salve, avrei bisogno di AIUTO al piu' presto possibile in quanto mi ritrovo con mio padre che e' aff
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salve, avrei bisogno di AIUTO al piu' presto possibile in quanto mi ritrovo con mio padre che e' affetto da parkinson da circa 10 anni da 15 giorni ha un comportamento strano, si richiude in bagno e sta' ore ed ore senza rendersene conto, mi chiede aiuto dicendomi che sta' male di aiutarlo.
Visto il momento in cui siamo capisco che nessun medico riceve i propri pazienti , ho pensato che magari fosse qualche farmaco che lui prende quindi ho provato ha contattare il suo neurologo ma si rifiuta anche a darmi delle informazioni via telefono.
Attendo vostro aiuto!!.....un figlio disperato,un padre di famiglia alla quale non puo' lasciar soffrire il suo stesso sangue!!
Visto il momento in cui siamo capisco che nessun medico riceve i propri pazienti , ho pensato che magari fosse qualche farmaco che lui prende quindi ho provato ha contattare il suo neurologo ma si rifiuta anche a darmi delle informazioni via telefono.
Attendo vostro aiuto!!.....un figlio disperato,un padre di famiglia alla quale non puo' lasciar soffrire il suo stesso sangue!!
Gentile utente pur comprendendo e accgliendo la sua accorata richiesta d'aiuto in questo momento tanto difficile per tutti non mi è chiaro se sta chiedendo csa fare con suo padre che è affetto da una malattia importante quale il Parkinson oppure un sostegno psicologico per lei stesso.
Nel primo caso dovrebbe contattare un neurologo visto che non riesce a parlare con quello di suo papà (io dire di provare a richiedere una consulenza neurologica on line) per capire se necessita di un aggiustamento dei farmaci o altro. Per quanto riguarda lei potrebbe richiedere una consulenza psicologica per riuscire ad affrontare le difficoltà che sta incontrando esasperate dalla situazione di pandemia in cui ci troviamo.
Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento o informazione.
Distinti saluti
D.ssa gemma bosco
Nel primo caso dovrebbe contattare un neurologo visto che non riesce a parlare con quello di suo papà (io dire di provare a richiedere una consulenza neurologica on line) per capire se necessita di un aggiustamento dei farmaci o altro. Per quanto riguarda lei potrebbe richiedere una consulenza psicologica per riuscire ad affrontare le difficoltà che sta incontrando esasperate dalla situazione di pandemia in cui ci troviamo.
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Gent.le Utente, comprendo la sua difficoltà e l’allarme generato da questa situazione. La malattia di Parkinson con il passare del tempo purtroppo può portare a un declino cognitivo, ossia allo sviluppo di una forma di demenza. Il declino cognitivo comporta la compromissione graduale delle funzioni cognitive (come la memoria, l’orientamento spazio-temporale, l’attenzione, il linguaggio ecc), inoltre può essere accompagnato da un’alterazione del comportamento e del tono dell’umore. È perciò possibile che il comportamento di suo padre possa essere riconducibile all’inizio di un deterioramento cognitivo, ma per averne certezza serve sicuramente una visita di approfondimento da un neurologo. Potrebbe cercare un neurologo disposto a fare una consulenza online, vista la difficoltà a svolgere le visite in questo periodo. Se ha bisogno di chiedermi altre informazioni, può prenotarsi per una consulenza online gratuita, dato che lavoro con persone affette da demenza forse potrei rispondere ad altre vostre domande. Cordiali saluti, dott.ssa Irene Capello
Buonasera, capisco il suo dispiacere nel non capire il richiamo di aiuto che suo padre le sta chiedendo e la sua impossibilità nel cercare di aiutarlo dato il momento drammatico che stiamo attraversando. Sicuramente suo padre cerca un aiuto ma data la sua malattia non lo sa spiegare, le sta mandando dei segnali chiudendosi in bagno e dicendo che sta male. Lei dovrebbe essere aiutata sia a livello medico, che psicologico. Se il neurologo che ha in cura suo padre non riesce ad aiutarla, contatti qualche altro neurologo più disponibile, inoltre potrebbe fare una seduta on-line via skype per poter elaborare il suo senso di colpa, per non poter aiutare suo padre, e prendere coscienza che in questo periodo non ne ha nessuna colpa di tutto ciò che sta succedendo, la saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli.
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Il disagio di suo padre merita certamente degli approfondimenti, anche di carattere neuropsicologico, per la determinazione dell'eventuale tipo di decadimento cognitivo in corso e quindi per l'individuazione di una terapia riabilitativa e di mantenimento ben precisa. Solitamente, questa consiste nel fare svolgere quotidianamente a suo padre, anche con l'aiuto dei familiari, degli esercizi mentali specifici, come una vera e propria palestra mentale. Oltre a contattare un altro neurologo, le consiglio quindi di contattare un neuropsicologo che possa intanto somministrare a suo padre degli strumenti psicodiagnostici specifici, così da impostare un trattamento adeguato al caso. Inoltre, un sostegno psicologico per lei, potrebbe aiutarla ad affrontare meglio questa situazione. Può contattarmi privatamente, anche per poterle fornire qualche contatto di qualche collega neuropsicologo.
Buongiorno, comprendo la sua preoccupazione. La invito a contattare il suo medico di base che conoscerà la storia clinica di suo padre e potrà fornirle informazioni ed indicazioni. Valuti con lui la possibilità di consultare un altro neurologo. In questo momento molti medici sono disponibili per un video consulto. Intanto provi a parlare con suo padre per capire come sta vivendo questo periodo di quarantena. Non conosco la sua situazione di vita, ma oggi molti anziani stanno soffrendo del fatto che la famiglia è sempre tutta a casa e loro hanno perso il loro tempo ed il loro spazio di privacy. Cordiali saluti Dottoressa Adriana Casile
Buongiorno. La malattia che affligge suo padre ha sicuramente delle ripercussioni sulla sfera psichica, aggravate dalla situazione che stiamo tutti attraversando. Sono d'accordo con la collega che ritiene utile per entrambi avere un sostegno, magari in via telematica o telefonica e non secondariamente provare a contattare un neurologo se lo specialista che ha in cura suo padre al momento è irreperibilCe.
Cordialità
Massimiliano Trossello
Cordialità
Massimiliano Trossello
Gentile utente! La situazione attuale mette tutti in condizioni di maggiore stress e chi ne risente di più è chi già vive delle condizioni di disagio. Il suo papà pur essendo portatore di una malattia come il Parkinson può risentire di questo momento, soprattutto se anche per lui sono cambiate alcune abitudini quotidiane. Il quesito che lei riporta è un legittimo sfogo al quale rispondo dicendo di disgiungere le due situazioni. Da una parte dovrebbe chiedere posologia, farmaco, effetti collaterali al neurologo che ha in cura il suo papà. Se come lei ha detto non si è mostrato disponibile può munirsi della cartella clinica personale con tutti i dati e rivolgersi ad un altro specialista dello stesso ramo. Per quanto riguarda la sua disperazione, di fondo c'è probabilmente un vissuto di impotenza per volere aiutare di più suo padre. A lei dico di rivolgersi ad uno di noi per un sostegno psicologico anche a distanza, in modalità online. Le sarebbe di certo di aiuto.
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott.ssa Valeria Randisi
Salve,
assistere una persona con il Parkinson non è semplice e posso solo immaginare come si sente in questo momento. Intanto provi a contattare un altro neurologo, magari più disponibile,in questo periodo di emergenza, a dare informazioni al telefono. Poi per lei chieda un sostegno psicologico da un terapeuta nella sua zona che faccia consulenza on line.
Saluti.
assistere una persona con il Parkinson non è semplice e posso solo immaginare come si sente in questo momento. Intanto provi a contattare un altro neurologo, magari più disponibile,in questo periodo di emergenza, a dare informazioni al telefono. Poi per lei chieda un sostegno psicologico da un terapeuta nella sua zona che faccia consulenza on line.
Saluti.
Buongiorno. È probabile che sia in atto una fase discendente della malattia. È altresi un'ipotesi plausibile che suo padre abbia problemi di tipo organico. Spessimo i pz con parkinson hanno patologie correlate alla malattia di cui nn sanno dare spiegazioni ai loro caregiver (banalmente un'infezione alle vie urinarie o stipsi ). Ha fatto caso alle evacuazioni, se per caso risultano un problema in questi 15 giorni? Le suggerisco di mettersi in contatto con l'Associazione Parkinson Italia e contemporaneamente con il medico di famiglia. Lavoro da 20 anni con le patologie dementigene e spesso ho visto disturbi comportamentali spiegati da infezioni urinarie o disturbi gastrointestinali, più che da elementi emotivi!
Buongiorno, mi spiace per la situazione che sta vivendo. Per quanto riguarda la salute di suo padre le consiglio di contattare al più presto un altro neurologo disponibile a valutare la terapia farmacologica di suo padre. per quanto concerne invece il suo stato emotivo nei confronti di suo padre la invito se volesse a contattarmi per una consulenza online. Resto a disposizione per qualsiasi dubbio o chiarimento in merito. Cordialmente Dott.ssa Alice Braghieri.
Una patologia, quella di suo padre, che va seguita dal medico, considerati gli aspetti degenerativi. Anche qui, su miodottore, ci sono specialisti neurologi, che danno la loro disponibilità a visitare attraverso consulti on line, in questo periodo di emergenza corona virus.
Inoltre sarebbe opportuno che il familiare più vicino al sostegno di un parente malato possa essere sostenuto. La gestione di una persona con Parkinson e’ complessa e il livello di stress che si cumula può essere notevole.
Sarebbe auspicabile che possa intraprendere alcuni colloqui psico terapeutici che possano sostenerla in questo periodo della sua vita e permetterle di vivere nella relazione con suo padre anche momenti di maggiore serenità e accettazione.
Sono a sua disposizione
Inoltre sarebbe opportuno che il familiare più vicino al sostegno di un parente malato possa essere sostenuto. La gestione di una persona con Parkinson e’ complessa e il livello di stress che si cumula può essere notevole.
Sarebbe auspicabile che possa intraprendere alcuni colloqui psico terapeutici che possano sostenerla in questo periodo della sua vita e permetterle di vivere nella relazione con suo padre anche momenti di maggiore serenità e accettazione.
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Gentile utente, la malattia di Parkinson comporta una degenerazione cognitiva, con conseguenze emotivo-comportamentali. Il comportamento di suo padre potrebbe essere la manifestazione di un peggioramento della patologia o di una difficoltà ad adattarsi e reagire, verosimilmente alla situazione di restrizione che stiamo vivendo a causa dell'emergenza da COVID-19. Le consiglio di contattare in prima di tutto il neurologo per valutare la terapia farmacologia, inoltre può contattarmi tramite un video consulto per un supporto nella gestione delle difficoltà neuropsicologiche e cognitive-comportamentali. Un cordiale saluto Antonella
Gentilissimo utente, comprendo benissimo le difficoltà che incontra per la malattia di suo padre. La patologia del morbo di Parkinson è una patologia complessa e può modificarsi nel tempo. Nel caso di suo padre come lo sta descrivendo bisogna rivedere il piano terapeutico cercando un nuovo neurologo disponibile ad aiutarlo, partendo dalla sua cartella clinica che è in vostro possesso. In seguito sarebbe opportuno che lei si rivolgesse ad uno psicoterapeuta anche per via online per sostenerla in questo momento particolare, per poter gestire meglio questo momento difficile per lei. Cordiali saluti
gent.mo
grazie di aver condiviso con noi la sua situazione.
quanto ho letto mi rimanda una richiesta di aiuto per lei in primis e poi per la sua situazione di suo padre. Deve imparare a gestire sia emotivamente che a livello comportamentale la patologia di suo padre. la malattia di Parkinson comporta una degenerazione cognitiva con conseguenze emotivo-comportamentali. L'emergenza da COVID-19 che ci costringe a star chiusi in casa, riduce le stimolazioni ambientali utili a livello cognitivo che con le dovute strategie e metodiche si possono riprodurre a casa. è importante che si faccia seguire da uno/a psicoterapeuta sia per accettare anche il cambiamento di suo padre, gestione dello stesso e attuazione di metodiche giuste . se le posso esser d'aiuto mi contatti anche per ulteriori chiarimenti.
Cordiali saluti
Dott.ssa Pecora
grazie di aver condiviso con noi la sua situazione.
quanto ho letto mi rimanda una richiesta di aiuto per lei in primis e poi per la sua situazione di suo padre. Deve imparare a gestire sia emotivamente che a livello comportamentale la patologia di suo padre. la malattia di Parkinson comporta una degenerazione cognitiva con conseguenze emotivo-comportamentali. L'emergenza da COVID-19 che ci costringe a star chiusi in casa, riduce le stimolazioni ambientali utili a livello cognitivo che con le dovute strategie e metodiche si possono riprodurre a casa. è importante che si faccia seguire da uno/a psicoterapeuta sia per accettare anche il cambiamento di suo padre, gestione dello stesso e attuazione di metodiche giuste . se le posso esser d'aiuto mi contatti anche per ulteriori chiarimenti.
Cordiali saluti
Dott.ssa Pecora
Capisco la sua sofferenza, e allo stesso tempo mi complimento con lei per lo slancio amorevole che dimostra, le fa onore! Lei ha solo bisogno di acquisire idee e strumenti pratici per gestire al meglio la situazione: strumenti per se stesso, per gestire il suo stato interiore e strumenti per aiutare gli altri (in questo caso suo padre).
Salve, capisco la sua sofferenza e non essendo un neurologo non posso dirle se il suo comportamento é sintomo del degeneramento neurologico tipico di questa malattia o qualche effetto collaterale di qualche farmaco. Le consiglio di insistere con il neurologo in quanto é suo diritto essere seguito dal suo medico anche (e soprattutto) in un momento del genere.
Le auguro il meglio
Le auguro il meglio
Buongiorno, capisco la complessità della situazione e tutto quello che una malattia degenerativa come il Parkinson comporta nel tessuto familiare più esteso, soprattutto in questo momento.
Le consiglio di rivolgersi al medico di base ed eventualmente di contattare un altro neurologo. Per quanto riguarda lei le posso consigliare di documentarsi sulla gestione psicologica dei familiari che si occupano di parenti affetti da queste malattia. Nello specifico, potrebbe esserle utile vedere se ci sono dei gruppi di confronto che discutono insieme le loro difficoltà in merito a questa gestione dei familiari.
Un cordiale saluto.
Dott.ssa Alice Bianchi.
Le consiglio di rivolgersi al medico di base ed eventualmente di contattare un altro neurologo. Per quanto riguarda lei le posso consigliare di documentarsi sulla gestione psicologica dei familiari che si occupano di parenti affetti da queste malattia. Nello specifico, potrebbe esserle utile vedere se ci sono dei gruppi di confronto che discutono insieme le loro difficoltà in merito a questa gestione dei familiari.
Un cordiale saluto.
Dott.ssa Alice Bianchi.
Salve, le consiglio di contattare un neurologo disposto ad esaminare di persona la situazione di suo padre, cosicché possa valutare cosa prescrivergli e come aiutarlo in questo momento difficile.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Buona giornata.
Dott. Fiori
Salve, trovo opportuno suggerirle di contattare un neurologo.
Un saluto,
MMM
Un saluto,
MMM
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo e della difficoltà che sta vivendo. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Sebbene capisca le difficoltà nel reperire informazioni dal suo neurologo, ti invito a considerare, se la situazione dovesse peggiorare, di contattare i servizi di emergenza per avere un supporto immediato. Nel frattempo, potrebbe essere utile cercare un confronto anche con altri membri della famiglia o con un professionista specializzato in neuropsicologia, che possa offrirti un supporto sia per tuo padre che per te in questo momento di grande stress.
Come ti senti al pensiero di condividere ulteriormente queste preoccupazioni con un professionista che possa aiutarti a esplorare tutte le opzioni? Sono qui per ascoltarti e aiutarti a trovare la via migliore per affrontare questa sfida.
Come ti senti al pensiero di condividere ulteriormente queste preoccupazioni con un professionista che possa aiutarti a esplorare tutte le opzioni? Sono qui per ascoltarti e aiutarti a trovare la via migliore per affrontare questa sfida.
Capisco profondamente la sua angoscia e la sensazione di impotenza che sta vivendo in questo momento così delicato. Essere testimone della sofferenza di un genitore, specie quando si tratta di un padre affetto da una malattia neurodegenerativa come il Parkinson, può generare un mix di emozioni difficili da sostenere: paura, senso di urgenza, frustrazione e, come lei scrive, disperazione. Da quello che racconta, suo padre sta manifestando un cambiamento nel comportamento che è molto significativo: il fatto che si isoli in bagno per ore senza percezione del tempo, che chieda aiuto verbalizzando un malessere confuso, e che appaia smarrito, sono segnali che meritano attenzione clinica urgente. Questi episodi potrebbero indicare una possibile alterazione dello stato cognitivo o dell'umore, magari legata a una variazione della malattia stessa, a un effetto collaterale farmacologico o anche a un disturbo neuropsichiatrico secondario. Nei pazienti con Parkinson, purtroppo, non è raro osservare anche fenomeni di tipo psichiatrico, come episodi confusionali, deliri o disturbi dell’umore, specialmente se i farmaci dopaminergici non sono bilanciati correttamente. La sua intuizione di contattare il neurologo è stata molto corretta. Comprendo il suo sconforto nel non ricevere risposte, ma le suggerisco con fermezza di insistere: magari provando a scrivere una mail dettagliata o contattando la segreteria dell’ambulatorio per chiedere un consulto anche da remoto. Esistono oggi diverse modalità di telemedicina, anche nel servizio sanitario pubblico, pensate proprio per situazioni simili alla vostra. Nel frattempo, provi a monitorare con attenzione il comportamento di suo padre, annotando orari, durata degli episodi, livello di coscienza, linguaggio, variazioni nel sonno o nell’appetito, e qualsiasi altro elemento che possa essere utile a un medico. Questo diario clinico può essere un supporto prezioso per orientare la valutazione, anche a distanza. Dal punto di vista psicologico, è importante che lei possa contare su una rete di supporto, anche minima. Essere il punto di riferimento principale per un genitore malato è una responsabilità che, senza sostegno, può diventare insostenibile. Se ha familiari, amici fidati o un medico di base disponibile, li coinvolga. E se sente che il carico emotivo diventa troppo pesante, non esiti a rivolgersi a uno psicologo, anche per una consulenza online, per poter trovare uno spazio in cui alleggerire il peso emotivo che sta portando. Il fatto che lei stia cercando aiuto con tanta determinazione mostra quanto tenga a suo padre. La sofferenza che esprime non è debolezza, ma amore profondo. E proprio per questo, è importante che anche lei si prenda cura di sé, perché per aiutare davvero chi si ama, bisogna anche proteggere le proprie risorse psicologiche. Non perda la speranza. Anche nelle situazioni più complesse, con i giusti riferimenti e un po’ di orientamento, si possono trovare strade percorribili. Continui a cercare un contatto medico, magari anche presso il pronto soccorso se il comportamento di suo padre dovesse peggiorare o apparire pericoloso per sé o per gli altri. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Caro utente,
il parkinson è una malattia neurodegenerativa che porta quindi ad un peggioramento non solo fisico ma anche cognitivo. In primis bisogna contattare il neurologo e prendere appuntamento per una visita, in studio o a domicilio, in modo che possa vedere l'avanzamento della malattia di suo padre e di conseguenza aggiustare il dosaggio dei medicinali. In secondo luogo sarebbe utile attrezzare la casa in modo che non possa diventare pericolosa per il paziente, quindi ad esempio togliere le chiavi dalle porte così che non possa chiudersi dentro al bagno da solo delle ore e non poter intervenire qualora stesse male. In ultimo, ma non meno importante, la vicinanza dei famigliari come supporto oggettivo ma anche emotivo in cui ci si impegna a non far sentire sbagliata la persona cara, ma anzi a trovare un modo insieme a lei per farla stare il più serena possibile anche a livello psicologico. La salute mentale dei familiari però non deve essere trascurata, perchè il Parkinson essendo una malattia molto lunga e con un decadimento a 360gradi, spesso porta il famigliare/caregiver in forti condizioni di stress e stanchezza, simili al bournout, e dunque è importante che quest'ultimo abbia anche spazio e tempo per sè in modo da caricare le batterie.
Spero di averle detto qualcosa che possa aiutarla.
Un caro saluto
Dott.ssa Claudia Fontanella
il parkinson è una malattia neurodegenerativa che porta quindi ad un peggioramento non solo fisico ma anche cognitivo. In primis bisogna contattare il neurologo e prendere appuntamento per una visita, in studio o a domicilio, in modo che possa vedere l'avanzamento della malattia di suo padre e di conseguenza aggiustare il dosaggio dei medicinali. In secondo luogo sarebbe utile attrezzare la casa in modo che non possa diventare pericolosa per il paziente, quindi ad esempio togliere le chiavi dalle porte così che non possa chiudersi dentro al bagno da solo delle ore e non poter intervenire qualora stesse male. In ultimo, ma non meno importante, la vicinanza dei famigliari come supporto oggettivo ma anche emotivo in cui ci si impegna a non far sentire sbagliata la persona cara, ma anzi a trovare un modo insieme a lei per farla stare il più serena possibile anche a livello psicologico. La salute mentale dei familiari però non deve essere trascurata, perchè il Parkinson essendo una malattia molto lunga e con un decadimento a 360gradi, spesso porta il famigliare/caregiver in forti condizioni di stress e stanchezza, simili al bournout, e dunque è importante che quest'ultimo abbia anche spazio e tempo per sè in modo da caricare le batterie.
Spero di averle detto qualcosa che possa aiutarla.
Un caro saluto
Dott.ssa Claudia Fontanella
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