Insicurezza e dipendenza affettiva, sono i miei due principali problemi. Una insicurezza che mi impe

14 risposte
Insicurezza e dipendenza affettiva, sono i miei due principali problemi. Una insicurezza che mi impedisce il confronto con gli altri e non mi permettere di ottenere risultati. Dipendenza affettiva da famiglia e partner. Mi sento bloccata e legata. Come uscirne? Ho solo 19 anni e non trovo soluzione.
Mi sento di consigliarle una visita specialistica ed un eventuale percorso psicoterapeutico per affrontare queste problematiche che potrebbero configurare un quadrs di ansia sociale con tratti di personalità dipendente.

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I problemi da lei esposti sono legati all'organizzazione di personalità le cui basi si formano a partire dalla prima infanzia ma che comunque possono essere modificate attraverso le esperienze successive, purchè attraverso queste si riesca a interrompere il circolo vizioso che blocca l'evoluzione personale. Per questo può essere di grande aiuto un percorso di psicoterapia di tipo psicodinamico attraverso cui potrà comprendere le dinamiche, i meccanismi e le origini che ci sono dietro ai suoi "blocchi" in modo da poterli controllare e soprattutto in modo da non sentirsene più sopraffatta. La sua giovane età inoltre fa propendere ancora di più per una prognosi favorevole. Le faccio i più sinceri auguri.
Buongiorno, lei è molto giovane e ha già una grande consapevolezza di quello che le sta accadendo, questo è un buon segno ed è sintomo di una persona intelligente e pronta ad affrontare un problema per risolverlo ed avere una vita più serena. Si rivolga con serenità ad uno psiocoterapeuta e vedrà che in breve risolverà il suo disagio. I migliori auguri e i più cordiali saluti.
Gentile utente, fra i sintomi della dipendenza affettiva rientrano proprio: la difficoltà ad attribuirsi il giusto valore con sensazioni d'insicurezza , a riconoscere la propria identità, a stabilire dei confini con l'altro, a riconoscere i propri bisogni e a soddisfare i propri desideri concedendo agli altri la libertà di scegliere e delegando a questi la ricerca della felicità. Le emozioni maggiormente sperimentate sono l'ansia, la gelosia,il senso di colpa, la vergogna di essere inferiori , la paura della solitudine e di essere abbandonati e una costante fame d'amore. L'amore è l'ambito in cui maggiormente si presenta la dipendenza affettiva, ma può manifestarsi anche nei rapporti d'amicizia, nei legami familiari e nel lavoro. Attraverso un percorso psicoterapeutico può intraprendere un cammino che l'aiuta ad acquisire le abilità necessarie per effettuare quelle scelte che l'aiuteranno a stare meglio e a riprendere in mano la sua vita. Cordialmente
Non solo per la sua giovane età ha il diritto a costruirsi relazioni sane e libere e a rendere solida la sua autostima ed è significativo che si apra questa possibilità in un momento solitamente di passaggio nella vita. I suoi due problemi sono probabilmente collegati tra loro e legati alle esperienze primarie e possono essere affrontati con una terapia, di modo che lei possa ristrutturare alcune dinamiche della sua vita, delle sue relazioni e superare il blocco che sta vivendo. È importante vedere ed elaborare le cause della sua condizione, ma anche poter parallelamente rinforzare gli ambiti che lei potrebbe sentire di competenza e le risorse che man mano si riconosce. Buon lavoro
Cara, lei ha già fatto due primi grandi passi: di sentirsi consapevole di un disagio e di chiedere un aiuto professionale. Si rivolga con fiducia ad uno psicologo esperto, magari con una formazione sistemica familiare e relazionale, che la aiuterà a dare un senso a ciò che le sta succedendo e a trovare la via del benessere emotivo e di relazione. Chieda un primo colloquio conoscitivo e scelga un terapeuta che le dia una sensazione di affidabilità e di poter esprimersi fino in fondo. Le auguro un buon cammino! E un abbraccio dr Luisa Morassi
Nonostante la sua giovane età, ha raggiunto una buona consapevolezza mentale riguardo le sue difficoltà. Ognuno di noi ha un proprio talento e una propria predisposizione verso il mondo interno ed esterno. Spesso si confonde l'insicurezza con l'introversione o si cerca approvazione esterna recitando un ruolo che non ci appartiene. Un percorso di analisi personale potrebbe rappresentare un valido alleato nella conoscenza profonda di chi lei veramente è. Raggiunto questo "traguardo", che richiede volontà, pazienza e soprattutto sofferenza, non si porrà più il problema di "come uscirne", ma imparerà ad accettare di lei anche le parti che le piacciono di meno e a sentirsi completa con le sue "imperfezioni". Accetti questi suoi disagi, li veda come un punto di partenza. Le auguro un profondo e intenso viaggio individuativo.
Penso che per lei sia bene rivolgersi ad uno psicoterapeuta, per poter affrontare con lui un percorso e comprendere meglio le diverse sfacettature della sua vita. 19 anni non sono tanti, così come al tempo stesso sono sufficenti per una persona matura come lei a poter prendere consapevolezza di quello che è il suo mondo. Le auguro di incontrare un professionista che possa aiutarla a trovare degli altri e nuovi punti di vista per poter osservare e analizzare la sua vita.
Cara utente, leggo dalla sua età che è molto giovane e può sicuramente "trovare una soluzione" rivolgendosi a uno specialista (Psicologo o Psicoterapeuta) che l'aiuti a capire l'origine di questa sua "insicurezza e dipendenza affettiva" e come affrontarla.
in bocca al lupo.
cordiali saluti
dott. Dima E.
Buongiorno ,
personalmente ritengo che un buon supporto psicologico possa aiutarla.In associazione al percorso psicoteraputico, può assumere dei fiori di Bach . Le consiglio di leggere i 12 guaritori di E. Bach . Per l'insicurezza si possono usare Larch e Cerato , Centaury (se non riesce a dire di no ). Questi sono esempi. Ovviamente deve rivolgersi ad un Floriterapeuta.
Le faccio i miei auguri per il suo cammino verso la consapevolezza del suo valore .
Cordialmente
...in tutti esiste un qualche tipo di forza che chiede di poter emergere...Questa richiesta d'aiuto è un passo in questa direzione! Spesso l'insicurezza e la dipendenza affettiva hanno radici lontane: lavorando su di esse potrà essere più consapevole di ciò che ha contribuito a renderla "fragile" e di conseguenza ad attuare quei piccoli cambiamenti che le restituiranno un'immagine più sicura, passo dopo passo. La psicoterapia è un valido aiuto per arrivare a sbloccarsi. La vita è bella! Non inquini la qualità della sua vita solo perchè ancora non riesce a scorgersi con tutte le sue potenzialità! Le auguro di intraprendere il suo viaggio verso l'autonomia...
La dipendenza affettiva è alla base di molti problemi in molte aree della nostra vita, non solo nelle relazioni affettive. L'insicurezza e la scarsa autostima si manifestano anche nello studio, nel lavoro, nei rapporti sociali, sulla capacità di muoversi e orientarsi. Per uscirne è necessario affrontarla in un percorso di psicoterapia, in particolare le suggerirei ad orientamento analitico per andare alla radice del problema. Data la giovane età le consiglierei di cominciare prima possibile.
Nell'adolescenza è molto frequente questa stato d'insicurezza e di confusione che poi pian piano si scioglie nel tempo soprattutto se ci si lavora con la guida di un adulto esperto. Se ti va di parlarne, senza nessun impegno, io sono disponibile. Sta bene.
Buongiorno a te,
I due meccanismi che sintetizzi creano un circolo vizioso che si autoalimenta e che si autorinforza, mantenendolo vivo.
Non sperimentandomi e non distaccandomi, mi sento insicura sulle mie capacità di riuscirci e quindi permane l'apparente sicurezza di dipendere da qualcuno che si occupi di me.
È importante riuscire a interrompere questo circolo vizioso, anche se ciò può generare ansia, incertezza e altre emozioni che potrebbero risultarti spiacevoli e difficili da gestire.
All'interno di un percorso strutturato con un professionista Psicologo Psicoterapeuta puoi aver modo di indagare questi aspetti e interrompere così il loro reciproco mantenimento e rinforzo.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti e informazioni.
Dott.ssa E. Parise

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