Salve dottori mi chiedevo molte persone che sono stupide non lo sanno di essere stupide , non parlo

27 risposte
Salve dottori mi chiedevo molte persone che sono stupide non lo sanno di essere stupide , non parlo di ignoranza perché lo siamo tutti in qualcosa parlo proprio di stupidità, e se io anche fossi stupido e non so di saperlo? A me di solito mi importa solamente di stare bene con me stesso e con gli altri e di essere una persona in equilibrio e in serenità e grazie a dio ad oggi mi reputo soddisfatto anche della mia vita lavorativa e personale sono un imprenditore che ha raggiunto molti obbiettivi a solo 32 anni
Dott.ssa Nunzia D'Anna
Psicologo, Psicoterapeuta
Milano
Come ha sottolineato lei stesso, l'intelligenza non va sempre di pari passo con la serenità. Non che si escludano a vicenda, ma semplicemente essere intelligenti o più intelligenti degli altri non è sempre funzionale a livello di salute mentale. Tutto dipende da come si usa l'intelligenza più che da quanta se ne ha.

Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online

Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.

Mostra risultati Come funziona?
Dott.ssa Ilaria Bresolin
Psicologo, Neuropsicologo
Breda di Piave
Gentile utente, capisco la sua richiesta, è molto comune interrogarsi su queste cose. È vero che spesso chi ha meno consapevolezza delle proprie difficoltà non se ne accorge, ma vorrei farle notare che si sta ponendo una questione che richiede un buon livello di autocritica e riflessione.
Le chiedo di soffermarsi su quello che lei dice per lei importante (quindi il desiderio di stare bene e di essere una persona in equilibrio). Queste cose sono sicuramente indice di consapevolezza e del fatto che lei ha degli obiettivi chiari in mente.
Se le capita di notare che questo suo dubbio le torna spesso potrebbe essere utile chiedersi che utilità potrebbe questo avere nel raggiungimento dei suoi obiettivi.
Spero di essere stata d'aiuto, dott.ssa Ilaria Bresolin.
Dott. Fabio Romano
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Ferrara
Buongiorno! Considerato i limiti del contesto e dello strumento, mi limiterò ad offrire un piccolo contributo di pensiero. Ho letto con sincero interesse le sue poche righe e mi sono chiesto cosa significasse “se io anche fossi stupido”. La parola "stupido" deriva dal latino stupidus, aggettivo collegato al verbo stupeo, che significa "rimanere fermo". Il significato originale si riferiva a una persona talmente sorpresa da perdere la capacità di pensare e reagire, rimanendo paralizzata, congelata. Mi sono così, all’improvviso, ritrovato a “sognare” un senso diverso e più profondo della domanda. Come se sentisse di aver risposto adeguatamente a tutte le sfide evolutive, alle aspettative esterne, alle richieste socialmente condivise. Penso allo studio, al lavoro, alla posizione sociale, alle relazioni. Ho avuto, però, la sensazione che mancasse qualcosa. Chissà che questa mio impressione di incompiutezza non sia qualcosa di simile a quello di cui parla, a quello che prova. Come se fosse “stupido”, nel senso di paralizzato, congelato, rispetto ad altre dimensioni più personali, più profonde, più intime. Come se alcuni aspetti di sé abbiano preso la rincorsa e bruciato le tappe, senza godersi il viaggio, senza avere la possibilità di vivere con genuinità quanto le stava accadendo, lasciando “fermo” il mondo interno con le sue paure, le sue fragilità, i suoi desideri. Spero di averle dato l'occasione per pensare a quanto le sta accadendo e forse le accade da sempre da un punto di vista diverso. Ha solo 32 anni e merita una vita in cui essere genuinamente tutto sé stesso. In bocca al lupo
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buongiorno, perché si chiede se è stupido o meno? Forse rispondere a questa domanda le può essere utile. Mi sembra che metta in dubbio le sue capacità e questo spesso ha a che fare con l'autostima. Non so se sia il suo caso o meno, ma se ha raggiunto degli obiettivi lavorativi e ne è soddisfatto, perché chiedersi come vivono i loro limiti gli altri?
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Salve,

la sua riflessione è molto interessante e tocca un tema che in realtà riguarda tutti: la consapevolezza di sé. Spesso ci chiediamo se le nostre capacità, i nostri pensieri o i nostri comportamenti siano “giusti” o “adeguati”. È vero che ognuno di noi ha limiti, aree di ignoranza o aspetti da migliorare, ma questo non equivale necessariamente a “stupidità”.

Dal modo in cui descrive la sua vita, emerge invece una buona capacità di introspezione, di equilibrio e di soddisfazione personale e professionale. Questo dimostra che lei ha strumenti interni solidi per valutarsi, mettersi in discussione e crescere. Già il fatto di porsi queste domande indica apertura mentale, non certo chiusura o “stupidità”.

È importante distinguere tra l’etichettarsi con giudizi svalutanti e il riconoscere i propri limiti in modo costruttivo: la seconda strada è quella che porta a migliorarsi, senza ostacolarsi con pensieri auto-critici eccessivi.

Per approfondire questo tipo di riflessioni e imparare a valorizzare al meglio le proprie risorse, è sempre consigliato rivolgersi a uno specialista.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dr. Andrea Como
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Salve, grazie per la condivisione così sincera. Quello che descrive tocca un tema profondo: la paura di non avere consapevolezza di sé e, allo stesso tempo, la ricerca di equilibrio interiore.

Le dico alcune cose che potrebbero rassicurarla.
L’ignoranza è non sapere qualcosa, e come dici tu, riguarda tutti in qualche ambito. La “stupidità”, invece, di solito viene usata in senso dispregiativo, ma psicologicamente è più complesso: non si tratta di un “difetto assoluto” ma spesso di comportamenti poco lucidi, rigidi o non funzionali.
Il fatto che lei si ponga questa domanda è già segno che non è “stupido”: chi manca davvero di consapevolezza raramente si interroga su se stesso.
Spero di esserle stato di aiuto.
Saluti
Dott. Como
Dott. Filippo Marongiu
Psicologo
Torino
Capisco bene la sua domanda, ed è una riflessione che in realtà molte persone si pongono, anche quelle che partono dal presupposto di non considerarsi “stupide”. La vera stupidità, se vogliamo usare questo termine, non sta tanto nel non sapere o nel non avere determinate capacità, ma spesso nel non interrogarsi mai su se stessi, nel non mettersi in discussione e nel non cercare di crescere.

Lei invece si sta facendo domande importanti, si osserva con occhio critico e al tempo stesso riconosce ciò che di positivo ha costruito: il suo equilibrio, le relazioni, la soddisfazione personale e professionale. Questo atteggiamento, fatto di consapevolezza e riflessione, è proprio l’opposto della “stupidità” a cui accenna.

In psicologia si direbbe che la capacità di auto-osservarsi, di riflettere sui propri limiti e punti di forza, è una forma di intelligenza emotiva che favorisce benessere ed equilibrio. Se il suo obiettivo è continuare a vivere con serenità, coltivare buone relazioni e mantenere un senso di soddisfazione personale, direi che sta già percorrendo la strada giusta.

In altre parole, il fatto stesso che lei si ponga questa domanda è già la miglior dimostrazione che non ha motivo di preoccuparsi di essere “stupido”.

Dr. Marongiu Filippo
Dott.ssa Francesca Casolari
Psicologo, Psicologo clinico
Modena
salve, la stupidità è una cosa personale, poichè è soggettiva e stai dando un giudizio anche a te stesso è una critica, pensa ai tuoi obbiettivi giornalieri prova a fare così grazie
Dott. Salvatore Augello
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Palermo
Salve. Come mai si pone questa domanda? Se una persona non comprende determinate cose non è detto sia stupido.
Dott.ssa Eugenia Cardilli
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Salve, strana domanda che lei ci sta facendo. Non so che cosa vuole dire con persone stupide. Ad esempio ci sono persone superficiali, infantili, aggressive e molto altro. Penso che faccia parte dell'umanità ed ognuno di noi è diverso l'uno dall'altro con delle caratteristiche diverse. Ma lei si è analizzato ed ha deciso di essere un ragazzo soddisfatto di sè nella vita personale e lavorativa, che cosa pretendere di più continui così e non si faccia tante domande. Le auguro un buon proseguimento, dott. Eugenia Cardilli.
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Salve, capisco bene la sua domanda e la riflessione che porta. È umano interrogarsi sul proprio valore e sulla propria intelligenza, soprattutto quando ci si confronta con l’idea che alcune persone non abbiano piena consapevolezza dei propri limiti. Il dubbio che lei esprime contiene in realtà un elemento molto importante: la capacità di porsi domande critiche su di sé. Questo atteggiamento di consapevolezza e di auto-riflessione è già un segnale significativo della sua attenzione verso la crescita personale. Il fatto che lei si chieda se potrebbe non accorgersi di essere “stupido” mostra come per lei sia importante non soltanto raggiungere risultati concreti nella vita, ma anche mantenere un equilibrio interiore e un rapporto autentico con sé stesso e con gli altri. Da come descrive la sua esperienza, ha costruito un percorso di soddisfazione personale e professionale, trovando una serenità che è frutto di impegno e di scelte consapevoli. Questo lascia intendere che il dubbio che la attraversa non nasce da un limite reale, ma da un bisogno di conferma e di rassicurazione. Spesso le persone che vivono davvero situazioni di rigidità o di inconsapevolezza non arrivano a porsi domande simili. Chi invece si ferma a riflettere e ad analizzare il proprio modo di essere, come sta facendo lei, sta già utilizzando strumenti cognitivi che implicano attenzione, lucidità e capacità critica. È quindi più probabile che questi pensieri rappresentino un timore passeggero o una forma di confronto con gli altri, piuttosto che una descrizione reale di sé. Allo stesso tempo, il fatto che lei dia valore allo stare bene con se stesso, all’equilibrio e al rispetto verso gli altri è un elemento fondamentale: significa che misura la sua vita non solo in termini di obiettivi raggiunti, ma anche di qualità delle relazioni e di benessere interiore. Questo tipo di orientamento è proprio ciò che aiuta a costruire una vita piena e significativa. In momenti come questi può essere utile spostare l’attenzione dalla paura di un’etichetta astratta, come “stupidità”, alla concretezza delle azioni e dei valori che guidano le sue giornate. In altre parole, si tratta di chiedersi meno “chi sono” in senso assoluto e più “come mi comporto” e “che effetti hanno i miei comportamenti su di me e sugli altri”. In questo modo si riduce il rischio di rimanere intrappolati in dubbi teorici e si rafforza la capacità di vivere in coerenza con i propri principi. Il fatto che lei riconosca i suoi traguardi lavorativi e personali a soli 32 anni è già una prova tangibile delle sue risorse. Continuare a coltivare questo equilibrio, senza pretendere di essere perfetto e accettando che il dubbio faccia parte della condizione umana, le permetterà di mantenere la serenità che descrive. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Marzia Sellini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Brescia
Buongiorno gentile paziente,
il suo criterio morale per definire gli altri e/o leggere alcuni comportamenti o atteggiamenti di se stesso è sicuramente relativizzabile.
Quando ci si comporta da stupidi, probabilmente, c'è qualche elemento o relazione che sta chiedendo questo. Comportarsi da persone serie, savie o sagge che comporterebbe, alla sua età?
Un saluto cordiale
Dott.ssa Marzia Sellini
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Buongiorno,

sarebbe curioso per lei esplorare tali interrogativi e chiedersi da dove provengano. Un percorso psicologico la aiuterebbe a trovare le risposte che cerca.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott.ssa Carlotta Mazzon
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Capisco la sua riflessione. Forse però non ha molto senso parlare di “stupidità” come caratteristica fissa: ciò che conta è il modo in cui ciascuno costruisce significato della propria esperienza e delle relazioni. Dal suo racconto emerge invece una forte capacità di auto-riflessione e un orientamento al benessere, elementi che difficilmente si concilierebbero con l’idea di “stupidità”. Mi sembra che lei abbia trovato un equilibrio personale e professionale che le permette di sentirsi soddisfatto: questo è un segnale importante di consapevolezza e di vitalità nella sua storia di vita.

Dott.ssa Mazzon
Dott.ssa Giulia Antonacci
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente, Buongiorno, la sua domanda tocca un tema interessante legato alla consapevolezza di sé. È comune chiedersi come gli altri ci percepiscano o se siamo in grado di valutare obiettivamente le nostre capacità. Tuttavia, dal momento che riferisce di vivere una condizione di equilibrio personale, relazionale e professionale, è plausibile che lei stia esercitando una buona capacità di autoregolazione e riflessione su di sé.
Il fatto stesso di porsi il dubbio, con spirito critico e apertura, è già un segnale di consapevolezza e non tipico di chi manca di capacità riflessiva. Un cordiale saluto
Dr. Riccardo Sirio
Psicologo, Psicologo clinico
Trofarello
Grazie per aver portato questa riflessione con tanta autenticità e profondità. Dietro la tua domanda — che a prima vista può sembrare solo un pensiero filosofico — in realtà si percepisce una sensibilità lucida, un sano senso critico e, soprattutto, una grande capacità di mettersi in discussione.

Ti stai interrogando su qualcosa di molto umano: la possibilità di non vedere un proprio limite, di essere ciechi a sé stessi. E questo tipo di domanda, così come la stai ponendo tu, non è un segno di stupidità, ma semmai il contrario.

Il fatto stesso che tu ti chieda:
"E se fossi stupido e non lo sapessi?"
denota una mente aperta, riflessiva, umile, e anche molto più profonda di quanto forse tu stesso immagini. La stupidità, per come la si può intendere in senso psicologico e non offensivo, non è l’ignoranza né l’errore, ma è spesso la rigidità mentale, la chiusura al dubbio, l’arroganza di chi è convinto di sapere tutto. Chi è davvero stupido non si fa mai domande come la tua.

Hai anche specificato qualcosa di molto interessante:

"A me di solito mi importa solamente di stare bene con me stesso e con gli altri e di essere una persona in equilibrio e in serenità."

Questa frase parla di intelligenza emotiva. Ti muovi nella vita cercando un equilibrio personale e relazionale, non inseguendo perfezionismi o approvazioni esterne. E lo fai — da quello che racconti — in modo sano, tanto da riuscire a costruire una carriera e una vita soddisfacente a soli 32 anni. Questo, al di là dei traguardi pratici, dice molto sul tuo modo di essere.

Potremmo dire che ti stai chiedendo se puoi avere un’ombra che non vedi, e questo ti rende incredibilmente più lucido e consapevole di chi si muove nel mondo senza mai porsi una domanda su di sé.

E sai, c'è anche una grande forza nel riconoscere che ognuno di noi ha zone cieche, anche le persone più colte, più brillanti, più “di successo”. La vera intelligenza forse sta proprio nel saper convivere con questo dubbio e continuare a crescere grazie ad esso.

Mi colpisce molto anche il tono umile e pacato con cui parli dei tuoi successi: non c’è ostentazione, ma piuttosto un senso di gratitudine e consapevolezza di ciò che hai costruito, che è un altro segno importante di maturità.

Quindi, per rispondere alla tua domanda con onestà e profondità:
No, non sembri affatto una persona stupida. Semmai, sei una persona che pensa, che si osserva, che riflette. E questo è uno dei segnali più chiari di intelligenza autentica — quella che non ha bisogno di dimostrarsi, ma che semplicemente si vive.

Se ti va, possiamo approfondire insieme qualcosa in particolare che ti ha portato a questa riflessione: c’è stato un evento, una persona, una sensazione che ti ha fatto venire questo dubbio?
Dott.ssa Manuela Valentini
Psicologo, Psicologo clinico
Melfi
Gentile utente, buongiorno!
Interrogarsi sul proprio modo di essere e sull’impatto che ha sugli altri, è già indice di una mente aperta e introspettiva.
Vivere con l’intento di stare bene con sé stessi e con gli altri, cercando equilibrio e serenità anche con i dubbi che la vita pone, è un obiettivo di benessere e coltivarlo, raggiungerlo, come lei racconta, è motivo di soddisfazione non soltanto personale.
Il dubbio che esprime: “e se fossi stupido e non lo sapessi?”, in realtà potrebbe essere una domanda che le persone sensibili si pongono.
Le auguro di continuare a coltivare questo equilibrio con l'autenticità che traspare dalle sue parole.
Un cordiale saluto.
Dr.ssa Manuela Valentini
Dott.ssa Chiara Calamida
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Como
Buongiorno,
perchè questa domanda risulta così importante per lei? da dove nasce il dubbio ed il bisogno di cercare la risposta?
All'interno di un percorso psicologico si potrebbe affrontare più da vicino la tematica; che le consiglio di intraprendere se il dubbio diventasse pervasivo e limitante rispetto alla sua serenità.

Rimango a disposizione,
Dott.ssa Chiara Calamida
Dott. Giorgio De Giorgi
Psicologo, Psicologo clinico
Bologna
Gentile,

Che cosa intende lei per "essere stupido"?

mi contatti pure.

Dr. Giorgio De Giorgi
Dott.ssa Tonia Caturano
Psicoterapeuta, Sessuologo, Psicologo
Pioltello
Salve, la sua riflessione è davvero profonda e tocca un tema che, in fondo, riguarda tutti noi: la consapevolezza di sé. Spesso ci preoccupiamo di etichette come “stupido” o “intelligente”, ma quello che davvero conta, dal punto di vista umano, è la capacità di guardarsi dentro con onestà e gentilezza.
Nessuno è immune dall’errore o dalla confusione, e spesso le parole che usiamo per giudicarci o giudicare gli altri nascono più dalla paura o dall’insicurezza che da una reale comprensione di chi siamo. Ecco perché, in un percorso di crescita, l’obiettivo non è etichettarsi o mettersi in competizione, ma imparare a riconoscere le proprie risorse, i propri limiti e soprattutto ad accettarsi.
Lei parla di equilibrio, di serenità, di benessere con se stesso e con gli altri: questi sono segnali forti di una buona consapevolezza di sé, di un modo di essere autentico che va oltre le definizioni semplicistiche. Avere raggiunto traguardi importanti a soli 32 anni è un bel riconoscimento del suo impegno e della sua determinazione, ma ciò che davvero conta è come si sente dentro, e da quello che dice, sembra che lei abbia costruito una relazione positiva con sé stesso. Forse la “stupidità” di cui parla è più una paura di non essere mai abbastanza, o di non conoscere tutto, e questo è un tema che attraversa molti di noi. Nel lavoro terapeutico, si cerca proprio di ascoltare queste paure senza giudizio, dando spazio a una comprensione più profonda e gentile di sé. La invito a continuare su questa strada di autoascolto e accoglienza: spesso è lì che si trovano le risposte più autentiche, e dove la vera crescita può fiorire.
Se mai sentisse il bisogno di esplorare più a fondo questi pensieri, uno spazio di ascolto può essere un luogo prezioso in cui farlo, senza fretta e con rispetto.
Un caro saluto.
Dott. Ubaldo Balestriere
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Ciao,
grazie per aver condiviso il suo pensiero. La domanda che pone mostra già molta consapevolezza. In realtà, non è importante etichettarsi come “stupido” o meno, ma coltivare consapevolezza di sé, equilibrio interiore e connessione con le proprie emozioni e con il corpo.
Come diceva Socrate, il vero sapere nasce dal sapere di non sapere: riconoscere i propri limiti è in realtà un grande passo verso la crescita e la chiarezza interiore.
Il fatto che si senta soddisfatto della tua vita personale e lavorativa e in equilibrio è un segno che sta già facendo un buon lavoro su te stesso. Dubbi come questo sono naturali e spesso indicano curiosità e voglia di crescere. La Biotransenergetica ci insegna che lavorare sul corpo e sulle emozioni aiuta a trasformare tensioni e insicurezze in energia e chiarezza, rafforzando la fiducia in sé stessi.
Se ha piacere, possiamo fare un colloquio conoscitivo gratuito, senza impegno, per provare a capire insieme se può essere utile fare un lavoro su questi temi o altri.

Cordiali saluti

Ubaldo Balestriere
Dott.ssa Caterina De Galitiis
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Pescara
Salve,
dalla sua domanda emerge un tema interessante e, forse, per lei importante: come appariamo all’esterno, come ci vedono e giudicano gli altri. Come dice lei, ignoranza e stupidità sono concetti diversi: l’ignoranza è un dato oggettivo, legato a ciò che non si conosce, mentre la “stupidità” è molto più relativa, dipende dai criteri e dalle prospettive personali. Una persona può sembrare "stupida" a qualcuno e, allo stesso tempo, non esserlo affatto per qualcun altro.
Per questo credo sia utile chiedersi non tanto se si è stupidi o meno, ma piuttosto cosa significa per lei questo termine e come mai le importa il giudizio esterno.
Dal suo messaggio emerge una persona soddisfatta di sé, della propria vita personale e lavorativa: forse la domanda che può accompagnarla è come fare in modo che questa serenità e soddisfazione diventino il suo vero punto di riferimento, più che lo sguardo degli altri.
Dott.ssa Cecilia Scipioni
Psicologo, Neuropsicologo
Casalgrande
Buongiorno,
capisco il senso della sua riflessione: è naturale interrogarsi su sé stessi e sui propri limiti, soprattutto quando ci confrontiamo con gli altri. Quello che descrive – preoccuparsi di essere in equilibrio, mantenere buoni rapporti con gli altri e sentirsi soddisfatto del proprio percorso personale e professionale – indica un buon livello di consapevolezza e autoregolazione emotiva, che sono indicatori di intelligenza pratica ed emotiva, più importanti di qualsiasi giudizio astratto sulla “stupidità”.
Il fatto che si ponga queste domande può essere visto come un segno di apertura e riflessività: chi è davvero “stupido” spesso non ha la capacità né la curiosità di interrogarsi su sé stesso o sul proprio comportamento. In altre parole, il suo atteggiamento di auto-riflessione, equilibrio e soddisfazione personale indica che ha strumenti interiori solidi e una buona capacità di giudizio.

Rimanere consapevoli dei propri limiti e continuare a crescere personalmente e professionalmente è molto più utile che preoccuparsi di etichette come “stupido” o “intelligente”. Se desidera, resto a disposizione per valutare insieme un percorso psicologico e suggerirle alcune strategie per rafforzare ulteriormente la consapevolezza di sé e il benessere emotivo nella vita quotidiana.
Cordialmente
Dott.ssa Melissa Angelini
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta
Torino
Buonasera, quello che lei porta è un pensiero che riguarda il senso del proprio valore e il timore di non avere sufficiente consapevolezza di sé. È vero che spesso le persone possono non riconoscere i propri limiti, ma è altrettanto vero che la capacità di porsi la domanda che sta facendo è già un segnale di intelligenza e di consapevolezza.
Inoltre, da ciò che racconta, mi colpisce il fatto che lei attribuisca importanza al vivere in equilibrio, al mantenere buone relazioni e alla soddisfazione sia personale che professionale. Questi sono indicatori di maturità e non certo di “stupidità”.
Spesso il timore di “essere stupidi” nasce più da un’insicurezza o da un confronto con gli altri che non da una reale carenza. Le suggerirei quindi di guardare a questo pensiero come a un’occasione per conoscersi meglio, piuttosto che come a una verità da dimostrare o confutare.
Qualora dovesse sentirsi bloccato da dubbi ricorrenti o da un’autocritica eccessiva, il dialogo con un professionista potrebbe aiutarla a trasformare queste domande in uno spazio di crescita personale. Un caro saluto
Dott. Armin Villa
Psicologo
Turano Lodigiano
Salve, le posso consigliare di sviluppare ed allenare la propria criticità. Migliorare la propria capacità di mettere in discussione le cose e di riformulare le teorie che le supportano è un ottimo modo per accorgersi di quando diventiamo "stupidi" o meglio cechi, in molto ambiti della vita.
Dott.ssa Elena Brizi
Psicologo, Psicologo clinico
Tarquinia
Buongiorno,
questa domanda in realtà è più profonda di quanto possa sembrare. Il solo fatto di chiederselo è una buona indicazione di capacità di ragionamento.
Le persone con scarse competenze in un campo spesso tendono a sovrastimare le proprie capacità, proprio perché mancano delle conoscenze necessarie per valutarsi correttamente.
Allo stesso tempo, chi è più competente in qualcosa tende a sottovalutarsi, proprio perché è più consapevole della complessità delle cose.
Questa consapevolezza, se ben gestita, può contribuire a uno stato di equilibrio interiore e serenità, elementi fondamentali per il benessere personale, come ha già evidenziato nella sua domanda.
Essere una persona serena ed in equilibrio con se stessa è un passo fondamentale per stare bene.
Se ha bisogno di qualcosa, sono a disposizione.
Dott.ssa Elena Brizi, psicologa
Dott.ssa Elin Miroddi
Psicoterapeuta, Psicologo
Roma
Caro lettore,
La ringrazio per questa domanda così sincera. Mi permetta di essere diretta: una persona davvero stupida non si porrebbe mai questa domanda. Il fatto che lei si interroghi sulla propria intelligenza è già, di per sé, un segno di intelligenza.
La risposta breve è no. Lei non è stupido. A 32 anni ha costruito un'impresa di successo, ha raggiunto obiettivi importanti, vive in equilibrio e serenità con se stesso e con gli altri. Questi sono fatti concreti che parlano di capacità, intelligenza pratica, emotiva e relazionale.
Perché allora questo dubbio? È normale, a un certo punto della vita, fermarsi e chiedersi "ma chi sono io davvero?". Succede spesso proprio quando abbiamo raggiunto dei traguardi importanti. È come se, dopo aver corso tanto, ci fermassimo un attimo e ci guardassimo allo specchio con occhi nuovi.
Questo dubbio che lei esprime non riguarda davvero l'intelligenza. È più una domanda sul proprio valore, sulla propria autenticità. "Sono davvero quello che sembro essere? Merito quello che ho ottenuto?"
Sa cosa vedo io nella sua domanda? Una persona che non si accontenta delle apparenze, che continua a crescere e a mettersi in discussione in modo sano. Lei ha già identificato cosa conta davvero: stare bene con se stesso e con gli altri, vivere in serenità. Questa è saggezza, non stupidità.
Il fatto che, pur essendo soddisfatto, continui a porsi domande, significa che è vivo, curioso, in evoluzione. Non si è seduto sui suoi successi. Questo è un pregio, non un problema.
Continui a coltivare quell'equilibrio e quella serenità che ha conquistato. Sono beni molto più preziosi di qualsiasi certificato di intelligenza.
Un caro saluto e complimenti per il coraggio di porsi domande vere.
Dott.ssa Elin Miroddi

Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda

  • La tua domanda sarà pubblicata in modo anonimo.
  • Poni una domanda chiara, di argomento sanitario e sii conciso/a.
  • La domanda sarà rivolta a tutti gli specialisti presenti su questo sito, non a un dottore in particolare.
  • Questo servizio non sostituisce le cure mediche professionali fornite durante una visita specialistica. Se hai un problema o un'urgenza, recati dal tuo medico curante o in un Pronto Soccorso.
  • Non sono ammesse domande relative a casi dettagliati, richieste di una seconda opinione o suggerimenti in merito all'assunzione di farmaci e al loro dosaggio
  • Per ragioni mediche, non verranno pubblicate informazioni su quantità o dosi consigliate di medicinali.

Il testo è troppo corto. Deve contenere almeno __LIMIT__ caratteri.


Scegli il tipo di specialista a cui rivolgerti
Lo utilizzeremo per avvertirti della risposta. Non sarà pubblicato online.
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.