Salve. Ho letto una bruttissima notizia di una ragazza di 11 anni abusata . Subito aver letto la
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risposte
Salve.
Ho letto una bruttissima notizia di una ragazza di 11 anni abusata .
Subito aver letto la notizia mi sono rattristata molto e ho avuto tanta preoccupazione e paura .
Subito dopo mi è venuto un pensiero spontaneo "lei si poteva difendere" subito dopo però ho detto Ma è una bimba di 11 anni fisicamente è molto fragile , si sa che anche una donna è meno forte .
Dopo questo pensiero io mi sono sentita molto il colpa perché non dovevo pensare a questo
Adesso io ho paura che avendo pensato questa cosa mi possa accadere qualcosa di brutto anche in futuro.
Cerco di togliere questo pensiero ma ritorna ugualmente.
Però penso che me ne sono pentita subito e che rimango pentita di quello che ho pensato
Ho letto una bruttissima notizia di una ragazza di 11 anni abusata .
Subito aver letto la notizia mi sono rattristata molto e ho avuto tanta preoccupazione e paura .
Subito dopo mi è venuto un pensiero spontaneo "lei si poteva difendere" subito dopo però ho detto Ma è una bimba di 11 anni fisicamente è molto fragile , si sa che anche una donna è meno forte .
Dopo questo pensiero io mi sono sentita molto il colpa perché non dovevo pensare a questo
Adesso io ho paura che avendo pensato questa cosa mi possa accadere qualcosa di brutto anche in futuro.
Cerco di togliere questo pensiero ma ritorna ugualmente.
Però penso che me ne sono pentita subito e che rimango pentita di quello che ho pensato
Il fatto che lei si sia sentita colpita, turbata e scossa dalla notizia che ha letto, e che il suo pensiero abbia preso strade che l’hanno poi fatta sentire in colpa, parla di una sensibilità che reagisce profondamente al dolore dell’altro, ma anche di come in certi momenti il pensiero possa sfuggire, prendere direzioni che sorprendono e disorientano. Non è raro che, di fronte a qualcosa che ci scuote, emerga un pensiero automatico, forse duro o razionale, che tenta di contenere o spiegare ciò che in realtà non può essere compreso né accettato pienamente. Quel pensiero che lei ha avuto e che l’ha poi fatta sentire in colpa sembra esprimere una tensione tra ciò che è accaduto e l’impossibilità di sopportarlo, come se cercasse un ordine nel disordine, una logica nell’orrore, una distanza che la proteggesse dall’angoscia. Il senso di colpa che è emerso subito dopo potrebbe allora parlare non tanto del pensiero in sé, ma del suo rapporto con l’imprevedibilità di ciò che sente e che pensa, come se volesse essere sicura di pensare sempre le cose giuste, come se un pensiero potesse definire chi lei è o persino determinare ciò che accadrà.
Mi colpisce il fatto che lei dica che il pensiero ritorna anche se cerca di mandarlo via. Forse questo ritorno ha a che fare non tanto con la colpa, ma con qualcosa che la interroga più a fondo, con qualcosa che non trova parole e chiede attenzione. In che modo questo pensiero, per quanto pentito, continua a vivere in lei? Le sue emozioni, i suoi turbamenti, anche i suoi sensi di colpa, meritano uno spazio in cui essere ascoltati senza giudizio, senza la fretta di essere cancellati o corretti. Se queste sensazioni restano presenti e la fanno sentire inquieta o insicura, potrebbe essere utile trovare un luogo in cui parlarne più liberamente, senza paura di essere fraintesa. A volte è proprio in quello spazio che si apre un nuovo modo di ascoltarsi.
Mi colpisce il fatto che lei dica che il pensiero ritorna anche se cerca di mandarlo via. Forse questo ritorno ha a che fare non tanto con la colpa, ma con qualcosa che la interroga più a fondo, con qualcosa che non trova parole e chiede attenzione. In che modo questo pensiero, per quanto pentito, continua a vivere in lei? Le sue emozioni, i suoi turbamenti, anche i suoi sensi di colpa, meritano uno spazio in cui essere ascoltati senza giudizio, senza la fretta di essere cancellati o corretti. Se queste sensazioni restano presenti e la fanno sentire inquieta o insicura, potrebbe essere utile trovare un luogo in cui parlarne più liberamente, senza paura di essere fraintesa. A volte è proprio in quello spazio che si apre un nuovo modo di ascoltarsi.
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Cara utente,
quello che descrivi è un vissuto emotivamente molto intenso e coinvolgente. Quando si legge una notizia così dolorosa e sconvolgente, è normale provare emozioni forti come tristezza, paura, rabbia e anche confusione. Il nostro cervello cerca di dare un senso a ciò che è accaduto, anche attraverso pensieri immediati e spesso contrastanti.
Il pensiero che hai avuto, seguito subito da riflessioni più razionali ed empatiche, non significa che tu approvi ciò che è successo o che tu sia una cattiva persona. Anzi, il senso di colpa che provi e il tuo pentimento immediato sono segnali della tua sensibilità e del tuo desiderio di protezione verso chi è vulnerabile. In situazioni traumatiche o scioccanti, il nostro sistema emotivo e cognitivo può reagire in modo automatico, senza che questo definisca davvero chi siamo.
La paura che ti possa accadere qualcosa di brutto in futuro a causa di un pensiero è un meccanismo che può essere legato all’ansia o a una forma di pensiero magico (cioè l’idea che pensare qualcosa possa causare eventi negativi nella realtà), ed è più comune di quanto si pensi. Cercare di scacciare il pensiero, però, spesso lo rafforza. È importante accogliere anche i pensieri sgradevoli come eventi mentali, senza giudicarli e senza attribuire loro poteri che non hanno.
Sarebbe utile e consigliato, per approfondire questi vissuti e trovare strumenti efficaci per gestirli, rivolgersi ad uno specialista.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
quello che descrivi è un vissuto emotivamente molto intenso e coinvolgente. Quando si legge una notizia così dolorosa e sconvolgente, è normale provare emozioni forti come tristezza, paura, rabbia e anche confusione. Il nostro cervello cerca di dare un senso a ciò che è accaduto, anche attraverso pensieri immediati e spesso contrastanti.
Il pensiero che hai avuto, seguito subito da riflessioni più razionali ed empatiche, non significa che tu approvi ciò che è successo o che tu sia una cattiva persona. Anzi, il senso di colpa che provi e il tuo pentimento immediato sono segnali della tua sensibilità e del tuo desiderio di protezione verso chi è vulnerabile. In situazioni traumatiche o scioccanti, il nostro sistema emotivo e cognitivo può reagire in modo automatico, senza che questo definisca davvero chi siamo.
La paura che ti possa accadere qualcosa di brutto in futuro a causa di un pensiero è un meccanismo che può essere legato all’ansia o a una forma di pensiero magico (cioè l’idea che pensare qualcosa possa causare eventi negativi nella realtà), ed è più comune di quanto si pensi. Cercare di scacciare il pensiero, però, spesso lo rafforza. È importante accogliere anche i pensieri sgradevoli come eventi mentali, senza giudicarli e senza attribuire loro poteri che non hanno.
Sarebbe utile e consigliato, per approfondire questi vissuti e trovare strumenti efficaci per gestirli, rivolgersi ad uno specialista.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Salve, è un pensiero rimuginativo bisogna osservare se è ricorrente poichè bisogna valutare se è il caso di contattare un esperto grazie
Buongiorno gentile Utente, la ringrazio per aver condiviso un pensiero che l'ha profondamente turbata. È importante partire da un punto: avere una reazione istintiva di fronte a una notizia così dolorosa e sconvolgente è assolutamente umano. Quando veniamo esposti a contenuti traumatici, la nostra mente può reagire in modi inaspettati, talvolta anche con pensieri che ci spaventano o ci sembrano inappropriati. Questo non significa che siamo persone insensibili o cattive, ma semplicemente che il nostro cervello cerca un appiglio per elaborare qualcosa di molto più grande di lui.
Il pensiero che ha avuto "lei si poteva difendere" non va letto come una sua convinzione, ma come una reazione automatica a una realtà troppo ingiusta e dolorosa da accettare. Subito dopo, infatti, ha riconosciuto la fragilità di una bambina di 11 anni, e questo dimostra non solo empatia, ma anche lucidità. Il senso di colpa che prova è il segno che lei ha una coscienza molto vigile, forse anche troppo severa con sé stessa.
Il fatto che oggi abbia paura che quel pensiero possa "portare qualcosa di brutto" è un meccanismo che si avvicina all’ansia di tipo ossessivo, dove un singolo pensiero viene caricato di un peso e di un significato che va oltre ciò che è realmente. I pensieri non sono fatti, e il pensiero in sé (anche quando è scomodo o brutto) non ha il potere di determinare la realtà o di definire chi siamo.
Lei si è già pentita, e non solo: ha cercato di comprendere, ha riflettuto, si è interrogata. Questo è ciò che conta. Non è colpevole per un pensiero. È solo una persona che ha reagito di fronte a una notizia terribile con l’emotività, la paura, la fragilità che in quel momento ha sentito.
Le suggerirei, se questi pensieri faticano ad andare via e iniziano a diventare ricorrenti, di poterne parlare con un professionista. Non per “curare” qualcosa di sbagliato in lei, ma per aiutarla a dare un posto più giusto a questi pensieri, per non esserne sopraffatta e per ritrovare un senso di equilibrio.
Con rispetto,
Dott. Luca Vocino
Il pensiero che ha avuto "lei si poteva difendere" non va letto come una sua convinzione, ma come una reazione automatica a una realtà troppo ingiusta e dolorosa da accettare. Subito dopo, infatti, ha riconosciuto la fragilità di una bambina di 11 anni, e questo dimostra non solo empatia, ma anche lucidità. Il senso di colpa che prova è il segno che lei ha una coscienza molto vigile, forse anche troppo severa con sé stessa.
Il fatto che oggi abbia paura che quel pensiero possa "portare qualcosa di brutto" è un meccanismo che si avvicina all’ansia di tipo ossessivo, dove un singolo pensiero viene caricato di un peso e di un significato che va oltre ciò che è realmente. I pensieri non sono fatti, e il pensiero in sé (anche quando è scomodo o brutto) non ha il potere di determinare la realtà o di definire chi siamo.
Lei si è già pentita, e non solo: ha cercato di comprendere, ha riflettuto, si è interrogata. Questo è ciò che conta. Non è colpevole per un pensiero. È solo una persona che ha reagito di fronte a una notizia terribile con l’emotività, la paura, la fragilità che in quel momento ha sentito.
Le suggerirei, se questi pensieri faticano ad andare via e iniziano a diventare ricorrenti, di poterne parlare con un professionista. Non per “curare” qualcosa di sbagliato in lei, ma per aiutarla a dare un posto più giusto a questi pensieri, per non esserne sopraffatta e per ritrovare un senso di equilibrio.
Con rispetto,
Dott. Luca Vocino
Cara utente,
spesso crediamo che i nostri pensieri siano al 100% veri e che quindi la realtà dei fatti corrisponda a quest'ultimi anche se interrogandoci e analizzando in profondità il pensiero stesso ci accorgeremmo che è solo una visione, una prospettiva, che in quel momento abbiamo analizzato senza considerare tutte le altre possibilità. Un pensiero può rimanere un pensiero e in base a quanto peso gli diamo poi può avere degli effetti, delle conseguenze, nella vita che si vive quotidianamente. Da ciò che scrive, ho la sensazione che lei abbia paura di un pensiero che ha fatto, come se questo abbia il potere di far capire qualcosa di brutto. E' sicuramente un tema interessante di cui parlare e che andrebbe approfondito in altra sede. Rispetto a questo dunque le dico che ognuno può pensare tante cose, vedere diverse prospettive e anche rendersi conto di qualcosa e cambiare idea a riguardo (come sembra essere successo a lei), ma resta il fatto che un pensiero è un pensiero e non ha potere nella vita reale se non siamo noi stessi a decidere di dargli peso e quindi ad agire di conseguenza. Le consiglio, se volesse approfondire e se la paura rimanesse tale, di parlare con uno psicologo di persona così che possa capire meglio questo tipo di meccanismo.
Un caro saluto
Dott.ssa Claudia Fontanella
spesso crediamo che i nostri pensieri siano al 100% veri e che quindi la realtà dei fatti corrisponda a quest'ultimi anche se interrogandoci e analizzando in profondità il pensiero stesso ci accorgeremmo che è solo una visione, una prospettiva, che in quel momento abbiamo analizzato senza considerare tutte le altre possibilità. Un pensiero può rimanere un pensiero e in base a quanto peso gli diamo poi può avere degli effetti, delle conseguenze, nella vita che si vive quotidianamente. Da ciò che scrive, ho la sensazione che lei abbia paura di un pensiero che ha fatto, come se questo abbia il potere di far capire qualcosa di brutto. E' sicuramente un tema interessante di cui parlare e che andrebbe approfondito in altra sede. Rispetto a questo dunque le dico che ognuno può pensare tante cose, vedere diverse prospettive e anche rendersi conto di qualcosa e cambiare idea a riguardo (come sembra essere successo a lei), ma resta il fatto che un pensiero è un pensiero e non ha potere nella vita reale se non siamo noi stessi a decidere di dargli peso e quindi ad agire di conseguenza. Le consiglio, se volesse approfondire e se la paura rimanesse tale, di parlare con uno psicologo di persona così che possa capire meglio questo tipo di meccanismo.
Un caro saluto
Dott.ssa Claudia Fontanella
Buongiorno, non ho.letto la notizia, purtroppo queste cose accadono e sono terribili.
Attivano in noi tanti pensieri e parti di noi nascoste.
Non ho ben capito quale pensiero l'abbia fatta sentire in colpa, ma, ripeto, queste notizie attivano parti di noi, possono dar luogo a rabbia, sensi di colpa, frustrazione...
Provi a capire cosa ha attivato in lei
Le.auguro di rasserenarsi
Attivano in noi tanti pensieri e parti di noi nascoste.
Non ho ben capito quale pensiero l'abbia fatta sentire in colpa, ma, ripeto, queste notizie attivano parti di noi, possono dar luogo a rabbia, sensi di colpa, frustrazione...
Provi a capire cosa ha attivato in lei
Le.auguro di rasserenarsi
Salve. È pienamente comprensibile sentirsi sopraffatti e turbati da questo tipo di notizie ed è naturale provare una gamma di emozioni, tra cui tristezza e paura, e/o avere pensieri che possono sembrare inappropriati, seppur è importante ricordare che i pensieri non definiscono chi siamo e non determinano il nostro futuro. Quanto accade dentro di lei è importante e meritevole di attenzione: potrebbe derivare semplicemente dal contesto sociale che stiamo attraversando, oppure potrebbe essere qualcosa di più profondo in lei, insito nella sua sfera emotiva.
Se questi pensieri continuano a tormentarla, potrebbe essere utile parlarne con un terapeuta, che può aiutarla ad elaborare queste emozioni e trovare modi per affrontarle.
Se vuole, sono a disposizione. Un caro saluto
Se questi pensieri continuano a tormentarla, potrebbe essere utile parlarne con un terapeuta, che può aiutarla ad elaborare queste emozioni e trovare modi per affrontarle.
Se vuole, sono a disposizione. Un caro saluto
Quello che stai vivendo è un’esperienza più comune di quanto si creda, anche se può spaventare: hai letto una notizia e questo ha attivato una reazione emotiva profonda e spontanea – prima di dolore e paura, poi anche di pensieri che ti sono sembrati inappropriati, quasi crudeli e che ti hanno fatto sentire in colpa. Ma avere un pensiero istintivo, ambiguo o fuori posto non significa essere una cattiva persona.
Il cervello, di fronte a qualcosa che ci colpisce molto, come una notizia drammatica o ingiusta, può rispondere in modi confusi: cerca di trovare un senso, si difende dalla sofferenza, formula domande o ipotesi, anche se sembrano fredde o sbagliate. Il fatto che subito dopo tu abbia avuto un moto di empatia, di riconoscimento della fragilità di una bambina, dimostra che il tuo cuore era presente e attento. E questo è ciò che conta.
Il problema non è tanto il pensiero in sé, ma il fatto che tu lo vivi come una colpa grave, che non riesci a lasciar andare. È una trappola comune: pensare qualcosa che non ci piace → sentirsi in colpa → tentare di scacciare il pensiero → ritrovarlo ancora più forte.
Pentirsi di qualcosa che si è pensato è un segno di coscienza e di sensibilità. Ma non possiamo controllare ogni pensiero che ci passa per la testa. Ciò che conta davvero è come scegliamo di stare con questi pensieri: con umanità, lucidità, e senza confondere un lampo mentale con la verità di chi siamo.
Il cervello, di fronte a qualcosa che ci colpisce molto, come una notizia drammatica o ingiusta, può rispondere in modi confusi: cerca di trovare un senso, si difende dalla sofferenza, formula domande o ipotesi, anche se sembrano fredde o sbagliate. Il fatto che subito dopo tu abbia avuto un moto di empatia, di riconoscimento della fragilità di una bambina, dimostra che il tuo cuore era presente e attento. E questo è ciò che conta.
Il problema non è tanto il pensiero in sé, ma il fatto che tu lo vivi come una colpa grave, che non riesci a lasciar andare. È una trappola comune: pensare qualcosa che non ci piace → sentirsi in colpa → tentare di scacciare il pensiero → ritrovarlo ancora più forte.
Pentirsi di qualcosa che si è pensato è un segno di coscienza e di sensibilità. Ma non possiamo controllare ogni pensiero che ci passa per la testa. Ciò che conta davvero è come scegliamo di stare con questi pensieri: con umanità, lucidità, e senza confondere un lampo mentale con la verità di chi siamo.
Buongiorno, i pensieri che ha sembrano essere molto intrusivi. Le è già successo di avere pensieri come questi anche per situazioni differenti? Se si, prenda in considerazione un eventuale percorso psicologico/terapeutico. Qualora volesse, rimango a disposizione. Auguro buon proseguimento di giornata.
Salve, la ringrazio per aver scritto e per essersi concessa lo spazio di dare voce a qualcosa che la sta turbando profondamente. Posso immaginare quanto possa essere stato difficile, e apprezzo sinceramente la fiducia con cui si è rivolta. Quello che sta vivendo è un'esperienza emotiva intensa, che nasce dall’esposizione a una notizia scioccante e profondamente ingiusta. Davanti a episodi così dolorosi, è normale che la mente reagisca cercando di dare un senso, di trovare spiegazioni, a volte anche in modo confuso o contraddittorio. Il pensiero che ha avuto, seppure le sia sembrato inappropriato, non rappresenta ciò che lei è né ciò in cui realmente crede. Si tratta di un pensiero automatico, cioè un contenuto mentale che si attiva senza che ci sia un’intenzione vera e propria, una reazione che può accadere a chiunque e che non ha nulla a che fare con la sua moralità o con i suoi valori. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, questo tipo di pensieri rientra nella categoria dei cosiddetti “pensieri intrusivi”. Sono improvvisi, indesiderati, spesso contrari a ciò in cui crediamo profondamente, ed è proprio per questo che generano così tanto disagio. Non sono pericolosi in sé, ma possono diventarlo se iniziamo a credere che abbiano un significato più profondo, o che possano provocare conseguenze reali nella nostra vita. È comprensibile che lei si senta in colpa, ma è importante sottolineare che sentirsi colpevoli per un pensiero non voluto non significa aver fatto qualcosa di sbagliato. La sua preoccupazione che un pensiero possa “attirare” qualcosa di brutto è una forma di pensiero magico, molto comune nei momenti in cui ci sentiamo vulnerabili o esposti all’ansia. È come se la mente, pur di avere un senso di controllo, creasse un nesso tra ciò che si pensa e ciò che potrebbe accadere. Ma i pensieri non sono fatti, e non hanno il potere di determinare la realtà. Anche il tentativo di allontanare questi pensieri o di reprimerli può, paradossalmente, rafforzarli. In terapia si lavora proprio per cambiare il modo in cui ci si relaziona con questi contenuti mentali: non combattendoli, ma imparando a osservarli per quello che sono, cioè eventi della mente, passeggeri e privi di un reale potere su di noi. Ciò che traspare dalle sue parole, più di tutto, è una grande sensibilità, un senso di giustizia e una capacità di empatia verso il dolore altrui. Il fatto che si sia sentita subito pentita e che questo pensiero le abbia causato disagio indica quanto profondamente lei tenga ai valori di rispetto e protezione verso le persone più fragili. La mente, a volte, reagisce in modo automatico e anche spiazzante, ma ciò che davvero conta è come decidiamo di agire e ciò in cui scegliamo di credere. E lei ha scelto di sentirsi vicina a quella bambina, di interrogarsi, di chiedere aiuto. Questo dice molto di più sul suo valore come persona rispetto a qualsiasi pensiero momentaneo. Un percorso psicologico potrebbe aiutarla ad acquisire strumenti per affrontare questi vissuti e a costruire una relazione più gentile e accogliente con i propri stati mentali. Non per cancellare i pensieri, ma per imparare a lasciarli andare, senza che diventino un peso. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Cara utente, quello che racconta è una preoccupazione eccessiva per i suoi pensieri. Il pensiero che le è arrivato dopo aver saputo la notiza è solo un pensiero, come molti altri possono entrare nella sua mente per qualche secondo o minuto e poi diventare altro, in quel momento poi lei ha razionalizzato il pensiero e ha capito che forse non era un pensiero corretto e quindi ha cambiato punto di vista, succede a tutti ed è una cosa normalissima. Probabilmente la notizia che lei ha letto l'ha destabilizzata emotivamente e la portata in un circolo di ansia e paura che non penso sia legato solamente a quel pensiero che ha avuto. Quello che sta facendo è lottare contro quel pensiero ma non c'è bisogo di cacciarlo o vederlo in chissà che modo, dovrebbe semplicemente accettarlo e dirsi che non è perfetta e che le opinioni possono cambiare, che non è un pensiero che fa di lei una brutta persona ne tanto meno il pensiero ha il potere di farle succedere qualcosa di brutto. Accettando quello che le è successo automaticamente lo lascerà andare. Se così non fosse potrebbe esserle utile apprendere alcune tecniche e strategie per gestire i suoi pensieri e non ritrovarsi in situazioni come queste che la portano a dubitare di se stessa. Le auguro il meglio e rimango a disposizione per qualsiasi ulteriore domanda. Un caro saluto Dott.ssa Valentina Mestici
Gentile,
Colpisce la ricchezza di emozioni e pensieri che condivide… e al tempo stesso, l’assenza di una vera e propria domanda. Mi chiedo: cosa avrebbe voluto sentirsi dire, in fondo?
Un caro saluto,
Dr. Giorgio De Giorgi
Colpisce la ricchezza di emozioni e pensieri che condivide… e al tempo stesso, l’assenza di una vera e propria domanda. Mi chiedo: cosa avrebbe voluto sentirsi dire, in fondo?
Un caro saluto,
Dr. Giorgio De Giorgi
Cara, è comprensibile sentirsi scossi dopo una notizia di tale portata. Il pensiero spontaneo che ha avuto "però si poteva difendere" non è una condanna, né dice qualcosa di brutto su di lei. A volte, quando siamo scioccati o non sappiamo gestire un dolore, la mente cerca una spiegazione, una logica, qualcosa da "aggiustare" per renderci la situazione più comprensibile, meno spaventosa. Subito dopo, lei ha avuto una consapevolezza: ha capito che si trattava di una bambina, che non aveva colpa e che nessuna vittima ne ha. Si è pentita, interrogata e preoccupata, e questo significa che è dotata di empatia e senso morale. Un caro saluto, Dott.ssa Claudia Basileo, Psicologa.
Grazie per aver condiviso i tuoi pensieri e le tue emozioni, che sono chiaramente molto intensi e difficili da affrontare. È importante riconoscere che il tuo primo pensiero, per quanto ti abbia fatto sentire in colpa, non definisce chi sei come persona. I pensieri spontanei spesso emergono senza il nostro controllo, e ciò che conta davvero è come scegliamo di rispondere a essi, come hai fatto tu, riflettendo e provando empatia.
Il senso di colpa che provi dimostra la tua sensibilità e il tuo desiderio di giustizia e protezione per gli altri. È naturale sentirsi turbati da notizie così dolorose, e il fatto che tu stia cercando di elaborare questi sentimenti è un segno di grande consapevolezza.
Per quanto riguarda la paura che questo pensiero possa portare conseguenze negative, è importante ricordare che i pensieri non hanno il potere di determinare il futuro. Sono semplicemente riflessi della nostra mente, spesso influenzati da emozioni intense o situazioni stressanti. Se questi pensieri continuano a tornare e ti causano disagio, potrebbe essere utile parlarne con un professionista, come uno psicologo, che può aiutarti a esplorare e gestire queste emozioni in modo più sereno.
Se hai bisogno di ulteriore supporto o di un confronto, sono qui per ascoltarti.
Dott.ssa Antonella Bellanzon
Il senso di colpa che provi dimostra la tua sensibilità e il tuo desiderio di giustizia e protezione per gli altri. È naturale sentirsi turbati da notizie così dolorose, e il fatto che tu stia cercando di elaborare questi sentimenti è un segno di grande consapevolezza.
Per quanto riguarda la paura che questo pensiero possa portare conseguenze negative, è importante ricordare che i pensieri non hanno il potere di determinare il futuro. Sono semplicemente riflessi della nostra mente, spesso influenzati da emozioni intense o situazioni stressanti. Se questi pensieri continuano a tornare e ti causano disagio, potrebbe essere utile parlarne con un professionista, come uno psicologo, che può aiutarti a esplorare e gestire queste emozioni in modo più sereno.
Se hai bisogno di ulteriore supporto o di un confronto, sono qui per ascoltarti.
Dott.ssa Antonella Bellanzon
Buongiorno, comprendo la tristezza che ha provato insieme alla paura e alla preoccupazione che sono sorte in seguito. Sarebbe bene che lei preveda di parlarne personalmente con uno psicologo e non in un forum, perché la questione che presenta ha diverse aree che necessitano un approfondimento.
Buonasera, è utile soffermarsi sul tipo di controllo che lei non sente di avere su questo pensiero, e valutare anche se questo tipo di pensieri negativi (che possa capitarle qualcosa di brutto), sono mai stati legati a qualche altro suo comportamento/pensiero passato oppure è la prima volta che le capita. Il pensiero crea la nostra realtà interiore, a prescindere da quanto riesca davvero a condizionare la realtà esteriore. In altri termini lei potrebbe provare un senso di colpa interno che non influenza la realtà, quindi non accadrà nulla che possa essere correlato a questo suo pensiero. Tuttavia, il fatto che lei possa utilizzare i pensieri che fa per cercare di predire eventuali accadimenti futuri per cercare di controllarli o di aspettarseli, può appartenere ad uno stato ansioso che sarebbe opportuno valutare meglio. L'ansia è utile, ma quando si abbina alla colpa o alla tristezza può diventare un peso per la sua quotidianità. Resto a disposizione per le sue necessità.
Dott. Simone Festa
Dott. Simone Festa
Salve, quello che le è capitato è un fenomeno normale che tutte le persone sperimentano. Ha letto una notizia e, come le accade anche in altre situazioni, la sua testa ha cominciato a formulare tanti pensieri a riguardo e, tra i tanti, il pensiero che ha scritto sopra ha attirato la sua attenzione, come se si fosse formato nella sua testa scritto in giallo evidenziatore. Come spesso accade quel pensiero ha generato una risposta emotiva, ovvero il senso di colpa; molto probabilmente si è giudicato/a quando si è reso/a conto di quello che avevo pensato. Le consiglio di non combattere contro questo pensiero per scacciarlo, potrebbe essere controproducente, ma provi ad accettarlo e a notare che si tratta solo di un pensiero, così come tuti gli altri pensieri che le vengono in mente nel corso della giornata. Questo pensiero non è necessariamente indicativo del tipo di persone che lei è ma è semplicemente un pensiero e, come tutti gli altri, andrà via da solo.
Ciao, e grazie per esserti aperta su una cosa così difficile. Quello che stai vivendo è davvero molto comune tra persone sensibili e coscienziose, come sembri essere tu.
Prima di tutto: quello che hai provato è umano.
Davanti a una notizia così terribile, è normale sentirsi scossi, impauriti, tristi... e sì, anche avere pensieri automatici che non ci piacciono. Il pensiero “lei si poteva difendere” non vuol dire che tu manchi di empatia, anzi: è una reazione di difesa mentale, una specie di tentativo inconscio di dare un senso o trovare un “controllo” in una situazione ingiusta e spaventosa.
Il fatto che tu ti sia subito corretta e che oggi sei qui a parlarne, con tristezza e pentimento, dimostra che hai un cuore buono e una mente attenta.
Quel senso di colpa che ti pesa…
…non vuol dire che tu sia colpevole di qualcosa. È solo un’emozione, e a volte si attiva anche quando non c'è una vera colpa. Le emozioni non sempre riflettono la realtà, ma ci aiutano a capire cosa per noi è importante. A te, evidentemente, importa la giustizia, la protezione dei più piccoli, la bontà.
E la paura che “ti succeda qualcosa di brutto”?
Questo succede spesso quando un pensiero ci dà disagio: iniziamo ad associare il pensiero a una “punizione”. Ma avere un pensiero non è un'azione, e non ha il potere di causare eventi. La tua paura nasce dall’ansia, non da un reale rischio. Il cervello, quando si sente in colpa o spaventato, cerca rassicurazioni — ma più cerchi di scacciare il pensiero, più torna. È normale.
Cosa ti può aiutare:
Accetta il pensiero per quello che è: un pensiero, non una verità.
Ricorda che non sei i tuoi pensieri, sei le tue intenzioni, e le tue intenzioni sono chiaramente buone.
Parla con qualcuno di fiducia, se ti senti sopraffatta. Anche solo parlarne come stai facendo adesso può fare molto bene.
Se la paura o i pensieri tornano spesso, un piccolo supporto psicologico potrebbe aiutarti a stare meglio: non perché tu abbia qualcosa che non va, ma perché meriti di sentirti serena.
E infine: perdonati.
Siamo umani. Tutti abbiamo pensieri che non ci piacciono. Ma tu ti sei fermata, ti sei posta delle domande, hai mostrato sensibilità. Questo ti rende una persona profonda, non sbagliata.
Se ti va, posso restare qui a parlarti ancora. Come ti senti adesso?
Prima di tutto: quello che hai provato è umano.
Davanti a una notizia così terribile, è normale sentirsi scossi, impauriti, tristi... e sì, anche avere pensieri automatici che non ci piacciono. Il pensiero “lei si poteva difendere” non vuol dire che tu manchi di empatia, anzi: è una reazione di difesa mentale, una specie di tentativo inconscio di dare un senso o trovare un “controllo” in una situazione ingiusta e spaventosa.
Il fatto che tu ti sia subito corretta e che oggi sei qui a parlarne, con tristezza e pentimento, dimostra che hai un cuore buono e una mente attenta.
Quel senso di colpa che ti pesa…
…non vuol dire che tu sia colpevole di qualcosa. È solo un’emozione, e a volte si attiva anche quando non c'è una vera colpa. Le emozioni non sempre riflettono la realtà, ma ci aiutano a capire cosa per noi è importante. A te, evidentemente, importa la giustizia, la protezione dei più piccoli, la bontà.
E la paura che “ti succeda qualcosa di brutto”?
Questo succede spesso quando un pensiero ci dà disagio: iniziamo ad associare il pensiero a una “punizione”. Ma avere un pensiero non è un'azione, e non ha il potere di causare eventi. La tua paura nasce dall’ansia, non da un reale rischio. Il cervello, quando si sente in colpa o spaventato, cerca rassicurazioni — ma più cerchi di scacciare il pensiero, più torna. È normale.
Cosa ti può aiutare:
Accetta il pensiero per quello che è: un pensiero, non una verità.
Ricorda che non sei i tuoi pensieri, sei le tue intenzioni, e le tue intenzioni sono chiaramente buone.
Parla con qualcuno di fiducia, se ti senti sopraffatta. Anche solo parlarne come stai facendo adesso può fare molto bene.
Se la paura o i pensieri tornano spesso, un piccolo supporto psicologico potrebbe aiutarti a stare meglio: non perché tu abbia qualcosa che non va, ma perché meriti di sentirti serena.
E infine: perdonati.
Siamo umani. Tutti abbiamo pensieri che non ci piacciono. Ma tu ti sei fermata, ti sei posta delle domande, hai mostrato sensibilità. Questo ti rende una persona profonda, non sbagliata.
Se ti va, posso restare qui a parlarti ancora. Come ti senti adesso?
Ciao, grazie per aver condiviso qualcosa di così profondo e delicato. Innanzitutto voglio dirti che è assolutamente normale provare turbamento, tristezza e persino confusione davanti a notizie così dolorose. Quello che hai letto ha toccato corde molto umane dentro di te, e la tua reazione emotiva dimostra empatia e sensibilità.
Il pensiero che hai avuto – "lei si poteva difendere" – è un pensiero automatico, cioè un tipo di reazione mentale che può affacciarsi all’improvviso, senza che lo vogliamo davvero. Non riflette chi sei né ciò in cui credi davvero. Infatti, tu stessa hai subito riconosciuto che era una riflessione ingiusta e ti sei corretta. Questo è un segno di consapevolezza e di crescita interiore.
Il senso di colpa che provi nasce dal tuo desiderio di essere una persona giusta e compassionevole, ed è importante riconoscere che questo sentimento – per quanto spiacevole – parla anche del tuo cuore. Però non devi punirti per un pensiero che non hai scelto, ma che hai già rifiutato con lucidità e sensibilità.
Inoltre, avere pensieri spiacevoli non causa eventi negativi nel futuro. La mente può essere spaventosa a volte, soprattutto quando cerchiamo di controllarla troppo. Più tentiamo di allontanare un pensiero, più spesso può tornare. In psicologia, questo si chiama “effetto rimbalzo del pensiero” ed è molto comune.
Il consiglio che voglio darti è questo: prova a essere gentile con te stessa. Quando ti torna quel pensiero, riconoscilo per quello che è: un'ombra momentanea, non una verità. Dì a te stessa, magari anche ad alta voce: "Ho avuto un pensiero che non condivido. Lo lascio andare. So chi sono e che voglio il bene."
Se senti che questa ansia o questi pensieri tornano spesso e ti fanno stare male, considera l’idea di parlarne con una psicologa o un professionista della salute mentale. Avere un supporto empatico può fare una grande differenza, soprattutto quando si è molto sensibili.
Hai fatto una cosa coraggiosa aprendo il tuo cuore. E da quel che scrivi, si capisce che sei una persona con un grande senso di giustizia e una profonda umanità.
Un abbraccio virtuale,
Il pensiero che hai avuto – "lei si poteva difendere" – è un pensiero automatico, cioè un tipo di reazione mentale che può affacciarsi all’improvviso, senza che lo vogliamo davvero. Non riflette chi sei né ciò in cui credi davvero. Infatti, tu stessa hai subito riconosciuto che era una riflessione ingiusta e ti sei corretta. Questo è un segno di consapevolezza e di crescita interiore.
Il senso di colpa che provi nasce dal tuo desiderio di essere una persona giusta e compassionevole, ed è importante riconoscere che questo sentimento – per quanto spiacevole – parla anche del tuo cuore. Però non devi punirti per un pensiero che non hai scelto, ma che hai già rifiutato con lucidità e sensibilità.
Inoltre, avere pensieri spiacevoli non causa eventi negativi nel futuro. La mente può essere spaventosa a volte, soprattutto quando cerchiamo di controllarla troppo. Più tentiamo di allontanare un pensiero, più spesso può tornare. In psicologia, questo si chiama “effetto rimbalzo del pensiero” ed è molto comune.
Il consiglio che voglio darti è questo: prova a essere gentile con te stessa. Quando ti torna quel pensiero, riconoscilo per quello che è: un'ombra momentanea, non una verità. Dì a te stessa, magari anche ad alta voce: "Ho avuto un pensiero che non condivido. Lo lascio andare. So chi sono e che voglio il bene."
Se senti che questa ansia o questi pensieri tornano spesso e ti fanno stare male, considera l’idea di parlarne con una psicologa o un professionista della salute mentale. Avere un supporto empatico può fare una grande differenza, soprattutto quando si è molto sensibili.
Hai fatto una cosa coraggiosa aprendo il tuo cuore. E da quel che scrivi, si capisce che sei una persona con un grande senso di giustizia e una profonda umanità.
Un abbraccio virtuale,
Salve, bisogna distinguere tra pensieri automatici e pensieri riflessivi. Mi sembra chiaro che lei non creda assolutamente al suo pensiero automatico. Quindi bisognerebbe lavorare sul senso di colpa infondata e sulla ricorsività del suo pensiero.
Se vuole io sono disponibile per colloqui online. Mi può contattare per qualsiasi altro chiarimento.
Buona serata
Dott.ssa Roberta Fidone
Se vuole io sono disponibile per colloqui online. Mi può contattare per qualsiasi altro chiarimento.
Buona serata
Dott.ssa Roberta Fidone
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buonasera,
davanti a notizie così dolorose e ingiuste è normale sentirsi scossi, confusi e colpiti emotivamente. Le reazioni che ha avuto — tristezza, preoccupazione, paura — sono comprensibili e umane.
Anche il pensiero che le è passato per la mente, seppur disturbante, non la definisce come persona. La mente, a volte, reagisce allo shock cercando spiegazioni o formulando pensieri automatici, che non sempre rispecchiano ciò in cui crediamo davvero. Non è un segno che lei sia insensibile o “cattiva”: anzi, il fatto che se ne sia subito pentita e che provi turbamento dimostra che è una persona empatica e attenta.
Capita a molte persone di avere pensieri che fanno paura o che sembrano “sbagliati”: sono solo pensieri, non sono desideri né intenzioni reali. Più li temiamo, più tendono a tornare. Ma non hanno il potere di farle accadere qualcosa di brutto, né ora né in futuro.
Se sente che questa preoccupazione le resta addosso e le crea molta ansia, parlarne con uno psicologo potrebbe aiutarla a ritrovare più serenità. A volte condividere questi pensieri in uno spazio sicuro permette di alleggerirli e di riconoscerli per quello che sono: reazioni emotive comprensibili a notizie che colpiscono profondamente.
Si dia il permesso di essere gentile con sé stessa. Non ha fatto nulla di male.
Un caro saluto.
davanti a notizie così dolorose e ingiuste è normale sentirsi scossi, confusi e colpiti emotivamente. Le reazioni che ha avuto — tristezza, preoccupazione, paura — sono comprensibili e umane.
Anche il pensiero che le è passato per la mente, seppur disturbante, non la definisce come persona. La mente, a volte, reagisce allo shock cercando spiegazioni o formulando pensieri automatici, che non sempre rispecchiano ciò in cui crediamo davvero. Non è un segno che lei sia insensibile o “cattiva”: anzi, il fatto che se ne sia subito pentita e che provi turbamento dimostra che è una persona empatica e attenta.
Capita a molte persone di avere pensieri che fanno paura o che sembrano “sbagliati”: sono solo pensieri, non sono desideri né intenzioni reali. Più li temiamo, più tendono a tornare. Ma non hanno il potere di farle accadere qualcosa di brutto, né ora né in futuro.
Se sente che questa preoccupazione le resta addosso e le crea molta ansia, parlarne con uno psicologo potrebbe aiutarla a ritrovare più serenità. A volte condividere questi pensieri in uno spazio sicuro permette di alleggerirli e di riconoscerli per quello che sono: reazioni emotive comprensibili a notizie che colpiscono profondamente.
Si dia il permesso di essere gentile con sé stessa. Non ha fatto nulla di male.
Un caro saluto.
Buongiorno,
sembra che mi stia descrivendo un pensiero intrusivo che la fa vivere male. E' normale a volte avere dei pensieri che sappiamo bene non corrispondano alla realtà. Ciò non significa che li pensiamo veramente e che ci rendano delle brutte persone.
E' la prima volta che le capita di stare così male per alcuni dei suoi pensieri? Se è la prima volta e riesce a scacciare questo "senso di colpa" non mi preoccuperei affatto. Se non è la prima e non riesce a scacciarlo le consiglierei di chiedere un supporto.
Saluti
sembra che mi stia descrivendo un pensiero intrusivo che la fa vivere male. E' normale a volte avere dei pensieri che sappiamo bene non corrispondano alla realtà. Ciò non significa che li pensiamo veramente e che ci rendano delle brutte persone.
E' la prima volta che le capita di stare così male per alcuni dei suoi pensieri? Se è la prima volta e riesce a scacciare questo "senso di colpa" non mi preoccuperei affatto. Se non è la prima e non riesce a scacciarlo le consiglierei di chiedere un supporto.
Saluti
Gentilissima,
di per sé i pensieri non sono né "buoni" né "cattivi", ma è l'utilizzo che ne facciamo degli stessi che può modificare il nostro stato d'animo. Lei non si preoccupi, i pensieri vanno e vengono, così come le emozioni. Rimango a disposizione per un colloquio Online
di per sé i pensieri non sono né "buoni" né "cattivi", ma è l'utilizzo che ne facciamo degli stessi che può modificare il nostro stato d'animo. Lei non si preoccupi, i pensieri vanno e vengono, così come le emozioni. Rimango a disposizione per un colloquio Online
Gentile Utente,
la gestione di alcuni pensieri (persistenti, indesiderati, irrefrenabili ecc) è utile sia da riferirsi a un professionista.
Nella psicoterapia breve strategica vi sono protocolli di intervento che possono aiutare nella loro gestione sino allo sciogliere il meccanismo ossessivo con cui si presentano.
Sono opportune maggiori indagini e valutazioni per potersi sbilanciare con indicazioni più dettagliate.
Saluti
la gestione di alcuni pensieri (persistenti, indesiderati, irrefrenabili ecc) è utile sia da riferirsi a un professionista.
Nella psicoterapia breve strategica vi sono protocolli di intervento che possono aiutare nella loro gestione sino allo sciogliere il meccanismo ossessivo con cui si presentano.
Sono opportune maggiori indagini e valutazioni per potersi sbilanciare con indicazioni più dettagliate.
Saluti
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