Da un mese e mezzo la mia ex (molto più piccola di me) mi ha lasciato dopo una discussione. Dopo una

20 risposte
Da un mese e mezzo la mia ex (molto più piccola di me) mi ha lasciato dopo una discussione. Dopo una settimana lei si è messa con una sua precedente fiamma su cui aveva mentito con me. Pensavo di aver trovato la persona giusta, l'amore della mia vita. C'era una connessione e un'intesa mai avuta con nessun altra. Avevo iniziato per la prima volta a fare dei piani circa un futuro con un'altra persona. Nonostante mi stia sforzando di fare le cose che mi sono sempre piaciute non riesco a riprendermi: ho problemi di insonnia, di tristezza ricorrente, flashback continui, nulla ha più "sapore" e non ho più una vision per il mio futuro. A volte mi sento perso. Cosa più grave, nonostante sappia che lei sta con un altro e che non ci possa più essere un ritorno, penso ancora che ho perso la persona giusta che faceva per me. La relazione è durata quasi tre mesi e temo di soffrire di dipendenza emotiva. Quando stavo con lei mi sentivo invincibile, temo di avere anche un'autostima bassissima nonostante sia un professionista affermato, con un livello culturale alto e molti interessi. Tra un mese e mezzo potrei incontrare lei e l'altro in un corso che seguivamo insieme e che non voglio abbandonare. Questo mi fa paura. E' opportuno affidarmi ad uno psicoterapeuta subito o provare a resistere ancora un po'? Mi sento esausto...
Dott.ssa MARIELLA BELLOTTO
Psicoterapeuta, Neuropsicologo, Psicologo
Vicenza
Ciao,
dalle tue parole emerge quanto questa rottura ti abbia colpito in profondità. Quando un legame è vissuto con così tanta intensità, anche se breve, può lasciare un vuoto grande, portare disorientamento, pensieri ricorrenti e una perdita di senso. Il fatto che tu riesca a riconoscere quello che stai provando e ti stia interrogando sul bisogno di un aiuto è già un passo importante e coraggioso. In questi casi, iniziare sin da subito un percorso psicoterapeutico può essere davvero utile per attraversare il dolore, comprendere meglio cosa si è attivato in te, e ritrovare una direzione più stabile, costruita sulle tue risorse.

a disposizione

Un caro saluto
Mariella Bellotto

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Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Salve, é chiaro il dolore che sta vivendo: ciò che descrive, il senso di vuoto, i flashback, l’insonnia e la tristezza, non sono segnali di debolezza, ma reazioni profonde a una perdita che ha toccato corde importanti della sua storia emotiva.
Quando parliamo di rottura affettiva improvvisa, specie se avvenuta dopo un coinvolgimento intenso e idealizzante, spesso si attivano vissuti simili a quelli del lutto traumatico o della dipendenza affettiva. Non è tanto la durata della relazione a determinarne il peso, ma la profondità della connessione, le aspettative investite e il significato che quella persona ha assunto nella propria narrazione identitaria. Il fatto che si sentisse "invincibile" al suo fianco, ad esempio, lascia intendere come lei abbia colmato (o rispecchiato) parti vulnerabili di sé, forse legate a un'autostima che, sebbene sorretta da successi professionali, appare fragile sul piano relazionale.
Ciò che descrive ha molti tratti riconducibili al trauma da abbandono e a un possibile attaccamento disorganizzato o ansioso: pensieri intrusivi, blocco della progettualità, senso di irrealtà e perdita del gusto per ciò che prima la appassionava. In psicoterapia, questi segnali vengono presi in seria considerazione, poiché indicano che il sistema psichico sta cercando di riorganizzarsi dopo uno shock emotivo, ma fatica a trovare nuovi equilibri.
Rispetto alla domanda finale: sì, è assolutamente indicato intraprendere un percorso psicoterapeutico il prima possibile. Non perché lei non sia capace di "resistere", ma perché ha diritto a non doverlo fare da solo, e soprattutto a non limitarsi alla sopravvivenza. Un terapeuta esperto può aiutarla a rimettere ordine tra i significati, a esplorare l’origine di alcune fragilità dell’auto stima e a comprendere più a fondo le dinamiche che l'hanno portata a legarsi così intensamente. Inoltre, l’ansia anticipatoria per l’incontro futuro con l’ex e il suo nuovo partner è comprensibile, ma può essere elaborata in modo da ridurre la sofferenza e riprendere in mano la sua libertà.
La dipendenza affettiva non è una diagnosi patologica, ma un assetto relazionale che si struttura spesso in modo silenzioso, specialmente in persone sensibili, generose e molto empatiche. Intercettarla ora significa evitare che si cronicizzi e che condizioni future relazioni. Ha fatto un passo importante già solo nel mettere in parole ciò che prova. Il dolore che sente è reale e legittimo. E può guarire, con il giusto accompagnamento.
Resto a disposizione se desidera approfondire o orientarsi nella scelta di un professionista.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Dott.ssa Teresita Forlano
Psicologo, Sessuologo, Psicoterapeuta
Roma
Buona sera. Inizierei dalla fine, dove dice di essere esausto. Non penso che resistere, date le condizioni emotive, sia una buona scelta. Interfacciarsi con uno psicologo potrebbe darle spunti su cui lavorare e riflettere rispetto a elementi esposti da lei nel suo racconto.
Un saluto, dottoressa Teresita Forlano
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buonasera, ottima la scelta di non rinunciare al corso ma le suggerirei di rivolgersi ad uno psicoterapeuta e non aspettare. Intervenire subito le evita dolore ulteriore. La fine di una storia è un vero e proprio lutto; insieme ai progetti in frantumi, la relazione porta con sé parti di se stesso. Alcuni colloqui la sosterranno.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Salve paziente anonimo
dalla sua email si evince il profondo dolore per questa "perdita"evidentremente per lei molto significativa
purtroppo quando veniamo lasciati i sentimenti che compaiono sono equivalenti a una vera e propria depressione ,,,,corrispodono a un vero e prorio lutto e coinvolgono la sfera dell'umore in molti casi anche dell'autostima con svalorizzazione del SE
Parlo in temini generici perchè poi tutto va inquadrato in un discorso piu ampio che riguarda la personalità,l'ambiente ecc
Se non riesce a risollevarsi e a lasciar andare comunque questa persona neanche nell'immaginario le consiglio un trattamento psicoterapico magari breve che possa aiutarla a superare il problema della dipendenza affettiva che potrebbe essere sottostante.
buon tutto
dott.lorenzini maria santa
Dott.ssa Elda Valente
Psicologo, Psicologo clinico
Torremaggiore
È sorprendente come stia descrivendo la richiesta d’aiuto e l’associ alla resistenza grazie alla quale potrebbe stare meglio. Le consiglio di rivolgersi ad uno psicoterapeuta, e scoprire insieme quale sia la strada da percorrere. Cordialmente.
Dott.ssa Elda Valente
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè capisco quanto questa situazione possa impattare sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d'ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Minerva Medina-Diaz
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno
Si, sono d'accordo con lei. Potrebbe giovare molto di un percorso psicoterapeutico che la possa aiutare a mettere a fuoco le dinamiche psicologiche che si sono innescate in lei nei confronti di questa ragazza. Sono disponibile anche ad agosto on line altrimenti da settembre si può rivolgere ad un mio collega in zona sua. Io sono a Milano. In bocca al lupo.
Caro paziente,
mi spiace molto per il dolore che sta vivendo!
Mi colpisce la sua domanda, in particolare "provare a resistere ancora un po'". Sarebbe interessante capire in che modo il provare a resistere possa esserle d'aiuto...forse questo ha a che fare con la sua storia, che penso andrebbe esplorata e accolta.
Io penso che possa concedersi di affidarsi, per provare a cercare insieme una via per ritrovare sapore e speranza per il futuro.
Le auguro tutto il meglio!
Un caro saluto
Dott. Domenico Samele
Dott.ssa Lisa Cendron
Psicoterapeuta, Psicologo
Treviso
Buongiorno, è normale avere una sregolazione emotiva a seguito della rottura di una relazione, così come sentirsi "esausti" poichè i nostri sistemi cognitivi ed emotivi si concentrano su questo evento. Le relazioni sentimentali hanno bisogno di tempo per crescere e consolidarsi, anche se il sentimento è forte nei primi periodi. L'importante in questo momento è gestire la situazione di stress, cercando delle piccole strategie di impegno quotidiano. Le consiglio di rivolgersi ad un terapeuta per ragionare su questi temi, rafforzare le sue capacità di gestione della situazione, conoscere maggiormente se stesso anche attraverso questa esperienza negativa e darsi dei nuovi obiettivi per le sue relazioni future. La consapevoleza da cui parte è un grande punto di forza! In bocca al lupo!
Dott. Stefano Ventura
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Gentile Amico,
comprendo bene come si possa sentire: quando una relazione si rompe così repentinamente, possiamo avvertire gli effetti di un trauma. La nostra vita si divide in due: c'è un prima e un dopo - e il dopo non è mai facile.
Rispondo direttamente alla sua domanda: sì è il caso che si rivolga a un terapeuta che la aiuti ad elaborare questa lacerazione, e le permetta di comprendere perché questo l'ha ferita tanto. Quando gli eventi dolorosi della vita ci colpiscono, infatti, ci "spezziamo" come pietre, lungo le linee di fragilità che ci sono proprie, ma che possiamo comprendere curare.

con i migliori auguri,
dr. Ventura
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore,

vista la sua sofferenza si affidi ad uno psicoterapeuta. La aiuterà ad elaborare questa perdita per lei così significativa.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott.ssa Giulia Solinas
Psicologo, Psicoterapeuta
Quartu Sant'Elena
Salve; la descrizione del suo stato d'animo rimanda proprio ad un abbassamento del tono dell'umore per la perdita della persona " giusta" per il futuro. La situazione necessita subito di una terapia di supporto utile a comprendere quale relazione fosse stata instaurata, quali ne fossero eventualmente le disfunzioni e sopratutto capire quali basi avesse la stessa. L'affettività si apprende all'interno del contesto familiare attraverso l'esperienza con le figure significative sopratutto sul piano emotivo, affettivo e nel rispetto dell'altro. In un percorso psicoterapeutico ,andando a lavorare su di sè, è possibile raggiungere una consapevolezza dei propri meccanismi affettivi, cognitivi e relazionali e far sì che possiamo lasciar andare cio che in realtà non ha funzionato e " imparare" dalle nostre esperienze.
Dott. Marco De Fonte
Psicologo, Psicoterapeuta
Bari
Buonasera,
quello che descrive è un dolore molto forte e comprensibile. Quando un legame emotivo intenso si interrompe bruscamente, soprattutto se accompagnato da vissuti di tradimento o perdita di fiducia, è naturale sperimentare sintomi come insonnia, tristezza ricorrente, pensieri intrusivi e un senso di vuoto rispetto al futuro. Non è “strano” sentire che una relazione di pochi mesi abbia lasciato ferite così profonde: la qualità dell’intesa conta molto più della durata.

È importante che lei abbia già riconosciuto in sé aspetti come la possibile dipendenza emotiva e la fragilità dell’autostima: questa consapevolezza è un primo passo fondamentale. L’incontro futuro con la sua ex e il nuovo partner è un pensiero che inevitabilmente amplifica l’ansia e il senso di vulnerabilità.

In queste situazioni non c’è un “dovere” di resistere da soli: al contrario, rivolgersi a uno psicoterapeuta può offrirle uno spazio protetto per elaborare il lutto della relazione, rinforzare le sue risorse personali e trasformare questa esperienza in un’occasione di crescita. Non è un segnale di debolezza, ma di cura di sé.

Un messaggio rassicurante: quello che prova ora non durerà per sempre. Con il giusto sostegno potrà ritrovare fiducia, valore personale e la capacità di immaginare un futuro ricco di senso, anche al di là di questa relazione.
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Buongiorno,
capisco bene la fatica che sta vivendo: quando un legame si interrompe, spesso non soffriamo solo per la persona perduta, ma anche per l’immagine di noi stessi che avevamo in quella relazione. Lei dice di sentirsi “invincibile” con lei: viene da chiedersi, oggi, ha più paura di vivere senza di lei o senza quella versione di sé che lì dentro sentiva di incarnare?
E ancora: è più logorante continuare a resistere da solo, sperando che il tempo faccia il suo corso, o permettersi di essere accompagnato per trasformare questa ferita in una nuova possibilità di guardare avanti?
A volte il dolore non chiede tempo, ma uno spazio diverso in cui essere attraversato.
Rimango a disposizione per ulteriori dubbi o chiarimenti.
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Caro Utente, la fine di una relazione comporta un vero e proprio lutto caratterizzato da sofferenza, ansia, rabbia e senso di vuoto, simili ad un dolore fisico. La storia è durata solo tre mesi, quindi significa che la rottura si è verificata durante la fase dell'idealizzazione, dove il partner viene visto esagerando gli aspetti positivi e ignorando quelli negativi. Se la donna che ha frequentato ha deciso di chiudere il rapporto dopo una discussione andrebbero valutati i presupposti iniziali della relazione. E' importante tener conto del crollo dell'illusione, che ovviamente porta ad una forte delusione, aspettative non soddisfatte e tanta sofferenza. L'elaborazione del lutto richiede ovviamente del tempo e una forma di disinvestimento, ma se percepisce una difficoltà ad affrontarlo da solo potrebbe essere buono affidarsi ad un professionista per rendere consapevoli alcune dinamiche e specifici vissuti. Cordiali saluti
Salve, capisco bene la sua fatica: quello che racconta non è “solo” la fine di una relazione, ma anche il crollo improvviso di un progetto di vita che aveva iniziato a immaginare. Insonnia, tristezza, pensieri continui: sono segnali di quanto questa esperienza abbia avuto un forte impatto emotivo.

Non è tanto la durata a determinare l’intensità del dolore, ma ciò che quella relazione ha rappresentato per lei: una connessione speciale, un sentirti vivo, invincibile. Quando questo viene meno, è normale percepire un vuoto enorme e pensare di aver perso “la persona giusta”.

Quello che descrive assomiglia molto a una ferita d’amore che rischia di diventare dipendenza emotiva. In questi casi, non c’è bisogno di “resistere ancora un po’”: chiedere supporto a uno psicoterapeuta può aiutare a non restare solo con questo peso, a ritrovare autostima e a ricostruire un senso di futuro.

Il fatto che si senta esausto è già un segnale che vale la pena accogliere. Non è un segno di debolezza, ma di consapevolezza.
Un saluto
Dott. Matteo Musetti
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Monza
La ringrazio per aver condiviso qui un passaggio della sua esperienza così delicato, doloroso e complesso. Quello che descrive non è soltanto la fine di una relazione, ma anche la perdita improvvisa di un’immagine di futuro che aveva iniziato a costruire insieme a un’altra persona. È come se, oltre alla separazione dall’ex compagna, lei si trovasse oggi a dover fare i conti con la frattura di una parte di sé che si era proiettata in quell’intesa, in quei progetti, in quel “sentirsi invincibile” che racconta.
Capisco bene la sua sensazione di smarrimento, di vuoto e di mancanza di sapore: sono vissuti che spesso accompagnano le rotture quando hanno toccato parti profonde e fragili di noi stessi. È importante anche notare come lei stesso abbia colto l’aspetto della dipendenza emotiva e della bassa autostima, che non sono difetti personali, ma dinamiche che si attivano in certi legami e che meritano di essere ascoltate e comprese.
Il dolore che prova può essere letto come un campanello: una richiesta di ascolto da parte di sé a sé stesso. Mi colpisce molto quando scrive che forse può “provare a resistere” e penso abbia un significato molto centrale. In questo senso, uno spazio terapeutico non serve semplicemente a “resistere” o a trovare strategie per superare la sofferenza, ma a dare parola a queste emozioni, a riconoscere cosa si è mosso dentro di lei, quali parti si sono attivate e che oggi chiedono attenzione.
Ritengo che non ci sia un “tempo giusto” da aspettare per chiedere aiuto. Se si sente esausto, affidarsi a uno psicoterapeuta ora può rappresentare un modo per prendersi cura di sé e trasformare questo momento non solo in un dolore da sopportare, ma anche in un’occasione di comprensione più approfondita e profonda di sé e di crescita personale.
Le auguro di poter ascoltarsi e poter fare esperienza di uno spazio di ascolto, un percorso personale in cui può comprendere ciò che le sta succedendo. Resto a disposizione. Per qualsiasi richiesta/informazione non esiti a contattarmi. Un caro Saluto.

Dott. Matteo Musetti
Dott.ssa Chiara Ronchi
Psicologo, Psicoterapeuta
Milano
Quello che descrivi è un normale dolore da rottura, anche se la relazione è stata breve ma intensa. È comprensibile sentirsi persi, tristi e avere difficoltà a dormire o a godersi le cose che prima ti piacevano. Non significa debolezza, ma che stai elaborando una perdita importante.

Rivolgersi a uno psicoterapeuta in questo momento può aiutarti a gestire il dolore, rafforzare l’autostima e affrontare l’eventuale incontro con la tua ex senza sentirti sopraffatto. Nel frattempo, cerca di mantenere piccole routine o attività che ti fanno stare bene: anche piccoli passi possono fare la differenza.
Dott.ssa Giovanna Ferrentino
Psicologo, Psicoterapeuta
Bracigliano
Ciao, quello che descrivi è un dolore autentico e intenso. Anche se la relazione è durata pochi mesi, il modo in cui l’hai vissuta (con progetti, speranze e un senso di “connessione unica”) l’ha resa per te molto significativa. Non c’è nulla di strano se oggi provi tristezza, insonnia, vuoto, pensieri ricorrenti e la sensazione che “niente abbia più sapore”: sono reazioni frequenti dopo una rottura vissuta così.
È importante però non sottovalutare la fatica che stai provando. Il senso di perdita, l’idea di aver “perso la persona giusta” e il timore di dipendenza emotiva sono segnali che meritano ascolto e sostegno.
In questi casi, affidarsi a uno psicoterapeuta subito può essere molto utile: non per “patologizzare” quello che provi, ma per aiutarti a elaborare questo lutto affettivo, gestire l’incontro che temi e rafforzare il tuo senso di valore personale. A volte cercare di “resistere” da soli rischia solo di prolungare il dolore; uno spazio sicuro e competente può velocizzare la ripresa e restituirti energie.
Prendere questa decisione ora può essere un gesto concreto di cura verso te stesso.

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