Salve,ho 22 anni e per problemi di sonno il neurologo mi ha fatto fare una risonanza, è emerso che h

23 risposte
Salve,ho 22 anni e per problemi di sonno il neurologo mi ha fatto fare una risonanza, è emerso che ho una ciste aracnoidea di 2,5 cm che determina rimodellamento e assottigliamento della teca cranica in corrispondenza( assenti rinforzi patologici di segnale) . Normale parenchima cerebrale. Vorrei sapere se questa potesse essere la causa di un mio senso di de realizzazione più o meno continuativo durante la giornata, è come se fossi sempre in pilota automatico... mi mette abbastanza ansia e a volte difficoltà in situazioni in cui devo essere " ReAttivo " O se probabilmente la causa è di tipo psicologico. ( non mi drogo, non fumo, non bevo e faccio sport)
Grazie
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, Mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso. Ritengo fondamentale che lei intraprenda un percorso psicologico al fine di trovare le risposte che cerca ed indagare le cause, origini ed i fattori di mantenimento dei suoi sintomi onde evitare che la situazione possa irrigidirsi. Sarebbe opportuno Inoltre a prendere strategie utili per fronteggiare le situazioni problematiche.
Cordialmente, dott FDL

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Gentile ragazzo, dovrebbe porre questa domanda al neurologo che le ha fatto fare la risonanza. Se, poi, al di là della risposta, avverte la necessità di approfondire delle tematiche personali, allora si rivolga ad uno psicoterapeuta. Mi rendo disponibile , anche online.
Buona giornata,
Rosella Pettinari
Dott. Massimiliano La Paglia
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Pescara
Salve, è sicuramente una situazione che va risolta a più livelli, io le suggerisco di trovare un professionista che lavora in equipe in modo da poter cogliere insieme gli effetti organici e quelli psicologici.
Saluti
Massimiliano
Dott. Valeriano Fiori
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Salve, rivolga questa domanda al neurologo che le ha fatto la visita.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Dott.ssa Chiara Pavia
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Sul senso di derealizzazione collegato alla cisti aracnoidea dovrebbe chiedere al neurologo. Inoltre cosa intende per deralizzazione? Cosa avverte o non avverte?.
mi sembra sia normalmente preoccupato e in ansia per questo. L'ansia è un 'emozione che ci segnale qualcosa. Tuttavia si potrebbe entrare in un circolo vizioso disfunzionale. Nel suo caso mi sembra una reazione emotiva normale e funzionale che l'ha portata a chiedere chiarimenti. Ascolti la sua ansia e rivolga al neurologo le sue preoccupazioni, descrivendo in maniera dettagliata cosa intende per derealizzazione.
Buona serata,

Dott.ssa Chiara Pavia
Dott.ssa Elisa Pappacena
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Latina
Salve gentile ragazzo per dare una risposta sensata occorrerebbe fare un'anamnesi più accurata. Comunque Il disturbo di depersonalizzazione/derealizzazione è caratterizzato da una persistente o ricorrente sensazione di scollegamento dal proprio corpo o dai propri processi mentali, come se si stesse osservando la propria vita dall’esterno (depersonalizzazione), e/o dalla sensazione di essere dissociato dall’ambiente circostante (derealizzazione). La causa è un forte stress psichico. Se nel suo caso ci sia una causa neurologica identificabile potrebbe chiederlo al neurologo che la sta seguento. Dopodichè indirizzeremo l'indagine altrove
Dr. Ugo Ungaro
Psicologo, Psicoterapeuta
L'Aquila
Gentile Utente la presenza di un elemento di tipo organico che potrebbe causare una serie di conseguenze deve farle valutare l'opportunità di un ulteriore approfondimento legato all'ambito medico. Sicuramente esistono nella sua zona di residenza dei centri specializzati in ambito neurologico che può consultare o comunque il suo medico di fiducia sarà in grado di fornirle questa indicazione. E molto probabile che questa situazione di tipo organico sta avendo un peso anche sugli aspetti psicologici ma è una buona prassi eseguire prima delle ulteriori valutazioni mediche per stabilire la relazione fra la "ciste aracnoidea" e i suoi sintomi. In ogni caso un consulto psicologico è un possibilità che permette di valutare come la sua condizione psicologica risente di questa situazione. Le ricordo, comunque, la necessità di una ulteriore consulenza medica. Un cordiale saluto
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio Dottore,
sarebbe utile rivolgere la sua domanda al suo neurologo.
Piuttosto, come si sente rispetto a quello che le è stato rimandato, a quello che è emerso dagli esami clinici?
Potrebbe essere utile un lavoro psicologico come spazio di contenimento e di elaborazione delle proprie angosce e dei propri vissuti.
Resto a sua disposizione per qualsiasi chiarimento.
Saluti,
Dottore Diego Ferrara
Dott. Gianmarco Simeoni
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Varese
Buonasera, questa domanda dovrebbe porla al neurologo o ad uno psichiatra. Inoltre sarebbe importante capire cosa intende lei per derealizzazione, quando questa sintomatologia si verifica e cosa le succede nello specifico. Nel caso gli altri specialisti escludano cause organiche, allora potrà decidere di iniziare un percorso psicologico. Cordialmente, dott. Simeoni
Dott. Stefano Ventura
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Salve,

non deve essere facile vivere con questo senso di costante derealizzazione. Innanzitutto, le suggerisco di consultare il suo neurologo per verificare se questo può essere un sintomo associato alla sua situazione. In ogni caso, un percorso psicologico potrebbe esserle molto utile: se si trattasse di una condizione fisiologica, si potrebbe lavorare su un miglior adattamento e sul trovare strategie per alleviare l'ansia e lo stress che questo le produce. Se invece vi fossero cause psicologiche, potrebbe indagarle e risolverle

con i migliori auguri,
dr. Ventura
Dott.ssa Federica Leonardi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Caro ragazzo, queste domande importanti devono avere una spiegazione precisa e chiara che deve essere cercata nel neurologo.
Le auguro il meglio,
Dott.ssa Federica Leonardi
Dott.ssa Francesca Tardio
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Torino
Caro utente, mi dispiace per la sua situazione. Ritengo opportuno che rivolga questa domanda al suo neurologo. Tuttavia data la situazione particolare se dovesse sentire la necessità di contattare un* psicoterapeuta per affrontare quanto sta accadendo consideri la possibilità di chiedere una consulenza.
Resto a disposizione.
Dott.ssa Francesca Tardio
Dott.ssa Eleonora Francesca Orena
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Buonasera, è possibile, in base alla localizzazione della ciste che questa, per effetto di compressione sul parenchima cerebrale, le provochi la sensazione di derealizzazione. La questione andrebbe sicuramente approfondita prima da un punto di vista neurologico/neurochirurgico e da un punto di vista psicologico, soprattutto per l’ansia che questa situazione le provoca. Rimango a disposizione e le mando un caro saluto.
Dott.ssa Luciana Harari
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno,capisco perfettamente la sua preoccupazione.Certo un parere neurologico è necessario ,ma sarebbe da aiuto un accompagnamento psicologico in questa fase difficile.A volte quando l ansia è elevata può succedere che la difesa psicologica sia proprio quella di provare una depersonalizzazione che ci porta ad una sorta di estraneazione psichica.In queste situazioni psicoterapeuta e neurologo devono lavorare in equipe . Disponibile le faccio molti auguri dottssa Luciana Harari
Dott.ssa Giulia Proietti
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buonasera, le consiglio di rivolgere la domanda al neurologo o al suo medico di base.
Dott.ssa Giulia Proietti
Dott.ssa Susanna Fontani
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Borgo San Lorenzo
Salve, si rivolga al neurologo e al suo medico di base. Sarebbe comunque utile consultare anche uno psicologo per intraprendere eventualmente un percorso
Dott.ssa Eugenia Cardilli
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Buonasera, mi dispiace per quanto riguarda il suo disturbo fisiologico che per spiegazione più approfondite dovrà rivolgersi al professionista che la sta curando. Inoltre se invece vorrebbe elaborare dei pensieri o dei disturbi psicologici potrebbe rivolgersi ad uno psicoterapeuta che la potrebbe aiutare psicologicamente, la saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli.
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Dott.ssa Chiara Tomassoni
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Torino
Buonasera. Dovrebbe porre questa domanda al neurologo per capire se la viste può esserne la causa. Una volta appuranti questo le suggerisco comunque un percorso psicologico per affrontare queste sensazioni dolorose. Buona serata Chiara Tomassoni
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Gentile utente, la domanda che pone è strettamente fisiologica. Il nesso di cui parla è da chiedere al neurologo che l'ha visitata perché di sua competenza. In caso di risposta negativa, la derealizzazione si può trattare in un percorso con uno psicoterapeuta o con uno psichiatra che gli prescriva, eventualmente, dei farmaci da affiancare alla psicoterapia.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott.ssa Beatrice Planas
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Firenze
Buona sera, in situazioni di forte disagio nonchè durature nel tempo sarebbe importante rivolgersi ad uno specialista per poter meglio comprendere ed elaborare questa sua problemtica. Preferibilmente le consiglierei di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta così che possa intraprendere un percorso di terapia anche in videochiamata WhatsApp. Cordiali saluti, Dott.ssa Beatrice Planas. Psicologa psicoterapeuta per consulenze online
Dott. Alessandro D'Agostini
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo e della difficoltà che sta vivendo. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
La ringrazio per aver condiviso con attenzione e lucidità la sua esperienza. Le sensazioni che descrive, come il senso di derealizzazione e quella percezione di vivere in una sorta di “pilota automatico”, sono vissuti molto comuni nei quadri legati all’ansia e, in alcuni casi, anche a una forma di difesa psicologica di fronte a situazioni vissute come stressanti o soverchianti. Comprendo bene quanto questo stato possa risultare destabilizzante, specialmente quando si presenta con una certa continuità durante la giornata e quando le viene richiesto di essere lucido e pronto nelle risposte. Rispetto alla ciste aracnoidea, è importante sottolineare che, nella stragrande maggioranza dei casi, questo tipo di formazioni è benigno, congenito e asintomatico. La descrizione del referto che ha riportato (in particolare l’assenza di rinforzi patologici e la normale struttura del parenchima cerebrale) suggerisce che non vi siano segni di compressione cerebrale o di alterazioni neurologiche rilevanti. In altre parole, dal punto di vista strettamente medico, questa ciste molto probabilmente non ha un impatto diretto sulle sue funzioni cognitive o sulla percezione della realtà, ma naturalmente sarà il neurologo che la segue a fare le valutazioni più appropriate. Dal punto di vista psicologico, invece, i sintomi che lei descrive sono spesso associati a stati d’ansia generalizzata o, più nello specifico, a fenomeni dissociativi secondari all’ansia. La derealizzazione può infatti essere una risposta del nostro sistema nervoso a uno stress persistente: è come se, non potendo "fuggire" realmente da una situazione percepita come minacciosa o difficile da gestire, la mente provasse a disconnettersi in parte dalla realtà per proteggersi. Questo può diventare un circolo vizioso: più si presta attenzione a questa sensazione, più aumenta l’ansia, e più si ha la percezione di “non essere presenti”. In ottica cognitivo-comportamentale, lavorare su questi sintomi significa comprendere che la derealizzazione non è pericolosa né sintomo di “impazzimento”, ma una reazione dell’organismo che, paradossalmente, cerca di aiutarci. L’intervento si concentra spesso su due fronti: da una parte la gestione dell’ansia attraverso tecniche di rilassamento, mindfulness, esposizione graduale a situazioni ansiogene; dall’altra parte l’identificazione e la ristrutturazione di quei pensieri catastrofici o disfunzionali che possono alimentare lo stato di allerta. Lei mostra già segnali molto positivi: ha uno stile di vita sano, pratica sport, ha preso in carico il suo problema rivolgendosi a uno specialista. Questi sono aspetti fondamentali su cui costruire un percorso di consapevolezza e miglioramento. Se non lo ha già fatto, potrebbe essere utile affiancare alla valutazione neurologica un percorso psicoterapico con un professionista che abbia esperienza nell’area dell’ansia e dei disturbi dissociativi. In molti casi, la riduzione dei sintomi passa attraverso la normalizzazione dell’esperienza, la riduzione della paura ad essa associata, e l’apprendimento di nuove strategie di regolazione emotiva. La invito quindi a considerare la possibilità che il sintomo che sta vivendo, per quanto spiacevole, non sia il segno di qualcosa di grave o irreversibile, ma piuttosto un segnale del suo sistema mente-corpo che le sta chiedendo attenzione, ascolto e cura. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Sara Petroni
Psicologo clinico, Psicologo
Tarquinia
Gentile utente,
la cisti aracnoidea è una formazione benigna e spesso congenita, che in molti casi viene scoperta casualmente durante esami effettuati per altri motivi. Nella grande maggioranza dei casi, soprattutto quando — come nel suo referto — non determina compressioni significative né alterazioni del parenchima cerebrale, non provoca sintomi neurologici rilevanti.

Il senso di derealizzazione che descrive (la sensazione di essere “distaccato” o di vivere in automatico) tende invece ad avere una base psicologica o funzionale, più che organica. Può comparire in periodi di forte stress, ansia, stanchezza o insonnia, come una sorta di meccanismo di difesa del cervello per ridurre il sovraccarico emotivo.

Nel suo caso, visto che il neurologo ha escluso complicanze strutturali, è probabile che questo sintomo sia legato alla componente ansiosa e alla mancanza di riposo. Lavorare sul sonno e sull’ansia, anche con l’aiuto di uno psicologo, può aiutare a ridurre notevolmente la sensazione di irrealtà.

Può comunque confrontarsi nuovamente con il neurologo per avere conferma che non siano necessari ulteriori controlli, ma da quanto riporta il referto non emergono elementi preoccupanti.

Dott.ssa Sara Petroni

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