Fin da piccola ho un gran problema, ho bisogno di privacy, il mio non è e non è mai stato un capricc

24 risposte
Fin da piccola ho un gran problema, ho bisogno di privacy, il mio non è e non è mai stato un capriccio ma ad esempio se qualcuno entra mentre sono in bagno sento un nodo allo stomaco, mi fa stare male la cosa, sono spaventata perché mi piacerebbe avere un figlio più in là ma il pensiero che lui possa entrare in bagno mentre ci sto io mi fa sentire proprio male, ho paura che non avrò modo di tenerlo lontano da me in quel momento, per come sono e i problemi di cui soffro so che a seguito mi chiuderei in me stessa ma non so quanto potrei reggere uno stress tale, eppure vorrei tanto un bel rapporto con il futuro figlio ma vorrei tanto che il mio spazio privato come il bagno potesse restare solo mio. Sarà possibile secondo voi lasciare che quel momento sia mio e basta? Grazie per la risposta io non riesco ad andare in bagno nemmeno davanti a mia madre.
Buon pomeriggio,
sono la Dott.ssa Beatrice Moro, psicologa e sessuologa clinica.

Grazie per aver condiviso con tanta onestà qualcosa di così intimo e delicato. Quello che descrive non è affatto un capriccio, ma un bisogno profondo di confini personali e di sicurezza, che merita rispetto e attenzione, proprio come qualsiasi altra necessità emotiva o fisica.

Il desiderio di maternità può convivere con questo suo bisogno di privacy. Avere un figlio non significa dover rinunciare a sé stessi o ai propri spazi: anzi, proprio riconoscendo i propri limiti e rispettandoli, si costruiscono relazioni più sane. Sarà possibile crescere un figlio stabilendo delle regole affettuose ma chiare, come ad esempio spiegargli, con il tempo e con linguaggi adatti alla sua età, che il bagno è uno spazio privato e che, quando la porta è chiusa, si aspetta prima di entrare. I bambini apprendono i confini se vengono guidati con coerenza e amore.

Se il pensiero di perdere questa autonomia le genera così tanta angoscia, potrebbe essere utile affrontarlo in uno spazio di ascolto professionale: non per cambiare chi è, ma per accogliere con più serenità ciò che prova, e costruire un futuro in cui il suo bisogno di rispetto e il desiderio di relazione possano coesistere.

Ha tutto il diritto di immaginare una maternità su misura per lei, in cui il suo benessere sia parte centrale del legame affettivo.

Cordiali Saluti,
Dott.ssa Beatrice Moro

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Dott.ssa Gloria Tosi
Psicologo, Psicoterapeuta
Tortona
Buongiorno, da quanto percepisco la paura di cui soffre la limita nella quotidianità, e non la fa sentire bene con se stessa, ne con gli altri. Pertanto, come tutte le paure, andrebbe affrontata e capita, per poterla superare e liberarla dalla trappola in cui la chiude. Spesso questo tipo di fobie hanno origine in ricordi del passato, magari esperienze emotivamente negative, apprese direttamente o indirettamente. Il mio consiglio è di rivolgersi ad uno psicoterapeuta (possibilmente di orientamento cognitivo comportamentale, approccio scientificamente d'elezione per questo tipo di trattamento), qualora lei volesse approfondire. Un grande in bocca al lupo, e buon proseguimento.
Dott.ssa Eleonora Fiorini
Psicologo clinico, Psicologo
Terracina
Buonasera si sente forte dalle sue parole il disagio che l'attraversa e di questo mi dispiace. Il tema dei confini personali è un tema che solo recentemente sta uscendo allo scoperto ma è in realtà essenziale da sempre per l'essere umano. Il senso di invasione che descrive nella sua domanda è fatto probabilmente di un invasione ricevuta prima, che non si è saputa gestire ne dagli adulti ne da lei in quanto figlia\o. Tutto questo parla di separazione e della difficoltà a poterla tollerare e pensare oltre che promuovere. La domanda relativa al figlio è molto significativa, è buono che lei oggi la può pensare come suo bisogno ma anche eventualmente come un bisogno futuro di un figlio. Oggi lei può pensare a quale può essere la giusta distanza tra sè e l'altro.
Dott.ssa Alessandra Arena
Psicologo clinico, Psicologo
Grottaferrata
Salve,
Capisco la sua esigenza di privacy, che è assolutamente legittima e umana. Tuttavia, la paura intensa che descrive merita attenzione: potrebbe essere utile condividerla e approfondirla in un contesto terapeutico, dove possa sentirsi ascoltata e compresa. Lavorarci potrebbe aiutarla a costruire il rapporto che desidera con un futuro figlio, senza rinunciare ai suoi spazi.
Un saluto,
Dott.ssa Alessandra Arena
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Grazie per aver condiviso con sincerità un vissuto così personale e delicato. Quello che descrivi non è affatto un capriccio: il bisogno di privacy è un aspetto importante e legittimo della propria individualità, e in alcune persone può assumere una valenza ancora più profonda, legata al senso di sicurezza, al rispetto dei propri confini e alla regolazione emotiva.

Il disagio che provi, fino a sentire un vero e proprio malessere fisico, è un segnale da non ignorare. Non sei sola: molte persone provano fatica a vivere certe situazioni che per altri possono sembrare “banali” o “normali”. Ogni persona ha una propria soglia di tolleranza rispetto all’invasione dello spazio personale, e questa può essere influenzata da esperienze passate, educazione, sensibilità individuale o, in alcuni casi, da problematiche più profonde legate all’ansia, al controllo o alla gestione dell’intimità.

La tua preoccupazione per un futuro ruolo di madre è comprensibile e dimostra quanto desideri costruire un rapporto sano e affettuoso con un futuro figlio, pur mantenendo i tuoi spazi. È assolutamente possibile educare un bambino al rispetto dei confini, anche in tenera età. I bambini imparano attraverso la coerenza, il dialogo e l’esempio, e possono comprendere – se guidati con affetto – che il bagno, per la mamma, è un momento privato da rispettare. È importante però affrontare ora il disagio che provi, perché se rimane irrisolto potrebbe rendere più difficile gestire certe situazioni quotidiane nel futuro.

Per questo motivo sarebbe utile e consigliato approfondire il tuo vissuto con uno specialista: non solo per comprendere a fondo le radici del tuo bisogno di privacy, ma anche per trovare strumenti efficaci per viverlo con meno sofferenza, nel rispetto di te stessa e delle tue future relazioni.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, quello che condivide è un tema profondamente personale, che tocca corde molto delicate legate al senso di identità, al confine corporeo e alla possibilità di sentirsi al sicuro in uno spazio intimo. La sua sofferenza non è affatto un capriccio, né una stranezza: è l’espressione di un bisogno autentico di protezione, di riservatezza, e probabilmente anche di controllo rispetto a qualcosa di molto interno. Il fatto che lei sia consapevole di quanto questo vissuto la accompagni da tempo e che riesca a descriverlo con lucidità e onestà è già un passo molto importante.

L’idea di diventare madre è, per molte persone, carica di desiderio e insieme di timori profondi. Il suo, in particolare, si concentra su una possibile invasione del suo spazio più privato, che rappresenta molto più di un semplice luogo fisico: è un rifugio, un territorio personale in cui potersi sentire al riparo. La paura che un figlio possa, anche involontariamente, oltrepassare quel confine, generando un disagio così forte da portarla a chiudersi emotivamente, è comprensibile se pensiamo alla centralità che quel bisogno ha nella sua storia.

La buona notizia è che sì, è possibile, anche da genitore, costruire e mantenere confini sani. Essere genitore non significa dover rinunciare a sé stessi, né dover abbattere completamente i propri limiti. Al contrario, un figlio ha bisogno di una madre che si conosce, che sa quali sono i propri punti di forza e le proprie vulnerabilità, e che (proprio grazie a questa consapevolezza) può insegnargli il valore del rispetto reciproco e dell’ascolto. È possibile educare un bambino a comprendere che ci sono momenti, come quello in bagno, che sono esclusivamente della mamma, e che questo non intacca l’amore che si prova per lui. Anzi, è proprio la presenza di confini chiari che aiuta a costruire relazioni sicure e sane.

Allo stesso tempo, mi sento di dirle che questo suo timore (così specifico e così fortemente sentito) meriterebbe uno spazio di esplorazione più profondo, magari all’interno di un percorso psicoterapeutico. Non perché ci sia qualcosa di “sbagliato” in lei, ma perché il nodo che sente allo stomaco, la difficoltà a tollerare la presenza dell’altro in quei momenti, potrebbe raccontare una parte della sua storia affettiva che chiede ascolto e comprensione. Lavorare su questo non significa cancellare il suo bisogno di privacy, ma aiutarla a conviverci in modo più sereno e a integrarlo nella sua vita futura, anche come madre.

La maternità non deve essere un percorso di annullamento di sé, ma semmai un’opportunità di crescita reciproca. Lei ha già dentro di sé il desiderio di essere una buona madre: è evidente in ogni parola del suo messaggio. Dare voce ora alle sue paure significa prepararsi, con cura e consapevolezza, a quel futuro.

Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Dott.ssa Angela Ritella
Psicologo, Psicologo clinico
Turi
Il bisogno di privacy, soprattutto quando si è in bagno (luogo piuttosto intimo), va senza dubbio rispettato.
Un bambino molto piccolo, sebbene possa manifestare il bisogno continuo di contatto con la figura genitoriale, può comunque essere gestito momentaneamente da altri mentre Lei è in bagno. Se la situazione inversa Le creerebbe particolare disagio, è giusto che il Suo bisogno di privacy si rispetti e che ci sia qualcuno ad aiutarLa in quell'occasione gestendo il bambino per il tempo a Lei necessario.
Mi rendo disponibile ad approfondire la questione e ad aiutarLa qualora ne sentisse il bisogno.
Grazie per aver condiviso un tema così intimo e importante.
Quello che descrivi **non è un capriccio, ma un bisogno profondo e legittimo di confini personali**, che per alcune persone può essere particolarmente marcato. La tua sensibilità verso la privacy — soprattutto in contesti come il bagno — **merita rispetto**, e può essere compresa e tutelata, anche in una futura vita da genitore.

Il tuo timore di non riuscire a gestire questi momenti in presenza di un bambino è comprensibile, ma sappi che **essere genitore non significa perdere sé stessi**. Anzi, costruire un rapporto sano con un figlio include **insegnare e modellare il rispetto dei confini**, anche corporei ed emotivi.

Qualche spunto da psicologa:
* Potresti iniziare a lavorare su questo bisogno con uno psicoterapeuta, per **esplorare le radici di questa sensazione di disagio e paura**, e capire come gestirla meglio.
* In terapia si può imparare a **dare voce a questi limiti in modo assertivo**, senza sentirsi in colpa o inadeguati.
* Nella genitorialità, si può educare un bambino fin da piccolo a **rispettare momenti e spazi privati**, con dolcezza ma anche chiarezza: è assolutamente possibile, e anche educativo per lui.

In breve: **non devi cambiare chi sei per diventare madre.** Lavorando su te stessa e sulla tua storia personale, potrai trovare un equilibrio tra il tuo bisogno di spazio e il desiderio di costruire una relazione sana con un figlio.

Con affetto e comprensione,
una psicologa
Dott.ssa Giulia Casole
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Comprendo profondamente la tua preoccupazione e il disagio che provi riguardo alla necessità di privacy, in particolare per quanto concerne l'uso del bagno. È chiaro che non si tratta di un capriccio, ma di un sentire profondo che ti causa un notevole stress e ansia, specialmente in prospettiva di una futura maternità. La sensazione di un nodo allo stomaco e la paura di non poter mantenere uno spazio privato sono segnali di un bisogno autentico e radicato.
La necessità di privacy è un aspetto fondamentale del benessere psicologico individuale. Per alcune persone, questa esigenza è più marcata e può essere influenzata da esperienze passate o da tratti temperamentali. Il fatto che tu non riesca a sentirti a tuo agio nemmeno di fronte a tua madre indica quanto sia profondo e persistente questo tuo bisogno. Non è insolito che certi spazi, come il bagno, siano percepiti come santuari personali, dove ci si può sentire vulnerabili e, di conseguenza, dove la presenza altrui può generare un forte disagio. La tua preoccupazione per il rapporto con un futuro figlio è legittima e denota un desiderio di creare un legame sano e amorevole, pur mantenendo i tuoi confini personali.
La maternità è un percorso trasformativo che richiede un grande adattamento, ma è anche un viaggio che può essere plasmato per rispettare le esigenze individuali. È vero che i bambini piccoli, specialmente nella prima infanzia, non hanno ancora sviluppato il concetto di privacy personale come lo intendono gli adulti. La loro curiosità li porta a esplorare il mondo che li circonda, inclusi i momenti in cui i genitori sono in bagno. Tuttavia, è assolutamente possibile gestire questa situazione in modo da preservare il tuo spazio privato pur costruendo un rapporto meraviglioso con tuo figlio. Questo non significa che tu debba rinunciare alla maternità o sentirti sopraffatta. Ci sono diverse strategie e considerazioni da fare. L'educazione alla privacy inizia presto: anche i bambini piccoli possono imparare gradualmente il concetto di "momento mamma/papà". Con il tempo e con un'educazione gentile e costante, si può insegnare loro a bussare alla porta o ad aspettare. Non appena saranno abbastanza grandi per capire, potrai spiegare che ci sono momenti in cui gli adulti hanno bisogno del loro spazio privato. Potresti stabilire delle routine per i tuoi momenti in bagno, magari quando tuo figlio sta dormendo o è impegnato in un'attività sicura e sorvegliata. Si possono usare cancelli di sicurezza per bambini o chiusure di porte (con la possibilità di aprirle dall'esterno in caso di emergenza) per garantire che tu abbia il tuo spazio. Il rapporto va oltre il bagno: un rapporto forte e amorevole con tuo figlio si costruisce attraverso innumerevoli interazioni quotidiane: il gioco, le coccole, la lettura, l'ascolto, la condivisione di esperienze. Il tuo bisogno di privacy in bagno non influenzerà la qualità complessiva del vostro legame. Con la crescita, i bambini sviluppano la loro propria percezione della privacy e imparano a rispettare quella altrui. Ciò che potrebbe essere una sfida nei primissimi anni, diventerà più gestibile man mano che tuo figlio cresce e acquisisce maggiore autonomia. Se lo desideri, cerca supporto e strategie parlando con altre madri o con un professionista che si occupa di genitorialità. Potrebbero avere consigli pratici e strategie che ti aiuterebbero a sentirti più sicura e preparata.
La tua preoccupazione è valida e comprensibile. Molti genitori si trovano a dover bilanciare i propri bisogni personali con le esigenze dei figli, e trovare un equilibrio è un processo. È assolutamente possibile avere un rapporto profondo e amorevole con un figlio e allo stesso tempo mantenere e proteggere i tuoi spazi privati, incluso il bagno. La chiave è la consapevolezza di questo tuo bisogno e la volontà di trovare soluzioni creative e adatte alla tua futura famiglia. Non lasciare che questa paura ti impedisca di realizzare il desiderio di avere un figlio, perché le sfide si possono affrontare con la giusta preparazione e le strategie adeguate.
Dott.ssa Anna Antoniozzi
Psicologo clinico, Psicologo
Rieti
Ciao, quello che descrivi non è un capriccio. Sentire il bisogno di privacy, specialmente in momenti così delicati come l’uso del bagno, è assolutamente umano. In molte persone questa sensibilità può essere più marcata, al punto da provocare disagio reale se lo spazio personale viene invaso. Quello che provi — il nodo allo stomaco, la paura, la chiusura in te stessa — non è qualcosa di strano o sbagliato. È un segnale del tuo corpo e della tua mente che ti sta dicendo quanto per te sia importante sentirti sicura, non invasa.

È molto significativo anche che tu stia già pensando al futuro, alla maternità, e al desiderio di avere un bel rapporto con un eventuale figlio. Questo indica una grande consapevolezza. È proprio questa consapevolezza che può diventare un punto di forza, non un limite.

La buona notizia è: sì, è possibile proteggere i tuoi spazi anche se un giorno avrai un bambino. I bambini possono essere educati, con dolcezza e coerenza, a rispettare i confini. Non accade tutto da sé, ma può essere costruito. Il primo passo è conoscere sé stessi, proprio come stai già facendo.
Infine, voglio dirti una cosa molto semplice ma vera: non c'è nulla di sbagliato in te. Il desiderio di avere uno spazio inviolabile è legittimo. E puoi costruire una vita in cui convivano il rispetto per i tuoi confini e l’amore per chi avrai accanto.
Dott. Marco Squarcini
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Gentilissima, grazie per la sua condivisione. Sembra che questo suo bisogno di privacy possa, secondo lei ostacolare alcuni suoi desideri, come quello di avere un figlio. Per quanto riguarda la sua domanda credo che si, sia possibile far si che alcuni momenti rimangano unicamente nostri, nella nostra sfera privata. Da come lo descrive sembra anche che lei possa sentirsi molto spaventata se la sua privacy viene infranta, sarebbe interessante, se lo desiderasse, cercare di capire all'interno di un percorso psicologico, che cosa succede, come mai questo bisogno è per lei così prioritario, in modo da poter sviluppare consapevolezza ed arrivare a viversi la propria privacy in maniera più flessibile.
Un caro saluto, Dott. Marco Squarcini
Ciao! Grazie per aver condiviso con me questa tua esperienza così intima e importante. Capisco quanto sia difficile convivere con queste sensazioni di bisogno di privacy e quanto possano influire sulla tua serenità e sui tuoi desideri per il futuro. È assolutamente possibile lavorare insieme per trovare strategie che ti aiutino a sentirti più sicura e a proteggere il tuo spazio personale, anche in vista di un eventuale rapporto con un bambino. Se vuoi, puoi prenotare una visita con me, così possiamo approfondire la tua situazione e lavorare su come affrontare queste difficoltà. Sono qui per supportarti e aiutarti a trovare il modo migliore per sentirti più tranquilla e in pace con te stessa. Un caro saluto!
Dott.ssa Labriola Chiara Rita
Gentile utente,
Dalle sue parole comprendo che la prospettiva di questa possibile eventualità la preoccupa molto, ritengo che lei possa decidere di sviluppare la sua routine con suo figlio/a nel modo in cui ritiene più opportuno. D’altro canto può accadere che il bambino/a manifesti la volontà di volerla accompagnare in bagno e lei può decidere di prepararsi a quel momento e a gestirlo nel migliore dei modi. Ritengo che è possibile lavorare sempre su se stessi e su ciò che causa un disagio.

Un cordiale saluto,
Rimango a sua disposizione
Dott.ssa Giulia Gibelli
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno!
Avere dei momenti di privacy è molto importante; senza questi momenti con noi stessi probabilmente non riusciremmo a gestire tutto il resto. La situazione che lei descrive sembra un po' diversa da questo, ma ho pochi elementi per esprimermi in qualsiasi senso. Le direi che se la cosa diventa ''invalidante'', cioè se intacca la sua serenità e la vita quotidiana, allora può pensare di rivolgersi a un professionista della salute mentale come uno psicologo o una psicologa.
Un caro saluto
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Salve, grazie per aver condiviso qualcosa di così personale e profondo. La sua riflessione è delicata e preziosa, e si sente chiaramente quanto stia cercando con sincerità di comprendere se stessa e al contempo di immaginare un futuro sereno e consapevole. È importante sottolineare fin da subito che ciò che descrive non è affatto un capriccio, né qualcosa da giudicare o ridicolizzare. È una sensibilità reale, radicata in un'esperienza emotiva profonda, che merita rispetto e attenzione. Il bisogno di privacy, specialmente in momenti intimi come l’uso del bagno, può essere un’esigenza legata a una struttura personale che ha sviluppato un senso molto forte dei confini. Alcune persone, anche per motivi che affondano le radici nell’infanzia o nella loro storia di attaccamento, hanno una percezione particolarmente intensa del proprio spazio personale, e la sua violazione può generare disagio fino ad arrivare, come racconta lei, a un vero e proprio malessere fisico ed emotivo. Non c'è nulla di sbagliato in questo. Si tratta di comprendere da dove nasce, come si manifesta e come si può trovare una forma che le permetta di vivere in modo più sereno, anche all'interno di una futura relazione genitoriale. Nel suo caso, si nota una consapevolezza molto importante: lei sa che questo bisogno non nasce da una superficialità, ma da una struttura emotiva complessa, e che potrebbe diventare un nodo critico in futuro, specialmente in relazione a un figlio. Eppure, il desiderio di maternità e di costruire un rapporto sano e profondo con un futuro bambino è altrettanto forte. Questa è una premessa molto promettente, perché la possibilità di integrare questi due aspetti esiste. Lavorare per fare spazio, dentro di sé, a un equilibrio tra la propria necessità di proteggere i confini personali e la flessibilità che la maternità richiede è possibile, ed è qualcosa che può essere esplorato con il supporto di un percorso psicoterapeutico. Un terapeuta cognitivo-comportamentale, ad esempio, la può aiutare a riconoscere quali sono i pensieri automatici e le emozioni che si attivano quando percepisce che la sua privacy è a rischio, a comprendere se e quanto questi pensieri siano legati a esperienze passate, e a costruire gradualmente, con rispetto e gradualità, nuove strategie per affrontare queste situazioni. Non si tratta di forzarsi o di diventare una persona “diversa”, ma di ampliare il proprio spazio interiore, così da poter essere più libera, anche nel futuro ruolo di madre. È anche importante sapere che nella relazione con un figlio piccolo sarà lei a stabilire, con dolcezza e coerenza, le regole della convivenza. I bambini possono imparare a rispettare dei confini, se vengono guidati con affetto e chiarezza. Molti genitori riescono a mantenere momenti privati, come il tempo in bagno, anche con bambini piccoli, attraverso routine, educazione affettiva e un ambiente organizzato. Non sarà sempre semplice, ma è assolutamente possibile, soprattutto se ci si prepara emotivamente e si parte da una conoscenza profonda di sé, come quella che lei sta già iniziando a sviluppare. La sua sensibilità è una risorsa, non un ostacolo. E il suo desiderio di proteggere se stessa e, al contempo, di costruire un legame sano con un figlio è un punto di partenza prezioso. Forse proprio attraverso un percorso personale di consapevolezza e cambiamento potrà arrivare a vivere la maternità non come un rischio, ma come una bellissima evoluzione di sé. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Lucrezia Farese
Psicologo, Psicologo clinico
Fragneto Monforte
Gentile utente,
la ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità un vissuto così intimo e delicato. Quello che descrive non è un capriccio, ma un bisogno autentico di protezione dello spazio personale, che merita attenzione e rispetto.
Qualunque sia l’origine della necessità di privacy, è un suo bisogno reale, e come tale è legittimo.
È del tutto comprensibile che, pensando al futuro, lei si senta in conflitto tra il desiderio di maternità e la paura di non riuscire a gestire alcune situazioni che potrebbero metterla in difficoltà. Ma è importante sapere che costruire un rapporto sano con un figlio non significa annullare sé stessi, anzi: un buon legame nasce anche dal rispetto dei reciproci spazi e dei limiti personali.
Potrebbe essere utile esplorare questo tema più a fondo, magari in un percorso psicologico, per comprendere meglio l’origine di questo bisogno e trovare insieme modi per viverlo con meno ansia e più sicurezza.

Resto volentieri a disposizione, se vuole continuare a parlarne.
Un caro saluto, Dott.ssa Farese
Salve, mi dispiace per questo vissuto perché mi sembra di capire che le generi disagio e sofferenza, quando qualcosa gioca così, a nostro sfavore, andando ad incidere sul nostro stato di benessere potrebbe essere utile approfondire, cercando di comprendere da dove possa derivare questo bisogno che si manifesta in modalità così impattanti. Intraprendere un percorso può aiutare ad alleggerire questo carico. Spero di esserle stata d'aiuto, resto a disposizione.

Cordiali Saluti,
Dott.ssa Daniela Nieddu
Ciao, grazie per aver condiviso con tanta sincerità un tema così personale e spesso sottovalutato. Quello che descrivi non è affatto un capriccio, ma un bisogno autentico di protezione del tuo spazio psico-fisico, che merita rispetto e ascolto. La sensazione di disagio che provi quando viene invasa la tua privacy – come nel momento del bagno – è reale e va accolta con delicatezza, non giudicata.
Il tuo timore rispetto alla maternità è comprensibile: stai già riflettendo in modo molto lucido su come potresti vivere i confini del tuo spazio in relazione a un figlio, e questa consapevolezza è già una grande risorsa. La verità è che sì, sarà possibile educare anche un bambino al rispetto del tuo spazio. È un processo che si costruisce con dolcezza, coerenza e comunicazione emotiva, sin da piccolo. E soprattutto, è possibile arrivarci senza sacrificare il legame affettivo, ma anzi, proprio partendo dal rispetto reciproco.
Se questo tema ti crea sofferenza o se senti il bisogno di esplorarlo più in profondità – magari per capire da dove nasce, che funzioni ha avuto nella tua storia, e come trasformarlo in qualcosa che ti permetta di vivere la maternità senza paura, puoi contattarmi. Sarò felice di accoglierti in uno spazio sicuro dove lavorare insieme, passo dopo passo, su ciò che più conta per te.
Dott.ssa Monica Venanzi
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Non c'è un modo giusto o sbagliato di vivere la propria privacy, la propria intimità. Non è richiesto che tu riesca ad andare in bagno davanti a qualcuno.
Tuttavia è un bisogno che meriterebbe di essere accolto e ascoltato, per scoprire pian piano che forse nasconde qualcosa di diverso, forse di più interiore, e cominciare a immaginare la possibilità di un rapporto sufficientemente intimo ma rispettoso degli spazi reciproci, con un ipotetico figlio.
Dr. Riccardo Sirio
Psicologo, Psicologo clinico
Trofarello
Grazie per aver condiviso con tanta sincerità una parte così intima di te. Quello che descrivi non è affatto un capriccio, ma un bisogno profondo e autentico di confine personale — una forma di protezione del tuo spazio psicofisico, che va rispettata e compresa.
È assolutamente possibile — anche da genitore — mantenere un proprio spazio inviolabile, come il bagno, soprattutto se ciò è importante per il tuo benessere. Avere un figlio non significa annullare se stessi, ma piuttosto imparare a costruire insieme nuovi equilibri. Ciò richiederà comunicazione, contenimento e organizzazione, ma può essere fatto.
Se la tua reazione ha radici più profonde (come l’ansia legata all’invasione, il controllo o esperienze precedenti), lavorare su questo in un percorso psicoterapeutico può aiutarti molto. Non per cambiare “chi sei”, ma per rafforzare la fiducia che sarà possibile essere madre a modo tuo, con limiti sani e rispettati, anche in un futuro pieno d’amore. Essere una buona madre non significa sacrificare la propria integrità, ma modellare con il proprio esempio il rispetto di sé. E tu sei già su quella strada.




Salve , mi spiace per il suo disagio.
Suggerirei di rivolgersi ad un professionista psicologo/terapeuta per esporgli la sua preoccupazione, approfondire il discorso e trovare una soluzione insieme.
Buone cose , dott.Marziani
Dott. Francesco Giampaolo
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente,

il bisogno di proteggere alcuni spazi – in questo caso il bagno – non è un capriccio ma un confine personale molto chiaro, legato al valore della sicurezza e dell’intimità corporea. Mantenerlo intatto oggi, da adulta, è del tutto legittimo; anzi, riconoscerlo la aiuta a immaginare come gestirlo anche quando, in futuro, avrà un figlio.

Nella pratica è possibile conciliare la genitorialità con la tutela di un luogo “solo suo”. I bambini imparano i confini se vengono spiegati con coerenza. Fin dai primi anni può introdurre una regola semplice (per esempio: «quando la porta del bagno è chiusa si bussa e si aspetta la risposta») e sostenerla con piccole routine alternative: giochi o libri a portata di mano perché il bambino sappia intrattenersi per quei minuti di attesa. Il segreto è che il limite sia chiaro, costante e seguito da un pronto ritorno di attenzione quando lei esce: «Eccomi di nuovo con te». In questo modo il bimbo collega il rispetto del confine a un esito positivo, non a un rifiuto.

Può inoltre spiegare il perché, con parole adatte all’età: «Il bagno è un posto privato per tutti, anche per te. Quando vorrai starci da solo, io aspetterò fuori». Così non solo preserva il suo spazio, ma trasmette al bambino l’importanza di rispettare il corpo e i limiti propri e altrui.

Se però l’ansia resta molto intensa già al solo pensiero di un’eventuale intrusione, valuti di lavorare su questo timore all’interno di un percorso psicologico mirato: esplorare le sue radici emotive, esercitarsi gradualmente a tollerare l’idea di piccole interruzioni (magari simulandole in seduta) e sviluppare strategie di autoregolazione quando il nodo allo stomaco si fa sentire. Affrontare il tema adesso, senza l’urgenza immediata di un figlio presente, le permetterà di arrivare più serena alla maternità.

In sintesi: sì, è possibile avere un bagno “solo suo” anche da genitore. La chiave sta nel considerare quel confine non un ostacolo alla relazione, ma un valore da insegnare – lo stesso rispetto che un giorno suo figlio pretenderà per sé. Nel frattempo, prendersi cura dell’ansia con un percorso psicologico può rendere quel confine meno carico di paura e più facile da comunicare.

Resto a disposizione per altri chiarimenti.

Un cordiale saluto.
Dott.ssa Marika Fiengo
Psicologo, Sessuologo, Psicologo clinico
Milano
Salve,
intanto la ringrazio per aver condiviso qualcosa di così intimo e profondo. Quello che descrive non è affatto un capriccio, e nemmeno qualcosa da etichettare come “sbagliato”. È una sua sensibilità personale, radicata e autentica, che merita rispetto e non giudizio.

Il bisogno di privacy, soprattutto in momenti delicati come andare in bagno, è un qualcosa di molto comune. Nel suo caso, questa esigenza sembra avere una componente emotiva molto intensa, al punto da provocarle disagio fisico e una forte reazione psicologica. Questo fa pensare che ci sia una storia più profonda dietro questa sensibilità, magari legata al modo in cui è stato vissuto e rispettato (o meno) il suo spazio personale fin da piccola.

Anche la sua paura rispetto alla maternità è comprensibile. Certamente l’idea di un bambino che potrebbe “invadere” quello spazio così sacro per te ti spaventa - bisognerebbe capire cosa si cela, per lei, dietro questo concetto del ritagliarsi dei confini. Ma è assolutamente possibile crescere un figlio mantenendo dei confini sani. Anzi, insegnare il rispetto per i propri e gli altrui spazi è uno degli apprendimenti più importanti per un bambino e per lo sviluppo di un sé personale sano e autentico.

Le suggerisco di approfondire questa tematica con un percorso psicologico che può aiutarla a capire le radici di questa difficoltà, a darle un nome e un senso, e a trovare strategie per viverla con meno peso e paura. Non per cambiare chi si è, ma per imparare a proteggere i propri bisogni in modo più sereno e senza remore.

Se vuole, resto a disposizione per approfondimenti - come ad esempio quali strumenti pratici possano aiutarla a gestire questo tipo di ansia nella quotidianità.
Dott.ssa Marika Fiengo.








Dott. Simone Matarese
Psicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
Roma
Capisco quanto questa esigenza di privacy sia profonda e importante per te, non è affatto un capriccio ma una parte fondamentale del tuo benessere. Il disagio che senti è reale e può essere affrontato con un percorso di ascolto e supporto che ti aiuti a gestire questa paura e a trovare modi per proteggere il tuo spazio anche in famiglia. Con il giusto aiuto è possibile costruire un equilibrio in cui tu possa sentirti sicura e rispettata, mantenendo la tua privacy senza rinunciare a un rapporto sereno con tuo figlio. Se vuoi, possiamo iniziare a lavorarci insieme.

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