Dopo un terribile attacco di panico, 25 anni fa, per la quale finii in ospedale, perché la sintomato

21 risposte
Dopo un terribile attacco di panico, 25 anni fa, per la quale finii in ospedale, perché la sintomatologia venne confusa con una patologia più grave, il medico in ospedale mi prescrisse la Rizen 5. Non mi fu data nessuna spiegazione sul come sospenderlo, mi fu semplicemente detto che avrei dovuto prenderne una la mattina e il pomeriggio per 20 giorni. Il farmaco mi fece star meglio, tant'è che io, ingenuamente, dopo 20 giorni, lo smisi di colpo visto che stavo meglio. Il risultato fu un terribile effetto di rimbalzo che mi costrinse immediatamente a riprendere il farmaco. Sono passati 25 anni, e tutt'oggi prendo il Rizen una la mattina e una la sera. Se l'ansia a periodi aumenta allora prendo la Rizen 10. Non mi crea nessun problema prenderli a parte il prezzo, ma io mi chiedo. Dopo 25 anni, questo farmaco possibile che ancora funzioni o sia un effetto ormai placebo? Mi aiuti a capire Dottore, le dico solo che non ho intenzione di smettere di prenderlo, credo che oramai lo assumero' per sempre poiché a questo punto, smettere significherebbe scalare per mesi e mesi e non me la sento affatto. Le domando..il farmaco ha smesso di farmi effetto dopo così tanto tempo? Se si, perché a me fa sempre bene? Non riesco a spiegarmelo. Grazie se mi risponderà.
Salve, Mi spiace molto per la situazione e il disagio espresso. Comprendo quanto possa essere stato difficile per lei tenere duro in questa situazione. Per quanto riguarda la questione relativa ai farmaci, ritengo che il quesito debba essere posto a un medico, sicuramente persona più competente in materia. Tuttavia ritengo fondamentale che lei intraprenda un percorso psicologico al fine di indagare le cause, origini ed i fattori di mantenimento dei sintomi, aspetti che il farmaco, da solo, ovviamente non può cogliere.
Cordialmente, Dott. FDL

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Salve, per quanto riguarda l'utilizzo dei farmaci chieda al suo medico di fiducia.
Buona serata.
Dott. Fiori
Buona sera, è molto utile associare una psicoterapia alle cure farmacologiche, anche per un eventuale scalaggio, se il medico lo prescrivo. Superare l'ansia è possibile! Le consiglio una terapia di tipo cognitivo-comportamentale come consigliato dalle linee guida per il trattamento dell'ansia.
Buona serata,
Dott.ssa Chiara Pavia
Buongiorno, capisco dopo tutti questi anni il suo legittimo interrogativo "placebo o non placebo?". Sicuramente dal farmaco si è creata una dipendenza che è più psicologica che farmacologica e questo tema della dipendenza andrebbe affrontato attraverso un percorso psicoterapico che approfondisca a monte l'origine psichica dei suoi attacchi di panico.
Consiglierei, pertanto, un affiancamento psicoterapico che la aiuti a uscire dai temi relativi alla dipendenza.
Buona Giornata, Dott.ssa Harari
Gentile Utente, riguardo il suo quesito sul farmaco credo che sia opportuno che si confronti con lo specialista che la segue, possibilmente uno psichiatra. Ma sento di suggerirle di provare anche a chiedere una consulenza psicologica perché le potrebbe essere d’aiuto, oltre a comprendere l’origine della sua ansia, anche ad apprendere nuove strategie di gestione.
Un cordiale saluto
Buonasera, rispetto al farmaco come sottolineato dai colleghi è importante rivolgersi al proprio medico di base. Tuttavia mi chiedo se in questo periodo di tempo durato 25 anni si sia mai data la possibilità di accompagnare il percorso farmacologico ad uno psicologico.
Buonasera,
sta prendendo questo farmaco da così tanto tempo senza averne mai parlato ad un medico? Le confesso che questo mi sorprende davvero. La cosa migliore che può fare è consultare uno psichiatra, per verificare la situazione. Come molti altri colleghi le hanno suggerito, a questo punto sarebbe consigliabile anche interpellare uno psicoterapeuta, per comprendere bene l'origine di questi attacchi di panico, e soprattutto il ruolo che assegna a questo farmaco nel mantenere l'equilibrio nella sua vita.

con i migliori auguri,
dr. Ventura
Buonasera Gentile Utente, per quanto riguarda il farmaco è possibile che dopo tutto questo tempo si tratti più che altro di un effetto placebo. In ogni caso il farmaco non va tolto da un giorno all'altro, ma sempre scalando; se vuole smettere di assumerlo, contatti il suo medico di base che le saprà dire la giusta posologia. Detto ciò, è possibile che anche scalando l'ansia si ripresenti, anche in forme diverse: se questo dovesse accadere, provi a prendere in considerazione l'idea di intraprendere un percorso psicoterapeutico. Il farmaco è utile nelle situazioni in acuto, ma da solo non aiuta a risolvere alcunché. Cordialmente, dott. Simeoni
Gentile utente di mio dottore,
La sospensione di un farmaco va ponderata con un medico. In merito ai sintomi ansiosi, potrebbe esser opportuno intraprendere un percorso psicoterapico per poter approfondire le funzioni del sintomo nella vita relazionale. In genere l' approccio per la risoluzione dei sintomi ansiosi è di tipo integrato, farmacologico e psicoterapico.

Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Gentile utente, il clotiazepam (Rizen) è un derivato benzodiazepinico; al pari di altre benzodiazepine, nel lungo termine l'assunzione di questa molecola instaura meccanismi di tolleranza, specialmente se s'intende beneficiare dei suoi effetti. Il fatto che la tolleranza non si sia instaurata nel suo caso è certamente positivo, ma il farmaco, probabilmente, non sta esercitando più i suoi effetti da un bel po', a livello farmacologico. I benefici che lei percepisce sono piuttosto riconducibili al cosiddetto effetto placebo, tale per cui l'aspettativa di benessere apportata dall'assunzione favorisce un benessere effettivo, che tuttavia è di origine psichica. Leggo infine che non ha intenzione di sospenderne l'assunzione: le suggerisco invece di valutare insieme a uno psichiatra una strategia di graduale riduzione, in quanto studi recenti hanno mostrato come l'assunzione a lungo termine di derivati benzodiazepinici favorisca l'insorgenza di Alzheimer.
Gentile utente, comprendo appieno la sua preoccupazione e credo sia fondamentale contattare uno psichiatra. Le benzodiazepine sono conosciute come farmaci che creano facilmente dipendenza con astinenza alla sospensione, proprio come accade con l'uso di alcol o altre sostanze. Per tale ragione è necessario assumerle con cautela e sotto il controllo medico. Dopo così tanti anni hanno sicuramente una funzione rassicurante in quanto il loro effetto sulla sintomatologia ansiosa è ormai assente o scarso.
Ritengo opportuno intervenire gradualmente accompagnando la riduzione del dosaggio ad un percorso psicologico che possa aiutarla a lasciare la terapia in corso in modo adeguato e allo stesso tempo a comprendere e gestire la sintomatologia ansiosa ancora presente.
Caro lettore, è comprensibile la sua paura a "rompere il legame" che ha ormai con il farmaco, così come è comprensibile la sua perplessità sul suo reale effetto dopo tutti questi anni...
Il consiglio che le do è di parlarne con il suo medico e di considerare un'alternativa, magari naturale, così da provare ad allentare questa dipendenza psicofisica. E, certamente il controllo e la gestione dell'ansia sono possibili e duraturi se affrontati con una psicoterapia, contemplando aspetti psicologici e corporei del malessere.
Se avesse bisogno non esiti a contattarmi
Un saluto
Claudia m
Salve, dopo 25 anni di assunzione di un farmaco psicotropo fa bene a porsi simili interrogativi. L'uso a lungo termine è una questione molto dibattuta e ci sono pareri discordanti. Per quanto mi riguarda (le do un parere da psicoterapeuta che si occupa di tali questioni ma non da medico, che le consiglio di consultare) ritengo che l'uso più appropriato sia quello a breve termine, per evitare effetti di dipendenza o assuefazione. Molto fa, però, il parere e lo stato psichico del paziente che per una serie di motivi può ritenere indispensabile l'uso a lungo termine ( a volte semplicemente perché il sintomo è persistente e non va via, perché legato ad altri fattori sui quali un farmaco non può intervenire). Se ha intenzione di sospendere un farmaco consulti un medico psichiatra. Le consiglierei di cercare un professionista che sia esperto nella sospensione di psicofarmaci. Le ultime ricerche a riguardo consigliano una sospensione graduale e ben definita con l'aiuto del medico. Inoltre è possibile accedere a un percorso di psicoterapia (anche a breve termine) che sia proprio incentrato su questo e che la sostenga durante il processo. Se ha bisogno di altre indicazioni mi contatti pure. La saluto cordialmente, Marina Montuori
Per ansia e attacchi di panico bastano poche sedute di psicologia breve cognitivo comportamentale estremamente efficace in questi casi e non 25 anni di psicofarmaci.
A disposizione, Dottor Gianpietro Rossi
Buonasera,
credo che potrebbe esserle di aiuto contattare uno psichiatra, per parlare degli aspetti farmacologici. Saprà spiegarle nei dettagli il funzionamento del farmaco, anche a lungo termine.
Mi sento però anche di consigliarle di contattare uno psicologo, per approfondire l'aspetto psicologico e come questa situazione la fa sentire.
Le auguro delle serene feste,
Dott.ssa Alice Carbone
buonasera gentile utente, purtroppo molto spesso assisto a questo tipo di prescrizioni senza alcuna spiegazione. questi farmaci agiscono sul sistema nervoso a vari livelli e attraverso diversi meccanismi chimici. il loro uso va assolutamente a mio avviso modulato e controllato e non può essere infinito. Questo non è un caso, così sembra, di disfunzione organica quindi in primis le consiglio di rivolgersi ad uno psichiatra che, più di tutti gli altri medici, ha dimestichezza e conoscenza di questi farmaci e di raccontare tutta la sua storia compreso il suo riserbo nello smettere di assumerlo, insieme potrete trovare la strada migliore. le consiglio anche di intraprendere un percorso psicoterapeutico per comprendere i fattori che scatenano in lei l'ansia e gli attacchi di panico e che, ciclicamente la riportano in una condizione di disequilibrio e malessere. solo così potrà imparare a gestire questi episodi riducendoli di frequenza, intensità e durata. questi episodi attualemnte si ripresentano perchè non vengono affrontati, il farmaco non ha questa funzione. Il collega dal quale si rivolgerà le potrà spiegare tutto questo. le auguro un buon percorso e un sereno Natale. se dovesse avere domande o curiosità non esiti a contattarmi.
Cordiali saluti
dr.ssa Oltolini Sara
Buona sera, in situazioni di forte disagio nonchè durature nel tempo sarebbe importante rivolgersi ad uno specialista per poter meglio comprendere ed elaborare questa sua problemtica. Preferibilmente le consiglierei di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta così che possa intraprendere un percorso di terapia anche in videochiamata WhatsApp. Cordiali saluti, Dott.ssa Beatrice Planas. Psicologa psicoterapeuta per consulenze online
Salve, dopo un periodo così lungo di utilizzo del farmaco fa bene a porsi simili interrogativi. Ovviamente per lo scalaggio del farmaco è bene che si rivolga al suo medico in quanto il fai-da-te potrebbe essere molto pericoloso. Sarebbe opportuno associare una psicoterapia alle cure farmacologiche, anche per comprendere i motivi del suo disagio ed aiutarla ad alleviare la sintomatologia aprendo nuovi orizzonti d'attesa. Cordialmente AS
Buongiorno,
per la questione farmacologica chieda al suo medico.
Il mio consiglio è di poter associare un percorso di psicoterapia per esplorare ed uscire dalla sintomatologia ansiosa e attacchi di panico. Questo le permetterà di aver consapevolezza di se e di saper gestire momenti di forte stress.
Cordiali saluti.
Dott. Leonardo Gottardo.
Gentile utente buongiorno, comprendo la difficoltà di convivere per anni con un disagio; la mia opinione è che i farmaci sono molto utili per gestire alcuni sintomi, ma il disagio va compreso ed elaborato alla radice della sua comparsa per poter essere gestito. Spesso il sintomo si presenta come campanello d'allarme che il corpo invia per richiedere aiuto. Un percorso psicologico, associato al farmaco, potrebbe essere d'aiuto.
cordiali saluti.
Dott.ssa Claudia Monaca
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo e della difficoltà che sta vivendo. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini

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