Esperienze
Aree di competenza principali:
- Psicologo
Principali patologie trattate
- Ansia ,
- Disturbi sessuali ,
- Difficoltà relazionali ,
- Dispareunia ,
- Disfunzione erettile ,
- +29 a11y_sr_more_diseases
Indirizzi (3)
Via Giovan Battista Gelli 9, Firenze 50135
Disponibilità
Telefono
Pazienti accettati
- Pazienti senza assicurazione sanitaria
Via Pier Capponi 79, Firenze 50132
Disponibilità
Telefono
Pazienti accettati
- Pazienti senza assicurazione sanitaria
Disponibilità
Telefono
Pazienti accettati
- Pazienti senza assicurazione sanitaria
Prestazioni e prezzi
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Colloquio psicologico
50 € -
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Consulenza online
50 € -
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Consulenza psicologica
50 € -
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Colloquio di coppia
70 € -
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Consulenza di coppia
70 € -
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Recensioni
4 recensioni
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D
Duccio
Leonardo sa ascoltare. È una persona sensibile e molto empatica. Con lui riesco a parlare come fra amici
• Studio Via Pier Capponi - Firenze • sostegno psicologico •
Dott. Leonardo Santoni
Grazie per il tuo feedback, a presto!
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F
F. C.
È da un po’ di tempo che sono seguita dal dottor Santoni e non potrei trovarmi meglio! Attento, professionale e sempre in grado di metterti a tuo agio. Lo consiglio vivamente, soprattutto a chi si affaccia a questo mondo per la prima volta.
• Studio Via Pier Capponi - Firenze • colloquio psicologico •
Dott. Leonardo Santoni
Ti ringrazio per le belle parole, a presto!
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F
F.R.
Il Dott. Santoni è uno specialista che sa starti accanto come un amico, seppur mantenendo un ruolo professionale, sa metterti a tuo agio, abbattendo i muri dell'imbarazzo. Conoscerlo è stato fondamentale per districare nodi che mi portavo dentro da anni.
• Studio Via Pier Capponi - Firenze • colloquio psicologico •
Dott. Leonardo Santoni
Felice di poterti essere stato di aiuto, grazie per il tuo feedback, a presto!
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A
A.G.
Mi sono trovata molto bene con il dott. Santoni, stavo attraversando un momento di difficoltà ed è riuscito ad aiutarmi con molta delicatezza, sensibilità e professionalità.
• Consulenza online • sostegno psicologico •
Dott. Leonardo Santoni
Grazie per queste parole, a presto!
Risposte ai pazienti
ha risposto a 19 domande da parte di pazienti di MioDottore
Salve, ho 22 anni e sto già facendo un percorso psicologico. Ho dei seri motivi per pensare di soffrire di depressione. La mia domanda é: quanto aiuta rivolgersi anche a uno psichiatra/avere una diagnosi e quanto invece no? Dal mio punto di vista é una forma di legittimazione del mio sentire, ma non so quanto possa risolvere, avendo pessime esperienze di amici/e sull’uso degli anti depressivi e sui consulti psichiatrici in generale. Dall’altro lato sento sempre più la necessità di quel “aiuto in più”. Quanto gli psicologi sono inclini a richiedere l’intervento di uno psichiatra? Sono obbligati a farlo oppure no? Dovrebbe essere una mia scelta o dovrei aspettare che sia lo psicologo a comunicarmelo (se lo ritiene)?
Buongiorno,
in questi casi, suggerisco sempre di parlare col proprio terapeuta e discutere della possibilità di integrare il percorso con aiuto farmacologico. Tuttavia, mi colpisce molto quanto hai detto: "Dal mio punto di vista è una forma di legittimazione del mio sentire". Rimanendo sempre dell'opinione che dovresti parlare con il tuo psicologo/a di questa eventualità di affiancare un percorso farmacologico, ti inviterei a riflettere se ne senti davvero il bisogno oppure è più per il bisogno di sentirti legittimata e riconosciuta nel tuo dolore.
Ti auguro il meglio ed una buona giornata
Ho 20 anni e sono in terapia da uno psicologo da più di 1 anno. Ho capito in questo periodo di terapia che è tutta la vita che combatto con comportamenti anomali/ disfunzionali nei miei confronti principalmente, ma anche nei confronti degli altri. Ho sempre avuto paura di non essere “normale” ma più il tempo passa più mi rendo conto che no, alcune cose non le pensano/fanno tutti, anzi (in passato mi aveva sempre dato conforto credere che tutti avessero pensieri intrusivi o ossessivi di tanto in tanto e via dicendo). Non so davvero se ho un disturbo specifico oppure no, non so se serva saperlo. Vorrei solo trovare una spiegazione. So che tra gli psicologi si “diffida” delle diagnosi, perché non è quello il punto, giusto? Ma, da paziente, come si può fare ad andare avanti senza una spiegazione? Credo che sia per questo che le diagnosi danno conforto, ci incasellano in una schiera di persone che in qualche modo ci assomigliano. Insomma, ci si sente meno soli. Premettendo che di queste cose ne parlo già con un professionista, gli altri cosa ne pensano?
Buongiorno,
capisco che il pensiero che altre persone provino le stesse cose (cosa più facile se si condivide una diagnosi) possa essere un conforto. Tuttavia, la diagnosi molto spesso può essere una "trappola" per paziente e terapeuta: dal punto di vista del terapeuta si rischia di incasellare una persona in una diagnosi e trattarla rivolgendosi unicamente al sintomo; mentre per il paziente il rischio è quello di "diventare" la sua diagnosi.
Ogni sintomo ha una sua storia, sviluppo, e soprattutto un significato, e come tale, è estremamente intimo e personale, l'obiettivo della terapia non è quindi levarlo come un medico può togliere un sintomo organico, ma comprenderlo, capire perché è lì e a cosa serve al paziente, ed aiutarlo a integrare o sostituire con strategie più efficaci per far fronte al dolore dal quale il sintomo dovrebbe "proteggere".
Ti auguro una buona giornata.
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