Ho conosciuto un ragazzo che inizialmente mi cercava molto e si mostrava carino, per questo mi sono
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Ho conosciuto un ragazzo che inizialmente mi cercava molto e si mostrava carino, per questo mi sono affezionata in fretta. Dopo un momento di intimità in cui non me la sono sentita di andare oltre, i suoi messaggi sono diventati a intermittenza e lasciava intendere che vedeva altre ragazze. Mi ha poi proposto una relazione basata solo sul lato fisico, dicendo che per lui ero una sfida. Successivamente c’è stato un litigio in cui mi ha accusata di immaturità e da allora non ci sentiamo più.
Da una parte mi mancano le sue attenzioni, dall’altra mi sento in colpa per come ho reagito e mi rendo conto di provare una sorta di dipendenza emotiva, perché continuo a pensarci anche se so che non mi fa bene.
Come posso capire perché tendo ad aggrapparmi a chi non mi dà stabilità e quali strumenti esistono per riuscire a chiudere davvero?
Da una parte mi mancano le sue attenzioni, dall’altra mi sento in colpa per come ho reagito e mi rendo conto di provare una sorta di dipendenza emotiva, perché continuo a pensarci anche se so che non mi fa bene.
Come posso capire perché tendo ad aggrapparmi a chi non mi dà stabilità e quali strumenti esistono per riuscire a chiudere davvero?
Buongiorno, capisco quanto possa essere doloroso trovarsi in questa situazione.
Quello che racconta tocca un tema molto comune: il bisogno di attenzioni e vicinanza può entrare in conflitto con il desiderio di sentirsi rispettati e accolti per ciò che si è. Non è raro che, quando ci affezioniamo, diventi difficile lasciare andare anche relazioni che sappiamo non offrirci stabilità, e questo può generare sensi di colpa o pensieri ricorrenti.
Spesso dietro queste dinamiche ci sono modalità affettive che si ripetono, e diventa importante riconoscerle per non rimanerne intrappolati. Darsi la possibilità di fermarsi, di ascoltare i propri bisogni profondi e di comprendere quali relazioni ci fanno stare bene davvero, può essere un primo passo per ritrovare equilibrio.
Lavorare su questi aspetti aiuta non solo a “chiudere” con una storia che fa soffrire, ma anche a costruire in futuro legami più in linea con ciò che si desidera e merita.
Quello che racconta tocca un tema molto comune: il bisogno di attenzioni e vicinanza può entrare in conflitto con il desiderio di sentirsi rispettati e accolti per ciò che si è. Non è raro che, quando ci affezioniamo, diventi difficile lasciare andare anche relazioni che sappiamo non offrirci stabilità, e questo può generare sensi di colpa o pensieri ricorrenti.
Spesso dietro queste dinamiche ci sono modalità affettive che si ripetono, e diventa importante riconoscerle per non rimanerne intrappolati. Darsi la possibilità di fermarsi, di ascoltare i propri bisogni profondi e di comprendere quali relazioni ci fanno stare bene davvero, può essere un primo passo per ritrovare equilibrio.
Lavorare su questi aspetti aiuta non solo a “chiudere” con una storia che fa soffrire, ma anche a costruire in futuro legami più in linea con ciò che si desidera e merita.
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Buongiorno, mi sembra di capire.che lei conosca la.sua tendenza ad "aggrapparsi" a persone.che non le danno stabilità.
Questo è un meccanismo che andrebbe approfondito per capire cosa c'è alla base e provare a modificare questo stile relazionale che, evidentemente, non la fa stare bene.
Le consiglio di farsi aiutare da un professionista
Sono a disposizione
Un saluto
Claudia m
Questo è un meccanismo che andrebbe approfondito per capire cosa c'è alla base e provare a modificare questo stile relazionale che, evidentemente, non la fa stare bene.
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Un saluto
Claudia m
Gentile,
la domanda che Lei porta è importante e preziosa.
Mettere a fuoco la propria tematica sulla quale si sente di partire è un primo passo verso uno stato personale e relazionale sempre più consapevole.
Intraprendere un percorso dove poter esplorare la tematica che Lei sente importante e trovare le risposte alla Sua domanda è il secondo passo.
Se l'idea di iniziare un percorso Le risuona, nel mettersi in gioco e nel sentirsi maggiormente soddisfatta verso sé stessa e verso le relazioni, può consultare il mio profilo e fissare direttamente un appuntamento.
Cordiali Saluti,
Dott. Ssa Scognamiglio Rita
la domanda che Lei porta è importante e preziosa.
Mettere a fuoco la propria tematica sulla quale si sente di partire è un primo passo verso uno stato personale e relazionale sempre più consapevole.
Intraprendere un percorso dove poter esplorare la tematica che Lei sente importante e trovare le risposte alla Sua domanda è il secondo passo.
Se l'idea di iniziare un percorso Le risuona, nel mettersi in gioco e nel sentirsi maggiormente soddisfatta verso sé stessa e verso le relazioni, può consultare il mio profilo e fissare direttamente un appuntamento.
Cordiali Saluti,
Dott. Ssa Scognamiglio Rita
Buongiorno,
Capisco quanto possa essere doloroso trovarsi in questa situazione. Quando una persona ci dà attenzioni all’inizio e poi si ritira, può attivare un forte bisogno di inseguire quel legame, quasi come se diventasse più prezioso proprio perché instabile. Non è immaturità da parte sua, ma spesso un riflesso di bisogni profondi di sentirsi visti e scelti.
Per comprendere perché tende ad aggrapparsi a chi non le dà stabilità può essere utile osservare i suoi modelli relazionali passati: a volte ripetiamo schemi che ci sono familiari, anche se ci fanno soffrire.
A volte ciò che le manca non è tanto la persona in sé, quanto la sensazione di essere cercata e desiderata. Creare spazi in cui possa nutrire quel bisogno di valore attraverso relazioni sane, attività che rafforzano l’autostima e un dialogo interiore più compassionevole può aiutarla a interrompere questo circolo.
Resto a disposizione, un caro saluto.
Dott.ssa Elena Dati
Capisco quanto possa essere doloroso trovarsi in questa situazione. Quando una persona ci dà attenzioni all’inizio e poi si ritira, può attivare un forte bisogno di inseguire quel legame, quasi come se diventasse più prezioso proprio perché instabile. Non è immaturità da parte sua, ma spesso un riflesso di bisogni profondi di sentirsi visti e scelti.
Per comprendere perché tende ad aggrapparsi a chi non le dà stabilità può essere utile osservare i suoi modelli relazionali passati: a volte ripetiamo schemi che ci sono familiari, anche se ci fanno soffrire.
A volte ciò che le manca non è tanto la persona in sé, quanto la sensazione di essere cercata e desiderata. Creare spazi in cui possa nutrire quel bisogno di valore attraverso relazioni sane, attività che rafforzano l’autostima e un dialogo interiore più compassionevole può aiutarla a interrompere questo circolo.
Resto a disposizione, un caro saluto.
Dott.ssa Elena Dati
Capisco bene la tua situazione, ed è molto importante che tu stia cercando di dare un senso a ciò che provi. Quello che descrivi sembra un legame caratterizzato da forte attrazione iniziale e da un’altalena di attenzioni e rifiuti: questo può attivare dinamiche di dipendenza affettiva o, più in generale, un attaccamento a figure che non offrono stabilità.
Il bisogno di attenzioni e la difficoltà a chiudere, anche quando razionalmente sappiamo che la relazione non ci fa bene, spesso hanno radici profonde: possono derivare da schemi affettivi sviluppati nel tempo, dalla paura della solitudine o dal desiderio di sentirsi riconosciuti e accettati.
Per riuscire a capire meglio perché ti aggrappi a persone che non ti danno sicurezza, può essere utile:
osservare le tue relazioni passate per riconoscere eventuali schemi ricorrenti;
lavorare sull’autostima, per rafforzare la percezione del tuo valore indipendentemente dallo sguardo dell’altro;
praticare tecniche di consapevolezza (come la mindfulness) per imparare a riconoscere e gestire i pensieri intrusivi su questa persona;
mettere dei confini chiari, anche se inizialmente può sembrare doloroso, per tutelare il tuo benessere emotivo.
Gli strumenti per chiudere davvero includono il distacco progressivo (ridurre contatti e stimoli legati a lui), il riempire i vuoti emotivi con attività gratificanti e relazioni sane, e soprattutto il lavorare su di te per comprendere meglio i tuoi bisogni autentici.
Sarebbe utile e consigliato, per approfondire questi aspetti e trovare strategie personalizzate, rivolgersi ad uno specialista.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Il bisogno di attenzioni e la difficoltà a chiudere, anche quando razionalmente sappiamo che la relazione non ci fa bene, spesso hanno radici profonde: possono derivare da schemi affettivi sviluppati nel tempo, dalla paura della solitudine o dal desiderio di sentirsi riconosciuti e accettati.
Per riuscire a capire meglio perché ti aggrappi a persone che non ti danno sicurezza, può essere utile:
osservare le tue relazioni passate per riconoscere eventuali schemi ricorrenti;
lavorare sull’autostima, per rafforzare la percezione del tuo valore indipendentemente dallo sguardo dell’altro;
praticare tecniche di consapevolezza (come la mindfulness) per imparare a riconoscere e gestire i pensieri intrusivi su questa persona;
mettere dei confini chiari, anche se inizialmente può sembrare doloroso, per tutelare il tuo benessere emotivo.
Gli strumenti per chiudere davvero includono il distacco progressivo (ridurre contatti e stimoli legati a lui), il riempire i vuoti emotivi con attività gratificanti e relazioni sane, e soprattutto il lavorare su di te per comprendere meglio i tuoi bisogni autentici.
Sarebbe utile e consigliato, per approfondire questi aspetti e trovare strategie personalizzate, rivolgersi ad uno specialista.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Gentilissima, ciò che racconta è una situazione che immagino possa generare molta confusione: da un lato il bisogno di attenzioni e vicinanza, dall’altro la consapevolezza che questa relazione, nel lungo termine, non porterebbe serenità. È comprensibile sentirsi combattuti e avere pensieri contrastanti.
Spesso, quando ci si lega a persone sfuggenti, possono entrare in gioco dinamiche profonde legate al bisogno di conferme, alla paura di non essere abbastanza o a modelli relazionali interiorizzati, che hanno radici antiche e possono spingerci ad aggrapparci anche a chi non offre continuità.
Un primo passo utile può essere chiedersi quali aspetti di questa storia hanno risvegliato bisogni emotivi importanti, cosa la fa soffrire e cosa invece la fa stare bene. Coltivare consapevolezza su questi punti può aiutarla a rafforzarsi e a comprendere meglio come tutelarsi nelle relazioni future. Se lo desidera, un percorso di sostegno psicologico potrebbe aiutarla a trovare strumenti pratici per rafforzare l’autostima, gestire le emozioni legate al distacco e aprirsi a nuove possibilità per sé stessa.
Buona fortuna! Un cordiale saluto.
Dott.ssa Erika Marrafino - Psicologa e Counselor
Spesso, quando ci si lega a persone sfuggenti, possono entrare in gioco dinamiche profonde legate al bisogno di conferme, alla paura di non essere abbastanza o a modelli relazionali interiorizzati, che hanno radici antiche e possono spingerci ad aggrapparci anche a chi non offre continuità.
Un primo passo utile può essere chiedersi quali aspetti di questa storia hanno risvegliato bisogni emotivi importanti, cosa la fa soffrire e cosa invece la fa stare bene. Coltivare consapevolezza su questi punti può aiutarla a rafforzarsi e a comprendere meglio come tutelarsi nelle relazioni future. Se lo desidera, un percorso di sostegno psicologico potrebbe aiutarla a trovare strumenti pratici per rafforzare l’autostima, gestire le emozioni legate al distacco e aprirsi a nuove possibilità per sé stessa.
Buona fortuna! Un cordiale saluto.
Dott.ssa Erika Marrafino - Psicologa e Counselor
Buonasera, per rispondere alle sue domande e capire da dove vengono alcuni schemi che mette in atto nelle sue relazioni bisognerebbe approfondire il tutto in un contesto protetto con un professionista che la accompagnerà verso la conoscenza di sé stessa come non si era mai conosciuta e le fornirà gli strumenti più adatti per raggiungere i suoi obiettivi.
Potresti iniziare a fare terapia in modo tale da poter lavorare sulle tue modalità di stare in relazione.
L'esperienza del rifiuto in una relazione spesso è dolorosa perché viene collegata alla propria immagine, al valore che ci si attribuisce. Oltre a questo, la domanda che si pone è molto importante e necessita di costruirci attorno un pensiero: se le sta succedendo questo, ci sarà certamente un motivo, un senso nel suo comportamento. Anche se la fa soffrire, ad esempio, questa instabilità potrebbe inconsapevolmente avere dei vantaggi? Molto spesso le relazioni che abbiamo nell'oggi sono influenzate da modelli, rappresentazioni e angosce che si sono consolidati con il passare del tempo; essi possono essere conosciuti e modificati all'interno di una relazione terapeutica. Se ne ha la possibilità, porti i suoi dubbi a un professionista.
Buonasera,
purtroppo non esistono risposte universali alle domande portate, poiché si tratta di cose estremamente personali. Il mio consiglio è di rivolgersi ad un professionista per indagare meglio questi aspetti. Quello che posso consigliare nel mentre è riflettere meglio su cosa ti suscitava questo ragazzo: ti piacevano le sue attenzioni? Ti faceva sentire desiderata? Era già successo in passato che tu ti fossi sentita come ti faceva stare quel ragazzo?
Auguro una buona serata.
purtroppo non esistono risposte universali alle domande portate, poiché si tratta di cose estremamente personali. Il mio consiglio è di rivolgersi ad un professionista per indagare meglio questi aspetti. Quello che posso consigliare nel mentre è riflettere meglio su cosa ti suscitava questo ragazzo: ti piacevano le sue attenzioni? Ti faceva sentire desiderata? Era già successo in passato che tu ti fossi sentita come ti faceva stare quel ragazzo?
Auguro una buona serata.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè capisco quanto questa situazione possa impattare sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d'ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile paziente, le domande che si pone potrebbero avere un fondo di verità, andrebbero approfondite queste tematiche che riporta. Un percorso psicologico può renderla una persona più consapevole dei suoi meccanismi e darle degli strumenti per agire in modo diverso, nuovo e in linea coi suoi valori e il suo benessere.
Cordiali Saluti
Cordiali Saluti
Gentile utente, sembra che all'inizio di questa relazione lei sia rimasta colpita dalle capacità di corteggiamento di questo ragazzo! Ma sembra anche che di fronte al rifiuto di 'andare oltre' e definendo un confine buono per lei o, probabilmente, anche rispetto alla sicurezza di aver conquistato il suo interesse, questa persona abbia iniziato a farle intendere che può tranquillamente vedere altre donne interessate a lui. Se poi le ha anche parlato di conquista come sfida, potrebbe indicare l'inizio di una relazione che nel tempo rischia di intrappolarla in un incastro di tipo emotivo. Il senso di confusione e di rabbia che ne scaturisce è normale: provoca litigi e sensi di colpa. E' importante gestire queste emozioni nel modo più adeguato possibile, per non trattenersi nella dinamica disfunzionale. Provare nostalgia per i bei momenti vissuti è legittimo, indica il ricordo che qualcosa si è perso ma, in effetti, esistito per poco tempo. Diventa fondamentale rendersi consapevole di alcuni aspetti cognitivi e affettivi che la tengono legata a questa situazione, stabilire confini sani e prendere decisioni buone per sé. La consapevolezza è il primo passo, la terapia un valido strumento per affrontare eventuali ferite emotive per imparare strategie di gestione del dolore e di ricostruzione personale. Un caro saluto
Capisco quanto questa esperienza ti abbia lasciato dentro emozioni molto contrastanti: da un lato la nostalgia delle sue attenzioni, dall’altro la consapevolezza che qualcosa in questa relazione non ti fa bene. Potrebbe avere un senso iniziare ad esplorare il tuo vissuto, identificando cosa ha significato per te. Come ti sei sentita quando lui ti cercava con insistenza? Cosa hai provato quando ha cominciato ad allontanarsi?
Spesso, in situazioni come questa, il legame che si crea non riguarda solo la persona che abbiamo di fronte, ma tocca corde più profonde, legate al bisogno di sentirci visti, scelti, riconosciuti. A volte ci troviamo a rincorrere chi non ci dà stabilità perché, in modo anche inconsapevole, stiamo cercando di dare senso a qualcosa che ci riguarda da molto tempo, forse legato ad altre esperienze relazionali significative della nostra vita.
Chiudere davvero, a volte, non significa solo smettere di sentire una persona, ma riuscire a rielaborare il posto che quella relazione occupava dentro di te.
È un processo che richiede tempo, impegno emotivo e una certa disponibilità a mettersi in discussione, ma credo profondamente che possa rappresentare un investimento prezioso per il tuo benessere e per la qualità delle relazioni che costruirai in futuro.
Spesso, in situazioni come questa, il legame che si crea non riguarda solo la persona che abbiamo di fronte, ma tocca corde più profonde, legate al bisogno di sentirci visti, scelti, riconosciuti. A volte ci troviamo a rincorrere chi non ci dà stabilità perché, in modo anche inconsapevole, stiamo cercando di dare senso a qualcosa che ci riguarda da molto tempo, forse legato ad altre esperienze relazionali significative della nostra vita.
Chiudere davvero, a volte, non significa solo smettere di sentire una persona, ma riuscire a rielaborare il posto che quella relazione occupava dentro di te.
È un processo che richiede tempo, impegno emotivo e una certa disponibilità a mettersi in discussione, ma credo profondamente che possa rappresentare un investimento prezioso per il tuo benessere e per la qualità delle relazioni che costruirai in futuro.
Ciao, delle volte in effetti ci sono dei comportamenti che non riusciamo a capire, ci sembrano contraddittori come la domanda che ti fai alla fine del tuo intervento. Come mai tendo ad aggrapparmi a chi non mi dà stabilità? Un rapporto di consulenza psicologica può aiutarti a capire come è possibile vivere queste contraddizioni. Se lo ritieni, potrei esserti d'aiuto anche online. Saluti Dario Martelli
Buonasera, la situazione che descrive è molto comune e tocca temi profondi legati all’affettività, all’autostima e al bisogno di sentirsi visti e considerati. È comprensibile che, all’inizio, la gentilezza e le attenzioni ricevute abbiano suscitato in lei un senso di vicinanza e di valore, tanto più che il coinvolgimento emotivo tende spesso a nascere più rapidamente quando ci sentiamo accolti e desiderati. Il cambiamento improvviso da parte di questo ragazzo, unito al suo atteggiamento ambiguo, ha inevitabilmente creato una ferita, perché da una parte ha provato il piacere della connessione, dall’altra ha sperimentato la delusione di un legame instabile e poco rispettoso dei suoi bisogni. La sensazione di “dipendenza emotiva” di cui parla nasce proprio da questo meccanismo: quando qualcuno ci dà attenzioni a intermittenza, si crea una forte oscillazione emotiva. Nei momenti in cui riceve messaggi o gesti affettuosi sente un rinforzo positivo che accende speranza e desiderio, nei momenti di silenzio invece prevale vuoto e insicurezza. Questa altalena mantiene viva la mente sul pensiero dell’altro, anche se razionalmente si sa che la relazione non porta benessere. Non si tratta di immaturità da parte sua, ma di dinamiche psicologiche molto potenti che spingono ad aggrapparsi anche a rapporti non soddisfacenti pur di non perdere quel senso, seppur breve, di vicinanza. Per iniziare a capire perché tende ad affezionarsi a persone che non le danno stabilità, potrebbe chiedersi quale bisogno profondo queste relazioni vanno a toccare. Spesso il desiderio di attenzioni rapide e intense si lega a un bisogno di rassicurazione e di conferma del proprio valore, che in un contesto di instabilità sembra ancora più forte. In questo senso, il lavoro terapeutico cognitivo-comportamentale aiuta a riconoscere i pensieri automatici che alimentano il senso di colpa e la sensazione di non essere abbastanza, oltre a rinforzare la capacità di individuare e scegliere relazioni più sane e coerenti con i propri bisogni reali. Per quanto riguarda gli strumenti per riuscire a chiudere davvero, un primo passo importante è accettare che i pensieri legati a lui continueranno a presentarsi per un po’ di tempo, senza però dover agire ogni volta che arrivano. Questo significa imparare a osservare il pensiero senza dargli potere, riconoscendo che si tratta di una traccia lasciata dall’esperienza e non di un segnale che bisogna tornare indietro. Può essere utile anche riportare l’attenzione su ciò che desidera davvero in una relazione, andando oltre l’attrazione momentanea, e valutare se quella persona sarebbe in grado di offrirle rispetto, stabilità e cura. Scrivere nero su bianco i propri bisogni può aiutare a dare concretezza e a confrontare i fatti con le sensazioni. Infine, coltivare relazioni e attività che le trasmettano sicurezza e sostegno può facilitare il processo di distacco. Più sarà in grado di rinforzare la percezione di valore personale indipendentemente dall’approvazione di qualcuno, meno spazio resterà a rapporti che la fanno sentire in bilico. Questo non significa smettere di desiderare un legame, ma imparare a riconoscere quelli che sono davvero in grado di arricchirla, invece che farla sentire in colpa o dipendente. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Gentilissima, grazie per la sua condivisione. La sua è una domanda legittima e molto interessante, come capire da chi siamo attratti, che cosa cerchiamo in una relazione, perché continuiamo a cercare qualcosa che non ci fa star bene, coma mai continuiamo a desiderarla nonostante una parte razionale ci invita ad allontanarci? Questo è qualcosa che si può scoprire ed indagare, dal mio punto di vista, all'interno di una relazione terapeutica, dove progressivamente si consolida una più approfondita conoscenza di sé stessa, dei propri bisogni da identificare all'interno delle relazioni passate e della relazione terapeutica stessa. Quindi mi verrebbe da consigliarle, qualora lo desiderasse, di intraprendere un percorso psicologico per poter trovare della risposte alle sue domande, ma anche per farsi nuove domande e arricchirsi umanamente.
Un cordiale saluto, Dott. Marco Squarcini
Un cordiale saluto, Dott. Marco Squarcini
Quello che descrivi è comune: spesso ci affezioniamo a persone che ci danno attenzioni intermittenti o poco solide perché attivano schemi di bisogno di approvazione, paura della perdita o dipendenza emotiva. Questo non significa che tu sia sbagliata, ma che il tuo cervello sta cercando conferme dove non c’è sicurezza.
Per iniziare a spezzare questo ciclo, può aiutare: riconoscere i tuoi schemi emotivi, prendere distanza dai contatti con chi non ti fa stare bene, e sostituire i pensieri ossessivi con attività che rinforzino la tua autonomia emotiva. Scrivere le emozioni, stabilire confini chiari e, se possibile, confrontarsi con uno psicologo può aiutarti a elaborare la perdita, rafforzare l’autostima e imparare a scegliere relazioni più stabili e rispettose
Per iniziare a spezzare questo ciclo, può aiutare: riconoscere i tuoi schemi emotivi, prendere distanza dai contatti con chi non ti fa stare bene, e sostituire i pensieri ossessivi con attività che rinforzino la tua autonomia emotiva. Scrivere le emozioni, stabilire confini chiari e, se possibile, confrontarsi con uno psicologo può aiutarti a elaborare la perdita, rafforzare l’autostima e imparare a scegliere relazioni più stabili e rispettose
Buongiorno cara, questo tipo di relazione intermittente che hai descritto attiva nel cervello gli stessi meccanismi di dipendenza che si osservano nel gioco d'azzardo e l'incertezza della "ricompensa" (le sue attenzioni) la rende paradossalmente più desiderabile.
ma quando una persona passa dal corteggiamento intenso al proporre relazioni puramente fisiche dicendo che sei "una sfida", ti sta comunicando chiaramente che il suo interesse era superficiale e orientato alla conquista, non alla conoscenza autentica di te.
La sensazione di mancanza che provi non riguarda davvero lui, ma piuttosto quella fase iniziale in cui ti sentivi desiderata e speciale. È questo che cerchi di recuperare, non la persona reale che ti ha trattato con mancanza di rispetto.
Spesso ci aggrappiamo a chi non ci dà stabilità perché inconsciamente cerchiamo di "vincere" una sfida, di dimostrare il nostro valore convincendo qualcuno a sceglierci. Ma questa dinamica ci allontana da relazioni sane dove il valore non deve essere conquistato, ma riconosciuto naturalmente.
Per chiudere davvero, questa fase che ti sta facendo soffrire io penso che tu abbia bisogno di fare chiarezza e conoscerti meglio .. riconoscere i tuoi bisogni affettivi autentici, sviluppare una maggiore consapevolezza dei segnali di allarme precoci, e soprattutto coltivare il rapporto con te stessa per non cercare all'esterno conferme del tuo valore. Valuta di iniziare un percorso terapeutico che ti aiuterebbe. Sono a disposizione se lo desideri .
Un cordiale saluto
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologa clinica - Voice Dialogue - Mindfulness - Dreamwork
ma quando una persona passa dal corteggiamento intenso al proporre relazioni puramente fisiche dicendo che sei "una sfida", ti sta comunicando chiaramente che il suo interesse era superficiale e orientato alla conquista, non alla conoscenza autentica di te.
La sensazione di mancanza che provi non riguarda davvero lui, ma piuttosto quella fase iniziale in cui ti sentivi desiderata e speciale. È questo che cerchi di recuperare, non la persona reale che ti ha trattato con mancanza di rispetto.
Spesso ci aggrappiamo a chi non ci dà stabilità perché inconsciamente cerchiamo di "vincere" una sfida, di dimostrare il nostro valore convincendo qualcuno a sceglierci. Ma questa dinamica ci allontana da relazioni sane dove il valore non deve essere conquistato, ma riconosciuto naturalmente.
Per chiudere davvero, questa fase che ti sta facendo soffrire io penso che tu abbia bisogno di fare chiarezza e conoscerti meglio .. riconoscere i tuoi bisogni affettivi autentici, sviluppare una maggiore consapevolezza dei segnali di allarme precoci, e soprattutto coltivare il rapporto con te stessa per non cercare all'esterno conferme del tuo valore. Valuta di iniziare un percorso terapeutico che ti aiuterebbe. Sono a disposizione se lo desideri .
Un cordiale saluto
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologa clinica - Voice Dialogue - Mindfulness - Dreamwork
Capisco bene la sua difficoltà, quando ci si lega a qualcuno che non offre stabilità né un reale interesse verso di noi, il distacco diventa complicato, perché non si tratta semplicemente di “lasciarlo andare”, ma di interrompere un meccanismo psicologico molto potente. All’inizio lui le ha fatto sentire attenzioni che probabilmente mancavano da tempo. Poi, però, la sua disponibilità è diventata intermittente, fino ad arrivare a proporle un rapporto puramente fisico. È qui che nasce quella che lei definisce dipendenza emotiva, ci si abitua a rincorrere quei piccoli momenti di vicinanza, quasi come se fossero una ricompensa, e questo rende difficile chiudere davvero.
Non si tratta di debolezza né di immaturità, è un funzionamento psicologico che si sviluppa quando l’altro ci offre “attenzioni a tratti”, proprio come succede nei rapporti tossici. Questo tipo di legame è molto più difficile da spezzare di quanto sembri, perché il nostro cervello resta in attesa del prossimo gesto di affetto, anche se sappiamo che non ci farà stare bene.
La prima cosa importante, quindi, è riconoscere che non è amore quello che sente, ma un meccanismo di aggancio che si nutre di mancanze e di vuoti. Questo non toglie valore ai suoi sentimenti, ma le permette di guardarli con più lucidità. La seconda cosa è accettare che la mancanza che prova non è tanto legata alla persona in sé, quanto al bisogno di sentirsi vista, scelta, considerata. In altre parole, le mancano le attenzioni, non necessariamente lui.
Per iniziare a riprendere in mano la situazione, può essere utile coltivare relazioni sane, che le restituiscano la sensazione di valere così com’è, senza dover lottare per avere un messaggio o un gesto d’affetto. Allo stesso tempo, prendere distanza concreta, quindi limitare o interrompere i contatti, è un passaggio inevitabile, ogni volta che si riapre un canale di comunicazione, si riattiva la dipendenza. Non è facile, ma è l’unico modo per permettere a mente e cuore di disintossicarsi.
Infine, c’è un lavoro più profondo, chiedersi perché tende a legarsi a persone che non le danno stabilità. Spesso queste dinamiche hanno radici lontane, legate al modo in cui siamo stati amati, visti o considerati in passato. Un percorso psicologico può aiutarla a comprendere l’origine di questo bisogno di rincorrere affetto, e soprattutto a costruire un senso di sé più solido, che non dipenda dallo sguardo dell’altro.
Un caro saluto
Non si tratta di debolezza né di immaturità, è un funzionamento psicologico che si sviluppa quando l’altro ci offre “attenzioni a tratti”, proprio come succede nei rapporti tossici. Questo tipo di legame è molto più difficile da spezzare di quanto sembri, perché il nostro cervello resta in attesa del prossimo gesto di affetto, anche se sappiamo che non ci farà stare bene.
La prima cosa importante, quindi, è riconoscere che non è amore quello che sente, ma un meccanismo di aggancio che si nutre di mancanze e di vuoti. Questo non toglie valore ai suoi sentimenti, ma le permette di guardarli con più lucidità. La seconda cosa è accettare che la mancanza che prova non è tanto legata alla persona in sé, quanto al bisogno di sentirsi vista, scelta, considerata. In altre parole, le mancano le attenzioni, non necessariamente lui.
Per iniziare a riprendere in mano la situazione, può essere utile coltivare relazioni sane, che le restituiscano la sensazione di valere così com’è, senza dover lottare per avere un messaggio o un gesto d’affetto. Allo stesso tempo, prendere distanza concreta, quindi limitare o interrompere i contatti, è un passaggio inevitabile, ogni volta che si riapre un canale di comunicazione, si riattiva la dipendenza. Non è facile, ma è l’unico modo per permettere a mente e cuore di disintossicarsi.
Infine, c’è un lavoro più profondo, chiedersi perché tende a legarsi a persone che non le danno stabilità. Spesso queste dinamiche hanno radici lontane, legate al modo in cui siamo stati amati, visti o considerati in passato. Un percorso psicologico può aiutarla a comprendere l’origine di questo bisogno di rincorrere affetto, e soprattutto a costruire un senso di sé più solido, che non dipenda dallo sguardo dell’altro.
Un caro saluto
Buon pomeriggio.
Nel momento in cui conosciamo una persona per noi interessante è normale affezionarsi. E purtroppo questo accade anche se dovessimo venire a conoscenza della presenza di altre ragazze oltre noi. Perché l’affetto, l’amore verso quel ragazzo va oltre le altre persone, e questo ci conduce a sperare che per un motivo o per un altro prima o poi avrà occhi soltanto per noi.
Io credo che lui abbia bisogno di tempo per se stesso, per capire cosa vuole, se sia veramente interessato a lei o se si tratta di una frequentazione fisica e senza ulteriori sentimenti.
Non pensare a lui in questo momento, nonostante il dolore provato, è la cosa più difficile del mondo.
Purtroppo se quella persona ci ha colpito, non sarà mai semplice staccarsi da lei, neanche se ci dimostra che non tiene a noi.
Tuttavia si possono fare dei passi in avanti, piano piano, con tutto il tempo di cui avrà bisogno.
Se ha voglia di parlarne, mi trova a disposizione.
Dott.ssa Elena Brizi, psicologa
Nel momento in cui conosciamo una persona per noi interessante è normale affezionarsi. E purtroppo questo accade anche se dovessimo venire a conoscenza della presenza di altre ragazze oltre noi. Perché l’affetto, l’amore verso quel ragazzo va oltre le altre persone, e questo ci conduce a sperare che per un motivo o per un altro prima o poi avrà occhi soltanto per noi.
Io credo che lui abbia bisogno di tempo per se stesso, per capire cosa vuole, se sia veramente interessato a lei o se si tratta di una frequentazione fisica e senza ulteriori sentimenti.
Non pensare a lui in questo momento, nonostante il dolore provato, è la cosa più difficile del mondo.
Purtroppo se quella persona ci ha colpito, non sarà mai semplice staccarsi da lei, neanche se ci dimostra che non tiene a noi.
Tuttavia si possono fare dei passi in avanti, piano piano, con tutto il tempo di cui avrà bisogno.
Se ha voglia di parlarne, mi trova a disposizione.
Dott.ssa Elena Brizi, psicologa
Buongiorno gentile Utente, da quanto racconta emerge chiaramente il suo desiderio di costruire un legame autentico e stabile, e allo stesso tempo la difficoltà a lasciar andare una relazione che razionalmente riconosce come insoddisfacente. Spesso ciò che ci lega non è tanto la persona in sé, quanto le emozioni che ci ha fatto vivere nelle prime fasi: attenzioni, sensazioni di essere scelta, riconoscimento. Quando queste attenzioni si interrompono, la mente tende a ricercarle con forza, generando quella sensazione di vuoto che lei descrive come dipendenza emotiva.
Tuttavia, il fatto che lei riesca già a distinguere ciò che le fa bene da ciò che la destabilizza è un segnale importante di consapevolezza. Comprendere perché ci si aggrappa a persone che non offrono sicurezza significa spesso esplorare più a fondo i propri bisogni affettivi e i modelli di relazione appresi nel tempo. Talvolta, senza accorgercene, ci orientiamo verso legami che ripropongono schemi già conosciuti, anche se dolorosi, perché ci sono familiari.
Per riuscire a chiudere davvero, oltre a prendere distanza concreta da ciò che la fa soffrire, può essere utile lavorare sul rafforzamento della sua autostima e sulla capacità di riconoscere precocemente i segnali di relazioni squilibrate. Questo non è un processo immediato, ma un percorso graduale che permette di trasformare il bisogno di conferme esterne in una maggiore fiducia nelle proprie risorse interne.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Tuttavia, il fatto che lei riesca già a distinguere ciò che le fa bene da ciò che la destabilizza è un segnale importante di consapevolezza. Comprendere perché ci si aggrappa a persone che non offrono sicurezza significa spesso esplorare più a fondo i propri bisogni affettivi e i modelli di relazione appresi nel tempo. Talvolta, senza accorgercene, ci orientiamo verso legami che ripropongono schemi già conosciuti, anche se dolorosi, perché ci sono familiari.
Per riuscire a chiudere davvero, oltre a prendere distanza concreta da ciò che la fa soffrire, può essere utile lavorare sul rafforzamento della sua autostima e sulla capacità di riconoscere precocemente i segnali di relazioni squilibrate. Questo non è un processo immediato, ma un percorso graduale che permette di trasformare il bisogno di conferme esterne in una maggiore fiducia nelle proprie risorse interne.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Gentile utente,
quello che racconta mostra quanto questa esperienza l’abbia coinvolta emotivamente e quanto oggi si trovi divisa tra il bisogno di attenzioni e la consapevolezza che questo legame non le offre stabilità. È comprensibile sentire mancanza anche di una persona che non è stata realmente disponibile, perché ciò che resta non è solo la relazione concreta, ma anche le emozioni, le speranze e l’immagine di sé che vi ha investito.
Dal punto di vista costruttivista, il fatto di “aggrapparsi” a chi non garantisce sicurezza può essere letto come il tentativo di dare continuità a un bisogno profondo di riconoscimento e vicinanza. In altre parole, non è tanto la persona in sé a trattenerla, quanto il significato che quella relazione assume per la sua storia emotiva. Esplorare questi significati, con l’aiuto di un percorso psicologico, può permetterle di comprendere meglio da dove nasca questa dinamica e come poterla trasformare.
Per riuscire a “chiudere davvero”, più che imporsi di non pensare a lui, può essere utile lavorare su due direzioni:
dare valore ai propri bisogni (chiedersi: “di cosa ho bisogno io in una relazione?” e “questa persona può realmente offrirlo?”),
creare spazi e relazioni alternative che le permettano di sperimentare attenzioni e riconoscimento in modi più coerenti con il suo desiderio di stabilità.
La dipendenza emotiva non si supera “staccandosi di colpo”, ma imparando a costruire nuove modalità di legame e nuovi significati per sé.
Rimango a disposizione se desidera approfondire.
BG
quello che racconta mostra quanto questa esperienza l’abbia coinvolta emotivamente e quanto oggi si trovi divisa tra il bisogno di attenzioni e la consapevolezza che questo legame non le offre stabilità. È comprensibile sentire mancanza anche di una persona che non è stata realmente disponibile, perché ciò che resta non è solo la relazione concreta, ma anche le emozioni, le speranze e l’immagine di sé che vi ha investito.
Dal punto di vista costruttivista, il fatto di “aggrapparsi” a chi non garantisce sicurezza può essere letto come il tentativo di dare continuità a un bisogno profondo di riconoscimento e vicinanza. In altre parole, non è tanto la persona in sé a trattenerla, quanto il significato che quella relazione assume per la sua storia emotiva. Esplorare questi significati, con l’aiuto di un percorso psicologico, può permetterle di comprendere meglio da dove nasca questa dinamica e come poterla trasformare.
Per riuscire a “chiudere davvero”, più che imporsi di non pensare a lui, può essere utile lavorare su due direzioni:
dare valore ai propri bisogni (chiedersi: “di cosa ho bisogno io in una relazione?” e “questa persona può realmente offrirlo?”),
creare spazi e relazioni alternative che le permettano di sperimentare attenzioni e riconoscimento in modi più coerenti con il suo desiderio di stabilità.
La dipendenza emotiva non si supera “staccandosi di colpo”, ma imparando a costruire nuove modalità di legame e nuovi significati per sé.
Rimango a disposizione se desidera approfondire.
BG
Salve, nonostante tutto ciò che si può sentire oggi, da un punto di vista psicologico le dico con certezza che non può esistere una relazione esclusivamente fisica, noi siamo esseri umani completi e tutto ciò che riguarda un aspetto di noi si ripercuote su chi siamo interamente.
Per affrontare le tematiche che descrive sarebbe indicato un percorso psicologico nel quale un professionista quale uno Psicologo Clinico o uno Psicoterapeuta possa aiutarla a comprendersi meglio e a modificare quei pensieri e quegli atteggiamenti che ad oggi non le permettono di vivere con serenità le sue relazioni.
Saluti.
Dr. Francesco Rossi.
Per affrontare le tematiche che descrive sarebbe indicato un percorso psicologico nel quale un professionista quale uno Psicologo Clinico o uno Psicoterapeuta possa aiutarla a comprendersi meglio e a modificare quei pensieri e quegli atteggiamenti che ad oggi non le permettono di vivere con serenità le sue relazioni.
Saluti.
Dr. Francesco Rossi.
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