La mia ex partner, dopo mesi di relazione serena e stabile (preceduta da un periodo con alcune diffi

26 risposte
La mia ex partner, dopo mesi di relazione serena e stabile (preceduta da un periodo con alcune difficoltà iniziali), ha improvvisamente deciso di chiudere, pur dicendo di amarmi, che la tratto benissimo e che sono una persona perfetta per lei. Ha un passato di relazioni tossiche e, quando la nostra storia è diventata stabile e sicura, ha iniziato a sentirsi confusa, dicendo di non capire più cosa prova, di voler stare sola e di non riuscire a immaginare un futuro. Ritiene di stare male a prescindere da noi e pensa di aver bisogno di tempo per capirsi, forse anche con un supporto terapeutico. Potrebbe essere una reazione a traumi relazionali non elaborati? Con un percorso terapeutico, può ritrovare chiarezza emotiva e i sentimenti che provava?
vorrei sapere anche se la scelta di non parlarsi per un mese o più è giusta o sarebbe meglio continuare a parlare per non perdere il rapporto e se devo rimanere speranzoso o rassegnarmi che è finita.
Dott.ssa Alessandra Ronza
Psicologo, Psicologo clinico
Aversa
Quello che descrivi sembra effettivamente coerente con una reazione a traumi relazionali non ancora elaborati. Quando una persona ha vissuto relazioni tossiche o instabili, può inconsciamente associare l’amore al conflitto, all’ansia o all’insicurezza. In una relazione sana e stabile, questa persona può sentirsi spaesata, come se mancasse qualcosa di familiare (anche se dannoso). Di conseguenza, può emergere confusione emotiva, ritiro improvviso e il desiderio di stare sola per “capirsi”.

Sì, un percorso terapeutico può essere molto utile: permette di esplorare queste dinamiche interiori, elaborare paure e traumi relazionali, chiarire i propri sentimenti e capire se il blocco è interno o legato al rapporto attuale. Tuttavia, la terapia richiede tempo e volontà autentica di mettersi in gioco.

Sulla distanza e il non parlarsi: il “no contact” può servire se entrambi sentite il bisogno di spazio per fare chiarezza. Ma se l’obiettivo è non perdere completamente il legame, mantenere un filo di comunicazione rispettoso, non invadente e autentico (anche solo per sapere come sta l’altro) può aiutare. In certi casi, tagliare tutto rischia di creare un distacco emotivo difficilmente recuperabile.

Infine, rimanere speranzoso o rassegnarsi?
Dipende da te, ma considera questo: non si tratta solo di “aspettare che torni”, ma di accettare che la sua crescita personale può richiedere una separazione reale. Rimanere aperto alla possibilità che qualcosa possa evolvere, senza però dipendere da essa, è una posizione più sana e ti tutela da un’attesa indefinita o dolorosa. Se tornerà, dovrà essere da un luogo di chiarezza e scelta, non per paura della solitudine.

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Dott.ssa Malvina Stafaj
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Salve, quello che descrive è qualcosa che accade più spesso di quanto si pensi, soprattutto in persone che hanno vissuto relazioni tossiche o traumatiche in passato. In questi casi, può svilupparsi uno stile di attaccamento evitante, una modalità relazionale che porta a vivere l’intimità emotiva come qualcosa di minaccioso, anche quando arriva in una forma sana e stabile. Paradossalmente, una relazione che finalmente offre sicurezza e rispetto può attivare un profondo senso di allarme interno, proprio perché non è "familiare" rispetto ai modelli affettivi precedenti. È come se, non riuscendo a riconoscere l’amore sano, non si riuscisse più a "stare" in quella relazione, a sentirla propria. Questo può generare confusione, distacco emotivo e il bisogno di allontanarsi, pur provando ancora affetto.
Dott.ssa MARIELLA BELLOTTO
Psicoterapeuta, Neuropsicologo, Psicologo
Vicenza
In una situazione in cui la partner manifesta il desiderio di lasciare la relazione, la terapia di coppia, anche in modalità videoconferenza, può essere utile per esplorare le cause di questo desiderio e cercare di ripristinare un equilibrio e una comunicazione costruttiva. Tuttavia, è importante riconoscere che non sempre la terapia di coppia è la soluzione migliore e che, in alcuni casi, la decisione di separarsi potrebbe essere la più adatta e in tal senso, se la decisione di separarsi è inevitabile, la terapia può aiutare la coppia a affrontare la separazione in modo più consapevole e meno traumatico, cercando di minimizzare i conflitti e di preservare un legame di rispetto reciproco.
Dott.ssa Greta Tuci
Psicologo, Neuropsicologo, Terapeuta
Brescia
Buonasera,

Da quello che riesco a capire da quanto ha scritto direi che la sua ex partner le ha dato delle spiegazioni da parte sua. Cerca di capirla e lasciarlo libera di fare il suo percorso da sola. Intanto, lei cerca di capire perché ha tutte quelle domanda su se stesso!
Dott.ssa Chiara Tomassoni
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Torino
Buonasera. Sicuramente un percorso per lavorare sulla sua confusione può essere utile. Per quanto riguarda la vostra non saprei risponderle. Sicuramente per stare bene all’interno di una relazione bisogna stare bene con se stessi e non so se sentirvi possa aiutarvi o meno.
Resto a disposizione
Dott.ssa Daniela Benvenuti
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Padova
Gent. Utente, lei desidera delle risposte precise che onestamente non possono venire date, si possono fare soltanto ipotesi data la scarsità di informazioni che dà. La sua ragazza potrebbe mettere in atto dinamiche relazionali reiterate, oppure semplicemente non essere sicura del Vs rapporto. Però afferma che dipende esclusivamente da problemi suoi personali. Credo che da parte sua lei debba esprimere con sincerità i suoi sentimenti verso di lei e anche dirle che spera che il Vs rapporto abbia un seguito. A volte l'amore sincero fa miracoli. Chiaramente una psicoterapia gioverebbe alla sua partner, indipendentemente dal proseguimento o meno della Vs relazione. Cordialmente, dr.ssa Daniela Benvenuti
Dott.ssa Emanuela Borri
Psicologo, Psicologo clinico
Meda
Da come ne parli si sente che sei stato coinvolto profondamente e che questa rottura improvvisa ti ha lasciato tante domande aperte. Sì, può succedere che quando una relazione diventa sicura e “non tossica”, chi ha vissuto traumi affettivi in passato faccia fatica a reggere quella stabilità: la mente dice “è giusto”, ma il corpo emotivo reagisce come se fosse in pericolo.
Può essere una forma di autosabotaggio legata a ferite non elaborate, e un percorso terapeutico può davvero aiutarla a fare chiarezza e a riconnettersi con i suoi sentimenti veri. Ma questo è un cammino che riguarda lei, e non possiamo sapere ora dove la porterà.
Sul “sentirsi o meno”, dipende: a volte il silenzio serve a far sedimentare, altre volte crea solo distanza. Ma se lei ha espresso il bisogno di stare sola, rispettarlo può essere un atto d’amore, anche se fa male.
Tu, intanto, prenditi cura del tuo dolore e dei tuoi bisogni: stai vicino a te stesso almeno quanto sei stato vicino a lei.
Gentile utente, le domande che pone sono molto profonde e complesse, e riflettono un forte desiderio di comprensione e chiarezza rispetto a quanto sta accadendo. Tuttavia, sulla base del solo racconto fornito, non è possibile affermare con certezza se la decisione della sua ex partner sia riconducibile a traumi relazionali non elaborati. Allo stesso modo, è difficile fare previsioni su quali effetti possa avere, per lei, l’inizio di un percorso terapeutico. Un lavoro psicologico personale può certamente rappresentare un’occasione preziosa per esplorare e comprendere le proprie modalità relazionali e le eventuali fragilità sottostanti, ma i tempi e gli esiti di un processo del genere dipendono da molte variabili individuali.
Per quanto riguarda la scelta di non sentirsi per un periodo, non esiste una risposta valida per tutti: ciò che conta è che la decisione sia condivisa e costruita insieme, nella chiarezza e nel rispetto reciproco. Capisco quanto possa essere difficile restare in questa incertezza e la sua volontà di prepararsi a ogni eventualità. In questo momento delicato, potrebbe esserle utile intraprendere alcune consulenze psicologiche, che possano offrirle uno spazio di ascolto, sostegno e orientamento, aiutandola a prendersi cura di sé mentre affronta questa fase complessa della sua vita affettiva.
Un caro saluto.
Salve, ho letto attentamente la sua storia, da queste poche informazioni posso comunque capire che la sua ex è in uno stato di confusione, insicurezza e dolore...Sicuramente, da quello che lei mi scrive è possibile che ci siano delle dinamiche croniche dovute a traumi passati che hanno condizionato nel tempo la scelta del partner. Sicuramente fa bene ad intraprendere un percorso terapeutico per risolvere ciò.
Per quanto riguarda lei, le consiglio di non insistere nel sentirvi, se ha bisogno di tempo e di staccarsi deve poterlo fare tranquillamente. Se la ama davvero, sarà lei ad avvicinarsi di nuovo. le dico comunque di non porre troppe speranze per non rimanere deluso se ciò non dovesse accadere. Stia tranquillo ed elabori con calma questo distacco senza opporsi. Spero di esserle stata utile, buona serata,
Manuela Cecchetti
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, la situazione che descrive è delicata e dolorosa, e comprendo quanto possa lasciare un senso profondo di smarrimento, soprattutto quando la relazione sembrava procedere in modo positivo, con cura reciproca e stabilità. Il fatto che la sua ex partner abbia deciso di interrompere il rapporto nonostante parole d’amore e riconoscimenti sinceri verso di lei può apparire contraddittorio e lasciare aperti molti interrogativi, alimentando sia speranza che confusione. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, è possibile leggere questa dinamica alla luce di quello che chiamiamo schema relazionale disfunzionale. In alcune persone, soprattutto quelle con un passato di relazioni tossiche o traumatiche, si crea una sorta di “programmazione emotiva” per cui la sicurezza e la stabilità (paradossalmente) diventano elementi destabilizzanti. Questo accade perché la mente ha imparato ad associare l’amore al conflitto, all’instabilità, o alla paura di abbandono. Quando si trova in un contesto relazionale sano, la persona non riesce a riconoscerlo come “familiare” e può iniziare a provare confusione, distacco emotivo o addirittura disagio. È come se il cervello, pur volendo stare bene, si difendesse da qualcosa che in passato è stato fonte di dolore, anche se oggi non lo è più. Ciò che lei racconta (il fatto che la sua ex partner parli di voler stare sola, di non riuscire a sentire più con chiarezza cosa prova, pur riconoscendo il valore della relazione) è molto coerente con questi processi. Il problema, quindi, non sembra essere la relazione in sé, quanto il modo in cui lei è riuscita a relazionarsi con la propria emotività nel contesto di una relazione sana. In questi casi, la persona può sentire il bisogno di allontanarsi, non per mancanza d’amore, ma per paura di non essere capace di sostenere quello stesso amore, o per il timore inconscio che qualcosa di bello possa finire male, come è già accaduto in passato. Dal punto di vista terapeutico, è assolutamente possibile che un percorso psicologico la aiuti a riconnettersi con i suoi vissuti emotivi e a dare un significato più chiaro a ciò che sta provando. La psicoterapia può offrire uno spazio protetto in cui esplorare le proprie paure relazionali, ricostruire fiducia e imparare a distinguere tra ciò che appartiene al passato e ciò che sta realmente accadendo nel presente. Quando una persona inizia a lavorare su sé stessa in modo autentico, spesso riesce a vedere con maggiore lucidità cosa desidera davvero e a dare un senso ai propri sentimenti. Per quanto riguarda la sua domanda sul non sentirsi per un mese o più, è importante valutare questo aspetto non solo in funzione del rapporto, ma anche del rispetto dei bisogni di entrambi. Se lei ha espresso la volontà di prendersi del tempo per sé, può essere utile darle quello spazio, perché forzarla in un contatto continuo potrebbe innescare meccanismi di difesa e allontanarla ulteriormente. Allo stesso tempo, mantenere un filo di comunicazione, anche minimo e rispettoso, può essere importante se il suo intento è quello di non chiudere del tutto la porta. Non esiste una regola unica valida per tutti: la cosa fondamentale è che ogni scelta venga fatta con consapevolezza e rispetto reciproco. Quanto alla speranza, non è mai sbagliato nutrirla, ma è fondamentale che non diventi un’ancora che la tiene bloccato nel passato o in un’attesa indefinita. È legittimo sperare che la persona che ama possa ritrovare sé stessa e magari riavvicinarsi, ma nel frattempo è altrettanto importante che lei si prenda cura di sé, che riprenda in mano la propria vita emotiva e che non trascuri il proprio benessere. La sofferenza che prova merita ascolto e attenzione, anche attraverso un eventuale percorso di supporto psicologico che possa aiutarla a elaborare questa fase e a trasformarla in una crescita personale. Il futuro è sempre aperto, e a volte anche le separazioni temporanee possono diventare l’occasione per una riconnessione più autentica. Ma in ogni caso, ciò che conta è che lei possa ritrovare serenità, con o senza quella persona accanto. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Silvana Zito
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente, la posizione della sua ex partner merita di essere rispettata e non è possibile forzare o indirizzare i sentimenti che la stessa manifesta.
Allo stesso modo i suoi sentimenti meritano attenzione e non trovano certo basi solide se supportati da speranze. Questo spazio non ha possibilità di feedbeck mentre un percorso terapeutico di coppia (che a sua volta affronta anche il disagio individuale di ciascuno) può essere di aiuto alla sua ex partner come anche a lei per fare chiarezza.
Resto disponibile.
Cordiali saluti
Dott.ssa Silvana Zito
Grazie per aver condiviso una situazione così complessa e dolorosa. È chiaro che ami profondamente questa persona e che stai cercando di capire come muoverti con rispetto verso di lei ma anche verso te stesso. Il tuo approccio riflessivo è prezioso e merita una risposta altrettanto attenta.
**Consiglio da psicologa:**
Sì, ciò che descrivi **può essere una reazione a traumi relazionali non elaborati**. Chi ha vissuto relazioni tossiche o instabili può, paradossalmente, sentirsi *a disagio* proprio quando si trova in una relazione sana e stabile: è un meccanismo difensivo inconscio che può far emergere ansia, distacco emotivo o confusione quando il legame diventa profondo. La mente, in questi casi, associa l’intimità alla vulnerabilità e quindi al rischio.
In questo contesto, **un percorso terapeutico può aiutarla moltissimo**. Non tanto per “riattivare i sentimenti” in senso romantico immediato, quanto per **fare chiarezza dentro di sé, distinguere la paura dall’amore, l’autoprotezione dal vero desiderio**. Se è motivata, può raggiungere una maggiore consapevolezza emotiva, e solo da lì capire davvero cosa vuole e può vivere.

**Sul “non sentirsi” o parlare:**

La **pausa di un mese o più può essere utile**, ma solo se vissuta con uno scopo chiaro: dare spazio alla riflessione e alla guarigione, **non come attesa silenziosa carica di ansia o ambiguità**. Se questa pausa serve a lei per iniziare un percorso personale, può essere un tempo prezioso. Continuare a sentirsi in modo forzato, invece, rischia di trasformare la relazione in un’area di pressione, e non di sostegno.

**E tu, cosa fare ora?**

1. **Non vivere questo tempo come un limbo**, ma come un momento per tornare al centro della tua vita. Non è “aspettare” passivamente: è restare aperto al futuro, ma attivo nel presente.

2. **Datti il permesso di sentire sia la speranza che il dolore.** Non devi scegliere ora tra rassegnazione e attesa: puoi convivere temporaneamente con entrambe, restando però radicato in te.

3. **Fissa un limite interiore.** Ad esempio: “Mi concedo un mese di distacco, poi rivaluterò cosa è giusto per me.” Questo ti dà una direzione e protegge il tuo benessere.

In sintesi:
- Sì, può essere una reazione a traumi affettivi passati.
- Sì, la terapia può aiutarla a ritrovare chiarezza (e forse i sentimenti).
- Una pausa può avere senso, **ma solo se ti aiuta a non consumarti nell’attesa.**
- Non è il momento di “decidere” se sperare o rassegnarti: è il momento di **proteggerti, rispettarti e osservare.**
Dott.ssa Sveva Nonni
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Gentile Utente, mi dispiace per la situazione che stai vivendo. Da quello che ci racconti, la reazione della tua ex partner potrebbe essere legata a traumi relazionali non elaborati. Non è infrequente che persone che hanno vissuto relazioni "tossiche", quando si trovano in un rapporto sano possano viverlo con grande difficoltà dovuta proprio alla forte differenza tra le due modalità relazionali passata e presenti. La nuova stabilità può risultare spiazzante o addirittura minacciosa, proprio perchè "nuova" e diversa da quello a cui il nostro sistema affettivo e neurologico è ormai abituato. Viene a mancare uno schema, che per quanto malsano, risultava prima familiare. Il suo affermare di voler stare sola, di non capire cosa prova e di voler iniziare un percorso terapeutico, potrebbe essere un segnale positivo di consapevolezza. Un percorso psicoterapeutico può certamente aiutarla a ritrovare chiarezza, comprendere i suoi schemi relazionali, e — se c'è ancora un sentimento autentico — può anche riaprire uno spazio di riconnessione con te. Tuttavia, questo processo non ha garanzie né tempi certi. La scelta di non parlarsi per un certo periodo può essere positiva se intesa da entrambi come uno spazio di effettiva riflessione ed autoanalisi. Insistere per parlare potrebbe aumentare la pressione e il senso di colpa che vive, spingendola a chiudere ancora di più. Il mio consiglio è di darle lo spazio che chiede, ricordandole che sei disponibile a riprendere il dialogo quando lei se la sentirà (questo può essere un modo di dimostrare la propria presenza "affettiva" senza invaderla). Ciò detto, ti consiglierei anche di prendere questo tempo per centrarti anche su di te, per ascoltare i tuoi bisogni, vedere cosa ti fa stare bene o meno. Non credo nessuno su questo sito possa aiutarti ad avere una certezza rispetto a quale potrebbe essere il vostro futuro. Sicuramente ci saranno però molti professionisti che potrebbero aiutarti ad attraversare questo periodo difficle se ne sentissi la necessità. TI mando un caro saluto e spero tu possa presto stare meglio.
Dr. Salvatore Garufi
Psicologo, Psicoterapeuta
Brescia
Il pattern che descrive si chiama “paura dell’intimità sicura”: dopo relazioni tossiche, la calma fa emergere ricordi impliciti di abbandono. Terapia e ipnosi aiutano a elaborare il trauma relazionale e riattivare la componente attaccamento-sicuro.

Cosa può fare lei, qui e ora
• Invi le un messaggio di permesso e non pressione: “Resto disponibile quando sentirai di parlare”. Questo riduce l’attivazione difensiva.
• Si concentri su self-care quotidiano (esercizio, sonno, rete amicale) per non alimentare la co-dipendenza.
• Fissi un checkpoint temporale: se entro 6–8 settimane non riapre il dialogo, valuti di elaborare il lutto e non congelare la propria vita.

Prenoti una sessione su MioDottore: la guiderò in un protocollo ipnotico di riparazione dell’attaccamento e protezione dell’autostima, così da essere pronto qualunque direzione prenda la relazione.
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
La situazione che descrivi è complessa e delicata, e coinvolge dinamiche emotive profonde che meritano attenzione e comprensione. Quando una persona, pur riconoscendo l’amore ricevuto e la qualità della relazione, sceglie di allontanarsi, è possibile che stia vivendo un conflitto interno che ha radici più profonde del legame attuale.

Il fatto che la tua ex partner provenga da relazioni tossiche può influenzare fortemente la percezione e la gestione dell’intimità in una relazione sana. In questi casi, quando la relazione diventa stabile e sicura, possono emergere sentimenti di confusione, ansia o addirittura paura. Questo può essere legato a traumi relazionali non risolti, che portano la persona a interpretare la sicurezza non come qualcosa di rassicurante, ma come qualcosa di “strano” o addirittura minaccioso, perché distante dallo schema relazionale a cui è abituata.

Un percorso terapeutico può sicuramente aiutarla a fare chiarezza sui propri vissuti emotivi, comprendere le dinamiche interiori che la guidano, e rielaborare eventuali traumi passati. Non si può garantire che questo porti automaticamente a un ritorno di coppia, ma può certamente aiutarla a ritrovare stabilità e lucidità emotiva, aprendo anche a nuove possibilità relazionali, inclusa quella con te.

Per quanto riguarda la decisione di non sentirsi per un mese o più, non esiste una regola unica valida per tutti. In alcuni casi, un periodo di distanza può aiutare entrambi a elaborare meglio la situazione, senza influenze reciproche. In altri casi, invece, mantenere un dialogo aperto e sincero può essere utile per non recidere completamente il legame e lasciare spazio a un’eventuale evoluzione. Molto dipende da come entrambi vivete questo tempo di separazione.

Infine, rispetto alla speranza o alla rassegnazione, la risposta non può essere netta. È importante che tu possa prenderti cura anche del tuo benessere, senza rimanere in attesa indefinita di una decisione che non dipende da te. Può essere utile spostare l’attenzione su cosa desideri per te, su cosa ti fa stare bene, e su come puoi affrontare questo momento senza perdere il tuo equilibrio.

In ogni caso, sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista.

Dottoressa Silvia Parisi – Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, quella che descrive è una situazione molto delicata e dolorosa, soprattutto perché sembra esserci stato un sentimento autentico da entrambe le parti e una connessione costruita con cura. Il comportamento della sua ex partner, così come lo racconta, può effettivamente essere collegato a un vissuto relazionale precedente non pienamente elaborato. Quando si proviene da relazioni tossiche o instabili, la sicurezza e la stabilità che una relazione sana può offrire, paradossalmente, possono risultare estranee o perfino minacciose. Questo può attivare dinamiche interiori profonde, legate a paure di dipendenza, di abbandono o a schemi di autosabotaggio appresi nel tempo.

Il fatto che lei abbia riconosciuto il proprio malessere e abbia espresso il desiderio di fare chiarezza, eventualmente anche con l’aiuto di un percorso terapeutico, è già un segnale importante. La psicoterapia, in questi casi, può sicuramente aiutarla a esplorare le sue emozioni, a comprendere meglio i propri meccanismi di difesa e a distinguere ciò che proviene dal passato da ciò che appartiene davvero al presente. Non è possibile prevedere con certezza se i sentimenti che ha provato per lei torneranno a emergere con chiarezza, ma un percorso di consapevolezza può senz’altro creare le condizioni perché ciò accada.

Per quanto riguarda il vostro rapporto, è comprensibile il suo desiderio di non perderlo e il dubbio su come comportarsi in questo periodo. Prendersi un tempo di silenzio può essere utile se davvero serve a lei per proteggersi dal dolore e a lei per trovare spazio per riflettere. Tuttavia, se questo silenzio è dettato solo dalla speranza di un ritorno o dalla paura di perdere definitivamente la persona, può trasformarsi in un'attesa passiva e logorante. A volte, restare in contatto in modo delicato e rispettoso può mantenere un filo relazionale, ma è importante che questo avvenga senza pressioni, né aspettative rigide.

Infine, rispetto alla domanda se rimanere speranzoso o rassegnarsi, credo sia più sano considerare la possibilità di tenere aperto uno spazio interiore: non per aspettare passivamente, ma per permettersi di elaborare ciò che è stato, proteggendo i propri sentimenti senza negarli. La speranza può essere una risorsa, ma solo se accompagnata dalla capacità di prendersi cura anche di sé, accettando che alcune risposte, al momento, non possono essere affrettate.

Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Dott. Vincenzo Capretto
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Sì, quanto descritto può essere una reazione a traumi relazionali non elaborati. Dopo esperienze tossiche, una relazione sana può generare confusione e paura, perché rompe schemi disfunzionali abituali. È possibile che stia attivando meccanismi di autoprotezione legati a un attaccamento insicuro.
Un percorso terapeutico può aiutarla a elaborare il passato, chiarire le emozioni e riconnettersi coi propri sentimenti, aprendo eventualmente alla possibilità di un ritorno relazionale più consapevole.
Il silenzio può servire se è condiviso e finalizzato a ritrovare equilibrio, ma una distanza troppo lunga può spezzare il legame. Una comunicazione minima e rispettosa potrebbe preservare la connessione.
Più che sperare o rassegnarsi, è utile restare aperti ma concentrati su se stessi, lasciando che sia il tempo e il percorso interiore di entrambi a dare risposte più chiare. Cordiali saluti. Dr. Vincenzo Capretto
Dott.ssa Teresita Forlano
Psicologo, Sessuologo, Psicoterapeuta
Roma
Buon pomeriggio.
Di certo la sua partner ha bisogno di capirsi, e se ha deciso di sospendere la comunicazione, la scelta va rispettata. Porterebbe solo confusione sentirsi in questo momento. Bisogna che lei si dia un tempo di attesa per poi capire se andare avanti.
Dottoressa Teresita Forlano
Dott.ssa Giada Casumaro
Psicologo, Terapeuta, Professional counselor
Rovereto sulla Secchia
Buonasera, l'attesa e il non sapere è una situazione sempre difficile da affrontare.
La sua compagna probabilmente ha vissuto tante relazioni non equilibrate e forse ora trovandone una è spaventata perchè non è una relazione che lei conosce e sa prevedere.
Fare un percorso per lei sarà molto utile intanto per sanare le ferite che si porta dietro ed infine per prendere scelte e decisioni anche a livello relazionale sulla base delle sue sensazioni e sentimenti. L'unica cosa che mi sento di dirti è di rinnovare la tua disponibilità ad un confronto o ad esserci per lei perchè ci tieni. Dopo questo non resta che la parte più difficile che è quella di aspettare e rispettare la decisione dell'altro. Le lascerei il giusto spazio e tempo senza insistere, deve essere molto doloroso anche per lei e sicuramente confusivo.
Se dovesse essere necessario posso propormi in un percorso terapeutico di coppia per parlarsi e ascoltarsi fino a capirsi.
Rimango a disposizione, Dott.ssa Casumaro Giada
Dott.ssa Alessandra Arena
Psicologo clinico, Psicologo
Grottaferrata
Capisco il dolore e la confusione che può provare in una situazione come questa, dove nulla sembra avere un senso chiaro. Ma le risposte che cerca — sul perché, su cosa sente lei, su cosa accadrà — non potrà trovarle da solo, né ci sono risposte corrette se non emergono dal confronto diretto con la persona coinvolta.
È possibile che ciò che la sua ex partner sta vivendo sia legato a un passato non risolto, e un percorso terapeutico potrebbe davvero aiutarla a fare chiarezza, ma non è detto che questo porti necessariamente a un ritorno.
Quello che può fare ora, con gentilezza verso sé stesso, è accettare che anche lei ha bisogno del suo tempo e del suo spazio. E forse anche per lei potrebbe essere utile un percorso, per imparare a reggere il vuoto dell'incertezza senza lasciarsi travolgere.
Rimanga aperto, ma non in attesa: la sua vita merita di andare avanti, con o senza risposte da parte sua.
Dott.ssa Siria Dal Santo
Psicologo, Psicologo clinico
Besozzo
Buongiorno, il tema appare articolato e risulta difficile poterle fornire una risposta esaustiva su questi canali, in quanto servirebbero maggiori informazioni. Sicuramente un percorso terapeutico potrebbe aiutare la sua ex compagna a ritrovare il benessere ed eventualmente, come naturale conseguenza, quello della relazione di coppia. Per quanto riguarda la scelta di non parlarsi, non esistono regole al riguardo, se non quella di rispettare, reciprocamente, i bisogni propri e dell'altro. In altre parole, se la sua ex fidanzata desidera un allontanamento, è corretto poterle lasciare il giusto spazio di riflessione e permetterle di eseguire un lavoro su di sé.
Un caro saluto.
Dott.ssa Siria Dal Santo
Buongiorno,
Non conoscendo la vostra situazione risulta difficile rispondere alle sue domande.
In ogni caso, se questa è la decisione che lei ha preso, può solamente rispettarla. Cercare di capire cosa pensa, cosa prova e di cosa ha bisogno la sua ex partner temo non possa esserle d'aiuto. Quel che può aiutarla è cercare di ascoltarsi in questo momento difficile per lei, cercare di comprendere come si sente ma anche come si sentiva all'interno della relazione con lei. Provi a concedersi di soffrire e a prendersi cura di sè in questo momento, la rottura di una relazione è come un lutto, richiede un'elaborazione, si prenda del tempo per sè per poterlo fare.
Spero di esserle stata d'aiuto :)
Dott.ssa Angela Ritella
Psicologo, Psicologo clinico
Turi
Purtroppo nessuno potrà darLe risposte certe alle Sue domande.
Un percorso terapeutico può sicuramente essere di grande aiuto per mettere in ordine i pensieri e vedere le cose più lucidamente.
Qualora ne sentisse la necessità, sono a Sua disposizione per aiutarLa ad attraversare questo delicato momento della Sua vita e trovare, insieme, il modo per affrontarla al meglio.
Dr. Riccardo Sirio
Psicologo, Psicologo clinico
Trofarello
Sì, quello che descrivi è compatibile con una reazione legata a traumi relazionali non elaborati, spesso derivanti da esperienze passate in cui la persona ha imparato a confondere l’amore con la tensione emotiva, l’insicurezza o la discontinuità affettiva. In questi casi, quando una relazione diventa finalmente stabile, sicura e affettuosa, può attivarsi un vissuto interno di confusione o addirittura paura: non tanto perché la relazione non funzioni, ma perché il sistema emotivo della persona non è abituato a percepire sicurezza senza ansia.
In questo contesto, la sua scelta di allontanarsi per “capirsi” non è necessariamente una contraddizione o un rifiuto di te, ma potrebbe essere una forma di difesa inconsapevole, una risposta a un senso interno di disorganizzazione o annebbiamento emotivo. Rimango a disposizione, eventualmente con supporto psicologico.
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Buongiorno,
la fine di una relazione rappresenta sempre qualcosa di molto doloroso, tanto più se la si subisce. Puo elaborare meglio quanto accaduto, magari aprendosi alla possibilità di contattare uno specialista, facendosi accompagnare nel trovare le risposte che cerca.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott.ssa Eleonora Errante
Psicoterapeuta, Psicologo, Terapeuta
San matteo della Decima
Buonasera,
sono esperta in RELAZIONI DISFUNZIONALI, e le posso assicurare che fino a quando in terapia non si elaborano i propri vissuti e il proprio funzionamento, si ripete il proprio COPIONE familiare all'infinito (questo vale per entrambi).
Provi a stare centrato su di sé. A volte ricerchiamo o vogliamo a tutti i costi partner che "non sono disponibili" solo per "vincere" la sfida. Si legga qualche post della dott.ssa Canovi su instragram, io sono formata con lei.
In bocca al lupo!

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