Buongiorno, volevo riscrivere qui un ultima volta per un ulteriore parere da degli esperti. Vi ri

16 risposte
Buongiorno,

volevo riscrivere qui un ultima volta per un ulteriore parere da degli esperti. Vi ringrazio anticipatamente per l'n-sima risposta.

Sto seguendo un percorso di psicoterapia da diversi mesi, con scarsi risultati.
Le sedute sono da diverso tempo frustranti, ho iniziato il percorso per risolvere dei problemi di ansia, per gestire lo stress e per il fatto che non vedevo una prospettiva nella mia vita.
Il mio umore è pessimo, nulla mi stimola e vivo per inerzia.
Per questo ho iniziato il percorso di psicoterapia, inizialmente sentivo scattare qualcosa e finalmente pensavo che fosse la strada giusta.
Da un paio di mesi però la situazione è degenerata, ho iniziato a provare un attaccamento incredibile per la psicoterapeuta, cosa che mi ha messo veramente in difficoltà, mi confrontavo a questa persona e mi sentivo debole e inferiore, ma soprattutto la vedevo una cosa molto sbagliata.
Sono riuscito a parlarne però è stato come se nulla fosse.
Non mi è stato detto nulla in merito, io speravo in qualche rassicurazione ma nulla.
Per il resto mi si chiede di parlare di sogni o esperienze del mio passato e non mi viene detto nulla se non 'lei cosa ne pensa'.

Da un mese a questa parte ho difficoltà a dormire, capita di fare dei sogni deliranti e mi sento sempre più nervoso, arrabbiato e ansioso.
Mi sento ancora più apatico di prima e non ho quasi la forza di lavorare.
insomma mi sembra stia andando tutto a rotoli.
Ne ho parlato diverse volte durante le sedute, ma non mi viene detto nulla il silenzio più totale.
Ho iniziato a provare un senso di rabbia e risentimento veramente forte, ho iniziato a chiedermi sull'utilità di tutto questo.

Insomma mi sembra che i disturbi che avevo siano peggiorati, ho iniziato a pensare che a questa persona non interessi aiutarmi sul serio, l'indifferenza che portava quando dicevo che sto sempre peggio non la capisco proprio.
Mi viene detto che devo 'pensare positivo' e che 'sono giovane', ma questi sinceramente sono cose che mi direbbe chiunque e che mi lasciano particolarmente perplesso perchè detti da un professionista.
Mi è stato chiesto più volte se volessi continuare la terapia, ho iniziato a interpretarlo come un modo per 'mandarmi via'.

Credo che per me possa essere il caso di cambiare terapeuta, però sono molto indeciso, mi sento molto attaccato alla persona purtroppo.
Ogni tanto penso che questo potrebbe essere solo uno scoglio da superare e buttare tutti questi mesi mi potrebbe mettere ancora di più in difficoltà.
Però altre volte penso di essere solo stato preso in giro, che non mi venga detto nulla durante le sedute, minuti di silenzio interminabili, una freddezza incredibile... quasi come se fosse completamente disinteressata.
Ho parlato di questa situazione in parte anche al mio medico di famiglia, gli ho detto che avevo fatto qualche seduta (parecchie in realtà) , mi ha comunque consigliato uno specialista diverso.

Sono abbastanza propenso ad ascoltare questo consiglio, il mio timore è che cambiare così improvvisamente possa avere un effetto ancora più deleterio. Immagino inoltre che ognuno abbia il suo metodo, però riniziare di nuovo tra silenzi imbarazzanti, assenza di interessamento e risposte (o almeno da me percepita) non mi va proprio e sto pensando di concludere definitivamente.

Grazie per i consigli.
Salve, Mi dispiace molto per la situazione che descrive e per il fatto che trova alle sedute molto frustranti. Io fossi in lei condividerei questo aspetto con il terapeuta Cercando di cogliere i significati connessi Tuttavia allo stesso tempo valuti lei se la terapia che sta effettuando può essere calzante con le sue esigenze.
Cordialmente, dott FDL

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Gentile utente, può succedere che in alcuni momenti della terapia possiamo avere la sensazione che le cose vadano peggio. Ciò che mi colpisce però è che lei si sente poco accolto dalla sua terapeuta. Ogni specialista ha il suo modo di lavorare ed il suo approccio di riferimento, è possibile che tale approccia possa non fare al caso suo. Non c'è nulla di strano, anzi è qualcosa che accade molto spesso. Ne parli con la sua terapeuta potreste anche insieme fare un momento di transizione prima del nuovo percorso; non per forza il percorso va concluso da un giorno all'altro.
Rimango a sua disposizione
Dott.ssa Alessia D'Angelo
La psicoterapia, la cura con la parola, è uno strumento complesso.
Due persone si incontrano nella stanza, uno è il paziente e l'altro il terapeuta.
Il paziente racconta di sè, spera di trovare aiuto, sostegno, di essere magari visto per la prima volta.
Il racconto si fa con le parole ma anche con l'atteggiamento, il non detto, quello che non si può raccontare ma che potrebbe essere più importante di quanto esplicitato con le parole.
La stanza di terapia progressivamente diventa una sorta di teatro dove si palesano molti personaggi, lo stesso paziente mette in scena aspetti diversi di sè.
In questo gioco di sguardi, di rimandi dal presente al passato il terapeuta può essere investito di emozioni e di sentimenti molto intensi che vanno dall'amore all'odio, dall'indifferenza alla profonda dipendenza. Tutto questo fa parte del processo terapeutico, è la parte più importante che da la possibilità di fondare le basi di un cambiamento, di un'evoluzione e di una crescita che permetta di passare dalla ripetizione del passato ad una nuova prospettitiva di vita.
Maria Grazia Antinori, Roma
Buonasera,
Io credo che una persona quando inizia un percorso di terapia debba sentirsi a proprio agio, libero di poter esprimere sè stesso e le proprie emozioni senza sfociare nel giudizio e/o senso di vergogna. La terapia non è fatta per dare risposte alle domande o consigli, la terapia porta domande, le risposte le hanno i pazienti. Si può ragionare, confrontare, supportare con la propria terapeuta. Anche i silenzi dicono molto.
Il mio consiglio è di confrontarsi con la sua terapeuta e valutare se è il caso di continuare il percorso o di provare a cambiare professionista visto le sue sensazioni. Il cambiamento sicuramente può spaventare ma a volte risulta necessario per poter crescere ed andare avanti.
Resto a disposizione ed auguro una buona serata
Buonasera. Avevo già letto qualche settimana fa della sua situazione. Esistono numerosi approcci terapeutici e non è da escludere che questo approccio non faccia al caso suo.
In molti colleghi le avevano già consigliato di portare i suoi vissuti emotivi in terapia. Personalmente, non ci vedo nulla di improprio nel provare a cambiare, orientandosi verso un approccio più efficace, maggiormente basato sul confronto reciproco e non esclusivamente sull'ascolto.
Cordialmente. MC
Concordo con i colleghi che affermano che la psicoterapia deve essere su misura del paziente. Non tutti gli approcci sono adatti a qualsiasi paziente. Ci sono degli approcci più interattivi che si basano sull'esperienza concreta di vita e agiscono attraverso una interazione costante sul vissuto emotivo riportato. Valuti attentamente cosa sia più giusto per lei, d'altronde il suo obbiettivo è stare meglio ed è buona cosa continuare a perseguirlo.
Se ha bisogno anche solo di un confronto rimango a disposizione.
Dott.ssa Camilla Ballerini
Carissimo,
Da dove nasce l’attaccamento incredibile che nutre verso la terapeuta? È possibile che lei lègga in maniera personale gli atteggiamenti della terapeuta (forse distanti dalle sue aspettative) ma in realtà si stia costruendo una relazione necessaria per il lavoro terapeutico? Le capita di svalutare o sminuire quello che le accade nella vita anche al di là del contesto terapeutico? La richiesta sul voler continuare la terapia è spesso un modo per indagare cosa la persona cerca o desidera ottenere dal percorso. Continui a confrontarsi con la terapeuta sui dubbi che detiene e probabilmente quando si instaurerà un rapporto di fiducia un bel pezzo lo avrete fatto.
Cordiali saluti
Marianna Pasello
Buonasera, non sempre si trova la giusta empatia, al di là dell'approccio utilizzato dal terapeuta. Lei dice di provare un forte attaccamento verso la sua terapeuta, probabilmente sta vivendo un transfert e le risposte che riceve non le piacciono .. i silenzi sono importanti in terapia, ma anche le parole. La terapia dovrebbe offrire un'esperienza emotiva correttiva, se non si sente più a suo agio, secondo me ha due possibilità, o ne parla apertamente e superate insieme questo momento, oppure interrompe,magari per un periodo, sempre comunicandone il motivo alla terapeuta e poi decide cosa fare
Le auguro di risolvere questa crisi
Claudia m
Buonasera. Il mio suggerimento è di continuare a confrontarsi con la sua terapeuta, anche in merito al fatto che pensa di voler interrompere il percorso date le motivazioni che condivide, cercando di comprendere insieme alla sua terapeuta cosa sta accadendo nella terapia e valutando quale possa essere la migliore decisione per se stesso e per il proprio benessere. La mia in indicazione, quindi, è quella di condividere tutto quanto sta vivendo e sperimentando con la sua terapeuta confrontandosi in modo aperto ed onesto, considerando che lo spazio psicoterapeutico è il luogo in cui poter esprimere liberamente i propri vissuti, sentimenti, pensieri ecc. per poterli esplorare ed elaborare al fine di migliorare la comprensione di se stessi ed il proprio benessere. Un saluto, Dott. Felice Schettini
Gentile utente di mio dottore,

i percorsi di psicoterapia non sempre seguono un processo lineare, ed in alcuni momenti può capitare che prenda il sopravvento lo sconforto e che si ripresenti un peggioramento del malessere ritenendo di stare peggio. Quello che le sta accadendo nella relazione con la terapeuta probabilmente è quello che le accade anche nelle relazioni in toto, mi riferisco in particolare al fatto di sviluppare un sentimento di inferiorità rispetto agli altri. Nel continui a parlare con la psicoterapeuta che la segue ma soprattutto si affidi, in fondo ciò che genera cambiamento e produce benessere è proprio l'alleanza terapeutica, ossia quel sentimento di fiducia che il paziente dovrebbe sviluppare nei confronti dello specialista scelto.
Nella speranza con queste poche righe di aver orientato la sua domanda.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Salve, mi sento intanto di dirle che è importante far presente il proprio stato d'animo, in vista di un percorso che sta proseguendo da alcuni mesi, ed è un suo tempo che sta impiegando per se stesso. Il rapporto professionale che si viene a creare tra paziente e terapeuta è comunque un rapporto interpersonale e che come tale può avere delle dinamiche di "alti" e "bassi", per cui ci sono metodologie ed approcci che possono essere diversi rispetto a ciò di cui si ha bisogno. E' centrale far presente sia questo disagio che sta provando, ma anche questo senso di ammirazione che poi la portano a sentirsi sopraffatto e in una posizione di "inferiorità" rispetto la professionista, come materiale utile per capire se questo può essere il percorso più adatto a lei. Saluti, Dott.ssa Molinaro Sara
Salve, non voglio assolutamente esprimere giudizi senza avere una chiara situazione del quadro generale. Tuttavia le consiglio di parlare di queste sue difficoltà con la psicologo che la sta seguendo, invitandola cortesemente a darle le risposte di cui ha bisogno per la sua tranquillità e per continuare il percorso intrapreso senza equivoci. Nel caso non riuscisse a chiarire la cosa e riterrà che lo psicologo che la sta seguendo non faccia al suo caso, può valutare di intraprende una nuova esperienza con altro psicoterapeuta. Tuttavia sono certo che la collega le darà tutte le risposte necessarie alla sua serenità. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Buonasera, credo che debba trovare un professionista di un orientamento diverso e del suo stesso sesso. Cordiali saluti, Gessica De Cesare
Buonasera , mi dispiace per la sua situazione. Per far in modo che la terapia funzioni, è molto importante la relazione terapeutica che si instaura tra terapeuta e paziente e che lei si senta a suo agio durante le sedute, per questo le suggerirei di parlare con il suo psicoterapeuta ed eventualmente se non ci sono cambiamenti di cambiarlo. Può succedere di non trovarsi bene con il proprio terapeuta e con l’approccio che usa, poiché è tutto molto soggettivo , per questo se ne può parlare oppure meglio cambiare il professionista. Cordiali saluti . Dott.ssa Alessia Greco
Buonasera, comprendo la sua ambivalenza e la fatica di un percorso psicoterapico che suscita emozioni negative da cui tuttavia è difficile separarsi Finché questo rapporto non viene chiarito e risolto è difficile che lei possa stare meglio.Ne parli alla sua terapeuta e cercate insieme un modo per uscire da questa impasse.Un caro saluto dottssa Luciana Harari
Probabilmente quello che descrive è in parte dovuto al particolare tipo di orientamento terapeutico del/della professionista che la segue, in parte dovuto alla persona. Se non si sente più in grado di progredire anche dopo averne parlato è suo diritto tentare con qualcun altro, che segua magari un approccio diverso. Non giudicherei sedute e mesi persi in quanto le sono servite per arrivare fino a qui. A volte raggiungiamo la meta stando sullo stesso treno, a volte occorre cambiare e prendere una coincidenza....

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