Gentili Dottori, Sono un uomo di 28 anni, alto 184cm e peso attualmente 60kg. Ho sempre avuto pr
12
risposte
Gentili Dottori,
Sono un uomo di 28 anni, alto 184cm e peso attualmente 60kg. Ho sempre avuto problemi di digestione e a prendere peso da che mi ricordi. Sono sempre stato attivo anche se la mia condizione attuale mi rende sempre più difficile fare sport. Non bevo e non fumo.
Da circa due anni soffro di stipsi con feci caprine con residui di cibo non digeriti al loro interno, alvo rallentato, sensazione di svuotamento parziale, mancanza di appetito, gonfiore intestinale scatenata a seguito di un giro di antibiotico. Dopo una serie di esami quali:
- celiachia: negativo
- h.pylori: negativo
- calprotectina: bassa
- esame allergologico tramite campione di sangue: negativo
- ecografia completa addome a digiuno: riscontrato gas all'interno del colon, per il resto ok
- esame microscopico delle feci: presenza di Amido ++ e Fibre Carnee non digerite +, ph 7.5
- esami del sangue con profilo metabolico di cui riporto i valori non in range: Acidi Biliari 1,6 (range 2-10); Transferrina 2,06; GGT 11 (range 12-67)
- Breath test lattosio: moderatamente intollerante rcPDR 3,5% al minuto 120
- Breath test lattulosio: prima dei 90 minuti i valori oscillano tra 1 e 4 sia di H2 che di CH4. Valori di picco CH4 a 33 ppm (minuto 135) e H2 a 47 ppm.
Il picco di CH4 > 10 ppm è possibile indichi IMO (Intestinal Methanogen Overgrowth)? Ho ricevuto pareri discordanti dai professionisti a cui mi sono rivolto:
- Due gastroenterologi hanno ritenuto l'esame normale, consigliando l'integrazione con probiotici/fibra per regolarizzare le evacuazioni (personalmente ritengo peggiorino il gonfiore).
- Una nutrizionista ha diagnosticato IMO, prescrivendo ciclo di Rifaximina (senza Neomicina), dieta Low FODMAP seguito da probiotici. Con questo protocollo mi sono sentito meglio, ma i sintomi tornano (gonfiore, stipsi) appena reintroduco i FODMAP. Faccio anche fatica a mantenere la dieta dato il poco appetito che ho.
Domande:
- È corretta una potenziale diagnosi di IMO (Intestinal Methanogen Overgrowth) basata sul picco di CH4 a 33 ppm?
- ritenete ci siano ulteriori esami da eseguire per avere un quadro più completo?
- È possibile che il protocollo con il solo ciclo di rifaximina sia stato parzialmente inefficace?
Vi ringrazio in anticipo per qualsiasi supporto riusciate a darmi.
Sono un uomo di 28 anni, alto 184cm e peso attualmente 60kg. Ho sempre avuto problemi di digestione e a prendere peso da che mi ricordi. Sono sempre stato attivo anche se la mia condizione attuale mi rende sempre più difficile fare sport. Non bevo e non fumo.
Da circa due anni soffro di stipsi con feci caprine con residui di cibo non digeriti al loro interno, alvo rallentato, sensazione di svuotamento parziale, mancanza di appetito, gonfiore intestinale scatenata a seguito di un giro di antibiotico. Dopo una serie di esami quali:
- celiachia: negativo
- h.pylori: negativo
- calprotectina: bassa
- esame allergologico tramite campione di sangue: negativo
- ecografia completa addome a digiuno: riscontrato gas all'interno del colon, per il resto ok
- esame microscopico delle feci: presenza di Amido ++ e Fibre Carnee non digerite +, ph 7.5
- esami del sangue con profilo metabolico di cui riporto i valori non in range: Acidi Biliari 1,6 (range 2-10); Transferrina 2,06; GGT 11 (range 12-67)
- Breath test lattosio: moderatamente intollerante rcPDR 3,5% al minuto 120
- Breath test lattulosio: prima dei 90 minuti i valori oscillano tra 1 e 4 sia di H2 che di CH4. Valori di picco CH4 a 33 ppm (minuto 135) e H2 a 47 ppm.
Il picco di CH4 > 10 ppm è possibile indichi IMO (Intestinal Methanogen Overgrowth)? Ho ricevuto pareri discordanti dai professionisti a cui mi sono rivolto:
- Due gastroenterologi hanno ritenuto l'esame normale, consigliando l'integrazione con probiotici/fibra per regolarizzare le evacuazioni (personalmente ritengo peggiorino il gonfiore).
- Una nutrizionista ha diagnosticato IMO, prescrivendo ciclo di Rifaximina (senza Neomicina), dieta Low FODMAP seguito da probiotici. Con questo protocollo mi sono sentito meglio, ma i sintomi tornano (gonfiore, stipsi) appena reintroduco i FODMAP. Faccio anche fatica a mantenere la dieta dato il poco appetito che ho.
Domande:
- È corretta una potenziale diagnosi di IMO (Intestinal Methanogen Overgrowth) basata sul picco di CH4 a 33 ppm?
- ritenete ci siano ulteriori esami da eseguire per avere un quadro più completo?
- È possibile che il protocollo con il solo ciclo di rifaximina sia stato parzialmente inefficace?
Vi ringrazio in anticipo per qualsiasi supporto riusciate a darmi.
Buongiorno, va valutata la situazione complessiva attraverso l'analisi del diario alimentare.
Inoltre prenderei in considerazione il livello e la tipologia di attività fisica e una buona valutazione posturale e respiratoria.
Lo stile di vita è molto importante.
Le consiglierei di inserire ai pasti enzimi digestivi generici e specifici per gliadina e lattosio.
Buona giornata
Inoltre prenderei in considerazione il livello e la tipologia di attività fisica e una buona valutazione posturale e respiratoria.
Lo stile di vita è molto importante.
Le consiglierei di inserire ai pasti enzimi digestivi generici e specifici per gliadina e lattosio.
Buona giornata
Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online
Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.
Mostra risultati Come funziona?
Gentile Paziente,
grazie per aver condiviso in dettaglio la sua situazione: comprendo quanto possano essere frustranti sintomi come stipsi, gonfiore e difficoltà digestive persistenti.
Per quanto riguarda il picco di CH₄ a 33 ppm nel breath test al lattulosio, valori di CH₄ >10 ppm possono essere indicativi di un aumento della produzione di metano, e alcuni specialisti interpretano questo quadro come possibile IMO (Intestinal Methanogen Overgrowth). Tuttavia, la diagnosi non può basarsi solo su questo dato isolato: è necessaria un'analisi più approfondita del suo quadro clinico complessivo da parte di un gastroenterologo e di un nutrizionista esperto in disordini intestinali.
È comprensibile che un ciclo di rifaximina da solo possa dare miglioramenti parziali, soprattutto se il microbiota intestinale è complessivamente alterato, tuttavia è da capire se l'eliminazione e la reintroduzione dei FODMAP è stata eseguita correttamente, purtroppo non è sufficiente eliminarli per poi re-introdurli.
Il rischio è proprio una riduzione dell'effetto dei farmaci e della tolleranza intestinale, tornando alla situazione di partenza, come lei ha sperimentato.
In sintesi, il suo caso richiede un'analisi più approfondita da parte di un gastroenterologo e di un nutrizionista, così da poterla supportare in questo percorso al meglio.
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Francesca Scantamburlo
grazie per aver condiviso in dettaglio la sua situazione: comprendo quanto possano essere frustranti sintomi come stipsi, gonfiore e difficoltà digestive persistenti.
Per quanto riguarda il picco di CH₄ a 33 ppm nel breath test al lattulosio, valori di CH₄ >10 ppm possono essere indicativi di un aumento della produzione di metano, e alcuni specialisti interpretano questo quadro come possibile IMO (Intestinal Methanogen Overgrowth). Tuttavia, la diagnosi non può basarsi solo su questo dato isolato: è necessaria un'analisi più approfondita del suo quadro clinico complessivo da parte di un gastroenterologo e di un nutrizionista esperto in disordini intestinali.
È comprensibile che un ciclo di rifaximina da solo possa dare miglioramenti parziali, soprattutto se il microbiota intestinale è complessivamente alterato, tuttavia è da capire se l'eliminazione e la reintroduzione dei FODMAP è stata eseguita correttamente, purtroppo non è sufficiente eliminarli per poi re-introdurli.
Il rischio è proprio una riduzione dell'effetto dei farmaci e della tolleranza intestinale, tornando alla situazione di partenza, come lei ha sperimentato.
In sintesi, il suo caso richiede un'analisi più approfondita da parte di un gastroenterologo e di un nutrizionista, così da poterla supportare in questo percorso al meglio.
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Francesca Scantamburlo
Buongiorno sicuramente l'utilizzo di pre e probiotici può essere utile come pure la limitazione o abolizione per certi periodi di Fodmap. Il mio consiglio è quello di valutare una reintroduzione progressiva di questi alimenti a piccole dosi ed uno per volta. Inoltre è stata eseguita una colonscopia ed un eventuale biopsia?
Le osservazioni che riporta sono coerenti con una possibile disbiosi intestinale a prevalenza metanogenica (IMO), anche se la diagnosi merita qualche precisazione tecnica.
1. Sulla diagnosi di IMO
Il Breath test al lattulosio mostra un picco di metano (CH₄) di 33 ppm, valore superiore alla soglia clinicamente significativa (>10 ppm), indicativo di una crescita eccessiva di archeobatteri metanogeni nell’intestino tenue. Questo, insieme alla stipsi, al gonfiore e al rallentato transito intestinale, rende verosimile una diagnosi di IMO.
Il fatto che due gastroenterologi l’abbiano definito “normale” può dipendere dal fatto che non tutti i laboratori o specialisti applicano le stesse linee guida interpretative (alcuni considerano patologico un aumento più precoce del CH₄, altri guardano anche al rapporto H₂/CH₄). Tuttavia, secondo i più recenti criteri internazionali (North American Consensus, 2017), i suoi dati sono compatibili con una forma metanogenica.
2. Sulla terapia antibiotica (Rifaximina senza Neomicina)
La Rifaximina da sola è efficace soprattutto nei casi di SIBO a predominanza di idrogeno.
Nel caso di IMO, la combinazione Rifaximina + Neomicina (o, in alternativa, Metronidazolo) è in genere più efficace, proprio perché i metanogeni sono meno sensibili ai soli antibiotici non assorbibili. Il miglioramento parziale che ha ottenuto è coerente con una risposta incompleta.
3. Sugli esami da considerare
Per completare il quadro, può essere utile:
Valutazione del microbiota fecale con analisi molecolare (next-generation sequencing), utile per capire la composizione batterica e metanogenica.
Dosaggio delle vitamine del gruppo B (in particolare B12) e del folato, spesso alterati nei disturbi di assorbimento intestinale.
Test del cortisolo salivare o plasmatico, se si sospetta che lo stress cronico contribuisca alla dismotilità.
Valutazione della funzionalità pancreatica (elastasi fecale) se la digestione delle proteine e la presenza di residui non digeriti persistono.
4. Indicazioni pratiche e alimentari
Eviti di prolungare rigidamente la dieta low-FODMAP: utile in fase acuta, ma a lungo termine può peggiorare la disbiosi.
Si affidi a un nutrizionista esperto in disturbi funzionali intestinali per una reintroduzione graduale e controllata dei FODMAP.
In molti casi è utile un protocollo in tre fasi:
Riduzione dei metanogeni (antibiotico mirato o fitoterapici antimicrobici specifici).
Ripristino della motilità intestinale (procinettici naturali o farmacologici).
Ricostruzione del microbiota con probiotici selezionati (non sempre le comuni formulazioni lattiche sono adatte in fase attiva).
In sintesi: sì, i dati sono compatibili con IMO; la Rifaximina da sola può non essere sufficiente; e un approccio diagnostico e terapeutico più completo, integrato da un piano nutrizionale graduale, può migliorare sensibilmente il quadro.
Distinti saluti,
Dr. Luca Agostini
1. Sulla diagnosi di IMO
Il Breath test al lattulosio mostra un picco di metano (CH₄) di 33 ppm, valore superiore alla soglia clinicamente significativa (>10 ppm), indicativo di una crescita eccessiva di archeobatteri metanogeni nell’intestino tenue. Questo, insieme alla stipsi, al gonfiore e al rallentato transito intestinale, rende verosimile una diagnosi di IMO.
Il fatto che due gastroenterologi l’abbiano definito “normale” può dipendere dal fatto che non tutti i laboratori o specialisti applicano le stesse linee guida interpretative (alcuni considerano patologico un aumento più precoce del CH₄, altri guardano anche al rapporto H₂/CH₄). Tuttavia, secondo i più recenti criteri internazionali (North American Consensus, 2017), i suoi dati sono compatibili con una forma metanogenica.
2. Sulla terapia antibiotica (Rifaximina senza Neomicina)
La Rifaximina da sola è efficace soprattutto nei casi di SIBO a predominanza di idrogeno.
Nel caso di IMO, la combinazione Rifaximina + Neomicina (o, in alternativa, Metronidazolo) è in genere più efficace, proprio perché i metanogeni sono meno sensibili ai soli antibiotici non assorbibili. Il miglioramento parziale che ha ottenuto è coerente con una risposta incompleta.
3. Sugli esami da considerare
Per completare il quadro, può essere utile:
Valutazione del microbiota fecale con analisi molecolare (next-generation sequencing), utile per capire la composizione batterica e metanogenica.
Dosaggio delle vitamine del gruppo B (in particolare B12) e del folato, spesso alterati nei disturbi di assorbimento intestinale.
Test del cortisolo salivare o plasmatico, se si sospetta che lo stress cronico contribuisca alla dismotilità.
Valutazione della funzionalità pancreatica (elastasi fecale) se la digestione delle proteine e la presenza di residui non digeriti persistono.
4. Indicazioni pratiche e alimentari
Eviti di prolungare rigidamente la dieta low-FODMAP: utile in fase acuta, ma a lungo termine può peggiorare la disbiosi.
Si affidi a un nutrizionista esperto in disturbi funzionali intestinali per una reintroduzione graduale e controllata dei FODMAP.
In molti casi è utile un protocollo in tre fasi:
Riduzione dei metanogeni (antibiotico mirato o fitoterapici antimicrobici specifici).
Ripristino della motilità intestinale (procinettici naturali o farmacologici).
Ricostruzione del microbiota con probiotici selezionati (non sempre le comuni formulazioni lattiche sono adatte in fase attiva).
In sintesi: sì, i dati sono compatibili con IMO; la Rifaximina da sola può non essere sufficiente; e un approccio diagnostico e terapeutico più completo, integrato da un piano nutrizionale graduale, può migliorare sensibilmente il quadro.
Distinti saluti,
Dr. Luca Agostini
grazie per aver condiviso in modo così preciso la sua situazione.
Dai dati che riporta, il quadro clinico fa pensare a un possibile sovraccarico metanogeno intestinale (IMO) associato a sintomi funzionali compatibili con intestino irritabile (IBS-C).
Per avere un quadro più completo e capire se i disturbi digestivi hanno già inciso sullo stato nutrizionale, sarebbe utile eseguire alcuni esami ematici di approfondimento:
Ferro, ferritina e transferrina
Folati e vitamina B12
Vitamina D, zinco e magnesio
Albumina, prealbumina e proteine totali
TSH e FT4 (funzione tiroidea)
Elastasi fecale (per valutare la funzione pancreatica)
Questi parametri ci aiutano a capire quanto l’intestino stia realmente assorbendo i nutrienti, aspetto fondamentale visto che riferisce difficoltà a prendere peso e tono muscolare.
Quando si utilizza un antibiotico come la Rifaximina, si ottiene una “bonifica” dell’intestino, ma va ricordato che: l’antibiotico elimina sia i batteri “cattivi” in eccesso, sia parte della flora benefica. Per questo motivo, la fase post-antibiotica è cruciale:
va supportata con integratori mirati, non generici.
In particolare:
Probiotici selettivi e non fermentanti (es. Bacillus coagulans, L. plantarum, Saccharomyces boulardii) per evitare gonfiore.
Fibre solubili ben tollerate, come la pectina (Colopectin®), che:
aiuta a ricostruire il microbiota;
ammorbidisce le feci;
riduce l’infiammazione intestinale;
non fermenta in modo eccessivo.
Blowell® può essere introdotto in questa fase perché contribuisce a:
ridurre i gas residui e le tossine intestinali,
favorire la digestione e il senso di leggerezza.
La combinazione Rifaximina (± Neomicina se indicata) + supporto con pectina e Blowell aiuta a ripristinare l’equilibrio del microbiota, migliorare la motilità e ridurre il gonfiore.
L’alimentazione dovrà essere specifica, perché attualmente l’intestino non assorbe in modo efficiente i nutrienti.
Ciò spiega la difficoltà ad aumentare peso e massa magra.
In questa fase:
prediligere pasti piccoli e frequenti, facilmente digeribili; limitare zuccheri semplici e alimenti fermentabili (FODMAP) finché l’intestino non si stabilizza; assumere proteine di buona qualità (uova, pesce, tofu, carne bianca o alternative vegetali ben cotte); reintegrare progressivamente cereali integrali e legumi solo nella fase di stabilizzazione, seguendo la tolleranza.
È utile distinguere le due condizioni IMO o IBS-C perché il trattamento cambia però la ripopolazione del microbiota positivo aiuta a ridurre il metano (IMO) e la gestione nutrizionale e funzionale lavora sull'ibs e sulla regolarità.
mi scuso del messaggio lunghissimo che sembra un poema ma era per far chiarezza su come una cosa che sembra un problema racchiuda al suo interno molte parti ancora da analizzare e un corpo intestino come il suo ha necessita di attenzione integratori mirati ecc
spero di averle fatto porre qualche domanda e aver risposto ad alcune delle sue... ci tengo a precisare che nn prendo alcun compenso dall'azienda di bowell e colopectin ma sono i due integratori che io uso in studio e consiglio in caso di IBS con stipsi.
per ulteriori domande può contattarmi.
le auguro buona serata dott.ssa Valeria Papa Biologa nutrizionista
Dai dati che riporta, il quadro clinico fa pensare a un possibile sovraccarico metanogeno intestinale (IMO) associato a sintomi funzionali compatibili con intestino irritabile (IBS-C).
Per avere un quadro più completo e capire se i disturbi digestivi hanno già inciso sullo stato nutrizionale, sarebbe utile eseguire alcuni esami ematici di approfondimento:
Ferro, ferritina e transferrina
Folati e vitamina B12
Vitamina D, zinco e magnesio
Albumina, prealbumina e proteine totali
TSH e FT4 (funzione tiroidea)
Elastasi fecale (per valutare la funzione pancreatica)
Questi parametri ci aiutano a capire quanto l’intestino stia realmente assorbendo i nutrienti, aspetto fondamentale visto che riferisce difficoltà a prendere peso e tono muscolare.
Quando si utilizza un antibiotico come la Rifaximina, si ottiene una “bonifica” dell’intestino, ma va ricordato che: l’antibiotico elimina sia i batteri “cattivi” in eccesso, sia parte della flora benefica. Per questo motivo, la fase post-antibiotica è cruciale:
va supportata con integratori mirati, non generici.
In particolare:
Probiotici selettivi e non fermentanti (es. Bacillus coagulans, L. plantarum, Saccharomyces boulardii) per evitare gonfiore.
Fibre solubili ben tollerate, come la pectina (Colopectin®), che:
aiuta a ricostruire il microbiota;
ammorbidisce le feci;
riduce l’infiammazione intestinale;
non fermenta in modo eccessivo.
Blowell® può essere introdotto in questa fase perché contribuisce a:
ridurre i gas residui e le tossine intestinali,
favorire la digestione e il senso di leggerezza.
La combinazione Rifaximina (± Neomicina se indicata) + supporto con pectina e Blowell aiuta a ripristinare l’equilibrio del microbiota, migliorare la motilità e ridurre il gonfiore.
L’alimentazione dovrà essere specifica, perché attualmente l’intestino non assorbe in modo efficiente i nutrienti.
Ciò spiega la difficoltà ad aumentare peso e massa magra.
In questa fase:
prediligere pasti piccoli e frequenti, facilmente digeribili; limitare zuccheri semplici e alimenti fermentabili (FODMAP) finché l’intestino non si stabilizza; assumere proteine di buona qualità (uova, pesce, tofu, carne bianca o alternative vegetali ben cotte); reintegrare progressivamente cereali integrali e legumi solo nella fase di stabilizzazione, seguendo la tolleranza.
È utile distinguere le due condizioni IMO o IBS-C perché il trattamento cambia però la ripopolazione del microbiota positivo aiuta a ridurre il metano (IMO) e la gestione nutrizionale e funzionale lavora sull'ibs e sulla regolarità.
mi scuso del messaggio lunghissimo che sembra un poema ma era per far chiarezza su come una cosa che sembra un problema racchiuda al suo interno molte parti ancora da analizzare e un corpo intestino come il suo ha necessita di attenzione integratori mirati ecc
spero di averle fatto porre qualche domanda e aver risposto ad alcune delle sue... ci tengo a precisare che nn prendo alcun compenso dall'azienda di bowell e colopectin ma sono i due integratori che io uso in studio e consiglio in caso di IBS con stipsi.
per ulteriori domande può contattarmi.
le auguro buona serata dott.ssa Valeria Papa Biologa nutrizionista
Sono d'accordo con la diagnosi della Nutrizionista, ma non sono d'accordo sull'utilizzo della rifaximina come terapia, in quanto non è in grado di spezzare il biofilm batterico.
Salve,
dal picco di CH4 a 33 ppm e dai sintomi descritti, è plausibile che ci sia una sovracrescita di metanogeni intestinali (IMO), che può rallentare l’alvo e causare stipsi e gonfiore. Il ciclo con sola Rifaximina può dare sollievo temporaneo, ma spesso nei casi di IMO i sintomi tornano al reintrodurre i FODMAP, perché la dieta limita i substrati fermentabili senza risolvere completamente lo squilibrio.
Per avere un quadro più completo possono essere utili approfondimenti sulla motilità intestinale, test del microbiota metanogeno e una valutazione nutrizionale per garantire un’alimentazione equilibrata anche con restrizioni FODMAP.
dal picco di CH4 a 33 ppm e dai sintomi descritti, è plausibile che ci sia una sovracrescita di metanogeni intestinali (IMO), che può rallentare l’alvo e causare stipsi e gonfiore. Il ciclo con sola Rifaximina può dare sollievo temporaneo, ma spesso nei casi di IMO i sintomi tornano al reintrodurre i FODMAP, perché la dieta limita i substrati fermentabili senza risolvere completamente lo squilibrio.
Per avere un quadro più completo possono essere utili approfondimenti sulla motilità intestinale, test del microbiota metanogeno e una valutazione nutrizionale per garantire un’alimentazione equilibrata anche con restrizioni FODMAP.
Gentile signore, concordo che il suo quadro meriti un'indagine più approfondita.
Sarebbe opportuno indagare meglio le cause della stipsi per capire, anche in funzione delle sue abitudini alimentari e del suo sottopeso (prioritario da risolvere), quale sarebbe l'approccio nutrizionale più corretto da seguire.
Il fatto che abbia tratto beneficio da una dieta Low FODMAP è positivo in quanto permette di individuare possibili cause e/o concause del suo malessere, ma è necessario approntare un piano di reintroduzione ben strutturato. È probabile che i sintomi si siano ripresentati perché questa fase non è stata eseguita correttamente.
Ritengo anche che, data la presenza di cibo indigerito nelle feci, debba essere ottimizzata anche la sua capacità digestiva tramite scelte alimentari e supporto (ad esempio, enzimi), da valutare con un professionista. L'intervento con probiotici e prebiotici potrà poi essere di supporto, scegliendo naturalmente le formulazioni più adatte al suo caso.
Sarebbe opportuno indagare meglio le cause della stipsi per capire, anche in funzione delle sue abitudini alimentari e del suo sottopeso (prioritario da risolvere), quale sarebbe l'approccio nutrizionale più corretto da seguire.
Il fatto che abbia tratto beneficio da una dieta Low FODMAP è positivo in quanto permette di individuare possibili cause e/o concause del suo malessere, ma è necessario approntare un piano di reintroduzione ben strutturato. È probabile che i sintomi si siano ripresentati perché questa fase non è stata eseguita correttamente.
Ritengo anche che, data la presenza di cibo indigerito nelle feci, debba essere ottimizzata anche la sua capacità digestiva tramite scelte alimentari e supporto (ad esempio, enzimi), da valutare con un professionista. L'intervento con probiotici e prebiotici potrà poi essere di supporto, scegliendo naturalmente le formulazioni più adatte al suo caso.
Il protocollo probiotico dopo rifaximina è fondamentale sia eseguito in un certo modo; l'interpretazione sembra corretta, ma succede che si debba fare un altro o più cicli di rifaximina.
Buonasera, purtroppo potete fare tutti gli esami e cure farmacologiche che volete ma se non seguite un percorso idoneo non risolverete mai nulla. Io mi occupo prorpio di queste problematiche se volete info scrivetemi :)
Capisco quanto possa essere frustrante avere sintomi che si trascinano da tempo e ricevere pareri molto diversi tra loro.
Da ciò che descrivi non è del tutto chiaro quali sintomi stiano realmente giustificando indagini così approfondite e il ricorso a tanti professionisti diversi. Stipsi, gonfiore e digestione lenta possono creare molta preoccupazione, ma sono sintomi comuni che richiedono un percorso coerente, non una raccolta di opinioni che rischia di confondere ancora di più.
Su alcuni aspetti è importante essere chiari: un nutrizionista non può prescrivere antibiotici: non rientra nelle sue competenze. Se questo è accaduto, è grave ed è un segnale di scarsa professionalità. Le diagnosi come SIBO o IMO non si basano su un singolo valore del breath test, ma su un’interpretazione clinica complessiva, che spetta al gastroenterologo. I protocolli fai-da-te o non supervisionati (antibiotici + diete restrittive + reintroduzioni difficili) spesso finiscono per aggravare la sensibilità intestinale e la paura del cibo, più che risolvere il problema.
In situazioni come la tua la cosa più utile è fermarsi, fare un passo indietro e affidarsi a pochi professionisti competenti, senza rincorrere mille spiegazioni diverse.
Oltre agli aspetti fisiologici, nella salute intestinale va sempre considerata anche la parte funzionale ed emotiva: stress, carico mentale, ipercontrollo alimentare e preoccupazione costante possono amplificare i sintomi più dei valori dei test.
Il mio suggerimento è di continuare a seguire il gastroenterologo di riferimento e affiancare un biologo nutrizionista competente. Per il momento non sembra necessario aggiungere altri esami: serve soprattutto una lettura coerente della tua storia, non ulteriori test.
Da ciò che descrivi non è del tutto chiaro quali sintomi stiano realmente giustificando indagini così approfondite e il ricorso a tanti professionisti diversi. Stipsi, gonfiore e digestione lenta possono creare molta preoccupazione, ma sono sintomi comuni che richiedono un percorso coerente, non una raccolta di opinioni che rischia di confondere ancora di più.
Su alcuni aspetti è importante essere chiari: un nutrizionista non può prescrivere antibiotici: non rientra nelle sue competenze. Se questo è accaduto, è grave ed è un segnale di scarsa professionalità. Le diagnosi come SIBO o IMO non si basano su un singolo valore del breath test, ma su un’interpretazione clinica complessiva, che spetta al gastroenterologo. I protocolli fai-da-te o non supervisionati (antibiotici + diete restrittive + reintroduzioni difficili) spesso finiscono per aggravare la sensibilità intestinale e la paura del cibo, più che risolvere il problema.
In situazioni come la tua la cosa più utile è fermarsi, fare un passo indietro e affidarsi a pochi professionisti competenti, senza rincorrere mille spiegazioni diverse.
Oltre agli aspetti fisiologici, nella salute intestinale va sempre considerata anche la parte funzionale ed emotiva: stress, carico mentale, ipercontrollo alimentare e preoccupazione costante possono amplificare i sintomi più dei valori dei test.
Il mio suggerimento è di continuare a seguire il gastroenterologo di riferimento e affiancare un biologo nutrizionista competente. Per il momento non sembra necessario aggiungere altri esami: serve soprattutto una lettura coerente della tua storia, non ulteriori test.
Buonasera,
ha fornito una descrizione molto chiara e accurata, e comprendo bene la sua difficoltà: la situazione che descrive — alvo rallentato, feci caprine, gonfiore, difficoltà digestive e peggioramento dopo antibiotici — è effettivamente compatibile con una **disbiosi intestinale a prevalenza metanogena**, cioè un possibile quadro di **IMO (Intestinal Methanogen Overgrowth)**.
Provo a rispondere punto per punto.
---
### 1. Il valore del metano nel test al lattulosio
Un **picco di CH₄ superiore a 10 ppm** in qualunque momento del test, o una **produzione basale di metano >10 ppm**, viene oggi considerato **sospetto o indicativo di IMO** secondo la consensus di North American Consensus (Rezaie et al., *Am J Gastroenterol*, 2017).
Nel suo caso, con un picco di **33 ppm di CH₄** e **H₂ a 47 ppm**, l’interpretazione è coerente con **una proliferazione di archeobatteri metanogeni**, anche se l’idrogeno non mostra un pattern tipico da SIBO classico.
In pratica, è una forma di **fermentazione lenta e stitica**, più legata al metano che all’idrogeno.
---
### 2. Perché la rifaximina da sola può non bastare
Nelle forme metanogene, il trattamento con **solo rifaximina** spesso dà beneficio temporaneo ma non risolutivo, perché:
* la rifaximina agisce sui batteri produttori di idrogeno, ma **i metanogeni sono archea**, più resistenti;
* per questo, nelle linee guida e nella pratica clinica internazionale, si consiglia una **terapia combinata**: rifaximina + neomicina (o paromomicina) per 10–14 giorni, sotto controllo medico.
La neomicina è il farmaco che riduce selettivamente le popolazioni metanogene.
La risposta parziale che ha avuto conferma proprio questa ipotesi: miglioramento temporaneo, ma ricomparsa dei sintomi una volta sospesa la terapia e reintrodotti i FODMAP.
---
### 3. Altri esami utili
Ha già eseguito una valutazione molto completa. Restano eventualmente utili, se i sintomi persistono:
* **valutazione del microbiota fecale** con test di nuova generazione (sequenziamento 16S), per chiarire il profilo batterico e la presenza di Methanobrevibacter smithii;
* **dosaggio della vitamina B12 e folati** (alterati in caso di disbiosi cronica);
* **test funzionale tiroideo completo** (TSH, FT3, FT4), perché un ipotiroidismo lieve può accentuare la stipsi e la riduzione della motilità intestinale;
* **RM o TC addome con mezzo di contrasto** solo se compaiono segni di rallentamento marcato o sospetto di alterazioni anatomiche (raro ma utile escluderlo una volta).
---
### 4. Dieta e gestione del sintomo
La dieta Low FODMAP è utile come fase temporanea per ridurre la fermentazione, ma **non deve diventare una restrizione a lungo termine**, perché può impoverire ulteriormente la flora e aggravare la disbiosi.
L’obiettivo, una volta migliorata la situazione, è una **reintroduzione graduale**, magari con l’aiuto di un nutrizionista esperto in disturbi funzionali intestinali.
Poiché riferisce **scarsa appetenza e difficoltà a mantenere peso**, è importante evitare di ridurre troppo i carboidrati complessi: meglio scegliere porzioni controllate di riso, avena o patate, facilmente digeribili.
I **probiotici** vanno scelti con cautela: non tutti sono indicati in forme metanogene. In questi casi si preferiscono:
* ceppi non produttori di gas (ad esempio *Bifidobacterium longum* o *Lactobacillus plantarum*),
* e in alcuni casi prodotti a base di **spore (Bacillus coagulans o subtilis)**, più stabili e meglio tollerati.
---
### 5. In sintesi
* Sì, il valore di CH₄ (33 ppm) è **compatibile con IMO**.
* Il miglioramento parziale con rifaximina conferma la diagnosi probabile, ma suggerisce che **la terapia non era completa**.
* Ulteriori accertamenti servono solo per escludere altre cause di malassorbimento o ipomotilità.
* Il passo successivo, da valutare con gastroenterologo o nutrizionista esperto, è una **terapia combinata mirata per i metanogeni**, seguita da una **fase di ripopolamento graduale e personalizzata del microbiota**.
---
Sta facendo un lavoro molto accurato, e la sua attenzione ai dettagli sarà preziosa per definire un piano efficace.
ha fornito una descrizione molto chiara e accurata, e comprendo bene la sua difficoltà: la situazione che descrive — alvo rallentato, feci caprine, gonfiore, difficoltà digestive e peggioramento dopo antibiotici — è effettivamente compatibile con una **disbiosi intestinale a prevalenza metanogena**, cioè un possibile quadro di **IMO (Intestinal Methanogen Overgrowth)**.
Provo a rispondere punto per punto.
---
### 1. Il valore del metano nel test al lattulosio
Un **picco di CH₄ superiore a 10 ppm** in qualunque momento del test, o una **produzione basale di metano >10 ppm**, viene oggi considerato **sospetto o indicativo di IMO** secondo la consensus di North American Consensus (Rezaie et al., *Am J Gastroenterol*, 2017).
Nel suo caso, con un picco di **33 ppm di CH₄** e **H₂ a 47 ppm**, l’interpretazione è coerente con **una proliferazione di archeobatteri metanogeni**, anche se l’idrogeno non mostra un pattern tipico da SIBO classico.
In pratica, è una forma di **fermentazione lenta e stitica**, più legata al metano che all’idrogeno.
---
### 2. Perché la rifaximina da sola può non bastare
Nelle forme metanogene, il trattamento con **solo rifaximina** spesso dà beneficio temporaneo ma non risolutivo, perché:
* la rifaximina agisce sui batteri produttori di idrogeno, ma **i metanogeni sono archea**, più resistenti;
* per questo, nelle linee guida e nella pratica clinica internazionale, si consiglia una **terapia combinata**: rifaximina + neomicina (o paromomicina) per 10–14 giorni, sotto controllo medico.
La neomicina è il farmaco che riduce selettivamente le popolazioni metanogene.
La risposta parziale che ha avuto conferma proprio questa ipotesi: miglioramento temporaneo, ma ricomparsa dei sintomi una volta sospesa la terapia e reintrodotti i FODMAP.
---
### 3. Altri esami utili
Ha già eseguito una valutazione molto completa. Restano eventualmente utili, se i sintomi persistono:
* **valutazione del microbiota fecale** con test di nuova generazione (sequenziamento 16S), per chiarire il profilo batterico e la presenza di Methanobrevibacter smithii;
* **dosaggio della vitamina B12 e folati** (alterati in caso di disbiosi cronica);
* **test funzionale tiroideo completo** (TSH, FT3, FT4), perché un ipotiroidismo lieve può accentuare la stipsi e la riduzione della motilità intestinale;
* **RM o TC addome con mezzo di contrasto** solo se compaiono segni di rallentamento marcato o sospetto di alterazioni anatomiche (raro ma utile escluderlo una volta).
---
### 4. Dieta e gestione del sintomo
La dieta Low FODMAP è utile come fase temporanea per ridurre la fermentazione, ma **non deve diventare una restrizione a lungo termine**, perché può impoverire ulteriormente la flora e aggravare la disbiosi.
L’obiettivo, una volta migliorata la situazione, è una **reintroduzione graduale**, magari con l’aiuto di un nutrizionista esperto in disturbi funzionali intestinali.
Poiché riferisce **scarsa appetenza e difficoltà a mantenere peso**, è importante evitare di ridurre troppo i carboidrati complessi: meglio scegliere porzioni controllate di riso, avena o patate, facilmente digeribili.
I **probiotici** vanno scelti con cautela: non tutti sono indicati in forme metanogene. In questi casi si preferiscono:
* ceppi non produttori di gas (ad esempio *Bifidobacterium longum* o *Lactobacillus plantarum*),
* e in alcuni casi prodotti a base di **spore (Bacillus coagulans o subtilis)**, più stabili e meglio tollerati.
---
### 5. In sintesi
* Sì, il valore di CH₄ (33 ppm) è **compatibile con IMO**.
* Il miglioramento parziale con rifaximina conferma la diagnosi probabile, ma suggerisce che **la terapia non era completa**.
* Ulteriori accertamenti servono solo per escludere altre cause di malassorbimento o ipomotilità.
* Il passo successivo, da valutare con gastroenterologo o nutrizionista esperto, è una **terapia combinata mirata per i metanogeni**, seguita da una **fase di ripopolamento graduale e personalizzata del microbiota**.
---
Sta facendo un lavoro molto accurato, e la sua attenzione ai dettagli sarà preziosa per definire un piano efficace.
Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.