Relazione di tantissimi anni in cui io innamorata follemente di lui ma in cui non sono mai mancate l

24 risposte
Relazione di tantissimi anni in cui io innamorata follemente di lui ma in cui non sono mai mancate le mancanze di rispetto dei genitori di lui..prima si trattava di semplici intromissioni ora di cose molto pesanti.. lui sta dalla mia parte (o così dice) dopo anni di lotte infinite in cui spesso sono dovuta tornare sui miei passi per amore suo nonostante la cosa andasse contro i miei valori…ma io non riesco a dimenticare le ultime vicessitudini con i suoi...piango spesso da sola e anche se provo a parlargliene non riesco ad uscirne.. combattuta da un lato dall’amore e dall’altra dalla distruzione interna che mi hanno provocato anni e anni di sopportazione.. lui mantiene i rapporti e la cosa non mi fa stare bene anche se so che non posso impedirglielo perché la famiglia è famiglia.. come uscirne?
Dr. Riccardo Sirio
Psicologo, Psicologo clinico
Trofarello
Buongiorno
Capisco profondamente il tuo dolore: vivere amore e sofferenza in un rapporto così lungo richiede una forza incredibile.
Il continuo tradimento dei tuoi valori e sentimenti genera una tensione interna che merita di essere riconosciuta e rispettata.
Il tuo amore per lui è reale, ma il turbamento che provi è altrettanto autentico e merita attenzione.
Sei nel diritto di sentire ciò che provi senza dover scegliere tra amore e pace interiore.
Sono qui per accogliere la tua voce ogni volta che hai bisogno di farlo, se vorrai.
Cordialmente.

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Dott.ssa Giada Casumaro
Psicologo, Terapeuta, Professional counselor
Rovereto sulla Secchia
Buongiorno, spesso la nostra famiglia di origine ha bisogno di continuare a dire la propria opinione o invadendo gli spazi presentandosi a casa. Questo lo fanno non pensando di intromettersi ma con l'intento di aiutare. Per una coppia è importante mettere i confini perchè si sta costruendo una nuova famiglia con la persona che si è scelto (famiglia inteso non come avere dei figli, una coppia di per sè è una nuova famiglia). Serve però avere un fronte comune e il tuo compagno (essendo il figlio) dovrà essere più chiaro e limpido possibile. Non è un'escludere la propria famiglia o allontanarla ma capire che avete creato una vostra identità e siete adulti che hanno le loro dinamiche e la loro relazione intima che ha bisogno di spazio e tempo. Dovete dare voi i giusti modi e tempi (esempio la domenica si pranza tutti insieme ma non altri giorni, alcuni argomenti rimangono vostri e non vanno discussi con i genitori.....).
Per prima cosa capirei col tuo compagno come fare e dove a livello concreto mettere dei confini e in seguito parlare con loro. La vostra relazione e amore è importante non sia minato da fattori esterni.
Spero di essere stata più chiara possibile ma rimango a disposizione anche per dei consulti.
Dott.ssa Casumaro Giada
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, quello che descrive è un vissuto profondo e doloroso che tocca due degli aspetti più delicati della vita emotiva: l’amore e la lealtà verso se stessi. È evidente che lei abbia investito moltissimo in questa relazione, mostrando dedizione, pazienza e una grande capacità di tolleranza, anche di fronte a dinamiche familiari che l’hanno fatta sentire svalutata o messa da parte. Il fatto che queste situazioni si siano ripetute nel tempo, e in modo sempre più pesante, le ha probabilmente lasciato una ferita emotiva difficile da rimarginare.

Il dolore che sente, il pianto in solitudine, il sentirsi combattuta, sono tutti segnali di una sofferenza profonda che non è legata soltanto agli eventi in sé, ma al conflitto interiore tra ciò che desidera (l’amore per il suo compagno) e ciò che sente di non riuscire più a sostenere, cioè un contesto che ha intaccato i suoi valori e il suo senso di dignità. È molto importante ascoltare questa sofferenza, darle voce e dignità.

Il suo compagno, per quanto dichiari di essere dalla sua parte, mantiene un legame con chi l’ha fatta soffrire. E, pur non essendo questa una colpa in sé, è comprensibile che lei possa viverlo come una forma di mancato schieramento. Quando ci si sente “da soli in due” nel fronteggiare difficoltà esterne, cresce un senso di insicurezza, rabbia e frustrazione. La famiglia è famiglia, è vero, ma anche lei è la sua “famiglia scelta” e ha il diritto di sentirsi protetta e considerata in modo pieno.

Uscire da questa situazione non significa necessariamente rompere, ma potrebbe voler dire iniziare a recuperare un suo spazio, non solo emotivo ma anche valoriale. Capire dove finisce il compromesso e dove inizia il sacrificio di sé. In questo, un percorso psicologico potrebbe aiutarla a ritrovare chiarezza e centratura: non per scegliere “contro” qualcuno, ma per scegliere a favore di sé.

Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
La situazione che descrivi è estremamente delicata e dolorosa. Vivere una relazione lunga e profonda, in cui l’amore è sincero e forte, ma inquinata costantemente da intromissioni e mancanze di rispetto da parte della famiglia del partner, può creare una frattura interna molto profonda.

Quando si arriva al punto di sentirsi "distrutta dentro" e di piangere spesso da soli, vuol dire che qualcosa si è rotto nel proprio equilibrio emotivo. Non è solo questione di rapporti con i suoceri, ma del peso costante di dover ingoiare ciò che va contro i propri valori pur di non perdere l’amore dell’altro. Questo porta spesso a una forma di auto-annullamento, in cui i propri bisogni e il proprio benessere passano in secondo piano.

Il fatto che lui “stia dalla tua parte” ma continui comunque a mantenere un rapporto con i suoi genitori può alimentare un senso di solitudine e incomprensione. Razionalmente sai che non puoi impedirglielo, ma emotivamente ti senti tradita o non protetta. E questa ambivalenza — tra l’amore per lui e il dolore che ti porti dentro — rischia di diventare insostenibile.

Uscirne non significa necessariamente chiudere la relazione, ma significa ritrovare il tuo centro. Significa capire dove sei tu, cosa vuoi davvero, cosa sei disposta ad accettare e cosa invece non puoi più tollerare, senza sentirti colpevole. A volte è necessario ridefinire i confini, anche all’interno di una coppia, per poter proteggere se stessi.

Sarebbe utile e consigliato per approfondire questa situazione rivolgersi ad uno specialista, che possa accompagnarti nel fare chiarezza dentro di te e aiutarti a recuperare forza, lucidità e benessere.

Dottoressa Silvia Parisi – Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott. Ciro Napoletano
Psicologo, Psicologo clinico
Nocera Inferiore
Buongiorno caro utente, Capisco quanto possa essere doloroso vivere a lungo in una relazione in cui l’amore è forte, ma costantemente messo alla prova da dinamiche familiari che generano sofferenza. In un’ottica sistemica, ciò che emerge è un equilibrio relazionale in cui lei ha spesso rinunciato a sé stessa per mantenere il legame, tollerando situazioni che andavano contro i suoi valori profondi.

Il fatto che oggi il dolore sia ancora così vivo segnala un bisogno non più rinviabile: quello di essere vista, rispettata e tutelata non solo dal suo partner, ma anche da sé stessa. Uscirne, in questo senso, non significa necessariamente rompere la relazione, ma riconoscere e rimettere al centro i suoi bisogni, ristabilendo confini chiari. Un percorso di coppia o individuale può aiutarla a dare voce a questa parte ferita e a capire se l’amore che prova oggi può convivere, in modo sano, con la storia che porta dentro.
Dott.ssa Alessandra Domigno
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Buongiorno, mi dispiace per lei perchè dalle sue parole si avverte quanto questa situazione la faccia soffrire. Le relazioni di coppia e ancora allargando lo sguardo alle famiglie di origine non sono mai così semplici. Se desidera può contattarmi e possiamo approfondire il discorso insieme e vedere come può meglio posizionarsi e relazionarsi lei per non star male. Dott.ssa Alessandra Domigno
Dott.ssa Martina Rocchetti
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno,
da quello che racconta emerge una grande sofferenza maturata nel tempo, fatta di amore profondo ma anche di continue ferite mai davvero sanate. È comprensibile sentirsi divisa tra ciò che prova per il suo compagno e il dolore causato da dinamiche familiari che hanno intaccato i suoi valori e il suo senso di dignità.

Quando si sopporta troppo a lungo per amore, senza sentirsi realmente protetti, può nascere proprio quella “distruzione interna” che descrive. Le sue emozioni – il pianto, la fatica, il senso di solitudine – meritano ascolto e spazio, non giudizio.
Uscirne non significa per forza "rompere", ma iniziare a prendersi cura del proprio dolore e dei propri confini. Un percorso psicologico potrebbe aiutarla a rimettere al centro se stessa, a dare un significato a ciò che ha vissuto e a comprendere meglio cosa oggi può davvero farla stare bene, anche nella relazione.
Un caro saluto.
Salve, quello che sta vivendo è una situazione emotivamente molto complessa, in cui l’amore profondo che prova per il suo compagno si scontra da anni con la sofferenza causata dalle continue mancanze di rispetto subite dalla sua famiglia, e anche se lui dice di stare dalla sua parte, il fatto che continui a mantenere rapporti con chi l’ha ferita senza mettere limiti chiari la fa sentire sola e non protetta, generando un conflitto interiore tra il desiderio di salvare la relazione e il bisogno profondo di tutelare la propria dignità e il proprio equilibrio, e in una situazione così delicata è naturale sentirsi smarriti, ma può essere utile fermarsi a riflettere su quali siano i confini che non vuole più oltrepassare. Può essere utile coinvolgere in una comunicazione anche il partner in un lavoro di consapevolezza di coppia, perché solo attraverso il riconoscimento reciproco del dolore e delle aspettative non ascoltate si può capire se c’è davvero un futuro condiviso in cui entrambi possiate sentirvi rispettati e al sicuro. Dott.ssa Valentina Celi
Dott.ssa Margherita Atzori
Psicologo, Psicologo clinico
Aprilia
Buongiorno, la situazione che descrive è molto complessa e profondamente dolorosa. Da un lato c’è un legame d’amore molto forte costruito nel tempo, dall’altro un vissuto di mancanza di rispetto e sofferenza che, comprensibilmente, ha lasciato segni profondi dentro di lei e nella relazione con suo marito.
Sentirsi combattuta tra i propri valori, il desiderio di far funzionare la relazione e l'intromissione di fattori esterni così radicati, sono una condizione molto faticosa. I pianti, il senso di distruzione interna e la difficoltà a “uscirne” sono segnali importanti e contrastanti che indicano quanto tutto questo stia toccando la sua identità e il suo equilibrio emotivo.
In questi casi non si tratta solo di “dimenticare” o “sopportare”, ma di riconoscere i propri limiti emotivi, dare spazio al proprio vissuto e ritrovare un punto di contatto con sé stessa.
Un percorso psicologico potrebbe aiutarla a rimettere ordine tra questi sentimenti, comprendere meglio cosa sta vivendo e cosa desidera davvero per sé, senza giudizio e con il giusto sostegno.
Non è obbligata a fare tutto da sola. A volte il primo passo per “uscirne” è proprio quello di iniziare a prendersi cura di sé. Un caro saluto!
Dott.ssa Noemi Forte
Psicologo, Psicologo clinico
Floridia
La ringrazio per la condivisione. Comprendo quanto sia difficile convivere con un dolore che nasce da anni di compromessi profondi, in cui l'amore si è intrecciato alla fatica, al senso di ingiustizia e al bisogno di proteggere se stessi. Il conflitto che descrive — tra ciò che prova per il suo compagno e il malessere legato alle dinamiche familiari — è molto comune in situazioni relazionali complesse e può generare un forte senso di confusione e solitudine. Parlarne in un contesto terapeutico potrebbe aiutarla a dare spazio e legittimità alle sue emozioni, a ricostruire un senso di equilibrio e a capire quali scelte possano davvero rispettare i suoi bisogni più autentici.
Dr. Filippo Ciullini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Padova
Buongiorno, grazie delle condivisioni. Sembra da quello che descrive che tenga molto alla relazione con suo marito e che sia stata disposta a fare dei sacrifici fino ad andare contro dei suoi valori personali pur restare con lui. Tutto ciò le ha causato, allo stesso tempo, stress e sofferenza, fino a non riuscire più a far finta di nulla. Sembra che sia una dinamica di coppia e che pertanto richieda un impegno da parte di entrambe le parti affinché giungiate a una soluzione soddisfacente per entrambi. Poter fare maggior chiarezza su quali siano i comportamenti e gli atteggiamenti che la infastidiscono rispetto ai suoi cognati e condividerli con il suo compagno potrebbe permettervi di trovare dei punti di azione comune. Una terapia di coppia vi potrebbe aiutare a comprendere meglio le origini di tali difficoltà e trovare nuove soluzioni creative che fino adesso non sono state possibili pensare.
Gentile utente, grazie per la sua condivisione.
In questo caso è molto importante stabilire i confini: l'aver avuto delle vicissitudini direttamente con i genitori del suo compagno non implica mantenere i rapporti, almeno da parte sua. Non voler minare il loro rapporto è giusto, ma ciò non significa che anche lei debba avere lo stesso livello di confidenza e di condivisione con loro, specie se vi sono stati dei trascorsi che tutt'ora le provocano sofferenza.
"Piango spesso da sola e anche se provo a parlargliene non riesco ad uscirne". Parta proprio da questo: gli dica che ha difficoltà a parlargliene ma che sente il bisogno di esplorare maggiormente la sua sofferenza; dalle sue parole, risulta evidente che le mancanze di rispetto dei suoi genitori l'hanno ferita, ma forse ha bisogno di comprendere a pieno cosa in particolare l'ha fatta stare male in modo da elaborare il suo dolore. Camminare accanto al suo compagno è un'ottima cosa ed è un aspetto molto importante della relazione, ma si ricordi di non confondere i suoi bisogni con quelli del partner: se c'è ascolto, fiducia e comprensione, potrete trovare la chiave giusta per affrontare anche questa difficoltà insieme, mano nella mano, ognuno rispettando i tempi e i dolori dell'altro.
Gentile Utente,
leggere le sue parole fa percepire tutta la fatica e il dolore che porta con sé dopo tanti anni di relazione e di “lotte infinite”. È comprensibile sentirsi combattuta tra l’amore per il partner ed il peso di dinamiche familiari che l’hanno ferita e fatta sentire sola.
In momenti così delicati, un percorso di coppia può offrire uno spazio sicuro per affrontare insieme ciò che fa soffrire, imparare a comunicare in modo più efficace e stabilire confini più chiari con le famiglie di origine. Non si tratta di trovare colpevoli, ma di costruire un’alleanza che la faccia sentire sostenuta e compresa.
Vorrei chiederle: aveva già pensato alla possibilità di un percorso di questo tipo? E se sì, ne ha parlato con il suo compagno? Sarebbe importante capire come entrambi vivreste questa possibilità e se vi sentite pronti ad intraprendere insieme questo cammino.
Se lo desidera, resto a disposizione.

Un caro saluto,
Dott.ssa Maria Francesca Copani

Dopo anni di amore vissuto con intensità, è naturale sentirsi esausta quando ciò che ha dovuto sopportare ha minato i suoi valori e la sua serenità. Le continue mancanze di rispetto da parte dei suoi genitori non sono facili da dimenticare, soprattutto se ha spesso messo da parte se stessa per amore. Anche se lui afferma di essere dalla sua parte, il fatto che mantenga rapporti con chi l'ha ferita può far riaffiorare il dolore e farla sentire sola. È normale sentirsi divisi tra il desiderio di restare per amore e il bisogno di proteggersi da ciò che ti logora. Parlare con lui in modo onesto, facendo emergere quanto questo dolore le stia pesando interiormente, può essere un primo passo, non per accusare, ma per capire insieme se siete pronti a costruire uno spazio davvero vostro, dove anche lei possa sentirti al sicuro e rispettata.
Un caro saluto
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, la situazione che sta descrivendo è davvero delicata e capisco quanto possa essere doloroso convivere con questa doppia spinta che la tira in direzioni opposte. Da un lato l’amore profondo per una persona con cui ha condiviso anni importanti, dall’altro il peso emotivo di continue mancanze di rispetto e di conflitti mai davvero risolti. È una tensione che logora dentro, perché tocca due bisogni fondamentali: il bisogno di sentirsi amata e protetta all’interno della coppia, e quello di sentirsi rispettata nei propri valori e nella propria dignità. Quando i conflitti familiari si trascinano nel tempo e diventano pesanti, come racconta, non si tratta più di semplici divergenze ma di ferite emotive che tendono a riaprirsi ogni volta che non trovano una chiusura. Lei sta pagando un prezzo emotivo molto alto per essere rimasta, nonostante tutto, vicina a questa relazione. Piangere spesso da sola è un segnale forte: significa che sta trattenendo dentro un dolore che non trova spazio per essere accolto e condiviso in modo costruttivo. A volte chi vive situazioni simili si sente persino in colpa per provare rabbia o rancore, soprattutto quando dall’altra parte c’è una persona che afferma di essere dalla sua parte ma che, di fatto, non riesce a proteggerla del tutto. Questo la mette in un limbo: da un lato sa che lui è il suo compagno e dice di sostenerla, dall’altro vede che i legami con la sua famiglia restano intatti anche quando lei, giustamente, avrebbe bisogno di confini più chiari e di una difesa più concreta. Il punto centrale non è obbligarlo a tagliare i rapporti, ma aiutarlo a capire che se mantiene quei rapporti senza stabilire limiti netti, di fatto espone sempre lei alle stesse dinamiche. In una coppia sana, proteggere il partner dalle interferenze tossiche della famiglia di origine è un segno di maturità affettiva. Se questo non avviene, chi ne soffre resta solo con il proprio malessere. Per cominciare a uscirne è importante che lei inizi a dare voce, anche con se stessa, a ciò che prova senza più giustificare ciò che le fa male. Si chieda: cosa è davvero compatibile con i miei valori? Qual è il confine oltre il quale io non posso più scendere a compromessi senza perdermi? E poi, con calma ma con chiarezza, provi a comunicare tutto questo a lui, non come un’accusa ma come un bisogno profondo. Se lui non riesce a fare passi più concreti per tutelare la coppia, allora diventa necessario riflettere se questo amore, per quanto grande, la sta rispettando o sta finendo per annullarla. Non esiste una risposta giusta uguale per tutti, ma esiste la necessità di non restare prigionieri di un dolore silenzioso. Se non si sente ascoltata, valuti di farsi aiutare in un percorso di supporto psicologico: anche pochi colloqui possono darle strumenti per comprendere meglio i propri limiti e ritrovare la forza di mettere al primo posto la propria pace interiore. L’amore non dovrebbe mai richiedere di sacrificare se stessi così a lungo. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Buonasera, una delle strade percorribili potrebbe essere quella di iniziare a conoscersi per capire da dove provengono le reazioni che abbiamo ai comportamenti altrui.
Ricordandoci sempre che possiamo agire solamente su noi stessi e non sugli altri quindi di conseguenza per trovare un equilibrio interno ed esterno bisogna ritrovarsi necessariamente a fare i conti con le nostre emozioni più sincere, anche se possono sembrare spaventose.
gentile x,
le intromissioni non sono una cosa positiva nel rapporto di coppia. Non si può dare un consiglio su come smettere di sentire queste emozioni, si può imparare però a gestirle e a fargli perdere di potenza nel nostro mondo interiore. Sicuramente è essenziale per lei, e per il rapporto con il suo compagno, poiché nel tempo le liti o i sentimenti di malessere a riguardo, potrebbero ricadere sul vostro rapporto. Se ne ha voglia possiamo parlarne in un colloquio online, sarò lieta di gestire il suo caso.
Dott.ssa Rossella Carrara
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Buongiorno, le consiglio un percorso di sostegno psicologico. Cordiali saluti.
Dott.ssa Elena Brizi
Psicologo, Psicologo clinico
Tarquinia
Gentilissima,
Io credo semplicemente che le due cose debbano essere tenute separate. Mi spiego meglio: il suo compagno ha una sua famiglia di origine ed una nuova famiglia insieme a lei, e questo non significa che una sia migliore dell'altra o che dovrebbe mantenere i rapporti soltanto con una delle due. Sono i suoi genitori ed il rapporto che lui ha con loro è unico e specifico come per ogni figlio.
Allo stesso tempo lei dovrebbe pensare a stare meglio, e se i genitori di lui non le permettono di vivere serenamente dovrà essere lei ad allontanarsi un po' da loro, ma senza nulla togliere al suo compagno che potrà continuare a mantenere i rapporti con loro come meglio crede.
Se ha bisogno di parlarne sono a disposizione.
Dott.ssa Elena Brizi, psicologa
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Forlì
Buonasera cara, quello che stai vivendo mi ha molto colpito, perchè non è solo un conflitto familiare, ma una tensione continua fra l’amore per il tuo lui e il senso di perdita di te stessa. Anni di compromessi, di “passi indietro per amore”, possono logorare il cuore e minare il rispetto per i propri confini, generando proprio quella distruzione interna che descrivi.

È importante partire dalla consapevolezza che non sei esagerata,ma sei una persona che ha provato a sostenere qualcosa di molto difficile, e che ora si ritrova stanca, ferita, forse anche disillusa. Quando un partner mantiene rapporti con chi ci ha fatto male senza riconoscerne a fondo l’impatto, possiamo sentirci non protette, non viste. Anche se lui ti dice di essere dalla tua parte, tu senti che qualcosa continua a non tornare.

La tua domanda è “come uscirne?” , ma uscirne non significa per forza chiudere la relazione, ma trovare uno spazio per ritrovare te stessa, per dare voce al dolore e alle ferite mai davvero elaborate, per capire se questo amore può ancora nutrirti senza che tu debba tradire te stessa. Oppure no. Io ti consiglio assolutamente di seguire un percorso psicologico per aiutarti a rimettere al centro i tuoi bisogni e a scegliere cosa sia giusto per te oggi. Pensaci seriamente, io sono a disposizione. un caro saluto
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Cara Signora,
la sua situazione evidenzia un conflitto profondo tra amore e autostima: anni di mancanze di rispetto hanno creato ferite che continuano a sanguinare, e questo è comprensibile.
Il problema centrale non sono solo i suoceri, ma il pattern relazionale che si è instaurato: lei che “torna sui suoi passi contro i suoi valori” per amore. Questo compromesso continuo ha eroso la sua identità e dignità personale.
Provi a considerare che:
- L’amore non dovrebbe mai richiedere di tradire i propri valori fondamentali
- Il partner che “sta dalla sua parte” ma mantiene rapporti normali con chi la ferisce crea una doppia comunicazione confusa
- La sua sofferenza interna (“distruzione interna”) è il segnale che qualcosa deve cambiare
Provi a riconquistare i suoi confini personali: non può controllare i rapporti di lui con la famiglia, ma può decidere il suo livello di coinvolgimento e sopportazione. La domanda cruciale è: quanto è disposta ancora a sacrificare di sé stessa?
Le consiglio un percorso terapeutico individuale per rafforzare la sua autostima e ridefinire cosa sia accettabile per lei in una relazione d’amore.

L’amore vero protegge, non distrugge.

Cordialmente,
Dott.ssa Cervio​​​​​​​​​​​​​​​​
Dott.ssa Martina Orzi
Psicologo, Psicologo clinico
Collegno
Buongiorno. Il suo partner dice di stare dalla sua parte ma mi par di capire che non lo sente come un giocatore della sua squadra.
Sopportazione e amore sono due parole che vicino stonano profondamente.
Compromessi e amore già forse suona meglio.
Se si annullano i propri bisogni e il proprio sentire per stare in relazione con l'altro inevitabilmente poi se ne soffre parecchio se questo vuol dire allontanarsi anche dai propri valori (quindi dal "chi sono io").
Anzichè sopportare forse è utile trovare delle strategie più funzionali e meno autolesive, come ad esempio mettere dei confini alla famiglia di lui. Non è maleducazione, ma è tutela della sua persona e della sua salute mentale. Tutti i rapporti funzionali hanno i confini. Sopratutto se l'agire degli altri mi ferisce, ma forse manco se ne accorgono quindi bene farglielo presente.
Amare in modo funzionale non porta alla distruzione interna. Importante lavorare sulla consapevolezza che se certe dinamiche disfunzionali e dolorose si mantengono nel tempo, è nostra responsabilità scegliere di smontarle. Se sono ancora in piedi in qualche modo ognuno mette il proprio contributo, riconoscere la propria difficoltà e prendersene cura è un primo passo preziosissimo.
Non può impedire a partner di vedere la sua famiglia, ma può lei cambiare come gestisce il rapporto con la sua famiglia (da qui, come le dicevo sopra, il discorso sui confini). Negoziare è fondamentale, sopportare pone in un ruolo di passività e impotenza rispetto al suo stesso prendersi cura di sè. E' nostra responsabilità capire di cosa abbiamo bisogno e muoverci per raggiungerlo avendo una raffinata conoscenza di sè, delle proprie risorse ma anche dei propri schemi di funzionamento.
Rimango a sua disposizione qualora le potesse essere utile uno spazio di supporto.
Un caro saluto. Dott.ssa Martina Orzi
Grazie per aver condiviso la tua esperienza,
capisco quanto possa essere difficile trovarsi in questa situazione. E' normale provare confusione, tristezza o la sensazione di non sapere più qual è la cosa da fare.

Spesso lavorare su come ritrovare un senso di equilibrio e di sicurezza personale, anche dentro una relazione complessa, può fare una grande differenza.
Possiamo approfondire insieme come gestire al meglio questi vissuti e ritrovare serenità. Può fissare un colloquio con me direttamente da qui, oppure mandare un messaggio per informazioni o metterci d'accordo su come fare.

Un caro saluto,
Dott.ssa Alessandra Corti

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