Salve a tutti. Vorrei chiedere consigli sulla mia relazione con un ragazzo che soffre di disturbo bi

16 risposte
Salve a tutti. Vorrei chiedere consigli sulla mia relazione con un ragazzo che soffre di disturbo bipolare misto. E' la prima volta che faccio una domanda del genere in un forum, ma sono perfettamente consapevole del fatto che questo argomento presenti tantissime sfaccettature e di conseguenza è più che difficile offrire adeguato supporto tramite chat. Ma ci provo comunque.
Siamo insieme da tre anni e sin dai primi giorni di frequentazione lui è stato chiaro sul suo disturbo (di cui io avevo raramente sentito parlare nella vita) e ho accettato di impegnarmi a capire quotidianamente cosa comportasse questa condizione e come si manifestasse. Tante volte ho temuto di non riuscire ad essere in grado di sostenerla, ma col suo supporto e il suo affetto siamo andati avanti. Non è mai stato caratterialmente quel tipo di persona che sprigionasse riconoscenza da tutti i pori, ma ultimamente soprattutto si comporta come se tutto gli fosse dovuto, come se ad ogni suo momento di malessere sia scontato che io ci sia, come se ad ogni sua richiesta debba necessariamente esserci risposta affermativa da parte mia. E il tutto senza che mi sentissi mai dire “grazie, per esserci, per sostenermi, per lasciare sempre tutto per stare con me”. Come se avessi messo la firma su un contratto su cui c’è scritto “Lui ha il disturbo. Tu sei tenuta a soccorrerlo e i ringraziamenti non sono dovuti”. Non ho bisogno di sentirmi riconosciuta per gli sforzi che faccio, ma ho timore che non stia riuscendo più a capire quali siano i tratti caratteriali e quali invece della patologia, e fin dove arriva il limite del mio ruolo da “compagna” e dove comincia il ruolo della “crocerossina”. Vorrei anche trovare le parole per esprimere a lui questo mio disagio, perchè so quanto la comunicazione aperta sia importante, ma in questo caso ho paura di risultare poco cortese e anzi urtare la sua (già delicatissima) sensibilità col rischio di “sminuire” il disturbo. Cosa suggerite?
Grazie a tutti
Buongiorno, la situazione è complessa ed ha ragione nell'affermare che le dinamiche legate al disturbo bipolare possono essere molto sfaccettate e delicate. La sua volontà di cercare consigli e di comprendere meglio come navigare in questa relazione riflette un grande senso di empatia e impegno. Mi viene in mente che potrebbe essere utile prendere in considerazione alcuni suggerimenti che potrebbero sostenerla in questa fase:

Comprendere più possibile il disturbo: Conoscere i dettagli specifici di questa condizione può aiutarla a distinguere tra comportamenti influenzati dal disturbo e tratti caratteriali personali. Ciò può anche dare una prospettiva più chiara su cosa aspettarsi e come reagire in modo costruttivo.

Comunicare apertamente:
Esprimere i propri sentimenti con onestà e sensibilità Scegliendo un momento in cui entrambi siete calmi e non sotto pressione per discutere dei propri sentimenti. Potrebbe iniziare con frasi che riflettano la sua preoccupazione e il suo amore per lui, come "Mi sta molto a cuore il nostro rapporto e il tuo benessere, ma ho bisogno di parlarti di come mi sento ultimamente...".
Usare la comunicazione assertiva evitando di incolparlo per il suo comportamento ma esprimendo come la fanno sentire certe situazioni. Ad esempio, potrebbe dire: "Mi sento trascurata quando non viene riconosciuto il mio sostegno" invece di "Non mi ringrazi mai".

Stabilire Confini chiari e sani: è fondamentale per la sua salute mentale stabilire limiti chiari su cosa è disposta a fare e cosa no. Questo non significa amare di meno ma proteggere il suo benessere.
Essere chiara sulle proprie esigenze comunicando le proprie esigenze e limiti in modo chiaro. Ad esempio: "Ho bisogno di sentirmi apprezzata e supportata nella nostra relazione".

Cercare supporto esterno: consideri la terapia di coppia come possibilità di aiutare entrambi a superare le sfide della relazione in modo più efficace attraverso strumenti che possano migliorare la comunicazione e la comprensione reciproca.
Può anche valutare un supporto individuale per lei, potrebbe infatti essere utile avere uno spazio tutto suo per esplorare i propri sentimenti e trovare strategie per gestire lo stress e la fatica emotiva.

Mantenere la propria autonomia prendendosi cura di se stessa. È fondamentale non perdere di vista le sue passioni, i suoi interessi e le sue relazioni al di fuori della coppia. Avere una vita equilibrata può essere di aiuto per mantenere la sua identità e il suo benessere.

Ricordi che la tua salute mentale e fisica è altrettanto importante e cercare un equilibrio sano tra supporto e autocura è essenziale.

Buona fortuna

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Gentile utente, capisco che essere vicino affettivamente ad una persone che ha un problema mentale non sia sempre così facile. E' naturale e umano che lei provi dei momenti di sconforto e vorrebbe maggiore comprensione. La comunicazione è un mezzo importante che abbiamo a disposizione e che è giusto esercitare per esprimere il nostro bisogno e pensiero. La comunicazione efficace parte sempre parlando in prima persona, esprimendo il proprio vissuto e ascoltando quello del nostro interlocutore. Successivamente si cerca insieme di trovare delle nuove strategie che vadano bene ad entrambi, questo è il compromesso.
Potrebbe prendere in considerazione l'idea di intraprendere un percorso di crescita personale che l'aiuti a migliorare questi aspetti di sé.
Se ha delle perplessità m può contattare anche online, sarà mia premura risponderle.
Dott.ssa Melania Filograna
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buon giorno, la ringrazio per aver portato qui le sue difficoltà in coppia, le diagnosi a volte creano un alibi 'siccome sono così, non posso controllarmi e quella che invece deve mediare sei tu' è un pò quello che le sta dicendo implicitamente il suo partner, sicuramente comunicare con lui usando la prima persona 'io mi sento...ecc..', anziche 'tu sei, o tu fai..' è più efficace a livello comunicativo, ma vorrei anche soffermarmi su di lei. Lei parla di tendenza a fare la crocerossina, sarebbe interessata approfondire questa sua caratteristica? Magari nella sua vita ha già dovuto assistere ed aiutare qualcuno..., ha già fatto queste riflessioni?
Come si sente in questo ruolo? Queste potrebbero essere alcune possibili riflessioni. Spero di esserle stata utile, per ulteriori approfondimenti sono disponibile anche on line, le auguro di trovare il giusto equilibrio personale e di coppia, un abbraccio.
Buongiorno. Come ha scritto anche lei, il disturbo bipolare è molto complesso, come complesse e delicate risultano esserne gli aspetti relazionali. Dalle sue parole, sembra che si stia chiedendo su come e quanto possa avvicinarsi a lui e vivere la vostra relazione d'amore, senza cadere in dinamiche di codipendenza. Lavorando con familiari di persone con diverse psicopatologie, consiglio sempre di intraprendere un percorso di conoscenza e crescita personale, al fine, non solo di poter gestire gli aspetti concreti del disturbo dei loro cari, ma anche per capire come vivere la reazione in termini soddisfacenti, senza dimenticare se stessi e il proprio benessere.
Cordialmente
Francesca Carubbi
Salve, immagino non sia facile affrontare quello che sta vivendo in questa relazione. Come dice è importante che la comunicazione sia aperta tra di voi e, pur capendo la difficoltà di parlargli, credo che sia l'unico modo per far capire al suo compagno come si sente e che questo scambio potrebbe aiutarvi ad avvicinarvi anziché allontanarvi. Ovviamente dipende anche molto da come la affronterà lui. Sarebbe utile pere lei confrontarsi con qualcuno per riuscire a costruire una riflessione su se stessa e sulla sua relazione con una persona che soffre di un disturbo
psichiatrico. Spero di averle dato degli spunti. Cari saluti
Buongiorno,
Consideri il passo importante che ha già fatto, ovvero quello di diventare consapevole della possibilità che lei ricada in un ruolo esclusivo di "crocerossina" (situazione frequente, laddove si è, in qualche modo, costretti ad assumere la posizione di caregiver nei confronti di qualcuno di caro che non sta bene) e del pericolo connesso che possa trascurare i suoi bisogni.
Invece, è di fondamentale importanza che entrambe i membri della relazione siano sufficientemente riconosciuti nei bisogni personali.
Una comunicazione chiara e sincera su questo tema è allora fondamentale; consideri come esistono strategie di comunicazione col fine preciso di evitare quello che lei teme (dunque, che lui possa sentirsi attaccato), ad esempio impostando le frasi in modo da esaltare sempre l'importanza del suo personale punto di vista e sentimenti, ma al tempo stesso mostrandosi comprensiva ed accettante nei confronti di quelli dell'altro.
Altrimenti, un percorso di terapia di coppia potrebbe essere utile ad entrambe, al fine di chiarire e risolvere le difficoltà che inevitabilmente si creano, soprattutto quando una relazione rischia di imporsi fin dall'inizio a carattere asimmetrico.

Sperando di esserle stata d'aiuto,
Dott.ssa Elisa Folliero
Buongiorno, capisco che il suo legame sia complicato e per quanto riguarda il disturbo bipolare può trovare tutta la letteratura che desidera. Credo però che sia più consigliabile per lei occuparsi della sua rabbia, che forse ha a che fare con il ruolo di "crocerossina" che ha abbracciato fino ad oggi, ma di cui immagino stia mettendo in dubbio il valore.
Chieda un consulto ad una/uno psicoterapeuta per chiarire le questioni che riguardano lei stessa.
Un caro saluto
Dott.ssa Cristina Villa
Buongiorno,
lei è portatrice di una istanza di coppia ed è in un percorso di coppia che potrebbero esser affrontate le problematiche qui riportate. Ne parli con il suo compagno, sarebbe un occasione evolutiva per entrambi.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, gentile utente. Le sue domande potrebbero essere affrontate in un contesto protetto come quello di una consulenza di coppia, dove poter mettere a fuoco le tematiche, che, attraverso un terapeuta, potrebbero essere successivamente approfondite in un percorso sia di coppia che separatamente in un percorso individuale. Ritengo che il supporto per entrambi sia fortemente consigliato per la gestione di una vita assieme.
Buonasera
Situazione complessa che coinvolge direttamente chi gli sta vicino mettendo a dura prova la stabilità non solo della relazione ma anche delle persone che gli vogliono bene.
Più che domandarsi cosa sia meglio per lui ecc o per se stessa in funzione di lui, io mi domanderei come lei sta in questa relazione, cosa vive, cosa prova, se è’ felice, annoiata, arrabbiata, impaurita o altro. Se si sente libera di comportarsi ed esprimersi oppure sottomessa ad un gioco di ‘crocerossina’.
Io mi farei aiutare . Farei io stessa un percorso psicoterapeutico. Questo potrà orientarla verso i suoi bisogni e i suoi desideri e soprattutto le dinamiche che la portano a relazionarmi in questa situazione
Un saluto caro
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Buongiorno, comprendo la difficoltà ad affrontare una situazione così delicata e la "protezione" che sta attuando nei confronti del suo compagno denota la sua profonda sensibilità ed empatia, oltre che dei sentimenti molto forti nei suoi confronti.
Al tempo stesso leggo un suo malessere collegato a dei comportamenti che arrivano da lui che in parte come lei stessa dice potrebbero essere collegati anche al suo carattere, al suo modo di approcciarsi all'altro o di "godere" inconsciamente dei cosiddetti "vantaggi secondari" di una patologia dove si ha difficoltà a vedere l'altro.
Le suggerisco di prendere in considerazione ciò che lei prova e di parlane con il suo compagno poiché potrebbe essere un momento di crescita per entrambi attraverso l'aiuto di un terapeuta di coppia.
Un saluto.
Dott.ssa Tiziana Di Fazio
Buongiorno, potrebbe non essere così facile rispondere alla sua domanda o per lo meno capire il da farsi. In certi casi l'amore non basta, quindi se il disturbo oltrepassa una certa soglia di gravità, come mi sembra essere questo il caso, lei potrebbe non capire più se è la compagna o un'assistente del percorso di cura. A questo punto la questione potrebbe essere non tanto quella di capire meglio il disturbo ma cercare di capire se le va bene accettare il ruolo che le si sta designando. Non è possibile infatti scindere la patologia dalla persona ed è con questo che deve fare i conti. Situazioni di questo tipo possono facilmente mandare in crisi anche chi è armato delle migliori intenzioni. Non esiti a richiedere una consulenza più approfondita per capire meglio il da farsi.
Gentile utente, mi sembra importante che ora sia lei in primo piano a valutare i suoi bisogni e la sua posizione nella coppia. Per quanto le faccia onore il suo fare accogliente e comprensivo nei confronti del partner, credo sia utile anche esplorare la sua visione di coppia, la vostra visione di coppia e se ci sono le risorse perchè entrambi la possiate coltivare serenamente, senza cadere nel rischio di pensare che uno ha più bisogno dell'altro (oserei dire anche in presenza di una diagnosi) o che la delicatezza che pensa debba essere riservata all'altro non sia la stessa identica che vada riservata a lei. Spero possa trovare la sua strada in questa situazione, anche attraverso un percorso di terapia personale. Un caro saluto
Salve, affronti questa situazione difficile e dolorosa non da sola ma con uno psicoterapeuta che la possa supportare in questo momento. A volte è difficile stare vicino alle persone e il disturbo bipolare crea problemi relazionali di vario tipo. Si assicuri che il suo partner sia seguito farmacologicamente e psicologicamente e poi cerchi aiuti per sé se vuole continuare a stargli vicina.
Buonasera, credo che il suo malessere nasca dal sentire, ad un qualche livello, che i suoi confini di persona che ha i propri bisogni e necessità di scambi amorevoli, siano stati travalicati. Lecita, dunque, la domanda che si pone su dove finisca il suo ruolo di crocerossina e dove inizi quello di compagna. Ci sarebbe anche da capire quanto il suo uomo si identifichi con il ruolo di "malato". Ovviamente impossibile dare risposte più precise in questa sede, ma mi pareva utile per lei sottolinearle le mie impressioni, sperando che possano stimolarla ad una riflessione e, perché no, ad un'eventuale approfondimento con un professionista.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi

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