Dopo 23 anni di analisi ,la psicanalista di 82 anni mi dice che non lavorerà più. Per me un abband

19 risposte
Dopo 23 anni di analisi ,la psicanalista di 82 anni mi dice che non lavorerà più.
Per me un abbandono traumatico che mi ha fatto regredire e detestare la dottoressa. Che faccio????Devo ricominciare da capo con un altro terapeuta: non c'è la farei....
Grazie per l'attenzione e una risposta
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Ritengo fondamentale che voi possiate elaborare la separazione parlandone in maniera chiara e aperta e manifestando le sue preoccupazioni e paure. È importante seguire una terapia se ne ha bisogno, non la terapeuta.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Buon giorno a lei e grazie per la sua domanda. Freud parlava di analisi terminabile ed interminabile. Ciò significa che dopo 23 anni con uno stesso analista, per esempio, si è giunti a un livello di confidenza e conoscenza per il quale può essere possibile terminare un percorso per quanto possa essere traumatico. Per analisi interminabile si intende un percorso che può non finire in quanto ci saranno sempre parti di noi che non si conoscono e che possono essere prese in esame con l’ausilio di un altro analista che ancora non la conosce ma non per questo non in grado di seguirla. Se è nel suo interesse continuare un percorso approfondito di conoscenza su di se può tranquillamente rivolgersi ad altro analista. Cordialmente. Gian Piero dott Grandi analista SIPI
Gentile utente
le consiglierei di parlare con la sua psicoterapeuta di come si sente. Ciò vi permetterà di preparare ed elaborare insieme la vostra separazione. Si ricordi che l'esperienza della separazione costituisce l'esperienza stessa del vivere. Buon lavoro!
Un saluto
Buongiorno, capita che un dottore per anzianità o altri problemi debba interrompere la professione e capisco che per lei sia difficile il distacco, ma credo che starebbe meglio nel focalizzare la sua attenzione sui risultati raggiunti anziché sulla fine della terapia. Forse dopo 23 anni io la considererei un'occasione non tanto per "ricominciare" ma di cambiare strada e continuare a lavorare sulla sua interiorità con un'altra modalità che sente consona. Per esempio potrebbe iscriversi a un corso di Teatroterapia, o Psicodramma o Arteterapia o Musicoterapia che le darebbe modo di essere anche un po' più autonomo nell'introspezione. Sono a disposizione.
Un caro saluto Margherita Biavati
Buongiorno, la fine di una analisi è sempre un momento molto profondo e doloroso, è un lutto che come tale ha i suoi i meccanismi e significati da interpretare ed elaborare.
Le mando un saluto.
Giada Bruni
Buongiorno,
Sono dispiaciuta per ciò che è successo.
Sicuramente ricominciare da capo è un'impresa, magari la sua dottoressa può scrivere al nuovo terapeuta o sentirsi telefonicamente.
Sono disponibile per proseguire la sua terapia anche online.
Cordiali saluti
Dott.ssa Laura Francesca Bambara
Carissima, “morto un terapeuta se ne fa un altro”… lo dice anche il detto… ;)
auguri, e sinceri complimenti per il vostro percorso, sicuramente da stimolo per tutti quelli che lavorano in questo settore!
Saluti,
TV
Buongiorno, sicuramente la chiusura di un percorso terapeutico è un momento di separazione importante e significativo e come tale impegnativo a livello emotivo. Credo possa esserle utile parlare con la dottoressa delle emozioni che sta vivendo e dello stato d'animo emerso, così da riflettere insieme sul significato attribuito all'evento e metabolizzare la sensazione di abbandono. Accogliere ed elaborare le emozioni trapelate può sicuramente aiutarla a vivere con consapevolezza questa momento e a gestirlo in un'ottica di arricchimento e crescita personale.
Cordiali saluti
Dott.ssa Stella Tessicini
Buonasera, immagino che non sia per niente semplice elaborare il lutto di una separazione durata tanti anni con la sua terapeuta e la rabbia che lei manifesta fa’parte della prima fase di questo processo. Pensi però a quanti strumenti e risorse ha costruito ed ha imparato ad utilizzare nell’arco di tutto questo tempo. Si dia fiducia! Un caro saluto.
Gentile utente,
leggo fra le varie risposte che la fine di una terapia è sempre un evento doloroso, paragonabile ad un lutto.
Io non so se Lei ha dei figli, ma sarebbe come dire che quando un figlio va via di casa per affrontare la vita con piena fiducia nei suoi mezzi, bisognerebbe essere tristi, anziché orgogliosi.
Quel "non ce la farei" (dopo 23 anni) clinicamente mi lascia molto perplesso.
O accetta questo evento come la più importante sfida della Sua vita che si traduce in un "ero sicuro di non farcela, ma..." o contatta un altro terapeuta per ricostituire quella fiducia nei propri mezzi che ancora latita.
Tanti auguri.
Cordialmente.
Salve questo momento è solo opportunità per verificare tutto quello che ha imparato, cambiato costruito. Può tenere sempre con sè il ricordo della sua terapeuta e di tutto ciò che in questo enormemente lungo percorso ha assimilato. Ora pratichi . Provi a camminare senza appoggio se non se stesso . E se dovesse aver bisogno ancora di mettersi in discussione non sarà mai cominciare da capo , ma iniziare da dove si è fermato.
Buongiorno, capisco che possa sentirsi un po’ smarrito all’idea di trovarsi senza il suo terapeuta dopo 23 anni di analisi, ma per lei questa può essere l’opportunità per provare a camminare con le sue gambe, sono certa che il suo analista avrà affrontato con lei i significati relativi a questa separazione e ai relativi vissuti.
Vada avanti con fiducia!
Un caro saluto
Dott.ssa Germana Ambrosi
Buongiorno, sicuramente l'esperienza del distacco è un'esperienza dolorosa; soprattutto dopo così tanti anni di terapia dove si è raggiunto un altissimo livello di confidenza e un'ottima alleanza terapeutica. Consiglio di portare il suo malessere in seduta in modo da elaborarlo e poter, se ne dovesse sentire il bisogno, ripartire con un altro terapeuta.
Resto a disposizione.
Dottoressa Monica Mellone
Buongiorno, sicuramente separarsi dopo tutti questi anni sarà un'esperienza dolorosa e difficile, ma certamente se la vostra alleanza terapeutica è buona sarete in grado di affrontare questo distacco insieme. Sulla prosecuzione del percorso mi sento di dirle che se ravvisa una sofferenza attiva nel suo vissuto quotidiano e relazionale, iniziare un percorso con una persona diversa sarà fondamentale.
un caro saluto, Dottoressa Carolina Lenzi
Buona sera,
Credo che sia importante che possiate parlare, con la collega analista della vostra situazione,
di come sta lei e della conclusione del vostro rapporto e del lavoro fatto insieme.
Credo che insieme potrete valutare se lei ha o no ancora bisogno di terapia oppure se si tratta di elaborare un doloroso ma “sano” distacco dopo un proficuo e intenso lavoro fatto insieme.
Un cordiale e ben augurante saluto.
Andrea De Lorenzo Poz.
23 anni di terapia sono tanti!!!! forse entrambi non avete tagliato il cordone umbellicale. Certamente ha voluto bene alla sua terapeuta ma è bene anche imparare a sganciarsi. Ne parli con lei, allentando le sedute e cercando anche di sentirsi piu forte per poter realizzare tutto ciò che ha imparato in questi anni. Se poi sente ancora bisogno di un appoggio ,lo cerchi pure, Se lei sa bene quali sono i suoi problemi rimasti irrisolti può benissimo parlarne con un'altra terapeuta senza sentirsi di dover ricominciare da capo. Anche le terapie finiscono come la buona madre deve dare spazio al proprio figlio per farlo camminare con le sue gambe. La salute e resto a disposizione eventualmente anche on line. Lina Isardi
Buongiorno, il tema della separazione e della fine della terapia andrebbe elaborato insieme alla sua psicoterapeuta. Sono certa che avere uno spazio dove condividere quanto ha espresso potrà aiutarla a sbloccare questa impasse e accettare la conclusione della terapia.
Un caro saluto
Dott.ssa Alessandra Scala
Buonasera gentile utente,
Capisco bene che la fine di un percorso analitico, e il suo con la dottoressa in questione è stato davvero un cammino molto lungo, possa suscitare emozioni molto intense e difficili da gestire.
Se ne ha la possibilità, le consiglierei di analizzare con la sua attuale terapeuta ciò che prova, al fine di salutarvi alla fine del vostro percorso in un modo che la lasci il più possibile sereno e risolto nei suoi confronti. Dopodiché, se ritiene che la sua analisi non sia finita ma abbia bisogno di essere proseguita, si metta alla ricerca di un altro terapeuta e vedrà che, così come è riuscito questa volta a trovare una persona giusta per lei, saprà nuovamente individuare un’altra persona in grado di aiutarla efficacemente.
Un saluto e auguri,
Dott.ssa Federica Casale
Salve,
sarebbe opportuno che esprimesse questo vissuto di abbandono alla sua psicoanalista, in modo da elaborare la chiusura del vostro percorso terapeutico. Probabilmente se lei vive tali vissuti di sofferenza di fronte ad una separazione ancora ha da lavorare sul suo modello di attaccamento alle figure significative. Se la situazione è che la psicoanalista non può più lavorare, lei ha necessità di accettare la realtà e poter iniziare un percorso con un altro terapeuta. Ha pensato che potrebbe trovare un nuovo rapporto positivo con un altro terapeuta? Perché pensa che non sia possibile incontrare un nuovo terapeuta con cui possa vivere una nuova alleanza . Le auguro di superare positivamente questa fase della sua vita. Saluti
Dott.ssa Maria Luisa Strano
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