Ho sempre avuto la consapevolezza che qualcosa in me fosse "fuori posto", ho sempre avuto una forte

15 risposte
Ho sempre avuto la consapevolezza che qualcosa in me fosse "fuori posto", ho sempre avuto una forte sensibilità e una forte angoscia.
So, data una vecchia terapia psicologica di avere dei tratti depressivi, o almeno così mi venne detto.
Per un periodo ero sempre a letto e avevo molta noia e pigrizia nei confronti della vita.
Cambiai facoltà e questo dolore immenso si alleviò,
ripresi in mano la mia vita e smisi di andare in terapia dato la mia scara possibilità economica.
premetto che La mia famiglia ha sempre mal visto la salute mentale e ha sempre screditato la mia dottoressa come una persona che tendesse solo a rubare i miei soldi.
Ho 22 anni al momento e ho sempre cercato di pagarmi da sola la terapia, perché altrimenti non avrei potuto fare altro, ma al momento non ne ho piu la possibilità.
Come dicevo prima,
un tempo avevo tutti comportamenti che richiamassero un po' la depressione (riprendendo quello che mi venne detto),
ora in me si stanno riaffiorando, ma non capisco se effettivamente io stia peggiorando o sia solo una fase.
Ho iniziato ad ambire di più allo stare al letto,
a non avere eccessiva cura del mio aspetto esteriore,
a trascurare i miei affetti,
e a riversarmi parole poco affabili.
Ho però, iniziato a fare dei gesti che mi lasciano un po' perplessa.
ho sempre avuto il desiderio di farmi del male, ma ho sempre scacciato il pensiero rifacendomi alla razionalità, ma adesso è diverso.
Quando mi lavo il viso mi sfrego talmente tanto da farmi male,
mi stringo e pizzico fortissimo le braccia ma arrivo fino al limite in modo da non lasciare di segni.
Non voglio che nulla di questo sia visibile agli altri,
ma vorrei che gli altri capissero il mio stato emotivo alterato.
Non capisco se è dato tutto da un forte periodo di stress che poi passerà causato da vari esami universitari
e devo quindi stringere i denti,
che la mia soglia di vulnerabilità si sia solo momentaneamente abbassata che poi si riprenderà...
oppure ho davvero qualcosa che vada controllato.
Mi rendo conto che non sia un'effettiva domanda, ma mi sento sola ed inerme e questo star male mi confonde.
Ho scritto alla mia psicologa, alla ricerca di un aiuto, ma il messaggio è stato visualizzato e non risposto e questo mi ha ferito tanto.
Sarà stata forse impegnata e avrà perso il mio messaggio, ma comunque speravo mi cercasse, sono ormai passati sette giorni.
ho una famiglia emotivamente assente,
mia madre dice sempre che la odio,
e gli altri componenti le danno manforte facendomi sentire sola.
Vorrei andare via di casa,
ma non mi è concesso,
non so cosa fare
Come posso iniziare a muovermi?
grazie a voi per la risposta
Buonasera, per prima cosa insista con la sua psicologa, perchè magari inviti anche la sua famiglia a prendere atto della situazione. In certe situazioni il setting può allargarsi momentaneamente, se le motivazioni sono importanti e il paziente lo permette o lo chiede. Potrebbe anche rivolgersi al medico di base, esprimendo il consenso a intervenire con la sua famiglia. Ovviamente tutte queste ipotesi sottintendono la sua impossibilità "contrattuale" con i suoi genitori, di questo deve poter prendere atto e valutare attentamente se ha provato tutto il tentabile, prima di chiedere supporto/intervento di altri. Un saluto

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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno, la invito ad intraprendere un percorso psicologico che preveda la possibilità di inserire al momento giusto anche i suoi genitori. A mio parere è necessario anche un intervento farmacologico. Ne parli col suo medico che saprà consigliarla e sostenerla. Le faccio tanti auguri
Buonasera! La situazione che descrive è delicata e richiede attenzione. Sembra che la Sua famiglia non sia disposta ad impegnarsi sia direttamente che economicamente. Mi permetta di essere sincero. Non esiti e si rivolga con fiducia ai servizi territoriali (Centro di Salute Mentale della zona). Con un pizzico di fortuna, potrà accedere a cure psicologiche e farmacologiche (se necessarie) adeguate e professionali. Lei sembra cogliere i segnali di un inasprimento dei sintomi, non resti sola. In bocca al lupo
Gentile utente, senza dubbio dalle sue parole emerge un forte stato di malessere. Dato lo scarso supporto familiare che descrive, potrebbe affidarsi al servizio territoriale della sua zona di residenza che tramite il Servizio Sanitario Nazionale dovrebbe essere gratuito, oppure documentarsi se vicino a lei è presente un ambulatorio o consultorio che eriga un numero massico di colloqui gratuiti, infine ogni università dovrebbe avere attivo al suo interno un servizio di sportello psicologico gratuito (anche qui i colloqui hanno un numero massimo di incontri) tuttavia è pure sempre un primo step per chiedere aiuto soprattutto in un momento di urgenza.
Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo
Gentile utente, come già proposto dai colleghi la invito a rivolgersi ai servizi del territorio che la possono prendere in carico dietro pagamento di un ticket, o in alcuni casi anche gratuitamente. Il fatto che abbia già intrapreso un percorso in passato la rende certamente più in grado di cogliere i segnali e i sintomi che in questo momento della sua vita stanno riemergendo. La sua consapevolezza la guidi verso la ricerca di un aiuto, che in questo momento sembra essere la giusta strada verso il raggiungimento di uno stato di maggior benessere. Un saluto, dott.ssa Silvia Calanchi.
Buongiorno, intanto mi dispiace molto per questa situazione difficile che sta vivendo e per il senso di "abbandono" nuovamente provato a seguito dell'interazione con la sua vecchia psicologa, immagino che il tutto le sia risuonato familiare. Ha fatto bene a chiedere nuovamente aiuto e ad avere la forza di parlarne qui, ritengo che ci siano sicuramente dei sintomi dello spettro depressivo da approfondire. Ma lei in questo momento ha bisogno di un supporto che può ritrovare solo in un percorso psicologico, possibilmente ad orientamento cognitivo-comportamentale che possa agire sul presente aiutandola concretamente
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Gentile Utente, sembra che questo periodo sia molto stressante e che si senta sola. Sarebbe importante avere persone intorno a lei con cui confidarsi, con cui avere uno scambio comunicativo. Sarebbe anche importante poter proseguire il percorso terapeutico intrapreso, oppure, laddove economicamente non sia più sostenibile, cercarne un'altro più sostenibile. Sul fatto di non aver ricevuto risposta dalla sua ex-terapeuta, va detto che una volta interrotto il percorso, si interrompe di prassi anche la relazione terapeutica, proprio perchè non è sostitutiva di una relazione affettiva, ma è vincolata ad un contratto dove si specificano degli obiettivi e delle regole. Un cordiale saluto.
Dott.ssa Marina Bonadeni
Cara Amica,
la depressione, o meglio nel suo caso quello che sembra essere una distimia, è un disagio ricorrente che ci limita e ci priva della qualità della vita.
Ci dice che in questo momento non può pagarsi una terapia (a proposito: le più efficaci per la depressione, dati alla mano sono la terapia cognitivo comportamentale e quella interpersonale - ma non sono le uniche), in questo caso può rivolgersi alla sua ASL, e in particolare al suo Centro di Salute Mentale. Dopo un primo colloquio, potrà essere indirizzata verso servizi pubblici, o calmierati, o anche - se è il caso - considerare l'assunzione di un antidepressivo, che può permetterle di riprendere un tono dell'umore accettabile e di fare nuove esperienze. Queste potranno aprirla a nuove possibilità e farle cambiare, anche persistentemente, la sua attitudine verso la vita, se stessa e il futuro.

con i migliori auguri,
dr. Ventura
Bentrovata, a mio sentire la sua è una ricerca di senso, scopo e significato nella vita, è una crisi esistenziale che può anche rivelarsi un'opportunità trasformativa enorme, se affrontata nel modo adeguato. Sono una psicoterapeuta transpersonale, ossia ad orientamento psicospirituale, ma anche insegnante di Meditazione, Mindfulness e Yoga, pratiche - soprattutto la Mindfulness - che la ricerca scientifica ha dimostrato le più efficaci nel trattamento della depressione, dello stress e dei disturbi correlati all'ansia. Credo che in questo momento ampliare la visione che ha di se stessa e della sua vita potrebbe portarle molto giovamento. Se vuole sono disponibile per una consulenza, anche on line. Nel frattempo le auguro il meglio.
Gentile utente mi spiace che si senta in un contesto familiare che percepisce distante e assente.
Il dolore fisico che si provoca vuole sostituirsi a quello psichico e inconsapevolmente le sembra di poterlo controllare meglio.
Ha fatto bene a scrivere e non smetta di cercare come affrontare la situazione.
Già i colleghi le hanno detto di coinvolgere per esempio il medico di base non per avere da lui però cure farmacologiche che in questo senso solo lo specialista psichiatra e’ competente ma perché possa orientarla verso un centro territoriale che possa prenderla in carico sia farmacologicamente da subito e sia in psicoterapia.
L’EMDR sarebbe consigliata.
Se quanto indicato e’ comunque lento e complesso, potrebbe intanto rivolgersi al medico curante per una prescrizione di visita specialista psichiatrica per un sostegno farmacologico immediato che le faccia per ora riprendere in mano la sua vita in attesa di un ‘tempo’ migliore per potere sostenere i costi di una psicoterapia.
Un saluto cordiale
Buongiorno, il fatto che la sua famiglia abbia screditato le cure che lei ha fatto, possono essere un tentativo inconsapevole di screditare qualcosa che può rompere l'equilibrio dell'intero sistema malsano, come lei stessa percepisce. I suoi sintomi possono avere origini antiche, perché l'amore per se stessi ha radici lontane. Credo che lei debba ricominciare la psicoterapia, nel pubblico se non può permetterselo, e valutare l'idea di affiancare una terapia farmacologica, se chi la segue la ritenesse di aiuto.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Valeria Randisi
Salve già il fatto di aver scritto qui è un primo passo per cercare di uscire da questo periodo di smarrimento e di solitudine. Il passo successivo è quello di rivolgersi ad uno psicoterapeuta che la possa sostenere. Se non puoi privatamente puoi rivolgerti nel pubblico quindi all asl di appartenenza nel centro di salute mentale. Altro passo da fare è quello di concentrarti nelle tue passioni o nello studio. Vedrai che passo dopo passo uscirai da questo periodo. Un caro saluto
Buongiorno,

provi a telefonare al suo psicologo; potrebbe esser successo che si sia perso di vista un messaggio. Sarebbe opportuno riprendesse il percorso psicoterapico da dove l'aveva lasciato. Molto probabilmente interruppe solo per questioni economiche e che quest'ultimo non sia stato portato a termine. Il momento di difficoltà che sta vivendo adesso va sicuramente supportato.
Nella speranza che possa riuscire a mettersi in contatto con il suo terapista.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, dovrebbe farsi prescrivere una visita psichiatrica dal suo medico, in questo modo può accedere al servizio pubblico di salute mentale (CSM), con il/la psichiatra valuterete l'opportunità di un supporto farmacologico (molto probabile) e la possibilità di accedere ad un percorso di psicoterapia (che sarebbe la cosa migliore).

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