Salve a tutti Soffro di attacchi di panico saltuari da molti anni ma grazie alla terapia breve sono

20 risposte
Salve a tutti
Soffro di attacchi di panico saltuari da molti anni ma grazie alla terapia breve sono riuscita sempre a gestirli. Due settimane fa al mare faceva troppo caldo e non mi sono sentita "al sicuro" in mezzo a quella spiaggia così selvaggia e ho cominciato a vomitare e tremare.Da quel giorno ho iniziato ad avere pensieri negativi sopratutto riguardanti il mio rientro in ufficio e il prendere la metropolitana ( continuavo a pensare di avere attacchi di panico in ogni luogo che per anni ho sempre evitato in passato ) . E come una profezia che si autoavvera ecco che rientro dalle ferie ,prendo la metropolitana e vado in ufficio per due giorni con tanta ansia , stomaco chiuso e capogiri .Questo ha acceso la mia ansia al massimo eadesso mi ritrovo a pensare che non voglio più tornare in ufficio o usare mezzi ma al tempo stesso sento quella irrefrenabile forza di dover affrontare tutto questo solo che sto troppo in ansia.Talmente tanto che sono due giorni che tremo ,vomito e mi batte il cuore al solo pensiero di prendere quella metro o incontrare i colleghi che adoro . Non so a chi chiedere aiuto se a uno psichiatra ( premessa: assumo dropaxin da 10 anni) o rifare la terapia breve strategica...oppure affrontare tutto e vedere se questa ansia anticipatoria scompare da sola anche perché se non vado in ufficio perdo il lavoro e questo mi crea ancora più ansia
Grazie in anticipo per i vostri consigli
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Buonasera,
dalle sue parole emerge come la paura sia diventata più forte non tanto nei fatti, ma nell’attesa di ciò che “potrebbe” accadere. Mi colpisce che lei dica di sentire “quella irrefrenabile forza di dover affrontare tutto” e allo stesso tempo il desiderio di fuggire: è più stancante resistere alla paura… o continuare a darle ragione evitandola?
E ancora: se davvero fosse solo questione di “aspettare che passi da sola”, perché oggi è qui a chiedere aiuto? Forse la vera scelta è tra lasciare che la paura decida al posto suo o iniziare a decidere lei come affrontarla.
Rimango a disposizione per ulteriori dubbi o chiarimenti.
Dott.ssa Francesca Gottofredi

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Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Serena Labanca
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Padula
Ciao, grazie per aver condiviso la tua esperienza, non è facile parlare di queste cose.
Quello che stai vivendo non è raro tra chi ha già avuto episodi di attacchi di panico: si tratta, come hai intuito bene tu, di ansia anticipatoria che rischia di riattivare il circolo vizioso della paura di avere paura e la sensazione di non avere via d’uscita può essere devastante. Il fatto che tu abbia già affrontato attacchi di panico in passato con successo dimostra che hai già dentro di te delle risorse e strategie che funzionano, Le ricadute succedono anche nei percorsi più solidi e sono spesso scatenate da eventi stressanti, questo non significa che tu sia tornata indietro; inoltre hai detto che assumi Dropaxin da dieci anni e quindi potrebbe essere utile un confronto con uno psichiatra. Visto che hai già avuto ottimi risultati con questo tipo di approccio, ha molto senso riprenderlo. Potresti aver bisogno anche solo di qualche seduta per ritarare le strategie, gestire l’ansia anticipatoria e rompere il ciclo evitante che si sta riattivando. E' possibile costruire insieme una piccola mappa strategica su come affrontare gradualmente la metro, l'ufficio e l'ansia anticipatoria; elaborare degli esercizi di esposizione controllata, se e quando ti sentirai pronta; parlare di strategie brevi da usare nei momenti di picco, come la “tecnica della peggiore fantasia”, il “dialogo strategico” o il “respiro quadrato”.
Resto a disposizione
Saluti
Dott.ssa Serena Labanca
Dott.ssa Virginia Vazzoler
Psicoterapeuta, Psicologo
Treviso
Questa sua condivisione è molto importante. la terapia breve strategica le ha dato sicuramente degli strumenti per poter affrontare e gestire gli attacchi di panico in passato. Ora, come accennato da lei, potrebbe pensare di affrontare questo vissuto attraverso un percorso che vada a comprendere i significati e capire cosa è autentico per lei. Rimango a disposizione, dott.ssa Virginia Vazzoler
Dr. Sergio Johannes
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Roma
ciao, è brutto non sentirsi al sicuro e in particolare, parole tue, in una spiaggia che hai sentito selvaggia. usi la terminologia tipica delle breve strategica (che conosco bene, avendo letto molti libri e partecipato a diversi convegni di nardone visto che la mia compagna è breve strategica) e infatti è tra le tue opzioni anche se in realtà non ti ha permesso di risolvere, ma come racconti di gestire. in realtà aggiungi che da 10 anni ti aiuti col dropaxin che forse sta perdendo un pò il suo effetto. dal punto di vista del modello psicodinamico contemporaneo che utilizzo, una terapia considerata comunque medio/breve, gli attacchi di panico sono solo l'effetto finale di qualcosa che ha le sue radici nel tuo passato (che ha a che fare con le separazioni) e che sei riuscita, immagino con impegno e fatica, a tenere da parte fino ad ora. se vuoi puoi guardare qualche video a riguardo sul mio profilo.
a prescindere da come ti muoverai, ti mando un grande in bocca al lupo!
Dott.ssa Maria Betteghella
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Salerno
Salve, la prima domanda è se la sua assunzione di dropaxin è supervisionata, oppure in modalità fai da te. Ha iniziato l'assunzione da sola o a seguito di una visita?
Solo dopo aver chiarito questo punto, può pensare eventualmente di iniziare un nuovo percorso di terapia (strategica, o non strategica).
Un caro saluto
Dott. Stefano Ventura
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Gentile Amica,
gli attacchi di panico sono un disturbo davvero debilitante! E lei sta di nuovo attraversando questa prova. Mi spiace molto! Innanzitutto, ci tengo a dirle che benché l'esperienza sia terribile, nessuno mai è morto o è stato danneggiato seriamente da un attacco di panico. Il peggio che accade è che dobbiamo aspettare che passino, perché passano sempre.

Le direi di tornare a fare quello che in prima battuta ha funzionato! Oppure provare l'approccio cognitivo comportamentale.

con i migliori auguri,
dr. Ventura
Dott.ssa Iulia Murrocu
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Salve, il tema dominante è l’ansia e, pur avendo avuto giovamento per un buon periodo con strategie efficace apprese con la terapia breve, quell’equilibrio si è rotto ed è seguito un periodo molto difficile che dura ancora.
Consiglio un consulto da uno psichiatra che possa eventualmente valutare la modifica della terapia, e contemporaneamente sarebbe d’aiuto un percorso a indirizzo psicoanalitico, non breve, che sia mirato alla cura degli aspetti legati a questa ansia paralizzante.
Le auguro di trovare una via di soluzione alla sua sofferenza.
Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Salve, ciò che sta vivendo è un quadro molto comune nei disturbi da attacchi di panico con agorafobia, dove l’ansia anticipatoria prende il sopravvento, bloccando anche situazioni gestibili in passato. L’episodio al mare può aver riattivato una sensazione profonda di perdita di controllo e il corpo, come spesso accade, ha cominciato a rispondere con segnali intensi come vomito, tremori e tachicardia. Il fatto che senta “l’irrefrenabile forza di affrontare tutto” è un segnale sano: nonostante il malessere, non ha perso la motivazione ad agire. È però importante che non si senta sola in questo percorso. Le suggerisco di non affrontarlo da sé, ma di rivolgersi quanto prima a uno psicologo psicoterapeuta, magari con approccio integrato tra terapia breve strategica e tecniche di Mindfulness, che possono aiutarla a gestire l’ansia nel corpo prima che nella mente.
Riguardo al farmaco, essendo in cura con Dropaxin da anni, è fondamentale che si confronti con il suo psichiatra di riferimento per valutare l’eventuale riadattamento del trattamento, dato il ritorno dei sintomi. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore,

dagli attacchi di panico si guarisce con l'ausilio integrato di farmacoterapia e psicoterapia. Si apra alla possibilità di iniziare un percorso psicologico che lavori un po' più nel profondo, vedrà che con il tempo potrà aiutarla ad uscire dalla morsa dei suoi sintomi.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott. Matteo Mossini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Parma
Buongiorno, suggerirei un supporto farmacologico nell'immediato per tamponare e farle riprendere confidenza ma affiancherei da subito un percorso psicoterapeutico.
Prof.ssa Laura Volpini
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno, in genere per questo tipo di problema è virtuoso assumere in fase di acuzie una leggera terapia farmacologica prescritta da uno psichiatra e parallelamente svolgere una psicoterapia che integri l'approccio strategico breve, che è utile per rimettere il sintomo, ma non approfondisce le dinamiche sottostanti a questo, con un approccio di tipo strategico integrato o interattivo cognitivo, che permette di affrontare i conflitti interiori che sostengono il sintomo.
Dott.ssa Valentina Penati
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno, come sa l'ansia è quell'emozione che "sale" quando anticipiamo la presenza di un pericolo o una minaccia. L'esperienza di caldo ha innescato una percezione di fragilità fisica (tipica nei soggetti ansiosi) producendo sensazioni somatiche che spesso sono sovrapponibili al panico (durante l'estate sui giornali si trovavano molti articoli che lo spiegavano) e facendo riemergere la paura anticipatoria che qualcosa di brutto possa succedere muovendosi nel mondo. A quel punto ha iniziato a rimuginare, cioè a rigirarsi in testa il pensiero di cosa sarebbe accaduto al rientro, in metro o in ufficio, ed è proprio questa attività del pensiero che alimenta l'ansia anticipatoria, risultando validante al punto di essere tentati di non andare al lavoro o non prendere i mezzi pubblici. Certamente l'esposizione agli stimoli temuti è un modo per non amplificare le paure anticipatorie ma concedersi la possibilità di sperimentare che le cose possono andare diversamente da come fantastichiamo. La terapia cognitivo comportamentale lavora proprio su questi fattori di mantenimento dell'ansia. La farmacoterapia certamente può essere di aiuto per "spegnere" la percezione di ansia, ma non certo per modificare il proprio stile di pensiero che, come detto, rappresenta un fattore critico di mantenimento dell'ansia. resto a disposizione per ogni altro chiarimento, buon pomeriggio, Valentina Penati
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Gentile utente, posso solo immaginare ciò che sta provando ed affrontando. La fatica è palpabile dalle sue parole. Sicuramente evitare non è una soluzione funzionale, più evitiamo qualcosa che ci genera ansia più l'ansia aumenta in modo esponenziale. Affrontare ed esporsi mi sembra un buon punto di partenza. Provi a rimettere in atto le tecniche che nella sua terapia breve strategica aveva appreso per regolare l'ansia. Potrebbe comunque rivalutare la ripresa del percorso precedente. Ha già attraversato un momento complesso, ora mi sembra molto spaventata ma ciò non significa che non possa affrontare questa fatica. Rimango a sua disposizione Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buonasera, dovrebbe riprendere la psicoterapia. Inoltre sarebbe utile contattare lo psichiatra che la segue per valutare la terapia farmacologica. Aspettare che passi non elimina le cause del malessere, meglio affrontarle e risolverle.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott.ssa Chiara Ronchi
Psicologo, Psicoterapeuta
Milano
Buonasera,
capisco quanto possa essere faticoso ritrovarsi improvvisamente risucchiata da sintomi che credeva di avere ormai sotto controllo. Il suo racconto mostra bene il meccanismo dell’ansia anticipatoria: più cerchiamo di “controllare” l’arrivo della paura, più la alimentiamo.
Mi sembra che lei abbia già molte risorse, visto che in passato è riuscita a gestire i sintomi con successo. Potrebbe essere utile chiedersi: cosa mi ha aiutato allora e cosa posso riattivare oggi?
Un esercizio pratico: quando nota l’ansia crescere, provi la respirazione quadrata (inspirare 4 secondi, trattenere 4, espirare 4, trattenere 4), per dare un segnale di calma al corpo.
Rispetto ai farmaci: non sono un medico psichiatra, quindi non posso darle indicazioni specifiche su dosaggi o cambiamenti; può essere utile parlarne con il suo specialista di fiducia, senza viverlo come una “sconfitta”, ma come un ulteriore supporto. Parallelamente, un percorso psicologico può aiutarla a non affrontare tutto da sola.
Dott.ssa Giulia Solinas
Psicologo, Psicoterapeuta
Quartu Sant'Elena
Buon pomeriggio, il ri acutizzarsi di problematiche già presenti nel passato e la loro manifestazione con sintomi neurovegetativi e di fortissima fobia e ansia sociale, sono degli elementi da non trascurare e che al vero sono degni di essere subito affrontati con lo speiclaista appropriato ( lo psichiatra). Attendere che qualcosa cambi non è un buon approccio al problema perchè i pensieri negativi che emergono rispetto all'affrontare quelle situazioni che in passatpo erano considerate nutre, ad oggi i meccanismi cognitivi e di pensiero reperiscono solo ed esclusivamente altre paure non reali al momento. Sia fiducosa, si rechi da uno specialista ( anche lo stesso che l'ha seguita in passato) e in presenza di una terapia faramcologica che non stà sortendo risultati ( forse c'è stata una abituazione ) è opportuno che sia lui a valutiare quale sia il migliore approccio dapprima farmacologico e poi di intervento psicoterapeutico.
Gentile utente,
gli episodi che ci racconta qui devono essere stati difficili e la condizione che si trova ad affrontare sicuramente fonte di sofferenza e preoccupazioni. Potrebbe essere che con un'altra sessione di terapia breve ritrovi strategie per gestire questo tipo di momenti, come potrebbe essere che attendendo la situazione rientri ad una condizione pressoché accettabile, anche se dubito di benessere. Tuttavia ciò che mi sento di consigliarle è di prendere in considerazione la possibilità di intraprendere un percorso che miri più in profondità, per provare ad interrogarsi sull'origine del suo malessere, e che non abbia come obbiettivo solo la risoluzione momentanea dei sintomi. Spesso percorsi di analisi personale possono spaventare per la loro durata, ma un lavoro che ha come obiettivo la conoscenza di sé e dei propri meccanismi può altresì portare alla risoluzione dei sintomi grazie a maggiore consapevolezza.
Un caro saluto
Dott.ssa Jasmine Scioscia
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Salve, se provasse a cambiare psicoterapeuta e approccio?
credo sia la cosa migliore, in oltre i farmaci da soli normalmente non hanno molta efficacia se non fa una terapia di supporto! Buona fortuna
Cordialmente
Dr. Jasmine Scioscia
Dott.ssa Maria Assunta Macrì
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Catania
Quello che descrivi mostra quanto l’ansia e il panico siano legati non solo alla situazione presente, ma a significati più profondi e a vissuti che tornano a farsi sentire nei momenti di passaggio o di cambiamento. La metropolitana, l’ufficio, il “non sentirsi al sicuro” sono luoghi in cui l’inconscio sembra riproporre antiche paure. Più che combattere i sintomi da sola, sarebbe utile avere uno spazio in cui poterli pensare, comprenderne il senso e dar loro parola: questo può ridurre l’angoscia e permetterti di affrontare diversamente ciò che ora appare insormontabile.

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