligata a denunciare, se non lo desidera.
Un caro saluto,
Dott.ssa Maria Francesca Copani
Buongiorno,
grazie per aver scritto. Mi dispiace molto leggere le sue parole che raccontano di un'esperienza così intima e dolorosa. Anche se questo evento è lontano nel tempo, potrebbe continuare ad avere un peso significativo nella sua vita. Il desiderio di poterne parlare in terapia è un segno prezioso, che potrebbe parlare di una parte di lei che sta cercando comprensione e cura rispetto a questo evento.
Temere che affrontare questo tema con la propria terapeuta possa avere conseguenze legali è un pensiero comprensibile. Tuttavia, parlare in terapia di un abuso subito in passato non comporta automaticamente l’obbligo di denuncia da parte della terapeuta, a meno che non emergano elementi che facciano pensare a un rischio attuale per minori o persone vulnerabili. Nel caso da lei descritto sembra perciò che non sussista l'obbligo di segnalazione (questo è chiaramente stabilito anche dal Codice Deontologico degli Psicologi Italiani, che all’articolo 11 afferma che lo psicologo “tutela la riservatezza delle informazioni acquisite nel rapporto professionale” e che può derogare a tale riservatezza solo in presenza di un pericolo grave e attuale per l’assistito o per terzi).
Se sente il bisogno di affrontare questo tema, può farlo, ed anzi potrebbe rappresentare un passaggio importante. Le auguro di poter vivere questo passaggio nei modi e nei tempi che sente più giusti per sé.
Un caro saluto,
Dott.ssa Noemi Persiani
grazie per aver scritto. Mi dispiace molto leggere le sue parole che raccontano di un'esperienza così intima e dolorosa. Anche se questo evento è lontano nel tempo, potrebbe continuare ad avere un peso significativo nella sua vita. Il desiderio di poterne parlare in terapia è un segno prezioso, che potrebbe parlare di una parte di lei che sta cercando comprensione e cura rispetto a questo evento.
Temere che affrontare questo tema con la propria terapeuta possa avere conseguenze legali è un pensiero comprensibile. Tuttavia, parlare in terapia di un abuso subito in passato non comporta automaticamente l’obbligo di denuncia da parte della terapeuta, a meno che non emergano elementi che facciano pensare a un rischio attuale per minori o persone vulnerabili. Nel caso da lei descritto sembra perciò che non sussista l'obbligo di segnalazione (questo è chiaramente stabilito anche dal Codice Deontologico degli Psicologi Italiani, che all’articolo 11 afferma che lo psicologo “tutela la riservatezza delle informazioni acquisite nel rapporto professionale” e che può derogare a tale riservatezza solo in presenza di un pericolo grave e attuale per l’assistito o per terzi).
Se sente il bisogno di affrontare questo tema, può farlo, ed anzi potrebbe rappresentare un passaggio importante. Le auguro di poter vivere questo passaggio nei modi e nei tempi che sente più giusti per sé.
Un caro saluto,
Dott.ssa Noemi Persiani
La ringrazio per aver condiviso un vissuto così doloroso e delicato. Il fatto che stia cercando un modo per affrontarlo e comprenderlo già dimostra una grande forza, anche se in questo momento potrebbe sentirsi confusa, impaurita o in conflitto. È assolutamente comprensibile che provi timore all’idea di parlare apertamente con la sua terapeuta di quanto accaduto, soprattutto se teme che questo possa avere conseguenze sulla sua vita attuale. Dal punto di vista legale, il professionista della salute mentale ha l’obbligo di segnalazione solo in specifici casi, per esempio quando è a conoscenza o ha fondato motivo di ritenere che un minore o una persona attualmente vulnerabile sia in pericolo. Ma quando l’abuso è avvenuto nel passato, e la persona che lo ha subito è oggi maggiorenne e non chiede attivamente un intervento legale, lo psicologo non è tenuto a fare una denuncia. L’elemento centrale è che non vi siano minori o altre persone attualmente a rischio. Questo significa che, nel contesto di un percorso terapeutico, lei ha tutto il diritto di parlare apertamente della sua esperienza senza temere che ciò possa scatenare conseguenze legali che non desidera. Lo spazio terapeutico è pensato per accogliere e contenere anche questi vissuti, nel pieno rispetto della sua volontà, della sua libertà e dei suoi tempi. È importante che senta di potersi esprimere in modo autentico, perché solo così si possono affrontare davvero le ferite che un’esperienza di abuso può lasciare nella psiche e nel corpo. Molte persone che hanno subito abusi, specialmente in ambito familiare, si trovano a convivere con sentimenti contrastanti: amore e odio, vicinanza e rifiuto, colpa e bisogno di protezione. E proprio questi stati emotivi spesso generano confusione, silenzio e solitudine. Intraprendere un lavoro terapeutico può permetterle di dare un senso a ciò che è successo, di rielaborarlo in un contesto sicuro e protetto, e di liberarsi gradualmente dal peso che quegli eventi continuano a esercitare su di lei, anche dopo tanto tempo. La invito quindi a fare un passo verso la sua terapeuta, spiegando con semplicità ciò che sente e anche la paura di cui ha parlato qui. Un buon terapeuta sa ascoltare, accogliere e orientare senza forzare, e saprà rassicurarla sul fatto che il percorso sarà nel rispetto delle sue scelte. Ha diritto a essere ascoltata, compresa e accompagnata, senza che la sua libertà venga messa in discussione. Il dolore che porta merita attenzione, e il suo desiderio di guarire merita fiducia. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
SAlve, comprendo la delicatezza dell'argomento e la sofferenza che porti con te a causa di quell’abuso, e riconosco quanto sia importante per te trovare uno spazio sicuro per elaborare e superare quell’esperienza senza timori aggiuntivi.
Ma devi sapere che in ambito psicoterapeutico, il principio fondamentale è la tutela della riservatezza e del segreto professionale; il terapeuta non può procedere a una denuncia senza il tuo consenso, a meno che non vi sia un rischio imminente e grave per te o per altri.
Poiché l’episodio è avvenuto molti anni fa e non ci sono situazioni di pericolo attuale evidenti, potrai parlare liberamente con la tua terapeuta, che sarà al tuo fianco per accompagnarti nel percorso di elaborazione del trauma, rispettando i tuoi tempi e i tuoi desideri. È importante che tu possa sentirti protetta e supportata senza sentirti forzata a decisioni che non sei pronta a prendere. Ti incoraggio a portare con fiducia questo tema nel lavoro terapeutico, perché solo in uno spazio accogliente e rispettoso potrai iniziare davvero a trovare sollievo.
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologa clinica – Voice Dialogue – Dreamwork – Mindfulness
Ma devi sapere che in ambito psicoterapeutico, il principio fondamentale è la tutela della riservatezza e del segreto professionale; il terapeuta non può procedere a una denuncia senza il tuo consenso, a meno che non vi sia un rischio imminente e grave per te o per altri.
Poiché l’episodio è avvenuto molti anni fa e non ci sono situazioni di pericolo attuale evidenti, potrai parlare liberamente con la tua terapeuta, che sarà al tuo fianco per accompagnarti nel percorso di elaborazione del trauma, rispettando i tuoi tempi e i tuoi desideri. È importante che tu possa sentirti protetta e supportata senza sentirti forzata a decisioni che non sei pronta a prendere. Ti incoraggio a portare con fiducia questo tema nel lavoro terapeutico, perché solo in uno spazio accogliente e rispettoso potrai iniziare davvero a trovare sollievo.
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologa clinica – Voice Dialogue – Dreamwork – Mindfulness
Buongiorno, da un punto di vista deontologico, uno psicologo privato non ha l’obbligo di denuncia se un abuso sessuale è avvenuto quando lei era minorenne e non è più in corso e la persona che l’ha commesso non rappresenta attualmente un pericolo concreto per altri minori. L’obbligo di segnalazione o denuncia, infatti, scatta solo in determinate condizioni:
se l’abuso è ancora in atto nei confronti di un minore o vi è il rischio concreto che possa ripetersi su minori o persone vulnerabili, mentre, in questo caso essendo lei maggiorenne sarebbe lei a dover segnalare se lo ritenesse opportuno.
se lo psicologo ricopre un incarico di pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio e viene a conoscenza di un reato procedibile d’ufficio o che riguarda un minore a rischio.
Se l’episodio risale a più di dieci anni fa, lei ora è maggiorenne e non ci sono situazioni di rischio attuale per altri minori, la sua terapeuta può ascoltarla e lavorare con lei su quanto accaduto senza necessariamente l'obbligo di referto. Naturalmente, ogni professionista è comunque tenuto al segreto professionale, salvo i casi di pericolo imminente. Può quindi parlarne in seduta, specificando fin dall’inizio che l’episodio è avvenuto molti anni fa e non è più in corso e può parlare anche di questo timore in modo tale da capire con la sua terapeuta come procedere insieme. Questo aiuterà la terapeuta a rassicurarla e a creare uno spazio sicuro in cui affrontare la sua storia.
se l’abuso è ancora in atto nei confronti di un minore o vi è il rischio concreto che possa ripetersi su minori o persone vulnerabili, mentre, in questo caso essendo lei maggiorenne sarebbe lei a dover segnalare se lo ritenesse opportuno.
se lo psicologo ricopre un incarico di pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio e viene a conoscenza di un reato procedibile d’ufficio o che riguarda un minore a rischio.
Se l’episodio risale a più di dieci anni fa, lei ora è maggiorenne e non ci sono situazioni di rischio attuale per altri minori, la sua terapeuta può ascoltarla e lavorare con lei su quanto accaduto senza necessariamente l'obbligo di referto. Naturalmente, ogni professionista è comunque tenuto al segreto professionale, salvo i casi di pericolo imminente. Può quindi parlarne in seduta, specificando fin dall’inizio che l’episodio è avvenuto molti anni fa e non è più in corso e può parlare anche di questo timore in modo tale da capire con la sua terapeuta come procedere insieme. Questo aiuterà la terapeuta a rassicurarla e a creare uno spazio sicuro in cui affrontare la sua storia.
Gentile utente
Capisco la delicatezza della sua domanda e l’angoscia che sente rispetto al timore di perdere ciò che ha costruito se decidesse di parlarne. È importante che sappia una cosa: in Italia, quando una persona ormai maggiorenne racconta in terapia di aver subito un abuso avvenuto anni prima e non più attuale, lo psicologo non ha l’obbligo di denuncia. Il segreto professionale tutela proprio il diritto del paziente ad avere uno spazio sicuro e riservato in cui parlare liberamente, senza paura di conseguenze esterne.
L’obbligo di segnalazione per gli psicologi sussiste se l’abuso riguarda un minore attualmente in pericolo o una persona fragile ancora esposta a rischio (per esempio, se l’autore continua ad avere contatti con bambini o se l’abuso è in corso). Nel suo caso, essendo lei adulta e avendo subito l’abuso più di dieci anni fa, non esiste questo vincolo automatico.
Quindi può parlare con la sua terapeuta senza timore: quello spazio serve proprio per aiutarla a elaborare il trauma, sciogliere i sensi di colpa o di paura, e trovare un modo più sereno di convivere con la sua storia. Sarà lei a decidere se, quando e come affrontare eventuali passi ulteriori; nessuno può imporle una denuncia se non lo desidera.
Spero di aver aiutato.
Saluti.
Capisco la delicatezza della sua domanda e l’angoscia che sente rispetto al timore di perdere ciò che ha costruito se decidesse di parlarne. È importante che sappia una cosa: in Italia, quando una persona ormai maggiorenne racconta in terapia di aver subito un abuso avvenuto anni prima e non più attuale, lo psicologo non ha l’obbligo di denuncia. Il segreto professionale tutela proprio il diritto del paziente ad avere uno spazio sicuro e riservato in cui parlare liberamente, senza paura di conseguenze esterne.
L’obbligo di segnalazione per gli psicologi sussiste se l’abuso riguarda un minore attualmente in pericolo o una persona fragile ancora esposta a rischio (per esempio, se l’autore continua ad avere contatti con bambini o se l’abuso è in corso). Nel suo caso, essendo lei adulta e avendo subito l’abuso più di dieci anni fa, non esiste questo vincolo automatico.
Quindi può parlare con la sua terapeuta senza timore: quello spazio serve proprio per aiutarla a elaborare il trauma, sciogliere i sensi di colpa o di paura, e trovare un modo più sereno di convivere con la sua storia. Sarà lei a decidere se, quando e come affrontare eventuali passi ulteriori; nessuno può imporle una denuncia se non lo desidera.
Spero di aver aiutato.
Saluti.
Gentile utente,
capisco profondamente la sua preoccupazione: trovare il coraggio di parlare di un abuso è già un passo molto importante, e la paura di conseguenze esterne può rendere tutto più difficile.
Può stare tranquilla: se è maggiorenne oggi e l’abuso è avvenuto quando era minorenne, ma non vi è un pericolo attuale o un rischio concreto per altri minori, la sua terapeuta non è obbligata a sporgere denuncia. Potrà quindi parlarne liberamente, con la certezza che il contenuto del colloquio resterà riservato.
L’obbligo di segnalazione per uno psicologo nasce solo se vi è un rischio reale e attuale per l’incolumità di qualcuno, ad esempio nel caso in cui un minore sia ancora in pericolo o l’autore dell’abuso stia tuttora compiendo atti simili.
Nel suo caso, se desidera affrontare e superare quanto accaduto, la terapia è proprio lo spazio sicuro per farlo, senza giudizio e senza obblighi di denuncia. Potrà parlarne nei suoi tempi, con il supporto necessario per elaborare la ferita e riprendere contatto con la parte di sé che merita serenità e sollievo.
Dott.ssa Sara Petroni
capisco profondamente la sua preoccupazione: trovare il coraggio di parlare di un abuso è già un passo molto importante, e la paura di conseguenze esterne può rendere tutto più difficile.
Può stare tranquilla: se è maggiorenne oggi e l’abuso è avvenuto quando era minorenne, ma non vi è un pericolo attuale o un rischio concreto per altri minori, la sua terapeuta non è obbligata a sporgere denuncia. Potrà quindi parlarne liberamente, con la certezza che il contenuto del colloquio resterà riservato.
L’obbligo di segnalazione per uno psicologo nasce solo se vi è un rischio reale e attuale per l’incolumità di qualcuno, ad esempio nel caso in cui un minore sia ancora in pericolo o l’autore dell’abuso stia tuttora compiendo atti simili.
Nel suo caso, se desidera affrontare e superare quanto accaduto, la terapia è proprio lo spazio sicuro per farlo, senza giudizio e senza obblighi di denuncia. Potrà parlarne nei suoi tempi, con il supporto necessario per elaborare la ferita e riprendere contatto con la parte di sé che merita serenità e sollievo.
Dott.ssa Sara Petroni
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