Premetto di non voler iniziare delle sedute psicologiche , ho seguito due percorsi con due terapeute

16 risposte
Premetto di non voler iniziare delle sedute psicologiche , ho seguito due percorsi con due terapeute diverse ma che non hanno portato a risultati positivi. vorrei trovare da sola la forza e il coraggio per chiudere , accettare che questa persona sia negativa per me cercando di riacquistare la mia sicurezza e la mia autostima andata in frantumi dopo un anno e mezzo di accuse infondate e critiche. Questa persona mi criticava perché non accettava le mie reazioni ai suoi comportamenti, all inizio non era così, io gli stavo molto dietro soprattutto per la sua problematica legata alla gestione della rabbia e per dipendenza da crack, droga che alimentava le sue ossessioni e paranoie soprattutto su di me. A mano a mano ha diminuito l uso con quella sostanza ma secondo me oltre i comportamenti deviati dalla stessa aveva ed ha un incapacità propria del suo carattere di non saper affrontare le emozioni soprattutto negative. Dopo questo tempo trascorso a sostenerlo un po' in tutto , anche nel lavoro, mi sono raffreddata tanto, sintomo che qualcosa si era rotto da parte mia. Purtroppo non sono mai riuscita a chiudere , per paura di restare sola e di perdere quelle abitudini da lui instaurate , continui sms / discussioni/chiamate , ero nutrita da questi suoi modi di comportarsi e nonostante una parte di me era lucida non sono riuscita a mettere un punto. Ovviamente la mia freddezza e questo distacco sono stati percepiti molto male da lui che ha continuato ad essere pesante e ansioso nei miei riguardi. Il problema è che mi sento costantemente in colpa di essere andata avanti nonostante avevo compreso tante cose ma anche lui ha fatto lo stesso pur non percependo più gli stessi sentimenti da parte mia. Non avevo manie di controllo che mi sono venute stando con lui , credo di essere una ragazza predisposta alla dipendenza affettiva quando mi ritrovo a vivere relazioni con persone che lo sono. Mi sento cambiata , frastornata, non ho più il controllo di me stessa. Lavoro e ho delle amicizie quindi non sarei sola però spesso sono piu forti i complessi sulla paura di non trovare più nessuno che di restare dentro un rapporto malsano. Ho paura che mi vengano crisi di astinenza non sapendo più cosa faccia e dove sia . Ho paura di cedere di nuovo.
Grazie a tutti
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online

Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.

Mostra risultati Come funziona?
Gentile utente, non ho bene chiara quale sia la sua richiesta qui. Cosa vorrebbe sentirsi dire da noi. Ciò che mi sento però di dirle è che per quanto un percorso ad oggi non sia per lei un opzione, penso però che potrebbe tenere a mente questa opzione, poiché ciò che vissuto e gli effetti che questa relazione ha avuto su di lei sono degni di attenzione e cura. Prendersi cura del proprio dolore e delle proprie ferite è importante. Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Cara Signora, mi spiace veramente molto per la sua situazione ma da quello che descrive ritengo per lei ancora necessario un percorso psicoterapeutico, per capire come possa essere arrivata a legarsi tanto a una persona così problematica: leggendo le sue parole mi chiedevo che cosa potesse averla colpita in quest'uomo da farla innamorare. Mi ha molto impressionato anche quando ha detto che quello che più la spaventa è perdere i "continui sms, chiamate e discussioni" che le mandava (che immagino oscillassero tra dichiarazioni d'amore e bisogno di aiuto ad aggressioni rabbiose e accuse ingiuste nei suoi confronti), invece di desiderare di avere accanto a sé un partner affettuoso e premuroso!

Sono questioni come queste che dovrebbe affrontare in un percorso terapeutico.

Si prenda cura di sé

Cordiali saluti,

Dr. Emilio Selvini
Buongiorno! Mi permetta di esprimere la mia sincera preoccupazione. Nonostante i limiti del contesto e dello strumento, proverò a darle un piccolo contributo di pensiero. Mi ha colpito la forte dissonanza tra la rottura con le colleghe "che non hanno portato a risultati positivi" e il "non sono mai riuscita a chiudere, per paura di restare sola". Sembra che la dimensione relazionale oscilli tra 2 estremi: "il terrore dell'abbandono, della solitudine, oppure il rischio della dipendenza". Questa esperienza potrebbe essere depositata in strati molto profondi e antichi del suo mondo interno, che condizionano la scelta dell'altro. Chissà che le precedenti terapie non siano state interrotte perché sentiva fortissimo il rischio di una relazione di dipendenza nuova e diversa, sana. Una relazione in cui l'altro non è una "droga", ma può essere desiderato e con cui si può imparare finalmente a rispettare la giusta distanza, i confini, la presenza e l'assenza. Credo sia una situazione complessa e, per certi versi, pericolosa. Merita attenzioni, delicatezza e tanto tanto lavoro. In bocca al lupo per tutto
Buongiorno,
per il grado di sofferenza che porta e la situazione che descrive avrebbe bisogno di affrontare il tema in un percorso di psicoterapia, può uscirne ma con aiuto.
Può dedicarsi alla sua sfera relazionale, dedicarsi a coltivare degli hobby e delle passioni, rispondere ai suoi bisogni, esplorare i suoi desideri, viaggiare se le piace ma questo va integrato con un lavoro psicoterapico.
Le suggerisco di leggere "donne che amano troppo" di Norwood;
"La via d'uscita" di Dimaggio;
"Qualcosa" di Chiara Gamberale;
"La principessa che credeva nelle favole"di Marcia Grad Powers.
Sono dei testi che la aiutano a capire di quanto le dinamiche che si attivano siano complesse e potrebbe ritrovarsi in alcuni personaggi.
A presto
Dott.ssa Michela Romano
Buongiorno, ciò che sembra emergere dalle sue parole e dal suo racconto è una forte ambivalenza nelle scelte da compiere rispetto alla relazione di cui parla. In un primo periodo ha assunto il ruolo di 'salvatrice', ma poi, questo ruolo ha cominciato ad andarle stretto e ha provato ad allontanarsi. Tuttavia non sembra pronta a fare una scelta ponderata e adeguata ai suoi bisogni. Ciò che penso è che ci sono momenti della vita nei quali si ha bisogno di aiuto per entrare con sincerità e trasparenza nei meandri della propria interiorità. La psicoterapia è uno strumento per uscire dalla palude.
Resto a disposizione, cordialmente dott.ssa Gabriella Pringigallo
Gentile utente, quello che può fare non volendo iniziare una terapia è riflettere da sola su ciò che emerge in primis da ciò che ha condiviso in questo contesto.
Ha descritto una dinamica di coppia in cui veniva criticata senza motivo, accusata, in cui la propria autostima è stata minata eppure dice che per qualche motivo ciò ha determinato un legame con il suo partner piuttosto che l'allontanamento, come mai?.
Ha scritto che i continui sms , le discussioni sono da lei avvertite come nutritive, ma come mai si sente nutrita da questo tipo di scambio relazionale?
Infine ci scrive che la paura di star sola crea un disagio tale da preferire un rapporto che lei stessa definisce malsano, perchè l'esperienza della solitudine la fa stare così?
Questi sono sicuramente spunti su cui può riflettere però lei dice di non volerlo fare con un terapeuta, quali sono le ragioni?
La delusione delle precedenti esperienze di cui scrive all'inizio? Il timore che una terapia efficacie può compromettere definitivamente un rapporto che lei definisce malsano ma che sente anche di non poter chiudere?
purtroppo finché non affronterà questa ambivalenza non potrà cambiare la sua situazione.
Cordiali Saluti
Buongiorno,
Mi sembra, da quello che ha raccontato, che lei sia arrivata alla consapevolezza di voler interrompere la relazione ma sia in difficoltà all'idea di mettere in atto e di sostenere tale scelta. Vista la complessità della situazione (presenza di agiti aggressivi, un problema di dipendenza da sostanze, la sua paura di rimanere sola) può risultare difficile uscirne senza alcun aiuto. Potrebbe, forse, riconsiderare l'opportunità di rivolgersi ad un professionista, almeno nel momento in cui dovesse riconoscere che da sola la fatica è troppo grande. Prima di tutto, a mio parere, sarebbe fondamentale per lei capire che cosa la tiene ancora così legata a lui, poi, una volta interrotta la relazione, individuare strategie e comportamenti per tutelarsi e per mantenere il distacco, così come coltivare maggiormente quei contesti sani che la fanno stare bene.

Cordiali saluti
Dott.ssa Roberta Dallera
Salve, vista la buona capacità di lettura della tua situazione e di tutte le dinamiche ad essa connesse, mi sembra invece che gli effetti dei percorsi trapeutici si vedono eccome! In questo momento ti trovi in un'altra fase, molto più avanzata, nella quale hai raggiunto il risultato del distacco dalla persona dalla quale eri dipendente, ma adesso temi delle ricadute. È assolutamente naturale e fa parte del processo di "disintossicazione". Il mio suggerimento è quello di battere il ferro finché è caldo e utilizzare la terapia proprio come strumento di prevenzione per le ricadute. Non sottovalutare poi il confronto con chi soffre di dipendenza affettiva e può sicuramente fornirti supporto a riguardo. Saluti
Gentile utente, È evidente che ha già compreso molte dinamiche della sua relazione e di come esse abbiano influenzato il suo benessere emotivo. Trovare la forza e il coraggio per chiudere questa relazione tossica è un passo importante verso la guarigione e il recupero della sua sicurezza e autostima. È normale sentirsi in colpa per aver protratto questa situazione, ma è essenziale ricordare che ogni passo verso il cambiamento è un passo verso il benessere. Sono qui per sostenerla nel suo percorso e per offrirle il mio aiuto nel trovare strategie concrete per affrontare le sue paure e per recuperare il controllo della sua vita emotiva. Cordialmente, GDV

Prenota una visita
Buonasera. Mi dispiace per la sofferenza che sta vivendo e che descrive. Sembra che la sua difficoltà sia legata all’ambivalenza che sente rispetto alla scelta di chiudere una relazione che sente esser diventata negativa e disfunzionale. L’aspetto che più mi colpisce della sua condivisone è “la paura di avere crisi di astinenza” nel momento in cui dovesse decidere di separarsi dalla persona di cui parla; questa paura potrebbe in effetti rappresentare un punto difficile da affrontare in questo momento, un ostacolo da una parte, una sfida dall’altra, sulla strada della costruzione del proprio benessere. Le auguro di avere la fiducia ed il coraggio di fare la/e scelta/e che ritiene migliori per se stessa, considerando anche che qualora ne sentisse la necessità potrà certamente rivolgersi ad un/a professionista. Un saluto, Dott. Felice Schettini
Salve, faccia chiarezza in se stessa su quello che vuole e su quello che non vuole affidandosi ad un terapeuta e così si chiarirà le idee su ciò che deve fare in questo momento. Un saluto
Buongiorno,
potrebbe pensare ad un percorso di sostegno psicologico che la possa aiutare in questa fase della sua vita dove vorrebbe lasciare questo ragazzo ma non vi riesce. La aiuterebbe a fare dei passi senza sentirsi completamente sola.
Cordialmente
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, le difficoltà che ha incontrato nei percorsi di cambiamento che ha provato a seguire provano quanto possa essere difficile farlo, quindi anche per la persona che frequenta. La descrizione che fa di sè rimanda alla necessità di un percorso di cambiamento, da seguire forse con più motivazione o forse con il terapeuta (o la terapia) giusto (è importante selezionare anche quello). Il rischio, al netto della difficoltà di chiudere questo rapporto, è che quello che è già successo possa riaccadere.
Gentile signora, il sentimento di colpa fa parte della nostra quotidianità, provi a prendere confidenza con esso e con le emozioni sgradevoli che prova costantemente ( come le sue paure), è normale che ci siano, accogliamole e notiamo la loro evoluzione nel tempo. Focalizziamoci su quelle gradevoli, ci sono sempre anche se sovrastate dalle altre, cerchiamole nel quotidiano e prendiamocene cura, sentiamole.
Lei ha semplicemente fatto ciò che in quel momento era per lei la cosa migliore che potesse fare, e va benissimo cosi.
Le faccio i miei Auguri
Buonasera, il fatto che si senta "frastornata" e il suo timore di cedere a questa "astinenza", indicano che ci sono emozioni non elaborate sulle quali non ha il controllo perché non sono coscienti, focalizzate e verbalizzate. Comprendo che dopo due percorsi vani, lei abbia difficoltà a scegliere un terzo psicoterapeuta, magari con orientamento diverso e probabilmente con caratteristiche personologiche differenti, ma da soli è difficile accedere ad una conoscenza profonda. Le dinamiche di dipendenza affettiva hanno origini antiche. Il mio suggerimento è di intraprendere un nuovo percorso, lei non è quella di un tempo, per cui sarebbe un viaggio in ogni caso differente. Intanto però, ciò che può fare è pensare al vuoto che incontra immaginando di stare da sola. Le relazioni più solide sono quelle in cui si è davvero in equilibrio, in primis con se stessi. Mi auguro che incontrando quelle emozioni nasca in lei l'esigenza di contattare un professionista.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi

Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda

  • La tua domanda sarà pubblicata in modo anonimo.
  • Poni una domanda chiara, di argomento sanitario e sii conciso/a.
  • La domanda sarà rivolta a tutti gli specialisti presenti su questo sito, non a un dottore in particolare.
  • Questo servizio non sostituisce le cure mediche professionali fornite durante una visita specialistica. Se hai un problema o un'urgenza, recati dal tuo medico curante o in un Pronto Soccorso.
  • Non sono ammesse domande relative a casi dettagliati o richieste di una seconda opinione.
  • Per ragioni mediche, non verranno pubblicate informazioni su quantità o dosi consigliate di medicinali.

Il testo è troppo corto. Deve contenere almeno __LIMIT__ caratteri.


Scegli il tipo di specialista a cui rivolgerti
Lo utilizzeremo per avvertirti della risposta. Non sarà pubblicato online.
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.